Capodanno 2019, seconda parte: notte col botto

Siete anche voi uno dei ritardatari che ancora non ha deciso su dove passare la notte di San Silvestro? Niente panico: sono molte le possibilità di partire all’ultimo minuto e oltretutto a prezzi interessanti. Grazie anche ai tanti siti che propongono last minute e anche last second.  La settimana scorsa vi abbiamo proposto Budapest, Bruxelles, New York, Parigi e Innsbruck che potete rileggere al seguente link: https://www.weekendpremium.it/ oggi vi consigliamo:

Capodanno 2019

BARCELLONA

La capitale catalana è un’ottima destinazione per Capodanno vicina, economica, giovane e frizzante. Potrete scegliere tra tantissime opzioni: dalla classica festa in piazza, agli eventi nei tanti locali distribuiti per la città, dalla musica in discoteca a un tranquillo ristorante.

Capodanno 2019

Se decidete di vivere l’ultima notte dell’anno in compagnia non vi resta che recarvi in una delle due principali piazze di Barcellona: Plaza Catalunya e Plaça de Toros Monumental. In piazza Catalunya è installato un maxischermo che trasmette in collegamento in diretta con i festeggiamenti che si svolgono a Madrid. In piazza ascolterete musica, ballerete e berrete in compagnia di centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo.È sicuramente un Capodanno particolare proprio come particolare è la città con le architetture di Gaudí che la rendono unica.

Le tradizioni a Barcellona sono molto rispettate e non troverete un locale che la notte di Capodanno non osserverà il rito de Las Campanadas cioè mangiare 12 acini d’uva seguendo i 12 rintocchi delle campanadas scanditi dall’orologio posizionato in Puerta del Sol a Madrid. Per cui ricordate che se vorrete avere un anno ricco e molto fortunato dovrete procurarvi un bel grappolo d’uva. E se siete dei temerari potete cimentarvi in un tuffo in mare il primo giorno dell’anno nuovo. Qui è quasi un rito e si chiama il Primer Bany de l’Any che significa il primo bagno dell’anno ed è organizzato dal Club Natacio Atlètic Barceloneta.

Capodanno 2019

Dimenticavamo anche un’altra tradizione: sorseggiare champagne da una flûte al cui interno è stato posto un anello d’oro. Cosa può portare questo? Un 2019 molto prospero.

Se decidete invece di passare l’ultimo dell’anno in qualche locale ve ne consigliamo uno dei tanti nel Barrio Gotico dove organizzano feste e serate molto divertenti. Avrete l’imbarazzo della scelta.

Se invece ricercate a tutti i costi un ambiente elegante e raffinato allora non vi resta che optare per uno dei locali più frequentati dalla Barcellona bene: l’Elephant Restaurant & Lounge  Calle Pau Claris 92,  situato vicino al cuore della città, è uno dei locali più chic di Barcellona. L’atmosfera in stile coloniale saprà regalarvi una notte magica.

Capodanno 2019

DUBAI

Perché non scegliere Dubai, località affascinante dal clima estivo?  Affacciata sul Golfo Persico, negli Emirati Arabi Uniti, è la meta ideale per chi ama fare shopping sfrenato. Qui riuscirà a placare la sete di acquisti vista la presenza di centinaia di boutique che offrono prodotti di altissimo livello. Soprattutto è l’ideale per il turista che ha voglia di staccare la presa da un anno di duro lavoro e da climi rigidi e nebbiosi. Dubai offre splendide spiagge e un clima ideale per rilassarsi. Qui è tutto grandioso, ostentato, ingigantito.

Capodanno 2019

Dove passare la notte di San Silvestro? In uno dei tanti locali che organizzano feste fino alla mezzanotte perché subito dopo quasi tutti corrono verso le spiagge per brindare in compagnia. Attenzione ricordiamo che vi trovate in un Paese musulmano dove l’alcool è proibito dunque non pensate di recarvi in spiaggia con una bottiglia di champagne sotto braccio. Oltre all’offesa nei confronti della popolazione che vi sta ospitando correreste rischi anche con la polizia. Dunque pensate a un capodanno da… astemi.

Se invece siete stufi dei soliti locali e cercate qualcosa di veramente romantico potreste organizzare la notte di capodanno nel deserto. Immenso, silenzioso con il suo cielo nero punteggiato di stelle.

Capodanno 2019
Dubai

MALDIVE

Chi non ha mai sognato di passare il Capodanno ai Caraibi? Non pensate che sia impossibile o che sia privilegio di chi ha a disposizione un budget elevatissimo. Ora si possono trovare last minute molto interessanti ma voi dovrete tenere pronta una valigia con lo stretto necessario: costume, pareo e crema abbronzante. Rendiamole speciali queste festività e regaliamocelo un Capodanno in un bel resort: vi farà iniziare il nuovo anno alla grande e rigenerati al punto giusto. Le Maldive hanno un clima perfetto e in particolar modo a dicembre perché siamo nel pieno della stagione secca e dunque non si corrono pericoli di pioggia, la temperatura è calda ma non soffocante. Come passerete la nottata? Sicuramente su una delle tante spiagge dove molti maldiviani festeggiano con musica e buon cibo. Sono molto ospitali e vi inviteranno a unirvi a loro per aspettare il nuovo anno. Non vediamo niente di più bello che un brindisi in mezzo all’arcipelago maldiviano.

Capodanno 2019
Maldive

COSTA RICA

Perché’ trascorrere il Capodanno in Costa Rica? Iniziamo col dire che il Paese  è stato classificato – nella graduatoria Happyness in nations – al primo posto per la felicità media della popolazione, perché è uno stato pacifico e democratico e il più stabile, politicamente ed economicamente, di tutta l’America Latina, perché è l’unico Paese al mondo che ha abolito l’esercito e la gente è   cordiale e perbene. Ma cosa importantissima è che è un vero paradiso: con montagne, vulcani, foreste, 25 parchi nazionali e 58 riserve naturali, 1.228 km di coste sul Pacifico con golfi, baie, spiagge bianchissime che hanno favorito l’installazione di efficienti strutture turistiche.  Se pensate inoltre che il concetto in questo paese è “Pura Vida” che tradotto significa pura vita esprime senza ombra di dubbio che il divertimento e la voglia di vivere allegramente è nel DNA del costaricano. E allora uniamoci a loro per divertirci nella notte più emozionante dell’anno. Sarà possibile brindare in una spiaggia oppure direttamente nei resort che organizzano sempre eventi o semplicemente per la strada in compagnia di un popolo pronto sempre al sorriso e al divertimento.

Capodanno 2019
Costa Rica

VIENNA

Per chi invece non vuole allontanarsi troppo da casa un’ottima destinazione, austera, elegante e di grande bellezza, è Vienna. Nel periodo delle feste natalizie la capitale austriaca si veste di colori e luci e acquista un’atmosfera da favola. In ogni luogo del mondo ci sono tradizioni come vestirsi di rosso, mangiare 12 acini di uva, cenare con cotechino e lenticchie ma l’Austria, e in primis Vienna, è tradizionalista al massimo e da ormai decenni allo scoccare della mezzanotte è usanza danzare sulle note del “Sul bel Danubio blu” di Johann Strauss. Che emozione vedere tante persone ballare il walzer nelle piazze in attesa del nuovo anno.

Capodanno 2019

E non vi meravigliatevi se un viennese vi regala un piccolo gadget a forma di coccinella, maialino, spazzacamino o quadrifoglio vi sta praticamente augurando tanta fortuna. Molto spesso sono di cioccolata e vanno gustate allo scoccare della mezzanotte.

Capodanno 2019
Vienna

Dunque a Vienna le scelte per un felice ultimo dell’anno sono tante dalle feste in piazza, ai locali con musica di ogni genere, ai concerti di musica classica o anche un capodanno di… corsa   il  Silvesterlauf”, una corsa organizzata per salutare l’anno appena passato e dare il benvenuto a quello che viene.

Ma non perdete, al primo dell’anno, il concerto di Capodanno con la Filarmonica di Vienna conosciuta in tutto il mondo. Si tratta di un avvenimento che lascerà senza parole anche chi non ama la musica classica.

Dunque non ci resta che alzare il calice e brindare augurandovi: Prosit




Dal mondo le ricette dei dolci natalizi

Chissà perché quando si avvicinano le festività natalizie tutti noi sentiamo la voglia di preparare un dolcetto con le nostre mani. Ma è indispensabile trovare qualcosa fuori dall’ordinario, qualcosa che alla vista faccia dire ohhh e al primo assaggio mmm.

Le ricette che vi proponiamo di seguito ci sono state segnalate da Gnammo e le abbiamo condivise con voi al fine di cimentarvi questo Natale con dolci provenienti da tutto il mondo. Vi invitiamo a dare un’occhiata al sito: www.gnammo.com., il portale italiano di social eating più grande e attivo che permette a chiunque, semplice appassionato o più esperto, di organizzare, o partecipare, a eventi culinari in casa, condividendo i posti a tavola con gli altri membri della community.

Ora non ci resta che augurarvi un… dolce Natale!

FRANCIA: Bûche de Noël

Vi proponiamo la ricetta di Sylvie Anna Capelli che consiglia, per ottenere una bûche de Noël coi fiocchi, di usare un ottimo burro per la preparazione della crema, di utilizzare molta delicatezza nel maneggiare gli ingredienti per il biscotto e avere un buon timing per caramellare lo sciroppo ma soprattutto precisa tanta tanta pazienza per assemblare il tutto. Ma una volta terminata la vostra bûche de Noël sarà da 10 e lode

dolci natalizi
Bûche de Noël © Mathieu MD (WIKIMEDIA)

Ingredienti per il biscotto: 5 uova, 50 grammi di farina 00, 50 grammi di fecola di patate, 170 grammi di zucchero, un pizzico di sale, un cucchiaio di acqua, un bicchiere di rum

Ingredienti per la crema: 1 uovo, 1 tuorlo, 300 grammi di cioccolato fondente, 250 grammi di burro, 150 grammi di zucchero, una tazzina di caffè, un terzo di bicchiere di acqua.

Preparazione del biscotto – Separare i tuorli dagli albumi. Montare gli albumi a neve. Con una frusta sbattere i tuorli con zucchero e sale fino ad ottenere un impasto morbido. Aggiungere acqua e rum e farli incorporare con delicatezza. Aggiungere farina e fecola e mescolare. Incorporare gli albumi montati a neve mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Stendere l’impasto su una leccarda rettangolare ricoperta di carta forno (o in alternativa imburrata e infarinata). Pre-riscaldare il forno a 120°C e infornare per 15 minuti, l’impasto deve solo iniziare a dorarsi. Togliere il biscotto dal forno e sformarlo delicatamente su un canovaccio umido. Arrotolare il biscotto ancora caldo nel canovaccio umido, senza stringere. Lasciarlo raffreddare, evitando il frigorifero.
Preparazione della crema – Preparare lo sciroppo di zucchero facendo attenzione a non farlo caramellare. Fondere il cioccolato a bagno-maria con un cucchiaio di caffè, aggiungere il burro in pezzi. Mettere le uova nello sciroppo di zucchero caldo e mescolare con cura. Unire e amalgamare dolcemente i due composti. Lasciar raffreddare e rapprendere in frigorifero.
Assemblare – Srotolare delicatamente il biscotto che deve aver raggiunto la temperatura ambiente. Con una spatola spalmare circa due terzi della crema. Arrotolare il tutto, senza stringere. Tagliare le estremità (1 o 2 centimetri) per pareggiare la bûche e conservare gli “scarti” da utilizzare per realizzare dei nodi o dei monconi di ramo. Ricoprire il tutto con la crema rimasta e creare delle striature con una forchetta.
Servire in tavola – La bûche de Noël è pronta per essere servita, mostrandola prima intera e affettandola direttamente a tavola. Chi lo desiderasse può aggiungere delle decorazioni per rendere questo dolce tradizionale il più possibile simile a un tronco di legno.

POLONIA – Makowiec

Ci spostiamo in Polonia per imparare insieme a fare il Makowiec. Si tratta di un dolce natalizio farcito con una crema a base di semi di papaveri che, secondo la tradizione polacca, sono di buon auspicio in quanto simbolo di abbondanza e fertilità. La particolarità di questo dolce è che si conserva per diversi giorni se chiuso in un contenitore ermetico e il profumo che sprigiona in tutta casa inebrierà le vostre narici per giorni e giorni.

dolci natalizi
Makowiec © Alina Zienowicz (WIKIMEDIA)

Ingredienti per la pasta – 200 gr di farina, 3 uova (tuorlo), 10 gr di lievito di birra, 40 gr di zucchero a velo, 100 ml di latte, 55 gr di burro, 1 bustina di vanillina.
Ingredienti per il ripieno – 125 gr di semi di papavero, 20 gr di gherigli di noci, 30 gr di uvetta, 30 gr di arancia candita a cubetti, 1 cucchiaio di burro, 1 cucchiaio di miele, 2 uova, 200 gr di zucchero a velo, 1 cucchiaio di vodka.
Preparazione della pasta – Sciogliere il lievito con 25 ml di latte tiepido, un cucchiaino di zucchero e un cucchiaio di farina. Coprire e lasciar lievitare per 15 minuti al caldo. Poi, montare i tuorli d’uovo con lo zucchero per ottenere una crema, quindi unire vanillina, farina, 75 ml di latte tiepido, lievito e burro (sciolto e lasciato raffreddare). Dopo aver ottenuto un impasto liscio ed elastico, coprirlo con la pellicola e lasciarlo lievitare per un paio d’ore.
Preparazione del ripieno – Nel frattempo, è possibile dedicarsi al ripieno: per prima cosa, mettere i semi di papavero in una scodella coperti con acqua bollente e lasciarli riposare con sopra un coperchio per mezz’ora. Dopo averli scolati e strizzati, frullarli e aggiungere noci sbriciolate, uvetta, cubetti di arancia candita, burro (sciolto e lasciato raffreddare), vodka. Montare i tuorli con lo zucchero a velo e a parte montare anche gli albumi a neve. Poi unire tutto per ottenere il ripieno.
Assemblare – Stendere quindi l’impasto una volta lievitato, poi ricoprirlo con il ripieno lasciando una cornice di un paio di cm. Arrotolare e mettere su una teglia rivestita con carta da forno, con la chiusura verso il basso. Coprire con una pellicola e lasciare ancora lievitare per 30 minuti. Quindi cuocere a 180° per 45 minuti. Decorare a piacimento con canditi, glassa di zucchero e semi di papavero.

USA – Pumpkin Pie

La Pumpkin Pie, torta di zucca, è un dolce americano che viene associato in genere alle Holidays di fine anno e in particolar modo il giorno del Ringraziamento e di Natale. È un dolce delizioso formato da pasta frolla e una generosa crema alla zucca di un bel colore arancio aromatizzata con molte spezie come noce moscata, cannella, chiodi di garofano, zenzero accompagnata con una bella spruzzata di panna fresca. In commercio ci sono creme di zucca già pronte all’uso che dimezzano i tempi di preparazione. Qui di seguito la ricetta di Stefi&Carl.

dolci natalizi
Pumpkin Pie © Peggy Greb (WIKIMEDIA)

Ingredienti – 175 gr di zucchero, mezzo cucchiaino di zucchero, un cucchiaino di semi di cannella, mezzo cucchiaino di chiodi di garofano, 2 uova grandi, 400 gr di purea di zucca (far bollire la zucca per 30 minuti e poi frullarla), 400 gr di latte condensato, 1 rotolo di pasta frolla precotta.

Preparazione – Mescolare zucchero, sale, cannella, zenzero e chiodi di garofano in una ciotola. Aggiungere le uova. Mescolare la purea di zucca con le spezie. Unire le due ciotole e poi aggiungere gradualmente il latte condensato. Preparare una tortiera con la carta forno e stendere la pasta frolla, quindi versare la crema e infornare in forno preriscaldato a 220° per 40-50 minuti. Lasciar freddare un paio di ore. Servire immediatamente o conservare in frigorifero.

