Un veicolo tra i più attesi dopo la cessazione della produzione nel 2016 della precedente. L’abbiamo scelta per un “weekend premium”, nel quale recarci da Roma all’Argentario, precisamente con una meta specifica, il Golf Resort che già conosciamo, dal quale poi ripartire – ecco il senso di guidare una Land Rover Defender come questa – guidando fuoristrada. Prima attorno al resort, quindi nell’entroterra maremmano in direzione di Tarquinia, per rientrare sulla costa verso Civitavecchia. Ma andiamo con ordine.
Il mondo nuovo
Cinque metri per due e per altri due in altezza, suggeriscono taglie da grosse suv americane. Il design ha svolto un lavoro eccezionale per rendere l’ultima Land percepibile come Defender: erede di una dinastia che non pareva sostituibile.
L’estetica della nuova Defender è opera della “matita” dell’italiano Massimo Frascella con la supervisione di Gerry McGovern. Osservandola, cambia molto secondo tinte e abbinamenti: massiccia e filante, dissimula la massa con parti arrotondate che ne smussano gli spigoli. È piazzata e mostra aggressività, sapientemente ammorbidita dal design. Ma soprattutto esibisce un fascino particolare, distintivo e inimitabile, da Land Rover. Anzi: “la” Land Rover, finalmente tornata.
Oltre settant’anni di storia rappresentano un patrimonio evolutivo che pochissimi modelli possono esprimere. La nuova Defender è un balzo nel futuro con mille attenzioni a dettagli del passato per la gioia degli appassionati, senza cadere nel gusto rétro.
Dentro Defender
La parte dell’abitacolo superiore alla linea di cintura si restringe leggermente ma lo spazio è abbondante, sia lateralmente sia in lunghezza. Defender 110 è configurabile a richiesta a cinque o sei posti su due file o sette su tre, è abitabile e ispira subito lunghi viaggi, con elementi di comfort quasi sorprendenti, considerando che si tratta comunque di una fuoristrada vera.
Dopo i primi metri già la riconosciamo come Land Rover, non solo per i richiami e le citazioni alle antenate. Ci convince presto come valida interpretazione connessa ai tempi. Spazio abbondante, comfort adeguato ma senza eccedere con lussi e morbidezze – i sedili fanno la loro funzione ma giustamente non coccolano – e i comandi principali e buona parte dei secondari sono funzionali.
Autostrada e Statale
Il motore D240 a gasolio da 177 kW-240 CV che stiamo guidando è dolcissimo nell’erogazione: favorito dal cambio a otto rapporti (non velocissimo) è sempre in coppia e pronto alle necessità. Non abbiamo carico ma non ha incertezze nel muovere la massa (oltre 2.300 kg) che è l’aspetto meno rasserenante sulla carta.
Molto buono l’angolo di sterzo, il volante comunica sia la consistenza del sistema sia l’appoggio sulla strada, dove l’assetto è rassicurante, almeno alle andature imposte dai limiti. Defender 110 è in grado di trainare 3.500 kg e ce lo fa capire.
Il fascino di Orbetello
Percorrere la strada che costeggia le lagune non può non riportare alla memoria l’epopea degli “Atlantici”: i trasvolatori che con gli idrovolanti di base proprio a Orbetello, decollavano da questi specchi d’acqua per le missioni oceaniche, primi a conseguire diversi record. Purtroppo sono rimati pochissime testimonianze architettoniche di quei tempi eroici: comunque si passa accanto a qualche edificio, giusto entrando nell’abitato. Suggeriamo di parcheggiare e fare due passi scoprendo particolari legati a tali memorie. Un esempio: le recinzioni di alcune zone, le cui strutture metalliche portano ben visibili simbolici fregi alati.
L’Argentario, finalmente
Appena superate le lagune, pochissimi chilometri ci permettono di raggiungere la meta del primo giorno: siamo arrivati all’Argentario Golf Resort.
Cinque stelle con 73 camere in una costruzione immaginata come poteva essere futuribile tempo fa, celata però dalla vegetazione a tutela del paesaggio, più cinque ville di design. Non bella da guardare ma molto curata, con camere spaziose e raffinate, è funzionale al gioco del golf sul famoso campo a 18 buche “PGA National Golf Course Italy”, sul quale si affaccia direttamente. E alla fine di una giornata golfistica, ci si può rilassare nel centro benessere da quasi 3000 metri quadrati. Un resort esclusivo di lusso, molto particolare, nella Maremma.
