Milano. Art&Food

Milano. Art&Food. Alfa Romeo e oltre 110 musei coinvolti per esplorare il tema della luce in Museocity. E golosità in tavola

 

Il DNA Alfa Romeo “accende” il weekend dei musei milanesi

Progettato dal Centro Stile Alfa Romeo e realizzato da iGuzzini illuminazione, il DNA sarà protagonista di MuseoCity, evento del Comune di Milano che coinvolge oltre 90 istituzioni culturali dell’area lombarda, in un weekend – dal 3 al 5 marzo – dedicato alla riscoperta di opere meno note, legate ogni anno a un tema specifico.

alfa-romeo
alfa-romeo

 

Il tema dell’edizione 2023 è “La luce dei musei”, perfetto per raccontare un’opera che non è una semplice fonte di illuminazione, ma l’essenza stessa del marchio.

Dal 3 al 5 marzo sarà la monumentale installazione luminosa del Museo di Arese a raccontare la storia di Alfa Romeo.

Milano-arte-food-alfa-romeo
Milano-arte-food-alfa-romeo

 

Alta 15 metri, rappresenta l’essenza del Marchio, in uno spettacolo di luci e segni a svelare le vetture più iconiche.

Sabato 4 marzo apertura straordinaria del Museo fino a mezzanotte, in un’inedita veste “A luci spente”.

Un ricco programma di eventi nel weekend, dalla Formula 1 al tributo ad Autodelta nel 60° anniversario

Velocità, bellezza e una storia industriale lunga 113 anni: come rappresentare gli elementi identitari del marchio Alfa Romeo attraverso un “oggetto” che non sia una singola automobile, ma qualcosa che idealmente le rappresenti tutte?

Il DNA è una struttura cilindrica alta 15 metri e un diametro di 4, formata da elementi in acciaio, plexiglass e luci – 150 elementi luminosi che contengono 8192 segmenti a led, 1.500 metri di cavetti – fortemente presente nello spazio ma dinamica e leggera, con un vortice discendente che, in un’alternanza di accensione e spegnimento, crea una danza di luci, collegando tra di loro elementi diversi.

 milano-alfa-romeo-

milano-alfa-romeo-

 

All’interno dell’installazione c’è infatti una vera e propria cascata di lettere, a comporre i nomi dei modelli più iconici di sempre –  dalla Disco Volante alla 33 Stradale, dalla 8C 2900B Speciale le Mans al “Duetto” – oltre a stilemi, come l’inconfondibile V della calandra, realizzati su sagome di metallo verniciate in Rosso Alfa, ed elementi luminosi curvi di lunghezze diverse che si susseguono dal soffitto vetrato del Museo sino al basamento. Un sofisticato impianto tecnologico governa questo spettacolo di luci, che può essere modulato in diversi scenari a seconda dell’effetto desiderato: dal battito del cuore che si muove all’interno del cilindro alla scia, con lampi che si rincorrono nel perimetro esterno.

Il weekend 3-5 marzo sarà arricchito da altre attività al Museo Alfa Romeo: oltre alle visite guidate all’esposizione e ai depositi della Collezione, nella giornata di domenica 5 si potrà assistere in diretta al GP del Bahrain, primo appuntamento del campionato 2023 di Formula 1.

Museo-Storico-Alfa-Romeo_per_Milano_MuseoCity23
Museo-Storico-Alfa-Romeo_per_Milano_MuseoCity23

 

E sempre domenica, alle 14.30, una parata di Alfa Romeo sulla pista interna del Museo tributerà un omaggio ad Autodelta, il leggendario reparto corse fondato proprio il 5 marzo di 60 anni fa. Al termine della parata, alle 15, la conferenza Backstage che ripercorrerà la storia di Autodelta.

Tutte le attività del weekend sono gratuite e comprese nel biglietto di ingresso del Museo. Non è necessaria la prenotazione. Per informazioni www.museoalfaromeo.com

Milano. Art&Food

Museocity 2023: la nuova edizione torna dal 3 al 5 marzo

Oltre 110 musei coinvolti per esplorare il tema della luce

Giunge alla settima edizione Milano MuseoCity, la manifestazione promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Associazione MuseoCity, che ha l’obiettivo di valorizzare i musei promuovendo la conoscenza del loro eccezionale patrimonio.

ADI_Design-Museum_Diario-di-un-Lockdown
ADI_Design-Museum_Diario-di-un-Lockdown

 

Dal 3 al 5 marzo, Milano si trasforma in un unico, grande museo diffuso grazie all’apertura coordinata di oltre 110 tra musei pubblici e privati, grandi e piccoli, in centro e in periferia – sono 38 le sedi situate nell’hinterland -, di arte, storia, scienza, design, che offrono al pubblico visite straordinarie, tour guidati, mostre ed eventi speciali, conferenze e laboratori, per adulti e bambini.

Il tema scelto per la nuova edizione è “La Luce dei Musei”, tema affrontato da molti punti di vista, che fa emergere uno dei punti di forza della manifestazione: la sua interdisciplinarità e la sua capacità di intercettare l’interesse di un vasto pubblico, nel segno della cultura.

 

 Dettagli allegato milano-art-food-Fondazione-Trivulzio-Giulia-Trivulzio.jpg

Dettagli allegato
milano-art-food-Fondazione-Trivulzio-Giulia-Trivulzio.jpg

 

Tra le molte proposte di MuseoCity torna “Museo Segreto”, un percorso, a cura di Federica Giacobello, che quest’anno si sviluppa tra le 103 sedi partecipanti consentendo al pubblico di scoprire opere inedite o proposte con modalità nuove. In questa settima edizione sono 72 le opere “segrete” disseminate, che mostreranno al pubblico le tante declinazioni che può assumere il tema “La Luce dei Musei”.

In occasione della manifestazione si aprono a Palazzo Reale dal 3 marzo due speciali progetti espositivi.

Casa-Museo-Spazio-Tadini_Dettaglio-dal-trittico-Il-corridore-notturno-di-Emilio-Tadini_Milano_MuseoCity23
Casa-Museo-Spazio-Tadini_Dettaglio-dal-trittico-Il-corridore-notturno-di-Emilio-Tadini_Milano_MuseoCity23

 

Fino al 4 giugno, al piano nobile del Palazzo, sarà allestita la mostra “A casa del Viceré. Eugenio di Beauharnais nella Milano napoleonica”, un approfondimento sull’arte, il gusto e la moda in epoca napoleonica negli ambienti della corte del Vicerè d’Italia. Per l’occasione, al termine di un complesso restauro, sarà straordinariamente esposto in Sala delle Cariatidi il Centrotavola commissionato al grande mosaicista romano Giacomo Raffaelli per il banchetto in onore di Napoleone e della sua incoronazione a Re d’Italia.

Fino al 2 aprile, nell’Appartamento dei Principi, la mostra “TRE-DI-CI. Sguardi sui musei di Lombardia” racconterà tredici musei lombardi attraverso il lavoro di altrettanti fotografi. L’esposizione è promossa dal MiC (Direzione regionale Musei Lombardia) e dal Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) con il Comune di Milano – Cultura, e prodotta insieme a Palazzo Reale in occasione di MuseoCity.

Milano. Art&Food

Wagamama, prossima fermata Milano Garibaldi

wagamama, tra i più apprezzati brand di cucina panasiatica,  annuncia l’apertura del suo decimo ristorante in Italia, fissata per il primo marzo 2023.

Il nuovo locale fa parte dell’attesa Food Hall nella stazione di Milano Porta Garibaldi, realizzata in partnership con Altagares Italia (Gruppo Altarea), società titolare dei diritti di sfruttamento commerciale e pubblicitario della stazione, secondo scalo meneghino e importantissimo snodo tra l’Alta Velocità, i trasporti urbani e regionali della Lombardia.

 

wagamama-2
wagamama-2

Una calda porzione di ramen, teppanyaki grigliati alla perfezione, donburi di carne e verdure, gyoza, noodles, il profumo del curry che avvolge diverse portate, il menù wagamama presenta più di 50 piatti, un viaggio gastronomico e sensoriale dove i sapori orientali incontrano la semplicità, l’attenzione a un pasto fresco e nutriente.

 

Milano.-ArtFood-wagamama
Milano.-ArtFood-wagamama

 

Non mancano invitanti proposte vegetariane, vegane e le mini portate per i più piccoli. Senza dimenticare l’ampia selezione di tè e le centrifughe preparate al momento. Ad accompagnare l’esperienza della degustazione, un ambiente finemente ricercato, tra l’eleganza del marmo e il caldo abbraccio del legno, dove si respira l’approccio amichevole di chi ti accoglie e che contraddistingue il brand in tutto il mondo.

La nuova location, con le sue 120 sedute e 20 dipendenti, si aggiunge alle tre già presenti sul territorio milanese, dalla centralissima via San Pietro all’Orto, passando per lo Shopping District di CityLife fino alla Food Court del Bicocca Village.

 

 

Milano 37 Restaurant di Gorgonzola ospita la cantina Montresor Heritage

La storia della Valpolicella nel calice: Milano 37 Restaurant di Gorgonzola ospita la cantina Montresor Heritage  per una serata dal sapore veneto.

Continuano le serate tematiche con ospite una cantina.

 Milano.-ArtFood-Mise-en-place-Milano-37-Restaurant

Milano.-ArtFood-Mise-en-place-Milano-37-Restaurant

 

Venerdì 3 marzo è ospite cantina della Valpolicella Montresor Heritage, una realtà storica fondata a Verona nel 1892 da Giacomo Montresor. Ospite della serata Edoardo Montresor, l’ultima generazione in 130 anni di storia, che spiegherà il territorio, il passato, presente e futuro di questa grande azienda della Valpolicella. In sala il fondatore di Milano 37, Luigi Pantaleo, e il socio Maître Enrico Rizzo, condurranno gli ospiti nell’assaggio dei vini.

 Parte-dello-staff-di-Milano-37-Restaurant

Parte-dello-staff-di-Milano-37-Restaurant

 

Lo Chef Carlo Andrea Pantaleo ha creato per l’occasione un menù dal sapore veneto pensato appositamente per abbinare i vini Montresor, a partire dall’Uovo 60 spuma di taleggio, radicchio tardivo e cotechino grigliato con il Pinot Nero Brut Millesimato Montresor. Si prosegue col Raviolo di brasato con la sua salsa, Amarone e fonduta di Asiago in abbinamento con Valpolicella Ripasso Capitel della Crosara 2019, poi a seguire la Guancetta di maiale nero, cremoso alla cipolla di Chioggia e chips di polenta con l’Amarone della Valpolicella Capitel della Crosara 2015. In chiusura Cioccolato, lampone e nocciole salate col Recioto della Valpolicella Re Teodorico 2018.

