Monselice, le città murate e il piatto di Federico II

di Raffaele d’Argenzio

Ci sono tanti borghi in Italia, pagine aperte di storia, bellezza e tradizioni. A volte sembrano tutti uguali, invece sono tutti diversi. Tutti con delle sorprese.

E questa volta nel nostro weekend ci sono  anche tante sorprese, fra cui la piacevolezza della guida della Mazda CX-30, la nostra “rossa” compagna di viaggio. Prendiamo l’A4, ma a Padova Sud, deviamo verso la A13, Padova-Bologna, e dopo poco ecco il casello di Monselice.

Panorama di Monselice

IL CASTELLO, LA ROCCA DI FEDERICO II E LA GIOSTRA

Dopo 3 km, ecco Monselice dominato dal Colle della Rocca, sulla cui cima appare la Rocca di Federico II di Svevia. Prima sorpresa! Io non sapevo che in Italia ci fosse una rocca sveva così a nord. Sono tanti, infatti, i castelli svevi al Sud, ma di trovarne uno anche in Veneto proprio non me lo aspettavo.

La rocca sveva di Monselice

Ma quello che è il cuore di Monselice  è il  Castello Cini,  un libro con  pagine che raccontano una storia e uno stile che va dal romanico al veneziano.

Castello Cini

Un tuffo nel passato, che si amplifica se siete fortunati e capitate durante la Giostra, quando vi accoglieranno tamburini e sbandieratori. Basta arrivare qui in settembre, per godere di questa festa particolarmente suggestiva.

La Giostra della rocca

DOPO IL BELLO, ECCO IL BUONO CON “IL PIATTO DI FEDERICO II”

Il bello del nostro weekend non è finito, ci sono altre cose belle a Monselice, ma è arrivata l’ora di occuparsi del buono. Ed ecco un’altra sorpresa Il Piatto di Federico II, una gara fra gli chef che devono presentare dei piatti con ingredienti che già c’erano ai tempi dell’imperatore svevo. Il suggestivo progetto è del giornalista Maurizio Drago, approvato e realizzato dall’assessore Luca Piccolo. Il ristorante in carica è il Coffee Wine Food Egina, via Battisti 13, che ha vinto con il piatto “Zuppa di cereali con anatra disossata da cortile”. Può darsi che Federico ne abbia davvero mangiato uno simile nel 1239?

Il piatto vincitore Coffee Wine Food Egina

VERSO LE CITTA’ MURATE DI ESTE E MONTAGNANA

La nostra Mazda CX-30 scalpita, ha voglia di riprendere il viaggio. L’accontento, ma in versione elettrica per non inquinare questo interessante borgo. Este non è lontana e le sue mura e il suo castello ci stupiscono. Importante è visitare il museo Atestino, che illustra la civiltà dei veneti antichi. Ma non possiamo non pensare che da questa cittadina ebbe origine l’importante dinastia degli Estensi, credo siano poche le città italiane che non abbiano un viale, una strada, un palazzo dedicato a Beatrice d’Este e affini.

Este, il castello

Dopo Este, puntiamo su Montagnana. Ne ho visto molte di mura, ma quelle che ci appaiono sono da altissima classifica. Ben conservate e dal colore dorato.

Le mura di Montagnana

D’altronde, devono anche proteggere il famoso e prezioso prosciutto DOP del Veneto che qui si produce con un disciplinare molto rigido. Il risultato è un prosciutto dal gusto dolce ed elegante, che potete degustare alla grande, durante la Festa del Prosciutto, che si tiene in maggio.

A MONTEGROTTO TERME, LA PISCINA PIU’ PROFONDA D’ITALIA

La Mazda CX-30 ci si trova bene tra mura e castelli, e noi stessi ci pavoneggiamo alla sua guida. Ma prima che finisca il nostro weekend urge fare un salto a Montegrotto Terme, nei Colli Euganei, all’Hotel Mille Pini per vedere la piscina Y-40, m 42,15, la più profonda d’Italia (quando fu costruita nel 2014 lo era del mondo) . Infatti ora ci sono altre piscine più profonde, ma questa è l’unica che può essere attraversata da un tunnel trasparente. Lo attraverso ed anche se non bagnato, sento un senso di frescura. La mia compagna di viaggio mi aspetta, mi accoglie, pronta a ripartire per il ritorno. Il bello e il buono di questo weekend sono stati una sorpresa.

La piscina di Montegrotto

INFO: www.monseliceturismo.it

La compagna di viaggio

Mazda CX-30 2.0L 186 CV e-Skyactiv X 6AT AWD EXCLUSIVE

Lunga poco più di 4 metri e dotata di serie dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida, la Mazda CX-30, per disponibilità di motori e trasmissioni e per abitabilità e capacità del bagagliaio, è ideale per un weekend.

La Mazda CX-30 sotto le mura di Montagnana

L’abitacolo di carattere premium è un mix di lusso e sportività. I sedili rivestiti in pelle offrono un elevato confort anche dopo molti chilometri di marcia. La versione del nostro weekend premium ha il motore 2.0 litri e-Skyactiv X. dotato del sistema Mild-Hybrid a 24 V. Questo propulsore è molto generoso e potenza e coppia vengono scaricate sulla trazione integrale che rende la guida sicura e precisa su ogni tipo di terreno.

Scheda tecnica

Motorizzazione: 2.0 litri e-Skyactiv X; Potenza: 186 CV;Coppia: 240 Nm; Trazione: AWD; Cambio: automatico sei marce; Prezzo versione EXCLUSIVE: 38.370 euro,

Prezzo della versione provata: 41.620 euro 




Sulle colline trevigiane: borghi, parchi e buona cucina

Di Vittorina Fellin

Ceneda, Cordigliano, Cappella Maggiore, Sàrmede e Fregona, cinque splendidi comuni su un territorio di colline e boschi fitti. Siamo nell’Alta Marca Trevigiana, a metà cammino tra le rinomate Dolomiti e la Laguna di Venezia. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, sono poco lontane come gli echi che le hanno rese famose.

Prealpi trevigiane

Qui, in questo lembo di terra a ridosso delle Prealpi trevigiane, meno acclamato dalla narrazione turistica, la vera sorpresa è l’autenticità di luoghi ancora da scoprire. Una destinazione perfetta per rallentare e allontanarsi dai ritmi frenetici, perdendosi su sentieri meno battuti, a piedi o in bicicletta, per poi concludere al tavolo di una storica trattoria alternando piatti della tradizione a vini del territorio.

