Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie

Con l’arrivo a pochi giorni della zona gialla, cominciano ad affiorare le prime iniziative culturali museali: prima fra tutte “sul filo di Raffaello” aperta dal 21 Maggio al 12 Settembre 2021. La Galleria Nazionale delle Marche, in collaborazione con i Musei Vaticani e con il Mobilier National di Parigi, organizza, a Palazzo Ducale di Urbino, una mostra dedicata a Raffaello e al mondo degli arazzi. Essa così indaga sia l’apporto che il pittore fornì in questo specifico settore per il quale sperimentò invenzioni e realizzò cartoni e tessuti, sia la fortuna che le opere di Raffaello conobbero nel corso dei secoli nella produzione di arazzi.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Attila scacciato da Roma, arazzo, 1732-1736, cm 485 x 850, Mobilier National, Parigi

 

SUL FILO DI RAFFAELLO: LA MOSTRA

Con dodici grandiose pezze tessute nelle migliori arazzerie europee, raffiguranti principalmente le pitture delle Stanze Vaticane, Urbino potrà esibire tutta la monumentale opera pittorica del suo cittadino più illustre. Esse rappresentano la potenza e l’equilibrio classico che Raffaello raggiunse a Roma, circa 25 anni dopo aver lasciato la sua città natale. Gli spazi dove Raffaello aveva camminato da bambino accompagnato dal padre Giovanni Santi accoglieranno – all’indomani del cinquecentenario della morte del pittore – la sua opera più grandiosa, realizzata a Roma per i papi, apprezzata da artisti, critici, conoscitori e dai turisti di tutte le epoche.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre (da Raffaello), Giudizio di Paride, arazzo, 1691-1703, cm 455 x 640, Mobilier National, Parigi

Spettacolare la visione che avrà lo spettatore entrando nel salone del Trono del palazzo di Federico di Montefeltro: vi troverà squadernati i celebri affreschi che Raffaello ha realizzato a Roma, qui proposti nei colori e negli intrecci delle tessiture. Undici degli arazzi esposti provengono dal Mobilier National di Parigi e testimoniano come la Francia, più di ogni altro paese, abbia nutrito una vera e propria venerazione nei confronti di Raffaello. Una venerazione che ha permesso la realizzazione della mostra Sul filo di Raffaello.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), L’incendio di Borgo, arazzo, 1690 c., cm 487 x 800, Mobilier National, Parigi

 

PERCHÉ PROPRIO GLI ARAZZI?

Il successo ottenuto dalle immagini tessute, riproposte in tempi e manifatture differenti, entra a pieno titolo nel tema della fortuna che l’artista urbinate conobbe nel corso dei secoli. Modelli inesauribili di forme e d’invenzioni, le opere di Raffaello raggiunsero i contesti più disparati, grazie all’opera di tanti incisori che con i loro intagli ne consentirono una rapida diffusione. Raffaello aveva offerto il suo fondamentale contributo alla diffusione delle pratiche incisorie con le quali si era garantito una notevole pubblicità. L’incisione lo avrebbe ripagato nel corso dei secoli rendendolo l’autore più tradotto di tutti i tempi. Con gli arazzi si verificò di fatto la stessa cosa: i suoi cartoni nobilitarono questo genere artistico che, più tardi, avrebbe contribuito al consolidamento e all’arricchimento della sua fortuna.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Cacciata di Eliodoro dal tempio, arazzo, XVIII sec., cm 500 x 895, Mobilier National, Parigi

 

URBINO DA SCOPRIRE…

Oltre alla mostra Sul filo di Raffaello, la città di Urbino offre molti altri luoghi interessanti da visitare. In pieno centro storico, per esempio, è situato l’Oratorio di San Giovanni, visitabile con un biglietto di 2,50€, che possiede un meraviglioso ciclo di affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino (1400 circa), tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A due chilometri da centro, in piena campagna, sorge la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro. Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Panoramica ciclo di affreschi Oratorio di San Giovanni, Urbino

 

…E DA GUSTARE

Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo. Per quanto riguarda la carne ottima è la marchigiana, razza locale che fornisce straordinarie bistecche

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
crescia: piadina con il Salame di Montefeltro, Prosciutto di Carpegna, pecorino di fossa e Casciotta

COME ARRIVARE

In auto: da Nord autostrada Bologna-Taranto, uscita Pesaro Urbino. Imboccare poi la SS423. Da Ancona, prendere l’A14 Taranto-Bologna con uscita Fano e procedere lungo la SS3 Flaminia verso Roma. Da Sud-Est prendere la SS3 Flaminia per Fano. Da Ovest prendere la E45, uscire a S. Giustino e prendere la SS73 bis in direzione di Urbino e Urbania.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Antica Osteria Da La Stella, via Santa Margherita 1, tel. 0722 320228, www.anticaosteriadalastella.com, in pieno centro storico offre piatti marchigiani creativi in un elegante locale dalle travi a vista, con arredi e pavimento di legno scuro.

*Osteria km 0, via Puccinotti 21, tel. 0722 320369, www.osteriakmzero.it, situata nella piazza principale di Urbino accoglie i clienti con un’atmosfera tipica di un’osteria casereccia, che tra i piatti tipici locali offre la crescia.

DOVE DORMIRE

*Residenza storica Volta della Mortevia Volta della Morte 6, tel 329/3556050,. https://residenza-storica-volta-della-morte.business.site/, per chi vuole godersi un pernottamento in pieno centro all’interno di una residenza storica. È un’ottima scelta che arricchisce la vostra visita e vi permette di inglobare la vostra notte in un’atmosfera antica.

*Country House Ca’ Brunello, in Ca’ BRunello, www.a-hotel.com/it/italia/ , meravigliosa struttura per gli amanti della campagna e della tranquillità, a pochi chilometri dal centro (con colazione inclusa). Offre anche il servizio di noleggio auto.

I nostri consigli sono validi in linea con le norme in vigore causa Covid-19.

 




Feltre inaugura una collezione di vetri veneziani dall’immenso valore affettivo

Questa settimana la nostra rubrica racconta di una delle arti più antiche del mondo, la lavorazione del vetro. Quasi come una tradizione senza fine, la città di Feltre accoglie ancora una volta l’arte del vetro nei suoi magnifici palazzi. L’8 maggio 2021 verrà inaugurata la nuova sezione espositiva dedicata alla Collezione di vetri veneziani Carla Nasci – Ferruccio Franzoia alla Galleria d’arte moderna Rizzarda di Feltre. Si tratta di un percorso nella bellezza capace di parlare a ciascuno e di caratterizzare sempre di più la città di Feltre sul tema delle arti decorative. Lo annuncia l’Assessore alla Cultura Alessandro del Bianco: “Auspichiamo che l’inaugurazione della collezione possa coincidere con un periodo di ripresa, quantomeno parziale, dopo questi lunghi mesi di pandemia”

Feltre inaugura una collezione di vetri veneziani dall'immenso valore affettivo
Tapio Wirkkala per Venini, Bottiglie della serie Bolle, 1966

STRUTTURA DELLA COLLEZIONE DI FELTRE

Si tratta di oltre 800 pezzi che spaziano dal XVIII secolo alla contemporaneità, con uno speciale focus sulla produzione muranese e, in particolare, sui grandi “creativi” del vetro.

L’acquisizione di questa ambitissima collezione è in perfetta continuità con il nucleo originario della Galleria. Molte creazioni di Rizzarda sono completate da preziosi elementi vitrei di manifatture muranesi. Rarissimi vetri di Carlo Scarpa si trovano inoltre nella sua personale collezione. Per esporre i manufatti vitrei acquistati con la consorte Carla Nasci in oltre trent’anni di passione collezionistica, Franzoia ha ideato un itinerario “capriccioso”, sulla falsariga delle scelte qualitative e di gusto personale che hanno ispirato la genesi della collezione. Si è lasciato guidare da empatia, assonanze, emozioni e ricordi.

Feltre inaugura una collezione di vetri veneziani dall'immenso valore affettivo
Vittorio Zecchin per VSM Cappellin-Venini & C.,, Vasi Veronese, 1921-1922

Nelle diverse sale sono documentati capolavori unici di maestri che passeranno alla storia (se non lo hanno già fatto). Da Giacomo Cappellin e Paolo Venini, a cui è dedicata la prima sala, a Vittorio Zecchin che con i suoi elegantissimi soffiati trasparenti ispirati al Rinascimento, impresse una svolta determinante nella produzione muranese. Anche la figura di Carlo Scarpa appare rilevante all’interno della mostra, fu infatti uno straordinario ideatore di forme e tessuti vitrei innovativi di grande successo. Nella seconda sala, oltre alle opere di Scarpa sono esposti esemplari della produzione Venini degli anni tra il 1925 e gli anni ’60. Con essi anche una miscellanea di prodotti di altre ditte attive in laguna e di altri autori significativi che testimoniano l’alta qualità diffusa della produzione muranese. Il terzo e ultimo settore è dedicato ai vetri da mensa, beni di consumo destinati ad un utilizzo effimero e pertanto testimonianza particolarmente rara ed interessante. Gran parte dei pezzi in collezione fanno riferimento ai modelli creati da Zecchin negli anni ’20.