 

Milano. Art&Food

Salmone selvaggio, black cod e ikura dell’Alaska nel menù di marzo di nove prestigiosi ristoranti milanesi

A marzo saranno i ristoranti milanesi a proporre ricette gourmet con il salmone selvaggio, il black cod (o carbonaro) e l’ikura (il “caviale rosso da salmone Sockeye). Un’occasione straordinaria sia per chi è già consumatore di queste delizie, sia per chi ancora non le conosce.

Milano.-ArtFood-PESCI-DELLALASKA
Milano.-ArtFood-PESCI-DELLALASKA

 

Sono nove i locali dove trovare “l’Alaska nel piatto”, ristoranti selezionatissimi e famosi per la loro offerta gastronomica di pesce.

All’Antica Osteria Cavallini https://www.anticaosteriacavallini.it/ si punta sulla tradizione, con il trancio di salmone selvaggio, accompagnato della tipica salsa Gravlax e purè di patate. Magari da gustare nello splendido giardino d’inverno.

esterno-antica-osteria-cavallini
esterno-antica-osteria-cavallini

 

Per lo specialista del pesce Andrea Mangiaracina de “Al Fresco”, https://www.alfrescomilano.it/   il salmone selvaggio viene preparato in carpaccio marinato con fave novelle e salsa wasabi. Un tocco gastronomico di grande leggerezza e bontà.

 finger-s-garden-

finger-s-garden-

 

Anche il Finger’s Garden, https://www.fingersrestaurants.com/ autentico giardino delle delizie, ha in menù Alaska. La sua proposta è il black cod marinato in salsa d’arancia e miso. Lo Chef, Roberto Okabe, un vero maestro della cucina giapponese che si esprime con fusioni, contaminazioni e grande estro.

Ancora, Roberto Okabe  e la sua ricetta per un pre-spettacolo al Finger’s A.R.T.S, ristorante che si affaccia sul luminoso foyer del Teatro Arcimboldi.

 

 




Auto Europa 2023: Alfa Romeo Tonale conquista la giuria

La nuova Alfa Romeo Tonale è stata eletta Auto Europa 2023 in seguito alle votazioni della UIGA (Unione Italiana Giornalisti Automotive), tenutesi lo scorso 25 ottobre 2022 al Mauto di Torino, con la presenza dell’ASI. UIGA si è espressa insieme ai voti online della Giuria Popolare e degli Opinion Leader da lei interpellati.

Tonale, il SUV della “metamorfosi” di Alfa Romeo che ne anticipa la totale elettrificazione entro il 2027, ha saputo conquistare il favore dei giurati per diversi aspetti, che guardano al design ricco di riferimenti alle Alfa del passato, ma anche alla tecnologia e agli aspetti tecnico-meccanici, come i suoi nuovi motori ibridi.

LE CONCORRENTI DI ALFA ROMEO TONALE

La Tonale, 100% italiana in quanto prodotta a Pomigliano d’Arco, ha dovuto vedersela con concorrenti di tutto rispetto, vetture che rappresentano in molti casi il fiore all’occhiello tecnologicamente parlando per quanto riguarda i costruttori.

Le altre 6 finaliste, infatti, erano:

L’ultima, la Suzuki S-Cross, è tra l’altro un altro baluardo di italianità, visto che è stata disegnata al centro stile che il marchio nipponico ha a Torino.

Come detto, però, la vincitrice è l’Alfa Romeo Tonale. Il suo design evolve quello introdotto con l’omonima concept car del 2019, e in particolare introduce il LED a 3 onde che andrà a caratterizzare anche i restyling finali di Giulia e Stelvio. Non solo: ci sono numerosi riferimenti ad Alfa iconiche del passato, come il lunotto posteriore ispirato alla 8C Competizione; o i fari anteriori che richiamano la mitica SZ Zagato.

Tonale è però anche la prima Alfa elettrificata. Pur mantenendo un buon diesel da 130 CV, al suo lancio ha debuttato con il motore 1.5 Hybrid da 130 o 160 CV (quest’ultimo quello da considerare), mentre entro la fine del 2022 arriverà anche la più interessante Plug-in Hybrid da 275 CV con circa 70 km di autonomia in elettrico e trazione integrale Q4, la prima vettura del Biscione ad avere il 4×4 elettrificato.

CITROËN C5 X È ASI ISTANT CLASSIC 2023

L’altra vincitrice è invece la nuova Citroën C5 X, vettura che unisce le linee di una wagon a quelle di un SUV, e all’eleganza di una berlina. Proprio questo design particolare, in linea con quello che da sempre rappresenta il Double Chevron, ha saputo conquistare il premio ASI Instant Classic, perché diversa tra tutte le segmento D del mercato e perché considerata in grado di diventare un classico molto ricercato in pochi anni.

Un po’ come Tonale omaggia dichiaratamente le sue antenate, così C5 X guarda alle progenitrici CX e XM, ma anche alla DS degli anni Cinquanta, il tutto con la volontà di farci riscoprire il bello della berlina, delle sue linee e del comfort di marcia (merito delle sospensioni Advanced Comfort) in un mercato dominato dai SUV.




Da Arese a Monza, con l’Alfa Romeo Giulia, per respirare storia e passione

Una storia di tecnica, creatività, cultura dell’auto e visione del futuro, ma soprattutto di passione, quella che lega da sempre l’Alfa Romeo ai numerosi appassionati in giro per il mondo e che le ha consentito di tagliare, il 24 giugno 2020, il traguardo dei 110 anni. Un legame forte, quasi viscerale, quello del popolo del Biscione, che resiste nel tempo, quasi scontato se esaminato con la lente delle motivazioni tecniche ed emozionali. Centodieci anni di storia è un traguardo che pochi costruttori d’auto possono vantare e che di conseguenza non può che imporre ad Alfa Romeo la missione di restituire la gratitudine a chi ancora oggi, centodieci anni dopo, ha ancora il Biscione nel cuore.

Per il nostro Weekend – Test Premium abbiamo scelto un percorso nei dintorni di Milano e in Brianza, alla scoperta di quei luoghi custodi dell’alfismo, un sentimento diventato quasi un credo, alla base di una relazione che va al di là del semplice attaccamento tra un consumatore e un marchio. Per l’occasione, come weekend-car, non potevamo che farci guidare dalla nuova Alfa Romeo Giulia, fresca di restyling e simbolo della rinascita del marchio in chiave moderna.

A bordo della berlina sportiva di segmento D, l’esperienza di guida evolve in nuove direzioni: la tecnologia, la guida autonoma e la connettività, applicate al prezioso patrimonio tecnico e all’ineguagliabile dinamica di guida. Esordiscono i sistemi Adas di livello 2, in perfetto equilibrio tra piacere di guida e sistemi di assistenza; il nuovo infotainment, fruibile e intuitivo con servizi connessi e l’inedito Alfa Connect 8.8’’ touchscreen, ottimizzato nella grafica. L’interfaccia uomo-macchina è stata completamente ridisegnata, mentre gli interni offrono materiali rinnovati e una nuova organizzazione degli spazi, per un comfort di bordo di livello superiore. Tra le tante novità, una certezza: il piacere di guida resta un riferimento.

Lì dove tutto è partito… o quasi

Auto da corsa del passato e del presente sono esposte alla Scuderia del Portello, a Seregno (MB).

Prima tappa del nostro Weekend Premium, il Portello, a Milano: un quartiere la cui storia è strettamente legata all’omonima fabbrica Alfa Romeo, dismessa negli anni 80. Un passato glorioso (nel 1950 entravano in stabilimento ogni giorno 4.696 operai, 1.158 impiegati e 28 dirigenti), di cui oggi resta solo una targa commemorativa: Parco Industria Alfa Romeo. L’area verde occupa parte dell’area dove sorgeva quella fabbrica che ha dato lavoro a migliaia di persone e ha contribuito allo sviluppo economico e sociale di tutta la città e del Paese. Dal 2000, l’area del Portello è stata oggetto di interventi di riqualificazione, che ne hanno trasformato l’identità, partendo dai complessi residenziali per arrivare a Casa Milan.
Pochi sanno che ANONIMA LOMBARDA FABBRICA AUTOMBILI (A.L.F.A.) era sull’orlo del fallimento prima che l’ingegner Romeo (di origini napoletane) la salvasse.

Il quartier generale

Usciamo da Milano per spostarci ad Arese (prendendo l’autostrada dei laghi e imboccando la prima uscita subito dopo il casello). Era il 1963 quando qui veniva inaugurato il nuovo stabilimento Alfa Romeo. Una catena produttiva che da un pezzo di lamiera produceva un’auto ogni due minuti, un vero record per l’epoca. Un’epoca di cui ancora oggi parliamo e ci lasciamo suggestionare: è la storia dell’Alfa Romeo, racchiusa nel museo storico di Arese. Il prezioso spazio custodisce le più significative creazioni del marchio e rappresenta un ponte tangibile tra le epoche e le generazioni.

La nuova Alfa Romeo Giulia ritratta all’ingresso del Museo Alfa Romeo ad Arese, simbolo della storia del Biscione.

Una timeline di vetture leggendarie scandisce le tappe di una storia lunga e prestigiosa: dalla 24 HP, prima automobile costruita al Portello, alla 8C Competizione, sogno del nuovo millennio. Minimo comune denominatore: la bellezza. La forma pura si modella sulla funzione con uno stile unico, che rende immortali. Senza dimenticare il cuore sportivo. Una leggenda fatta di uomini, auto, vittorie e tecnologia. Un racconto epico, scritto sull’asfalto dei circuiti di tutto il mondo.

Al volante di Alfa Romeo Giulia: come va

Tecnologia applicata al patrimonio tecnico e alle emozioni di guida che contraddistinguono ogni creazione del Biscione. Difficile rimanere freddi davanti alla nuova Giulia. A maggior ragione nel caso della Veloce, sotto un certo profilo ancora più Alfa del solito (spinta dagli apprezzati propulsori 2.0 turbobenzina da 280 CV e 2.2 turbodiesel da 210 CV), visto che si è regalata la trazione integrale Q4 e motori più potenti. Il cambio è l’automatico ZF a otto rapporti, capace di assicurare passaggi di marcia ben raccordati in ogni condizione. Alla guida, la berlina Alfa offre la sensazione di un controllo elevato, con i limiti che sembrano sempre lontani. Il risultato è un’auto prestazionale e molto sicura. In condizioni normali, la Q4 è una posteriore pura, diventa integrale solo quando serve. A bordo della nuova Giulia si crea un rapporto simbiotico tra driver e vettura, grazie allo sterzo diretto, alla dinamica di guida, che è ormai un riferimento indiscusso, e alle risposte dell’auto, sempre sincere ed entusiasmanti.