Via Acquedotto Leopoldino, 58019 Porto Ercole (GR)
Tel. +39.0564.81.02.92
www.argentariogolfresortspa.it
Al Ristorante Dama Dama
Il nome Dama Dama è curioso, si riferisce alla definizione arcaica del daino, ungulato endemico nella zona. Il Restaurant del Golf Resort, così denominato, ha una posizione incredibile, con l’enorme terrazza (dove si può cenare dalla primavera all’autunno) su green e fairway del percorso golfistico. La vista spazia anche molto oltre le colline dell’Argentario, permettendo di ammirare i vari conventi e santuari che costellano i dintorni.
Lo chef Emiliano Lombardelli propone una cucina con sapori e colori del territorio, ai quali aggiunge un pizzico di innovazione: l’impegno è evidente, anche con menu degustazione in tre percorsi. Per una degna conclusione della prima parte del nostro weekend.
Restaurant Dama Dama
www.argentariogolfresortspa.it/food/
Tel. +39.0564.81.02.92
Se il fascino del tramonto e del crepuscolo in alcuni luoghi possono essere coinvolgenti, il risveglio del mattino seguente è spesso ancor più entusiasmante. Ci spiace solo non avere il tempo di giocare 18 buche, a qualche anno dall’ultima volta, nello splendido “golf course” dell’Argentario, ma il programma è intenso.
Dopo una buona colazione sulla terrazza panoramica, si avvicina il momento di assaporare il “lato oscuro” della nuova Defender: quell’anima avventurosa e fuoristradistica sulla quale noi avremmo scommesso per fiducia nel marchio e nei progettisti, ma che – almeno sulla carta – non sembra convincere tutti i più appassionati landroveristi, i duri e puri dell’offroad.
Subito nei boschi
Quasi nemmeno il tempo di uscire dal Resort che la strada è già sterrata: fuori dall’asfalto è una Land Rover, porta il nome che discende dal prototipo che nel lontano 1947 diede origine l’anno successivo alla “Land” stessa, trasformatasi nei decenni da modello in marchio. Comfort e sicurezza non vengono meno alla guidabilità, con capacità anche di arrampicarsi dove le semplici sport utility non oserebbero.
L’esemplare del test monta pneumatici Goodyear Wrangler All-Terrain Adventure 255/70 R18: tipologia e misura valide per la missione. Procediamo nel sottobosco pensando a quante Land Rover nei decenni avranno percorso queste piste a caccia di cinghiali e daini. La nuova Defender si arrampica con indifferenza, senza necessità di inserire le marce ridotte né, per il momento, di utilizzare il Terrain Response.
Verso l’interno
Dopo saliscendi che sbucano in zone panoramiche di questa particolare “quasi isola”, rientriamo in direzione di Orbetello, per costeggiare la laguna e tornare verso l’entroterra. Dall’Argentario puntiamo infatti verso Tarquinia, che raggiungiamo guidando anche lungo piccole valli secondarie, in paesaggi estivi tra i campi dorati.
Tratti con pendenze anche importanti, dove preferiamo inserire le ridotte anche senza reale necessità, solo per sicurezza e per completezza di impressioni: Defender salirebbe senza problemi anche con le lunghe, ma con le marce corte il controllo è maggiore. Con le sospensioni pneumatiche la guida fuoristrada è facile e avviene con sicurezza e comfort.
Avventure in vista
Dopo diversi chilometri cominciamo a costeggiare un piccolo corso d’acqua: è il torrente Mignone, che più avanti guadiamo. Anche se l’espressione è forzata: la siccità estiva comporta infatti solo pochi spruzzi giusto per scattare immagini particolari.
Dopo lo scavalcamento di qualche altra collina, ecco la sorpresa: il tratturo si innesta lungo il tratto terminale di una ferrovia abbandonata. Deve essere da anni in tali condizioni, i binari non ci sono più, ma ponti e gallerie reggono, anche se il fondo è spesso molto sconnesso: occorre infatti prestare attenzione ai manufatti in cemento che si sono sollevati e potrebbero creare danni. Ci informiamo, scoprendo che un tempo collegava Orte a Civitavecchia, e fu costruita per trasferire al porto l’acciaio prodotto a Terni.
Arriviamo così alla fine di questo percorso particolare: non difficile ma che ha fornito la sensazione di come una Defender possa muoversi con naturalezza anche dove altre sport utility, specie di tali dimensioni, non oserebbero.