Per info: tel 0439/885234-242 e museo@comune.feltre.bl.it

Feltre inaugura una collezione di vetri veneziani dall'immenso valore affettivo
Vittorio Zecchin per VSM Cappellin-Venini & C., 1921-1925

 

UNA COLLEZIONE CON UN VALORE AFFETTIVO 

Una collezione di vetri così ricca e straordinaria sarebbe forse più a suoi agio in un luogo come Venezia o Murano. Quindi perché proprio Feltre? È lo stesso architetto Ferruccio Franzoia, donatore dei magnifici pezzi, che racconta la nascita e dello sviluppo della collezione. Un amore per il bello tutto concentrato nell’intervallo di tempo tra le due guerre mondiali, “L’epoca della rinascita delle arti decorative, e del vetro in particolare”, ha sottolineato Franzoia, che con Scarpa ha avuto anche una lunga frequentazione personale, oltre che professionale. “Al museo Rizzarda, ha aggiunto l’architetto feltrino, mi unisce anche un legame familiare: Carlo Rizzarda era fratello di mia nonna e vedere ora i vetri della nostra collezione privata riunirsi ai suoi ferri battuti è per me motivo di grande gioia ed orgoglio”. Si tratta quindi di un ritrovo familiare che accresce ancora di più il valore della collezione. 

Feltre inaugura una collezione di vetri veneziani dall'immenso valore affettivo
Laura Diaz de Santillana per Eos, anni ’80

Leggete anche: Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata

Diritti foto copertina: solotravel.it




Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata

Questa settimana vi raccontiamo di un miracolo archeologico avvenuto in Italia. In un luogo dove la magia dell’arte e del tempo si mescolano e diventano realtà proprio come in una fiaba: Pompei. Il Parco Archeologico di Pompei poco tempo fa infatti, annuncia il rinvenimento di un reperto straordinario, emerso integro dallo scavo della villa suburbana in località Civita Giuliana. Si tratta di grande carro cerimoniale a quattro ruote che mai finora era stato rinvenuto in Italia e che, proprio in un periodo delicato come questo, ha deciso venire alla luce. Sarà un segno? 

Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata
Primo piano del carro da parata a quattro ruote emerso integro dallo scavo di Villa Civita Giuliana

POMPEI: UN CARRO CHE RAPPRESENTA UN UNICUM 

Un ritrovamento unico nel suo genere: un grande carro cerimoniale a quattro ruote con i suoi elementi in ferro, le bellissime decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, le impronte degli elementi organici (dalle corde a resti di decorazioni vegetali). Un ritrovamento eccezionale, non solo perché aggiunge un elemento in più alla storia di questa dimora, al racconto degli ultimi istanti di vita di chi abitava la villa, ma soprattutto perché restituisce un reperto unico – mai finora rinvenuto in Italia – in ottimo stato di conservazione.

Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata
Cartina: posizione della Villa di Civita Giuliana a nord di Pompei

Questo tipo di carro è un vero e proprio unicum in Italia non solo per il livello di conservazione, in quanto non abbiamo solo le singole decorazioni ma l’intero veicolo. Ma anche perché non è un carro da trasporto per i prodotti agricoli o per le attività della vita quotidiana, già attestati sia a Pompei che a Stabia. I medaglioni che impreziosiscono il retro del carro raffigurano satiri e ninfe, mentre alcuni eroti abbelliscono le numerose borchie di questa meravigliosa struttura che potremmo immaginare fosse un veicolo da trasporto usato nel mondo romano dalle élites in contesti cerimoniali.

Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata
Decorazione con piccoli medaglioni nella parte superiore del carro

 

UN RITROVAMENTO SOTTRATTO ALLA RAZZIA DEI TOMBAROLI 

l progetto di scavo in corso ha una duplice finalità. Da un lato cooperare nelle indagini con la Procura di Torre Annunziata, per arrestare il depredamento del patrimonio culturale ad opera di clandestini che nella zona avevano praticato diversi cunicoli per intercettare tesori archeologici. Dall’altro portare alla luce e salvare dall’azione di saccheggio una delle ville più significative del territorio vesuviano.

Gli scavi, che hanno permesso di verificare anche l’estensione dei cunicoli dei clandestini e i danni perpetrati al patrimonio, sono stati accompagnati costantemente da attività di messa in sicurezza e restauro di quanto emerso via via. Lo scavo, infatti, ha mostrato fin dall’inizio una notevole complessità tecnica-operativa in quanto gli ambienti da indagare sono in parte al di sotto e a ridosso delle abitazioni moderne, con conseguenti difficoltà sia di tipo strutturale che logistico.

Pompei stupisce ancora: emerge intatto un intero carro da parata
Panoramica carro a quattro ruote, noto come “pilentum”

Lo scavo quindi ha portato alla luce un carro cerimoniale, risparmiato miracolosamente sia dai crolli delle murature e delle coperture dell’ambiente sia dalle attività clandestine, che con lo scavo di due cunicoli lo hanno sfiorano su due lati, senza averne compromessa la struttura.

Vi lasciamo ad un breve video che mostra straordinaria maestria con cui si è lavorato a questo meraviglioso progetto:

Leggete anche: Ecco come Gabriel Zuchtriegel farà rivivere Pompei




Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo

L’appuntamento di oggi ci porta a Parma, meravigliosa città dell’Emilia-Romagna, per intraprendere un viaggio all’interno del mondo della stampa. Il progetto della Nuova Pilotta infatti il 19 Aprile 2021 si arricchirà di un nuovo gioiello: il nuovo Museo Bodoniano. Si tratta del più antico museo della stampa, inaugurato nel 1963 e dedicato a Giambattista Bodoni, il principe dei tipografi. 

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Piazza Garibaldi, Parma, Italia

 

IL PIÙ ANTICO MUSEO DELLA STAMPA AL MONDO

Entrare nel nuovo Museo Bodoni sarà una esperienza doppiamente immersiva. Varcate le porte, sarà come entrare nella fucina bodoniana, nella sua tipografia, quasi avvertendo il profumo degli inchiostri e il frusciare delle carte. Ma si entrerà anche nel cuore della cultura di un’epoca in cui Parma era tra le vere capitali europee. A rendere ancora più sacrale l’ambiente, la scelta del nero come colore dominante, se non unico. Nere le pareti, nere le lampade industriali che, pendendo dai soffitti, daranno luce ad opere che sono indiscutibili capolavori della storia dell’editoria e, più in generale della grafica. Al nuovo Museo Simone Verde, Direttore della Pilotta, ha destinato gli ex locali destinati a magazzino dei periodici della Biblioteca Palatina. 

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Panoramica Museo Bodoniano, Palazzo Palazzo della Pilotta, Parma

Il Museo Bodoniano è il più antico museo della stampa al mondo – sottolinea De Pasquale (responsabile dell’allestimento) – essendo stato fondato da Angela Pezzana nel 1842 quando, per rendere visitabile i capolavori della produzione bodoniana, come avveniva quando Bodoni era in vita, venne allestita una “stanza dei punzoni”, con uno specifico conservatore, presso la Galleria dell’Incoronata della Palatina”.

Orari di apertura: Lunedì – Venerdì (9.00 — 13.00)

Prenotazione: via email, da inviare entro le ore 13.00 del giorno precedente.
Ingresso: gratuito

Per info: sito web

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Dettaglio allestimento Museo Bodoniano, Parma

 

LA STRUTTURA DEL MUSEO BODONIANO

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Prospetto visuale museo bodoniano, Parma

Quattro sono le sezioni su cui si svilupperà il nuovo Museo Bodoni. La prima sarà riservata a “Bodoni, Parma e l’Europa”. In questa sezione il visitatore avrà a disposizione una panoramica della produzione tipografica del tempo e dei tipografi di riferimento di Bodoni. A “La fabbrica del libro” è poi riservata la sezione più vasta, che andrà ad occupare la parte centrale della sala espositiva, divisa in quattro grandi nicchie. In ogni nicchia sono ricostruite le varie fasi di lavoro di Bodoni. Per passare a “La stampa”, con prove su carta e pergamena, copie su seta, e il torchio, ricostruzione del 1940, rimesso in funzione anche a fini didattici. Infine “L’illustrazione e la legatura”, presenti anche le lastre di rame relative alle edizioni bodoniane.

Se siete curiosi di scoprire Parma anche nel gusto cliccate qui e godetevi le pietanze più succulente e tipiche!




La primavera d’arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte

Finalmente dopo mesi oggi, speranzosi, torniamo a parlare di weekend d’arte. Le proposte nel mondo artistico per la primavera sembrano essere a dir poco rigogliose. Infatti musei, fondazioni e sedi espositive programmano l’apertura di nuove mostre per tutta la prossima stagione. Dopo una lunga pausa, le vostre future mete per i weekend torneranno ad essere città d’arte e musei ricchi di cultura. Quindi non ci resta che dare il via alle danze. Ecco le principali mete d’arte italiane che aspettano solo voi!