In pista

Il marchio di Arese ha un rapporto particolare con il circuito di Monza, conosciuto anche come il “tempio della velocità”. 95 anni fa (il 6 settembre 1925), il primo titolo mondiale (Gastone Brilli Peri, sulla P2, vince il Campionato Automobilistico del Mondo). Da allora, seguono una serie di successi ottenuti sull’asfalto lombardo sia con monoposto, sia con prototipi e vetture Turismo. Così, da Arese arriviamo a Monza. Due posti collegati da un filo diretto, così sottile quanto indissolubile. Oltre al circuito (quasi l’habitat naturale della nostra Giulia turbobenzina), nella cittadina brianzola merita una visita anche la Villa Reale, costruita per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria tra il 1777 e il 1780, come residenza estiva per il figlio Ferdinando d’Asburgo, governatore generale della Lombardia austriaca.

La nuova Alfa Romeo Giulia ritratta all’ingresso dell’autodromo di Monza, tempio della storia delle corse e di quella del marchio di Arese.

Quando il Lombardo-Veneto viene annesso allo Stato del Piemonte, la storia della Villa finisce per incrociarsi inevitabilmente con il destino dei Savoia. Nel 1934, con regio decreto, Vittorio Emanuele III dona la Villa ai Comuni di Monza e di Milano. Oggi la Villa Reale è di proprietà congiunta del Comune di Monza, della Regione Lombardia e del Demanio dello Stato. Da visitare anche i giardini (che circondano gli edifici del complesso monzese) e il parco (di ben 700 ettari).

Dove mangiare e dormire

L’Hotel de la Ville è un albergo di lusso, che gode di una posizione unica e invidiabile: di fronte alla Villa Reale di Monza e al suo splendido parco, a pochi passi dal centro storico pedonale. Di grande personalità e fuori dagli schemi, l’Hotel de la Ville (quattro stelle lusso) è una dimora sontuosa con anche un magnifico ristorante pluripremiato, il Derby Grill. Dalla fantasia dello chef Fabio Silva, si propone il meglio della cucina italiana, con richiami alle tradizioni della Brianza, in un ambiente di assoluto charme. Un’esperienza gourmet.

Tappa a Legnano

Con la Giulia turbobenzina da 280 CV ci dirigiamo a Legnano. Qui, al Museo Fratelli Cozzi, c’è un altro appuntamento da non perdere per i cultori dell’alfismo. Una location tutta made in Italy, che accoglie la collezione di Pietro Cozzi (fondatore, insieme ai suoi fratelli, della concessionaria e dell’officina Cozzi): oltre 60 Alfa Romeo raccontano 60 anni di storia. Una visita al museo è un evento unico: le auto iconiche e un archivio con preziosi documenti. Ogni auto ha una storia particolare e vale davvero la pena di visitare il museo per scoprire tanti aneddoti, come quello relativo al record tuttora imbattuto di uno degli esemplari unici della collezione, la 155 Q4 che nel 1992 ha battuto il record di velocità sul lago salato di Bonneville.

La rassegna inizia con una vettura molto speciale, l’Alfa Romeo 6C 2500 Freccia d’Oro, in arte “Gobbone”, la vettura che sancisce la fine della produzione artigianale Alfa Romeo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e del Dopoguerra. Il Museo Cozzi è una cattedrale del collezionismo, il tempio di una passione: 3 navate con al centro le spider e ai lati coupé e berline. Troviamo in successione i modelli principali dal dopoguerra al 2000: dalla 2600 berlina (e le sue varianti Coupé e Spider), fino alle varie Alfetta, Giulietta, Alfasud, Alfa 6, 75, 90, 156 e 166, oltre alle GTV e Spider di fine anni 90. Non solo auto ma anche preziosi archivi che racchiudono poster, informazioni tecniche, locandine pubblicitarie e promozionali dell’epoca. Qui si respira il profumo della storia.

La scuderia

Da Legnano, attraverso l’A9 e la SP 35, arriviamo a Seregno. Ultima tappa, il quartier generale della Scuderia del Portello, fondata ad Arese il 3 febbraio 1982, con il patrocinio della Casa madre, grazie all’adesione di una schiera di appassionati proprietari Gentlemen Drivers di Alfa Romeo, pronti a difendere in pista il glorioso passato agonistico del Biscione. Un museo dinamico di Alfa Romeo storiche da competizione. L’attuale presidente e team principal è Marco Cajani. La Scuderia del Portello rappresenta in pista la “storia del marchio sportivo Alfa Romeo”.

Organizza e partecipa a leggendarie gare Internazionali come la 24 Ore del Nurburgring, la London-Sydney Marathon e la London-Mexico Marathon, la 6 Ore di Spa – Francorchamps, la 24 Ore Le Mans Classic, il Grand Prix de Monaco Historique, il Goodvood Revival e il Goodwood Festival of Speed. Grandi protagoniste vincenti, le Alfa Romeo della Scuderia del Portello, guidate dai soci Gentlemen Drivers, hanno partecipato alle competizioni più prestigiose di tutto il mondo, come la 1000 Miglia, la Parigi-Pechino, il FIA European Historic Challenger e la Carrera Panamericana du Mexico. L’ultima sfida, però, abbraccia l’automobilismo contemporaneo, con la prima Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio allestita per le competizioni, che parteciperà alla gara di durata più celebre per vetture Turismo e Gran Turismo, la 24 Ore del Nürburgring (24-27 settembre 2020), sul leggendario tracciato del Nordschleife. Dopo 110 anni, la storia continua.

Compagna di viaggio

Lo stile made in Italy di Alfa Romeo esprime una semplicità capace di nascondere il complesso processo creativo della progettazione: ricavare da una “pagina bianca” l’insieme ergonomico e armonioso delle linee e degli strumenti, dei volumi e degli spazi che circondano l’automobilista è un lavoro complesso e raffinato. Cura, ricerca e modernità hanno consentito di accrescere la qualità. Merito di interventi mirati e sostanziali: nuova funzionalità wireless charger e nuova console centrale, ridisegnata per accogliere vani portaoggetti più ampi e accessibili. Nuova anche la leva del cambio. Alla base del selettore, una firma tricolore.

Con il nuovo MY2020, su Giulia esordisce un set completo di Adas (Advanced Driver Assistance Systems), che garantisce la guida autonoma di livello 2 (ovvero il conducente può lasciare all’auto il controllo di acceleratore, freno e sterzo in determinate condizioni; l’automobilista deve, in ogni caso, esercitare un controllo continuo, mantenendo sempre le mani sul volante). Un perfetto equilibrio tra piacere di guida e sistemi di assistenza. Il prezzo di listino della Giulia 2.2 turbodiesel AT8 Q4 Veloce parte da 58.200 euro. Per la Giulia 2.0 turbobenzina AT8 Q4 Veloce, invece, bisogna aggiungere 1.200 euro.




50 anni di Alfa Romeo Montreal : eccellenza sfortunata

Alfa Romeo Montreal – come promesso questa settimana vi parliamo della leggenda italiana Alfa Romeo Montreal (qui il link all’articolo sulla Giulia QV 2020). Si è infatti appena celebrato il suo 50esimo compleanno. Ebbene sì, era il 1970 quando, al salone di Ginevra di quell’anno, la storica casa milanese presentò la versione di serie di un modello già presentato come show car all’ Esposizione Universale di Montréal.

Era un tipo di auto inedito al “biscione”, con un grosso motore davanti. Stiamo parlando del 2.5 V8 del Derivato strettamente dall’Alfa Romeo 33 da competizione, alimentato ad iniezione, lubrificato da dodici litri di olio con un sistema a carter secco. Una rivoluzione per il marchio, parlando di auto di serie.

Un motore sicuramente diverso dai “piccoli” 1.6 quattro cilindri, montati fino a quel punto (per le auto di serie). Questo anche per quanto riguarda il design. Il capolavoro di Marcello Gandini ha comunque dovuto affrontare una sfida di proporzioni, superata egregiamente. Certo l’anteriore, viste le dimensioni del propulsore prende gran parte dell’equilibrio, della forma. Un grande distanziamento dai modelli precedenti e pesce fuor d’acqua rispetto lo stile italiano dell’epoca.

Vennero infatti criticate la vistosità, l’eccesso di cromature e i colori troppo accessi delle carrozzerie (noi a posteriori li adoriamo). Caratteristiche che ad oggi hanno assunto un carattere ben diverso.
Ma il problema non riguardava solo lo stile. Nonostante la qualità di costruzione e le soluzioni ingegneristiche eccelse, i tempi non erano i migliori. La crisi petrolifera dei ’70, sicuro non aiutò l’uscita di un modello con un motore molto più grande e potente delle precedenti vetture. Inoltre, la commercializzazione dell’Alfa Romeo Montreal ha subito dei forti ritardi per cause interne.

Queste sfortunate vicissitudini non hanno però fermato le voce che correvano rispetto l’eccellenza dell’Alfa Romeo Montreal. Super-car da 220 km/h nei primi ani ’70, con una stabilità alle alte velocità senza pari. Un motore eccezionale, meccanica e handling eccezionali. La Montreal era molto più stabile, efficiente, veloce di Porsche, Maserati e Dino dell’epoca.

Certo per quanto riguarda la manutenzione la Montreal era molto dispendiosa, uno dei grandi difetti.

La produzione totale non ha, infatti superato i 4.000 esemplari. Con le conoscenze di oggi, i problemi di affidabilità sono molto meno dispendiosi. Le auto d’epoca sono un mercato già fiorito e siamo sicuri che il suo valore crescerà di molto.
Ne potete acquistare una dai 50.000 euro circa. E vi assicuriamo che ne vale la pena.

Le FOTO nell’articolo sono un esemplare in vendita. Cliccate qui per dare un’occhiata.

 




La nuova dimensione per guidare: tutto il gusto pagando il giusto

In parallelo al processo di elettrificazione delle automobili, stanno cambiando anche le formule di vendita, o meglio, si sta passando dal concetto di possesso della vettura a quello di pagare per guidare. Paradigma difficile da far penetrare nella cultura del popolo italiano che da sempre considera la proprietà, in particolare la casa, un vero stile di vita. Ma i vantaggi di questa formula non sono esclusivamente economici, ci possono essere risvolti positivi per l’ambiente. In ottica green guardiamo tre proposte che provengono da: Mercedes-AMG, Peugeot e Alfa Romeo.

Mercedes-AMG

L’intera gamma di supersportive Mercedes-AMG entra nel programma “Certified” per offrire ai clienti la possibilità di avere una vettura ad alte prestazioni usata ma garantita. Non solo, è possibile anche averla con una formula di noleggio ancor più accessibile. Sono ben sessanta le vetture con Stella con il marchio sportivo AMG: da 306 a 639 CV; con motori a 4, 6 e 8 cilindri, anche in versione Mild-Hybrid, e con trazione integrale 4MATIC.