Come si guida
Defender è agile con buon raggio di sterzo, il volante si sente bene in mano e l’assetto, è adeguato a un mezzo che comunque pesa oltre 2,3 tonnellate e ne può trainare 3,5. Eccellente l’erogazione del motore, pronto già appena oltre i mille giri, accompagnato dal cambio solo a tratti brusco in scalata.
Lungo la Via Aurelia e l’autostrada verso Roma, nessun fruscio e conferma della scorrevolezza: anche nei consumi, la media durante questa escursione, compresa la parte fuoristrada ma seguendo tutti i limiti stradali, si sono attestati a 10,7 l/100 km.
La frenata è buona, anche possente, solo un certe interazioni con le sospensioni in presenza di sconnessioni stradali, non appare perfettamente modulabile, forse per una certa fretta di attivare l’Abs. Intanto siamo arrivati a Fiumicino, ma è ancora presto per recarci in aeroporto.
Un pasto particolare
La località è nota per andare a mangiare il pesce, spesso in compagnia. Ma c’è un modo di farlo senza frequentare grossi locali, affollati e rumorosi: mangiando all’aperto, accanto alle barche che dondolano con la corrente del Tevere, a pochi passi dal mare e comunque non lontani dall’Aeroporto.
Al Circolo Nautico Pier 1 si entra in un “rimessaggio” e l’accoglienza è subito marinara: cordiale e fa sentire di casa. Non da meno la cucina, raffinata ma senza trascurare i sapori intensi di piatti ricercati ma anche semplici (dove contano i fondamentali), preparati dallo chef Denny Olivera. E serviti con la professionale supervisione della titolare, Signora Roberta, attenta e sorridente con evidente passione. “Vale la deviazione”, come scriverebbe una nota Guida.
Circolo Nautico Pier 1
Via Monte Cadria 45, 00054 Fiumicino (RM) – Tel. +39.333.576.73.16
Facebook: Pier 1 Circolo Nautico
Facciamo i conti
Sono una ventina (diciannove, per l’esattezza) le versioni di Defender 110, che raddoppiano con la più compatta Defender 90 in arrivo però l’anno prossimo. Quattro i motori disponibili: un Diesel 2.0 da 200 e 240 cavalli, e due motori a benzina: 2.0 da 300 e un 3.0 da 400 mild hybrid, in combinazione libera con quattro allestimenti: Standard, S, SE ed HSE. Oltre questi, First Edition è riservato alla più potente per ciascuna alimentazione, e Defender la X è esclusiva di 400 MHEV.
I prezzi delle Defender 110 sono compresi tra i 57.400 euro e 77 mila a gasolio e da 61.700 a 101.400 a benzina. Gli allestimenti possono ulteriormente definiti aggiungendo uno dei quattro Pack secondo le proprie tendenze: Explorer, Adventure, Country e Urban. Defender 90 è già ordinabile ma sarà disponibile solo dall’aprile del 2021: costa da 51.400 a 72 mila (gasolio) e 55.700-98.200 (benzina), con un risparmio tra 5 e 6 mila euro rispetto a 110.
Compagna di viaggio: Land Rover Defender 110 S 2.0 SD4 240 PS AWD AUTO
È il momento di dedicare qualche attenzione alla protagonista del weekend, la nuova Defender: scelta in versione S con motore a gasolio quattro cilindri turbo di ultima generazione da 2 litri e 240 cavalli, è un bestione da cinque metri compresa la ruota di scorta esterna sul portellone, come da tradizione.
È anche larga due e alta quasi altrettanto. La trasmissione ha il cambio automatico a otto rapporti (che con le ridotte raddoppiano) di serie su tutte le versioni, come la trazione integrale. Da vera Land Rover, con tanto di sistema avanzatissimo di assistenza alla motricità: “Terrain Response 2” che, unito alle sospensioni indipendenti con molle pneumatiche e ammortizzatori a controllo elettronico permette di viaggiare con comodità (anche a pieno carico) osando l’inosabile o muovendosi con sicurezza e comfort su asfalto. L’abitacolo può essere a 5, 6 o 7 posti, con bagagliaio da da 231 (7 p.) a 2.380 litri.
www.landrover.it
Dimensioni: 503/201/197 cm
Potenza: 177 kW-240 CV
Coppia: 430 Nm
Velocità massima: 188 km/h
0-100 km/h: 9,1 secondi
Consumo medio: 8,9-9,6 l/100 km
Emissioni di CO2: 246 g/km