 

PARMA

Ad aprire la fitta serie di aperture di mostre da troppo tempo rinviate e di altre di nuova programmazione, è la Nuova Pilotta di Parma. Qui il direttore Simone Verde ha scelto di aprire la pubblico il prossimo 26 febbraio. Intorno ai quattro capolavori del Correggio La Madonna con la scodella e la Madonna di San Girolamo più le due tele provenienti dalla Cappella del Bono (con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815 restituiti a Parma dal Louvre). La mostra presenta anche il meglio della produzione ottocentesca del Ducato, nell’epoca in cui Correggio diventa l’eroe della pittura nazionale parmigiana negli antichi saloni dell’Accademia. Qui una generazione di artisti si confronta con Correggio, traendone suggestioni che traguardano nelle loro originali opere, per la prima volta svelate al grande pubblico.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
A sinistra: Correggio, Madonna di San Girolamo o Il Giorno, pittura a olio su tavola, 1528
A destra: Correggio, La Madonna della Scodella, olio su tavola, 1528-1530 circa

Dallo stesso 27 marzo ma sino al 4 luglio, la Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo mette in scena Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble. L’esposizione, grazie alla collaborazione col Musée de Grenoble, di sei opere: tutti ritratti di Modigliani. Fra pittura e disegno, consente di analizzare il rapporto fra grafica e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista. Vengono esposti il dipinto Femme au col blanc raffigurante Lunia Czechowska, moglie dell’amico Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani. Ma anche cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, al tempo all’avanguardia internazionale.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
A sinistra: Modigliani, Femme ou col blanc, 1917, olio su tela
A destra: Modigliani, portrait d’homme, 1915, matita su carta

VERONA 

La serie delle grandi mostre per il Settimo Centenario Dantesco è aperta dai Musei Civici di Verona, che dal 6 marzo al 3 ottobre, nella sede di Castelvecchio propongono Michael Mazur. L’Inferno. Mazur, incisore statunitense tra i maggiori del Novecento, illustra il viaggio di Dante con sconvolgente forza. La sua è un’interpretazione agghiacciante ed indelebile, decisamente originale. Ad emergere da questa esperienza è un audace confronto tra il grande interprete contemporaneo e l’immaginario medievale.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
A sinistra: Michael Mazur
A destra: Michael Mazur, Canto III – Caronte, acquaforte e acquatinta, 1996

 

TORINO

A Torino, Camera  Centro Italiano per la Fotografia risponde con una doppietta: Camera doppia. Horst P. Horst e Lisette Model e, in parallelo, a Camera project room, Roberto Gabetti fotografo. Horst P. Horst e Lisette Model: genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei. Entrambi punti di riferimento nello sviluppo del proprio specifico genere fotografico ed ispiratori di intere generazioni. Il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti è totalmente opposto. Se per l’autore tedesco le proprie modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria. I soggetti ritratti dall’austriaca diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente.

E, appunto, in parallelo alla mostra su Horst e Lisette Model, CAMERA ospita nella project room dal 24 marzo al 4 luglio, un centinaio di fotografie scattate dal celebre architetto Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000). La mostra, curata da Sisto Giriodi, ripercorre momenti della vita privata e professionale di Roberto Gabetti (a venti anni dalla sua scomparsa). Viaggi in Italia e all’estero sulle orme dei maestri dell’architettura, scatti di progetti che esprimono un gusto unico nel suo genere. 

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Boris Mikhailov: Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75. © Boris Mikhailov Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia

 

NUORO 

Dal 29 marzo al 20 giugno, il Museo Nivola ad Orani (Nuoro) propone Peter Halley, figura chiave del Neo Concettualismo americano affermatosi negli anni Ottanta. Realizza al Nivola un progetto site-specific diretto a trasformare lo spazio espositivo del museo, un antico lavatoio pubblico dalle forme e proporzioni simili ad una chiesa. Halley riveste interamente l’ambiente con le sue composizioni digitali, creando un’esplosione di colore fluo che investe il visitatore, producendo un forte contrasto con il candore abbagliante del cortile e degli edifici del museo. Un’ottima meta per il vostro weekend d’arte!

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
Valeria Cherchi, Anatomia del silenzio, 2020, Museo Nivola, Orani, foto di Valentino Congia

TREVISO

Evento doppio, anzi triplo, a Treviso per un weekend d’arte speciale. Dove dal 28 marzo apre al pubblico l’attesa nuova sede del Museo Nazionale della Collezione Salce, apre la grandiosa mostra omaggio a Roberto Casaro, l’ultimo dei cartellonisti del cinema internazionale. Da Sergio Leone ad Amadeus, all’Ultimo Imperatore, Casaro ha firmato i manifesti per molti dei capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood, riuscendo a trasporre l’anima di un film in un manifesto. Non utilizzando l’immagine fotografica di un personaggio o di una scena ma disegnandola. Una selezione di sue 300 opere è esposta, appunto. al nuovo Museo Salce a Santa Margherita, alla sezione del San Gaetano e ai Musei Civici di Santa Caterina. L’occasione per questa grande mostra è, come si diceva, offerta dall’apertura da parte del Mibact del nuovo Museo Nazionale Collezione Salce nell’ex Chiesa di Santa Margherita. Dopo due secoli di totale abbandono, si ha nel 2021 la rinascita come uno dei più interessanti nuovi musei italiani. Al suo interno, sono conservati i quasi 50 mila manifesti della Collezione Salce, una delle più importati al mondo. Tutto intorno uno spazio immersivo che, grazie alle nuove tecnologie, consente di rivivere l’edificio come quando vi si ammiravano gli affreschi di Tommasi da Modena. Tutto questo intorno ad un ampio spazio espositivo.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
Museo Nazionale Collezione Salce

ROVIGO

Completamente diverso il racconto di Quando Gigli, Pavarotti e la Callas..I Teatri Storici del Polesine, mostra proposta da Fondazione Cariparo dal 13 marzo al 27 giugno in Palazzo Roncale, a Rovigo. Il Polesine fu terra di teatri. Tra Otto e Novecento, ne erano attivi almeno una cinquantina, tutti o quasi dedicati alla musica e al bel canto. Numero stupefacente se si tiene conto di com’erano questi territori al tempo. Nelle stagioni del passato, i pochi denari e la molta competenza hanno spinto i gestori a puntare su cantanti giovani ma di cui intuivano le potenzialità: qui debuttò Beniamino Gigli, qui cantò, appena trentenne, Luciano Pavarotti. E poi Antonio Cotogni, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato. Senza dimenticare Katia Ricciarelli, figlia di queste terre.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
Rovigo. Teatro Sociale, foto Giovanni Hänninen

Chiude il mese di marzo e apre quello di aprile (il 31 marzo è in programma la vernice per la stampa, mentre il primo aprile apre al pubblico) Vedere la Musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie, che si potrà ammirare al Roverella, a Rovigo sino al 4 luglio. È il racconto di relazioni, intrecci e corrispondenze tra l’elemento musicale e le arti visive. A partire dall’affermazione, alla fine del XIX secolo, in tutta Europa, di un filone pittorico ispirato alle opere di Richard Wagner. Passando per il Cubismo, il Futurismo, il Neoplasticismo, fino al Dada e al Surrealismo, la musica si conferma un riferimento assoluto, divenendo centrale in Kandinskij e Klee, non meno che per altri protagonisti delle avanguardie europee. Esempi emblematici di questa fusione delle arti creano una mostra-spettacolo di assoluto fascino.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
Paul Ranson, L’Iniziazione alla musica, 1889, collezione privata.

Aprile e maggio si presentano ancora più ricchi di proposte, non meno originali e stimolanti. I weekend d’arte in primavera aspettano solo voi!

Per coloro che desiderano programmare un weekend d’arte nel capoluogo lombardo, avete ancora poco tempo per andare a visitare il Cenacolo. Proprio oggi, 21 febbraio, è l’ultima vostra occasione! Ecco i dettagli.




Il Cenacolo di Leonardo: a Milano aperto al pubblico fino al 21 febbraio

La nostra rubrica d’arte oggi cade proprio nel famoso giorno in cui tutti gli innamorati celebrano il loro amore. Se la festa di San Valentino infatti celebra l’amore di coppia, noi oggi celebriamo l’amore per l’arte. Quindi, per chiunque avesse voglia di organizzarsi un weekend a Milano nei prossimi giorni ecco una meta imperdibile: Il Cenacolo (o ultima cena) di Leonardo Da Vinci a Milano. Avete letto bene, proprio il cenacolo del 1494 commissionato da Ludovico il Moro in persona e dipinto da uno degli artisti più famosi di sempre. Che aspettate?

Il Cenacolo di Leonardo: a Milano aperto al pubblico fino al 21 febbraio
Ultima cena, Leonardo da Vinci (1494-1498), MI

 

IL CENACOLO: DURATA, ORARI E BIGLIETTI DELLA MOSTRA

Durata: questo privilegio però non durerà per sempre, poiché il Cenacolo sarà aperto in via transitoria solo fino al 21 febbraio. 