Sàrmede il paese delle fiabe e Colle Umberto, la città di Bottecchia

Il colore dei dipinti murali che campeggiano sulle case accompagna l’occhio del visitatore a ogni angolo del paese. Sàrmede è un museo a cielo aperto scaturito dal pensiero visionario di Stepan Zavrel, artista cecoslovacco nato nel 1932 a Praga e arrivato fin quassù dopo diverse peripezie personali. A Sàrmede ha trovato casa e ha messo radici fino alla sua morte nel 1999, ricambiando l’affetto della comunità con veri e propri capolavori artistici, che oggi sono diventati una tradizione.

Di murales, oggi, se ne contano almeno 70 distribuiti su case private, edifici pubblici, scuole e asili. La tecnica usata era inizialmente quella dell’affresco ma, poi, il maestro finiva per ritoccare i suoi lavori con degli interventi a secco. Nell’edificio, dove ha sede la fondazione dedicata all’artista, è presente anche una mostra che da oltre trent’anni spalanca le finestre sul mondo dell’illustrazione e della narrativa per l’infanzia. A questo si aggiunge una scuola internazionale d’illustrazione dove si incontrano artisti internazionali, pronti a confrontarsi e a imparare tra i banchi di un’aula o alle tavole rotonde di un simposio.

Ma anche i borghi più piccoli possono celare sorprese inaspettate. Come quella raccolta nella piccola comunità di Colle Umberto, il paese natio di Ottavio Bottecchia, l’unico italiano che vinse per due volte il Tour de France nel 1924 e nel 1925, indossando la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa. Un campione e un eroe della Grande Guerra, ma soprattutto un uomo fortemente legato al proprio territorio. Allo sportivo è dedicata ogni anno una manifestazione “Inseguendo Bottecchia” che ne celebra il talento e la determinazione (www.comune.colle-umberto.tv.it).

A Fregona, il Torchiato rappresenta il territorio

Secondo la tradizione, l’origine di questo vellutato e rinomato vino da meditazione risalirebbe al Seicento, quando un agricoltore della frazione di Ciser, in seguito al cattivo andamento di un’annata agraria, penso di porre i grappoli d’uva in un ambiente che permettesse loro di raggiungere un adeguato grado di maturazione.

Il lungimirante agricoltore ottenne, così, dopo la torchiatura e la successiva fermentazione, un vino dolce con un’elevata gradazione alcolica. Da allora la produzione del Torchiato si è estesa a tutta la zona del Fregonese fino alla fondazione di un consorzio di tutela che ha contribuito alla diffusione e alla valorizzazione. Oggi la maggior parte dei viticoltori del territorio si sono riuniti in una cooperativa e hanno dato un nome a quel prodotto dolce e ambrato, Piera Dolza, in omaggio alla pietra di cui è costituito lo storico torchio che da sempre rappresenta questo gruppo di produttori e che è ancora esistente in una frazione di Fregona.

Le Grotte del Caglieron e i Parchi tematici

In località Breda a Fregona, meritano una visita le spettacolari Grotte del Caglieron, un’esperienza geologica e storica lunga una profonda forra incisa dall’omonimo torrente e, in parte, anche dalla mano dell’uomo. In queste cavità un tempo si estraeva la famosa “pietra dolza”, utilizzata per contornare la parte superiore di portali e stipiti dei palazzi più importanti. Il percorso si snoda lungo passerelle e ponti che permettono un’ampia veduta della forra sottostante. All’inizio del percorso da vedere una grotta per l’affinamento del famoso formaggio di grotta (grotta di San Lucio) del caseificio di Soligo. (Info: www.prolocofregona.it).

Poco distante, a Cordignano, salendo verso la suggestiva Foresta del Cansiglio, un altro luogo merita una sosta. Si tratta del Parco dei Carbonari, una ricostruzione storica di un villaggio di abitazioni in legno, un tempo utilizzate dai carbonai, e dei “pojat”, i tradizionali cumuli di legno, foglie e terra con cui si produceva il carbone. Un ambiente recentemente rinnovato che offre attività didattiche e spazi ricreativi, inclusa un’area pic-nic (Info: www.cordignanoturismo.it)

Parco dei Carbonari

Il Parco dell’Ulivo a Capella Maggiore, invece, è dedicato alla conoscenza dell’olio extravergine di oliva (le colline sono rigogliose di uliveti), mentre a Sàrmede il Parco della Fantasia attende grandi e piccini con un intenso programma che alterna corsi di formazione, laboratori didattici a itinerari di scoperta (a ottobre si tiene la Fiera del Teatro) (Info: www.sarmede.org )

Palazzo Minucci De Carlo: la perla di Serravalle

Serravalle, uno dei due borghi originari confluiti nel 1866 nel nuovo Comune di Vittorio Veneto, è un luogo che difficilmente si dimentica sia per la bellezza dei palazzi, risalenti all’epoca della Serenissima, che per il dipinto di Tiziano Vecellio custodito nella chiesa di Santa Maria Nova (assolutamente da vedere accendendo l’illuminazione presente).

Una sala di Palazzo Minucci De Carlo

Ma, lasciata alle spalle la piazza, la suggestione più vivace la si ha entrando a Palazzo Minucci De Carlo e ripercorrendo la storia di chi lo abitò.  Attraversando le sue numerose sale, sembra quasi di sentire il chiacchierio degli ospiti nei lussuosi salotti, originalissimi nel loro arredo, il tintinnio dei preziosi servizi da tavola nella sala da pranzo, la musica da ballo nel sontuoso salone; o di percepire il profumo delle pietanze nella cucina, elegantissima anch’essa e al contempo fornita delle attrezzature più moderne per l’epoca, e di intravedere qualcuno assorto in lettura nella pregevole biblioteca o nelle varie camere da letto.

Ambienti a Palazzo Minucce De Carlo

Qui visse Giacomo Camillo De Carlo (1892 – 1968), ufficiale di cavalleria, pilota, eroe pluridecorato nella Prima Guerra Mondiale e attivo anche nella Seconda, agente segreto, Podestà di Vittorio Veneto, diplomatico. Un personaggio eclettico e coltissimo che raccolse nel corso della sua vita e dei suoi avventurosi viaggi, soprattutto in Nord Africa e nell’estremo Oriente, una collezione unica nel suo genere. Le sale che si percorrono al primo piano sono pervase dall’estetica “dannunziana” e dallo spirito del decadentismo novecentesco, pregno della sua forte personalità, dove il fascino dell’antico e la seduzione dell’esotico si uniscono ai ricordi personali.