Con 150 tra controlli e ripristini, entrano nel programma Certified AMG solo le migliori, quelle che hanno al massimo sei anni e tutta la storia documentata. Al termine dei controlli vengono garantite per 48 mesi con certificazione dell’effettivo chilometraggio, tagliandi di manutenzione ordinaria inclusi e assistenza stradale Mobilio. Ma come possiamo considerare green dei bolidi da oltre 600 cavalli? Può sembrare un paradosso ma proprio l’utilizzo di vetture usate riduce alla base i costi che gravano sull’ambiente per la costruzione di una nuova vettura da immettere sul mercato. La formula del noleggio, inoltre, offre una minor esposizione ai controlli fiscali e la possibilità di concedersi lo sfizio di una esuberante AMG per un periodo limitato.

Peugeot

Il noleggio diventa ancora più interessante per le vetture elettriche, lo sa molto bene il gruppo PSA che ha creato un brand dedicato: Free2Move. Le proposte Free2Move sono molteplici, l’idea è che si possano noleggiare le auto per finestre temporali che vanno dai 5 minuti ai 5 anni, in modo da coprire le differenti esigenze dei clienti.

Peugeot ritiene che il noleggio aiuti il pubblico ad avvicinarsi all’elettrico, senza esporsi finanziariamente e con costi di noleggio adeguati, si potrà così provare l’ebrezza non solo del silenzio dell’auto elettrica, ma anche le prestazioni in particolare l’accelerazione. La nuova Peugeot e-208, recentemente lanciata nel centro di Milano nel corso di una piacevole serata ricca di celebri testimonial, è pronta per essere eletta quale vettura elettrica ideale per approcciare questa nuova dimensione green della mobilità.

Per il pubblico più attento, inoltre, il noleggio sarà il modo più sereno di approcciare una tecnologia che sta evolvendo a grandi passi. Nel giro di pochi anni la vetture di oggi diventeranno obsolete, più le batterie e i sofisticati software di gestione, che non i motori elettrici stessi: il software si può aggiornare e le batterie cambiare, però, con la prospettiva di un rapido invecchiamento, il noleggio diventa la soluzione ideale per non ritrovarsi tra qualche anno “sul groppone” una vettura obsoleta e fuori mercato.

 

Alfa Romeo

La proposta di Alfa Romeo si chiama “Noleggio Chiaro” e si fa in tre: noleggio, leasing o finanziamento. In questo modo Alfa Romeo vuole proporre ai propri clienti le Giulia e le Stelvio con le formule più adatte a privati o alle aziende. La chiarezza del contratto consente di conoscere sin dall’inizio il valore residuo, cioè il valore reale dell’auto al termine del noleggio. La proposta che precede il restyling delle due vetture propone anche agevolazioni per passare agli allestimenti superiori.

Giulietta, invece, rientra nel programma “Alfa Free 50/50” che consente di mettersi portarsi a casa la vettura a partire da soli 9.900 € di anticipo, zero rate e zero interessi, per due anni. Al termine del biennio, sarà possibile tenerla, cambiarla o restituirla.




Il grande Chef a tre stelle Michelin si ricorda ancora i Passatelli della mamma

Di Silvia Terraneo

In Italia abbiamo un patrimonio gastronomico enorme e anche i grandi chef non se lo dimenticano. Lo chef Italo Bassi, tre stelle Michelin conquistate durante i 27 anni di permanenza all’Enoteca Pinchiorri di Firenze e oggi alla guida del “Confusion Boutique Restaurant” di Porto Cervo, in prima persona ha aperto alla grande la seconda edizione del tour Strade Stellate, sotto l’insegna dell’Alfa Romeo, in Veneto.

Siamo al Byblos Art Hotel Villa Amistà di San Pietro in Cariano. L’esclusivo luxury hotel è ospitato in una delle più belle ville del veronese, nella quale i colori accesi e le forme plastiche degli arredi, del noto designer Alessandro Mendini, si fondono con gli affreschi e i marmi dei saloni settecenteschi dando vita ad un’unica ed esclusiva esposizione permanente di arte contemporanea e design.

Ma con Italo Bassi parliamo di un altro tipo di arte.

Noi siamo alla ricerca delle RICETTE DI VIAGGIO, quelle da ritrovare appunto nei nostri weekend in auto. Qual è la tua ricetta preferita di questo territorio?

Una delle mie ricette legate a questo territorio veronese può essere il classico risotto all’Amarone con radicchio rosso stufato; mettiamoci una fonduta di formaggio Monteveronese e manteghiamo il tutto con olio d’oliva extra vergine del Garda. Però dobbiamo mettere qualcosa di particolare, così ho pensato a della polvere di liquirizia per far volare la gente un po’ più lontano.

Ma le tue origini non sono venete?

No, sono romagnolo e fiero di esserlo. Il mio piatto preferito sono i passatelli in brodo della mamma, cucinati con amore e passione.

La tua passione ora ti ha portato lontano,  in Sardegna?

Sì, con il mio ristorante Confusion Restaurant,  nato dall’amore del territorio della Costa Smeralda dove propongo  una visione di Grande Cucina, basata sulla tradizione italiana e arricchita da profumi esotici e ingredienti pregiati, con particolare attenzione ai prodotti tipici sardi e un forte accento sulle cruditè di mare.

 

Sardegna.

Dal gusto nel piatto al piacere di guida: qual è il tuo rapporto con l’auto?

L’auto è un mezzo che mi caratterizza molto perchè mi sposto molto quindi deve essere comoda, confortevole, bella  e potente.

Come la Stelvio?

Un amore maniacale,  fantastico, è stata una bella sorpresa. Guidando la Stelvio si sente un motore sportivo in una condizione di comodità e di  elegante lusso.

Un piatto prima di mettersi alla guida?

Penso sempre ad una ricetta nata dall’emozione, da un momento, da una esperienza alla guida. Di solito penso alla strada e all’obiettivo da raggiungere.

Dopo le tre stelle Michelin dove punti ad arrivare?

Ad essere felice.

 

Ricetta dei Passatelli in brodo

Ingredienti per 4 persone:

– 130 g pane grattugiato;

– 3 uova;

– 1 noce di burro;

– noce moscata q.b.;

– pepe q.b.;

– sale q.b.;

– 1L brodo di carne;

– 1/2 scorza di limone;

– 130 g parmigiano.

Fate il composto dei passatelli. Miscelate il pane grattugiato con il parmigiano reggiano in una ciotola e poi aggiungete il burro ammorbidito a crema e la scorza di limone. Mescolate in modo omogeneo.

Sbattete le uova in una ciotola con sale, pepe e noce moscata grattugiata. Versatele poi a filo nella miscela di pane, mescolando. Lavorate quindi l’impasto con le mani sulla spianatoia: questa dovrà risultare un composto piuttosto sodo. Avvolgetelo nella pellicola e mettetelo in frigo per mezz’ora.

Preparate ora i passatelli. Dividete il composto di pane e formaggio in 3-4 pezzi. Metteteli, 1 alla volta, nello schiacciapatate e premete con decisione, finchè usciranno tanti cilindretti. Tagliateli con il coltello alla lunghezza di 4-5 cm e distribuiteli su carta da forno infarinata.

Portate ad ebollizione il brodo in una casseruola. Appena il brodo bolle aggiungi i passatelli, mescolate delicatamente e cuocete per circa 2 minuti.

…buon appetito!




Villa d’Este 2018: le vere Alfa Romeo vincono ancora, cercasi eredi

Il pubblico ama sempre le Alfa Romeo del passato. L’ennesima conferma è arrivata dal Concorso d’eleganza di Villa d’Este 2018, dove una rarissima e stupenda Alfa Romeo 33/2 Stradale appartenente ad un collezionista svizzero ha vinto la Coppa d’oro. Questo premio è particolarmente importante perché deriva da un referendum tenuto presso il pubblico partecipante all’annuale manifestazione organizzata a Cernobbio. Quindi una testimonianza ulteriore di quanto le vetture che portano il marchio del biscione prodotte in quel magico ventennio degli anni Cinquanta e Sessanta (ma anche un po’ oltre) siano sempre considerate, nell’immaginario della gente, le vere Alfa Romeo.

 

CONCORSO D’ELEGANZA DI VILLA D’ESTE 2018, LA FANTASTICA ALFA 33/2 STRADALE

Villa d'Este 2018

L’Alfa Romeo 33/2 Stradale premiata con la Coppa d’oro al Concorso d’eleganza di Villa d’Este 2018 è stata costruita nel 1968. Motore V8 2.0, lo stesso (ma depotenziato) della Tipo 33 da corsa, aveva una potenza di 230 cavalli raggiunta alla stellare quota di 8.000 giri. Tale potenza potrebbe far sorridere oggi, ma se consideriamo il peso di soli 700 Kg, allora vediamo subito che questa è un’auto capace di volare. Infatti era in grado di accelerare da 0 a 100 Km/h in 5,6 secondi e raggiungere 260 Km/h di velocità massima. Era il 1968, teniamolo ben presente: niente elettronica, niente sovralimentazione. L’elevatissima efficienza aerodinamica, data da un’altezza totale di soli 99 cm e l’assenza di appendici, le permetteva prestazioni assolute. Molto del merito per il contenimento del peso era dovuto alla costruzione in alluminio e magnesio del motore, oltre che all’uso di tubolari in acciaio e lega di magnesio per il telaio, una soluzione di stretta derivazione aeronautica.

Villa d'Este 2018

Questa Alfa è secondo il giudizio di numerose persone, addetti ai lavori e non, una delle più belle auto di tutti i tempi. Non si può non concordare; la carrozzeria è certamente uno dei capolavori assoluti usciti dalla geniale matita di Franco Scaglione. Innovativa in particolare l’apertura delle portiere, verticale a compasso. Non è certo il numero di esemplari prodotti, anche se appare molto probabile che siano stati 18.

Villa d'Este 2018

La 33 Stradale rappresenta senza ombra di dubbio il punto più alto dell’eccellenza progettuale e creativa dell’Alfa Romeo, anche perché nata in stretta correlazione col mondo delle corse. Personaggi come il re dei motoristi Giuseppe Busso e il direttore della squadra corse Autodelta Carlo Chiti erano gli uomini più in vista di un’azienda che, in quell’epoca, era ancora una realtà industriale di grande livello e anche finanziariamente solida, sotto la gestione di Giuseppe Luraghi, probabilmente uno dei migliori manager che l’Italia abbia mai avuto.

Villa d'Este 2018

La 33 fu la ciliegina su una torta che in meno di 20 anni aveva permesso di gustare capolavori come 1900, Giulietta e Giulia nelle loro varie configurazioni, una più bella dell’altra. E ancora si sarebbe spinta qualche anno più avanti con l’Alfetta e l’Alfasud, l’Alfa per tutti, uscita dall’altrettanto geniale mente di Giorgetto Giugiaro. Modelli che, pur con l’inevitabile evoluzione tecnica, non hanno trovato vere eredi nel cuore della gente tra le auto prodotte nei decenni successivi.