INGHILTERRA: Christmas Pudding

Durante le feste natalizie sulle tavole inglesi non può mancare il tradizionale Christmas pudding, il dolce tipico della cucina inglese. È una sorta di budino fatto generalmente con farina, sugna o burro, frutta secca e spezie, cui poi si possono aggiungere altri ingredienti. C’è una superstizione legata a questo dolce: si narra che debba contenere 13 ingredienti, come il connubio tra Cristo e apostoli, ed essere preparato in senso orario da tutti i membri della famiglia. Nelle famiglie inglesi viene tramandata di generazione in generazione e ne sono molto gelose. È conosciuto anche come “plum pudding”, che tradotto significa “budino di prugne”, anomalo vero visto che le prugne non sono contemplate nel dolce. Secondo tradizione, questo dolce dovrebbe contenere al proprio interno dei piccoli oggetti e al fortunato che li trova è assicurata tanta: anelli per chi è in cerca dell’amore, 1 soldino per la prosperità, 1 bottone per il nonno, 1 ditale da cucito per la nonna, 1 maialino (di plastica) per i più golosi.

dolci natalizi
Christmas pudding © Matito (FLICKR)

Ingredienti – 200 gr di margarina, 350 gr di uvetta, 200 gr di uva sultanina, 200 gr di uva passa, 50 gr di canditi misti, 25 gr di mandorle tritate, 175 gr di farina, 2 cucchiaini di spezie miste in polvere (chiodi di garofano, cannella, zenzero), 1 cucchiaino di noce moscata in polvere, 175 gr di briciole di pane fresco (pane al latte, senza crosta), 700 gr di zucchero di canna, 2 uova, succo di 1 limone, 1 cucchiaio di melassa, 4 cucchiai di latte, 2 cucchiai di brandy.

Preparazione – Mescolare in una ciotola grande tutti gli ingredienti, lavorare in modo da ottenere un impasto ben legato. Con l’impasto riempire lo stampo da budino (capacità da 1 litro), ben imburrato. La superficie deve rimanere al di sotto del bordo di circa 2,5 cm. Coprire quindi con doppio foglio di carta oleata, con la parte imburrata rivolta verso l’interno, piegato bene intorno al bordo e legato con spago da cucina. Mettere quindi il pudding in una pentola e aggiungere acqua calda per coprire la forma fino ad un terzo. Coprire con il coperchio e cuocere a fuoco basso per 6 ore, aggiungendo acqua calda man mano che evapora. Al termine del tempo indicato, togliere il pudding e lasciar raffreddare. Sostituire il coperchio di carta oleata con un altro, da legare allo stesso modo del precedente e conservare il pudding in luogo fresco. Il giorno di Natale, il pudding deve essere riscaldato per circa 3 ore utilizzando lo stesso metodo della prima cottura, sempre aggiungendo acqua man mano che evapora. Quindi, rovesciarlo sul piatto di portata e decorarlo con l’agrifoglio, e con un cucchiaio di brandy riscaldato in pentolino. Per finire, flambare quando si serve in tavola.

CUBA – Flan de Calabaza

Direttamente da Cuba il flan de Calabaza. È un flan dalle molte varianti a seconda delle tradizioni di ogni famiglia cubana o della regione in cui viene servito.

È un mix di colori e sapori a base di zucca e va servito rigorosamente con un buon bicchierino di rum. Qui di seguito la ricetta di Wilfredo Torres, cook su Gnammo.

dolci natalizi
Flan de Calabaza (PXHERE)

Ingredienti (per 6/8 persone) – 500 gr di polpa di zucca, 250 gr di zucchero, 600 ml di latte fresco, 4 uova, qualche goccia di estratto naturale di vaniglia

Preparazione – Tagliare la zucca a fette di circa 2 cm e cuocerla a vapore (7-10 minuti in pentola normale). Mettere tre cucchiai di zucchero in un pentolino e farlo caramellare, versare il caramello in uno stampo rettangolare foderato con carta da forno e distribuirlo sul fondo dello stampo. Mettere la zucca cotta in una terrina con lo zucchero rimasto, aggiungere un po’ di latte e frullare con il frullatore a immersione, ottenendo una purea uniforme. Aggiungere il resto del latte, le uova e la vaniglia e frullare ancora. Versare il composto nello stampo e cuocere in forno, a bagnomaria a 200°C per 45 minuti. Lasciare raffreddare, quindi tenere in frigorifero per almeno due ore. Rovesciare il budino su un piatto rettangolare ed eliminare la carta.




Capodanno 2019: dove andare per una notte col botto – prima parte

Ormai siamo agli sgoccioli. Capodanno è alle porte e bisogna prenotare subito. Ecco le nostre proposte per festeggiare San Silvestro.

Iniziamo con le prime cinque destinazioni rimandandovi alla prossima settimana per le ultime cinque.

Partiamo da Budapest, una località raggiungibile in un ora ½ con un volo low cost contenendo così anche i costi (circa 400 euro per 2/3 giorni volo +hotel).

Capodanno 2019
Budapest il Parlamento

È una città che offre molto ed è anche tra le più gettonate per l’ultimo dell’anno. Concerti e feste nelle piazze e lungo il Danubio il tutto accompagnato da fuochi d’artificio per i viaggiatori che amano vivere e condividere questa nottata con altre persone. La zona con il maggior numero di attrattive è quella del quartiere ebraico. In piazza Vörösmarty, ad esempio, è installato un maxi-schermo. Se invece desiderate una serata più tranquilla e riservata potrete optare per uno dei tanti ristoranti intimi ed eleganti. Budapest offre una cucina deliziosa e varia. Ricordate però di non chiedere di cenare, la notte di S. Silvestro, con pollo o pesce perché per gli ungheresi porta sfortuna e non riuscirete a garantirvi un prospero 2019. Siete invece alla ricerca di un fine anno romantico? No problem! Una crociera sul Danubio fa al caso vostro. Che emozione navigare cullati dalle dolci acque del fiume illuminato a festa e ammirare la città gremita di gente con il naso all’insù ad ammirare i fuochi d’artificio. Da non perdere. Ai viaggiatori che vanno sempre e comunque alla ricerca di viaggi alternativi consigliamo di vivere la notte di Capodanno nei pub nelle rovine (i Romcocksma) sono trendy, originali. Ma il nostro consiglio è di non perdervi le feste organizzate all’interno degli innumerevoli centri termali. È impossibile pensare di andare a Budapest e non visitare le terme è come dire vedere Milano e non il Duomo. Sono il must uno dei tanti simboli di questa elegante città. Quasi tutti gli stabilimenti sono aperti tutta la notte. Noi vi consigliamo uno dei più rinomati e conosciuti, le Terme di Szechenyi Indirizzo: Budapest, Állatkerti krt. 9-11, 1146 Ungheria http://www.szechenyifurdo.hu/ che propongono una serata da capogiro con musica, intrattenimento e bagni rilassanti.

Proseguiamo con Bruxelles è una città molto interessante perché pur non essendo famosa come Parigi o Barcellona offre una vastità di cose da fare anche con pochi giorni a disposizione. Dunque entriamo nel vivo della città andando a visitare una delle più belle piazze del mondo! La Grand Place dominata dalla facciata del Municipio gotico e la Maison du Roi che in tempi passati era il mercato del pane coperto. Altro monumento da non perdere è l’Atomium (vedi foto sotto), nel parco Heysel, considerato il simbolo del Belgio. Si tratta di una costruzione in acciaio composta da 9 sfere che rappresentano gli atomi di una cella unitaria di un cristallo di ferro. Un salto al Museo del Fumetto non può mancare e vi darà la possibilità di curiosare e ammirare oltre 25.000 volumi. Ci sarà anche il vostro preferito?

Capodanno 2019
Bruxelles – Atomium

Anche la Cattedrale di Notre Dame in stile gotico merita una visita. Ma dedichiamoci alla serata più importante: San Silvestro. Bruxelles offre la possibilità, acquistando un braccialetto a 59 euro circa (acquistabile on line) di accedere a tutte le feste in città senza limiti e senza alcuna prenotazione. Questa iniziativa si chiama Happy Brussels e, come dicevamo, dà la possibilità di passare di locale in locale e scegliere quello che più fa per voi. Potrete trovare tipologie diverse di locali con musica hip hop, rock’n’roll, techno.

Qualche esempio? Il Fuse Indirizzo: Rue Blaes 208, 1000 Bruxelles, Belgio https://fuse.be/ un locale nato nel 1994 che ha ospitato i DJ più famosi del mondo. Qui la notte di Capodanno sarà da sballo e sarete impegnati dalle 3 alle 9.30 del mattino. Per avere l’elenco dettagliato dell’iniziativa cliccate http://happybrussels.com.

Ed eccoci a New York. Cosa c’è di meglio che brindare in Times Square, una delle piazze più famose e suggestive di New York per assistere a uno degli eventi più spettacolari al mondo? Ma per vivere questa esperienza dovrete essere molto determinati perché sarà necessario dotarsi di una buona dose di pazienza e arrivare già nel primo pomeriggio. Ma credete, ne vale la pena: sarete ripagati! I big della musica internazionale vi intratterranno sotto fuochi d’artificio che illumineranno il cielo sino ad arrivare a mezzanotte quando la sfera (la new year’s eve ball) inizierà il countdown per salutare il 2018. Il tutto libero e gratis.

Capodanno 2019
Time Square

Per chi invece non vuole rinunciare alla comodità e non ama la calca, in zona ci sono diversi locali. Come Convene Center Indirizzo: 810 7th Ave, New York, NY 10019, Stati Uniti. Qui potrete cenare ascoltare musica bere quanti drink vorrete e ammirare comodamente seduti la Ball Drop. Dovrete però investire una cifra di circa 800 euro. Ricordate che sono tantissime le occasioni a New York per vivere una magica notte di Capodanno e anche con cifre più contenute. Come ad esempio una bella crociera nella baia per cui non resta che scegliere. E per gli irrinunciabili della forma fisica? A New York non manca nemmeno la possibilità di fare un Capodanno di… corsa. Tuta e scarpe da tennis saranno la vostra mise per la serata. Recatevi a Central Park per partecipare alla Emerald Nuts Midnight Run. Una corsa con inizio mezzanotte in punto. Nella Grande Mela c’è una vastità di scelta su come aspettare il nuovo anno. E cosa fare nei giorni precedenti o successivi al vostro arrivo? Tantissime cose, New York offre una miriade di attività e attrattive che ci vorrebbero mesi per poterla visitare tutta. Noi ci limitiamo a segnalare le cose fondamentali: la Statua della Libertà, Ellis Island e Wall Street simbolo di New York ma anche del mondo. Non lasciate la città senza visitare un altro simbolo di NY: l’Empire State Building. Non limitatevi a osservarlo da fuori ma salite sino all’86° piano per ammirare una vista su NY mozzafiato. Non resta che andare a vedere il ponte di Brooklyn, il Ground Zero e una passeggiata a Central Park. Certo avrete visto una millesima parte di NY ma è un buon inizio. Con un po’ di attenzione potrete spendere per 2/3 giorni con volo e hotel circa 1.000 euro).

Capodanno 2019
New York – la statua della libertà

Un’altra località ideale per Capodanno è Innsbruck dedicata soprattutto agli amanti degli sport invernali come lo sci alpino, di fondo, il pattinaggio o la slitta. Le piste da neve si trovano a pochi passi dalla città. L’atmosfera natalizia si respira in ogni angolo. Tanti i mercatini di Natale dove comprare qualche souvenir e tra i più belli quelli in pieno centro vicino al “Tettuccio d’oro” il bellissimo balcone rivestito con lamine di rame dorato. Quanti addobbi a creare l’atmosfera natalizia e uno tra tutti il Kristallwelten,  https://kristallwelten.swarovski.com. Per la notte di San Silvestro potete optare per una delle tante feste che il Comune di Innsbruck ha organizzato. I fuochi d’artificio sono visibili sulla Nordkette.

Capodanno 2019
Innsbruck

Il centro storico dalle 21 del 31 dicembre si trasforma in un grande party a base di musica dal vivo, cibo e intrattenimenti vari. Ma il meglio si vive allo scoccare della mezzanotte quando il cielo si illumina di tante luci e le note di Strauss con Il bel Danubio Blu riecheggeranno per tutta la città. Ma se siete dei ballerini scatenati e amate i night club ecco che lo Studio 21 http://www.studio-21.at/ Indirizzo: Karmelitergasse 21, 6020 Innsbruck, Austria Telefono: +43 512 580302 regala musica techno con i migliori dj internazionali.   Ma ai viaggiatori che vogliono un Capodanno indimenticabile e molto suggestivo consigliamo di andare in una discoteca anzi un igloo discoteca. Si chiama Cloud 9 Indirizzo: Karmelitergasse 21, 6020 Innsbruck, Austria Telefono: +43 512 580302 https://www.nordkette.com : da qui ammirerete Innsbruck da quasi 2.000 metri di quota. Assicuriamo che l’igloo-discoteca saprà regalarvi una notte magica con panorami indimenticabili.

Ed eccoci nella città più romantica d’Europa: Parigi alias la Ville Lumière e per antonomasia la città dell’amore. I parigini generalmente la notte di San Silvestro cenano in famiglia o con amici per poi riversarsi per le vie e piazze per ascoltare musica e ammirare i fuochi d’artificio. Tante sono le occasioni di divertimento: dalle feste tradizionali in piazza e per strada con tanta musica dal vivo ai classici bistrot dove ascoltare dell’ottima musica dal vivo. A Parigi avrete mille opportunità di passare uno spumeggiante San Silvestro ma noi consigliamo un luogo must: les Champs-Élysées. Qui parigini e turisti si ritrovano per osservare il gioco di luci sull’Arc de Trionphe e brindare al nuovo anno. Altro luogo simbolo di Parigi è la famosissima Tour Eiffel vestita con migliaia di luci per l’occasione circondata da migliaia di persone che con il naso all’insù ammirano questa maestosa struttura.

Capodanno 2019
Parigi – la tour Eiffel

Altra opportunità è visitare , il famoso quartiere degli artisti, fitto di locali dove cenare aspettando il nuovo anno ammirando una bellissima veduta sulla città illuminata dai fuochi d’artificio. Ma se cercate una serata romantica con la vostra amata non vi resta che prenotare una minicrociera su un bateaux mouches. Gli amanti invece dei Cabaret qui avranno una vasta scelta: Moulin Rouge, il Crazy Horse, il Folies Bergères e il Brasil Tropical. Conosciuti in tutto il mondo per le bellissime ballerine di can can, i locali organizzano feste particolarmente belle ma sono locali anche molto cari. Le occasioni per festeggiare il Capodanno a Parigi sono molteplici. Vi segnaliamo il sito web dove avere maggiori informazioni: viviparigi.it/natale-capodanno/capodanno-a-parigi.html

Non ci resta che darvi appuntamento alla prossima settimana con le altre cinque località.

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PARIGI, coup de foudre




Pavlova la torta che arriva da lontano

Oggi parliamo di una torta che arriva da lontano, dalla Nuova Zelanda ma per onor di cronaca dobbiamo precisare che ancora oggi, dopo ben 90 anni, c’è una forte diatriba tra la Nuova Zelanda e l’Australia sulle origini di questo dolce. Le versioni sulla nascita sono due una legata ad uno chef di Wellington in Nuova Zelanda e l’altra invece legata ad uno chef australiano. Unica nota comune è l’anno di nascita 1926 e la persona che l’ha ispirata: una ballerina russa di nome Anna Matveyevna Pavlova.

Pavlova

Una ballerina molto amata e considerata anche una delle più brave pensate che di lei si diceva che non danzava ma si librava in aria come se avesse le ali.  La torta in qualche modo la ricorda: morbida, leggera, delicata e la meringa, che è la base del dolce, sembra il tutù indossato dalle ballerine.