Impossibile elencare il vastissimo patrimonio di questo palazzo: opere d’arte d’ogni tipo, mobili antichi e tappeti orientali, arazzi e ricami, ceramiche e porcellane, vetri e cristalli, argenterie e pietre preziose. Aperture: sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 18 gli altri giorni (escluso lunedì) aperture straordinarie su prenotazione, con almeno 48 ore di anticipo. Biglietti: intero 6 euro ridotto 3 euro

Dove mangiare e dormire

Antica trattoria da Coan a Cordignano da oltre 150 anni punti di riferimento per gustare le specialità del territorio e per dilettarsi tra ricordi vintage ovunque presenti nelle sale. Tel.0438999154 www.trattoriacoan.it.

Agriturismo Da Doro a Sarmede: uno dei luoghi amati da Zavrel, un tempo ospite fisso. D’obbligo l’assaggio del celebre spiedo di Doro, oltre alle grigliate di selvaggina. Tel 0438959138

Trattoria La Cerva a Serravalle: storica trattoria sulla splendida piazza, piatti della cucina veneta elegantemente presentati. Da provare i risotti alle erbe, www.trattoriaallacerva.com

Casa Castelir a Sarmede: casa affrescata situata a mezza collina tra il verde. Merita il soggiorno solo per la vista panoramica. www.casacastelir.it 

INFO

Consorzio Pro Loco Prealpi, www.consorzioprealpi.com

Consorzio Torchiato, www.torchiato.com




Il Veneto punta su natura, sostenibilità e siti UNESCO

Bellezza, natura, sostenibilità e patrimonio cultura. Sono queste le eccellenze a cui punta la Regione Veneto per offrire un turismo sempre più di qualità, a livello sia nazionale che internazionale. Se ne è parlato alla BIT – Borsa Internazionale del Turismo che ha fatto il punto sulle strategie in essere e da attuare in un prossimo futuro.

Tra questi ci sono i Cammini Veneti, per portare il visitatore alla scoperta di luoghi nascosti, culture diverse e bellezze culturali attraverso un turismo lento, e Cycling in the land of Venice, con la creazione di itinerari dedicati al cicloturismo. E, ancora, i grandi eventi sportivi e la promozione di una cultura del turismo sostenibile e responsabile.

Proprio sull’accoglienza, poi, la Regione Veneto ha attivato la “Carta dell’Accoglienza e dell’Ospitalità del turismo veneto”, uno strumento che riassume in un vero e proprio decalogo, declinato per le diverse tipologie dell’accoglienza turistica, i valori fondanti per un turismo di qualità, da applicare e declinare nelle diverse destinazioni e coinvolgendo tutti gli operatori della filiera.

Un turismo sempre più sostenibile

Fa parte del Piano Turistico Annuale 2023, per esempio, il progetto “Costa Veneta – Zona Blu”, partito nel 2021 con l’obiettivo di arrivare alla certificazione delle aziende partecipanti. Sempre in quest’ambito, grazie al progetto europeo “Take it Slow”, la zona termale dei Colli Euganei ha iniziato il percorso di candidatura del territorio a Riserva della Biosfera MAB UNESCO. Grazie allo stesso progetto europeo, nel 2022, il Veneto ha anche lanciato un programma di formazione sui temi della sostenibilità, a cui hanno partecipato 274 imprese e che ha portato alla pubblicazione del Manuale di Sostenibilità.

Inoltre, sono stati avviati progetti di sostenibilità legati alla tutela degli ambienti naturali e dei siti fragili, sia rivolti a operatori e ospiti per educarli a un turismo sostenibile e responsabile.

Il cicloturismo, da trend a prodotto turistico

Nei dieci anni precedenti la pandemia, il cicloturismo ha raccolto un bacino di utenza sempre più ampio e la Regione Veneto si era già mossa verso il consolidamento del settore, organizzando itinerari, promuovendo progetti ad hoc nel campo del marketing turistico e incentivi per le imprese che puntassero ad aggregarsi per organizzare l’offerta in modo puntuale ed efficace. Dopo la pandemia, il fenomeno è aumentato in maniera esponenziale, sia nei numeri che nelle forme, obbligando gli enti pubblici ed adeguare e ad ampliare le infrastrutture, sia in termini di manutenzione di ciclovie, piste ciclabili, cartellonistica e nuovi percorsi e le imprese a strutturarsi in maniera efficace.

Tra gli obiettivi delle destinazioni venete aderenti a “Cycling in the Land of Venice”, c’è l’istituzione di un tavolo permanente degli operatori del cicloturismo, il completamento della segnaletica lungo le ciclovie della REV (Rete Escursionistica Veneta), il ripensamento della modalità di monitoraggio delle ciclabili e organizzazione dell’offerta dei Bike Park e delle MTB.

Cammini e turismo fluviale

Attenzione anche per un altro prodotto “slow”, come i Cammini Veneti. Per la rete di itinerari da percorrere a piedi che comprende il Cammino delle Dolomiti, il Cammino Fogazzaro-Roi, la Via Romea Germanica, la Romea Strata, il Cammino di Sant’Antonio e la Via Claudia Augusta verrà definita una nuova Carta dei Servizi. Per quanto riguarda, invece, il turismo fluviale, il progetto regionale prevede la nascita di nuove reti di impresa come Slow Food- Veneto Waterways.

Cammino Fogazzaro Roi

La Grande Bellezza dei Siti UNESCO

Il Veneto declina la sua bellezza in 9 siti Unesco, 2 Riserve della Biosfera MAB (che tutelano la biodiversità e lo sviluppo sostenibile) e 2 patrimoni immateriali, che valorizzano arti e mestieri identitari di una comunità. I Cicli affrescati del XIV secolo a Padova. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Le opere di difesa veneziane tra il XV ed il XVII secolo. I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino. Le Dolomiti. La città di Verona. L’Orto Botanico di Padova. La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto. Venezia e la sua Laguna.

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Colline del Prosecco

Il senso del Grand Tour non è mai stato così attuale, come con la realizzazione di un sogno: un viaggio lento dalla laguna della città più bella del mondo alle cime dolomitiche più affascinanti, dalla città dell’amore di Romeo e Giulietta, alle colline disegnate dai viticoltori eroici, dalle ville palladiane agli orti rinascimentali, dalle pennellate di Giotto ai bastioni della “Serenissima” sul Lago di Garda. Dove storia, arte, artigianato non solo si offrono nella loro incredibile bellezza, ma creano una varietà di paesaggi rara in meno di trecento chilometri.

