WINE WEEKEND

Consigli per il vostro brindisi

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By Comolli

Le Bottiglie

Le bollicine non bastano mai, per questo le bottiglie che le contengono sono state create in formati per tutte le occasioni:

Il vino che spuma e diventa spumante è un vino-vino, ma si ottiene sempre e si serve sempre con una cura maniacale. Mai conservare una bottiglia sdraiata e alla luce in cucina, uno massimo due anni di tempo per un metodo italiano (Prosecco), ma anche 10 anni per un metodo tradizionale riserva (Franciacorta). Attenti alla data di sboccatura vera! Mai sulla tavola senza un secchiello con ghiaccio a pezzi grandi (mai la granita!) e acqua salata se possibile. Mai stappare con il botto e tappo che vola, mai in un calice esitante, stretto, piccolo, alto. Unico vino per qualunque menù: perfetto, provare per credere.

 

 

Perlage

Lo zucchero 

Le parole legate al vino e alle bollicine sono tante e spesso poco comprensibili per chi si avvicina al mondo dell’enologia. Così quando ci ritroviamo a dover acquistare una bottiglia di prosecco o di spumante ci scontriamo con questo termini che spesso ci lasciano perplessi.

Le denominazioni extra-brut, dry e demi –sec che vengono assegnate a prosecco,champagne e spumante indicano la quantità di zucchero presente nel vino. La Commissione europea ha stilato una tabella all’interno della quale si trovano i valori di riferimento per la classificazione degli spumanti, che devono essere sempre essere riportati in etichetta.

Cominciamo con il Brut Nature, che presenta un residuo di zucchero inferiore o uguale a 3 grammi per litro, per questo viene anche detto Dosage Zéro o Pas Dosé. A questa categoria appartengono gli champagne più secchi, dal sapore deciso.

Extra Brut ha una presenza di zucchero che varia tra i 0 e 6 grammi per litro. In questa fascia rientrano gli spumanti secchi e con una nota di acidità.

Il Brut è la categoria meno zuccherina in cui possiamo ritrovare il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, con meno di 12 grammi di zucchero per litro. Questo tipo di bollicina ha un sapore pieno, leggermente acidulo e lievemente fruttato, adatto per essere consumato a tutto pasto

Extra dry o Extra sec, con il suo residuo zuccherino che varia tra i 12 e i 17 grammi per litro, hanno un sapore più morbido rispetto ai Brut, e anche in questa categoria ritroviamo le famose bollicine venete DOCG.

Alla categoria dei Dry o Sec appartengono le bollicine più dolci prodotte nei vigneti del consorzio di Conegliano Valdobbiadene, con un residuo di zucchero tra i 17 e i 32 grammi per litro. Ancora non abbastanza dolci per accompagnare un dessert, sono vini che ben accompagnano la frutta.

Alla categoria Demisec appartengono già le bollicine da dessert, gli spumanti ideali per accompagnare dolci e biscotti, grazie alla loro concentrazione di zucchero che oscilla tra i 33 e i 50 grammi per litro. Oltre questa concentrazione, gli spumanti vengono semplicemente definiti dolci.

 

foto met.clas. bott cavalletti

Spumante, quale scegliere, secondo  gusto personale

Il vino spumante deve essere fresco, non liquoroso, non ossidato, sempre. È un vino di allegria, felicità, auguri, ma sta sempre più diventando quotidiano, continuo, personale, privato…quindi si sceglie per gusto, per passione. Bisogna assaggiarli tutti per capire e per conoscere. Può esserci una etichetta che soddisfa di più, ma guai essere prevenuti. Per l’extra-dry o il dry o il demi-sec sicuramente è meglio un Prosecco doc, un Cartizze, un Valdobbiadene, quindi un “veneto” dal gusto di vitigno e uva. Per l’amante del gusto dolce sicuramente o Asti o Brachetto d’Acqui, quindi un “piemontese”. Fra il metodo tradizionale italiano, solo Franciacorta, Cruasè, Oltrepò e Trento per un brut. Per un pas-dosè (cioè senza aggiunta di zucchero) molto secco-asciutto prepotente è meglio un Oltrepò e Cruasè, per un extra-brut (cioè con un residuo dolce naturale non superiore a 6 grammi litro) l’ideale  è un Trento per la marcatura di Chardonnay. Per il brut, selezioni, riserve sicuramente la Franciacorta è il meglio-meglio.

Spumanti d’Italia, trendy frendly easy try

I vini spumanti sono usciti fuori dal clichè di vino-festa solo negli ultimi 15 anni, scoprendo un gusto nuovo degli italiani. Fino a 25-30 anni fa le bolle tricolori erano Asti Spumante Dolce e qualche maitre à penser di pregio come Giulio Ferrari, Berlucchi, Nature Antinori, Annamaria Clementi, Bellavista Moretti, Coppo Riserva, Brut Rossi Montelera, Brut Frescobaldi, Brut Ricasoli brut, Mosnel, Pinot di Pinot, La Versa Pinot, Carpenè Malvolti, Zonin Brut, Riccadonna, Brut Lungarotti, Equipe 5, Gran Brut Cavit. Oggi per la tavola, sparito l’anonimo “brut”, si scelgono le “denominazioni”, anche di piccole aziende: La Scolca Gavi, Morgex Blanc de Morgex, Sella&Mosca Torbato, Almerita Sclafani Sicilia, D’Araprì San Severo, Ubaldo Rosi Colonnara, Orsolani Caluso, Caudrina Asti, Girardi Prosecco, Ruggeri Cartizze, Agostinetto  Valdobbiadene, Balter Trento, PojerSandri Trento, Arunda Alto Adige, Ruis de Cardenas Cruasè, Bruno Verdi Cruasè, Monsupello Oltrepò,  Majolini Franciacorta, La Montina Franciacorta, Vezzoli Saten Franciacorta, Vittorio Moretti  Franciacorta

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