Una nuvola di panna e meringa decorata con tanta frutta fresca. Un dolce per le grandi occasioni con un grande effetto scenico. Se dovessimo attribuirgli una stagione la metteremmo tra le torte estive ma vi possiamo assicurare che usando la frutta di stagione può nascere un’ottima Pavlova natalizia. Dunque perché non provare a mettere in tavola il giorno di Natale il dolce più conteso che anima la rivalità tra Nuova Zelanda e Australia?

Pavlova

Si tratta di una base di meringa, una copertura di panna e decorata con frutta fresca. Potete utilizzare la frutta che più vi piace cercando di abbinare bene i sapori.

È necessario però rispettare tutti i passaggi perché la particolarità è che la meringa deve essere croccante fuori ma avere un cuore morbido. Dunque armatevi di pazienza e mettetevi all’opera.

Pavlova

Ingredienti:

180 gr. di albumi montati a neve fermissima

260 gr. di zucchero semolato

350 ml di panna fresca

250 g di frutta fresca (more, mirtilli, lamponi, fragole, papaia, mango, frutto della passione, melograno ecc)

un pizzico di lievito per dolci

un pizzico di amido di mais

1 cucchiaino di vaniglia

10 ml di aceto di mele

Pavlova

Procedimento

Iniziate preparando la meringa. Sbattete gli albumi che avrete precedentemente tolto dal frigorifero e fatto riposare per almeno un’ora. Quando saranno ben montati iniziate ad aggiungere lo zucchero ma poco per volta e incorporate anche un pizzico di lievito. Se usate le fruste fatelo con una velocità moderata affinché non si smontino. Dovrà risultare un composto soffice e lucido. Aggiungete al composto l’aceto di mele e l’amido di mais. Mescolate lentamente facendo attenzione di usare sempre lo stesso verso. Nel frattempo preriscaldate il forno a 140° C. Disponete ora il vostro composto su della carta da forno leggermente inumidita sui bordi che avrete inserito in una teglia. Livellate per bene e infornate abbassando la temperatura a 120° c. Lasciate cuocere per circa 1 ora. Terminata la cottura aprite leggermente lo sportello del forno sino a raffreddamento totale.   Sfornate la pavlova e con molta attenzione alloggiatela su di un bel piatto e iniziate la decorazione con una generosa spalmata di panna montata e frutta tagliata a fettine.

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Pavlova




Ittoqqortoormiit, la meta hot più ghiacciata al mondo

Voglia di fuggire? Voglia di isolarvi completamente da tutto e tutti? Avete mai pensato di andare nel luogo più lontano al mondo? Sapete dove si trova? A Ittoqqortoormiit in Groenlandia, sulla Terra di Jameson, sulla riva settentrionale dello Scoresby Sund.

Ittoqqotoormiit
Una delle attività da fare a Ittoqqortoormiit

Ittoqqortoormiit, nome impronunciabile, è la città più isolata della Groenlandia ed è nata nel 1925. E’ affacciata sul Mare di Groenlandia e sullo Stretto di Danimarca e regala un paesaggio fuori dal comune, un paesaggio candido, silenzioso, immenso. Pensate che qui vivono circa 450 abitanti ma diversamente da altre città i vicini di casa sono orsi polari, buoi muschiati, lupi e trichechi.

Ittoqqortoormiit
Orsi polari giocano

L’isola per 9 mesi all’anno è ghiacciata e il periodo migliore per visitarla è la primavera con una temperatura più sopportabile intorno ai -20°C. Tute termiche, sciarpe, cappelli e guanti saranno indispensabili per poter ammirare paesaggi a dir poco paradisiaci: imponenti montagne innevate, l’Oceano Artico ghiacciato tanto solido da potervi camminare, maestosi iceberg e il sistema di fiordi più lungo del mondo.

Ittoqqotoormiit
Il bianco paesaggio di Ittoqqortoormiit

Cosa aspettarsi nel paese ai confini del mondo: un negozietto, una scuola, un piccolo museo, un campo da calcio, una guest house. Cosa fare dunque?  Meditazione, passeggiate sul ghiaccio, passeggiate sulle slitte trainate da cani, kajak tra gli iceberg, visitare la tundra, studiare e fotografare animali visti solo in televisione come l’orso polare ma anche escursioni e vela intorno alla penisola.

Ittoqqotoormiit
L’aurora boreale su Ittoqqortoormiit

I temerari viaggiatori che vorranno raggiungere Ittoqqortoormiit con un po’ di fortuna potranno anche ammirare l’Aurora Boreale. Non dimentichiamoci poi che poco lontano c’è il parco nazionale più grande del mondo: Parco nazionale della Groenlandia nordorientale.

Certo non è da tutti ma è sicuramente un viaggio per tutte quelle persone che vanno alla ricerca di viaggi esperienziali, i viaggi indimenticabili, quelli che oltre a colpire gli occhi colpiscono il cuore.

Ittoqqotoormiit
Una panoramica dall’alto di Ittoqqortoormiit

Anche i costi non sono proprio economici ci vogliono almeno due aerei, un elicottero, barche per arrivare in questo eremo. Un viaggio da organizzare molto bene appoggiandosi ad esempio all’agenzia locale Nanu Travel http://www.nanutravel.dk/ che gestisce tutte le attività e le escursioni. Tenete presente che per raggiungere quest’Isola mozzafiato occorre preparare un buon piano perché i voli atterrano ad esempio a Akureyri, la 2^ città dell’Islanda, solo due volte la settimana (martedì e giovedì). Da qui dovrete prendere un altro volo per Constable Point (CNP) e poi un volo in elicottero per giungere a Ittoqqortoormiit.

Ittoqqotoormiit
L’accogliente Guest house a Ittoqqortoormiit

Dunque il suggerimento che vi possiamo dare, se non siete grandi giramondo, è quello di prenotare un alloggio attraverso Hotels.com® , un sito web in cui è possibile prenotare camere di hotel, sia online che per telefono. Oltretutto ha da poco aggiunto sul sito quello che potrebbe essere l’hotel più remoto del mondo, una Guest house a Ittoqqotoormiit ma non solo, offre promozioni davvero interessanti addirittura soggiorni gratuiti. Dunque non resta che dare un’occhiata a questo link: https://it.hotels.com/page/most-remote-hotels  e magari sarete uno dei tanti fortunati che potranno soggiornare gratuitamente a  Ittoqqotoormiit , nome impossibile da pronunciare ma che vale una visita almeno una volta nella vita.

Ittoqqortoormiit
Un bellissimo esemplare di tricheco con il suo cucciolo




Dormire in un igloo? Si può! Come e dove in Europa per un’esperienza unica

Dopo aver parlato dello chalet di neve dell’Hotel Lac Salin, a Livigno (vedi sezione Weekend Italy), abbiamo cercato altri hotel in Europa e dopo averli trovati ne abbiamo selezionati alcuni tra i più belli.

Hanno dell’incredibile alcuni sono dei veri e propri igloo altri sono scolpiti direttamente nel ghiaccio. Dunque vacanze hot a temperature fredde. Maglioni, sciarpe, guanti e tute termiche saranno gli indumenti da mettere in valigia. Andiamo dunque alla scoperta di questi magici luoghi:

Partiamo con la vicinissima Francia per conoscere un albergo dove è possibile dormire in un igloo: Blacksheep Village Igloo indirizzo: Le dou du Praz, La Plagne-Tarentaise, Savoie , Francia. La particolarità è la vista meravigliosa sul Monte Bianco. Questa località è molto amata dagli sciatori ma “don’t worry” chi non ama praticare questo sport avrà tante altre possibilità per divertirsi come ad esempio una bella ciaspolata o riposarsi davanti al fuoco in compagnia di una buonissima e calorica fonduta.

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Blacksheep Igloo Village Francia

Si possono avere igloo matrimoniali, igloo per famiglie e anche igloo per una vacanza con amici. Tutti sono corredati da morbidi e speciali piumini per tenervi al caldo nelle fredde e lunghe notti francesi.

Spostiamoci ora in Finlandia per conoscere un altro villaggio il Northern Lights Village, Rovaniementie 3222E, Saariselkä, 99830, Finlandia. La location? suite di ghiaccio, cabine di vetro e tradizionali chalet. Si trova a Saariselka e possiamo sicuramente definirlo un posto magico. Oltre alla lussuosa struttura il paesaggio è da togliere il fiato. Immaginatevi ad osservare le stelle cadenti o l’aurora boreale immersi in una coltre bianca. Se poi lo fate con il vostro innamorato/a sarà un’esperienza indimenticabile. Potrebbe essere un ottimo regalo di Natale dedicatelo agli amanti dei paesaggi suggestivi o a chi vuole vivere emozioni esperienziali ma di altissimo livello.

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Northern Lights Village

Anche la Norvegia offre i suoi igloo al Sorrisniva Igloo Hotel Sorrisniva 20, Alta, 9518, Norvegia. Un luogo perfetto per tutti quei viaggiatori che amano l’avventura. Questa struttura è fatta con 250 tonnellate di ghiaccio e 7000 metri cubi di neve. Un luogo incantevole che saprà regalarvi notti magiche oltre a tante attività come la corsa in slitta con i cani o un’interessante safari sulle motoslitte.

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Sorrisniva Igloo Hotel_Norvegia

Non ci resta che parlarvi anche di due strutture in Svezia:

l’ Igloo Are, VM-platån (Ski lift nr 22), Are, Jamtland, 83752, Svezia dove oltre a vivere l’esperienza di dormire in un igloo avrete modo di tuffarvi in una piscina all’aperto con acqua caldissima o rilassarvi in una grande sauna. Nei dintorni di questo paradiso c’è anche una stazione sciistica di tutto rilievo, una bellissima chiesa antica, una stazione sciistica per bambini a Are Bjornen, un Golf club oltre a delle bellissime cascate a Tannforsen.

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L’interno dell’igloo Åre Hotel

L’ Ice Hotel, Marknadsvagen 63, Jukkasjärvi, Svezia una location costruita nella tundra ghiacciata. Riuscite ad immaginare un paesaggio più bello? E’ il primo hotel di ghiaccio costruito al mondo e pensate che è fatto con 1000 tonnellate di ghiaccio e 30.000 tonnellate tra neve e ghiaccio. Apre le porte ai suoi ospiti da dicembre fino a metà aprile. Sapete qual è la particolarità? Ogni anno gli interni di questo hotel cambiano. Un posto ideale dove godersi lo spettacolo dell’aurora boreale. Anche qui si possono fare molte attività come una visita alla chiesa di Kiruna a 18 km circa dall’ Hotel o alla miniera a 28 km.

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Ice Hotel

Per prenotare uno degli hotel sopra elencati vi consigliamo Hotels.com® .

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Northern Lights




Dall’Italia alla Mongolia in Van, con il Master Renault: La scoperta dei dinosauri e la mitica capitale di Gengis Khan

Dopo la tappa notturna passata in un campo gher turistico ci siamo spostati a Khongorin Els, per vedere le dune più alte e spettacolari del deserto del Gobi. Chiamate anche le dune che cantano, per il suono che fa la sabbia quando viene spostata dal vento, sono delle dune alte anche 300 metri che si estendono lungo 100 km al di sopra del deserto che, a differenza del nostro concetto tradizionale di mare di sabbia, è costituito più che altro di terra brulla e steppa disseminata da cespugli di erba secca.

Da Khongorin Els siamo andati a Bayanzag, che tradotto significa “Rocce infuocate”, un’area di scogliere fiammeggianti, dirupi di terra mista a sabbia che al tramonto assumono un colore rossastro, passati alla storia per essere il luogo dove il paleontologo Roy Chapman Andrews con la sua spedizione nel 1924 ha rinvenuto resti e uova di dinosauri, una delle più grandi scoperte paleontologiche del secolo scorso.

Rientrati a Dalanzadgdad e riconsegnato il mezzo abbiamo ripreso il nostro camper per il giro di boa, diretti a nord. Ancora un po’ di strada su asfalto ed eccoci a Karakhorin, l’antica Karakorum, capitale dell’Impero Mongolo di Gengis Khan.

Costruita nel 1200 all’incrocio delle strade della Via della Seta fu distrutta circa 200 anni dopo dall’orda cinese e oggi di quella mitica capitale rimangono solo poche rovine.

Ma merita arrivare fin qui per vedere il più antico monastero della Mongolia, il monastero di Erdene Zuu. Distrutto e ricostruito più volte, con un muro di cinta che ingloba 108 stupa bianchi, conserva all’interno diversi edifici religiosi alcuni dei quali sono nuovamente dedicati alla preghiera dato che dopo la ritrovata indipendenza una decina di monaci sono tornati ad abitare il complesso.

E qui abbiamo anche incontrato un gruppo di tedeschi che viaggiavano su camper allestiti artigianalmente su meccaniche mercedes e mezzi militari riconvertiti e avevano in programma di arrivare fino in Thailandia.

Un paese antico proiettato verso la modernità

Riprendendo la guida e arrivati ad Ulan Baatar, parcheggiato in un’area custodita il camper, abbiamo dedicato qualche giorno alla scoperta della capitale, unica grande metropoli del paese. La città è un agglomerato di tende (180mila) all’ombra di moderni grattacieli. La Mongolia è un paese di nomadi, e chi si trasferisce dalle campagne alle città non rinuncia facilmente alla sua tenda e alle sue abitudini.

La temperatura costante sui diciotto gradi di giorno, che scendevano a 10 di notte, ci ha permesso di non patire il caldo e di visitare con tranquillità la grande piazza Sukhbaatar con al centro la statua del condottiero che proclamò l’indipendenza della Mongolia e l’edificio che ospita la statua di Gengis Khan in poltrona.

Al monastero di Gandan abbiamo ammirato la grande statua del Buddha alta 26 metri e coperta di lamine d’oro. Abbiamo anche assistito alle preghiere dei monaci che a intervalli suonano un grande corno. Poi ci siamo spostati al tempio Chojn Lama, un raro luogo di meditazione sepolto tra una selva di nuovi grattacieli e visitato il museo nazionale di storia dove sono esposti non solo reperti storici e archeologici ma anche i costumi tradizionali delle diverse tribù che compongono il popolo mongolo. Bellissimo e da non mancare il Palazzo-Museo Bogd Khaan con una ricca collezione di statue di buddha.

Con un secondo giro in fuoristrada abbiamo raggiunto il monastero di Amarbayasgalant, patrimonio Unesco per il suo eccezionale valore universale. Posizionato in un ambiente bucolico, a 380 km di asfalto e pista da Ulan Baatar, è considerato il monastero più bello e meglio conservato di tutto il paese.

Riconsegnato il fuoristrada ci siamo diretti infine a nord verso Darkan e quindi la frontiera. Con rammarico abbiamo lasciato questo fantastico paese e ripreso la via del ritorno.


Renault Master anche in versione Passenger

Renault Master Passenger è la versione adibita al trasporto persone, disponibile nelle varianti BUS e Combi.
Master BUS è in grado di ospitare ben 17 persone in modo sicuro, pratico e confortevole. L’ampio abitacolo di questo veicolo permette ai passeggeri di avere il giusto spazio per le gambe, senza sacrificare la capacità di carico grazie a dei vani posizionati sotto la seduta del passeggero biposto anteriore. è possibile anche stivare degli oggetti lungo il ripiano superiore lungo le due file dei passeggeri. La climatizzazione e l’impianto di riscaldamento, sia anteriore che posteriore, permettono di godersi il viaggio con il massimo benessere.