Mille Miglia: vincono ancora le vere Alfa Romeo

La Mille Miglia 2018 ha parlato a voce alta il linguaggio dell’Alfa Romeo. Da un lato la ricorrenza dei 90 anni dalla prima vittoria nella “Freccia rossa”; dall’altro i primi tre posti dell’edizione di quest’anno andati ad altrettante vetture del biscione. D’altra parte la Mille Miglia, nei 30 anni in cui è stata disputata come corsa di velocità, è stata appannaggio soprattutto di due marche, con la guerra a fare da spartiacque: Alfa prima del conflitto e Ferrari dopo. Le auto della casa milanese hanno vinto 11 edizioni, record assoluto, dal 1928 al 1947; quelle di Maranello se ne sono aggiudicate 8 dal 1948 al 1957. Ripercorriamo allora brevemente, in una veloce carrellata, la storia di quelle auto che, forgiate nella più importante e massacrante corsa italiana su strada, hanno costruito la leggenda dell’Alfa Romeo.

 

ALFA ROMEO ALLA MILLE MIGLIA, PATRIMONIO LEGGENDARIO

Mille Miglia
Giuseppe Campari sulla 6C 1500 MMS al traguardo della Mille Miglia 1928, primo successo Alfa Romeo

L’importanza delle competizioni come veicolo promozionale e volano delle vendite per un costruttore è un elemento emerso in modo prepotente fin da quando qualcuno ha pensato di mettersi a correre sulle carrozze senza cavalli, agli albori del XX secolo. Per l’Alfa Romeo i successi alla Mille Miglia hanno contribuito, anche più dei gran premi in pista, a costruire quel capitale dal valore incalcolabile fatto di suggestione, immagine, sogni, entusiasmi e passioni, oltre naturalmente alle soluzioni tecniche di alta scuola.

Un capitale investito sapientemente ancora per molti anni dopo quelle vittorie; un patrimonio che ha permesso tra gli anni Cinquanta e Sessanta la trasformazione dell’Alfa Romeo in una moderna grande industria e ha costituito la base per la creazione di quei capolavori che ancora oggi fanno voltare la gente quando passano per strada. Perché, oggi come allora, quando una di quelle Alfa procede regale sulle strade di tutti i giorni, l’ammirazione del pubblico è assolutamente suprema.

 

LE 6C 1500 E 6C 1750, I CAPOLAVORI DI VITTORIO JANO

Mille Miglia
Tazio Nuvolari sulla 6C 1750 al via della Mille Miglia 1930 che lo vide vincitore

Tutto cominciò nel 1924 con l’arrivo del progettista Vittorio Jano al Portello, sollecitato fortemente da Enzo Ferrari. Il suo primo lavoro, anzi capolavoro, fu l’Alfa Romeo 6C 1500. Montava (già allora le tasse penalizzavano le grosse cilindrate) un piccolo motore da 1.5 litri frazionato a sei cilindri che sviluppava 44 cavalli, una potenza straordinaria per l’epoca e le dimensioni. La versione da corsa guadagnava un doppio albero e un compressore volumetrico, portando la potenza ad 84 cavalli. Fu questo modello, denominato Alfa Romeo 6C 1500 MMS (carrozzeria a due posti di tipo spider) a vincere la Mille Miglia del 1928; Giuseppe Campari, assistito come meccanico da Giulio Ramponi, dominò la corsa alla media di 84,12 Km/h, velocità massima 155 Km/h, contro avversari di cilindrata ben superiore.

Mille Miglia
La 6C 1750 SS di Vesco-Guerini, terza quest’anno

Non dimentichiamo inoltre che le strade del tempo erano quasi sempre sterrate. Lo stesso equipaggio si ripeté l’anno successivo a bordo dell’evoluzione Alfa Romeo 6C 1750 SS, caratteristica con quel dettaglio dei tre fari chiusi di giorno da coperchi rossi per ragioni aerodinamiche. Nel 1930 fu la volta di Tazio Nuvolari, assistito da Giovanbattista Guidotti, sulla 6C 1750 GS, uguale a quella che ha vinto la rievocazione di quest’anno, appartenente all’equipaggio argentino formato da Juan Tonconogy e Barbara Ruffini (nella foto di copertina al traguardo finale di Brescia); fu un dominio totale delle Alfa schierate dalla Scuderia Ferrari, si aggiudicarono i primi quattro posti; dopo Tazio si classificarono Campari, Achille Varzi e Pietro Ghersi.

 

LA POSSENTE 8C CHE SFIDO’ LE TEDESCHE

Mille Miglia
Una 8C 2900 durante il passaggio di Milano. Vinse nel 1936

Nel 1931 vinse la Mercedes. Nel 1932 un’altra vettura che sarebbe diventata leggendaria riportò l’Alfa sul trono della Mille Miglia: la 8C 2300 Spider, carrozzata dalla Touring, pilota Mario Umberto Borzacchini e meccanico Amedeo Bignami. Motore ad otto cilindri in linea, 2.3 litri, compressore, potenza 155 cavalli. Bis nel 1933 con Nuvolari, meccanico Decimo Compagnoni. Nel 1934 vinse un’evoluzione, la 8C 2600 Monza, così chiamata perché venne utilizzata anche nei gran premi prima della superba P3 Tipo B. La potenza arrivò a 180 cavalli. Primo al traguardo Varzi con Bignami. Siamo al 1935, i giochi divennero sempre più pesanti vista la concorrenza delle tedesche. Allora è proprio la P3 a venire schierata, motore ad otto cilindri 2.9 con due compressori, 240 cavalli. Primi al traguardo Carlo Maria Pintacuda e Alessandro Della Stufa.

Mentre in pista dominano Mercedes e Auto Union, la Mille Miglia resta territorio di caccia dell’Alfa. Dal 1936 al 1938 si registrano altre tre vittorie, protagonista la 8C 2900. Questi gli equipaggi: Tonino Brivio-Carlo Ongaro; Pintacuda-Paride Mambelli; Clemente Biondetti-Aldo Stefani. Qui si chiude l’epoca eroica dell’automobilismo. Dopo le rovine della guerra, nel 1947 l’Alfa Romeo coglierà l’ultima sua vittoria alla Mille Miglia, ancora con una 8C 2900, equipaggio Emilio Romano e Clemente Biondetti, questa volta come copilota.

 

DALLA MILLE MIGLIA ALLA PRODUZIONE, I CAPOLAVORI DEGLI ANNI ’50

Mille Miglia
Due 1900 C Sprint Touring, tra le più belle Alfa mai costruite

La ricostruzione post bellica è stata lunga e sofferta. Al volgere degli anni Cinquanta l’Alfa Romeo è concentrata soprattutto sulla produzione della berlina stradale 1900, mentre il reparto corse si prepara ad entrare nella neonata Formula 1, che il biscione dominerà per due anni, prima del ritiro. Resta quindi tutto quel patrimonio di esperienza tecnica forgiato nelle durissime competizioni dell’anteguerra che farà da base alle incredibili Alfa Romeo del ventennio d’oro, stupendi esempi di auto sportive di classe ma accessibili ad un pubblico certamente benestante ma non necessariamente straricco.

Aiutate in non minima parte dagli straordinari carrozzieri dell’epoca, Pininfarina, Touring, Ghia, Vignale e Bertone. Da lì nasceranno le fantastiche versioni coupé e spider della 1900, poi la Giulietta. L’Alfa Romeo era diventata una grande industria e produceva auto che, pur non avendo mai corso, sarebbero diventate indimenticabili e rimpiante ancora oggi. Anche e soprattutto grazie alla Mille Miglia.




Auto d’epoca: Villa d’Este Style, capolavori sul lago

Un appuntamento con la storia, l’eleganza e il fascino unico di un capolavoro come l’inarrivabile Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este, nella cornice altrettanto fantastica del Lago di Como a Cernobbio. Torna per la settima volta l’appuntamento dedicato alle auto d’epoca Villa d’Este Style. Ogni occasione è buona per farsi un giro in una delle più rinomate località turistiche lombarde; se poi c’è un’Alfa come questa, allora si deve andare senza indugio alcuno.

 

AUTO D’EPOCA, A CERNOBBIO AL COSPETTO DI UN CAPOLAVORO

Auto d'epoca

Segnate sulla vostra agenda: sabato 21 aprile dalle 15 alle 17, Cernobbio (Como), piazza Risorgimento, si tiene Villa d’Este Style 2018. Si tratta di un raduno numericamente esiguo, perché le opere d’arte vengono prodotte in serie. Sul lungolago si potranno ammirare tutte insieme le 6 vetture che rappresentano gli ultimi esemplari esistenti al mondo della favolosa Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este. Quest’auto vinse nel 1949 la Coppa d’oro Villa d’Este. Disegnata dalla Carrozzeria Touring Superleggera, rappresentava un concentrato di bellezza, grazia e appunto leggerezza, in virtù dell’innovativo procedimento costruttivo dell’officina milanese, in cui la scocca veniva realizzata mediante sottili tubi d’acciaio ai quali si applicavano pannelli in alluminio.

Auto d'epoca

Questa coupé fu il risultato di uno studio durato più di due anni da parte di Carlo Felice Bianchi Anderloni, uno dei fondatori della carrozzeria milanese, e rappresentò il vertice creativo della Touring. Non ci sono parole per descriverne la bellezza, è sufficiente guardarla. Le soluzioni impiegate per quest’Alfa vennero trasmesse anche ad altri modelli successivi, alcuni dei quali verranno esposti proprio sabato a Cernobbio.

 

ALFA ROMEO 6C 2500 SS VILLA D’ESTE, L’ULTIMA DI UNA SPECIE

Auto d'epoca

L’ Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este uscì per l’appunto nel 1949 e venne prodotta fino al 1952 in soli 36 esemplari (cinque dei quali con carrozzeria cabriolet). Per la casa milanese era ancora l’epoca della produzione artigianale, il salto alla dimensione industriale di massa avvenne qualche anno dopo con la Giulietta. Ogni esemplare era sostanzialmente unico, perché l’allestimento cambiava nei dettagli su richiesta dei facoltosi clienti.

Sotto il cofano batteva un cuore, pardon, un motore a sei cilindri in linea di 2.443 centimetri cubici, capace di erogare ben 110 cavalli, per l’epoca un’enormità in un’auto stradale. La trasmissione aveva un cambio a quattro marce e ovviamente la trazione posteriore; sospensioni indipendenti sulle quattro ruote e freni idraulici completavano il quadro. Le prestazioni erano straordinarie, sempre in rapporto ai tempi: velocità massima 170 Km/h. Nel 2015 un esemplare è stato venduto all’asta da Sotheby’s per 784.000 euro.