Teatro Olimpico di Vicenza

Da non dimenticare in questo meraviglioso viaggio i prodotti tipici della tradizione enogastronomica veneta che in poco tempo passa dalle delizie del mare ai sapori della montagna non dimenticandosi della cucina del Lago di Garda.

I Grandi Eventi Sportivi

I grandi eventi sportivi sono fonte di richiamo per tantissimi appassionati da tutta Italia e da tutto il mondo, essendo in grado di ampliare l’offerta turistica per rendere il territorio più attrattivo e pronto all’accoglienza.

In questa prospettiva rientra anche l’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026. Un’occasione unica per sviluppare un serie di collaborazioni strategiche e partnership con aziende e consorzi privati, con l’obiettivo di innovare i servizi, rendere inclusiva la montagna e far vivere esperienze in grado di dare un valore aggiunto a tutto il territorio.

INFO

www.veneto.eu




Torna Caseus Veneti, il concorso dei formaggi del Veneto

Torna nel weekend del 25 e 26 settembre, nella splendida cornice di Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, la XVIII edizione di Caseus Veneti, il concorso regionale che premia i migliori formaggi del Veneto e che si preannuncia come un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di formaggi, ma anche amanti del buon cibo, curiosi e nostalgici delle tradizioni più autentiche.

Una tradizione che racconta del duro lavoro di più di 3000 allevatori veneti, che ogni giorno allevano e accudiscono le mucche, le mungono, consegnano il loro prezioso latte ai caseifici della regione o lo trasformano direttamente. Ma è anche la storia dei casari, che nel tempo hanno mantenuto la tradizione, ma guardando all’innovazione. E sono il frutto di questa storia che, nei giorni del concorso, si potranno conoscere, degustare e amare.

Il programma dell’evento

Ricchissimo il calendario degli appuntamenti, che prevedono imperdibili cooking show presentati da 7 chef veneti, ma anche degustazioni guidate con maestri assaggiatori, pizze preparate con formaggi DOP e un nuovo concorso che premierà il miglior Panino Veneto DOP e vedrà sfidarsi paninoteche e pub. Le categorie in gara sono ben 39, tra le categorie: Formaggi DOP e STG, Formaggi Tipici e Tradizionali e Altre Categorie.

All’interno della Sala delle Conchiglie di Villa Contarini si potrà ammirare la spettacolare mostra mercato di formaggi. Non mancheranno nemmeno i gemellaggi con le eccellenze nazionali, come i prodotti enogastronomici del Friuli Venezia Giulia e dei territori gardesani, come l’olio Garda Dop. Ci saranno poi abbinamenti insoliti, come quello tra formaggio e grappa, e il grande spiedo promosso dalla Pro Loco dei Sernaglia della Battaglia.

Sarà anche possibile diventare “giurato per un giorno”, iscrivendosi alla Giuria Popolare che, insieme a quella formata da giornalisti, chef ed esperti, valuterà i 4 migliori formaggi tra i 39 in gara.

Spazio alla solidarietà

La bontà non sarà solo quella dei formaggi veneti, ma anche quella dell’iniziativa “Forme di solidarietà”, che prevede la vendita a un prezzo simbolico dei formaggi in concorso, destinando il ricavato alla Life Inside Onlus, Città della Speranza e Fondazione Lucia Guderzo.

Giovedì 23 settembre, poi, presso l’Agriturismo La Penisola a Campo San Martino, è in programma una cena di beneficienza il cui ricavato sarà devoluto alla Città della Speranza.

Incontri e convegni

Sempre a Villa Contarini, venerdì 24 settembre, si terrà un convegno internazionale dedicato agli operatori del settore. Si incontreranno produttori tedeschi, francesi e sloveni per fare il punto sulle produzioni casearie presenti e future. Domenica 26 settembre, poi, sarà la volta dell’intervento di Peppone Calabrese, volto amatissimo di Linea Verde, che parlerà del rapporto tra formaggio e territorio. Tutte le attività sono gratuite, ma è necessaria la prenotazione ed è richiesto il Green Pass.

INFO

www.caseusveneti.it

www.veneto.eu




Veneto: siete pronti ? Si parte per uno stellare viaggio gourmet. Top Chef e “hostarie” da non perdere …

(Italian and English version)

La cucina veneta… che abbondanza, che varietà e che squisitezze…

Bigoli al Torchi, grossi ruvidi spaghetti trafilati al bronzo conditi solitamente con le sarde o con il ragù d’anatra, pasta e fagioli minestra della tradizione contadina nella versione veneta, si utilizzano i borlotti secchi conditi con lardo pancetta o cotenna. Baccalà alla vicentina cotto per molte ore a fuoco lento su un fondo di cipolla, aglio, prezzemolo e acciughe dissalate con aggiunta di latte formaggio grattugiato, si serve con polenta bianca.

Baccalà alla vicentina

Ne volete ancora?

Bisato in teglia, anguilla rosolata e spruzzata con aceto e vino rosso, salsa di pomodoro e trasferita in forno. Fegato alla veneziana tagliato a fettine sottili e marinato in acqua e aceto quindi cotto brevemente con una pari quantità di cipolla bianca. Sarde in Saor dove i pesci, infarinati e fritti  sono lasciati per almeno due giorni in una tipica marinatura preparata con cipolle, olio ,vino e aceto. Seppie in umido cotte in umido con pomodoro e il loro nero e servite con polenta bianca.

Il classico sugo nero di seppia

La prestigiosa  Guida Michelin ha premiato una delle regioni italiane più belle, più varie e certamente più gourmet:  il Veneto, che ha fatto incetta di riconoscimenti, ottenendo una miriade di stelle e confermandosi di essere una regione capace di unire alle bellezze del territorio anche le eccellenze nel mondo gastronomico

Tante nuove stelle …

Le scopriamo nelle province di Belluno e Verona. Nello specifico a Cortina d’Ampezzo al Sanbrite di Riccardo Gaspari. In provincia di Verona premiati due ristoranti: il primo aperto lo scorso anno dallo chef Giacomo Sacchetto, il secondo è quello di Mattia Bianchi, tornato in Veneto dopo l’esperienza in Australia. Confermata anche la stella per Matteo Grandi, mentre Piergiorgio Siviero è stato ancora una volta premiato per la  sostenibilità.

