NAMIBIA PER UNA VOLTA
Per una volta

Namibia, una terra al bacio 2^parte

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Ed eccoci giunti all’itinerario vissuto la terra rimasta ancora intatta e nella quale si può assaporare il passato. Lo definirei il viaggio della scoperta e soprattutto dell’innamoramento perché posso affermare con certezza di essermene innamorata perdutamente. È gennaio di qualche anno fa e con un volo Lufthansa arrivo a Francoforte per imbarcarmi poi su un aereo di Air Namibia alla volta di Windhoek, la capitale della Namibia.  Dopo circa 12 ore arrivo a destinazione e sono le 7.30 del mattino ora locale.

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Primo giorno

All’aeroporto di Windhoek sono attesa dalla guida, un giovane italiano che, anche lui come me, si è innamorato  tanto da decidere di trasferirsi definitivamente a vivere lì. La prima tappa è il Parco Nazionale Etosha, meta imperdibile. Davanti ai miei occhi, le prime grandi emozioni: zebre, giraffe, impala, orici, antilopi, gnu. Non ho un attimo per realizzare ciò che mi sta accadendo intorno.

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Mi rendo conto che sono in mezzo al nulla, in un luogo silenzioso e circondata da animali di ogni genere che vagano liberamente e che ogni tanto si girano in direzione dell’auto e danno un distratto sguardo. Bellissimi e insoliti i termitai che trovo sparsi qua e là. Sono gigantesche torri di terra rossa che si slanciano verso il cielo.

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Ed ecco poco lontano, dietro a un cespuglio, una leonessa con i suoi cuccioli. Armata di teleobiettivo inizio un book fotografico. Seccata dalla mia presenza, la giovane mamma sveglia  i  piccoli e si allontana.  Come prima giornata mi sembra di avere vissuto un sogno.

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Le sensazioni sono tantissime. Fuso orario, clima completamente diverso, spazi sconfinati, colori che vanno dal giallo all’arancione, animali mai visti prima ma soprattutto la loro vicinanza. Arrivo sfinita ma appagata al mio lodge. La tensione e le emozioni della prima giornata sono così forti che non riesco a prendere sonno e allora mi metto ad ascoltare i rumori della savana.

Secondo giorno

L’itinerario del secondo giorno è attraversare l’Etosha National Park, da Namutoni sino a Okaukuejo. Lo scenario è incredibile: springbok delle piccole antilopi, giraffe, red hartebeest delle grossi antilopi, sciacalli e un mastodontico rinoceronte camminano tranquillamente per il parco noncuranti della mia presenza.

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Sono solo al secondo giorno e credo di aver già scattato 300 foto. Ma ciò che vedo voglio imprimerlo definitivamente e solo con il tempo  scoprirò che è stata una scelta sciocca. Le immagini vere sono quelle che ho scattato con i miei occhi e il mio cuore. Quelle sono le vere immagini indelebili.  I colori cambiano continuamente, di chilometro in chilometro. Sono giunta a metà pomeriggio ed è tempo di raggiungere il campo Okaukuejo, un lodge governativo all’interno del parco stesso, famoso per la pozza d’acqua dove, nottetempo, si abbeverano molti animali. Alle 5 del mattino vengo svegliata da un ruggito molto forte. Mi vesto immediatamente con quello che trovo, corro all’esterno e scopro che il leone è a circa 2 km di distanza. Non voglio pensare se fosse stato realmente fuori dalla mia porta! Probabilmente l’avrebbe abbattuta con un solo ruggito! Mi accontento di ammirare una zebra che si abbevera guardinga: il leone lo ha sentito anche lei.

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Terzo giorno

Parto per il Damaraland e, pochi chilometri prima della Anderson’s Gate, incontro un leopardo. Velocissimo ha attraversato la strada a due passi dall’auto.