Giorni di apertura: dal martedì al venerdì. Nei sabati e domeniche, salvo modifiche alla attuale normativa di contenimento del Covid, resterà chiuso.

Orari per il pubblico: primo accesso 9.45, ultimo 18.45. 

Biglietti: intero € 15,00 e ridotto: € 2,00 (per i giovani dai 18 ai 25 anni). Gli ingressi potranno essere prenotati online, con prevendita settimanale, date le incertezze sull’evolversi della situazione. Ma i biglietti potranno essere acquistati anche il giorno stesso della visita presso la biglietteria del museo dalle 9.30 alle 18.30, naturalmente sino alla saturazione dei posti disponibili (fino 16 ogni quarto d’ora).

Indirizzo: Corso Magenta, 24 (20123 Milano)

Telefono per info: 02.80294401 e il sito web

Il Cenacolo di Leonardo: a Milano aperto al pubblico fino al 21 febbraio
Dettaglio Ultima cena, Leonardo da Vinci (1494-1498), MI

 

PICCOLO ANEDDOTO SULL’OPERA DI LEONARDO

«Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone» (Giovanni 13, 21-26)

L’affresco rappresenta un passo del Vangelo di Giovanni 13:21, nel quale Gesù annuncia che nelle ore avvenire verrà tradito da uno degli apostoli. Lo stile dell’opera si avvicina molto alla tradizione dei cenacoli di Firenze, ma Leonardo riesce rinnovare l’iconografia per dare alla composizione un’atmosfera quasi intima. Viene descritto infatti un momento estremamente delicato dell’episodio religioso, che riesce in qualche modo a trasmettere un sentimento emotivo a chi osserva questo capolavoro. Leonardo infatti, non a caso ha studiato a lungo i moti dell’animo dei singoli personaggi dell’opera, rivelati sconcertati e stupiti dalla notizia. 

Ecco un appunto di Leonardo riguardante l’opera (documentato nell’opera letteraria di Edmondo Solmi): 

«Uno, che beveva, lascia la zaina nel suo sito, e volge la testa inverso il proponitore. Un altro tesse le dita delle sue mani insieme, e con rigide ciglia si volta al compagno; l’altro, colle mani aperte, mostra le palme di quelle, e alza la spalla inverso li orecchi, e fa la bocca della meraviglia. Un altro parla nell’orecchio all’altro, e quello che l’ascolta si torce inverso lui, e gli porge li orecchi, tendendo un coltello nell’una mano e nell’altra il pane, mezzo diviso da tal coltello. L’altro, nel voltarsi, tenendo un coltello in mano, versa con tal mano una zaina sopra della tavola. L’altro posa le mani sopra della tavola e guarda, l’altro soffia nel boccone, l’altro si china per vedere il proponitore, e fassi ombra colla mano alli occhi, l’altro si tira indirieto a quel che si china, e vede il proponitore infra ‘l muro e ‘l chinato.»

Il Cenacolo di Leonardo: a Milano aperto al pubblico fino al 21 febbraio
Dettaglio Ultima cena, Leonardo da Vinci (1494-1498), MI

 




Musei finalmente aperti? La risposta è sì

Come avrete letto dal titolo oggi parliamo dei musei italiani. La situazione ad oggi, e per il prossimo mese, vede molti musei con le porte finalmente aperte. L’ultimo Dpcm infatti prevede che i musei aperti siano quelli presenti all’interno delle zone gialle che, al momento, non sono così poche. Per tutti coloro che hanno la fortuna di vivere in queste zone il nostro consiglio è cogliere il momento e sfruttare ogni momento libero per godersi le meraviglie dell’arte dal vivo! Gli amanti dell’arte nelle zone arancioni ancora una volta devono fare un piccolo sforzo, e cercare di arricchirsi di cultura anche senza la fruizione dal vivo (abbiate fantasia!). Ricordiamo infatti che la maggior parte dei musei d’Italia sta ancora aderendo a meravigliose campagne virtuali come #artedaldivano (tanto famosa all’interno della nostra rubrica). In attesa di un futuro più roseo, ecco i punti più salienti dell’ultimo decreto:

musei aperti? si, ma solo in alcune zone
La Gioconda, Leonardo da Vinci, 1503, Louvre

I MUSEI E L’ULTIMO DPCM

Ancora una volta l’Italia si vede divisa in zone separate, ma questa volta in colori.

All’interno della zona gialla, i musei sono aperti dal lunedì al venerdì e chiusi nel weekend. Infatti lo stesso dpcm afferma che: «Le amministrazioni e i soggetti gestori dei musei e degli altri istituti e dei luoghi della cultura possono individuare specifiche misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di tutela dei lavoratori, tenuto conto delle caratteristiche dei luoghi e delle attività svolte». Questo ovviamente a condizione che gli istituti riescano a rimanere all’interno di parametri precisi. Infatti, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali (nonché dei flussi di visitatori), devono garantire modalità di fruizione contingentata. Devono quindi evitare assembramenti di persone e consentire che i visitatori possano rispettare la distanza di almeno un metro.

Nelle zone arancioni invece i musei rimangono per ora ancora chiusi.

musei aperti? si, ma solo in alcune zone
Panoramica museo d’arte moderna, Trento

COLORI ZONE D’ITALIA

Abbiamo precedentemente affermato che l’Italia è, ormai da molti mesi, divisa in zone. Hanno spesso cambiato colore e quindi regole di vita quotidiana. Abbiamo quindi scelto, in questa seconda parte di articolo, di illustrarvi con un piccolo elenco i diversi settori colorati (in vigore fino a marzo 2021).

  • Zona gialla: Abruzzo, Calabria, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto
  • Zona arancione:Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria

Il nostro consiglio è quello di tenersi sempre aggiornati sul sito del governo. L’informazione, sopratutto di questi tempi, è fondamentale!




OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino

Questa settimana il nostro appuntamento con l’arte si sposta nella nostra magnifica capitale. Si tratta questa volta di arte contemporanea in mostra nei giardini dell’Aventino fino al 28 febbraio 2021. La mostra si chiama OPEN BOX ed è a ingresso gratuito. Il progetto espositivo è incentrato sul dialogo tra la scultura contemporanea e gli spazi verdi, e persegue le finalità statutarie dellAssociazione Amici dell’Aventino di custodia e valorizzazione dei luoghi dell’Aventino. Open Box è per altro un progetto pilota che, in questi tempi di “chiusure e clausure”, dà il via alla trasformazione degli spazi verdi dell’Aventino in gallerie d’arte all’aperto. Esse prendono il nome di “open boxes”, e che vogliono dare la possibilità ad artisti di esporre le proprie opere per un periodo limitato in un contesto paesaggistico e storico unico.

OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Veduta giardini dell’Aventino, Roma

Foto credits: Roma2pass

 

LA MOSTRA: OPEN BOX

Questa prima edizione propone otto artisti. Tra le mura protette del giardino di Sant’Alessio, Buggiani, Cascella, Monachesi e Santoro si esprimono con materiali duraturi come ferro, acciaio e ceramica. Mentre Cruciani, Fioramanti, Ripandelli e van Wees hanno scelto gli spazi aperti dei giardini Piero Piccioni e di piazza Albina, per le loro istallazioni site-specific e landart.

 

GLI ARTISTI

Dal testo critico di Francesca Perti, presentiamo gli artisti protagonisti della mostra:

Paolo Buggiani, riconosciuto protagonista della street-art internazionale, con l’installazione ESCALATION (2000-2020), un grande uomo che sale una scala vicino ad un serpente che sembrano usciti dal gioco fantasioso di un bambino. Allude ad un’umanità che cerca la propria realizzazione nella ricchezza e dove consumare è la nuova gioia di massa.

Tommaso Cascella. L’opera CIELO è una scultura che traccia con il ferro il suo volume e disegna lo spazio per suggerire l’idea del cosmo. Sono due gli elementi che hanno ispirato Cascella: le cupole di Roma, che sono come volte celesti (quindi cieli), e il campanile dell’Oratorio dei Filippini del Borromini, dove l’architettura si fa solo disegno con il ferro.

OPEN BOX: l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Tommaso Cascella, CIELO

Riccardo Monachesi. BLUE FLUXUS fonde due suggestioni: gli ultimi 15 anni di vita di Sant’Alessio passati sotto una scala del palazzo avito, e il concetto di acqua, che Monachesi realizza attraverso formelle di ceramica smaltata. Crea la propria visione di giardino emendando l’arte ceramica dalla tradizione, elevandola al livello delle realizzazioni scultoree delle fontane rinascimentali.

Ninì Santoro, tra i padri della scultura astratta in Italia, con BOUCLIER, LO SCUDO E LA LANCIA DI ACHILLE (1971) in ferro e acciaio, materiali da sempre prediletti da Santoro, riafferma l’interesse che l’artista ha sempre avuto per gli spunti storici e letterari e sottolinea la sua forza originale, la sua immagine mentale proiettata sulla scultura che solo con il nome diventa realtà.

