Per una volta WEEKEND & TRAVEL

I mille volti di Singapore (2° parte)

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Di Manuela Fiorini

Dopo aver visitato la parte più moderne e futuristica di Singapore, in questa seconda parte del nostro viaggio andiamo alla scoperta della sua anima multietnica e di quella “green”. Cominciamo dai quartieri più importanti e suggestivi, dove ho veramente avuto l’impressione di cambiare paese semplicemente salendo e scendendo dalla metropolitana!

Il giro del mondo…in tre quartieri

Una delle prime domande che si deve porre chi arriva a Singapore è: “In quale parte del mondo voglio andare, oggi?”. La seconda è: “A quale fermata della metropolitana devo scendere?”. Sebbene la popolazione di Singapore sia composta al 70% da cinesi, l’atmosfera della Cina vera e propria si respira a Chinatown. A pochi metri dagli imponenti grattacieli del quartiere finanziario, lo scenario cambia di colpo: manager rampanti con valigetta e cellulare camminano a fianco di anziane donne cinesi che tirano i loro carretti, lussuose Mercedes sfilano a fianco di bancarelle che vendono pesce essiccato, tagliolini fritti, bastoncini di incenso e le caratteristiche “banconote dei morti” da offrire al tempio in onore delle anime dei defunti. I negozi di “medicinali” offrono perle sminuzzate, serpenti e radici di ginseng, mentre le caratteristiche lanterne rosse adornano le vie del quartiere.

A Chinatown si possono visitare alcuni splendidi templi buddisti e taoisti. Il più importante è sicuramente Thian Hock Keng, il tempio della “gioia celeste”, dedicato alla Dea del mare, che ha la peculiarità di essere stato costruito senza nemmeno utilizzare un chiodo! Un tempo, l’edificio e i dragoni raffigurati sul tetto a pagoda, erano rivolti verso il mare e proteggevano chi partiva e chi arrivava sull’isola.

Fermatevi anche in una delle numerose case da tè, per rivivere la suggestiva ritualità che accompagna il consumo della bevanda nazionale. Il Tea Chapter di Neil Road, per esempio, propone una varietà di dieci tè cinesi, offerti in minuscole tazzine, da gustare comodamente seduti su morbidi cuscini sparsi sul pavimento di legno.

Se avete imparato a conoscere lo spirito di Singapore, non vi parrà affatto strano, in piena Chinatown, trovare il più antico tempio indù dell’isola, Sri Mariamman. Le dimensioni del tempio non sono particolarmente imponenti, ma ciò che salta immediatamente all’occhio è il ricchissimo fregio, una colorata e sovraffollata piramide di statue di divinità, che sovrasta un rigoglioso giardino.

Forse per par condicio, a pochi isolati di distanza troviamo la Moschea Jamae, dai singolari minareti a forma di pagoda, di chiara influenza cinese.

Da Little India ad Arab Street

Basta attraversare Serangoon Road, invece, per trovarsi nell’atmosfera di New Delhi. Le strade di Little India si colmano di odori speziati, musica e colori, mentre donne, in coloratissimi sari e uomini col turbante sfilano di fronte ai negozi, che espongono stoffe, statue votive e gioielli luccicanti.

Il Kandang Kerbau Market, invece, offre un’ottima occasione per immergersi nella vita locale. Qui si trovano non solo ottimi piatti malesi, indiani e cinesi, ma anche bancarelle che offrono oggettistica esotica di sicura curiosità. Anche Little India brulica di interessanti luoghi di culto e, come ci insegna la filosofia fusion di Singapore, non solo di culto indù.

Appartengono a questa religione il superbo tempio di Sri Sreenivasa Perumal, dedicato alle incarnazioni del dio Shiva e considerato monumento nazionale. Nel tempio si entra solo a piedi scalzi e, ancora una volta, a colpire è la ricchezza del fregio del tetto, dove le statue, coloratissime, sono a grandezza naturale. Rappresentano uomini, dei ed animali, in particolare vacche candide, considerate sacre dalla religione induista.

Assai suggestivo è il tempio buddista di Sakya Muni Buddha Gaya, conosciuto come “Il tempio delle mille luci”, che sorge in Race Corse Road. Appena entrati si viene accolti da una gigantesca statua del Buddha, alta 15 metri, colorata e traslucida, assai diversa dalla statuaria religiosa occidentale.

Dal lato opposto della strada sorge, invece, il Leong San See Temple dallo splendido tetto intagliato dai colori rosso ed oro. I fedeli sono accolti da una statua opulenta di Buddha seduto, conservata in una teca di vetro, realizzata interamente in oro massiccio. L’icona presiede alla parte più interna del tempio, che è dedicato alla dea del perdono Kuan Yin. Questo tempio cinese gode di molta devozione popolare. Infatti, qui si possono trovare un’infinità di targhe votive, lasciate dai fedeli per commemorare i defunti.