Antonia Klugmann, la Masterchef che promuove la Stelvio

Venezia è una città unica al mondo, una meraviglia, un miracolo sull’acqua, un museo all’aria aperta e noi Amiche di AutoeDonna questa volta abbiamo un appuntamento speciale con chef Antonia Klugmann, una stella Michelin, prima donna giudice dell’ultima edizione di Masterchef Italia, che è stata invitato qui in una tra le location più prestigiose di Venezia: la Scuola grande di Santa Maria della Misericordia per l’appuntamento dedicato alla presentazione del progetto Ambassador di Alfa Romeo “A chi ci mette le mani”. E’ così che Alfa Romeo celebra l’eccellenza del “saper fare italiano.
Amiche di AutoeDonna eccoci a bordo della Stelvio senza menù con Antonia…


Cosa ci fai seduta su una Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio?
E’ un sogno diventato realtà, ho potuto guidare questa auto nei mesi scorsi e me ne sono innamorata. Io guido tantissimo perchè molto spesso devo uscire dalla nostra sede, il mio ristorante L’Argine a Vencò, tra orti e frutteti, al confine tra Italia e Slovenia in un luogo nella natura, ma un po’ sperduto. La Stelvio c’è stata di grande aiuto nei mesi scorsi con la neve…
E’ vero, l ‘auto ci aiuta proprio ad andare a cercare le bellezze della nostra Italia ma anche le eccellenze delle nostra cucina, delle nostre ricette…
Quindi “Ricette di viaggio”, ci sono state ricette storiche, ingredienti tipici ad influenzare le tue scelte?
Tutti i ricordi dei nonni sono legati in qualche modo alle antiche ricette; mio nonno pugliese è stato fondamentale per le ricette con il pomodoro, e ingredienti locali come il pesce crudo, l’olio extra vergine…; la nonna emiliana mi ha insegnato le ricette con la pasta fresca, l’amore per la manipolazione della pasta; poi c’è il nonno Klugmann di origine ebraica … Devo ringraziare i nonni per i bei ricordi e insegnamenti che mi hanno lasciato e i genitori per la libertà che mi hanno dato. Così che con il tempo, diventata una chef, e ho pensato agli ingredienti in maniera libera, secondo le mie scelte.

La cucina è femmina?
No, la cucina non ha sesso, la creatività non ha sesso, una volta erano gli uomini i padroni della creatività perchè noi donne non potevamo scegliere niente; in realtà la creatività è figlia della libertà
quindi bisogna aspettare che le donne abbiamo la stessa libertà pratica degli uomini e alla fine ci saranno tante donne e uomini a occuparsi di cucina
Antonia, cosa fai fuori dalla tua cucina, quali sono le tue passioni oltre alla guida?
La vela è stato un episodio importantissimo per me perchè mi ha riconciliato con la natura: le domeniche passate a fare regate sono un ricordo indelebile.

Sport, gusto, natura e natura ancora che torna nei tuoi piatti?
Da triestina, ho scelto di abitare in campagna, sono sempre stata attratta da questo luogo magico, il Collio, dove si produce il vino a cavallo con la Slovenia e resta ancora una natura incontaminata da scoprire, io adoro avere un ristorante in campagna..

Il tuo piatto preferito, la ricetta tipica preferita?
In punto di morte mangerò sicuramente la pasta al pomodoro, ma amo tutte le verdure, il pesce, la carne, le frattaglie…

Le tue ricette hanno una personale interpretazione degli ingredienti del territorio attraverso la costante ricerca di nuovi accostamenti e sensazioni, dove le troviamo?
Ho scritto il mio libro come “Di cuore e di coraggio” come un menù per tutti, quindi potete trovarle in quelle pagine.

Il ristorante di Antonia Klugmann
L’Argine di Vencò
Località Vencò, 34070 Dolegna del Collio GO
Telefono: 0481 199 9882




Museo Storico Alfa Romeo: i record del Nürburgring

Dal Nürburgring ad Arese, dal leggendario circuito tedesco al Museo Storico Alfa Romeo, custode di una leggenda ancora più straordinaria. Per gli appassionati di automobili il turismo legato al vintage, cioè le auto d’epoca (heritage è un’altra parola inglese che si può usare, decisamente migliore), costituisce sempre fonte d’interesse e divertimento. In questo caso possiamo unire il passato al presente a suon di giri veloci. Visitando per esempio la mostra temporanea che rende omaggio ai record del Nürburgring firmati dalle vetture col simbolo del biscione sul cofano.

 

NÜRBURGRING NORDSCHLEIFE, L’INFERNO VERDE

Museo Storico Alfa Romeo
Tazio Nuvolari mentre taglia il traguardo al Nürburgring nel 1935 su una P3

La mostra temporanea “Omaggio ai record del Nürburgring” costituirà il centro dell’attenzione al Museo Storico Alfa Romeo di Arese fino al 2 maggio. L’idea è mettere in fila le auto prodotte dalla casa milanese che nel corso dei decenni hanno vinto gare importanti oppure hanno fatto registrare dei tempi sul giro da primato sul tracciato Nürburgring Nordschleife, il lunghissimo e infernale circuito che ha messo a dura prova e spesso punito anche i migliori fra i piloti di tutti i tempi. Ricordiamo che questa pista è lunga attualmente 20,8 Km, mentre in origine (l’impianto venne costruito nel 1927) raggiungeva i 23 Km.

Il tracciato è estremamente tortuoso con curve molto difficili e superficie decisamente irregolare. Non per niente è soprannominato “inferno verde”. In passato vi corsero per molti anni i bolidi da gran premio prima della guerra e successivamente la Formula 1, oltre a diverse gare endurance per vetture sport prototipi. Oggi vi si disputano solo la 24 ore e la 1000 Km per auto di categoria turismo. Date le sue infernali caratteristiche, il Nürburgring Nordschleife viene spesso utilizzato come pista di test per i nuovi modelli di produzione. E’ anche teatro di diversi tentativi di record sul giro secco.

 

LA MOSTRA DEI RECORD AL MUSEO STORICO ALFA ROMEO DI ARESE

Museo Storico Alfa Romeo
Nicola Larini sulla 155 V6 TI al Ring nel 1993

Nella mostra al Museo Storico di Arese si parte dalle velocissime vetture di oggi, Giulia e Stelvio Quadrifoglio, gli esemplari che negli ultimi anni hanno appunto battuto i rispettivi record di categoria sul tracciato tedesco. In esposizione anche le edizioni limitate NRing di questi due modelli, appena presentate al salone di Ginevra.

Poi facciamo un tuffo nel glorioso passato sportivo Alfa Romeo. Si vedranno ad esempio la Gran Premio Tipo B, altrimenti nota come P3, portata alla vittoria nel 1932, appena uscita, dal grande pilota tedesco Rudolf Caracciola. Nel 1935 invece la Tipo B era superata impietosamente dalle potentissime Mercedes e Auto Union, però il mitico Tazio Nuvolari riuscì ancora a portarla al successo nell’edizione di quell’anno del GP di Germania, facendo infuriare i gerarchi nazisti.

Museo Storico Alfa Romeo
L’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio NRing, serie speciale celebrativa

Cambiamo epoca e categoria, anni Sessanta e turismo. Ecco allora la Giulia Sprint GTA, la dominatrice delle corse europee per un decennio. Nel 1966 Andrea De Adamich scese sotto i 10 minuti al Ring, tempo straordinario per una vettura 1.6. La mostra si chiude idealmente con l’Alfa 155 V6 TI che nel 1993 vinse il campionato tedesco DTM, proprio aggiudicandosi la gara sulla Nordschleife. Tempi da rivivere alla velocità del pensiero, nei locali del Museo.




Forum Donne al Volante, dopo 18 anni dalla nascita di AUTO e DONNA

E’ bello vedere tante donne che amano il mondo delle auto, perchè le donne hanno più sensibilità, amano la bellezza, e sono attente alla sostenibilità e quindi noi di Autoedonna dobbiamo essere contente.
Proprio per questo Amiche di Autoedonna siamo andate a Milano, presso il prestigioso Hotel Enterprise, ad ascoltare un talk show di Donne alla guida della automotive soprattutto nel settore della mobilità,che hanno illustrato come l’apporto femminile stia concretamente contribuendoal cambiamento all’interno delle aziendee, più in generale, all’evoluzione dell’approccio alla “nuova” mobilità.
Ecco a voi le testimonianze di esperienze che mostrano come il panorama sia molto cambiato rispetto agli anni Ottanta e Novanta, aprendo molte porte anche in ambienti come quello dei veicoli industriali dove le donne erano viste con perplessità. Tuttavia ci sono ancora vuoti da colmare rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei.
“Donne al volante. Il tocco femminile alla guida di un’azienda automotive”. “Mobilità a motore tra sogno e realtà”.

Fiat 1100 del Museo Nicolis

Sonoquesti i titoli dei due talk show che hanno animato il nuovo appuntamento promosso da #FORUMAutoMotive, tenutosi a Milano presso l’Enterprise Hotel.
Otto donne manager che occupano, dopo averli conquistati sul campo, ruoli e incarichi importanti all’interno di grandi realtà nel settore automotive.
Sono Maura Carta, Presidente Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A., Cinzia Caserotti, Direttore Vendite Italscania S.p.A., Livia Cevolini, CEO di Energica, Lidia Dainelli, Direttore Comunicazione e membro CDA Jaguar Land Rover Italia, Silvia Nicolis, Presidente Museo Nicolis, Daniela Paliotta, Responsabile Risorse Umane di Mercedes-Benz Italia, Fabiola Tisbini, direttore vendite Growing Industries IBM e Roberta Zerbi, Responsabile Alfa Romeo mercati Emea. C’è chi è stata chiamata a occupare una posizione di rilievo nell’attività di famiglia, e chi ha dovuto conquistarsi lo spazio in importanti multinazionali a colpi di competenze e professionalità partendo da lontano, da anni in cui le donne in posizioni che contano erano viste con diffidenza.

Come Roberta Zerbi, che dopo avere ricordato come il suo primo lavoro nell’ambiente sia stato quello di rinnovare l’immagine delle officine, è arrivata alla posizione che ricopre oggi vincendo la concorrenza maschile. «Le generalizzazioni sono limitanti – sostiene – se dovessi dire osservando come lavorano uomini e donne in azienda che cosa gioca a vantaggio delle colleghe, è l’attenzione ai dettagli. Quella capacità per mettere in pratica le idee di grandi progetti».
Lidia Dainelli ricorda invece come sia stata fondamentale «la convinzione in ciò che si vuole realizzare. Ma serve un valore aggiunto, la capacità di prendere decisione, la caparbietà di voler sempre e comunque trovare una soluzione. Alle donne si chiede se auto è bella, ma siamo in grado di fare molto di più, perché la nostra forza è quella di lavorare fuori dagli schemi, una capacità che non tutti gli uomini hanno. Senza tuttavia dimenticare che bisogna sapersi adattare ai tempi, perché oggi sarebbe impossibile occuparsi di pubbliche relazioni con il metodo che si usava solo cinque anni fa».


