Weekend in Arte

“Henri Cartier Bresson Fotografo”, 140 scatti alla Mole di Ancona

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Per me, la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell’intuito e della spontaneità, il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo. Per “dare un senso” al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino. Tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale, sensibilità e un senso della geometria. Solo tramite un utilizzo minimale dei mezzi si può arrivare alla semplicità di espressione”.

Così la pensava Henri Cartier Bresson, uno dei più grandi maestri della fotografica del Novecento a cui è dedicata la mostra “Henri Cartier Bresson Fotografo”, allestita alla Mole Vanvitelliana di Ancora, che rimarrà aperta fino al 17 giugno.

Promossa dal Comune di Ancona e organizzata da Civita Mostre, in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier Bresson e Magnum Photos Parigi, espone al pubblico 140 scatti per scoprire il carico di ricchezza di ogni immagine scattata dal grande fotografo, testimonianze di un uomo consapevole, dal lucido pensiero verso la realtà storica e sociologica del suo tempo.

“Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge. In quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale, sosteneva Cartier Bresson, che affermava anche di “non capire nulla di fotografia” in un mondo che, invece, ha elevato quest’arte a strumento dell’illusione per eccellenza. Per questo egli non torna mai a inquadrare le sue foto, non opera alcuna scelta, le accetta o le scarta e, soprattutto, le lascia sviluppare ad altri per non apportare nessun miglioramento al negativo. Lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel “qui e ora”, nella risposta immediata del soggetto.

Una vita per la fotografia

Tuttavia, la carriera di Cartier Bresson va di pari passo con la sua vita privata. In particolare, sono due gli episodi che segnano il suo percorso. Nel 1946, il MOMA di New York, credendolo morto in guerra, vuole dedicargli una mostra postuma. Quando il fotografo li contatta per chiarire la situazione e dichiarare la sua esistenza in vita, con molta ironia dedica poi più di un anno per preparare l’esposizione, che sarà poi inaugurata nel 1947. Nello stesso anno, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Semour e William Vandivert fonda la famosa agenzia Magnum Photos, che lo renderà immortale e capace di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna, influenzando intere generazioni di fotografi.

La mostra è una selezione curata in origine dall’amico ed editore di Cartier Bresson, Robert Delpire, scomparso l’anno scorso, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier Bresson, istituita nel 2003 dalla moglie Martine Franck e dalla figlia Mélanie con lo scopo di raccogliere le sue opere e la creazione di spazi espositivi aperti agli altri artisti.

L’allestimento della mostra è invece curato da Denis Curti e Andrea Holzherr per conto di Magnum Photos con l’obiettivo di far conoscere e comprendere il modus operandi di Cartier Bresson, la sua ricerca del contatto con gli altri, nei luoghi e nelle situazioni più diverse, alla ricerca della sorpresa che rompe le nostre abitudini, la meraviglia che libererà le nostre menti grazie alla fotocamera che ci aiuta a essere pronti a coglierne ed immortalarne il contenuto.

INFO

Henri Cartier Bresson Fotografo

c/o Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni Da Chio, Ancona

Orari: fino al 17 giugno,  mar-dom 10-19

Biglietti: intero € 9, ridotto € 8, ridotto speciale €3, minori di 6 anni gratis.

www.cartierbressonancona.it