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La regione del Damaraland è arida e montuosa ed è situata fra l’Ovamboland a nord, il deserto del Namib a ovest e il deserto del Kalahari a est, e prende il nome dal popolo Damara che la abita. Come di consueto, in ogni viaggio, voglio il contatto con la popolazione che abita nella terra che sto visitando. È fondamentale per me: solo così, attraverso l’interazione con chi lo vive tutti i giorni, con le sue abitudini, le sue usanze, il suo cibo, riesco a capire il luogo in cui mi trovo. Per cui in tarda mattinata sono in un villaggio Himba, quello che è conosciuto come il popolo rosso per via del colore della pelle che è effettivamente rosso mattone, dovuto a un impasto di ocra, grasso animale ed erbe aromatiche che  più volte al giorno si cospargono sul corpo, sui capelli, sui succinti abiti,   per proteggersi  dal sole, dal freddo e dagli insetti.

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Non si lavano mai ma si cospargono 2-3 volte al giorno con questo miscuglio e, mensilmente, per eliminare i vari strati, cospargono la pelle con una mistura di ocra e farina di polenta, che funge da “abrasivo” mentre i capelli vengono ripuliti con la cenere.

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Osservo un po’ smarrita il loro villaggio fatto di capanne rudimentali costruite con rami di mopane, fango e fissate con argilla e sterco di animale. All’interno solo qualche coperta e un cono da cui fuoriesce fumo che serve a profumare e tenere lontani gli insetti. Non sono molto convinta del buon esito di questo sistema ma mi è anche difficile spiegare loro i nostri profumatori e umidificatori elettrici. Dunque desisto e continuo a ringraziare per le dettagliate informazioni su come profumare gli abiti e gli ambienti.

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Saluto i miei amici Himba con una stretta di mano. Salgo in macchina ma osservo dal finestrino i tanti bambini che mi rincorrono mandandomi baci e saluti per i regalini che ho portato loro. Mi faccio violenza per non scendere e stare ancora un po’ con loro.

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Riparto alla volta  del lodge Twyfelfontein Country. Sono esausta l’emozionante giornata con gli Himba mi ha sfinita. Dormo sino a mattina.

Quarto giorno

La guida mi consiglia una visita alla Vallata di Twyfelfontein dove si possono ammirare le millenarie incisioni e pitture rupestri che si trovano sulle rocce di arenaria. Questi graffiti sono stati realizzati dai cacciatori predecessori degli attuali San (Boscimani) stabiliti per lunghi periodi in questa valle che offriva loro acqua e una posizione strategica per la caccia. Le incisioni  rappresentano animali: elefanti, antilopi, struzzi, giraffe, rinoceronti, leoni, e tantissimi altri carnivori ed erbivori.

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Tante le ipotesi sul significato di queste immagini: per alcuni avevano una funzione “didattica” (insegnare cioè ai giovani quali specie cacciare), per altri invece si tratta di immagini prodotte durante gli stati di trance degli sciamani. Concludo la mattinata andando a vedere le “canne d’organo”, spettacolari formazioni rocciose createsi in epoca preistorica, e visito la “foresta pietrificata”, 45 km a ovest di Khorixas. È il più vasto accumulo di tronchi fossili dell’Africa meridionale, in ottimo stato di conservazione e dichiarati Monumento Nazionale. Bellissimo paesaggio quasi lunare.

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Insisto per avere nuovamente contatti con la gente del posto e la mia guida mi propone l’incontro con i Damara, etnia che ha la particolarità di parlare con i “click”, suoni emessi schioccando la lingua per comporre le diverse parole.

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Dedico il pomeriggio alla ricerca degli elefanti del deserto seguendo il letto del fiume Aba-Huab. La mia ricerca è premiata ed eccoli lì i maestosi giganti. Che emozione e che voglia di scendere da quell’auto per poterli toccare. Mi sento in trappola nel fuoristrada ma so che sarebbe un vero suicidio. Sono iperprotettivi con i propri cuccioli e caricherebbero immediatamente. Per cui mi limito a osservarli nel più assoluto silenzio. Si muovono lentamente, staccano foglie dagli alberi invitano con la proboscide i piccoli a imitarli.

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La giornata è stata ricca di emozioni. Mi chiedo ogni sera, rintanata nella mia stanza, quali gioie mi riserverà la giornata successiva e ogni volta mi sorprendo a pensare che è stata ancora più bella di quella precedente.

Quinto giorno

Il quinto giorno è fatto di tanti chilometri per raggiungere  Swakopmund  lungo la Skelethon Coast, così chiamata per la grande concentrazione di relitti di navi. Riparto alla volta della Walvis Bay. Luoghi affascinanti dove gli sguardi corrono a destra e a sinistra con una velocità impressionante per paura di perdere qualche scorcio.