Proseguite poi fino a Beach Road, fino ad incontrare Arab Street. Altro quartiere, altra parte di mondo. Lo dimostrano i minareti colorati e le imponenti moschee, tra cui la Moschea del sultano, la più grande dell’isola. Tra botteghe colorate, edifici moreschi e scuole islamiche, si incontrano donne velate dai lineamenti orientali e uomini intenti a fumare il narghilè. Il profumo che si respira è quello di spezie, kebab e falafel. Ancora una volta, si deve fare mente locale per ricordarsi di essere a Singapore!

Una foresta in città

Attenta all’ambiente, Singapore non poteva certo farsi mancare un ambiente naturale incontaminato e rigoglioso. A poca distanza da Orchard Road, la via dello shopping, si estendono gli splendidi Giardini Botanici, un vero e proprio museo di piante tropicali dislocate su 74 ettari tra sentieri, laghetti e ambienti naturali. Da non perdere una sosta nella foresta pluviale e al National Orchid Garden, che ospita più di duemila tipi di orchidee.

Per addentrarsi in una foresta tropicale vera e propria, al centro dell’isola, circondata da negozi e grattacieli, sorge la riserva naturale di Bukit Timah, che conserva la rigogliosa vegetazione tropicale che Singapore possedeva ai tempi dell’arrivo degli inglesi. Nonostante l’ambiente selvaggio, i sentieri sono segnati e potete tranquillamente trascorrere una passeggiata rilassante tra cascate, scimmie, farfalle colorare ed altri piccoli animali.

Il Singapore Zoological Garden, invece, è un esempio di giusta ponderatezza tra rispetto degli animali e attrazione turistica. Tra i visitatori e ippopotami, tigri, leoni e oranghi non ci sono gabbie di ferro, ma barriere naturali, come fiumi, cascate, fossati e rocce, che consentono di osservare gli animali nel loro ambiente naturale.

Da non perdere il Night Safari, un indimenticabile tour che consente di “spiare” gli animali durante le loro attività notturne e di assistere anche a rievocazioni di spettacoli tribali.

Sentosa, un moderno “paese dei Balocchi”

Al largo di Singapore sorge l’isola di Sentosa, un vero e proprio tempio del divertimento. Per raggiungerla si può prendere la teleferica panoramica che, dal distretto finanziario, attraversa tutto il porto e offre una superba vista della città direttamente da cielo. In alternativa, si può raggiungere anche Sentosa in bus o con una monorotaia, che effettua fermate “strategiche” sull’isola.

Per esempio, scendendo a Imbiah Station, si può intraprendere il Nature Walk, un percorso nella “jungla”, tra tempietti e dragoni, che porta a una gigantesca statua del Merlion, replica dell’originale che si trova nel centro di Singapore. Con una scala mobile si può salire fino alla bocca del leone, a 37 metri, da dove ammirare il panorama.

Tra le attrazioni che meritano una visita in questo tempio del divertimento ci sono gli Universal Studios, per vivere l’emozione del cinema, e, sempre se vi piacciono i luoghi alti, la Tiger Sky Tower, che dal suo avveniristico disco rotante, dalla capacità di settanta persone, consente di salire fino a 110 metri per lasciar spaziare la vista dalla Malesia all’Indonesia.

Se amate la natura, e non vi fanno paura gli insetti, il Butterfly Park & Insect Kindom consente di ammirare quindicimila farfalle e altre numerose specie passeggiando in un rigoglioso giardino. L’Underwater World & Water Lagoon, invece, è uno splendido acquario che ospita anche un museo dedicato al mondo marino.

Tra le tantissime attrazioni, e tra sacro e “profano”, potete scegliere anche il divertente Sentosa Luge & Skyride, un percorso in discesa da fare in go kart. Per fortuna, per salire si prende una seggiovia panoramica. Fort Siloso, invece, è un autentico “pezzo di storia”, un forte costruito dagli inglesi nel 1880 e utilizzato fino alla Seconda Guerra Mondiale.

Se scendete alla fermata di Beach Station, invece, potrete raggiungere le spiagge di Sentosa, tra cui Palawan Beach, dove si trovano anche diversi chioschi dove gustare specialità della cucina etnica, Tanjong Beach e Siloso Beach. Le spiagge, le uniche di Singapore, sono artificiali e sono state ricostruite con palme e sabbia sul modello di quelle caraibiche, anche se il mare non è proprio cristallino…

Infine, se visitate Sentosa di sera, godetevi lo spettacolo di “suoni e luci” comodamente seduti nell’anfiteatro all’aperto, tra fontane musicali, giochi di luce, acqua danzante e ologrammi.

Che cosa mangiare a Singapore

Multietnica per natura e cultura, Singapore non ha una vera e propria cucina nazionale. Tuttavia, qui potete trovare davvero tutti i sapori del mondo, dalla cucina europea a quella asiatica, da quella orientale a quella fusion. Il luogo ideale per trovare una varietà di piatti è il Takashimaya Food Village, che si trova al civico 391 di Orchard Road e propone tantissimi piatti tipici delle diverse culture che convivono a Singapore, tra specialità asiatiche, malesi, cinesi, coreane e street food, in un’atmosfera sicuramente suggestiva.

