di Raffaele d’Argenzio
L’autunno invita al viaggio, poco caldo, poca gente, Non più tanti turisti curiosi, ma viaggiatori interessati.
Dove andare? La scelta è vasta, noi preferiamo andare alla scoperta del vulcano di Roccamonfina, di cui abbiamo già parlato, ma non abbastanza.
Adesso ci attrae per i vini in cui ancora vive la forza del vulcano, anche se è spento da 50.00 anni. Partiamo a bordo di una Ford Kuga ST-Line X ibrida.
LA COMPAGNA DI VIAGGIO
Abbiamo scelto la Ford Kuga Ibrida plug-in da 225 CV, nell’allestimento ST-LINE X, per questo piacevole weekend premium dall’animo green. Questo SUV dalle dimensioni compatte, lungo 4,61 metri, si basa sulla piattaforma globale C2 (utilizzata anche sulla Focus) che permette un’ottima abitabilità interna per 5 persone adulte. L’interno è spazioso, confortevole e soprattutto ben rifinito e super tecnologico. Non mancano comodi rivestimenti in pelle dei sedili, con quelli anteriori regolabili elettricamente in modo da offrire la perfetta posizione di guida. Anche dopo molte ore al volante non si prova particolare stanchezza.
VERSO IL VULCANO: SESSA AURUNCA
Per arrivare a Roccamonfina usciamo dall’A1 a Caianello, poi percorriamo un pezzo di via Appia fino a Sessa Aurunca, l’antica capitale degli Aurunci, popolo italico, che contrastarono con fierezza l’arrivo dei Romani. Si dice che il loro “brutto carattere” resti ancora oggi qui a Sessa Aurunca, per quella lontana parentela.
Eccola Sessa, il cui nome deriverebbe da sedile, per la sua posizione distesa alle falde del vulcano, come ne fosse l’entrata, la porta.
E noi arriviamo proprio di fronte alla Porta, ma siccome è senso unico proseguiamo verso sinistra e ci troviamo di fronte al Castello Ducale (del 963, con rifacimenti successivi), in cui ha sede il comune ma anche il museo archeologico che custodisce anche la statua di Matidia Minore (85-165 circa) cognata dell’imperatore Adriano, la cui statua fu trovata neglin scavi del teatro romano (1° secolo).
Ma un’altra perla di Sessa Aurunca è il duomo del 1100, con pavimento e ambone di grande fattura.
VERSO I VIGNETI con la Kuga a zero emissioni
La visita a Sessa merita davvero di più, ma il vento che rotola dal vulcano ci porta profumi di vigne e mosti. Puntiamo in alto e comincia la salita.
La Kuga plug-in si dimostra docile affrontando le curve, ma non manca la grinta quando si schiaccia l’acceleratore, cosa che rende i sorpassi sicuri. Anche nelle salite più ripide non manca la verve, mentre quando si affrontano le curve con velocità sostenute, l’assetto dell’auto rimane sempre neutro. A proposito di sospensioni, la taratura di queste ultime permette di assorbire anche le asperità più dure del terreno, oppure i dossi cittadini. Nei centri storici dei piccoli borghi, nei parchi e nei vigneti è possibile sfruttare la modalità 100% elettrica che consente di percorrere circa 50 km in modalità a zero emissioni.
VERSO GALLUCCIO
Arrivati a Ponte, una freccia indica Roccamonfina e l’altra Galluccio. Per i castagneti di Roccamonfina è presto, per il cantine di Galluccio è il momento giusto per assistere al miracolo dell’uva che si è appena trasformata in vino.
E qui la Falanghina e l’Aglianico sono regina e re.
Ora quasi si scende, per aggiungere Galluccio, il comune in cui vi sono i vigneti delle maggiori cantine vulcaniche.
A pieno titolo è una delle Città del Vino italiane.
Nella piazza Umberto 1°, bar con tavolini sempre pieni e negozi con le eccellenze locali come taralli, miele, salsicce…
Prima di tuffarci a cercar cantine, cerchiamo anche il bello di Galluccio. E lo troviamo nella Collegiata di Santo Stefano, una chiesa che non ti aspetti quassù. Colleggiata perchè raccoglieva l’insieme, un collegio, dei canonici territorio.