Ma il successo all’interno delle aziende è determinato anche da quel tocco di femmilità che fa la differenza, che ogni donna manager identifica in chiave personale. Mentre da più parti arriva la richiesta di donne impegnate in studi più tecnici. Da questo punto di vista, Fabiola Tisbini è orgogliosa del progetto NERD avviato da IBM, al quale ha lavorato attivamente. «NERD, acronimo di “non è roba per donne”, nasce per creare le competenze del futuro, condizionando l’orientamento delle donne. Quando siamo partiti non c’erano donne iscritte nelle facoltà di informatica, quindi siamo partiti avvicinando le ragazze già dal terzo anno di liceo, mostrando loro app e laboratori con i quali abbiamo dimostrato che si tratta di materie per esprimere creatività. Oggi le donne iscritte sono più di 5.000 a un progetto tutto italiano che coinvolge sette università italiane».




Alfa Romeo al salone di Ginevra 2018: arrivano le serie speciali

Alfa Romeo si presenta al salone di Ginevra 2018 con alcune serie speciali che non mancheranno di solleticare le suggestioni sportive degli appassionati. Si tratta di allestimenti particolari per Stelvio, Giulia e 4C che scavano a fondo nella lunga storia di questo marchio. Per weekend ad alte prestazioni.

 

ALFA ROMEO STELVIO E GIULIA QUADRIFOGLIO NRING

Salone di Ginevra 2018

Cominciamo dalle versioni di punta, cioè Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio e Giulia Quadrifoglio, quelle che montano il favoloso motore V6 2.9 biturbo da 510 cavalli. Al salone di Ginevra 2018 viene presentata la serie speciale Nring, cioè Nürburgring Edition. Dedicata ai recenti record sul giro ottenuti dadalle due vetture nelle rispettive categorie sul tortuoso tracciato tedesco. Si tratta di vere edizioni limitate, verranno infatti prodotti solo 108 esemplari per ciascun modello. Segni distintivi sono l’inedita livrea “grigio circuito” per la carrozzeria, il badge numerato Nring nell’inserto della plancia in fibra di carbonio; di serie ci sono freni carboceramici, sedili sportivi Sparco con cuciture rosse e guscio in carbonio, pomello leva cambio Mopar e volante in pelle e Alcantara, entrambi con inserto in carbonio. Nello stesso materiale anche le calotte degli specchietti, lo scudetto Alfa e gli inserti sulle minigonne. Impianto audio Harman Kardon.

Salone di Ginevra 2018

Sempre per quanto riguarda il SUV del biscione la manifestazione svizzera mostrerà il nuovo Pack Performance, disponibile sull’allestimento Alfa Romeo Stelvio Super con le motorizzazioni a benzina da 200 e 280 cavalli. Il pacchetto comprende le sospensioni attive Alfa Active Suspension, il differenziale posteriore meccanico autobloccante e le palette cambio in alluminio ricavato dal pieno. Disponibile anche il Pack Sport, dettagli estetici composti da livrea “rosso competizione”, pedaliera e altri inserti in alluminio, volante sportivo, pinze freni rosse, sedili e plancia in pelle, vetri oscurati e barre sul tetto.

 

AL SALONE DI GINEVRA 2018 CI SARA’ LA GIULIA VELOCE TI

Salone di Ginevra 2018

Una sigla che gli alfisti apprezzano particolarmente: TI, cioè Turismo Internazionale. Non si vedeva da un bel pezzo, richiama immediatamente alla mente la Giulia degli anni ’60. Al salone di Ginevra 2018 si potrà vedere dunque una nuova Alfa Romeo Giulia Veloce TI. Al consueto motore a benzina da 280 cavalli questo allestimento aggiunge la livrea in rosso competizione, poi plancia in pelle e inserti in carbonio, sedili in pelle e Alcantara con cuciture nere; inoltre dettagli in carbonio firmati Mopar come i battitacco retroilluminati con logo Alfa, la V del trilobo, le calotte dei retrovisori e l’inserto del pomello leva cambio. Direttamente dalla Quadrifoglio arrivano le minigonne con inserto in carbonio e lo spoiler posteriore. Si aggiungono infine i cerchi bruniti da 19 pollici, le pinze dei freni rosse, e l’audio Harman Kardon.

 

DUE ALFA 4C SPECIALI: COMPETIZIONE E ITALIA

Salone di Ginevra 2018

Non poteva certo mancare la 4C. Al salone ginevrino si potrà ammirare la coupé Alfa Romeo 4C Competizione. Questa serie speciale è proposta in un colore chiamato “grigio Vesuvio opaco”, ma il cliente può anche sceglierne un altro. Troviamo dettagli in carbonio per tetto, spoiler posteriore, calotte specchietti, presa d’aria laterale e mascherina fari; poi cerchi a cinque fori con trattamento scuro (sulla 4C hanno un diametro di 18 pollici all’anteriore e di 19 al posteriore), pinze freni rosse, scarico Akrapovic in titanio con funzione dual mode e cornice in carbonio. Interni con sedili in pelle e microfibra con cuciture rosse.

Salone di Ginevra 2018

Spazio al salone di Ginevra 2018 anche per la scoperta Alfa Romeo 4C Spider Italia. Carrozzeria esclusiva blu Misano, cerchi a cinque fori, pinze freno gialle, così come le cuciture di sedili, plancia, volante e pannelli portiere; inserto plancia in alluminio con grafica dedicata Italia e targhetta numerata sul tunnel centrale; audio Alpine. Sulla fiancata è in evidenza lo sticker tricolore con logo Spider Italia. Anche qui c’è lo scarico Akrapovic. Sia la Competizione che l’Italia sono edizioni limitate in 108 esemplari. Per chi non se ne fosse reso conto, 108 indica l’età dell’Alfa Romeo, fondata nel 1910.




ALFA ROMEO STELVIO TOP WEEKEND CAR 2017

Il 2017 dal punto di vista automobilistico ha visto tra gli eventi principali l’esordio sul mercato del SUV Alfa Romeo Stelvio, il primo veicolo di questo tipo a portare il marchio del biscione. Attraverso un sondaggio, i lettori di Weekend in auto e i followers di Weekend Premium lo avevano subito premiato ad inizio anno col riconoscimento Top Weekend Car 2017. Fra pochi mesi, a marzo per la precisione, alla vigilia del salone di Ginevra, vedremo anche se questa vettura riuscirà ad aggiudicarsi anche il prestigioso premio internazionale Auto dell’anno 2018, di cui è fra le sette finaliste. Ma il premio più importante ovviamente è sempre quello del mercato: anche qui Alfa Romeo Stelvio sta salendo le classifiche di vendita. A novembre è stato il SUV più venduto in Italia e nel periodo da gennaio a novembre 2017 si è piazzato al quinto posto. In Europa invece i dati sono fermi ad ottobre, quando il modello italiano era appena entrato nelle graduatorie. E ora l’attesa è tutta per la superlativa Stelvio Quadrifoglio, finalmente arrivata al momento del lancio commerciale.

 

I NOSTRI LETTORI INCORONANO COME TOP WEEKEND CAR 2017 ALFA ROMEO STELVIO

Alfa Romeo Stelvio

Quindi Alfa Romeo Stelvio saluta il 2017 come Top Weekend car dei lettori di Weekend Premium e Weekend in auto, un riconoscimento dato all’inizio della sua avventura sul mercato, sulla base del design e delle caratteristiche decisamente fuori dagli schemi. Infatti quando si era ancora nelle prime fasi della progettazione di questo modello, i manager avevano espressamente incaricato ingegneri e disegnatori di seguire tale direttiva: Stelvio sarebbe dovuta essere prima di tutto un’Alfa Romeo, poi anche un SUV. Missione compiuta, perché l’esperienza di guida di quest’auto (potete rileggere a questo link la nostra prova) è del tutto simile a quella di una sportiva bassa. Parliamo della Stelvio “regolare”. Poi per chi può e si sente in grado di domare un’autentica belva, la Stelvio Quadrifoglio sarà pane per i suoi denti, in virtù del favoloso motore da 510 cavalli (che già anima la Giulia decorata da questo simbolo leggendario) e di una dinamica di guida assolutamente da vera supercar.




Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris: ancora più estrema e veloce

Un weekend in auto, sì, però molto particolare: un vero e proprio weekend da corsa, protagonista la favolosa Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris. Si tratta di un’elaborazione, oggi si dice tuning, a cura degli specialisti con base ad Opera, alle porte di Milano. Gli eccellenti artigiani della preparazione di Romeo Ferraris hanno messo le mani sulla fantastica sportiva del biscione e ne hanno ulteriormente esaltato le prestazioni già superlative, accentuandone lo spirito da supercar estrema, sempre mantenendola in configurazione stradale.

ALFA ROMEO 4C ROMEO FERRARIS: SEMPRE PIU’ SUPERCAR

Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris

L’incredibile Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris, modificata e sviluppata all’interno dell’officina di Opera, si arricchisce di particolari di grande effetto, volti ad incrementare il fascino estetico di una vettura già estremamente attraente, concentrandosi allo stesso tempo su interventi di natura meccanica ed elettronica per andare a migliorare dove possibile le sue già sorprendenti prestazioni. La Romeo Ferraris ha voluto dare un valore aggiunto al design estetico, utilizzando senza filtri né freni la sofisticatezza del carbonio, posizionandolo letteralmente su quasi tutti i particolari della carrozzeria e degli interni, donando all’intera struttura dell’auto uno stile ancora più racing. La modifica estetica più importante riguarda il posteriore, i cui fari sono stati arricchiti da una cornice carbon in stile Ferrari 488, che sovrastano l’estrattore posteriore completo con flap.

Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris

Per quanto riguarda gli interni, l’abitacolo originariamente in stile minimal, con la versione ideata dalla Romeo Ferraris non potrà più passare inosservato. Il guidatore si ritrova ora completamente circondato da carbonio lucido. Pannelli delle porte e dettagli sulle maniglie interne, leva del freno a mano, volante con stemma 4C e palette del cambio, cover di tutti i comandi e di tutti gli elementi posizionati sul cruscotto, cover dei montanti interni e inserti delle plance vanno a costruire un ambiente dal forte impatto visivo, assolutamente esclusivo e unico nel suo genere. Tocco speciale anche per la cover della chiave, ricoperta di carbonio rosso.

