Post-it di un viaggio

Quelle piattaforme in mezzo al mare, perché non farle diventare hotel?

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QUELLE PIATTAFORME IN MEZZO AL MARE, PERCHÉ NON FARLE DIVENTARE HOTEL?

Sono lì in mezzo al mare, danno fastidio a chi le vede perché così sono veramente brutte, danno fastidio alle compagnie petrolifere perché la maggioranza non producono più petrolio e gas… Sono inutili e non pagano neppure l’IMU, perché pare che per il governo è come se non esistessero.

Ma esistono e le compagnie non vogliono accollarsi il costo dello smantellamento. E quindi restano lì in mezzo al mare. Ma allora perché non farne una sorta di hotel da cui potersi tuffare nell’acqua pulita, lontana dagli scarichi, dove fare corsi di diving, dove andare per un weekend romantico con le stelle brillanti senza inquinamento luminoso? Potrebbero essere delle delle dependance di grandi hotel della costa, dove si portano i clienti che, lontano dalla confusione, vogliono star tranquilli, oppure le aziende potrebbero portarci i loro staff per dei corsi motivazionali…

Diventerebbero hotel esclusivi ed ecologici. Dopo essere stati evenutali pericolose fonte di inquinamento.

E pagherebbero l’IMU.

SPIDER, UN RAGNO CHE REGALA VIBRAZIONI ED IL VENTO NEI CAPELLI

Dopo le cabrio non potevamo non occuparci delle spider. Chi lo dice al femminile, la spider, e chi al maschile, lo spider. Ma resta il fatto che il nome deriva dal ragno, poichè quando è nato lo ricordava proprio con le sue alte ruote scoperte come zampe, e qualche inglese burlone glielo appioppò. E così è rimasto. D’altra parte ancora adesso gli inglesi sono fra quelli che le usano di più, strano per un paese dove piove spesso e il sole si fa vedere poco. Invece noi la tiriamo fuori dal garage solo d’estate per andare al mare a Ferragosto. O quasi. Ora invece con le capote a tenuta stagna potremmo anche noi usarle tutto l’anno.

Certo non sono più un ragazzo, già da tanto tempo, e quindi quando ho dovuto provare i nuovi modelli, fra cui Mazda MX-5 e 124 Fiat e Abarth, mi sono infastidito per non avere più l’agilità di una volta, dicendomi che queste auto sono belle ma decisamente scomode. Dovevo infilarmi lì, in basso con il sedere che quasi tocca terra…e l’ho fatto, ma dopo qualche centinaio di metri già avevo ritrovato la mia posizione (ricordo della Giulietta Spider avuta in gioventù?), le gambe si erano distese da sole al punto giusto e la leva del cambio manuale a innesto diretto già mi dava soddisfazione come se fosse il prolungamento del mio braccio che entrava nella trasmissione. E dopo un chilomentro, qualche curva, qualche rapida cambiata, qualche accelerata, è tornata quella vibrazione che ti fa sentire tutt’uno con il motore, con la strada, con il viaggio e con il vento…
Come vorrei avere accanto a me quella mia cara amica Carla, per farle sentire quel vento nei capelli che tanto le piacerebbe ritrovare.

RICETTE DI VIAGGIO CHE RACCONTANO LA STORIA

Ormai siamo invasi da ricette, da chef stellati o autoreferenzianti, con ricette fatte con azoto e alghe giapponesi, ecco perchè abbiamo sentito il bisogno di andare a raccogliere delle ricette della tradizione, quelle che resistono da secoli. E se resistono ci sarà una ragione, no? E poi ci piacciono quelle ricette che sono il prodotto della storia della nostra gente. Come la amatriciana dei pastori d’Abruzzo ( anche se dal 1927 Amatrice è nel Lazio), la pizza che proviene da quello che era lo street food napoletano o il pesto dei genovesi che usavano ingredienti economicissimi come il basilico, i pinoli che cadevano dai tanti pini e il pecorino dei pastori dell’entroterra. Noi le abbiamo raccolte per voi nei nostri viaggi, nei nostri weekend. E continueremo a farlo. Sono più buone le ricette che raccontano una storia, che a volte sono la storia.

IL VIAGGIATORE AMA TUTTO IL MONDO

Il turista vuole solo le mete  belle e comode.