Master Passenger non è solo comodo, ma anche sicuro. Tra i sistemi di sicurezza attiva e passiva che lo equipaggiano troviamo: ABS con ripartitore elettronico di frenata EBD, ESP con Extended Grip e Hill Start Assist e fari a visibilità laterale a accensione automatica.
Master Combi può, invece, ospitare 9 persone ed è adatto a soddisfare le esigenze di spazio e comodità di carico che lo rendono il mezzo di trasporto ideale per il settore turistico.
Di serie è fornito di retrovisori sbrinanti, altoparlanti nella zona passeggeri e sedili e volante regolabili per il conducente. Come optional si possono avere Radio CD MP3 con Bluetooth integrato e sistema di navigazione Carminat Tom Tom.
Per Master Passenger si può scegliere tra un motore 2.3 dCi da 145 o 165 CV S&S Euro 6 cambio meccanico manuale 6 marce a trazione anteriore.
Il prezzo di partenza è di 36.179 euro. Maggiori informazioni su Renault.it




Dall’Italia alla Mongolia in Van: Oltre la taiga verso il confine mongolo

Mappa del tragitto da Tyumen, Russia, a Dalanzadgdad, Mongolia.

Con il Master Renault (seconda parte)

Superata Ekaterinburg, dove venne uccisolo zar Nicola II e la famiglia Romanof, abbiamo proseguito costeggiando la Transiberiana con alcuni tratti di strada interessati da cantieri di ammodernamento che ci costringevano a frequenti cambi di corsia, e passaggi a livello che comportavano soste inaspettate e allungamento dei tempi di percorrenza. Le tappe notturne sono state nelle onnipresenti aree di servizio con parcheggio custodito. Tratti di taiga, l’immensa foresta siberiana di betulle, si alternavano a tundra e campi coltivati.

Lungo il percorso dal finestrino abbiamo potuto ammirare piccoli villaggi composti di case di legno dalle finestre scolpite, alternati a importanti città. Abbiamo fatto tappa a Tyumen, Tobolsk e Tomsk per vedere le chiese ortodosse di Tyumen, il Cremlino di Tobolsk, che dall’alto della collina domina il centro storico, e il museo della repressione politica di Tomsk, un luogo dove approfondire la storia dei gulag.
Ci siamo quindi diretti a Novosibirsk, la terza più grande città russa dopo Mosca e San Pietroburgo famosa per il teatro dell’opera e del balletto, il più grande del mondo per le sue dimensioni. Abbiamo proseguito verso Irkutsk e costeggiando il Lago Baikal siamo arrivati ad Ulan Ude.

In questa città, nota per la più grande testa di Lenin esistente al mondo nei giardini del centro cittadino, si respira già aria di Mongolia: la popolazione ha i tratti mongoli e non mancano i monasteri buddisti che visitiamo, in particolare quello sopra la collina che sovrastra la città. Con una sorpresa inaspettata: nel grande piazzale del monastero erano parcheggiati una ventina di camper cinesi! Chiacchierando con loro abbiamo scoperto che il turismo in camper in Cina si sta sviluppando e sono sorte parecchie associazioni che organizzano viaggi in camper per i soci. Loro avevano in progetto di arrivare fino a Mosca.
Ma ormai la frontiera è vicina.

Mongolia arriviamo!

La mattina dopo ci siamo diretti verso la frontiera. Sulla strada abbiamo incontrato un grande cantiere di lavori in corso che al nostro ritorno un mese dopo era terminato e ci ha permesso di viaggiare su un asfalto nuovo di zecca. Una vera pacchia per il nostro Renault Master! Siamo così arrivati in frontiera e dopo aver espletato tutte le formalità e salutato i poliziotti siamo usciti dalla Russia e fatti pochi metri ci siamo presentati ai poliziotti mongoli con in mano il visto già richiesto all’ambasciata mongola in Italia.


Le procedure sono state rapidissime e in breve ci hanno dato il benvenuto nel paese. Appena varcato il confine abbiamo provveduto a stipulare, in uno dei numerosi botteghini presenti in frontiera, una polizza assicurativa per il mezzo, dato che la Mongolia non era coperta dalla nostra assicurazione.

La situazione viaria in Mongolia, strade e sterrati, cavalli, cammelli e aquile

E dopo le ottime strade russe attraversato il confine ed entrati in Mongolia siamo tornati a percorrere strade a corsia singola, a volte un po’ dissestate e a volte abbastanza sconnesse. Nel paese il sistema viario è in via di ammodernamento ma a parte le direttrici principali come quella nord-sud che dalla Siberia conduce fino al confine cinese, sono ancora molte le piste sterrate da percorrere con cautela e in diversi casi solo in fuoristrada. Con un po’ di attenzione abbiamo proseguito il nostro percorso verso la capitale e abbiamo potuto apprezzare e ammirare la bellezza selvaggia degli spazi sconfinati dove l’aquila è la padrona indiscussa. La Mongolia, che nell’immaginario collettivo è il paese dei grandi spazi, tra la Siberia e la Cina, è chiamata anche Alta Asia, perché si sviluppa sopra i 1500 metri con altipiani stepposi, grandi praterie e montagne.

Regno delle aquile e di una natura incontaminata, è un territorio dove vivono allo stato brado cavalli, yak, cammelli e altri piccoli animali. E’ proprio dai cavalli Takhi Prewalsky, il cavallo selvatico mongolo, che sono discese tutte le razze equine. In Mongolia la vita nomade è ancora una caratteristica praticata dalla maggior parte della popolazione e l’unica vera città, con circa un milione di abitanti, è la capitale, Ulan Baatar.

La capitale Ulaan Baatar

Le tradizioni di un popolo fiero

Il nostro itinerario prevedeva di arrivare nella capitale, che avremmo visitato al ritorno, e continuare verso sud, per raggiungere il deserto del Gobi a Dalanzadgdad. Abbiamo percorso così un paesaggio che, abbandonate le distese di praterie a perdita d’occhio e le colline dalle varie sfumature di verde che si univano a cieli limpidissimi, si faceva sempre più arido. Lungo il tragitto mandrie di cammelli e di cavalli allo stato brado e ai bordi delle strade numerosi “ovoo”, il tumulo sacro sciamanico. Lo sciamanesimo è un elemento fondamentale della spiritualità locale e chi passa accanto ad un ovoo si ferma, aggiunge una pietra sopra quelle già ammucchiate che sostengono dei rami da cui pendono gli scialli colorati, fa tre giri attorno all’ovoo in segno di buon augurio e lascia un’offerta ai piedi del tumulo prima di ripartire.

Ovolo, il tumulo sacro sciamanino

Dalanzadgdad, una distesa di gher (il termine con cui i mongoli indicano la “yurta”, la tenda mobile che è la loro casa e che smontano e rimontano durante i trasferimenti al seguito dei loro greggi e mandrie) e 25mila abitanti, l’ultima cittadina mongola raggiungibile con strada asfaltata e in aereo.

Il deserto del Gobi la divide dalla Cina. Siamo stati molto fortunati perché nei giorni del nostro arrivo a Dalanzadgdad si svolgeva il Naadam, la più importante festa tradizionale mongola, espressione della cultura nomade. Si tratta di danze tradizionali, gare di lotta e di arco e corse di cavalli. Le donne possono partecipare sia alle corse che alle gare di tiro con l’arco e noi abbiamo assistito ad una gara dove a vincere è stata proprio una donna!

Nel cuore del Gobi

Da Dalanzadgdad al mattino a bordo di un fuoristrada a noleggio, il mitico UAZ (Ulyanovsky Avtomobilny Zavod) russo, siamo partiti per il deserto del Gobi, depressione di circa 2mila km da est a ovest e di circa mille km da nord a sud. E’ riserva della biosfera Unesco perché ospita le ultime rarissime specie endemiche della Mongolia ed è ricchissimo di giacimenti fossili. Con il fuoristrada abbiamo percorso circa 450 km di sterrato in un paesaggio unico al mondo.

La prima tappa è stato il Parco Nazionale di Gurvan Saikhan e Yolin Am, una valle ad un’altezza di 200 mt sul livello del mare chiamata “Valle delle aquile”. La sua peculiarità è il fiume che scorre al suo interno e che rimane in parte ghiacciato anche durante la prima parte dell’estate in contrasto con l’arido deserto. Aguzzando gli occhi si riescono a vedere le aquile che volteggiano, gli stambecchi e gli enormi gipeti.


Il compagno di viaggio

Camper in vetroresina su meccanica Renault master 150 cavalli, con cellula allestita da Aiesistem, una ditta semi-artigianale veronese. Non abbiamo avuto nessun inconveniente tecnico e la meccanica ha risposto bene ai diversi tipi di terreno, ad esclusione degli sterrati estremi per i quali il nostro mezzo non è adatto ed è necessario l’uso di un 4×4. Sul lungo rettilineo il motore ha risposto ottimamente, su tratti misti e con buche causa cantieri di ammodernamento il mezzo ha resistito alle sollecitazioni. Nelle curve tutto bene e il 150 cavalli tira che è un piacere.

Dati nuovo RENAULT MASTER

Cilindrata                                          2464 cm3
Numero e disposizione cilindri       4 in linea
Numero valvole per cilindro            4
Dispositivo di sovralimentazione    turbocompressore
Potenza                                             150 CV
Coppia Massima                               300,0 Nm
Normativa Euro                                 Euro 4
Serbatoio                                           100 litri
Trazione                                             anteriore
Cambio                                               meccanico
Numero di marce                               6
Passo                                                  357 cm
Velocità max (Km/h)                          144 Km/h
Consumo Misto (litri/100 km)           8,8


Domani la terza parte del nostro viaggio: La scoperta dei dinosauri e la mitica capitale di Gengis Khan. 

Continua la lettura con la terza puntata.




Località must del 2019 seconda parte

Giordania, Indonesia, Bielorussia, São Tomé & Principe e Belize sono le altre cinque località indicate dalla prestigiosa guida turistica Lonely Planet come le più “gettonate” per il prossimo anno. Il modo più coinvolgente per visitarle è attraverso un viaggio su “misura”, ossia tagliato sulle vostre esigenze personali. Se cercate un viaggio esperienziale e fuori dai soliti schemi potete rivolgervi a Evaneos (www.evaneos.it) che propone oltre 8.000 idee di viaggio taylor made attraverso la collaborazione con una rete di tour operator locali altamente qualificati. Non a caso lo slogan aziendale è “ non esiste una maniera unica di viaggiare: ne esistono tante quante i viaggiatori”.

Giordania

Per gli amanti dell’avventura ecco il paese che fa per voi. Potete perdervi in paesaggi selvaggi come il deserto del Wadi Rum, chiamato anche la Valle della Luna (Lawrence d’Arabia è raffigurato nell’incisione su una roccia per ricordare i suoi passaggi in questo deserto durante la rivoluzione araba).

Passate nella Rift Valley solcata da gole e ricoperta di vegetazione dopo le piene improvvise; aggiungete vedute del punto più basso della Terra (il Mar Morto) e nuotate nelle sue acque per vivere le sensazioni più emozionanti al mondo.

Località must 2019 seconda parte
Giordania un turista galleggia sulle acque del Mar Morto

Ma Giordania è storia o meglio dove si è fatta la storia. È in questo Paese che convivono le tre principali religioni: cristianesimo, islam e giudaismo. Scoprire questa terra è percorrere il passato vedere con i propri occhi luoghi di cui abbiamo sentito parlare per anni (il luogo dove è stato battezzato Gesù, il monte dal quale Mosè ha visto la terra promessa non ha prezzo. Per non parlare di Petra chiamata anche la città rosa che molto spesso per la sua bellezza oscura il resto del paese. Meraviglie in ogni centimetro quadrato dell’intero sito archeologico. Assicuriamo che vi lascerà a bocca aperta ammirare El Khasneh la monumentale facciata scolpita nell’arenaria diventata il simbolo più conosciuto di Petra. Perdetevi nelle gole che aprono scorci suggestivi, ammirate i colori, immaginatevi il passato e godetevi quella che è stata riconosciuta come una delle sette meraviglie del mondo antico.

Località must 2019 seconda parte
Un’immagine delle bellezze a Petra

Scaldatevi i cuori chiacchierando con gli abitanti che vi accoglieranno con sorrisi e gustate la loro cucina ricca di sapori e colori. Scoprirete la grande ospitalità di questo popolo tanto che non vi dovrete sorprendere se verrete invitati a sedervi alla loro tavola anzi sulla loro terra perché si mangia seduti a terra e usando tre dita.

Cosa mangerete? Piatti deliziosi a base di carne ma tante anche le verdure. Il meglio? hummus e i falafel oltre ai dolci una vera delizia per il palato come il baklava o il knafeh.

Non chiedetevi quando partire per la Giordania. Non è necessario perché ogni momento è quello giusto. Il clima è arido quasi tutto l’anno e ogni mese offre colori e scenari spettacolari.

Belize

Ci spostiamo sulla costa orientale dell’America Centrale per conoscere il Belize. Il Paese sfoggia a ovest una fitta giungla mentre al largo della costa una barriera corallina talmente bella da togliere il fiato: la Belize Barrier Reef. Essendoci molti isolotti sotto il livello del mare, chiamati cay, si può osservare la meravigliosa vita marina. Vale la pena di arrivare in Belize anche solo per ammirare questo estasiante spettacolo.

Località must 2019 seconda parte
Una gigantesca tartaruga nuota nelle limpide acque del mare in Belize

Incastonato come una perla rara tra il Messico e il Guatemala, il Belize è un paradiso terreste fatto di bellezze naturali come il Cockscomb Basin Wildlife Sanctuary, un parco naturale che salvaguarda il giaguaro, o l’isola di Half Moon Caye,  dedicata alla conservazione degli uccelli, per non parlare come vi dicevamo della barriera corallina e del più famoso sito di immersione al mondo il Great Blue Hole tanto bello da essere diventato Patrimonio dell’Umanità. Ma il Belize offre anche una cultura millenaria pensate ai siti archeologici come Caracol con i suoi templi e le piramidi a torre che narrano la grandezza e conservano le rovine dell’Impero Maya,  il popolo che ha vissuto qui.

Anche le piccole città del Belize sono piacevoli in particolar modo Belize City, cittadina frizzante con un porto super affollato che ospita le navi da crociera che giungono da ogni parte del mondo.

Località must 2019 seconda parte
Belize

La città è attraversata dal fiume Haaulover che divide in due la città: sulla sponda destra c’è la zona commerciale e sulla sponda sinistra, più turistica, troverete il Museo del Belize e le grandi strutture alberghiere. Da fare anche alcune gite fuori porta. Per esempio, a soli 48 km circa da Belize City, si trovano le rovine Maya di Altun: 13 templi; 2 piazze, altari murari, piramidi, tombe e oggetti. Uno degli ultimi ritrovamenti in questo sito è stata la Maschera di Giada che rappresenta il volto del Dio Sole.   Insomma il Belize accontenta tutti ma proprio tutti: appassionati di storia, escursionisti, divers, gli irriducibili di spiagge e relax. Se vi chiedete quando andare vi consigliamo di partire tra gennaio e maggio ed evitare accuratamente il periodo delle piogge che va da maggio a novembre.

Località must 2019 seconda parte
Belize

 Sao Tomé & Principe

Sono due isole gemelle che emergono dalle acque dell’oceano di fronte alle coste del Gabon. È qui che all’inizio del   XX secolo veniva prodotta la più grande   quantità   di cioccolato al mondo. Perché regalarsi una vacanza su queste isole? Semplicemente perché offrono un ambiente ancora integro sotto l’aspetto naturalistico in quanto poco conosciute dai grandi flussi turistici. Cosa c’è di meglio che rilassarsi su spiagge bianchissime, nuotare nelle acque turchesi, oziare e crogiolarsi al sole, visitare i villaggi dei pescatori con le loro case colorate o ammirare gli edifici coloniali portoghesi?

