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Mazda 3 2019: piani di Bobbio in ibrida

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Mazda 3 2019 – Alla realese non ci credevamo, era tantissimo tempo che un modello non si presentava così simile ad un concept. Il muso lungo, la forma del tre quarti posteriore è quasi del tutto fedele. Quando ce l’hanno consegnata nella sua vernice rossa, brillante (Vernice Soul Red Crystal), opalescente, è stata una piacevole conferma. Esteticamente è inconfondibile, si differenzia, nella sua elegante aggressività. L’assenza di spigoli (molto in voga negli ultimi anni), riflette la luce in modo tale che le forme cambino a seconda della prospettiva.

Il posteriore è alto, in contrapposizione con il muso lungo. Le forme sono scolpite, “tirate”, aerodinamiche, ma esprimono forza e velocità. L’ingombro dei cerchi nei passaruota è perfettamente studiato, i cerchi da diciotto dell’esemplare in prova parlano da soli.
Ci piace più l’anteriore che il posteriore, ma l’uno è nulla senza l’altro. Questo a causa della sua particolarità in relazione all’equilibrio delle forme. Insomma un totale successo. Forse non per tutti alla fine dei conti, ma così ben riuscito (oggi non si premia la personalità purtroppo).

Gli interni sono un’altro punto di forza, sopratutto riguardo i posti anteriori. Appena seduti, la posizione di guida è perfetta. Le regolazioni sono tantissime ed elettriche, ma bastano pochi aggiustamenti per ritrovarsi a proprio agio. E questo è un aspetto molto a cuore ai giapponesi (e ad alcune eccellenze italiane) e rimane un argomento troppo poco trattato.
In questi interni ogni informazione è nel posto giusto, tutto è ergonomico a servizio del guidatore.

A partire dal rotore che controlla lo schermo principale, fino ai controlli del clima. L’infotainment è ridotto all’osso, così come il modo di interagirci. I pulsanti di interazione sono solo quattro, ben posizionati nella consolle centrale, subito sotto il cambio. I sedili sono comodi e ben profilati, con una posizione di guida che strizza molto l’occhio al piacere di guida, con ispirazione sportiva. La corona del volante è stata ingrandita rispetto i passati modelli. E’ questo  l’unico neo in un ambiente assemblato con molta cura del dettaglio, compresa la scelta dei materiali.

Dopo questa positiva premessa partiamo per la prova. Attraversiamo la città e notiamo la silenziosità dell’abitacolo. Se non sentiamo musica dallo spettacolare impianto BOSE, non sentiamo molto altro, se non il suono dell’aspirazione del 2.0 benzina quando acceleriamo. L’isolamento acustico sembra di una categoria superiore. La guida è molto piacevole e anche nel traffico si guida rilassati e fiduciosi.

Lo spirito che esprime questa Mazda 3 ricalca perfettamente le forme esterne. Invoglia alla velocità, alla guida sportiva, ma attraverso un filtro di raffinatezza, che per primo parte dalla configurazione meccanica. Questo tipo di power train è infatti l’unico esempio sul mercato. Il 2.0 benzina skyactive-G Mazda M Hybrid è un aspirato ibrido benzina che non solo sfrutta la potenza extra del motore elettrico (di 7,5 Cv), ma riesce a sfruttare il funzionamento di un diesel per generare lo scoppio. In parole povere i consumi sono molto ridotti, senza tralasciare la potenza.

Quindi si guida bene. In autostrada è silenziosa e offre molti aiuti moderni alla guida, anche se alcuni non sono ancora stati sviluppati al massimo. Arriviamo a Barzio, per poi andare ai piani di Bobbio tramite la seggiovia. Un posto molto suggestivo e particolare, un grande spazio aperto in quota, dove si possono fare passeggiate, c’è un rifugio ecc.

Nella guida tra le curve l’assetto funziona molto bene, non troppo rigido ne il contrario. Lo sterzo è sincero, il cambio è spettacolare (da giapponese verace). L’handling è divertente, spinge a dare di più. Il grip è molto buono e colpisce proprio il rapporto e l’enorme sincronia tra i componenti. La rosposta del motore è lineare e morbida, da il meglio ai medi regimi (proprio come un diesel), ma ha una buona risposta al pedale, senza particolari ritardi.

piani di Bobbio (ogni diritto della foto è di chiunque ne sia proprietario)

Ai piani di Bobbio c’è un rifugio nel quale abbiamo mangiato abbastanza bene. Per alloggiare niente di che nei dintorni, consigliamo una visita in giornata.