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Il libro. In “Misteri e Manicaretti”, Pellegrino Artusi diventa detective

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Il 2020 è l’anno di Pellegrino Artusi, il celebre letterato e gastronomo nato a Forlimpopoli, il 4 agosto 1820, autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, che raccoglie 790 ricette numerate e commentate dalla verve del suo autore e che si conferma come il libro di cucina più letto al mondo, con all’attivo 31 edizioni.

L’Artusi, tuttavia, è fonte di ispirazione non solo per cuochi e appassionati della cucina della tradizione, ma anche per gli scrittori, come i 21 autori del volume “Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi” (Edizioni del Loggione 2018, 192 pag, € 9, anche in ebook), che lo hanno immaginato addirittura nelle vesti di detective.

Un libro piacevolissimo, che mette d’accordo gli amanti della buona cucina con quelli del giallo. I racconti, scritti dagli ex allievi della scuola di scrittura “Bottega Finzioni” fondata da Carlo Lucarelli, sono quindici, tutti di genere giallo, e vedono protagonista proprio Pellegrino Artusi, nei panni inediti di un novello Sherlock Holmes. Al suo fianco, la fedele Marietta Sabatini, che lo aiuterà a risolvere i diversi casi tra omicidi, misteri e tradimenti.

Sullo sfondo, l’Italia nel periodo che va dal 1838 al 1906, che fa da sfondo ai racconti, che sono ambientati in diverse città, a partire da Forlimpopoli, che ha dato i natali all’Artusi, ma anche Bologna e l’Osteria Tre Re, oppure il Biscottificio Mattei di Prato. Non solo “Brividi a cena”, dal nome della collana che comprende il libro, ma anche tradizioni in cucina.

Ogni racconto, infatti, è affiancato da una ricetta artusiana, numerata secondo l’ordine che ne ha dato lo stesso Artusi nella sua “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ed è corredata da un approfondimento su come il famoso gastronomo l’ha scoperta, assaggiata e inclusa nel suo ricettario.

Scrive Carlo Lucarelli nella prefazione: “Noi italiani quando si tratta di cucina non amiamo scherzare. Se poi sui fornelli c’è un piatto che preparava nostra nonna o nostra madre, qualcosa con cui siamo cresciuti, allora la questione diventa davvero seria. Non stupisce quindi che “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi sia molto di più di un libro di ricette. Pellegrino Artusi è stato un intellettuale, un filosofo della cucina, un narratore. Il suo nome risuona da più di un secolo nelle cucine italiane.

Attraverso le 790 ricette che appaiono ne “La scienza in cucina”, Artusi ha raccontato l’evolversi del giovane Regno d’Italia, le usanze e i valori di quell’epoca. Le storie sono tra le più varie: ci sono banchetti in cui ogni portata era a base d’oca, epidemie di colera, incroci con personaggi storici come l’anarchico Felice Orsini o Antonio Mattei, l’inventore dei cantucci di Prato, e colpi di mattarello dati su grosse pance che stanno per scoppiare. Insomma, un vero e proprio mondo narrativo.

Come in ogni buona ricetta, il piatto finale è più della somma dei singoli ingredienti, e così i gialli che leggerete nelle prossime pagine hanno un duplice merito: quello di liberare Pellegrino Artusi dagli scaffali delle cucine di tutta Italia e farlo diventare un personaggio delle sue storie, vivo e memorabile; e quello di ricordarci che la tradizione culinaria italiana è sconfinata, deliziosa, e piena di ricordi”.

A noi non resta quindi che augurarvi “Buona lettura”, certi che un buon giallo, alla fine, vi farà venire anche un certo appetito.

INFO: Potete acquistare il volume sui siti dell’editore www.loggione.it e www.kebook.it nei principali bookstore on line e librerie.