La sua bellezza è nella ricchezza ma principalmente nel soffitto a cassettoni con la grande tela che riproduce la lapidazione di Santo Stefano, opera di Jacopo Cestaro, allievo del Solimena.
Altra bellezza è anche il vicino borgo di Sipicciano. Solo una capatina, anche se merita di più.
LE CANTINE
Una importante è senz’altro quella di Telaro, con la struttura agroturistica della Starza, dove ci forniamo di Falanghina spumantizzata e dove volendo si può anche mangiare.
Ma noi puntiamo ad una cantina particolare: Porto di Mola, strano nome e ne scopriremo l’origine. Si scende verso il Garigliano, laddove il fiume divide la Campania dal Lazio.
Dopo una svolta, siamo accolti dalla visione del vulcano di Roccamonfina che domina questi sterminati vigneti che traggono preziosi sali minerali dalle sue rocce.
Qui già i Romani producevano buoni vini, e infatti crearono un porto sul Garigliano. La località è Mortola e il porto è Porto di Mola. Il ritrovamento del porto è recente, appena del 1992. Durante gli scavi, vi sono state trovare anfore vinarie che servivano a portare il vino al vicino porto marino di Minturno, per poi arrivare negli altri porti dell’impero
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Per raggiungere la cantina PORTO DI MOLA, meglio usare google app e puntare su FRANTOIO PORTO DI MOLA, perchè oltre ad ottimi vini, potete comprare anche ottimo olio.
La tenuta è molto grande, vi troverete anche 4 laghetti, di cui il più alto è alimentato da una sorgente, la cui acqua a sua volta alimenta gli altri tre laghetti con un canale.
La cantina è moderna e scavata in parte nella roccia, con molta atmosfera e con botti di rovere per affinare i vini più preziosi. I tipi di vini sono tanti, e tutti con prezzi contenuti. Potrete assaggiare i vini con una degustazione, visitare la tenuta e comprare le bottiglie a prezzi speciali da cantina. Meglio prenotare la vostra visita
I vini che ci hanno più entusiasmato sono fra i bianchi il fiano Colle di Lepre e la falanghina spumantizzata Basalto. Fra i rossi, l’aglianico Contra del Duca e l’aglianico Peppì.
Cantina PORTO DI MOLA, Via Risiera, 81044 – Galluccio (CE) Tel: 0823 925 801
Cantina TELARO , Via Cinque Pietre, 2, 81044 Galluccio (CE) Tel: 0823 925841
TUTOLINO: HOSPITALITY
Hotel San Leo
Hotel a 4 stelle, ricavato in un palazzo nobiliare del XVI secolo, con 16 camere arredate con mobili d’epoca. La sala più suggestiva dove mangiare, invece, è quella ricavata in un antico frantoio ipogeo scavato nel tufo lavico.
Hotel San Leo****
Vico II San Leo, 81037 Sessa Aurunca
Tel. 0823.9389970 – 391/4671697
LA COMPAGNA DI VIAGGIO
La Kuga ibrida plug-in sfrutta uno schema meccanico che combina un motore benzina a quattro cilindri da 2.5 litri ad una unità elettrica, per una potenza complessiva di 225 CV. Il motore elettrico risulta alimentato da una batteria agli ioni-litio da 14,4 kWh che consente alla vettura di viaggiare in modalità 100% elettrica per circa 50 km. La batteria può essere caricata utilizzando una presa montata sul parafango anteriore oppure mentre l’auto è in movimento, tramite la tecnologia di ricarica rigenerativa, che opera durante le operazioni di frenata. Per ricaricare completamente la batteria bisognerà collegare la vettura ad una presa domestica da 230 volt per un tempo di circa 4 ore.
SCHEDA TECNICA
Ford KUGA ST-LINE X PHEV 225 CV
LUNGHEZZA 4.629 MM
PESO A VUOTO 1.844 KG
POTENZA MASSIMA 165 KW / 225 CV
COPPIA 200 NM
0-100 KM/H 9,2 SEC
VELOCITÀ MASSIMA 200 KMH
CONSUMI COMBINATI WLTP 5.5 L/100KM
PREZZO DA 47.000 EURO