Weekend Italy

Bormio e i Pasquali, una tradizione da scoprire

image_pdfimage_print

La neve è ancora lassù su quelle cime che brillano al sole come pietre preziose di una collana. Ma, all’inizio della primavera, Bormio si rinnova e si veste a festa con gli antichi costumi per il rito dei Pasquali.

È vero, la strada è lunga per arrivarci, anche se si possono fare delle tappe molto allettanti prima di tuffarsi alle lunghe gallerie. Ma la nostra Mini Cooper Countryman 4all è brillante nella guida e rende piacevole il viaggio. Anzi quando ci siamo inerpicati su per i terrazzamenti coperti di vigneti ci sembrava si divertisse come una giovane cerbiatta che non teme le vertigini. Si è lunga, ma quando oltre l’ultima e lunga galleria appare la magnifica valle, con la neve ancora sulle cime di Bormio 2000, si dimentica tutto.
Si è subito pronti per partecipare alla festa dei Pasquali, quando via Roma e la piazza del Kuerc si riempiono di gente
con gli antichi costumi locali, di allegria, dei carri preparati durante l’inverno per festeggiare la Pasqua, che quassù assume un significato più sentito, più vero, oltre quello religioso, segna anche l’arrivo della primavera, la fine
dell’inverno.

0375 vestito tradizionale di bormio ph vgiannella
1° giorno.
Stavolta siamo stati fortunati, come guida abbiamo Marianna, una graziosa bormina che si offre di accompagnarci nella visita della città. Già all’inizio di via Roma troviamo, sul pavimento dellaprima piazza, una stella con i simboli dei cinque reparti (gli storici quartieri ) che si sfideranno con i loro carri.
Vicino c’è la chiesa sconsacrata del Santo Spirito, forse del 1100, che dopo un restauro ora mostra degli affreschi affascinanti ( peccato che le sedie per poterli ammirare non sono il massimo. Merita una sosta, ma se trovate la porta chiusa non arrendetevi, basta aprirla. E si fa un tuffo nel passato. Marianna, poi, ci prende per mano e ci porta subito dopo alla piazza del Kuerc, dove davanti alla cattedrale sventolano gli stendardi dei reparti.

9906-gli affreschi chiesa s spirito a bormio-ph v giannella

Sulle case appaiono ancora gli affreschi degli Sforza (che  qui governarono prima dell’occupazioni dei Grigioni). Al centro il Kuerc ( coperchio) che era una sorta di loggia dove ci si incontrava e dove i saggi del paese giudicavano. Poi una doverosa visita al Museo Civico con tante opere d’arte, di artigianato e i ricordi di un passato, in cui spicca un’icona del ‘400 (dal greco: immagine), pala d’altare richiudibile scolpita in legno. Mille angoli, tanti antichi portoni e portali, si trovano seguendo via Roma e le viuzze da cui si dipartono come affluenti. Qui si trova l’anima di Bormio. Poco prima della piazza, è ben visibile la Torre degli Alberti, una delle ultime rimaste, di quelle 30 che nel medioevo abbellivano la città.

Un pregio di Bormio? E’ lontana dalla mondanità. Forse dura, ma sincera e pura come l’acqua che vi arriva dalle cime (qui ha sede la LEVISSIMA). Ma Bormio ha anche un’altra acqua preziosa, quella delle terme, note fin dai romani. Fatte per curare, rilassarsi e, credeteci, in queste vasche calde ci si diverte anche. Si trovano in città, ma le fonti sono a qualche chilometro di distanza, dove ci sono le terme molto suggestive ed antiche dei Bagni Vecchi.
E sempre ad un chilometro c’è l’accogliente golf, che apre ad aprile. Il giorno è passato veloce ed è subito sera. Bisogna trovare un ristorante per la cena. Ce ne sono vari, buoni ed accoglienti. Noi capitiamo al Filo’, ottima scelta.

