Alfa Romeo Stelvio la nostra prova
In Auto WEEKEND-CAR PREMIUM

Alfa Romeo Stelvio, la nostra prova: prima parte, il SUV che si guida come un’Alfa

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Fate largo, è arrivata l’Alfa Romeo Stelvio. Abbiamo provato il primo SUV prodotto dal biscione in un weekend assolutamente premium nei luoghi in cui quest’auto è spiritualmente nata (per via del nome, naturalmente), cioè la zona tra Parco nazionale dello Stelvio, Livigno e Saint Moritz. Un tuffo nell’autentica tradizione Alfa Romeo, la magia del piacere di guidare, la libertà e la soddisfazione di decidere noi quello che deve fare la macchina e non il contrario. In questa prima parte racconteremo le nostre impressioni al volante di questa favolosa auto. Nella seconda parte ci concentreremo invece sui dettagli più tecnici, per approfondire cosa fa di questo SUV un avversario decisamente temibile per gli attori più affermati di questo segmento.

STELVIO, UNA VERA ALFA ROMEO

Alfa Romeo Stelvio la nostra prova

Rubiamo spudoratamente le parole di una canzone di Lucio Battisti: tu chiamale, se vuoi, emozioni. Perché alla fine si tratta proprio di questo, emozioni. Non solo perché lo dice uno slogan pubblicitario; ma perché questa parola riassume alla perfezione il complesso lavoro di ingegneri, disegnatori, manager, funzionari del marketing, press office, impiegati e operai. Circa tre anni per il progetto che ha dato vita all’Alfa Romeo Stelvio.

Intendiamoci: questo SUV incorpora tanta sostanza tecnica e parecchia tecnologia avanzata. Anche i modelli della concorrenza sono tecnologicamente sofisticati e meccanicamente perfetti; la differenza nel caso dell’auto italiana è però data dall’approccio, dalla filosofia. Lo staff Alfa lo ha ripetuto più volte: nelle fasi iniziali del progetto è stato messo in chiaro a caratteri cubitali che la Stelvio avrebbe dovuto essere prima di tutto un’Alfa Romeo, poi anche un SUV.

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E allora? Cosa ci sarà mai di così speciale? Mettiamola in altri termini. Passa la stessa differenza tra ascoltare lo stesso brano musicale inciso su un disco oppure eseguito dal vivo: è tutta un’altra cosa e se non la si prova direttamente non si può comprendere. Nella sua lunga storia di 107 anni, ogni modello ben riuscito sul cui frontale campeggiava lo stemma dei Visconti ha offerto a chi lo guidava sensazioni particolari; un rumore singolare, prestazioni brillanti, una tenuta di strada assoluta. Caratteristiche comuni a tante altre auto, ovviamente; ma era l’alchimia dell’insieme a fare la differenza, a creare qualcosa di unico, magari comprendendo anche i difetti, i quali facevano parte del suo fascino.

Alfa Romeo Stelvio la nostra prova

Quella netta impressione di avere per le mani non un semplice oggetto meccanico ma una forma di vita; un animale non necessariamente selvaggio ma sempre in grado di regalarti momenti emozionanti di libertà, spensieratezza e gioia di vivere. La guida per la guida. Sono esistite tante auto migliori di un’Alfa Romeo: più veloci, più eleganti, più comode o sofisticate. Ma una vera Alfa ha sempre un’anima; una forte personalità che ti attira a lei irrimediabilmente. La Stelvio è una vera Alfa? Accidenti, se lo è. Ripercorriamo la nostra prova per spiegare meglio tale affermazione.

UN SUV CHE SI GUIDA COME UNA BERLINA

Alfa Romeo Stelvio la nostra prova

Circondati dalle nevi dei Grigioni e della Valtellina, abbiamo guidato l’Alfa Romeo Stelvio sia nella versione 2.2 turbodiesel da 210 cavalli che in quella col 2.0 turbo a benzina da 280 cavalli, entrambe nell’allestimento Super. Cominciamo dalle caratteristiche comuni. Ci accorgiamo di essere in un SUV perché per entrare saliamo invece di scendere, perché dietro abbiamo un ottimo spazio per viaggiare nel massimo comfort anche a lungo, perché la nostra visuale è più alta. Ma per quanto riguarda la guida pura, ci dimentichiamo subito che si tratta di un veicolo rialzato. La Stelvio si guida in tutto e per tutto come una berlina. L’equilibrio delle masse, lo straordinario sterzo diretto, la sofisticata trazione integrale che resta posteriore fino a che non serve veramente, i freni maledettamente robusti anche dopo ripetuti sforzi in breve arco di tempo. Ma soprattutto la bontà delle sospensioni ci fa credere di essere quasi a bordo della Giulia, cioè di una berlina sportiva. La Stelvio ha un rollio veramente ridotto; in altre parole, in curva si corica pochissimo, a tutto vantaggio della stabilità. Sia nelle curve veloci ad ampio raggio che nei secchi tornanti di montagna, non c’è una sbavatura. Non si sentono gli oltre 1.600 Kg di peso, non si sente l’altezza di 1.671 millimetri, tutto sommato non si sente nemmeno la larghezza di 1.903 mm. Lo sterzo è da sogno. Direttissimo, si potrebbe dire. Piccoli movimenti e la macchina è già nella curva, dove e come l’abbiamo impostata noi, agilmente e senza incertezze.

Alfa Romeo Stelvio la nostra prova

Il cambio automatico ad 8 rapporti è semplicemente una favola; ricordiamo che non si tratta del DCT a doppia frizione montato sulla Giulietta ma di un cambio a convertitore di coppia sviluppato appositamente per Giulia e Stelvio. Volendo, si potrebbe lasciarlo fare impostando il selettore Alfa DNA nelle modalità Natural o Advanced Efficiency, ottima per ridurre i consumi; tuttavia, parliamoci chiaro, c’è più gusto a usarlo manualmente. Impostiamo in Dynamic e si apre un mondo nuovo. Le cambiate sono assolutamente fulminee e assecondano alla perfezione la curva di coppia del motore; in altre parole, tirano fuori il meglio dal propulsore. E poi le palette al volante (paddles), enormi, in alluminio e fisse al piantone, sono da sportiva pura.

Veniamo ai motori. Il diesel ha dalla sua il vantaggio di una coppia molto elevata, superiore a quella del benzina nonostante i 70 cavalli in meno. Questo si sente particolarmente nello spunto a bassi regimi, tuttavia l’usabilità non è limitata, perché i rapporti del cambio sono calibrati alla perfezione. Aggiungiamo un consumo per forza di cose più ridotto, ideale per la marcia costante in autostrada, quando ci si vuole rilassare. Ma il divertimento è sempre “in agguato” anche a gasolio. Schiacciate l’acceleratore e vedrete.

Passando invece sulla Stelvio a benzina, siamo entrati in un parco divertimenti. Un elemento sopra tutti gli altri: il suono del motore. E’ un rombo il cui “timbro di voce” ci riporta in un lampo alle Alfa di una volta. Una sinfonia di cilindri, una suite di pistoni, un’orchestra di cavalli selvaggi. Più volte durante la prova ci divertivamo come bambini a scalare le marce anche quando non serviva, per il solo gusto di sentire il motore salire di giri. Ma a parte questo, la Stelvio da 280 cavalli è un fulmine di guerra. Una vera auto per divertirsi. Una vera Alfa Romeo. Per i progettisti la missione è compiuta.