Per quanto riguarda le prestazioni, la 4C marchiata Romeo Ferraris è stata sottoposta a una serie di modifiche elettroniche e meccaniche, che la rendono più veloce sui tratti rettilinei e ancora più scattante in curva. Grazie all’installazione del software Romeo Ferraris all’interno della centralina, la potenza di serie da 240 CV sale fino a 300 CV, con un deciso miglioramento anche della coppia massima, che passa da 350 Newton metri a 395 a 3500 giri. Premendo il pedale dell’acceleratore, la risposta del motore si mostra subito più decisa, tanto che l’intervallo dell’accelerazione da 0 a 100 km/h si riduce di due decimi di secondo con un valore di 4,3’’. Anche in fase di allungo risulta più convincente, con la velocità massima che ora tocca i 270 km/h, oltre 10 km/h in più rispetto al limite dichiarato per la versione di serie. Non solo l’elettronica è stata toccata, ma anche il turbocompressore, reso più efficiente grazie a nuove specifiche introdotte dai tecnici di casa Ferraris.

Alfa Romeo 4C Romeo Ferraris

Dal punto di vista della guidabilità, nella versione proposta da Romeo Ferraris l’anima corsaiola della 4C incontra la sua massima espressione, dal momento che la naturale agilità della vettura viene favorita dall’allargamento della carreggiata, rispettivamente di 26 mm e 40 mm per la parte anteriore e posteriore, e dalla riduzione dell’altezza da terra di 23 mm. Ciò consente il miglioramento della tenuta in curva e della generale stabilità, garantita inoltre dalla presenza di un assetto specifico regolabile sia in altezza che in idraulica. È stata inoltre cercata una soluzione per ridurre la naturale tendenza della vettura a seguire le imperfezioni e irregolarità del fondo specialmente ad alte velocità. L’effetto “serpeggiamento” è stato infatti decisamente ridotto grazie ad un kit per la modifica dell’incidenza, andando a migliorare il comportamento dell’avantreno soprattutto nelle curve con forte appoggio laterale. Guidarla in pista è un’esperienza esilarante. Lo scarico speciale di Romeo Ferraris a ogni cambio marcia dona un sound a cui è impossibile resistere; la frenata è efficace e contenuta nello spazio, ma il punto forte di quest’auto rimangono certamente il suo perfetto bilanciamento e la sua reattività, che la rendono veloce come una supercar, agile e scattante come un kart.




Alfa Romeo 4C Spider, guidare tra arte e arte

Un viaggio nelle città d’arte della Lombardia con il piacere di guidare un’opera d’arte, la fantastica Alfa Romeo 4C Spider. Un desiderio avverato. Cominciamo da Arese, perchè qui c’è un museo importantissimo dell’arte lombarda, quelle delle mitiche Alfa Romeo che con il loro design, i rombi dei loro motori erano e sono delle vere opere d’ingegno. Giriamo la chiave della 4C Spider che ci attende e ci mettiamo subito a caccia delle strade lombarde, lontane dal traffico, a cielo aperto è come essere giunti nel paradiso della guida. Tasto “start” ed ecco il rombo del 1750 turbo farsi sentire da ogni parte, così come l’innesto della prima con un evidente “clack” che conferma l’impressione di esser saliti su un’auto da corsa prestata alla strada, avuta infilandoci letteralmente nell’abitacolo.

 

LUNGO L’ADDA PER RISCOPRIRE IL GENIO DI LEONARDO

Alfa Romeo 4C Spider
Scorcio del fiume Adda

Non è questa un’auto per andare adagio ma per cercare emozioni fuori dagli itinerari trafficati e dunque  ci dirigiamo verso il castello Visconteo di Trezzo sull’Adda che fu costruito da Bernabò Visconti su uno sperone di roccia a guardia del ponte che univa le due sponde, quindi un castello-fortezza, poi distrutto dai nemici. Oggi una parte di questo castello si trova a Milano; infatti se ne ricavò del materiale per costruire l’Arena.

Si scaldano i motori, per poi prendere la strada verso Imbersago, davanti a noi una delle tante strisce d’asfalto dove si può guidare sufficientemente in libertà e continuare poi per chilometri e chilometri fra curve sfruttando il comportamento ribelle della 4C che nei rettilinei sembra non volere andar mai diritta causa le gomme larghe, il passo corto e la mancanza del servofreno, mentre nelle curve passa dal sotto al sovrasterzo.

Alfa Romeo 4C Spider
Il traghetto di Imbersago progettato da Leonardo Da Vinci

Seguendo l’Adda siamo arrivati ad Imbersago, un piccolo paese sulla sponda del fiume famoso perchè conserva un’opera ingegneristica del genio Leonardo Da Vinci, il traghetto che lo collega a Villa D’Adda. E’ dal 1513 che il traghetto  collega le due sponde; quello attuale è una fedele riproduzione di quello inventato da Leonardo che non voleva utilizzare solo l’energia della corrente che trova la resistenza degli scafi e della fune tirata fra le due sponde e crea un moto laterale indiretto che sposta il traghetto. Oggi si direbbe sostenibile, green , ecologico… infatti basta un solo uomo a governarlo tirando la fune e girando il timone. Gli italiani sono davvero geniali sia quando fanno i traghetti che le auto e di sicuro le 4C sarebbero piaciute anche a Leonardo…

 

ALFA ROMEO 4C SPIDER, VOGLIA DI LIBERTA’

Alfa Romeo 4C Spider
Le nostre 4C Spider sullo sfondo della città di Bergamo

Di fronte a noi un quadretto da sogno, un’auto speciale, paesaggi mozzafiato e poi la favola del bello di guidare la 4C Spider, un’esperienza celestiale con una repentinità imbarazzante e il cambio, velocissimo, sferraglia ogni volta che tocchiamo i paddle al volante con il motore che urla più forte di quanto abbiamo schiacciato l’acceleratore.

La strada sembra scorrere molto più velocemente stando seduti così in basso ma è tutto normale, Alfa Romeo 4C Spider è progettata proprio per questo, per dare emozioni in ogni metro percorso e la spider esalta ciò lasciandoci inebriare i profumi.. come quelli di un buon piatto caldo… e così sempre seguendo l’Adda, non lontano dalla sponda, seguitiamo a cercare di scoprire cose buone, ma più che la cultura stavolta è il digiuno e l’appetito ci porta all’Antica Osteria di Odiago, un locale davvero antico dove possiamo ritrovare gli autentici piatti della tradizione di questo territorio.

Alfa Romeo 4C Spider
La Rotonda di San Tomè, chiesa romanica a pianta circolare ad Almenno San Bartolomeo

Deliziato il palato è ora di arte, arriviamo ad Almenno San Bartolomeo dove troviamo due chiese dallo stile romanico lombardo e di pittura bergamasca medievale. La prima è la Basilica di San Giorgio in Lemine costruita alla metà del 1100 e che conserva degli affreschi magnifici dell’arte bergamasca. E poi San Tomè, è una delle rarissime chiese a pianta circolare, una chiesa  templare, un gioiello che pochi conoscono.

A BERGAMO TRA LE MURA VENEZIANE

Alfa Romeo 4C Spider
Passaggio sotto le mura veneziane di Bergamo Alta

Abbiamo voglia ancora di curve in un’atmosfera speciale  e altrettanto emozionante  e allora via  scateniamo i cavalli della nostra Alfa Romeo 4C Spider, godiamoci questo altro tesoro dell’arte Italia, abbiamo i limiti da rispettare ma per brevi tratti facciamo alzare la lancetta del contagiri, d’altronde un mito non è solo velocità ma passione. Ecco Bergamo bassa, la parte più antica della città, dove troviamo il teatro Gaetano Donizetti, dedicato al grande compositore nato a Bergamo nel 1797, altro artista di queste terre.

Ma ora ci attraggono le mura veneziane che circondano per 5 km Bergamo Alta come un gioiello, dove nella chiesa di San Michele ci sono gli affreschi di Lorenzo Lotto. Se volete vedere un panorama stupendo salite al  Castello di San Vigilio e poi ancora arte da ammirare e da assaggiare, quella della mitica pasticceria La Marianna. D’altronde  non per nulla qui c’è arte gastronomica… 9 ristoranti stellati, fra il mitico tre stelle DA VITTORIO, anche questa è arte… e non resta che concludere la nostra fuga nel raffinato ristorante gourmet. A noi rimane però il piacere di guidare “l’Elise all’italiana”, come abbiamo soprannominato la nostra spider.

 

ALFA ROMEO 4C SPIDER, SCHEDA TECNICA E PREZZO

Alfa Romeo 4C Spider

Riepiloghiamo le caratteristiche tecniche della splendida Alfa Romeo 4C Spider. Il motore è un quattro cilindri 1750 turbo da 240 cavalli, montato in posizione posteriore centrale. La coppia massima di 350 Newton metri viene erogata fra 2200 e 4250 giri. Trasmissione a trazione posteriore con cambio automatico a doppia frizione Alfa TCT a sei rapporti con comando al volante. Differenziale elettronico. Qui arriviamo alla parte speciale, infatti la monoscocca è interamente in fibra di carbonio; sospensioni anteriori a triangoli sovrapposti e posteriori di tipo McPherson evoluto. Freni Brembo, pneumatici 205/45 R17 all’anteriore e 235/40 R18 al posteriore. Stervo non servoassistito. Peso a secco di altri tempi, 940 Kg, solo 6 in più della coupé. Tutto ciò si traduce in un’accelerazione bestiale, da vera supercar col triplo della potenza: 0-100 in 4,5 secondi. La velocità massima è di 257 Km/h. I consumi in città non sono neanche malvagi, 10,1 l/100 Km, un altro vantaggio della leggerezza. L’Alfa Romeo 4C Spider ha un prezzo di listino chiavi in mano di 75.500 euro.

 

PER SAPERNE DI PIU’ SUL NOSTRO TOUR

Alfa Romeo 4C Spider

Chi desidera maggiori informazioni sui luoghi toccati da questo nostro tour (qui il video) sulla magnifica Alfa Romeo 4C Spider, effettuato in collaborazione con Drive4Dream, può rivolgersi alle fonti indicate qui sotto.

MUSEO ALFA ROMEO ARESE – Viale Alfa Romeo, 20020 Arese MI – Tel02 4442 5511 – www.museoalfaromeo.com
TRAGHETTO TREZZO D’ADDA – Imbarco: Via Alzaia – Zona Centrale Taccani – 02.9094242 – www.navigareinlombardia.it/itinerari/parco-adda-nord-trezzo-d-adda
ANTICA OSTERIA DI ODIAGO – Via Torquato Tasso, 24, 24030 – Odiago di Pontida BG – Tel 035 782767 – www.anticahosteria.com
DA VITTORIO – Via Cantalupa, 17, 24060 Brusaporto BG – Tel 035 681024 – www.davittorio.com/it
LA MARIANNA – Largo Colle Aperto, 4, 24129 Bergamo BG – Tel 035 237027 – www.lamarianna.it
DRIVE4DREAM – Tel. 02.87199012 – info@drive4dream.eu