Ecco le Stelle Michelin nel firmamento veneto

Altissimo – Casin del Gamba
Arzignano – Damini Macelleria & Affini
Asiago –  La Tana Gourmet
Asiago – Stube Gourmet
Barbarano – Vicentino Aqua Crua
Bardolino –  La Veranda del Color
Borgoricco –  Storie d’Amore
Castelfranco Veneto – Feva
Cavaion Veronese –  Oseleta
Cortina d’Ampezzo – SanBrite
Cortina – d’Ampezzo Tivoli

Le meravigliose Dolomiti di Cortina d’Ampezzo

Lonigo, La Peca
Lughetto,Venezia – Antica Osteria Cera
Malcesine – Vecchia Malcesine
Oderzo – Gellius
Pieve d’Alpago – Dolada
Puos d’Alpago –  Locanda San Lorenzo
Romagnano –  La Cru

L’incanto di Venezia

Schio –  Spinechile
Verona –  Il Desco
Venezia – Il Ridotto-
Venezia – Glam Enrico Bartolini
Venezia –  Oro Restaurant
Venezia – Osteria da Fiore
Venezia –  Quadri
Venezia / Burano – Venissa

L’esclusiva bottiglia del Venissa, etichetta in foglie d’oro e pregiatissima uva dorona

… E le “osterie” ? Incominciamo con un pizzico di storia…


Era il 1200 e nei capitolari della magistratura dei Signori della Notte, che vegliava sulla tranquillità notturna di Venezia appare un nuovo termine: “Hostarìa” Da allora l’‘hostaria’ ha rallegrato i palati dei veneziani fino a oggi, rimanendo rustica o diventando più sofisticata, ma sempre rispettando la storia e la tradizione della cucina lagunare.
Siamo nel 2021 e le “Osterie” sono ancora un rifugio per chi cerca gusto, tradizione e…prezzi ragionevoli

Ecco le nostre scelte

Zamboni; Arcugnano
Alle codole, Canale d’Agordo,
Dai mazzieri Follina
Enoteca della Valpolicella, Fumane
Al ponte, Lusia
Madonnetta -Marostica
Il sogno– Mirano,
Arcadia– Porto Tolle


Locanda Solagna- Quero Bass
Al forno-Refronto,
Antica trattoria al bosco– Saonara
San Siro-Seren del Grappa
da Doro- Soragna,
Al bersagliere-Verona.

Venezia: quando l'”hostaria” diventa top

Hostaria da Franz, Venezia
Ritrovo storico che prende il nome dal suo fondatore, il soldato austroungarico Franz Habeler e che da allora è diventato sinonimo di ospitalità, gusto e tradizione. Maurizio Gasparini, lo ha ereditato dal padre, ottimo cuoco, grande viaggiatore, appassionato di cucina e promotore di nuovi piatti, come il suo celebre risotto alle fragole, forse il primo ad apparire nella Laguna. Oggi, al timone, troviamo Matteo Lazzaro.
L’ Osteria al Museo, Burano
Molto tempo fa era una bottega di merletti e da un paio d’anni è diventata un punto di rinnovo della tradizione e del gusto della cucina veneziana. Sorseggiando uno spettacolare ‘Bellini alla Pesca Bianca’, incontro Antonio Santaniello. Nel menu trionfa il pesce della Laguna, rigorosamente fresco e fornito, quotidianamente, dal nostro pescivendolo di fiducia sull’isola di Burano e da alcuni banchi del prestigioso Mercato di Rialto.

Gasparini e Santaniello

Incontri stellari con gli chef stellati del Veneto

Chef Raffaele Ros, San Martino, Scorzè, Venezia

Una volta era una bottega per il commercio di granaglie, oggi è segnalato nelle migliori guide gastronomiche. Cinque generazioni si tramandano una storia legata al territorio e alla tradizione con una tale passione che ha conquistato l’ambita stella Michelin.
Mi parla di questa località?
Scorzè e un punto di partenza strategico per raggiungere destinazioni d’arte come Venezia, Padova, Treviso, Serravalle Vecchia, il bellissimo Castello di Conegliano e quello di S.Salvatore a Susegana. Tutt’intorno pulsa un territorio disseminato da entità enogastronomiche di rilievo, da Valdobbiadene all’Alto Trevigiano, alle Colline Bassanesi.
Cucine da scoprire?
Tante… con i loro vini, prosecco e olio e tanti tipi di radicchio: dal rosso trevigiano, al variegato di Catelfranco, al precoce di Scorzè al tardive IGP. Fino a Febbraio il Consorzio Ristoranti del Radicchio lo celebrerà, oltre che da me, anche in molti ristoranti del territorio.

Raffaele Ros
Raffaele Ros

Chef Alajmo , Le Calandre , Rubano ( Padova)

Benvenuti nell’ impero stellato di Alajmo. Le Calandre, La Montecchia, Il Quadri …
Come è diventato chef?
Aggirandomi sin da piccolo nella cucina del ristorante, divertendomi nel toccare, manipolare il cibo come ad esempio l’impasto dei biscotti.
Qualche appassionato di cucina nella sua famiglia?
Mia madre, Rita Chimetto, chef del Ristorante Aurora, il precedente nome de Le Calandre, alla quale nel 1992 la Guida Michelin ha riconosciuto la prima stella Michelin.
Tre aggettivi per descrivere la cucina delle Calandre?
Fluida, leggera, profonda e aggiungerei ironica.

Massimo Alajmo

Chef Mauro Buffo, 12 Apostoli, Verona

Ha iniziato a 19 anni da Gualtiero Marchesi, ha lavorato da Ferran Adrià, Giappone, Tirolo, New York e  da questi viaggi porta sapori e sensazioni nel suo menu he ama usare le eccellenze italiane e poi magari applicarle a tecniche nuove o diverse,
Cosa c’è sempre nel suo frigorifero di casa?
Vino bianco, formaggi composti, ortaggi
E mai…?
Quello che non ci sta … per questione di spazio!
Cucina a casa?
sì mi piace improvvisare per gli amici, anche se preferisco non sperimentare , piuttosto andare sul classico, A casa mi piace dedicarmi al riso che, devo ammettere, amo solo se cucinato da me. mentre lascio cucinare la selvaggina a alcuni amici, che sono veramente esperti

Mauro Buffo

Chef Matteo Grandi –Matteo Grandi, Vicenza

Oggi lo ritroviamo con la Stella Michelin nella nuova location di Piazza dei Signori a Vicenza Matteo Grandi in Basilica. Cucina di grande tecnica, con forti influenze francesi e asiatiche., i i piatti di  gyoza o di riso e vongole. Matteo rispetta la tradizione e la proprone in chiave moderna, dove i contrasti trovano un equilibrio e le sorprese sono sempre piacevoli
Matteo, da dove comincia la tua storia?
Beh quella popolare da vincitore di Hell’s Kitchen Italia del 2014, poi ospite al Forte Village, in cui operavo nel ristorante di Carlo Cracco in qualità di Executive Chef. Oggi lo ritroviamo con la stella della Guida Michelin 2021 confermata, nella nuova location di Piazza dei Signori a Vicenza Matteo Grandi in Basilica.
I tuoi viaggi?
Molti, con un inizio da film di avventura: avevo 18 anni e papà mi spedì a Shaghai d per allargare il mio orizzonte professionale…. beh , senza conoscere una parola d’inglese.
La tua ricetta di vita?
Essere in forma smagliante e in piena armonia con mia moglie che governa accoglienza e servizio.