Località must 2019 seconda parte
Sao Tome and Principe

Non mancate di visitare Cao Grande,  la seconda montagna vulcanica più grande del pianeta diventata il simbolo nazionale. È un luogo incredibile dove la natura risiede indisturbata circondata da una fitta foresta pluviale Anche visitare   le tante piantagioni di caffè e cacao presenti scoprendo quanto lavoro vi è dietro la produzione di questi due prodotti è un’escursione interessante. Non mancate di visitare la Cattedrale di Sant’Antonio di Sao Tomè.
Può sembrare assurdo ma pur essendo due isole piccole sono tante le cose che si possono fare e i luoghi da visitare.

Località must 2019 seconda parte

Bielorussia – Minsk

Scoperta turisticamente da alcuni anni, in poco tempo la Bielorussia è diventata una delle mete dell’est Europa più apprezzate e visitate da turisti di ogni parte del mondo. Il cardine del paese è Minsk, la capitale, un concentrato di cultura, storia, arte e divertimento. È una città moderna ed accessibile che sa offrire anche al turista più esigente un’infinità di attrazioni e divertimenti. Il suo centro storico completamente restaurato ospita locali di ogni genere oltre ad allegre feste di strada nelle serate estive. Ottimi i servizi di trasporto pubblico che vi permetteranno di spostarvi con facilità e di contenere anche i costi di trasporto. Ma nel concreto cosa visitare arrivati a Minsk?

Località must 2019 seconda parte
Minsk – Bielorussia

La chiesa dei Santi Simone ed Elena la riconoscerete subito per i suoi mattoni rossi. Si trova in pieno centro ed è vicino a Piazza dell’Indipendenza. A farle da cornice diversi edifici governativi.

Assolutamente da non perdere il monumento “L’isola delle Lacrime” con le sue 4 cappelle che contengono la statua di un angelo che piange e l’incisione dei morti caduti in battaglia nel conflitto afghano.

Alto circa 40 metri, l’obelisco della Vittoria sorge nel centro della piazza omonima, e alla sua sommità si erge la Vittoria. Insomma questo e altro nella città che ospiterà nel 2019 i Giochi europei.

Indonesia

Il territorio dell’Indonesia è vasto: pensate che sono oltre 17.000 le isole che lo compongono e il viaggiatore che decide di visitarlo si troverà ad osservare una combinazione di culture e religioni che gli permetteranno di vivere un mix di esperienze meravigliose. Negli anni i terremoti che hanno colpito molte zone situate nei pressi del Ring of Fire dell’Oceano Pacifico hanno portato distruzione ma il Paese si è rimesso immediatamente all’opera e gli abitanti accolgono i turisti con molto entusiasmo e grande gentilezza.

Località must 2019 seconda parte
Indonesia

L’Indonesia è famosa per le sue spiagge, per il suo mare, per le sue isole molte ancora inesplorate ma anche per i vulcani, per i draghi di Komodo, gli elefanti, gli oranghi e le tigri che vivono nella giungla.

Vale la visita Giacarta, la capitale, con i suoi oltre 10 milioni di abitanti e altrettanti luoghi interessanti come la Moschea di Istiqlal. Il lago Maninjau, a Sumatra, è molto difficile da raggiungere: dovrete percorrere una strada con 44 tornanti ma la fatica del viaggio è grandemente ripagato dalla grande serenità che vi accoglierà all’arrivo. Anche l’isola di Lombok, diventata una delle principali zone turistiche dopo Bali, vanta la bellissima e famosa spiaggia di Kuta: la sabbia è così fine e impalpabile che sembra borotalco. Per non parlare dell’arcipelago Raja Ampat, Papua con 1.500 piccole isole, amato dagli appassionati di snorkeling, e una barriera corallina tra le più ricche al mondo.

E tanto tanto ancora in un piccolo paradiso terrestre come l’Indonesia.

Località must 2019 seconda parte
Indonesia

Vi siete persi la prima parte delle località must 2019 nessun problema potete cliccare qui: https://www.weekendpremium.it/wp/localita-must-del-2019/




Dall’Italia alla Mongolia in van, attraverso la Russia verso il paese di Gengis Khan

Perché in Mongolia?

Un viaggio sognato e finalmente realizzato. Quando abbiamo deciso di andare nel paese di Gengis Khan abbiamo voluto farlo con il camper per essere liberi di fermarci e di visitare tutto quello che volevamo. Quando siamo partiti ai primi di giugno di quest’anno ci sembrava impossibile raggiungere la nostra meta: ci aspettavano 12mila chilometri all’andata e altri 12mila al ritorno. Ma ce l’abbiamo fatta e il 30 agosto abbiamo rimesso piede in Italia.

L’itinerario di avvicinamento si è sviluppato in 25 giorni di viaggio fino al confine russo. Da qui siamo entrati in Mongolia dove siamo rimasti circa un mese. Il percorso è continuato fino al deserto del Gobi e il confine con la Cina per poi risalire a nord e tornare verso la Russia. E questo è il resoconto del viaggio.

La partenza e le tappe di avvicinamento

Tutto ha avuto inizio il 6 giugno quando abbiamo messo in moto e al volante del nostro camper su Renault Master 150 cavalli abbiamo lasciato Trieste e varcato il confine con la Slovenia su autostrada a doppia corsia abbiamo proseguito verso l’Ungheria. I vantaggi dell’Unione Europea si sono fatti sentire, sia per l’ingresso in Slovenia che in Ungheria non abbiato dovuto far fronte a nessuna formalità di frontiera, ad eccezione dell’acquisto delle vignette autostradali di entrambi i paesi. Entrati in Ungheria sempre in autostrada costeggiando velocemente il lago Balaton e superando la capitale, Budapest, abbiamo proseguito fino a Nyiregihaza dove termina l’autostrada M3.

Da qui la E573 ci ha condotto a Zahony e alla barriera con l’Ucraina dove abbiamo superato una lunga fila di TIR in attesa per metterci in coda tra le auto. Arrivato il nostro turno una rapida occhiata ai passaporti ci ha dato il via libera all’entrata nel paese che da alcuni anni ha abolito il visto di ingresso ai cittadini italiani per una permanenza non superiore ai 90 giorni, come il nostro caso. Necessario però essere in possesso di un passaporto valido con la scadenza della validità di almeno 3 mesi oltre la data di viaggio.

Un paese fuori dal tempo, l’Ucraina

Entrati nel paese, ahimè, è peggiorata notevolmente la condizione della strada e ci siamo incamminati su singola corsia con tratti a volte dissestati. Ma la meccanica a 6 marce ha risposto senza problemi ad ogni tipo di sollecitazione. Campi coltivati e villaggi rurali si sono susseguiti lungo il tragitto in questo paese, il più esteso d’Europa dopo la Russia, che si è lasciato alle spalle ecenni di giogo sovietico e procede faticosamente sulla strada della modernizzazione. Dai finestrini abbiamo ammirato un paesaggio bucolico, istantanee dimenticate alle nostre latitudini, carretti di contadini che si recavano nei campi, distese di grano da mietere che hanno a ragione dato al paese il soprannome di granaio d’Europa.

Superata Leopoli, la romantica città ucraina dal centro storico acciottolato, abbiamo continuato verso Kyev, l’antica capitale della Rus. E’ qui, in questa nobile città che è nata la Russia.

La città, disseminata di cupole dorate, è stata la prima tappa importante del viaggio. Ci siamo fermati per vedere la statua della grande madre Ucraina che si specchia sulle acque del Dnper e il Pecerska Lavra, un complesso di chiese e catacombe che è la più importante meta di pellegrinaggio ucraina.

In frontiera verso la Russia, dove il gasolio costa 50 centesimi

Ci siamo quindi avviati verso la frontiera e dopo il rapido controllo da parte ucraina abbiamo affrontato la barriera con la Russia, con in mano il visto fatto in precedenza in Italia. Avevamo un visto di tre mesi con doppio ingresso, dato che al ritorno saremmo di nuovo transitati nuovamente per la Russia. L’entrata nel paese ha richiesto più tempo, poiché c’erano da compilare i moduli di ingresso per noi e per l’importazione temporanea del mezzo. Alcuni per fortuna da poco sono stati tradotti anche in inglese ma altri sono ancora in cirillico. Il personale è stato gentile e con i cani antidroga ha effettuato i controlli di rito al mezzo .Tutto è filato liscio e siamo entrati in Russia.

Varcato il confine subito è migliorata la qualità delle strade, ottime sotto tutti i punti di vista, e con nostro piacere abbiamo scoperto che il gasolio costava soltanto circa 50 centesimi e nei distributori più moderni, ormai diffusi ovunque, potevamo pagare con carta di credito.

L’unico inconveniente è che devi pagare in anticipo specificando quanti litri vuoi e questo ti costringe a calcoli al ribasso per non rischiare di chiedere più del necessario con eventuali travasi su una tanica di scorta.

Nel Paese degli Zar

Ed eccoci quindi a percorrere questo immenso paese che è una distesa infinita di campi di grano, girasoli, luppolo, patate, colza, ecc. Abbiamo viaggiato con una temperatura costante di 15 gradi su strade ottime, spesso a doppia corsia, accompagnati da centinaia e centinaia di TIR.

Il trasporto su gomma in Russia regna sovrano e lungo il viaggio è stata una continua fila di questi immensi camion che percorrono il paese da est ad ovest e viceversa lungo la strada che costeggia il percorso della Transiberiana, la mitica ferrovia che parte da Mosca e attraversa Europa e Asia fino a terminare a Vladivostok. Era nata per collegare le nascenti città industriali della Siberia e le regioni orientali dell’impero alla Russia Europea. Un suo braccio secondario si stacca dal principale a Irkutsk nei pressi del Lago Baikal e prosegue fino a Pechino.

A casa di Lenin e nella capitale sovietica dell’auto

Nonostante i tanti chilometri da fare non abbiamo voluto rinunciare alla visita dei luoghi più interessanti lungo il percorso e così la nostra prima tappa russa è stata Uljanovsk, città natale di Lenin. Ovviamente il centro storico è dedicato al padre della rivoluzione. Abbiamo visitato quindi il museo che ripercorre la sua vita e un paio delle case dove ha abitato.

La casa di Lenin

Dopo ci siamo spostati a Togliattigrad per vedere l’immenso stabilimento automobilistico nato nel dopo lo storico accordo del 1966 tra l’URSS e la Fiat per la produzione di 600mila auto l’anno in Russia.

La città all’epoca era un anonimo paesino sul Volga in ottima posizione per il trasporto delle merci via fiume e divenne la capitale sovietica dell’auto con il nome del leader italiano del partito comunista morto in Crimea nel 1964. Il modello di partenza delle vetture in produzione era la storica 124 modificata per rispondere ai rigidi climi russi. Fu chiamata Zhiguli, nome trasformato in seguito in Kopeka .

La vita su strada lungo la Transiberiana

Con ancora parecchi chilometri da percorrere per giungere al confine mongolo, superato il Volga ci siamo avviati verso Samara, Ufa e Celjabinsk, tutte città che sono grossi centri industriali. La strada sempre perfetta, alternando tratti di doppia corsia a tratti singoli ma sempre ben tenuti e sempre in compagnia degli onnipresenti TIR. Lungo il tragitto abbiamo incontrato, e utilizzato, numerose aree di servizio attrezzate con parcheggio custodito, ristorante, servizio toilette, doccia e a volte perfino parrucchiere e lavanderia, a conferma di quanta parte della vita degli autisti di questi immensi camion si svolga su strada.

Era la metà di giugno e man mano che ci siamo inoltrati verso la Siberia e varcato gli Urali, spartiacque tra Europa e Asia, ci siamo resi conto che qui la primavera era appena iniziata e sui monti c’era ancora la neve.

Confine Asia-Europa

Nugoli di farfalle volteggiavano nell’aria e nei campi sconfinati era un tripudio di fiori. Ai bordi della strada numerosi venditori ambulanti di miele, fascine di betulla per la “banja”, il corrispettivo russo della sauna finlandese, patate, cestini in corteccia di betulla e alambicchi per la produzione artigianale di vodka. Ce n’era davvero per tutti i gusti.

Ekaterinburg, dove venne ucciso l’ultimo zar Nicola II

Con la strada che si inerpicava sulla catena degli Urali abbiamo continuato il percorso di avvicinamento alla Mongolia. Altra tappa importante è stata Ekaterinburg, la prima città asiatica dopo il confine tra Europa e Asia. E’ passata alla storia perché qui vennero uccisi l’ultimo zar Nicola II insieme a tutta la famiglia.

Gli ultimi discendenti dei Romanov, dinastia caduta sotto la scure della Rivoluzione d’Ottobre, dopo l’arresto e la detenzione vennero uccisi in una notte del luglio 1918 in questa città, in una casa che non esiste più. Al suo posto ora c’è una chiesa che abbiamo visitato insieme all’interessantissimo museo di geologia degli Urali dove sono esposti oltre 500 minerali e rocce locali insieme ad una collezione di meteoriti.

Domani la seconda parte di questo lungo viaggio: Oltre la taiga verso il confine mongolo.

Prosegui con la seconda puntata.




Fernando de Noronha, il giardino dell’eden

Paradiso dei subacquei, dei surfisti, dei camminatori e degli ecoturisti, Noronha (com’è chiamata dai nativi) offre attrattive anche per il turista comune, in cerca di sole e relax

Fernando de Noronha

Esiste il paradiso terrestre? Sì, certo. E la pensava così anche Amerigo Vespucci cinque secoli fa. Dove si trova questo eden? Nell’Oceano Atlantico, a 350 chilometri dalle coste brasiliane. Questa riserva naturale, decretata, nel 2001, Patrimonio Naturale dell’Umanità, è un’oasi di pace e tranquillità di una bellezza senza pari

Questo arcipelago di origine vulcanica racchiude 21 isole e isolotti attorniati da un mare di un colore turchese con piscine naturali che regalano agli amanti dello snorkeling spettacoli indescrivibili: pesci, coralli, spugne tra i più belli al mondo. Un vortice di colori e sensazioni da capogiro.

Fernando de Noronha

Non sono da meno le spiagge che sono praticamente deserte con sabbia fine che sembra borotalco. La poca presenza di persone è riconducibile al fatto che il governo brasiliano ha limitato la presenza contemporanea a soli 700 visitatori per volta. Ha messo in atto politiche di protezione a tutela dell’ambiente al fine di preservare questo angolo di paradiso rendendolo il posto ideale dove scoprire la vera tranquillità.

Fernando de Noronha

E le coste dell’isola? Anch’esse sorprendenti e spettacolari come ad esempio Praia do Sancho, considerata una delle baie più belle del mondo con le sue scogliere che si protendono verso il mare. Chi ha avuto la fortuna di visitarla con l’alta e la bassa marea raccontano di scenari completamente diversi ma entrambi meravigliosi. In questa spiaggia si arriva scendendo una scala in mezzo a due rocce. Se avete con voi zaini dovrete fissarli a una corda e calarli e recuperarli una volta raggiunta la spiaggia. Gli scenari che vi si presenteranno? Da mozzare il fiato.

Fernando de Noronha

Anche Baía dos Porcos, molto piccola e raggiungibile a piedi solo in determinati orari, presenta un mare cristallino ideale per fare snorkeling ed è considerata da molti solo seconda alla più famosa Baia do Sancho. Il paesaggio è paradisiaco anche per la presenza di moltissimi uccelli marini che volteggiano nel cielo.

La natura qui è allo stato puro e riesce a dare il massimo: niente costruzioni ma un mare turchese, una spiaggia dorata, picchi scoscesi verso il mare e una verdissima e lussureggiante vegetazione.

Fernando de Noronha

Questo luogo rappresenta la vacanza ideale per gli amanti del mare, per chi cerca l’assoluto relax, per gli amanti del surf, camminatori e a chi desidera un viaggio in mezzo a una natura incontaminata.

Per soggiornare a Fernando di Noronha si deve pagare una tassa di soggiorno in base al numero di giorni di vacanza. Consigliamo di pagare prima dell’arrivo sull’isola e di calcolare bene i giorni che vi fermerete ogni giorno in più, a quelli dichiarati, dovranno essere pagati doppi.