Mara Van Wees. L’istallazione L’ACQUA CHE NON C’È (2020) colma un vuoto al centro del giardino di Piazza Albina, immaginando una fontana ornata da un moderno mosaico cosmatesco, e come l’invenzione del mosaico riutilizza materiali edili contemporanei, la guaina e il ferro, «e’ minuti rottami rimasi», i materiali scartati dalla costruzione (L. B. Alberti).

Giulia Ripandelli. NASADIYA SUKTA (2017-2018) s‘ispira all’inno vedico, conosciuto come Inno della Creazione, che racconta come l’origine dell’universo sia incomprensibile e misteriosa. l’artista riporta le parole dell’inno, appese ai rami dell’albero, fluidi e leggeri, disposti a trascorrere e a trasformarsi, lanciano al vento il loro messaggio cosmico.

OPEN BOX l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Giulia Ripandelli. NASADIYA SUKTA (2017-2018)

Publia Cruciani, con PRESENZE RIBELLI che potremmo definire una cosmogonia edenica, crea un mondo a parte, dove personaggi dell’antichità ritornano a popolare il colle dell’Aventino: Romolo, Messalina, Poppea, Bruto, Adriano sembrano riapprodare finalmente a casa, perfettamente a loro agio in una Roma post-postmoderna.

Marco Fioramanti. C.R. 42 “FALCO”: “il relitto aereo è un reperto della memoria che esiste nel cimitero dei ricordi”, nello stesso tempo è un atto d’amore e una storia d’amore. Un atto d’amore verso il padre che guidò l’aereo durante la campagna di Grecia e Albania, e una storia d’amore perché, nel subbuglio della guerra, occhi di donna della fazione nemica incontrarono quelli del giovane pilota.

OPEN BOX l’arte contemporanea domina i giardini dell’Aventino
Marco Fioramanti. C.R. 42 “FALCO”




Milano presenta la mostra “Il giovane Boccioni” con ingresso libero

Immancabile appuntamento per gli appassionati d’arte di Milano è la nuova mostra “Il giovane Boccioni” aperta dal 30 aprile al 30 giugno 2021 (salvo chiusure straordinarie causa covid). Numerose sono le mostre che negli ultimi decenni hanno indagato la figura e l’opera di Umberto Boccioni. Poche, tuttavia, sono quelle che hanno ripercorso con rigore scientifico la fase giovanile e formativa dell’artista calabrese. Un periodo in cui lo studio del passato si lega alla volontà irrefrenabile di conoscere il presente e di sperimentare il futuro. A questo periodo ricco di suggestioni è dedicata la mostra Il giovane Boccioni, con la quale Galleria Bottegantica inaugura la stagione espositiva 2021.

Milano presenta la mostra Il giovane Boccioni a ingresso libero
Umberto Boccioni: Trittico. Veneriamo la Madre, 1907-1908. Olio su tavola, 27 x 56 cm. Collezione privata

 

LA MOSTRA: IL GIOVANE BOCCIONI

La mostra è stata curata dalla storica dell’arte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista, la rassegna propone una accurata selezione di opere eseguite da Boccioni tra il 1901 e il 1909. Anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano. Fondamentali esperienze intervallate dall’importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia. L’influenza delle diverse correnti figurative europee e l’interesse per la tradizione classica e rinascimentale, affiorano ripetutamente nelle opere del periodo. In più trovano, soprattutto nella produzione grafica, un valido laboratorio di analisi sperimentale, di invenzione e di verifica stilistica che Boccioni conduce in parallelo rispetto alla pittura.


Orari: da martedì al sabato 10-13; 15-19
Prezzo: ingresso libero

Milano presenta la mostra Il giovane Boccioni a ingresso libero
Umberto Boccioni: La madre, 1912. Olio su tela, 52 x 35 cm. Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi

 

LA STRUTTURA

Al lavoro su carta la mostra dedica particolare interesse attraverso una selezione di disegni che coprono gli anni dell’apprendistato del giovane Boccioni. Un primo nucleo di opere presenta una forte impronta scolastica risalente al periodo in cui fu allievo di Giacomo Balla e frequentò le scuole di disegno pittorico e di nudo a Roma. Un secondo nucleo invece appare più copioso e diversificato, riconducibile agli anni immediatamente successivi, nei quali il tratto acquista sicurezza nel restituirci precise visioni architettoniche. Ritratti curiosi alcuni dei quali rasentano la caricatura e figure umane di estrema sintesi formale.

Milano presenta la mostra Il giovane Boccioni a ingresso libero
Umberto Boccioni: Finestra, 1904-1906. Matita e biacca su carta, 210 x 280 mm. Collezione privata

Altro aspetto su cui la mostra focalizza l’attenzione riguarda le tempere commerciali che Boccioni dipinge in questi anni per ragioni perlopiù economiche.
La foga di apprendere e di affinare le proprie capacità artistiche caratterizza anche il periodo veneziano dell’artista, durante il quale sperimenta la tecnica incisoria, i cui esiti, davvero interessanti, sono ben documentati nella rassegna milanese.
Il percorso espositivo della mostra si conclude come del resto quello formativo dell’artista con il trasferimento di Boccioni a Milano, nel settembre del 1907. L’interesse per le opere di Giovanni Segantini, Carlo Fornara e di Gaetano Previati, orientano il giovane verso la ricerca di uno stile nuovo. Uno stile capace di conciliare la modernità positivista con l’idealità nell’ambito dell’illustrazione e della cartellonistica. La coeva produzione pittorica trova espressione in piccole vedute di paesaggi lombardi, che dimostrano tuttavia un superamento della trama impressionista ancora presente nelle tele di periodo veneziano. Nel versante del ritratto, dove il pennello diventa febbrile nella sua urgenza di restituire sulla tela la singolarità di un volto, di una espressione o di un carattere.

 




Polittico di San Luca: ecco la nuova conquista di Verona

Questa settimana parliamo nuovamente di arte. Si tratta di un’opera specifica di inestimabile valore storico-artistico finalmente arrivata a Verona. Acquistata quest’estate da Mibact, il capolavoro è uno straordinario polittico rinascimentale detto di San Luca. Attribuito ad un intagliatore veronese, entra a far parte della collezione dei Musei Civici di Verona in esposizione permanente al museo scaligero.

Polittico di San Luca: ecco la nuova conquista di Verona
Polittico San Luca, tagliatore veronese, 1470-1480, VE

L’OPERA

Gli studi recenti collocano il Polittico San Luca tra gli anni ‘70 e ‘80 del Quattrocento. Presenta richiami artistici all’ambito veronese come trait d’union tra la bottega dei Giolfino e l’attività di Giovanni Zebellana. Proprio per la sua appartenenza alla storia culturale della città, il polittico è stato destinato al museo veronese mentre la titolarità è in capo alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia. In attesa della riapertura dei Musei, il polittico potrà essere ammirato attraverso alcuni video di presentazione che, nelle prossime settimane, saranno resi disponibili sul sito e sui canali social dei Musei Civici.

Polittico di San Luca: ecco la nuova conquista di Verona
Polittico San Luca, tagliatore veronese, 1470-1480, dettagli

COLLOCAZIONE

Prima dell’esposizione, l’opera è stata sottoposta ad un intervento conservativo e, per la sua collocazione, è stato studiato il riallestimento completo della sala del Mantegna destinata ad accoglierla. Il Polittico di San Luca è collocato a confronto con dipinti di Mantegna, Francesco Bonsignori, Carlo Crivelli e, in particolare, in rapporto con opere di Francesco Benaglio e Domenico Morone. Questo perché rivelano evidenti affinità stilistiche con l’ambito culturale dell’intagliatore e mostrano analoghi riferimenti figurativi a modelli mantegneschi.

Polittico di San Luca: ecco la nuova conquista di Verona
Polittico San Luca, tagliatore veronese, 1470-1480, dettagli

COMPOSIZIONE E STRUTTURA

Il Polittico presenta tre scomparti e due registri. Nella parte alta raffigura la Madonna con il Bambino in trono, attorniata da San Bernardino da Siena e San Vincenzo Ferrer. Nel registro inferiore invece San Luca evangelista seduto allo scrittoio con San Rocco e San Sebastiano ai lati.
La cornice è integra ed originale con montanti costituiti da lesene traforate e piccole porzioni di colonnine foliate. I trafori sono applicati su fondi in carta rossi o blu, a imitazioni di smalti, secondo una tradizione presente in area veneta. La finitura policroma è raffinatissima nella resa degli incarnati e nei dettagli preziosi che ornano le vesti. L’impianto architettonico della cornice e la concezione delle statue sono la testimonianza del clima di ricezione presente a Verona in quegli anni e del rinnovamento portato da Andrea Mantegna.

 

 




La fotografia in mostra a Torino: CAMERA presenta il programma 2021

Per questa settimana, diversamente dal solito, parliamo di fotografia. Per gli appassionati questo è sicuramente l’articolo giusto. Vi presentiamo così la nuova programmazione di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. In attesa di poter riaprire presto le porte del centro espositivo di via delle Rosine 18 a Torino e di tornare ad accogliere con entusiasmo, ha annunciato una ricca lista di imperdibili eventi.