Matteo Grandi

Chef  Giancarlo Perbellini –Casa Perbellini, Verona

Siamo a Verona, alle nostre spalle domina la superba Cattedrale di S. Zeno . ll ristorante vanta due stelle Michelin e vi accoglie con una squisita ma pur sempre disinvolta regia teatrale, compresp il rito della tovaglia che viene stesa davanti al commensale, molto ‘Locandiera’ di Goldoni…
Se tu fossi un piatto del tuo menu, saresti…
Il mio wafer al sesamo, tartare di branzino, caprino all’erba cipollina e sensazione di liquirizia:  guai a chi me lo tocca…. è come un figlio! oppure il guanciale di maialino iberico cotto con la birra, servito con pure di lievito madre e servito con cappuccio croccante: la genesi dei Perbellini.
Un piatto che preferisci mangiar se cucinato da un’altra persona?
Si, il riso e patate di mia mamma Silvana. Il suo trucco era di  irrorararlo di grana padano e lasciarlo riposare per qualche minuto, per creare quella pellicina che tuttora costituisce per me un ricordo visivo davvero indimenticabile.

Giancarlo Perbellini

Chef Matteo Bianchi – Amistà, Corrubbio di Negarine (Verona)

A pochi chilometri da Verona incontrerete il ristorante Amistà, nel magico Byblos Art Hotel frutto dell’inventiva di Alessandro Mendini, l’architetto e designer, che ha fuso in elementi contemporanei la classica  . Lo Chef Mattia Bianchi ha iniziato la sua carriera a Villa del Quar con Bruno Barbieri. Poi sono iniziati i viaggi: Londra, Perth e Sydney. Nel 2019 conquista l’ambita Stella Michelin per il l’ Amistà.
Il suo primo ricordo in cucina?
Il primissimo ricordo torna alla cucina di casa, dove spiavo nonna Carla intenta a preparare i pasti. Aveva sempre prodotti freschissimi e di prima qualità provenienti dalle proprietà che mio nonno, in veste di mezzadro, curava per una famiglia nobile.
Qualche piatto del suo menu che le ricorda quei momenti?
Si, un piatto forte di Amistà e cioè il tortello di corte veronese, farcito con carne bianche tipiche degli animali da cortile, dalla spada di coniglio alla coscia di faraona, alle alette di pollo.

Matteo Bianchi

La “Stella Green Michelin”

Chef Piergiorgio Siviero, Ristorante Lazzaro 1915 Pontelongo

Da cinque anni consecutivi conquista la Stella ” Green”Michelin. Una stella verde che premia l’utilizzo di energie rinnovabili, risparmio energetico, gestione del tovagliato, ecocompatibilità fino alla scelta dei detersivi in cucina e al packaging riciclabile. Il menu cambia ogni mese con prodotti stagionali puntando sulla stagionalità, come il radicchio” di gennaio, il tartufo di ottobre, l’oca di novembre. Una stella important, che certifica l’impegno nei confronti dell’ambiente e della collettività, celebra e incoraggia le iniziative sostenibili nel campo della gastronomia, con lo scopo di preservare il territorio, di rifornirsi alla coerenza e alla filosofia “no waste” e cioè la politica del “non spreco” con un’ intelligente gestione dei rifiuti e con la riutilizzazione degli avanzi.

Piergiorgio Siviero

Volete un saggio della maestria del campione “green” ?
Vi è mai avanzato del panettone a Natale? cosa farne ? Buttarlo sarebbe un omicidio…
Ecco come Piergiorgio Siviero ha recuperato il panettone di Natale, trasformandolo in protagonista nella nuova versione di un tradizionale piatto della montagna: i canederli in brodo. Per questa ricetta Siviero si è affidato a un panettone Loison dall’intenso profumo del mandarino tardivo di Ciaculli.

Voglia di scoprire la ricetta?
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CANEDERLI DI PANETTONE RAFFERMO IN CONSOMME’

Il piatto “recupero gourmet” dello Chef stellato Piergiorgio Siviero

Ingredienti
per 4 persone

  • 250 g Panettone Loison al Mandarino Tardivo di Ciaculli
  • 100 cl latte
  • 50 g Vezzena d’alpeggio grattugiato
  • 30 g pancetta affumicata tagliata a dadi di circa mezzo centimetro per lato
  • 1/2 tuorlo d’uovo
  • Un mazzetto di erba cipollina
  • Pepe nero Sarawak
  • Sale fino
  • Polvere di Panettone Loison al Mandarino Tardivo di Ciaculli
  • Carote gialle e pimpinella
  • 200 cl brodo di pollo o gallina completamente sgrassato (o brodo vegetale)
  • 10 cl succo di limone
  • 50 cl succo mandarino verde
  • 5 cl salsa soia
    Mai buttare via il panettone vecchio! Specialmente se è profumato agli agrumi…

Procedimento
Privare il panettone della crosta, tagliarlo a fettine e farlo ammordire  In una terrina in cui avrete versato il latte portato ad ebollizione.
Far riposare almeno due ore. Quando il composto risulterà morbido aggiungere il Vezzena ed il 1/2 tuorlo d’uovo. Regolare di sale e pepe. Aggiungere la pancetta affumicata e formare i canederli e l’erba cipollina.
Passarli infine nella polvere di Panettone al mandarino. Cuocerli a piacere in un brodo di carne o pollo per 5/6 minuti, oppure più leggeri al vapore (8/9 minuti).
Aggiungere al brodo fresco il succo di limone e mandarino e la salsa di soia. Regolare di sale. Portare a bollore.
Porre in una fondina tre canederli, versare il consommé bollente, guarnire con filetti di carota gialla e foglioline di pimpinella.
Buon Appetito!