Quando andare

Il clima è di tipo tropicale e ci sono due stagioni: secca da agosto a gennaio e quella delle piogge che va da febbraio a luglio ed è quindi da evitare. 

Come arrivare

Dall’Italia è possibile prenotare un volo per Lisbona con destinazione Recife o Natal; da lì in poco più di un’ora di volo si arriva sull’isola.

Costi

Medio/Alti

Fernando de Noronha

 




Località must del 2019

Sri Lanka

È la prima località identificata da Lonely Planet e possiamo capirne anche i motivi: paesaggi straordinari, spiritualità, grande ospitalità della popolazione locale, ottima cucina e facilità di visitarla autonomamente con diversi mezzi.

località must del 2019

La “lacrima dell’India”, così è chiamata per la sua posizione geografica  e per la forma, offre veramente tanto al viaggiatore: scenari mozzafiato fatti di immense risaie, grandi montagne, foreste, parchi nazionali e spiagge infinite. Inoltre, pur essendo molto frequentata dai turisti, riesce ancora a regalare zone incontaminate.

Se la natura è quello che cercate qui avrete trovato il vostro eden ma anche chi ama la vacanza spirituale, mistica qui ha di che ritenersi appagato grazie al suo territorio disseminato di templi secolari.

Lo Sri Lanka è un paese in forte crescita, un paese che è rinato dopo anni e anni di guerra civile e che sta vivendo una seconda vita e lo fa accogliendo cordialmente i turisti. Consigliato a chi cerca l’avventura a tutti i costi, a quelli green che cercano la vacanza ecosostenibile, a quelli che cercano un luogo dove meditare e trovare la pace interiore, nonché agli amanti della cucina che qui trova un’esplosione di sapori e colori.

località must del 2019

Germania

La seconda località scelta è La Germania che resta, dopo la Spagna, la destinazione più amata dai viaggiatori europei. Anche questo Paese vanta un interessante aspetto naturale perché buona parte di esso è coperto di foreste che, a quanto riferiscono gli amanti della natura, qui ha un fascino particolare. Ma la Germania non offre solo natura rigogliosa ma tante altre attrazioni: cultura, tradizioni, movida, ottima cucina, club, musei, mercatini, shopping, arte, insomma una lunga lista di buoni motivi per visitarla. Con una buona organizzazione e con la voglia di snocciolarsi centinaia di chilometri potrete vedere molte città a cominciare da  Berlino che, oltre ad essere la capitale del Paese, è anche capitale del divertimento riuscendo a rubare il primato alla storica Londra. A Berlino il divertimento e le attrazioni sono assicurate al punto che già solo la visita a questa città giustifica un viaggio in Germania. Per non parlare dei castelli sparsi in tutta la regione. Costruzioni fiabesche tanto che anche Walt Disney ne è rimasto stregato e lo ha scelto come luogo per un suo film.

località must del 2019

 

Non possiamo dimenticarci di parlare della sua cucina. Pensate di dover passare la vostra vacanza a mangiare wurstel, crauti e patate? Sbagliatissimo!! Una cucina variegata ricca di piatti saporiti come la Brotsuppe, una zuppa di pane con patate, verdure e un tuorlo d’uovo, o l’ Abgebräunte Kalbshaxe, carne di vitello  bollita e poi fritta nello strutto. Si tratta di piatti indubbiamente calorici ma ideali per combattere il freddo inverno tedesco. Se poi decidete di vedere questo storico Paese durante l’Avvento e nelle festività del Natale rimarrete colpiti dai tanti mercatini, tappe imperdibili, se ricercate lo spirito natalizio. Che meraviglia vedere le bancarelle piene di oggetti di ogni tipo, prodotti tipici della cucina, vin brûlé a go go il tutto accompagnato da canti tradizionali. Dunque unitevi ai festeggiamenti.

località must del 2019

Zimbabwe

Il terzo posto va alla magica Africa, richiamo irresistibile per molti viaggiatori, me compresa. Perché? L’Africa è avventura, ritorno alle origini, animali allo stato libero, colori, odori, tradizioni e libertà. Ecco che Lonely Planet ha scelto lo Zimbabwe, una terra in rinascita dopo momenti bui e difficili, con una popolazione piena di ottimismo che persegue l’obiettivo di un nuovo futuro. Ora è una della destinazioni più sicure dell’Africa. Ma cosa offre al viaggiatore?

località must del 2019

Parchi nazionali che ospitano leoni, rinoceronti, leopardi e siti archeologici Patrimonio dell’Umanità, foreste e le maestose Cascate Vittoria, un must. Pensate che Cecil John Rhodes, l’avventuriero che fondò la Rhodesia e la cui immagine è legata al colonialismo in Zimbabwe, ha scelto di essere seppellito nel parco Matobo, in Zimbabwe http://zimparks.org/parks-overview/national/matobo definendolo “la vista sul mondo” un parco che sa regalare scenari unici dove abitano i grandi felini, le giraffe, i rinoceronti e dove ammirare suggestive formazioni rocciose e tramonti da togliere il fiato.

La cosa straordinaria è che i panorami dello Zimbabwe cambiano ogni mese durante l’anno regalando immagini sempre diverse. Ed è questo il motivo per cui consigliamo di vedere questa magica terra più volte. Una terra che vanta ben cinque siti UNESCO!

località must del 2019

Panamá

 “Il Ponte del Mondo, Cuore dell’Universo” il crocevia delle Americhe, la Perla dell’America Centrale, sono solo alcune delle definizioni che anticipano le bellezze del posto. Attraverso il Canale di Panamá, l’opera di ingegneria artificiale più famosa e maestosa del pianeta, considerata l’ottava meraviglia del mondo, l’Oriente e l’Occidente si incrociano grazie al commercio globale operato con le grandi navi che percorrono i suoi 80 chilometri di lunghezza.

località must del 2019

Molto conosciuto per questa meravigliosa opera che ad agosto 2014 ha compiuto cento anni, il Paese è però un concentrato di meravigliose sorprese: dalle spiagge di sabbia bianchissima disseminate lungo i 1.600 chilometri di linea costiera, ai parchi nazionali,  alle foreste pluviali fino a Panamá City,  dove alti e futuristici grattacieli, casinò e night convivono in piena armonia con il Casco Viejo, la città vecchia che sfoggia meravigliose architetture coloniali ed è Patrimonio dell’Umanità. Non solo: in questo stretto lembo di terra che è Panamá vive la popolosa etnia Kuna che conserva ancora oggi gelosamente usi e costumi di un lontano passato. Anche gli amanti della buona tavola non rimarranno delusi. Tra i piatti della tradizione locale che spiccano sui menu da non mancare il sanchoco de galina, il piatto tipico panamense, un brodo di pollo con pezzi di carne, yucca, platanos e tuberi insaporiti con il coriandolo, e la roba vieja, uno spezzatino piccante di carne di manzo servito su un letto di riso. In tavola non mancano neppure l’arroz con pollo, piatto di riso e carne di pollo, il cheviche, antipasto freddo preparato mettendo a marinare in un composto di lime, cipolla e peperoncino, sottili fette di pesce crudo, polpo e gamberetti.

località must del 2019

Kirghizistan

Ed eccoci all’ultima località di questo appuntamento, il Kirghizistan,  meta poco conosciuta e poco frequentata dai turisti ma ricca di luoghi straordinari.

località must del 2019

Si tratta di un Paese dell’Asia Centrale e confina con la Cina, il Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan. Raggiungere e visitare questo paese rappresente però un viaggio non per tutti: i comfort sono pochi, i trasporti non sono funzionali, le città si contano sulle dita anche se è in corso un grande ammodernamento teso a rinnovare la rete stradale al fine di ridurre i tempi di spostamento,  si stanno segnalando trekking, si stanno potenziando i tour gestiti dai locali e si sono anche semplificati i visti elettronici per i cittadini che non sono tra i 60 paesi esenti dal visto. Ma vale la pena di affrontare qualche sacrificio per vedere montagne che superano i 3.000 metri, o l’Ala Archa National Park, nelle montagne del Tian Shan, una meraviglia di 194 km, con montagne, cascate, ghiacciai e foreste.

località must del 2019

Per non parlare delle pianure dell’altopiano del Pamir, circa 100 mila chilometri quadrati conosciuto anche come “tetto del mondo” per la sua altezza. O la fertile valle di Ferghana con le sue oasi. Una leggenda narra che quando Dio assegnò ai popoli un pezzo di terra dove stabilirsi tutti si strinsero intorno a lui per ricevere la terra più bella e prosperosa. Solo i Kirghisi non erano presenti perché in cima ai pascoli con il loro bestiame e così quando arrivò l’inverno e scesero a valle non trovarono un pezzo di terra a loro destinato. Tutti i terreni erano occupati da altre popolazioni. Si rivolsero a Dio e furono premiati poiché mentre gli altri popoli erano intenti ad accaparrarsi terre loro erano intenti al duro lavoro. Dunque Dio disse: vi premio donandovi la mia residenza estiva: il Kirghizistan. Dunque chi ama gli spazi immensi, le bellezze naturali incontaminate, chi ama l’alpinismo,  il Kirghizistan offre un’esperienza di viaggio straordinaria e indimenticabile.

Il modo più interessante di visitare un paese straniero è attraverso un viaggio su “misura”, ossia tagliato sulle esigenze personali del viaggiatore. Evaneos, www.evaneos.it,  propone oltre 8000 idee di viaggio su misura attraverso una rete di tour operator locali altamente qualificati.




Alla ricerca dei sapori dell’India

È una terra che fa sognare, conquista e lascia stupefatti per la varietà dei paesaggi e la vividezza dei colori della natura. Una terra abitata dalle tigri e dagli elefanti, dove si parlano un centinaio di idiomi e convivono tante religioni diverse.

India

L’India cattura e imprigiona e non soltanto per i sari colorati indossati dalle donne, per i fiori che adornano gli altari, per i richiami dei venditori nei mercati o l’odore pungente degli incensi e delle spezie ma anche per i tanti sapori della sua cucina. Diversi e contrastanti, essi raccontano un Paese dalle mille identità. Sui menu e sulle tavole fanno belle mostra curry, chutney, tandoori, chapati, lassi, samosa, masala, i piatti tradizionali, dai sapori intensi e inconfondibili, dolci, speziati o piccanti. Tante le ricette che, a seconda dell’area, presentano varianti negli ingredienti e nel nome. Qui di seguito abbiamo selezionato le più tradizionali.

India
Il celebre Sri Meenakshi Temple a Madurai

ll piatto simbolo per antonomasia è il thali, un piatto unico servito in ciotoline o in foglie di banano appoggiate su un grande vassoio. Generalmente nelle ciotole troverete una porzione di dal (verdure cotte), stufato masala, l’immancabile riso, frutta secca, chapati (il pane indiano), papad (una cialda croccante), il tutto accompagnato da diverse salse. Si mangia con le mani aiutandosi con il pane o il riso.

India
Thali

Altro piatto tipico della gastronomia indiana è il byriani, riso speziato arricchito con carne di vario tipo, pesce, uova o verdure, servito con salsa chutney, raita o korma, curry e brinjal, un preparato acido a base di melanzane. La particolarità di questo piatto risiede nel fatto che, a differenza di altre ricette, gli ingredienti vengono cotti separatamente e poi assemblati in un secondo momento al fine di mantenere separati i sapori e creare dunque un armonioso e speciale contrasto.

Altro must è il tandoori chicken, pollo messo a marinare in una salsa di yogurt e spezie (coriandolo, cumino, aglio, cannella, cardamomo, pepe di Cayenna, pepe, zenzero, chiodi di garofano, alloro), cotto poi nel tradizionale forno di argilla chiamato tandoor. Un sapore particolare, molto gustoso, dal colore arancione acceso.

India
Tandoori chicken

Anche il palak paneer, una sorta di crema di spinaci, granulosa e verde, a cui vengono aggiunti il formaggio fresco a cubetti, il pomodoro, la cipolla e varie spezie, è un piatto della tradizione. Il risultato finale è una delicata vellutata.

Abbiamo poi i masala, ossia crespelle a base di farina di riso ripiene di patate, cipolle e spezie, e il sambar, una zuppa di verdure e legumi.

India
Sambar

Questi sono solo alcuni dei tantissimi piatti che potrete gustare in India. Non ci dimentichiamo dei dolci che sono deliziosi. Sono generalmente a base di farine, miele, frutta secca e spezie.

Qualche esempio? I jalebi, fatti di pastella fritta arrotolati, imbevuti in uno sciroppo di zucchero, limone o acqua di rose, o i barfi, a base di farina e latte condensato con aggiunta di noci o pistacchi. Non dimenticate di assaggiare una bevanda molto popolare a base di yogurt e acqua con succo di limone, semi di cumino tostati e pestati in un mortaio, aromatizzata alla rosa, al mango o allo zafferano: è il lassi. Unico problema che ci dicono crei dipendenzaUn ottimo locale dove assaggiarlo è lo  Shri Mishrilal Hotel a Jodhpur.

India
Jalebi

Dunque non resta che partire alla volta dell’India per degustarne la ricca cucina e scoprire un affascinante amalgama di tradizione e cultura, bellezza e natura, stile e splendore, calore, sentimenti e cortesie.

Segnaliamo un’ottima agenzia di viaggi italiana, Viaggiaconcarlo Adventures & Expeditions , nata con l’obiettivo di offrire esperienze indimenticabili, unite a una perfetta organizzazione logistica. Maggiori informazioni sul sito: www.viaggiaconcarlo.com 

Nel frattempo però provate a cucinare il Tandoori chicken qui di seguito vi diamo gli ingredienti per 6 persone e le indicazioni di preparazione.

Ingredienti :

  • 1 kg di filetti di pollo, tagliato a pezzi grossolani
  • ¼ di tazza di yogurt naturale
  • 2 ½ cucchiaini di zenzero fresco tritato
  • 2 ½ cucchiaini di aglio fresco tritato
  • 50 ml di olio vegetale
  • 2 ½ cucchiaini di sale
  • 1 ½ cucchiaino di cumino macinato
  • 3 cucchiaini di garam masala (mix di spezie indiane) facilmente reperibili nei negozi orientali
  • ½ cucchiaino di polvere di peperoncino piccante
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 2-3 pizzichi di curcuma in polvere
  • 3 cucchiaini di paprika dolce in polvere

 Preparazione:

Iniziate tagliando il petto di pollo in pezzi . In una ciotola mettete tutti gli elencati e mescolate molto bene. Ora ponete il pollo a pezzi e gli ingredienti mescolati in un sacchetto di cellophane. Sigillatelo e sbattetelo in modo che il pollo sia integralmente ricoperto dalle spezie.   Riponete il sacchetto in frigo e lasciatelo per qualche ora.

In una larga padella versate il contenuto del sacchetto (pollo e spezie) e cuocete per circa 15 minuti.   Servitelo accompagnato con del riso bianco.

India

 




Innsbruck, fascino senza tempo

Città Olimpionica e Città delle Alpi, Innsbruck, capitale del Tirolo, sfoggia un fascino senza tempo e in soli tre giorni è  possibile visitarla a fondo. E amarla. Il centro è piccolo e raccolto  e la sua visita può iniziare passeggiando lungo la Herzog-Friedrich Strasse, che inizia al Ponte dell’Inn e corre a est nella città vecchia. È una delle strade  più antiche fiancheggiata da bellissimi portoni in ferro battuto.

Innsbruck
Fiume Inn

Non si può mancare una visita alla Stadtturn la torre civica che si erge al civico 21 di Herzog-Friedrich-Strasse 21 (tel. 0043 512 561500) https://www.innsbruck.info

È sicuramente il posto ideale per scattare qualche bellissima panoramica. In pochi minuti si possono salire i 133 gradini della scala elicoidale interna di notevole fattura per raggiungere una piattaforma panoramica a 31 metri d’altezza da cui è possibile girare intorno alla torre  e avere una vista a 360° della città. Da lassù avrete modo di ammirare il tettuccio d’oro, il Duomo di San Giacomo, il Palazzo Imperiale, i vicoli medievali e le vette del Bergisel. 