La fotografia in mostra a Torino: CAMERA presenta il programma 2021

COS’È CAMERA

Per chi non conoscesse il progetto CAMERA – centro italiano per la fotografia – si tratta di un progetto che mira alla valorizzazione della fotografia italiana vista come linguaggio ed espressione artistica. Esso mira non solo a svilupparla in un contesto nazionale, ma spesso partecipa a collaborazioni internazionali. Infine, ha l’obbiettivo di stimolare il confronto, suscitare domande e approfondire il racconto della realtà quotidiana attraverso gli scatti.

 

LA PROGRAMMAZIONE

Il Centro Italiano per la Fotografia partirà proseguendo con la mostra Paolo Ventura. Carousel, prorogata al 14 febbraio. Offre così ai visitatori qualche settimana in più per potersi immergere nei mondi immaginari creati dall’arte e dal talento di Ventura. In mostra si trova anche una serie di opere inedite, realizzate in queste ultime settimane.

La fotografia in mostra a Torino, CAMERA presenta il programma 2021
Fotografie di Horst P. Horst per la mostra 2021

Dal 4 marzo riprende il fortunato schema di CAMERA DOPPIA con due personali in parallelo, dedicate a due grandi nomi del passato: Horst P. Horst e Lisette Model. Indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei, attraverso un percorso espositivo che ne sottolinea similitudini e differenze.

La fotografia in mostra a Torino, CAMERA presenta il programma 2021
Fotografie di Lisette Model per la mostra 2021 a Torino

Si prosegue dal 23 giugno con Walter Niedermayr, uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso la sua mostra si scoprono gli ultimi dieci anni del suo lavoro attraverso i temi più ricorrenti della sua carriera: i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi.

Infine, dal 30 settembre e in occasione della prima edizione delle ATP Finals a Torino, CAMERA concluderà l’anno con una mostra personale dedicata al grande fotografo inglese Martin Parr. Attento interprete del presente, che nel corso dei decenni ha ritratto la società con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone contemporanee. Al centro del percorso di mostra, che presenterà lo sport nella fotografia. Troveremo le immagini realizzate durante numerosi incontri di tennis, fulcro di una riflessione sullo sport che Parr porta avanti fin dall’inizio della sua carriera.

La fotografia in mostra a Torino, CAMERA presenta il programma 2021
Fotografie MArtin Parr per la mostra 2021 a Torino

In contemporanea alla riapertura delle sale di CAMERA, sarà visitabile la nuova mostra Roberto Gabetti fotografo, che si concentra sull’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), noto per il suo lavoro di ricerca e progettazione architettonica, a vent’anni dalla sua scomparsa. A Gabetti succederà l’esposizione di Nicola Lo Calzo (Torino, 1979) che esporrà i suoi lavori di documentazione su ciò che resta del colonialismo, dello schiavismo, della resistenza ad esso e dei processi che hanno portato alla sua abolizione.

Come ultimo punto si precisa ovviamente che le date delle mostre sono da ritenersi indicative in base a quanto è oggi possibile ipotizzare. Potranno quindi subire variazioni alla luce di eventuali nuove chiusure dei musei e dei luoghi di cultura disposte dalle autorità di governo.

 




LE MOSTRE PREVISTE PER IL 2021: anticipazioni a dir poco promettenti

L’appuntamento di oggi ha la speranza di vedere nel 2021 un anno nuovo, ricco di arte e cultura. È vero che in pochi si arrischiano a fissare date, ma prevale la sensazione che il mondo delle mostre si lasci alle spalle l’anno horribilis degli eventi mancati o preclusi. Ecco qui la tanto attesa lista delle mostre previste per il 2021!

Ecco le mostre previste per il 2021

ELENCO MOSTRE PREVISTE PER IL 2021

Vi presentiamo così un elenco promittente di mostre che, si spera, allieteranno gli appassionati il prossimo anno!

 

MILANO

Tra gli appuntamenti milanesi, quello proposto da Bottegantica spicca per novità: la galleria proporrà infatti (dal 5 marzo) una monografica dedicata al Giovane Boccioni. Focalizzata interamente sugli anni tra il 1901 e 1909, una fase dell’artista mai prima studita così attentamente.

 

TORINO

Mentre a Torino, CAMERA il Centro Italiano per la fotografia svela un programma da grande annata. A partire da marzo una doppia personale su Horst P.Horst e Lisette Model. Lui grande genio della moda, lei ironica e dissacrante street photographer. Seguirà a giugno una personale dedicata ad uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei, Walter Niedermayr (Bolzano, 1952). Immancabili i temi dei paesaggi alpini, delle architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. Per l’autunno, in occasione delle attesissime ATP Finals, che si svolgeranno a Torino dal 2021 al 2025, CAMERA mette in campo una grande personale del fotografo inglese Martin Parr che naturalmente esporrà scatti dal mondo del tennis.
Il 2021 sarà anche l’anno di apertura di nuovi musei o del rinnovo di altri. Si è già fatto cenno alla nascita della Nuova Pilotta. Dove “Nuova” non è solo un aggettivo da aggiungere ad un nome storico, ma l’idea di un museo di nuova concezione.

 

RAVENNA

Questo 2021 sarà l’Anno di Dante e due delle città dantesche per eccellenza, Ravenna e Verona: per l’occasione alleate tra loro, hanno messo in campo un calendario di eventi davvero impressionante.

Il programma di Ravenna prevede ben 4 mostre. La prima, allestita alla Classense con il titolo “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, ripercorre il VI centenario dantesco del 1921, inaugurato l’anno prima. Sino al 14 luglio, l’antica chiesa camaldolese di San Romualdo accoglierà Le “Arti al tempo dell’esilio. Si tratta di una mostra che ripercorre le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante (come Giotto e Cimabue). Ma non solo perché comprende anche capolavori assoluti dell’oreficeria e della miniatura.
Da settembre, “Un’epopea pop” mostrerà al MAR (Museo d’Arte) la fortuna popolare della figura di Dante. Questo attraverso i secoli e i generi espressivi, dai manoscritti del Trecento fino agli articoli di merchandising. Intrecciato alla mostra, un percorso d’arte contemporanea proporrà, sui temi danteschi, opere di Richard Long, Kiki Smith, Rä di Martino e così via. Al centro del chiostro cinquecentesco il pubblico avrà l’occasione di entrare fisicamente in Sacral di Edoardo Tresoldi. Con la Galleria degli Uffizi il Comune di Ravenna ha avviato una collaborazione pluriennale ed è da essa che prende vita anche il progetto espositivo “Dante nell’arte dell’Ottocento”.

  

VERONA

Anche Verona, la città di Cangrande della Scala, ricorda Dante con un importante programma di eventi. Tra quelli espositivi spicca la mostra “Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona”, allestita dal 23 aprile al 3 ottobre, alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Sei sezioni, prestiti d’eccezione per ricordare Dante, Beatrice, Romeo e Giulietta. Muniti di una apposita Mappa, si percorre poi quella che è una mostra diffusa dal titolo “Dante a Verona, fatta di storie e luoghi nella città che per Dante fu «lo primo… refugio e il primo ostello». Alla riscoperta della Verona scaligera e medievale.
Giunti al Museo di Castelvecchio, dove si conserva la statua equestre di Cangrande, nella Sala Boggian, verrà esposto l’Inferno dantesco rivissuto nelle potenti immagini dell’americano Michael Mazur (1935-2009), a vent’anni dalla loro “prima” al Castello scaligero.

 

PARMA

Gli Uffizi sono scesi in campo anche per una mostra-evento programmata dalla prossima primavera alla Reggia di Colorno (in provincia di Parma). Nei Saloni della sontuosa dimora tornerà la mitica Collezione di Porcellane dei Duchi di Parma. Tesori delle più importanti manifatture europee del ‘700, che a seguito dell’unione del Ducato al Regno d’Italia sono stati dispersi tra diverse sedi tra cui il Quirinale. Ora lo storico, seppur temporaneo, ritorno a casa.
Parma, la Nuova Pilotta affronta il 2021 presentandosi in veste ampiamente rinnovata. Tre le mostre in programma: “L’Ottocento e il mito di Correggio”, che dopo il mancato avvio a causa dell’emergenza sanitaria, aprirà i battenti a fine febbraio. Per essere seguita da Le passioni del Maggiordomo. I Fiamminghi della Nuova Pilotta che documenterà l’arrivo a Parma della pittura fiamminga e ciò che questo significò nell’arte del Ducato. Concluso il periodo espositivo, i Fiamminghi andranno a comporre una sezione del nuovo allestimento museale della Pinacoteca.
Per l’autunno Simone Verde, Direttore della Pilotta, non nasconde l’orgoglio di poter presentare a Parma, Capitale della Cultura, i tesori de “I Farnese”, spettacolare storia di una Dinastia che dell’arte ha fatto un suo simbolo.
Nella vicina Fondazione Magnani Rocca, a Mamiano di Traversetolo(sempre in provincia di Parma) l’appuntamento di maggior rilievo sarà nell’autunno con una grande retrospettiva su Mirò. Nei mesi che la precederanno, la Fondazione prevede due eventi: un focus su Modigliani e uno su Pasolini.