Il viaggiatore ama tutto il mondo, anche i paesi scomodi, si interessa di tutti i posti, di tutti i popoli.

Il viaggiatore soffre per ogni alluvione e per ogni bomba, sia che scoppi a Parigi che in Siria, sia a Bruxelles che a Palmira o sugli ospedali della Siria o del Pakistan.

Il viaggiatore ama tutti i popoli, quelli della Svezia e quelli dell’Africa Nera.

Il viaggiatore ama tutta la TERRA.

Il viaggiatore che va in Africa e, con un fucile tipo bazooka, ammazza un elefante non è un viaggiatore, è uno stronzo.

IN CABRIO, DAL MARE AI BORGHI D’ARTISTI E DI STREGHE

In alcuni casi è proprio un bel lavoro quello del giornalista (non quello dell’editore), e questo è uno dei quei casi: prendere una cabrio e partire. Se poi ha il cambio manuale ancora meglio, perché ti fa assaporare lontane libidini, quando cambiare marcia al momento giusto ti faceva sentire Senna.

E la Liguria ha le strade per riprovare quella soddisfazione, che ti faceva sentire quasi a cavallo dell’auto, un tutt’uno. Piccole spiagge, grandi alberghi, profumo di pini e di basilico, tanto traffico che però ti permette di guardarti intorno, di ammirare i panorami… una prima tappa è a Borgo Cervo, già uno dei più belli d’Italia e quasi vincitore come Borgo dei Borghi 2016, se non fosse stato per un’irregolarità nella votazione telefonica.

Ma è soltanto il primo, poi via dalla pazza folla per raggiungere quello di Bussana Vecchia, appena sopra Sanremo, con i suoi artisti che lo hanno fatto resuscitare dal lontano oblio dopo un terremoto. Piazzette, vicoli e carrugi, una chiesa diroccata e suggestiva, un’atmosfera hippie amichevole e calda, vale la pena venirci. Ma ci aspetta anche Triora a quasi 800 metri, dove si parla di streghe e si vedono gufi e befane, che forse avevano la colpa di curarsi con le erbe del bosco. Oggi aprirebbero profittevoli negozi di erboristeria e sarebbero vegane.

QUANDO L’ERBA È DAVVERO GREEN

Che bello un campo di calcio con pecorelle che brucano. È così ecologico. Anzi davvero green. Anzi sostenibile. Invece è insostenibile un campo di calcio quando i tifosi sono violenti e alcuni calciatori sono soltanto pacchi di muscoli cretini. Meglio con quell’erba far felici delle pecore che infelici dei tifosi.

QUEI GRAFFITI COLOR SANGUE

Su quel muro fra la stazione di Greco e di Sesto San Giovanni, c’è un graffito appena cominciato…non voglio vederlo, non voglio sapere cosa sia…perché in quei colori c’è del sangue, il sangue di due ragazzi, uno morto e l’altro ferito…ci sono lacrime di sangue che si confondono con il rosso delle bombolette… Che atrocità, che ingiustizia…questi ragazzi che vogliono abbellire i nostri muri sporchi e tristi, che rinunciano alle loro birre per comprarsi bombolette di colore e poi un mostro sulle ruote ferrate li scaglia contro quel muro su cui loro volevano anche urlare la loro voglia di dire qualcosa, la loro solitudine, la voglia di fare, la voglia di esistere, di essere qualcuno… e lo gridano sui muri, con le loro urla di colore, talvolta anche con il loro sangue e la loro vita.

IO CASERTANO URLO FUORI GLI IGNORANTI DALLA NOSTRA REGGIA

“Di questa “bellezza” che il mondo ci invidia, tanto da eleggerla come uno dei più preziosi siti Unesco… trascorrere qui un weekend è sempre una gioia per gli occhi e per il  gusto. Ma come potrebbe essere meglio, se ci fosse più amore e più orgoglio !?”

E’ l’inizio di un mio articolo  apparso nel numero 5 di WEEKEND IN auto, nel  2014. Ora torna d’attualità dopo che il nuovo direttore Mauro  Feliconi è stato contestato dai sindacati perchè lavora troppo, invece di essere applaudito ed osannato. Il nuovo direttore è un BOLOGNESE. Noi chiedevamo ai casertani più amore e più orgoglio per la propria città ed invece contestano chi quell’amore e quell’orgoglio lo vuol dare anche non essendo casertano. Ma i  CASERTANI  cosa aspettano a contestare loro quelli che frenano questo rinnovamento, questa voglia di fare e non di restare…indietro?