Innsbruck
Maria-Theresien-Strasse – foto di Giorgia Sconfietti

Percorrete la Maria Theresien Strasse  il  viale principale della città incorniciato dalle Alpi. Avrete così l’opportunità di ammirare architetture uniche, antichi portici e bellissimi negozi. Percorretela tutta e arriverete all’emblema di Innsbruck il Goldenes Dachl (Herzog-Friedrich-Straße 15,www.goldenes-dachl.at) meglio conosciuto come il “tettuccio d’oro”. Fu costruito oltre 500 anni fa per volere  dell’imperatore Massimiliano che amava assistere, dalla loggia, ai tornei cavallereschi. Che meraviglia ammirare oltre 2.600 tegole di rame dorato che compongono il tetto! Per non parlare delle decorazioni alquanto bizzarre posizionate nella parte sottostante come, per esempio, un fondoschiena senza veli. Si narra che fu opera di un artigiano burlone, non pagato per  le sue prestazioni che si vendicò in questo modo.  Ma anche la riproduzione dei breakdancer, i danzatori moreschi del Medioevo. Accanto è possibile visitare anche il museo per conoscere e scoprire l’epoca dell’Imperatore Massimiliano.  Se ammirerete questo splendido monumento nel periodo natalizio godrete di uno spettacolo strabiliante di  luci,   decorazioni,   neve e gli sfavillanti mercatini.  Sicuramente di grande impatto emotivo.

Innsbruck
Hofburg-la-sala-degli-specchi

Ammirate l’edificio a sinistra del Goldenes Dachl, il palazzo “Hoelblin ghaus” (Herzog-Friedrich-Straße 10, www.innsbruck.info/it) in stile barocco; a destra osservate il palazzo “Ottoburg” (Herzog-Friedrich-Straße 1, www.ottoburg.at/de) in stile gotico.

Non vi resta che raggiungere il lungo fiume, il percorso che segue il corso dell’Inn per godervi un bellissimo scorcio sulle montagne innevate. La città di Innsbruck è situata lungo la riva di questo fiume tanto che il significato è appunto    “ponte sopra il fiume Inn”. Anche   lo stemma della città raffigura un ponte che collega le rive. Un nostro consiglio è quello di fare una passeggiata  all’imbrunire perché lo scenario è incantevole.

Innsbruck
Tetto D’Oro

A Innsbruck ci sono molte chiese fra cui, da non mancare, la Hofkirche, chiesa gotica costruita nel 1563 per volere di Ferdinando I in memoria del nonno. L’edificio vi lascerà un po’ delusi per il suo esterno freddo e impersonale, ma l’interno è strabiliante: conserva il monumento funebre dell’imperatore Massimiliano protetto da 28 statue bronzee.

Innabruck
Vista dalla Stadttur

Appena fuori dalle mura del centro storico si trova quella che nel tempo è passata da residenza ufficiale del governatore del Tirolo alla residenza estiva della famiglia imperiale austriaca. Si tratta dell’Hofburg (Rennweg 1/3, tel.0043 512 58718619, http://www.hofburg-innsbruck.at/623/php/index.php). Trattandosi di una dimora solo di passaggio, maestosità e grandezza non reggono il confronto con il palazzo reale e il castello di Vienna ma vale ugualmente la pena   9 € del biglietto d’ingresso per ammirare la bellissima Sala dei Giganti con i meravigliosi affreschi.  Ricordate che non è permesso fare fotografie. Se vi fermate qualche giorno in più non rinunciate a visitare, a pochi km da Innsbruck, e precisamente a  Wattens, l’enorme negozio Swarovski (Kristallweltenstraße 1, 6112 Wattens,tel.0043 5224 51080 https://kristallwelten.swarovski.com/Content.Node/wattens/index.it.html) aperto nel 1995 in occasione del centenario del suo personale museo. In questa multinazionale del cristallo lavorano oltre la metà degli abitanti .E per gli amanti della montagna? Gli irriducibili della neve? Niente paura. Innsbruck offre una funicolare che dal centro storico porta direttamente sulle piste da sci. E gli scenari? Davvero mozzafiato!

Innsbruck
Negozio Swarowski

COSA MANGIARE:

Servirebbero intere pagine per descrivere e consigliare cosa mangiare ma ci limiteremo a suggerirvi alcuni piatti gourmet. In questa città, ma nel Tirolo in genere, la cucina si basa su piatti di carne, patate, cipolle che rendono i piatti particolarmente saporiti.  Tra i primi spiccano i canederli,  grossi gnocchi a base di pane da condire con burro fuso e salvia. Si possono trovare con lo speck, con gli spinaci,   ma credete la fantasia è ampia e vengono cucinati con gli ingredienti più disparati.

Innsbruck

Altra delizia per il palato, gli Spätzle sono anch’essi una sorta di gnocchi generalmente di spinaci di forma allungata non troppo regolare conditi con panna e speck. Anche le zuppe sono molto amate dai tirolesi e sulla loro tavola non mancano quasi mai.

Innsbruck
Spätzle

E ancora il Bosna, un piatto, o meglio un sandwich, a base di würstel, cipolle, curry, una sorta di bomba di non facile digestione e dalle calorie incalcolabili, il Braumeister Gulasch,  carne  con patate e uovo al tegame, i würstel con crauti e il Bergkäse, un gustoso formaggio di montagna.

Anche il capitolo dolci è lungo e invitante. E nel periodo natalizio le proposte raddoppiano. Cosa provare? Sicuramente l’Apfelstrudel, il tradizionale strudel alle mele solitamente servito con crema alla vaniglia. E poi lei, la Sacher Torte (anche se originaria di Vienna), una cascata di cioccolato con un ripieno di confettura di albicocche. Da provare anche i canederli in versione dolce confezionati con ricotta, pancarrè e un ripieno di caldo cioccolato o confettura.

Innsbruck
Sacher torte

INFO UTILI

Periodo consigliato: dicembre/gennaio per i bellissimi mercatini e gli addobbi natalizi, l’aria di festa che si respira e il panorama reso fiabesco dalla coltre di neve bianchissima che ricopre tutto.  Per il viaggio descritto servono circa 3 giorni.

È consigliato abbigliamento da montagna, con calzature molto pesanti (ottimi i Moon Boot o scarpe con il pelo), pullover di lana/pile, piumini imbottiti, sciarpe, guanti e cappelli invernali.

In macchina considerare 5 ore da Milano a Innsbruck

È necessario acquistare la Vignette per le autostrade austriache a 9 € per 10 giorni (non è possibile acquistarla per un tempo inferiore) o nelle stazioni di rifornimento al confine oppure comodamente da internet sul sito https://www.asfinag.at/toll/vignette

Innsbruck si può girare comodamente a piedi soggiornando vicino al centro storico e usando l’auto solo per raggiungere gli impianti di risalita per le stazioni sciistiche.

HOTEL

Hotel Grauer Bar a Innsbruck: moderno e confortevole a pochi passi dal centro pedonale, stanze molto ampie, con possibilità di parcheggio custodito e una piccola ma molto bella spa con vista. Consigliate camere all’ultimo piano per una vista insolita sulla città innevata.

RISTORANTI

Machete – Burrito Kartell Indirizzo: Anichstraße 29, 6020 Innsbruck, Austria Telefono: +43 650 9266756 http://www.machete-burritos.com/

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Myanmar, il Paese dalle 100 etnie

La prima tappa di questo viaggio non può che essere Yangon, caotica e chiassosa città, solcata da auto e motorini che sfrecciano veloci trasportando un numero impressionante di passeggeri: 3, 4 e a volte anche 5 sullo stesso scooter. Uso del casco non obbligatorio, ci dicono, sicurezza dunque pari a zero e la legge  italiana 81/90 qui sembra pura utopia.

Yangon è la più grande città del Myanmar, affascinante luogo dove l’oriente incontra l’occidente e insieme armonioso di architetture coloniali britanniche che si fondono incredibilmente con dorate pagode buddiste e grattacieli futuristici.  Alberghi lussuosi ed eleganti convivono e si scontrano con le baraccopoli costruite lungo le strade della città dove si aggirano cani e gatti in cerca di cibo e nutriti dai monaci e dai turisti che approdano qui.

La città è punteggiata di templi bellissimi. Uno tra tutti il ChaukhtatgyiPaya, imperdibile (in fase di ristrutturazione)con il suo Buddha reclinato dalle misure impressionanti. Maestoso ed elegante ti osserva dai suoi 19 metri di altezza. Il corpo del Buddha è bianco, la sua veste color oro, gli occhi azzurro cielo e le labbra rosso rubino. È la perfezione. E la corona? Tutta rivestita d’oro e impreziosita da diamanti e pietre preziose. La particolarità però sta nei piedi color ocra decorati con 108 lakshana, i segni di buon auspicio dove i fedeli depongono ghirlande di fiori.

Myanmar

Lo  Shwedagon (shwe” che significa oro e “dagon” che è il nome storico dell’area in cui fu edificato)  è uno stupa dorato di 98 metri dove sono conservate le reliquie dei 4 Buddha (il sostegno di Kakusandha, il filtro d’acqua di Konagamana, un pezzo dell’abito di Kassapa e gli otto capelli di Gautama). Si trova sulla collina di Singuttara ed è il centro buddista più importante, più amato, più antico e frequentato del Myanmar e forse di tutto il sud est asiatico.

È interamente ricoperto d’oro. Si narra che fu la regina Shin Saw Bu a chiedere di cospargere lo stupa con un quantitativo di oro pari al suo peso corporeo. Nel corso dei secoli le lamine d’oro superarono le 27 tonnellate.

Myanmar
Shwedagon pagoda

Lasciata Yangon si riparte alla volta di Bagan, la valle dei templi, il luogo perfetto per comprendere la spiritualità e la storia della Birmania. È un luogo magico, a detta di molti il vero gioiello del Myanmar, dove il tempo sembra essersi fermato. Il sito è punteggiato di migliaia di pagode e stupa che si incendiano di rosso al tramonto e si innalzano nelle calde pianure che costeggiano il fiume Ayeyarwady.

Myanmar

Tutti questi edificio sono considerati sacri e per tale motivo visitabili rigorosamente a piedi scalzi. Non è possibile elencare e descrivere tutti i templi e le pagode di questo sensazionale sito che sorge su un’area di quasi 70 kmq ma non ci perdiamo la visita a quelli nell’area compresa tra Old Bagan e Nyaung, la zona più ricca di monumenti.  A cominciare dal tempio” Ananda Pahto” . Riconoscibile dal suo pinnacolo alto 52 metri, è un gigante di pietra costruito nel 1090 d.C abbellito da terrazze, scalinate e stupa. Le sue pareti sono decorate da rilievi in arenaria e nel centro dell’edificio spiccano quattro statue del Buddha. Ogni entrata è protetta da guardiani delle porte, seduti all’interno di nicchie.

Nelle vicinanze un altro tempio particolarmente bello è Htilominlo Pahto (1218 AD), uno dei più grandi ed eleganti di Bagan. Significa “ombrello” in onore del re e fatto costruire per commemorare la sua elezione. Il re fu scelto tra 5 figli perché l’ombrello bianco di suo padre si inclinò verso di lui e questo fece di lui il prescelto.

Ananda Pahto

Tutt’intorno bancarelle con prodotti artigianali locali: cappellini, bracciali, abiti tipici, cartoline. Qui incontriamo alcune donne Kayan riconoscibili per i tanti anelli di ottone che portano al collo per allungarlo. Sono chiamate “donne-giraffa” e ci raccontano che questa tradizione nacque per proteggersi dagli attacchi delle tigri. Alcune affermano invece che serve per distinguersi da altre tribù, altre ancora in segno di bellezza. In ogni caso sono le uniche donne che non vediamo sorridere.

Myanmar

Notiamo nei vari spostamenti una pittoresca porta antica: è la Tharaba, l’unica rimasta delle 12 originarie. È dedicata a due spiriti nat raffigurati da due statue, Maung Tinde (Signor Splendore) e sua sorella Shwemyethna (Viso Dorato). Gli abitanti portano loro offerte. Notiamo che i locali non oltrepassano la porta in sella al motorino ma lo fanno a piedi in segno di rispetto agli spiriti che proteggono la città.

Ed eccoci giunti alla principale meta di pellegrinaggio di Bagan: è la pagoda Shwezigon il cui stupa a forma di campana è diventato il prototipo per tutte le altre pagode in Birmania. È uno dei monumenti più antichi della città, costruito, si dice, per custodire la clavicola e un dente di Buddha arrivati dallo Sri Lanka. Ci perdiamo in questa valle antica fantasticando su tempi antichi, ascoltando dalla nostra guida vecchie leggende e cercando di comprendere un mondo così lontano dal nostro.

Si avvicina l’ora dell’esperienza che nessuno dovrebbe perdere: l’indimenticabile tramonto panoramico dall’alto di una collina. Che spettacolo! Che tripudio di colori dal giallo, all’arancione per finire con un rosso accesso. Scattiamo foto per immortalare questa bellezza regalata dalla natura.

Myanmar

Bagan offre spettacolari mercati ricchi di artigianato locale dove si possono conoscere abitudini, tradizioni usi e costumi del popolo birmano. Ed è qui che si può interagire con la gente del posto e fare amicizia scattando qualche foto. Osserviamo le persone intente a vendere e contrattare la merce, ammiriamo le giovani donne con il viso ricoperto di thanakha una polvere bianca ricavata dai rami di un albero che dicono essere il segreto della loro bellezza. Ricambiamo i sorrisi che ci vengono regalati e che sono la parte più emozionante del viaggio.

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Lasciamo dunque Bagan alla volta di Mandalay e lo facciamo con una barca. La navigazione ci permette di ammirare i villaggi lungo la costa. Difatti le lunghe ore passate a bordo scorrono osservando gli uomini intenti a pescare, le donne che fanno il bucato nelle acque del fiume Ayeyarwady, i bambini che si tuffano nelle acque torbide e altri ancora che improvvisano giochi nell’acqua. Ma tutti sono accomunati da una cosa: al nostro passaggio alzano la mano e salutano e sul loro volto spicca sempre un grande sorriso.

Myanmar

Prima di arrivare facciamo una sosta 11 km circa a sud del centro di Mandalay nella cittadina di Amarapura, che in lingua pali significa “città dell’immortalità”, per ammirare il tramonto dal famosissimo ponte U Bein. È il ponte in tek più lungo del mondo e il più fotografato del Myanmar. E anche il più affollato. È gremito all’inverosimile, la calca è insopportabile e dunque aspettiamo il tramonto sotto il ponte ammirando la vita del lago sottostante Taungthaman.

Terminiamo la nostra lunga giornata arrivando a Mandalay che visitiamo la mattina successiva. È una città che trasuda storia ma è in preda a una urbanizzazione selvaggia che le ha fatto perdere un po’ di fascino. Sono comunque tante le attrazioni religiose.

Partiamo con la visita alla pagoda Kuthodaw caratterizzata da una serie di lastre di marmo. Insieme ad un’altra pagoda, la Sandamuni, forma il libro più grande del mondo costituito da 729 lastre e 1.122.750 parole. Ogni lastra è custodita all’interno di un piccolo stupa e si tratta dei 15 libri dei Tripitaka, il canone della religione buddista.

Ci dirigiamo al monastero Mahagandayon dove vivono più di 1.500 monaci. Questi ultimi permettono ai visitatori di assistere ai rituali che scandiscono la vita della comunità monastica. Emozionante presenziare all’ora della processione: centinaia di tuniche amaranto, arancione e zafferano sfilano ordinatamente. Assistiamo al pasto dei monaci, alle loro preghiere e addirittura al bucato delle tuniche. Una tradizione spirituale di notevole impatto che si è un po’ snaturata a seguito dell’afflusso giornaliero dei turisti.

