Con la Ford Mustang cabrio a Lazise, sul lago di Garda
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Mettete una bella giornata di sole, una cabrio “muscolosa” e una gita glamour al lago. Gli ingredienti perfetti per un Weekend Premium. Anche perché, con tutti quei cavalli dentro il cofano e il cielo sopra la testa, all’aperto, non serve fantasticare spettacolari controsterzi sulle strade di San Francisco o improbabili galoppate lungo le strisce d’asfalto senza fine dei deserti del Vecchio West: per provare emozioni incontenibili basta dar voce al possente cinque litri della Ford Mustang, in versione cabrio. L’auto che ci accompagna nel nostro Weekend-test Premium. Direzione: Lazise, adagiata sulla sponda orientale del lago di Garda. Qui si respira un’atmosfera veneziana.
Che sound!
la Mustang si è adeguata piuttosto bene ai nostri palatiDurante il viaggio, sentir vibrare la fascinosa vocalità del V8 e affondare il piede sul gas ti fa sentire un po’ yankee. Eppure, da quando nel 2015 è sbarcata ufficialmente per la prima volta in Italia, su strada la Mustang non ha più la tipica impostazione americana. Anzi si è adeguata piuttosto bene ai nostri palati, ben più esigenti e sofisticati in materia di handling e precisione di guida: si presenta così, oggi, la Mustang 5.0 V8 GT Convertible.
Cosa vedere
Il piccolo porticcioloRaggiungiamo Lazise in auto percorrendo l’autostrada A4 (uscita a Peschiera del Garda). In alternativa, si può optare per l’A22 (uscita ad Affi). Arrivando, si ammirano fin da subito le mura che circondano il centro storico e rimandano alla chiara impronta medioevale. Sul piccolo porticciolo, poi, si affacciano gli edifici della Dogana Veneta, la romanica chiesa di San Nicolò (con affreschi attribuiti alla scuola di Giotto) e il municipio cittadino. A poca distanza sorge il Castello Scaligero, circondato da un verde giardino, che nei secoli è stato protagonista di numerosi assedi che si sono susseguiti per il controllo della cittadina.
La particolarità
A destra le mura del CastelloPrima di perderci tra vicoli e piazzette, conosciamo meglio la storia di questo posto. Lazise è il più antico comune d’Italia. Merito dei privilegi concessi da Ottone II di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, che di fatto significavano “autonomia amministrativa” per agli abitanti. Il centro storico di Lazise conserva intatto il fascino medievale che le sue origini hanno impresso nell’impianto urbano delle sue vie e delle sue piazze, racchiuse da solide mura e dal castello Scaligero che vigila con l’imponenza delle sue torri. Cittadina di consolidata vocazione turistica, oltre alle bellezze storiche e al paesaggio che la circonda, gode di una splendida passeggiata sul lungolago Marconi, pavimentata a onde, quasi per confondere il confine del lago con le case. Lungo questo percorso, incastonata nel terrapieno di una villa, c’è una lapide di marmo Rosso Verona che ricorda a tutti i passanti che Lazise è il più antico comune d’Italia: “Il 7 maggio 983 l’imperatore Ottone II concesse agli originari di Lazise (18 quibusdam hominibus in terra et castro Lazisii morantibus) il privilegio di imporre diritti di transito e di pesca, il toloneo, il ripatico e di fortificare il borgo con mura turrite”. Ai primi di maggio va in scena la rievocazione storica di questo episodio.
L’auto
Chiesa di San NicolòCon l’ultimo, leggero restyling, che ha interessato soprattutto il frontale e qualche dettaglio della coda, l’icona d’oltreoceano è diventata ancora più muscolosa e, nemmeno a dirlo, graffiante. Merito dell’iniezione di cavalli garantita dal V8, che adesso può contare su 450 CV e un cambio automatico a dieci marce. Quasi quattro metri e 80 di lunghezza, uno e 92 di larghezza, uno e 40 di altezza: sono misure da vettura americana di questo genere, con il bagagliaio utile per qualche valigia (neanche troppo grande). La capote in tela si apre e chiude velocemente, in meno di 10 secondi.