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Sesto giorno

È il 31 gennaio e mi accingo a fare un’escursione in barca nella laguna di Walvis Bay per avvistare otarie e cormorani.  Dopo pochi minuti ecco salire a bordo un pellicano. Non pensavo fosse così grande. Gli vengono dati alcuni pesciolini che gradisce e in cambio si fa abbracciare e si mette in posa per qualche foto. Peccato che non mi trovi simpatica tanto che quando mi avvicino mi regala una beccata portentosa. Guardo avvilita lo squarcio nella giacca a vento nuova di zecca che ho comperato per l’occasione. Bene mi dico ho un ricordo del pellicano.

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Mi siedo un po’ stordita dall’evento di poco prima ed ecco che sale direttamente in barca una simpatica otaria che occupa mezza imbarcazione. Puzza in maniera sconvolgente ma poco importa: avrò una giacca bucata e maleodorante. Si siede in braccio in attesa di un pesciolino. Rimango immobile, il peso è notevole, ma per fortuna prima che io stramazzi sul fondo della barca l’otaria decide di ritornare in mare. Tutto intorno fenicotteri, gabbiani e delfini.

NAMIBIA PER UNA VOLTAFinita l’escursione in barca riparto alla volta del deserto del Namib, il cui nome significa “luogo vasto”. Qui la sabbia dal colore molto intenso cede il posto al deserto sassoso e roccioso. Procedendo verso sud arrivo al cartello “Tropico del Capricorno”. Foto di rito  e ammirazione per questa Namibia che offre scenari sempre magnifici.

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Ricordo che un amico che era stato precedentemente in Namibia mi aveva raccontato di aver mangiato la torta di mele più buona in assoluto della sua vita al Solitaire. E dove mi trovo in quel momento? Proprio lì, alla stazione di servizio in mezzo al deserto. Un posto sperduto e nemmeno segnalato sulla carte geografiche. Ordino immediatamente la mia fetta di torta e concordo mentalmente con il mio amico. Deliziosa.

Settimo giorno

È già il settimo giorno di vacanza namibiana e l’intera giornata è dedicata all’escursione all’interno del Namib-Naukluft Park sino a Sossusvlei e Dead Vlei. Chiedo immediatamente dove si trova la famosa duna “45” ed eccola lì, un miracolo della natura. Decido però di scalarne un’altra: la Sossusvlei, posta tra Big Daddy e Big Mama.

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Inizio a salire, il caldo è torrido, insopportabile, sono quasi tentata di rinunciare all’ultima parte. La guida insiste mi dice di resistere che manca poco e che una volta arrivata sarò ripagata dalla fatica. Non credo di farcela, mi siedo in continuazione cerco di respirare lentamente e finalmente eccomi in cima. Ebbene sì, la fatica e le difficoltà sono ripagate dal paesaggio magico che si può ammirare: cinture di dune fra le più alte e spettacolari al mondo caratterizzate da colori intensi che vanno dal rosa all’arancione. Non mi perdo l’occasione di scendere la duna rotolando direttamente sino ai piedi. Bellissimo e divertentissimo a parte i chili di sabbia ingoiati.

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Poco lontano la Dead Vlei, una depressione calcarea dove si trovano tronchi di alberi secchi con più di 700 anni di storia. Uno scenario incantato e sospeso nel tempo.

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Il  pomeriggio è dedicato al canyon di Sesriem, formato dal fiume Tsauchab, che ha scavato una gola profonda 30 metri.

Ottavo giorno

La mia passione per gli animali è ormai risaputa e la mia guida ha dovuto molto spesso frenare i miei entusiasmi per evitarmi situazioni drammatiche. Ma decide di farmi un regalo. Chiama un amico proprietario dell’Hammerstein Lodge, che ha allevato alcuni animali feriti o orfani e quindi non più in grado di procurarsi il cibo in regime di libertà. Ci invita ad andare a trovarlo. Una volta giunti sul posto,  davanti a me un leopardo magnifico con due enormi occhi e di un’eleganza impressionante. Ed ecco che spunta un caracal. Un grosso gattone con orecchie a punta così tenero che mi spinge ad avvicinarmi. Lancia un soffio e mi mostra i denti. Fuggo.