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Non ci perdiamo la visita al tempio buddista di Mahamuni, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio di tutto il Myanmar. Al centro della costruzione una grande statua di Buddha osserva i visitatori.  La statua è venerata dal popolo birmano ed è considerata come rappresentativa della vita di Buddha stesso. Secondo le leggende antiche sono 5 i ritratti eseguiti durante la vita del Buddha storico. Due sono in paradiso, due sono in India e l’ultimo è conservato appunto nel tempio di   Mahamuni.

Myanmar

Eccoci pronti per il trasferimento in barca verso Mingun, antica città reale con un fiabesco mercato dell’artigianato locale a 10 km circa da Mandalay sulla sponda opposta dell’Ayeyarwady. Mingun è diventata famosa per la pagoda che porta il suo nome e che doveva essere, all’origine, il più grande stupa del mondo ma nella realtà, con la morte del re che la volle costruire, rimase incompiuta.

Dopo la pagoda incompiuta, camminando sul lungofiume incontriamo la Mingun Bell, una campana appesa e funzionante. Di dimensioni enormi ( ha un diametro di 5 metri e un peso di 90 tonnellate), è considerata la più grande del mondo. È sospesa a circa un metro di altezza da terra e non ci lasciamo sfuggire l’occasione di infilarci sotto per entrare nel vano della campana e ascoltare il suono procurato da qualcuno che batte con un batacchio di legno all’esterno. Nella nostra camminata ci fermiamo ad ammirare alcuni birmani che si divertono cercando di salire su un improvvisato albero della cuccagna. Poco lontano una decina di piccoli monaci si divertono scendendo a cavalcioni dal corrimano di una lunga scala. È emozionante vedere questi piccoli monaci che, al di là della scelta di entrare in monastero, rimangono bambini con tanta voglia di giocare.

Myanmar

Raggiungiamo la parte settentrionale della città, a poche centinaia di metri dalla Pagoda Mingun, per ammirare un vero capolavoro di architettura molto diverso da quello di altre pagode in Myanmar. Si tratta della Hsinbyume Pagoda che ha una struttura a forma di terrazze circolari e rappresenta le sette montagne che circondano il Monte Meru. È un edificio bianco candido e soprannominata immediatamente da tutti noi “meringa”.Myanmar
Prendiamo un volo per il lago Inle. Qui saliamo a bordo di alcune imbarcazioni e iniziamo l’esplorazione dell’area. Visti dalle lance i paesaggi sono spettacolari. La prima sosta è al Nga Phe Kyaung Monastery conosciuto anche con il nome di monastero dei gatti saltanti. Si perché sino a qualche tempo fa i gatti, all’interno del monastero, venivano addestrati a saltare all’interno di cerchi. Ma con la morte del monaco addestratore i gatti ora preferiscono sonnecchiare. La struttura, tutta in tek e posta su palafitta, è davvero molto bella. All’interno si trovano statue di Buddha, alcune molto antiche e abbellite da pietre preziose. Tanti i monaci intenti alla lettura e l’ambiente che lo circonda è da cartolina.

Myanmar
Phe Kyaung Monastery

Torniamo a bordo delle imbarcazioni e iniziamo a esplorare il lago, una immensa distesa di acqua dello stesso colore del cielo sulle cui sponde spiccano gli ingegnosi orti con infinite coltivazioni pensili sull’acqua di pomodori e zucchine. Il metodo della coltivazione è ingegnoso: una base di giacinti viene completata con alghe pescate dal fondo del lago e della terra sino a realizzare un humus di circa 1 metro su cui vengono effettuate le coltivazioni. Il tutto viene ancorato con lunghi pali di legno fissati sul fondo del lago per dar vita a questi incredibili e bizzarri orti galleggianti.

Myanmar

Poco più avanti incontriamo alcuni pescatori intenti a pescare con il sistema tipico del lago: conducono le lunghe canoe stando in piedi su una gamba e remando con l’altra. Le sagome dei pescatori che si spostano agilmente danno vita a vere e proprie danze sull’acqua.

Myanmar

Giungiamo al villaggio di Pauck Par (192 case per la maggior parte costruite in bambù per un totale di 1.180 abitanti). Qui pranziamo in un ristorante galleggiante, visitiamo la fabbrica di sigari e poi il villaggio muovendoci lungo i canali a bordo di piccole canoe guidate dalle donne del villaggio. Myo Min Zaw la nostra guida turistica birmana ha dato vita a un progetto di sviluppo turistico sostenibile davvero interessante. Questo giovane uomo, originario di Yangon ed esperto di lingua italiana e birmana, ha preso parte a un corso di formazione avanzata per lo sviluppo del turismo in zone rurali, tenutosi a Bertinoro in Italia e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dopo due mesi trascorsi da noi a osservare e studiare le varie possibilità per la realizzazione di un progetto sostenibile, Myo è tornato in Myanmar e ha dato vita alla sua idea: fare visitare il piccolo villaggio gioiello di Pauck Par navigando lungo i tanti canali che attraversano il villaggio a bordo di canoe condotte dalle donne del villaggio che da sempre lavorano alla locale manifattura di tabacco per uno, due dollari al giorno. “L’idea, ci ha detto Myo mi è venuta a Venezia osservando le gondole”. Un’idea davvero eccezionale anche per il fatto che la navigazione viene effettuata con canoe tradizionali non a motore e dunque a impatto ambientale praticamente nullo e poi per il progetto di inserire il tragitto percorso dalle canoe in un vero e proprio Museo di Strada.

Myanmar

Visitiamo anche una fabbrica dove viene lavorata la seta e in particolar modo il filo di loto. Impressionante pensare che per fare  una sciarpa di medie dimensioni con fili di loto servono circa 8000 fiori e 3 settimane di lavoro. 

Una nottata di riposo è quello che ci aspetta prima di prendere un volo per Yangon dove, alle 8.30, abbiamo un incontro con Khin Maung Maung, membro dell’Unione del Parlamento di Myanmar, delegato per i Trasporti e Telecomunicazioni che convoca una conferenza stampa per comunicare la posizione e la versione dello Stato sul “caso rohingya” .

Ci restano poche ore prima della partenza per visitare e cercare una valigia dove riporre tutti gli acquisti fatti durante la nostra avventura birmana.

Myanmar

Ed eccoci all’aeroporto di Yangon diretti a Singapore, scalo tecnico, per il volo diretto in Italia. Silenziosi, assorti nei nostri pensieri ricordando i tanti sorrisi, abbracci dei nostri amici birmani.

Myanmar

Un viaggio che non lascia indifferenti, un viaggio che ti trasforma. I racconti di Myo Min Zaw su meriti che ognuno deve consegnare per essere felice in qualche modo ci hanno toccato.  Un viaggio per conoscere, descrivere, assaporare, progettare, un  viaggio che consigliamo di fare una volta nella vita. Da affrontare con serenità in quanto il Myanmar è un posto sicuro, molto ospitale e incantevole. Dunque non ci resta che augurarvi un “kaunggsaw hkareehcain”.

Myanmar

Segnaliamo un ottimo tour operator che potrà organizzarvi il vostro soggiorno in Myanmar: Advanced Zealous – Email: aunggiovanni@gmail.com  –

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Monaco…… non solo birra

Non è una città enorme per cui in tre giorni la si può visitare bene. A partire dal piccolo e raccolto centro storico che si sviluppa attorno alla Marienplatz, la piazza principale chiamata “il salotto della città” (foto 1).

Monaco
Foto 1

È isola pedonale ma comodamente raggiungibile con la metro. Nonostante le spettacolari strutture che fondono stili architettonici diversi tra loro, come il vecchio e il nuovo municipio (Alte e Neues Rathaus), la vera attrazione che paralizza tutti i turisti con il naso all’insù, è l’orologio-carillon (Glockenspiel) uno spettacolo senza tempo (foto 2).

Monaco
Foto 2

Le statue animate del carillon si muovono ai rintocchi delle 11, 12 e durante il periodo estivo anche delle 17. I temerari invece possono provare a salire i 306 gradini del vecchio municipio per ammirare Monaco dall’alto.

A pochi passi dalla Marienplatz (tenendo il carillon alle spalle sulla sinistra svoltato l’angolo) ecco il Viktualienmarkt (foto 3).  È il mercato più grande di Monaco, principalmente di generi alimentari, e si svolge tutti i giorni dal lunedì al sabato. Un mix di profumi, sapori e colori arrivano dai molti punti di ristoro che sfilano sotto i secolari ippocastani e che offrono autentica cucina bavarese.

Monaco
Foto 3

Uno dei palazzi più grandiosi di tutta Europa è il Palazzo Reale. L’interno sfoggia affreschi mozzafiato. All’ingresso ci sono quattro leoni in bronzo che, secondo la leggenda, erano beneauguranti per i militari che arrivavano qui per toccarli.

Vale la visita la Cattedrale di Nostra Signora (Frauenkirche), foto 4, edificio imponente che incute quasi timore. All’interno c’è una piastrella dove si nota un’impronta che, secondo una leggenda risalente ai tempi della costruzione della cattedrale, sarebbe quella del piede del diavolo. I costruttori fecero credere al diavolo che avrebbero costruito la chiesa senza finestre ma, con un espediente, mascherarono dietro alle colonne le aperture. Solo dopo la consacrazione della chiesa il diavolo capì di essere stato buggerato.

Monaco
Foto 4

Monaco vanta anche diversi, interessanti musei tra cui, da non perdere, il Museo della scienza e tecnologia (Deutsches Museum), foto 5,  uno dei più grandi al mondo e il più visitato di tutta la Germania (si dice che per girarlo tutto si debbano percorrere ben 17 chilometri). Situato vicino al fiume, in posizione panoramica, dista 10/15 minuti a piedi da diverse fermate della metropolitana. Il museo è disposto su sei piani compreso il planetario all’ultimo e bisogna considerare almeno 2/3 ore di permanenza al suo interno per poterlo visitare accuratamente. È possibile trovare ogni branca della scienza e della tecnologia: metallurgia, lavorazione del vetro e della carta, navigazione, volo, strumenti musicali, astronomia, fisica, energia, energie rinnovabili e addirittura la ricostruzione di una miniera nel seminterrato. È possibile scaricare una App per smartphone per seguire anche il programma di esperimenti e dimostrazioni scientifiche che viene svolto quotidianamente. Molto interessanti per i bambini la zona degli aerei e delle navi, il pendolo di Foucault, la ferrovia in miniatura e la lavorazione del vetro.

Monaco
Foto 5 di Giorgia Sconfietti

Interessante anche una visita all’Allianz Arena, lo stadio di Monaco, capolavoro di ingegneria, efficienza e comodità, raggiungibile con la metro U6 direzione Garching e poi con una passeggiata di 15 minuti oppure più comodamente in auto. È possibile prenotare un tour di circa un’ora (in inglese o in tedesco) e la visita libera al museo che richiede circa mezz’ora. Vedi foto 6 e 7.

Monaco
Foto 6

Monaco
Foto 7

E se volete avere una panoramica completa e spettacolare di Monaco andate alla torre della chiesa di St. Peter e raggiungete la terrazza.

Anche la chiesa Asam, capolavoro del Rococò bavarese, vale la visita: il suo interno è un tripudio di stucchi e di oro. A questo punto consigliamo un pò di relax all’Englischer Garten, foto 8, l’enorme parco pubblico cittadino definito “il polmone verde di Monaco”, più grande del più celebre Central Park di New York. Venne progettato più volte tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e il suo nome “giardino inglese” si riferisce allo stile basato sulla commistione di elementi artificiali e naturali in modo apparentemente casuale. Bellissimo sia in estate quando il fiume permette ai monacensi di rinfrescarsi, sia in inverno quando diventa un’immensa distesa di coltre bianca e i bambini scivolano con lo slittino lungo le discese innevate. Se siete fortunati, anche quando le temperature scendono sotto lo zero, si possono incontrare dei coraggiosi locali che surfano sulle acque gelide del fiume in alcuni punti dove si creano delle onde artificiali. Il parco si raggiunge con una passeggiata di 10/15 minuti dalla metro Universitat.

Monaco
Foto 8 di Giorgia Sconfietti

Naturalmente un cenno lo merita anche la gustosa e sostanziosa cucina bavarese in grado di soddisfare i palati più esigenti, innaffiata dalla ottima birra che qui scorre a fiumi. Ebbene, detto questo non ci resta che augurarvi Gute Reise!

Monaco

INFO:

Quando andare: dicembre/gennaio per i bellissimi mercatini e gli addobbi natalizi, l’aria di festa che si respira e il panorama reso fiabesco dalla coltre di neve che ricopre tutto. Per il viaggio descritto servono circa 3 giorni.

Abbigliamento: abbigliamento da montagna, con calzature molto pesanti (ottimi i Moon Boot o scarpe con il pelo), pullover di lana/pile, piumini imbottiti, sciarpe, guanti e cappelli invernali.

Come arrivare: in auto considerate 7 ore da Milano. È necessario acquistare la Vignette per le autostrade austriache a 9€ per 10 giorni (non è possibile acquistarla per un tempo inferiore) o nelle stazioni di rifornimento al confine oppure comodamente da internet sul sito https://www.asfinag.at/toll/vignette

In aereo: molte le compagnie di linea (Alitalia e Lufthansa) e low cost che  volano giornalmente su Monaco. Tra i voli low cost, Tui e AirBerlin offrono biglietti a/r a circa 180 euro per prenotazioni con largo anticipo. Chi arriva in aereo raggiunge il centro in 40 minuti tramite la S-Bahn che ferma alla centralissima Marienplatz.

Come muoversi: conviene acquistare la Tageskarte giornaliera valida per un numero infinito di corse su tram, bus e metro in base alla zona di riferimento (costo da 7 a 17 € circa) oppure la Monaco City tour Card valida da 1 a 4 giorni che unisce ai trasporti anche ingressi gratuiti e/o scontati in diversi musei cittadini (il prezzo varia da 13 a 76 € in base ai giorni e all’area di competenza).

A Monaco è consigliabile lasciare l’auto in un garage custodito e utilizzare la U-Bahn, la rete metropolitana composta da sei linee ben funzionanti e con corse molto frequenti.

Dove dormire: Hotel Metropol : ottimo rapporto qualità/prezzo con possibilità di parcheggio custodito, a pochi minuti dalla fermata Hauptbahnhof da cui si snodano diverse linee. Ottima colazione anche per chi ama i dolci.

Dove mangiare: Goerreshof, ristorante situato in una zona abbastanza lontana dai circuiti turistici e frequentato principalmente da gente del posto. Il locale propone la vera cucina bavarese. Un consiglio? Chiedete il menù in tedesco e traducetelo (in quello in inglese non ci sono i piatti migliori e sono inserite portate estremamente turistiche). Dal menu scegliete il leberkase, tradizionale polpettone bavarese con uova e patate accompagnata da una Augustiner bionda. Il locale si raggiunge in una decina di minuti a piedi dalla metro Josephsplatz.

Wirthaus Ayingers: location accogliente, totalmente in legno con vista sulla famosa Hofbrauhaus. Da provare le zuppe e lo stinco alla birra.

Hofbrauhaus: a soli 10 minuti di passeggiata da Marienplatz è in assoluto la birreria più famosa ed antica di Monaco. La sua fama l’ha resa molto affollata e turistica ma vale la pena vivere l’atmosfera che si respira al suo interno. Ci si siede tutti insieme in lunghissimi tavoloni di legno con panche e si bevono ottime birre sia bionde che scure a partire da 1 litro. Carino anche se con prezzi esagerati lo shop all’uscita e assolutamente da vedere, sempre in questa zona, la parete con appesi tutti i boccali di birra in peltro personali dei clienti abituali (i prezzi dei boccali più belli, arrivano anche a diverse centinaia di euro).

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