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Ecco le mostre previste per il 2021

ROVIGO

Rovigo di grandi mostre ne propone addirittura quattro. In Palazzo Roverella, la primavera sarà riservata ad “Arte e musica. Dal Simbolismo alle avanguardie”: un’esposizione di vasto respiro sulle molteplici relazioni tra queste due sfere espressive, dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento. L’autunno sarà invece riservato alla fotografia, con una originale monografica di Robert Doisneau, alla ricerca degli attimi di felicità che egli ha saputo catturare nelle sue immagini.
In Palazzo Roncale, la primavera vedrà protagonisti i sette Teatri Storici del Polesine, magnifici edifici, cuore di infinite storie. Che la mostra “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti…I Teatri Storici del Polesine”, racconta per immagini, suoni, testimonianze.
Stessa sede, ma in autunno, “Giovanni Miani. Il leone bianco del Nilo”: per la prima volta la storia di un Indiana Jones dell’Ottocento, l’uomo a cui venne impedito di intestarsi la scoperta delle sorgenti del Nilo.

 

UDINE

Dal Veneto al Friuli per due monografiche di oggettiva qualità, dedicate ad altrettanti artisti locali per nascita ma non certo per livello ed interesse. “Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)” è il titolo della mostra che all’artista e architetto rinascimentale dedicherà il Castello di Udine.

 

PORDENONE, TRENTO e TREVISO

Pordenone invece, nella sede dei Civici Musei, indagherà “Michelangelo Grigoletti (1801-1870)”, un necessario omaggio ad un artista che ha interpretato in modo originale l’arte dei decenni centrali dell’Ottocento, tra Italia e Ungheria. Quando anche le donne si misero a dipingere, o meglio venne loro riconosciuto il diritto di farlo, Fede Galizia fu tra le prime a ottenere riconoscimento e successo internazionali. A lei, trentina d’origine, il Castello del Buonconsiglio, a Trento, riserva la sua grande mostra estiva.
Nel campo della Fotografia è pronta ad aprire i battenti, non appena sarà consentito, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (TV): “Steve McCurry. Icons”, una selezione di oltre 100 fotografie di uno dei più acclamati fotografi contemporanei.

Attesissimo, a Treviso, il nuovo Museo Nazionale della Collezione Salce, creato dal Mibact nell’ex chiesa di Santa Margherita. Per la sua inaugurazione il Nuovo Salce accoglierà una delle tre sezioni della ricchissima esposizione che Treviso dedicata a “Renato Casaro: L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood”. Oltre che al Nuovo Salce, la mostra sarà allestita nella seconda sede del Salce, al Complesso di San Gaetano, e al Museo Civico di Santa Caterina.

 

SANNA e SASSARI

Un altro, rilevantissimo intervento di restyling è in corso al Museo Nazionale Sanna a Sassari. Coinvolge l’intera Sezione Etnografica, ricchissima di testimonianze. A darle un volto nuovo è impegnato un “allestitore” d’eccezione, lo stilista Antonio Marras.

 

Questi sono gli eventi che fanno pensare ad un mondo dell’arte che ha deciso di guardare avanti, leccandosi le ferite, certo, ma senza chinare la testa.

Ecco qui l’appuntamento sul Natale se ve lo siete persi!

 




Le tre opere d’arte che raccontano il magico mistero del Natale

Per un nuovo capitolo dell’Arte dal Divano oggi abbiamo scelto di raccontare, tramite opere d’arte, il magico mistero del Natale. Beato Angelico, Jacopo Tintoretto e Gaetano Previati insieme tesseranno le fila dell’antico racconto della nascita di Cristo. Un viaggio nell’arte che vi accompagnerà in questi giorni festivi e di raccolta.

 

L’annunciazione – Beato Angelico, convento di San Marco (FI)

Primo tassello della storia non può che essere l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. Un episodio raccontato con una tecnica straordinaria da Beato Angelico a metà del 1400. Un affresco del tutto semplice ed elegante in stile rinascimentale, ma ricco nel suo significato. L’ambientazione dà su un portico affacciato su uno splendido giardino oltre il quale si vede un boschetto con cipressi. Elemento di innovazione è la disposizione dei protagonisti lungo una diagonale, che partecipano così in maniera più efficace allo spazio. Insomma, per questa prima tappa del Natale abbiamo scelto una delle opere più famose del maestro ed uno dei migliori esiti in assoluto su questo soggetto.

Le tre opere d'arte che raccontano il magico mistero del Natale
Beato Angelico, Annunciazione, 1425 – 1426, affresco, 230 x 321 cm. Firenze, Convento di San Marco

 

Adorazione dei pastori – Jacopo Tintoretto, Scuola Grande di San Rocco (VE)

La seconda opera da noi scelta racconta l’arrivo dei pastori al luogo incantato. Uno dei più famosi pittori di sempre ha rappresentato con grande maestria questa scena nel ciclo dei “Dipinti per la sala grande di San Rocco”, custodito a Venezia. Jacopo Tintoretto infatti, con tecnica ad olio su tela tra il 1578 e il 1581, realizza un’iconografia del tutto diversa da quella tradizionale, scostandosi anche dalla solita disposizione delle figure. Una composizione particolare perché suddivisa su due piani: l’uno sovrapposto all’altro, illuminati da una luce sovrannaturale che penetra da un tetto completamente aperto. Un’opera straordinaria che ha subito catturato la nostra attenzione per la sua peculiarità e unicità, data la sua collocazione temporale.

Le tre opere d'arte che raccontano il magico mistero del Natale
Jacopo Tintoretto, Adorazione dei Pastori, 1578, Venezia, Scuola Grande di San Rocco

Credits foto: arte.it

 

Adorazione dei Magi – Gaetano Previati, Pinacoteca di Brera (MI)

L’ultima tappa del nostro racconto invece è di tutt’altro genere ed epoca. Dal pieno Rinascimento italiano alle soglie del secolo scorso. Gaetano Previati infatti realizza nel 1890 questa straordinaria opera simbolista nel significato e divisionista nella tecnica. Portando con sé la sua poetica, Previati realizza un’opera nel pieno significato cristiano arricchita però di una nota quasi fiabesca. La scena infatti non è molto contestualizzata e si svolge nei pressi di una piccola costruzione di cui si vedono solo alcuni dettagli. Lo sfondo invece è caratterizzato da una massa indefinita di persone accorse per vedere la piccola creatura. Uno stile diverso da quello che può essere la pittura decisa e pulita di Angelico, ma altrettanto forte e ricco di significato.

Le tre opere d'arte che raccontano il magico mistero del Natale
Gaetano Previati, Adorazione dei Magi, 1890-1894 – Olio su tela – 58,8×131, Pinacoteca di Brera, Milano

Credits foto: Pinacotecabrera.org

 

Se ve lo siete persi e siete in alto mare con i regali di Natale, qualche settimana fa qui vi abbiamo consigliato delle chicche per gli amanti della storia dell’arte. Curiosi?

 




La stagione folle delle mostre: dormienti o inaspettatamente aperte

Allestite nel minimo dettaglio e pronte ad essere ammirate da molti appassionati. Stiamo parlando delle mostre italiane in attesa di nuove direttive da parte del Governo. Certo, molte di queste sono rimaste in contatto con il proprio pubblico grazie al mondo virtuale e alle visite guidate online. Purtroppo però non è sufficiente. Ecco quindi che vi presentiamo la “stagione folle delle mostre” con mostre dormienti in attesa di apertura e mostre magicamente aperte.

la stagione folle delle mostre: mostre dormienti o inaspettatamente aperte
Vincent van Gogh, Alberi da frutto tra i cipressi, 1888

LE MOSTRE DORMIENTI

Molte mostre erano sulla nostra lista “da visitare” quest’anno, e molte di queste non hanno potuto essere ammirate e commentate. Numerose sono già al loro doppio “sonno”: appena partite quando a chiuderle fu il lockdown di primavera, salvo risorgere con il sole d’estate, per poi tornare nuovamente al buio. Prima di queste sfortunate è la mostra a Palazzo Roncale di Rovigo, La quercia di Dante. Visioni dell’inferno. Dorè, Rauschenberg, Brand, aperta lo scorso 28 febbraio e adesso prolungata sino al 17 gennaio 2021. A Ferrara invece Previati è stato ricordato con la mostra Tra Simbolismo e Futurismo. Gaetano Previati. Inaugurata il 9 febbraio 2020, dovrebbe concludersi il 27 dicembre, salvo proroghe.