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Mi chiedono se mi piacerebbe stare a stretto contatto con due ghepardi. Ma che domande? Certo che sì!.

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Mi portano così da Oscar e Wilde, due spettacolari esemplari di ghepardo ai quali mi avvicino lentamente in assoluto silenzio prima di accarezzarli. Che emozione… fanno le fusa… Prendo coraggio e le carezze si trasformano in abbracci e baci. Loro ricambiano leccandomi (non nascondo che per un attimo mi è frullato per la testa il pensiero che mi stessero “assaggiando”!).  Il mio viaggio non poteva finire meglio. Con un bacio a un ghepardo. Lascio il cuore in questa terra ma sono certa che mi rivedrà, non so come non so quando ma mi rivedrà.

 

Ecco alcuni indirizzi a cui mi sono rivolta per organizzare il viaggio:

Per la guida italiana con fuoristrada

Ho contattato dall’Italia i gestori della HB SAFARIS – FRANZ ST. 2 – WINDHOEK NAMIBIA – P.O BOX 22742 – TEL. 00264 61 215558 – Email: info@hbsafaris.com – Skype: Hbsafaris due italiani che hanno deciso di vivere in Namibia.

Voli: Prenotati online su E.DREAM

DOVE ALLOGGIARE

Lodge Mokuti a 2 Km dall’ingresso del parco Ethosha – Lodge Farm 941, kleibegin C38 Parco Ethosha
Le mirage desert Lodge & Spa – C27 SESRIEM – NAMIB DESERT NAMIBIA Tel. +264 (0)63683019 – info@mirage-lodge.com – www.mirage-lodge.com

DOVE MANGIARE

I pasti li ho consumati nei vari lodge dove ho alloggiato a parte una cena a Walvis Bay  che ho scelto di cenare in un caratteristico ristorante raggiungibile con una passatoia di legno il: The Raft The Esplanade The Lagoon, Walvis Bay WB1, Namibia Tel. +264 64 204 877.

QUANDO ANDARE: il periodo migliore è il loro inverno, da giugno ad agosto: è secco e soleggiato.

COSTI: Per i voli ho speso circa 1.300,00 euro a cui vanno aggiunti i pernottamenti, i pasti, gli ingressi nei parchi, l’auto, l’organizzazione e le altre attività che ho scelto di fare come il quad nel deserto il tutto intorno ai 2.000,00 euro.

ECCO LA MIA TOP TEN:

KENYA – Il “Mal d’Africa” è qui che ci si può ammalare. Il posto ideale dove fare un safari e guardare negli occhi una furbissima scimmietta.

KENYA

ZANZIBAR – La natura in questo luogo ha la meglio e lo dimostrano le foreste, il mare, il clima caldo tutto l’anno e l’odore pungente delle spezie. E’ il posto dove giocare con gigantesche tartarughe centenarie.

ZANZIBAR

MAROCCO – Un paese ricco di cultura vi avvolgerà insieme a paesaggi a dir poco incantevoli. Le montagne si sposano con le coste atlantiche dando vita a scenari paradisiaci. Il deserto con le sue dune da attraversare a dorso di un cammello.

MAROCCO

MYANMAR – Il luogo magico dove la spiritualità si respira ovunque. Il paese dello scintillio dove il tempo si è fermato e la gente sorride. Dove ancora oggi sopravvivono tradizioni millenarie come quelle delle donne giraffa.

Birmania

NORDKAPP – Il sole di mezzanotte è talmente emozionante che nulla più avrà importanza in quel momento.

NORDKAPP

CUBA – Sole, mare cristallino, spiagge e …….i cubani, gente che nasce con la salsa nel sangue e tanta voglia di divertirsi.

CUBA

GIAPPONE – Affascinante e così lontano da noi questo paese va scoperto per la sua cultura millenaria e le sue tradizioni come ad esempio la vestizione del kimono.

GIAPPONE

MINORCA – Natura intatta, mare di un blu cobalto, spiagge che sembrano borotalco e relax assoluto. Questo è ciò che regala Minorca.

MINORCA

MOSCA – Una città che colpisce immediatamente con i suoi edifici imponenti e dove l’architettura russa non può lasciare indifferenti.

MOSCA