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Cesare incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto nel suo blog, in stile ‘Turista non Turista’

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Venetian cuisine … what abundance, what variety and what delicacies …
Bigoli al Torchi, large rough bronze-drawn spaghetti usually seasoned with sardines or duck ragout, traditional peasant pasta and beans soup in the Venetian version, dry borlotti beans seasoned with bacon or rind are used. Baccalà alla Vicentina cooked for many hours on low heat on a base of onion, garlic, parsley and desalted anchovies with the addition of grated cheese milk, it is served with white polenta.

Baccalà alla vicentina

Do you want more?
Bisato in a pan, browned eel sprinkled with vinegar and red wine, tomato sauce and transferred to the oven. Venetian liver cut into thin slices and marinated in water and vinegar then cooked briefly with an equal quantity of white onion. Sarde in Saor where the floured and fried fish are left for at least two days in a typical marinade prepared with onions, oil, wine and vinegar. Stewed cuttlefish cooked in stew with tomato and their black and served with white polenta
.

Il classico sugo nero di seppia

The prestigious Michelin Guide has awarded one of the most beautiful, most varied and certainly the most gourmet Italian regions: Veneto, which has collected awards, obtaining a myriad of stars and confirming itself to be a region capable of combining the beauties of the territory with the excellence in the gastronomic world So many new stars … We discover them in the provinces of Belluno and Verona. Specifically in Cortina d’Ampezzo at Riccardo Gaspari’s Sanbrite. Two restaurants have been awarded in the province of Verona: the first opened last year by chef Giacomo Sacchetti, the second is that of Mattia Bianchi, who returned to Veneto after his experience in Australia. The star was also confirmed for Matteo Grandi, while Piergiorgio Siviero was once again awarded for sustainability.

Here are the Michelin Stars in the Veneto firmament

Altissimo – Casin del Gamba
Arzignano – Damini Macelleria & Affini
Asiago –  La Tana Gourmet
Asiago – Stube Gourmet
Barbarano – Vicentino Aqua Crua
Bardolino –  La Veranda del Color
Borgoricco –  Storie d’Amore
Castelfranco Veneto – Feva
Cavaion Veronese –  Oseleta
Cortina d’Ampezzo – SanBrite
Cortina – d’Ampezzo Tivoli

Le meravigliose Dolomiti di Cortina d’Ampezzo

Lonigo, La Peca
Lughetto,Venezia – Antica Osteria Cera
Malcesine – Vecchia Malcesine
Oderzo – Gellius
Pieve d’Alpago – Dolada
Puos d’Alpago –  Locanda San Lorenzo
Romagnano –  La Cru

L’incanto di Venezia

Schio –  Spinechile
Verona –  Il Desco
Venezia – Il Ridotto-
Venezia – Glam Enrico Bartolini
Venezia –  Oro Restaurant
Venezia – Osteria da Fiore
Venezia –  Quadri
Venezia / Burano – Venissa

L’esclusiva bottiglia del Venissa, etichetta in foglie d’oro e pregiatissima uva dorona

What about the “hosteria “? Let’s start with a pinch of history …


It was 1200 and in the capitulars of the magistracy of the Lords of the Night, which watched over the nocturnal tranquility of Venice, a new term appears: “Hostarìa” Since then the ‘hostaria’ has delighted the palates of the Venetians until today, remaining rustic or becoming more sophisticated, but always respecting the history and tradition of lagoon cuisine. We are in 2021 and the “Osterie” are still a refuge for those looking for taste, tradition and … reasonable prices Here are our choices

Zamboni; Arcugnano
Alle codole, Canale d’Agordo,
Dai mazzieri Follina
Enoteca della Valpolicella, Fumane
Al ponte, Lusia
Madonnetta -Marostica
Il sogno– Mirano,
Arcadia– Porto Tolle
Locanda Solagna- Quero Bass
Al forno-Refronto,
Antica trattoria al bosco– Saonara
San Siro-Seren del Grappa
da Doro- Soragna,
Al bersagliere-Verona.

Venice: when the “hostaria” becomes top

Hostaria da Franz,
Venice
Historical meeting that takes its name from its founder, the Austro-Hungarian soldier Franz Habeler and which has since become synonymous with hospitality, taste and tradition. Maurizio Gasparini inherited it from his father, an excellent cook, great traveler, passionate about cooking and promoter of new dishes, such as his famous strawberry risotto, perhaps the first to appear in the Lagoon. Today, at the helm, we find Matteo Lazzaro.
Osteria al Museo, Burano A long time ago it was a lace shop and a couple of years ago it has become a point of renewal of the tradition and taste of Venetian cuisine. Sipping a spectacular ‘Bellini alla Pesca Bianca’, I meet Antonio Santaniello. On the menu, fish from the Lagoon triumphs, rigorously fresh and supplied daily by our trusted fishmonger on the island of Burano and by some stalls in the prestigious Rialto Market.

Gasparini e Santaniello

Incontri stellari con gli chef stellati del Veneto

Chef Raffaele Ros, San Martino, Scorzè, Venezia

Once it was a shop for the grain trade, today it is reported in the best gastronomic guides. Five generations have handed down a history linked to the territory and tradition with such a passion that it has won the coveted Michelin star. Can you tell me about this place? Scorzè is a strategic starting point for reaching art destinations such as Venice, Padua, Treviso, Serravalle Vecchia, the beautiful Castle of Conegliano and that of San Salvatore in Susegana. All around pulsates a territory scattered with important food and wine entities, from Valdobbiadene to the Upper Treviso area, to the Bassanesi Hills. Kitchens to discover? Many … with their wines, prosecco and oil and many types of radicchio: from the red of Treviso, to the variegated of Catelfranco, to the precocious of Scorzè to the late IGP. Until February the Radicchio Restaurants Consortium will celebrate it, as well as with me, also in many restaurants in the area.

Raffaele Ros
Raffaele Ros

Chef Alajmo , Le Calandre , Rubano ( Padova)

Welcome to the starry empire of Alajmo. Le Calandre, La Montecchia, Il Quadri … How did you become a chef? Since I was a child I have been wandering around the restaurant kitchen, having fun touching and manipulating food such as the dough for biscuits. Any cooking enthusiasts in his family? My mother, Rita Chimetto, chef of the Aurora Restaurant, the former name of Le Calandre, to which in 1992 the Michelin Guide recognized the first Michelin star. Three adjectives to describe the cuisine of Le Calandre? Fluid, light, deep and I would add ironic.