2° giorno
Nell’aria frizzante del mattino, torniamo in via Roma. Colazione al Bar Braulio, sede del famoso amaro fatto con erbe di montagna, e poi a pochi metri comprare pane di segale all’anice e torta di mirtilli ( solo 6 euro) al panificio dei Romani. Non cercate l’insegna. Non ne hanno bisogno, tutti sanno dove si trova. Basta vedere la coda che aspetta l’uscite delle torte verso le 11. Ma dopo a pane e torta, altra sosta alla Sceleira (la credenza), per bresaola, formaggi e tisane di erbe di montagna. Ci sono ancora tante cose da vedere e da vivere a Bormio. Anche una Bormio segreta da scoprire, ma sarà per un’altra volta. Ci sono tanti percorsi da fare a piedi o in bici. C’è il Passo dello Stelvio…Ma ora si torna verso casa. La prima tappa è a Tirano, dove si trova la bellissima basilica del Santuario della Madonna di Tirano con un imponente organo. Sempre da Tirano parte il trenino rosso del Bernina, patrimonio Unesco. Poi altra tappa a Teglio, che pare abbia dato il nome alla Valtellina. Poi ancora su e giù per i terrazzamenti ricamati dai vigneti, con la Mini che ci porta su e giù facilmente con la sua trazione integrale. E’ un piacere guidarla, ma ci porta lontano da Bormio e questo ci dispiace.

Percorsi

Giro dei laghi di Cancano
Ristoro Monte Scale – Ristoro San Giacomo – Ristoro
Val Fraele – Ristoro Monte Scale
Lunghezza: 16,764 Km
Durata: 3:00 – 4:00 h
Periodo di percorrenza: Giugno-Ottobre
Percorribilità bike: 100%
Il percorso, immerso nello splendore del Parco Nazionale dello Stelvio, è ideale per una giornata a piedi o in MTB con tutta la famiglia. Non prevede difficoltà ed è caratterizzato da punti di ristoro e aree attrezzate. Si parte nei pressi del Ristoro Monte Scale lungo la strada sterrata N199 e, su un percorso con pochi dislivelli, si costeggiano le dighe di Cancano e San Giacomo di Fraele. La prima fu realizzata tra il 1953 e il 1956 ericeve le acque di svaso della diga di San Giacomo e del canale Viola, mentre la seconda risale al 1940, ma si concluse nel 1950 a causa degli eventi bellici. E’ alimentata dal canale dello Spol, i torrenti Alpe, Gavia, Frodolfo, Zebrù, Braulio, Forcola e parte del fiume Adda. L’itinerario prevede la circonvallazione completa della diga di San Giacomo, l’attraversamento della diga e il ritorno al punto di partenza. In estate e in alcune fasce orarie la strada è chiusa al traffico e questo permette di assaporare la pace e la tranquillità della zona.

Pedemontana della Reit
Pravasivo – Ca’ Bianca – Giardin – Teregua
Lunghezza: 6,583 Km
Durata: 1:00 – 2:00 h
Periodo di percorrenza: Giugno-Ottobre
Percorribilità bike: 100%
Il percorso si snoda in un bel bosco di larici (da cui l’etimologia del monte Lareit, lariceto). Lasciata l’automobile in località Pravasivo, lungo la strada statale dello Stelvio, un km prima dei Bagni Vecchi di Bormio, si prende il sentiero S533. E’ un percorso caratterizzato da brevi saliscendi e lungo tutto il cammino sono offerte numerose deviazioni che consentono sia di tornare in paese che di proseguire verso diverse mete. Il sentiero attraversa orizzontalmente il monte Reit e conduce sino alla Casina Bassa, luogo di monticazione primaverile di bovini da latte. Da qui si continua sul sentiero S511 e poi sul S531 fino ad arrivare in località Teregua a Valfurva. Per il rientro è possibile accedere ai servizi di trasporto pubblico.

Val Viola, Boschi e ghiacciai
Arnoga – Val Viola – Baite Caricc – Arnoga
Lunghezza: 11,01 Km
Durata: 2:00 – 3:00
Periodo di percorrenza: Dicembre-Aprile
Percorribilità bike: 81%
Un tracciato molto dolce, che nella parte centrale offre due percorsi alternativi, conduce attraverso boschi di peccio, larice e cembro alla radura di malga Caricc, in posizione incantevole sotto le cime del gruppo Dosdè Viola e i loro ghiacciai. La malga, da cui è possibile raggiungere una suggestiva forra, è di norma aperta nella stagione invernale. Grazie all’apposita segnaletica, il percorso è effettuabile anche in notturna munendosi di pila frontale.