Un weekend a Caserta val sempre la pena di farlo, ma sarebbe meglio senza certo tipo di gente ignorante e menefreghista che l’ha occupata come BARBARI in nome del clientelismo e della voglia di far niente. Come diceva Gesù FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO, ora i CASERTANI che amano la propria città devono urlare FUORI GLI IGNORANTI DALLA REGGIA!

A seguire trovate  quel pezzo del 2014, ma  nel portale, nella sezione  WEEKEND IN ITALY,  potrete anche  trovare  per intero  quel servizio ….dimenticavo di dirvi che il sottoscritto è nato a Caserta e ama quella Reggia.
Dal n. 5 del 2014 di WEEKEND IN auto:
“Come una bella donna, che ci tiene alla propria bellezza, ora la Reggia si rifà il trucco… Anche la grande piazza  antistante racchiusa dalle due grandi braccia di quelle che erano le scuderie ha una propria bellezza. Quante volte siamo venuti, e tutte le volte è sempre una grande emozione. Ma stavolta ci siamo addentrati anche negli uffici di chi sovrintende per chiedere informazioni più approfondite ed anche gli uffici sono in grandi saloni, in cui gli impiegati sembrano perdersi in così tanto spazio. E ci sembrano davvero persi in un compito più grande di loro, stanchi di un compito che è diventato un tran tran. Ma dove sono i giovani che studiano belle arti, dove c’è l’orgoglio di vivere in tanta bellezza, l’energia per proteggerla, per urlarla al mondo?
Vediamo gente appassita e la vita e la vitalità sono appassite con loro. C’è il dubbio che qualcuno sia rimasto dal tempo dei Borboni, perso in questi corridoi. Occupando posti dei giovani che in quei corridoi galopperebbero.

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Le cascate nel giardino della Reggia di Caserta

Riscendiamo per andare a visitare il magnifico parco, che si estende per oltre tre chilometri, un pulmino ci porta fin sotto la fontana di Diana, dove lo sfortunato Atteone, tramutato  in cervo, viene sbranato dai propri cani per aver visto nuda la dea della caccia. Sfortunato Atteone, oggi se la sarebbe cavata con uno scappellotto. Ma che bella questa fontana! Pensate, quest’acqua che sembra sgorgare da una sorgente, in realtà è stata portata qui dal monte Taburno, nell’avellinese, con un gigantesco acquedotto che ha superato la valle di Maddaloni con quattro arcate, imitando gli ingegneri romani.

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Reggia di Caserta – Il Giardino inglese – particolare statua

Ora non bisogna perdersi la visita al Giardino inglese, chiamato così perchè fu  il paesaggista  e botanico inglese Andrew Graefer che lo progettò e realizzò, superando la tradizione del giardino all’italiana… in questi 24  ettari ci sono piante di tutto il mondo e intorno a loro si è creato il loro ambiengte naturale. Qui si trovano angoli suggestivi, ciascuno diverso dagli altri, ci si potrebbe stare per ore senza annoiarsi…
Eppure quando alle 12 in punto parte il giro, la persona che ci deve guidare parte a passo svelto buttando lì soltanto qualche parola, indicando angoli bellissimi e scatta in avanti. Quando gli facciamo notare che ci sono turisti stranieri cui bisognerebbe dire qualcosa almeno in inglese, per far capire loro qualcosa, ci dice che lui non è una guida ma è solo un accompagnatore. Ma come, vengono chissà da dove a vedere un nostro monumento e noi li trattiamo così? Invece di un giovane che  parla anche inglese ed è orgoglioso della propria città e di questa  Reggia, paghiamo un accompagnatore che corre e lascia tutti indietro così semmai va subito a mangiare, o finisce il suo turno? Conclusione: abbiamo visto e sentito poco. Un giovane fotografo non riesce a fare il suo lavoro, forse non riesce a mandare un bel servizio ad un giornale…
Nel  falso criptoportico c’erano vere statue e bassorilievi portati da Pompei ma non ci si può fermare ad ammirarli, l’accompagnatore corre come un podista in vista del traguardo. E i turisti stranieri non capiscono una parola.
E’ ovvio che tutto resta molto bello, ma è come vedere un bel piatto e non poterlo mangiare, non poterlo gustare.
La visita è finita e il comodo pulmino , con autista molto gentile, ci riporta al palazzo… Ci avviamo da soli, saliamo il bellissimo scalone, apparso in tanti film, che ci porta agli appartamenti reali e iniziamo la visita. Che dire? E’ tutto stupendo. Ma quando chiediamo ad uno dei guardiani quale fosse la l’opera più importante in quella sala, ci ha risposto “tutte e nessuna”: Ma dove sono i competenti in questa meravigliosa Reggia? Dove sono i giovani che studiano arte, che studiano le lingue, che sanno parlar d’arte?
Arrivare al Presepe settecentesco è un colpo al cuore. E’ bellissimo, ci si può passare un giorno a rimirare  quei pastori.

