Destriero
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Destriero, 25 anni fa l’impresa del Nastro Azzurro

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Il 9 agosto nell’ambiente nautico italiano è una data importante, perché segna la ricorrenza dell’impresa compiuta dal Destriero, nave che in quel giorno del 1987, sotto le insegne dello Yacht Club Costa Smeralda, stabilì il record di velocità nella traversata atlantica, conquistando l’ambito Nastro azzurro. Una nave in un canale web dedicato alle automobili? Perché? In questo caso si può fare un’eccezione, poiché sono diversi i punti di contatto fra questa imbarcazione e le auto. Quali? Fiat, Pininfarina, Gianni Agnelli e Cesare Fiorio. Possono bastare. Ripercorriamo allora ciò che accadde 25 anni fa.

L’IMPRESA DEL DESTRIERO DI 25 ANNI FA

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Cominciamo dall’origine dell’impresa. Nel 1990 il principe Karim Aga Khan ebbe l’idea di realizzare la nave più veloce della storia. Bastarono due anni. Progetto di Donald Blount, disegno di Pininfarina, costruzione di Fincantieri a Muggiano e Riva Trigoso, supporto di Fiat. L’organizzazione dell’impresa fu affidata a Cesare Fiorio, a quel tempo direttore sportivo della Ferrari in Formula 1. Il 6 agosto 1992 il Destriero (che portava le insegne dello Yacht Club Costa Smeralda, di cui Karim Aga Khan è fondatore e tuttora presidente) salpò da New York, il punto di cronometraggio ufficiale era il faro Ambrose Light.

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Il passaggio del Destriero a New York sotto il ponte di Verrazzano

Alle ore 6:14’50” del 9 agosto Fiorio effettuò la comunicazione radio del passaggio al personale del faro di Bishop Rock, isole Scilly, Inghilterra. La traversata di 3.106 miglia era stata coperta in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla media di 53,09 nodi, equivalenti a 98,3 Km/h. Il record era stato battuto di 21 ore e resiste ancora oggi. Fiorio disse via radio: “Buon giorno, qui è la nave Destriero, siamo partiti da New York, grazie per registrare data e ora del nostro passaggio“. Mentre dal faro inglese gli risposero: “Buon giorno Destriero, non vi attendevamo così presto“. Insomma, non credevano alle loro orecchie. Però al loro radar dovevano credere per forza.

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Mettiamoci un po’ di dettagli tecnici, perché compiere quella traversata in quel tempo è un po’ come vincere un gran premio di Formula 1, forse l’intero campionato mondiale. Innanzitutto lo scafo del Destriero è costruito interamente in alluminio; questo è un altro record, perché rimase per diversi anni la nave più grande ad impiegare questo materiale per l’intera struttura. La sagomatura di tutte le parti venne gestita da macchine a controllo digitale, non proprio una cosa scontata nel 1987; la Fincantieri usò per l’assemblaggio tecniche e schemi normalmente impiegati per la costruzione di unità militari. Pininfarina disegnò la “carrozzeria”, regalando alla nave un’ottima efficienza aerodinamica e anche un’estetica gradevole.

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I tre idrogetti del Destriero che permettevano la propulsione

Anche il sistema di propulsione era all’avanguardia. Anziché utilizzare la classica soluzione di motori diesel collegati ad eliche (la normale “trasmissione” delle navi a motore), il Destriero impiegava tre idrogetti (prodotti dalla KaMeWa) collegati ad altrettante turbine a gas della General Electric. Il Destriero aveva una lunghezza di 67,7 metri, una larghezza di 13 metri ed un peso di 400 tonnellate. Era in grado di raggiungere una velocità a pieno carico di 40 nodi ed una velocità massima di 66 nodi. La tecnologia impiegata costituì l’avanguardia per la navigazione commerciale.