Post-it di un viaggio

Salvatore Cimmino, il viaggiatore/disabile che vince l’oro anche dopo le Paralimpiadi

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Sì, le medaglie italiane delle Olimpiadi ci hanno emozionato, ma le 39 conquistate  alle Paralimpiadi ci hanno commosso, ci hanno scosso, ci hanno insegnato tanto. Abbiamo ancora negli occhi la gioia di Beatrice Vio dopo aver vinto la sua medaglia nel fioretto. Il suo motto? “Mai piangersi addosso”. Tutti quegli atleti dovrebbero avere una medaglia, perché tutti se la meritano, a prescindere dai risultati ottenuti in gara.
Ma una medaglia la vorremmo assegnare anche  ad un uomo, Salvatore Cimmino, che da anni con una sola gamba nuota per i mari del globo per una missione: sensibilizzare le coscienze ma soprattutto le istituzioni affinché venga incentivata la ricerca e rendere accessibili le nuove tecnologie a tutti i disabili per restituirgli il diritto alla “vita”.
Abbassare i costi delle protesi e presidi protesici di ultima generazione, in modo che tutti i disabili possano utilizzarle per vivere un vita normale e riacquisire la dignità di persona.
Il  suo prossimo viaggio/sfida? Nuotare da Cuba a Miami in solitaria, oltre 60 ore senza soste, un’impresa che aggiunge un altro significato altamente simbolico,  un ponte virtuale  d’acqua per riavvicinare due nazioni in conflitto fino a qualche mese fa.
Certo non sarà facile,  dovrà sfidare squali e meduse pericolosissime, e dovrà lottare per avere  ancora qualche altro sponsor che sostenga la sua impresa, ma ce la farà.

Ecco un pezzo tratto dall’intervista a Salvatore Cimmino :

Quali saranno le maggiori difficoltà per realizzare un evento di questa portata?
I pericoli degli squali, delle meduse e della variabilità delle condizioni meteo-marine rappresentano solo una parte delle difficoltà di questo importante progetto. Al momento sto lavorando tanto per reperire i fondi necessari per coprire i costi per la realizzazione di questa immane impresa.  Per la preparazione dell’aspetto psico-fisico sono supportato dall’Istituto di Scienza e Medicina dello Sport del CONI, per l’aspetto tecnologico dal Campus Biomedico di Roma e dall’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa e dall’Università del L’Aquila.
Layout 1

Imprese incredibili con distanze oltre 50 chilometri che ti hanno portato a nuotare fino a quasi 10 ore, ma possiamo dire che questa è solo una prima parte del tuo progetto?
Assolutamente sì, non smetterò di nuotare finché le persone con disabilità potranno esercitare in libertà il proprio Diritto di Cittadinanza. Ma la parte più importante del mio progetto per difficoltà organizzative, distanza da percorrere e risonanza mediatica, sarà la prossima tappa…

Per l’intervista completa clicca QUI:  “Nuoto in tutti i mari del mondo per ridare agli altri disabili il diritto alla vita”