Reggia di Caserta - Il giardino Inglese
Reggia di Caserta – Il giardino Inglese

Riscendiamo dallo scalone, e rivediamo il souk dei venditori di guide e cartoline. Che spettacolo! Libri appoggiati alle colonne, o stesi per terra. Ma non è meglio dar loro una vetrina? Qualcosa di decente dove esporre la loro merce, che pure è utile.
Parliamo con dei casertani, e scoprimao che il parco è meraviglioso  nella parte centrale, ma è tralasciato, abbandonato nelle parti laterali. E loro sono arrabbiati.
Ma scusate, perchè, un giorno non vi armate di ramazza è andate a pulirlo? … Perchè non si crea un consorzio, un’associazione che combatta per mettere dei giovani alla conservazione e alla rivalutazione di questo tesoro?
Intendiamoci, la Reggia è bellissima e val sempre la pena di vederla. Ma se oggi si fa bella all’esterno, facciamo anche un restauro all’interno, nel personale. Ciao Reggia, sicuramente ci vedremo ancora.”

NAPOLI SALVATA DAI PALLONCINI?

Weekend In Marzo Aprile 2016 anteprima

Quante cose di cui parlare, ma bisogna scegliere e una cosa importante mi è parso di vederla in una piccola notizia.

Una notizia che racconta di palloncini colorati che vogliono dar battaglia al malcostume, al non senso civico, al disprezzo per la propria città e quindi per se stessi. Accade a Napoli dove un gruppo di giovani napoletani, forse velleitariamente, si sono armati di palloncini e sono partiti per ora contro la sosta selvaggia che impera a Napoli.

Si illudono? Pensano che gli altri napoletani vogliano bene a Napoli, tanto da volerla migliore, più pulita, più ordinata?10314633_1139120569431681_5080591534750054101_n

Pensano che i napoletani vogliano essere orgogliosi della loro città non a parole, ma con i fatti? Che vogliano lasciarla più bella e civile ai loro figli?
Forse pensano che i Napoletani vogliono essere orgogliosi di Napoli, come lo sono oggi i Milanesi di Milano?, come lo sono da qualche anno i Salernitani di Salerno ?, come i Salentini del loro Salento?, gli Atresi di Atri, in Abruzzo? Come i Capresi di Capri?

Sono soltanto pochi esempi ma certamente ce ne sono degli altri… L’orgoglio di far parte di un gruppo, di un quartiere, di una città che merita il plauso, l’affetto, il rispetto, l’amore degli altri… ecco qualcosa che aiuta a darsi una risposta: per cosa viviamo? Anche per far parte di qualcosa di bello, per essere parte di una linea e non di esserne soltanto un punto, di far parte di una strada e non esserne solo un ciottolo.
Fare nel proprio piccolo qualcosa per la propria città, migliorandola, facendola più bella, è come parteciparne all’architettura, essere un piccolo architetto.

Noi tutti dovremmo imparare ad essere orgogliosi di quello che facciamo, di dove viviamo…tutti insieme dobbiamo poter dire è anche merito mio. E questi ragazzi napoletani ci provano per Napoli. E Dio voglia che ci riescano, e che quei palloncini arrivino alla sensibilità degli altri napoletani. E, perchè no?, anche degli Italiani per farli diventare orgogliosi della nostra Italia.