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“Isolarsi” al tempo del Covid. A Procida, Capitale della Cultura 2022 (1° Puntata)

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Se non si è mai stati, se pur per qualche momento, tutt’intorno circondati dal mare, non si può avere il concetto giusto del mondo”

J.W.Goethe

Testo e foto di Vittorio Giannella

 È vero, dopo un anno dall’inizio dell’incubo pandemia, il sogno di poter viaggiare e raggiungere mete lontane ci è ancora preclusa, ma in una cosa almeno noi italiani possiamo ritenerci fortunati: sicuramente a pochi chilometri da casa nostra abbiamo qualche bellezza da scoprire, che abbiamo tralasciato negli anni perché attirati da mete esotiche.  Con 55 siti Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, record mondiale, non avremo certo difficoltà a concentrarci su mete a due passi dalla nostra porta, e le isole, con pochi abitanti e subito vaccinati, saranno le prime ad essere accessibili. Vi presentiamo alcune delle isole italiane più belle, per farvi venir voglia per un primo mare.  Cominciamo da Procida.

Procida, l’Isola di Arturo è Capitale della Cultura 2022

 La cultura non isola”, questo lo slogan dell’amministrazione, presentato alla giuria per la candidatura di Capitale della Cultura 2022, che ha sbarazzato gli altri nove pretendenti il titolo, tutti di alto rango. “La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, e presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente”.

Veduta notturna di Procida

Questa una parte della motivazione che ha convinto i giurati. In questo periodo l’isola vive la sua dimensione più vera. Atmosfere magiche descritte bene ne ”L’isola di Arturo”, il libro di Elsa Morante ( 1912-1985), vincitore del Premio Strega nel 1957, dove le emozioni dei protagonisti si mescolano con la descrizione dei luoghi. Ma ci si ritrova anche in alcuni passaggi del libro di Alphonse De Le Martine “Graziella”.  Meno battuta e affollata delle due sorelle maggiori dai nomi altisonanti, Ischia e Capri, Procida è poco incline al turismo di massa, più intima.

Case a Marina di Corricella

Le case di Marina di Corricella con i muri sbrecciati dalla salsedine, di una bellezza struggente, colorate per essere visibili da lontano, così come vogliono i pescatori di rientro dalle lunghe battute di pesca, è una location scelta da molti registi per i loro film, il più noto, con l’attore principale Massimo Troisi, scomparso qualche anno fa, “Il Postino” (1994).

I prodotti tipici dell’isola davanti a una casa di Procida

Qui a Procida ci si perde tra i vicoli sempre in ombra e ci si ritrova sempre davanti a un piccolo giardino profumato di limoni, gli assoluti monarchi dell’isola, desiderio di terra dei pescatori, quando non sono in mare. Ci vuole un po’di fiato per salire a Terra Murata, la parte più alta di Procida, cuore storico isolana, con le case tutte raccolte attorno alla chiesa con le cupole arabeggianti di San Michele, a picco sulla falesia che sprofonda in un mare blu, e le rovine del palazzo reale di Avalos, poi trasformato in carcere, location per il film “Detenuto in attesa di giudizio” con il grande Alberto Sordi, bisognoso di attenti interventi di restauro.

Pescherecci alla Corricella

Sul molo di Marina Grande, punto di attracco dei traghetti e aliscafi provenienti da Napoli Beverello, c’è attesa alle 16 di ogni giorno, per l’arrivo delle paranze, con il loro carico di pesci e crostacei ancora vivi, e i turisti ritrovano il piacere delle cose belle e semplici della vita, come comprare il pesce e contrattarne il prezzo, gesti ormai diventati solo un ricordo nelle città.

Spiaggia di Chiaia

È piccola Procida, solo 3,7 chilometri quadrati, ma per visitarla bene in ogni suo angolo bisogna noleggiare una bici con pedalata assistita, sufficiente qui dove non esistono forti dislivelli. Si raggiungeranno i faraglioni di Ciraccio e Ciracciello alle spalle di Chiaiolella, con la spiaggia di cenere vulcanica che s’indora al tramonto, o punta Serra e Punta Pioppeto.

I faraglioni

Tappa obbligata è un caffè in piazza dei Martiri, con affaccio sul porticciolo di Corricella, dove, al fresco della brezza serale e davanti alla statua dell’economista procidano Antonio Scialoja, mentre le campane della chiesa di Santa Maria delle Grazie suonano, evoca atmosfere antiche.