Atmosfera veneziana
Il paese ha sempre avuto tre porte d’ingresso munite di saracinesche e ponti levatoi, porta Superiore, oggi battezzata porta San Zeno, porta Lion (così denominata perché recava lo stemma della Serenissima di Venezia) e porta Nuova, oggi porta Consignorio. Oltrepassate le mura, incontriamo la chiesa dei Santi Zeno e Martino e raggiungiamo il porticciolo, davvero caratteristico, ancora animato dalle barche dei pescatori. Qui troviamo la Dogana Veneta, un monumentale edificio del 14° secolo. In epoca veneziana, la struttura era sede della dogana per il pagamento del dazio del transito delle merci tra la Lombardia e la Repubblica di Venezia. Le imbarcazioni dovevano infatti farvi ingresso transitando sotto gli imponenti archi della sua facciata, prima di poter accedere al porto da un’apertura laterale.Dogana Veneta Successivamente, tale funzione venne meno con la caduta della repubblica Veneziana e l’edificio adibito ad altre funzioni, tra cui arsenale. Dopo un minuzioso restauro (2003-2006) che l’ha riportato agli originari splendori, oggi la struttura unisce il gusto di una suggestiva cornice monumentale con le più moderne tecnologie di un polivalente centro congressuale: è considerata una delle più eleganti ed esclusive location per eventi della provincia di Verona. Ma il motivo per cui Lazise è celebre è il suo elegante lastricato pedonale sul lungolago. Sui portici si affacciano case, bar, ristoranti e negozi che proseguono anche dentro i caratteristici vicoli, alcuni dei quali conservano la denominazione di “calle”. Di sicuro è una delle più belle passeggiate di tutto il lago di Garda. Angoli pittoreschi si possono trovare anche in piazza Vittorio Emanuele. Il contesto ideale per esaltare la nostra cabrio.
Come va
Lungo LagoL’abbinamento della nuova trasmissione automatica con il V8 è gradevole. I passaggi da un rapporto all’altro non sono particolarmente rapidi, ma piuttosto decisi e in linea con lo spirito dell’auto. Ovviamente c’è sempre l’apprezzatissima versione manuale a 6 rapporti. Ai bassi regimi questa Mustang sembra sonnecchiare, poi cambia registro (con varie modalità di guida) e la spinta si fa possente fino alla zona rossa, attorno ai 7.000 giri. Tutto è registrato dal nuovo quadro strumenti digitale con la grafica personalizzabile, che s’inserisce bene dentro la plancia, rimasta quella di sempre, dove spicca il collaudato sistema multimediale Sync 3. Al volante, il suono borbottante del V8 riesce sempre a cullarti o darti il ritmo, tutto dipende dalla frenesia del piede destro. Un motore così, su un’auto così, può solo esaltare. Su strada, la Mustang non risparmia soddisfazioni: la trazione posteriore regala piacevolezza e s’accorda perfettamente con l’assetto, preciso ed efficace. Le prestazioni sono di assoluto livello. Grazie al suo magico 8 cilindri (elastico e gagliardo), tutto diventa spassoso e inebriante anche, ed è questo il bello, a velocità moderate e civili, senza disturbare le mappe di guida più aggressive. Per averla, bastano, si fa per dire, poco più di 50mila euro.
Dove mangiare
Tenuta CanovaSituata nell’entroterra del lago di Garda, Tenuta Canova concilia le morbide linee della zona collinare del veronese con il grande specchio d’acqua del lago. Il belvedere regala un incantevole panorama che spazia dai vigneti alle colline della Valpolicella, fino alla montagna. Qui gli amanti del vino e della buona tavola si sentono a casa. Davvero gradite non solo l’atmosfera cordiale e la pacata eleganza degli spazi interni ed esterni, ma anche la bontà di una cucina che si rinnova con l’alternarsi delle stagioni. La location, immersa nella campagna del lago di Garda, invita ad assaporare ottime pietanze sotto le frasche argentee degli ulivi o nell’ampia corte interna. È possibile gustare i vini Masi nei migliori abbinamenti con la cucina locale, scegliendo tra la luminosa veranda, il fresco plateatico, l’uliveto e gli interni ampi ed accoglienti. Sugli scudi l’Amarone, già noto per le sue qualità sin dal XII secolo. La Tenuta ospita, il multimediale Masi Wine Discovery Museum, un percorso didattico e allo stesso tempo emozionale.
Dove dormire
Quellenhof Luxury ResortUn consiglio per la notte e non solo? La “dolce vita” nell’esclusivo hotel a 5 stelle sul lago di Garda, il Quellenhof Luxury Resort. Circondato dagli ulivi, al di sopra del piccolo borgo medievale di Lazise e a soli pochi minuti dalla sponda sud-orientale del Lago di Garda. Wellness & Spa, piscine esterne, laghetto naturale balneabile, attività all’aria aperta (bicicletta, escursioni e gite in barca). Un’esclusiva atmosfera, per goderci la bellezza e il fascino di Lazise con i suoi pittoreschi scorci, i vigneti baciati dal sole e l’incantevole passeggiata. Accompagnati dalla nostra ormai inseparabile compagna di viaggio, la Ford Mustang cabrio.Cockpit della Mustang Cabrio
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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