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Gli 11 luoghi del cuore dei milanesi

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Come dice un detto popolare milanese, Milan l’è on gran Milan!

Milano è una città meravigliosamente controversa. Mantiene da sempre un rapporto di amore odio con i propri abitanti. La freneticità la rende qualche volta insostenibile, ma la verità è che, per tutti noi in fondo, separarsene sembra quasi impossibile.

Il Corriere della Sera ha deciso di lanciare un sondaggio che sicuramente è stato molto gradito, a giudicare dai votanti, a tutti i Milanesi doc e non.

Il Sondaggio vuole individuare il luogo del cuore per eccellenza dei milanesi. Sono stati selezionati 11 luoghi importanti e suggestivi della città e ognuno è stato chiamato a votare il proprio preferito.

I “Magnifici 11” sono: l’immancabile Duomo di Milano, il Vicolo dei Lavandai sui navigli, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, il Castello Sforzesco, via Brera, la Basilica di Sant’Ambrogio, piazza Gae Aulenti, Villa Necchi Campiglio, la Darsena, i Giardini della Guastalla e il Ponte delle Sirenette.

A trionfare, in testa al sondaggio, un po’ a sorpresa, è stato il suggestivo Vicolo Dei Lavandai, che prende il nome da un lavatoio degli anni Cinquanta. A sorpresa perchè ha preceduto l’apparentemente intoccabile e intaccabile Duomo di Milano. Infatti, su 4mila lettori il 22,6% ha incoronato primo nella speciale classifica dei preferiti proprio lo scorcio sul Naviglio Grande.

vicolo dei lavandai

In un anfratto del Naviglio Grande lo storico vicolo, recentemente restaurato, mantiene ancora intatta una centrifuga del primo ‘900 ed è archeologia di una vecchia Milano sconosciuta a molti dei suoi stessi abitanti. Prende il nome da un lavatoio che fino alla fine degli anni ’50 era usato dalle donne per lavare indumenti e biancheria. Il vicolo dei lavandai è un luogo incantevole dove con la fantasia si può tornare indietro nel tempo e immaginare i lavoratori dalle schiene curve a lavare i panni immersi nel ruscello. Oggi i locali della vecchia drogheria che vendeva sapone, candeggina e spazzole alle donne impegnate al lavatoio, ospitano il ristorante El Brellin che, con i camini e i soffitti a cassettoni, ha mantenuto intatta l´atmosfera del luogo. Il vicolo è dedicato ai lavandai e non alle lavandaie, perché nell’Ottocento ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini, organizzati in una vera e propria associazione. La confraternita dei Lavandai di Milano risale al 1700. Sant’Antonio da Padova è il loro protettore e a lui è dedicato un altare nella chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, ubicata a 100 metri circa dal Vicolo dei Lavandai, lungo l’Alzaia Naviglio Grande. Il ruscelletto (el fossett, in dialetto milanese) è alimentato dalle acque del Naviglio Grande. Un tempo le lavandaie stavano inginocchiate sul “brellin” di legno, strofinando i panni sugli stalli di pietra ancora visibili nel vicolo. Il materiale, detersivo usato dalle lavandaie, era costituito dal cosiddetto “palton”, una paste semidensa a base di cenere, sapone e soda.

piazza Duomo, si deve quindi “accontentare della seconda posizione con il 18,9% delle preferenze. Il cuore per eccellenza di Milano sembrava avviata ad una vittoria senza storie, ma così non è stato. Ma questo non sminuisce assolutamente la bellezza, il fascino e l’amore per questo luogo storico, magico e amatissimo dai milanesi e non solo. Teatro di selfie, baci, appuntamenti e incontri fortuiti. E uno dei primi osservatori panoramici, quando non esistevano i grattacieli: dall’alto delle sue terrazze, nei giorni di cielo limpido, si gode una vista a 360 gradi sulla città. In lontananza, le catene montuose che incorniciano l’orizzonte: una veduta che, al tramonto, si fa ancora più emozionante. Romantica e struggente.

piazza duomo

 

A completare il podio, in terza posizione – risultato, anche questo, per nulla scontato – Santa Maria delle Grazie: la chiesa gotico-rinascimentale, con il 12,2% dei consensi, supera Sant’Ambrogio, in settima posizione (6,2%). Probabile che, a fare la differenza, sia stata la presenza di un capolavoro assoluto come «Il cenacolo» di Leonardo da Vinci: il secondo sito italiano, dopo le pitture rupestri della Valcamonica, a essere inserito nel patrimonio mondiale dell’Unesco.

 

Doppiata di un punto, la basilica che custodisce le spoglie del santo protettore di Milano, da piazza Gae Aulenti (6,3%). Quarto il Castello Sforzesco (7,6%), seguito da via Brera (7,1%) e villa Necchi Campiglio (5,6%). In coda la Darsena (5,2%), riqualificata per Expo 2015 con la pedonalizzazione di piazza XXIV Maggio e l’apertura del mercato metropolitano. Agli ultimi posti, infine, i giardini della Guastalla (4,9%) e il ponte delle Sirenette (3,3%).