Detto questo ci sono alcuni piatti che a Singapore dovete assolutamente provare. Primo tra tutti il Nasi goreng, piatto simbolo della Malesia, composto da riso, pollo, gamberetti e verdure di vario tipo. Il tutto saltato nel tipico wok che rende le verdure croccanti.

Un altro ottimo piatto unico è l’Hokkien Mee, piatto malesiano a base di spaghetti di riso, uova e gamberi, che nella versione di Singapore prevede anche l’aggiunta di lardo per renderlo più saporito. Sempre tra i primi piatti, il Nasi Lemak è invece a base di riso, che viene cotto con il latte di cocco e accompagnato con pollo al curry e fagioli. Per palati “pionieri”.

Molto diffuso a Singapore è il Chicken Rice, a base di riso e pollo, anche nella versione con granchio piccante, chiamata Chili Crab. Se siete vegetariani, potete invece scegliere il Tauhu Goreng, a base di tofu fritto con cetrioli e germogli di soia e condito con una salsa di arachidi.

Non potete poi non assaggiare i celebri noodles. Nella versione Char Kway Teow vengono saltati nel wok con verdure, carne o pesce, mentre il Mee Soto Ayam, è la versione “in brodo” (di pollo), con verdure, germoglio di soia e peperoncino.

Infine, tra i dolci più gustosi e particolari c’è il Toast Kaya che viene servito spesso a colazione. Si tratta di pane tostato ripieno di uova, zucchero e latte di cocco, da accompagnare a tè o caffè. A fine pasto o a merenda, invece, provate il Gula Melaka, un dessert fresco a base di crema di cocco, latte, mais e cristalli di zucchero di canna.

Se siete arrivati fin qui, spero di avervi incuriosito attraverso il racconto del mio viaggio a Singapore. Naturalmente, ci sono tante altre cose da visitare, perché ogni viaggio è unico, ma lascio a voi il piacere della scoperta di questa meravigliosa e variegare isola, da vedere…Per una volta!

Chi è Manuela Fiorini

È nata a Modena, solo per caso. Con una mamma nata ad Alessandria D’Egitto, sangue italiano, greco-cipriota e britannico, zii in Australia e Canada, si considera cittadina del mondo. È giornalista freelance e scrittrice. Scrive di turismo, enogastronomia, attualità, salute e benessere. Come narratrice ha pubblicato alcuni romanzi e racconti in diverse antologie e riviste e ha ricevuto diversi premi in concorsi letterari nazionali. La sua pagina Facebook è https://www.facebook.com/manuelafioriniauthor/

LA MIA TOP TEN

1.Singapore

2.Bali

Non solo per gli splendidi paesaggi e la natura ancora incontaminata, ma per le tradizioni e il rispetto reciproco per le culture e religioni diverse che convivono su questa splendida isola.

3. Isla do Corvo (Azzorre)

La più piccola delle Azzorre, con appena 430 abitanti, ha origine vulcanica ed è ammantata da una natura “primordiale”, tra sabbie scure, laghi e vulcani. Da vedere “per una volta” prima che il turismo di massa si accorga della sua bellezza.

4. Isla del Coco (Costa Rica)

Questa splendida isola del Pacifico è un vero e proprio santuario della biodiversità. La sua natura incontaminata ha affascinato famosi registi che l’hanno scelta per alcune scene di celebri film come Jurassik Park e I predatori dell’Arca Perduta.

5. Connemara (Irlanda)

Nella penisola situata nella parte più occidentale dell’Irlanda, appartenente alla Contea di Galway si parla ancora il gaelico, mentre i paesaggi ancora selvaggi e incontaminati sono fatti di colline e torbiere, coste frastagliate e minuscoli villaggi dove respirare l’atmosfera dell’Irlanda più vera.

6. Brabant (Paesi Bassi)

Per andare alla scoperta dei paesaggi, delle luci e delle atmosfere che hanno ispirato i capolavori di Vincent Van Gogh, ma anche per immergersi nella cultura e nella storia di una parte d’Europa che ha molto da raccontare.

7. Gallura (Sardegna)

Dove le mille sfumature del mare si sposano con le fioriture di mirto, cisco e corbezzolo in primavera e con le cime dei monti, ma anche con il jet set, la natura e l’archeologia.

8. Ortigia (Sicilia)

La parte più antica di Siracusa è un concentrato di storia. Da qui sono passati greci, romani, bizantini, arabi, ma anche spagnoli e austriaci. Ognuna lasciando testimonianze preziose. Senza dimenticare il mare dalle sfumature smeraldine e un clima piacevole tutto l’anno.

9. Isole Tremiti (FG)

Conosciute come “perle dell’Adriatico”, queste cinque “sorelle” così diverse offrono panorami mozzafiato, un mare cristallino e tradizioni tutte da scoprire e gustare.

10. Maremma Toscana

Sorprende per la varietà del suo territorio che spazia dal mare cristallino e spiagge dorate, a coste scolpite e frastagliate, per poi spaziare da colline ammantate di boschi, zone palustri e terme naturali. Qui si possono vedere le antiche città etrusche di Populonia e Roselle e molte testimonianze romane.