Accanto a queste due veterane, diverse altre vivono un poco gradito letargo in attesa del colpo di bacchetta magica che le risvegli. A Padova infatti morde il freno “Van Gogh. I colori della vita”, prevista sino all’11 aprile. Tempi brevi, sempre che non intervengano auspicabili proroghe, per “Mio Vanto, Mio Patrimonio”. L’arte del ‘900 nella visione di Leone Piccioni, al Museo della Città di Pienza. Sempre salvo proroghe, a Cremona, “Orazio Gentileschi. La fuga in Egitto e altre storie” è, per adesso, prevista sino 31 gennaio. E queste sono solo alcune! Insomma, l’Italia è ricca di arte che muore dalla voglia di essere ammirata in attesa di un futuro si spera più roseo.

la stagione folle delle mostre: mostre dormienti o inaspettatamente aperte
Cremona, “Orazio Gentileschi. La fuga in Egitto e altre storie”

Credits foto: Cremona Infopoint

 

LE MOSTRE INASPETTATAMENTE APERTE

Lo sapevate che ci sono invece eventi culturali aperti al pubblico? Ebbene si, tra tante mostre dormienti, ve ne sono alcune che sono “graziate” dai dpcm per avere sede in paesi con meno restrizioni. Oppure per essere accolte in gallerie private che, in quanto esercizi commerciali, sono accessibili al pubblico (ad eccezione naturalmente della zona rossa).
È esempio del primo caso “Dentro i Palazzi. Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva”, aperta nel pieno di questa ondata di Covid, allestita nella Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst, a Rancate, Canton Ticino, in Svizzera. Tranquillamente visitabile sino al 28 febbraio 2021.
Così come sono regolarmente aperte le sezioni milanese e fiorentina di “Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2021”, mostra proposta da Tornabuoni Arte nelle sue Gallerie delle due città.
Per concludere la lista, ecco una Fiera: “Flashback, l’arte è tutta contemporanea”. Il tema “Ludens” ha fatto sì che l’edizione non fosse centro solo di Torino, ma anche di molti paesi nel resto del mondo. Partendo dal grido di “non siamo soli”, ci invita tutti a giocare con la capacità di ciascun di riplasmare la realtà attraverso la creatività.

la stagione folle delle mostre: mostre dormienti o inaspettatamente aperte
A Torino la fiera Flashback: l’arte è tutta contemporanea

Credits foto: TorinoClick

 

Se vi siete persi i nostri consigli su regali d’arte da fare ai vostri cari per Natale cliccate qui!




Dpcm: i musei rimarranno chiusi ma la cultura non si scoraggia

Proprio qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Conte si è pronunciato in merito alle nuove direttive del Dpcm: nuovamente però le notizie per l’arte non sono delle migliori. I musei, mostre, teatri, cinema e tutte le istituzioni culturali rimarranno chiusi fino al 15 di gennaio, e questo è quanto. Non ci resta che aspettare il prossimo intervento del governo e, nel mentre, approfondire per conto nostro..che alla fine non è poi così male! Da documentari e visite virtuali ai più amati libri, abbiamo la possibilità di immergerci con la fantasia nei contesti d’arte più belli di sempre. Il nostro consiglio quindi è quello di non sottovalutare il potere della cultura e cercare di godere di quello che si ha (che, ammettiamolo, non è poco)!

Dpcm: i musei rimarranno chiusi fino al 5 gennaio
Dettaglio facciata musei vaticani (RO)

Dpcm: testo e conferenza stampa

Le misure specifiche si trovano precisamente al comma 10 dell’articolo 1 e citano: “sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”. E poi “sono sospesile mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemica”.

Durante la conferenza stampa in diretta streaming per presentare il nuovo Dpcm, Conte non ha dato nessun chiarimento specifico in merito alle istituzioni culturali. Non sono state citate nemmeno dai giornalisti per chiedere delucidazioni generali o riguardo la riapertura in futuro. Manca infatti una vera e propria progettazione sulla riapertura. Però non temete, la nostra rubrica Weekend in Arte cercherà in tutti i modi di tenervi compagnia e accompagnarvi nel magico mondo dell’arte e della cultura.

Dpcm: musei chiusi fino al 15 gennaio
Dettaglio interno museo Guggenheim Museum di New York

Vi aspettiamo la settimana prossima con un altro appuntamento della nostra rubrica d’arte. Ma, nel mentre, se ve lo siete persi la settimana scorsa è uscita una piccola guida ai regali di Natale per gli amanti dell’arte qui. Andate a dare un’occhiata!




Arte dal divano: 5 libri d’arte da regalare a Natale

Questa settimana la nostra rubrica Arte dal divano vi accompagnerà ancora una volta nel mondo della cultura e dell’arte, ma questa volta offline. Parliamo infatti di libri! Con un tema un po’ diverso dal solito oggi inizia la nostra personale lista di idee per regali di Natale. I libri possono essere un ottimo svago personale, ma soprattutto uno splendido pensiero da condividere con i vostri cari. Ecco 5 libri d’arte da regalare a Natale alla vostra famiglia:

 

Il mistero delle cose, nove ritratti di artisti – Massimo Recalcati (Feltrinelli, 2016)

L’opera d’arte, come sanno bene tutti i grandi artisti, intrattiene sempre un rapporto con l’assoluto, con l’irraffigurabile, con il reale, con l’impossibile”.

È possibile raffigurare l’irraffigurabile, dare un’immagine all’inesprimibile, offrire un volto all’assoluto? È proprio questo il compito della grande arte e il filo rosso che unisce i nove artisti italiani – Giorgio Morandi, Alberto Burri, Emilio Vedova, William Congdon, Giorgio Celiberti, Jannis Kounellis, Claudio Parmiggiani, Alessandro Papetti e Giovanni Frangi – di cui Recalcati propone un ritratto ricco di suggestioni. In un manuale dove arte e psicoanalisi si uniscono in una magica sincronia d’indagine, vi renderete conto che l’opera d’arte ha la capacità di svegliarci dal sonno della realtà ordinaria e metterci di fronte al “mistero delle cose”. In virtù di questo processo, la psicologia assume le caratteristiche di uno strumento conoscitivo per indagare l’arte e la sua creazione. Cosa c’è di più affascinante?

 

Le muse nascoste – Lauretta Colonnelli (Giunti, 2020)

Le muse, come figura d’arte, sono sempre state una figura presente in ogni epoca storica. Conosciamo i loro volti da sempre, ma pochi si sono interrogati sulla loro identità. Sono le muse “nascoste” per esempio nei capolavori di Sandro Botticelli, Gian Lorenzo Bernini, Henri Matisse e Balthus. Figure nascoste dall’ombra ingombrante dell’uomo-artista. Lauretta Colonnelli, attraverso un lungo lavoro di indagine, è andata alla ricerca di quelle donne e delle loro storie. Questo libro si costituisce quindi di una serie di ritratti intensi e appassionanti, con un ricco apparato di immagini. Un atto di giustizia e di attenzione per quelle muse così fondamentali, e così sottovalutate al tempo stesso. Immancabile nella lista dei libri da regalare a Natale!

5 libri d'arte da regalare a Natale
Le Muse Inquietanti, 1918 (dettaglio) – Giorgio De Chirico

Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte – Francesco Bonami (Mondadori 2009)

Il titolo di questo libro a chi studia, o a chi ha studiato, storia dell’arte porta un sorriso quasi divertito. Capita spesso di incontrare persone che, ad una mostra contemporanea, d’istinto esclamano davanti ad un’opera “Questo lo potevo fare anch’io!”. Bisogna ammettere che molte di quelle opere sembrano solo tele imbrattate e sculture che appaiono come ammassi di rottami. Questo libro però ci sfida ad “gustare” le opere senza pregiudizi. E se è vero che nell’ultimo secolo l’arte si è evoluta al punto da essere strana ai nostri occhi, Francesco Bonami ci racconta perché effettivamente non è vero che potevamo farlo anche noi.

 

Breve ma veridica storia della pittura Italiana – Roberto Longhi (1914)

Nella rubrica Arte da divano, non poteva mancare il grande storico dell’arte Roberto Longhi. Con questo insormontabile saggio Longhi aiuta tutti coloro che si vogliono approcciare alla materia. Unisce critica presente con quella del passato e analizza così la pittura italiana da Giotto ai maestri rinascimentali. L’opera è divisa in due parti: “Idee” e “Storia“. Nella prima sono indicati i nuovi metodi per lo studio dello stile degli artisti. La seconda invece analizza l’arte secondo la metodologia indicata nella prima parte. Un libro da avere in casa assolutamente!

5 libri da regalare a Natale
Andrea Mantegna, La crocifissione, 1457-59, Louvre (Parigi)

 

La storia dell’arte – Ernest H Gombrich (1950)

Sulla stessa scia di Roberto Longhi non potevamo non inserire il grande Ernest. Si tratta senza dubbio dell’opera più nota e apprezzata del grande storico dell’arte austriaco. Si differenzia dagli altri per la sua facile comprensione, che la rende adatta anche a chi non è esperto in materia. Il manuale tratta in maniera completa della parabola esistenziale del rapporto tra essere umano e arte. Una lettura piacevole e scorrevole che vi accompagnerà in un incredibile viaggio dalle prime creazioni artistiche primitive fino alle stravolgenti avanguardie del ‘900. Assolutamente un must-have da avere in libreria!

Se siete interessati, qui di seguito una piccola sua intervista in cui parla del libro:

Se ve lo siete persi, la settimana scorsa è uscito un altro capitolo di Arte dal divano con protagonista il Mart, uno dei leader dei musei digitali italiani. Andate a dare un’occhiata!