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Nel Parco della Val Grande con DS 5

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Weekend in Val Grande – Con l’arrivo della primavera torna la voglia di verde, la voglia dei parchi. Il più selvaggio d’Italia è quello della Val Grande. E per andarci è bello passare per il Lago Maggiore. Ed è giusto arrivarci con la DS 5 Hybrid 4×4, in modalità’ elettrica.

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La voglia è quella di partire, lasciare la città ed andare in cerca di verde. In Italia ci sono tanti parchi, ma ci sollecita di più quello della Val Grande, che oltre ad essere fra i più grandi è anche quello più Wilderness, più selvaggio d’Italia. È effettivamente grande con varie strade per arrivarci, ma noi ci lasciamo tentare dalla bella giornata per scegliere la strada che passa prima dal lago Maggiore. La nostra DS 5 Hybrid 4×4 è comoda e silenziosa e ci permette quando vogliamo di scegliere la modalità ZEV, soltanto elettrica, così nei centri delle città e nei parchi ci sentiamo a nostro agio, non inquinando. Prendiamo l’autostrada A8, e presso Gallarate girare per Gravellona Toce, uscire a Baveno/Stresa, attraversare Feriolo e proseguire fino aVerbania, formata come sapete da Intra e Pallanza, un caffè in un bar in riva al lago e poi ad Intrsa, in via Vittorio Veneto 111, ci lasciamo sedurre da un’altra tappa verde a Villa Taranto.

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Si parcheggia proprio di fronte, accanto al lago, dove c’è anche una fermata del traghetto. Più comodo di così. Ed ecco il primo tuffo nel verde, un verde curato, uno dei più belli Giardini Botanici d’Italia. Ma ora è tempo d’andare, il Parco della Val Grande ci aspetta. Prendiamo la SP60 e cominciamo a salire. La Nostra DS 5 non si scompone, non abbiamo bisogno di usare il 4×4. Dal tetto in cristallo vediamo gli alberi su di noi e questo ci fa assaporare di più questo parco.

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Usiamo la modalità ZEV, cioè solo elettrica per non inquinare e non disturbare la natura. Arrivati a Cossogno, scopriamo che sul torrente S.Bernardino c’è un ardito ponte romano che collega Cossogno a Rovegro. Parcheggiamo la DS 5 e andiamo a cercarlo. Il sentiero è segnato e curato, qui non c’è pericolo di perdersi. Ad alcuni più spericolati è capitato di non ritrovarla. Ricordiamo che questo è il Parco più selvaggio d’Italia.


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Eccolo. Ci stupisce, a cavallo di questo orrido chiamato curiosamente “Paradiso dei cani”. Le acque di questo torrente, che quando è in piena può diventare pericoloso, hanno dei colori stupendi. Abbiamo fatto bene a venire. Ci dispiace vedere delle tubature di plastica che emergono dal terreno, come delle offese a questa natura. Scopriamo anche che il ponte non è romano: è stato rifatto nel 1773. Ma forse un giorno lontano i romani lo avevano fatto davvero. Oltre il ponte, ci accoglie una chiesetta. Non riusciamo a vedere animali, ma siamo sicuri che ci sono. Di solito è più facile incontrali di notte. Ma sarà per un’altra volta.

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Dopo esserci fermati a mangiare, nell’antica Osteria, a Cossogno, discendiamo verso il lago. Qui all’imbarcadero viene la tentazione caricare la DS 5 sul traghetto per Laveno, e arrivare sulla sponda lombarda. Sarebbe bello, ma poi propendiamo per il ritorno via terra.

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