Massimo Alajmo

Chef Mauro Buffo, 12 Apostoli, Verona

He started at 19 with Gualtiero Marchesi, worked for Ferran Adrià, Japan, Tyrol, New York and from these trips he brings flavors and sensations to his menu he loves to use Italian excellences and then maybe apply them to new or different techniques, What’s always in his fridge at home? White wine, compound cheeses, vegetables And never…? What does not fit … for a matter of space! Do you cook at home? yes I like to improvise for friends, even if I prefer not to experiment, rather to go classic, At home I like to devote myself to rice which, I must admit, I only love if cooked by myself. while I let some friends cook the game, who are really experts

Mauro Buffo

Chef Matteo Grandi –Matteo Grandi, Vicenza

Today we find it with the Michelin Star in the new location of Piazza dei Signori in Vicenza Matteo Grandi in the Basilica. Cuisine of great technique, with strong French and Asian influences., The dishes of gyoza or rice and clams. Matteo respects tradition and proposes it in a modern key, where contrasts find a balance and surprises are always pleasant Matteo, where does your story start? Well the popular one as winner of Hell’s Kitchen Italia in 2014, then a guest at Forte Village, where I worked in Carlo Cracco’s restaurant as Executive Chef. Today we find it again with the Michelin Guide 2021 star confirmed, in the new location of Piazza dei Signori in Vicenza Matteo Grandi in the Basilica. Your travels? Many, with an adventure film start: I was 18 and dad sent me to Shaghai d to broaden my professional horizon …. well, without knowing a word of English. Your recipe for life? Being in great shape and in full harmony with my wife who governs hospitality and service.

Matteo Grandi

Chef  Giancarlo Perbellini –Casa Perbellini, Verona

We are in Verona, behind us the superb Cathedral of S. Zeno dominates. The restaurant boasts two Michelin stars and welcomes you with an exquisite but nonetheless casual theatrical direction, including the ritual of the tablecloth that is spread in front of the diner, very Goldoni’s ‘Loc Bandiera’ … If you were a dish on your menu, you would be … My sesame wafer, sea bass tartare, goat cheese with chives and a sensation of licorice: woe to anyone who touches it …. he is like a son! or the Iberian pork cheek cooked with beer, served with pure mother yeast and served with a crispy hood: the genesis of Perbellini. A dish that you prefer to eat if cooked by another person? Yes, my mother Silvana’s rice and potatoes. Her trick was to sprinkle it with Grana Padano and let it rest for a few minutes, to create that little skin that still constitutes a truly unforgettable visual memory for me.

Giancarlo Perbellini

Chef Matteo Bianchi – Amistà, Corrubbio di Negarine (Verona)

A few kilometers from Verona you will find the Amistà restaurant, in the magical Byblos Art Hotel, the result of the inventiveness of Alessandro Mendini, the architect and designer, who has fused the classic into contemporary elements. Chef Mattia Bianchi began his career at Villa del Quar with Bruno Barbieri. Then the journeys began: London, Perth and Sydney. In 2019 it won the coveted Michelin Star for the Amistà. Your first memory in the kitchen? The very first memory goes back to the home kitchen, where I spied on grandma Carla intent on preparing meals. She always had the freshest and top quality products from the properties that my grandfather, as a sharecropper, looked after for a noble family. Any dish on her menu that reminds you of those moments? Yes, a strong dish of Amistà, namely the Veronese court tortello, stuffed with white meat typical of farmyard animals, from rabbit sword to guinea fowl leg, to chicken wings.

 

Matteo Bianchi

La “Stella Green Michelin”

Chef Piergiorgio Siviero, Ristorante Lazzaro 1915 Pontelongo

For five consecutive years it has won the “Green” Michelin Star. A green star that rewards the use of renewable energy, energy saving, tablecloth management, eco-compatibility up to the choice of detergents in the kitchen and recyclable packaging. The menu changes every month with seasonal products focusing on seasonality, such as the radicchio “in January, the truffle in October, the goose in November. An important star, which certifies the commitment to the environment and the community, celebrates and encourages sustainable initiatives in the field of gastronomy, with the aim of preserving the territory, supplying oneself with consistency and the “no waste” philosophy, that is the policy of “no waste” with intelligent waste management and the reuse of leftovers.

Piergiorgio Siviero

Do you want a sample of the mastery of the “green” champion? Have you ever had any panettone left over at Christmas? what to do with it? Throwing it would be murder … Here’s how Piergiorgio Siviero recovered the Christmas panettone, transforming it into the protagonist in the new version of a traditional mountain dish: canederli in broth. For this recipe, Siviero relied on a Loison panettone with an intense aroma of late Ciaculli mandarin. Do you want to discover the recipe? HERE TOU GO!

CANEDERLI DI PANETTONE RAFFERMO IN CONSOMME’

The “gourmet recovery” dish of the starred Chef Piergiorgio Siviero
Ingredients for 4 people 250 g Panettone Loison with Ciaculli Late Mandarin 100 cl milk 50 g grated Alpine Vezzena 30 g smoked bacon cut into cubes about half a centimeter per side 1/2 egg yolk A bunch of chives Sarawak black pepper Fine salt Loison Panettone Powder with Ciaculli Late Mandarin Yellow carrots and burnet burner 200 cl completely defatted chicken or hen broth (or vegetable broth) 10 cl lemon juice 50 cl green mandarin juice 5 cl soy sauce
 
  • Mai buttare via il panettone vecchio! Specialmente se è profumato agli agrumi…

Method
Remove the crust from the panettone, cut it into slices and soften it in a bowl into which you have poured the boiling milk.Let it rest for at least two hours. When the mixture is soft, add the Vezzena and 1/2 egg yolk. Season with salt and pepper. Add the smoked bacon and form the dumplings and chives. Finally pass them in the powder of Panettone with mandarin. Cook them to taste in a meat or chicken broth for 5/6 minutes, or steamed lighter (8/9 minutes). Add the lemon and mandarin juice and the soy sauce to the fresh broth. Season with salt. Bring to the boil. Place three dumplings in a bowl, pour in the boiling consommé, garnish with yellow carrot fillets and burnet leaves.
Enjoy your meal!




In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia

Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che ‘n su la scala porta il santo uccello;
ch’in te avrà sí benigno riguardo
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che, tra li altri, è più tardo.

Paradiso – XVII, v. 70

In queste tipiche terzine dantesche parla Cacciaguida, un antenato di Dante, che gli preannuncia l’esilio e l’ospitalità che troverà a Verona. Infatti pochi sanno che proprio a Verona Dante trovò un rifugio dopo essere stato esiliato da Firenze, trovando in essa una nuova patria. Per questo motivo per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del famoso poeta, Verona è una delle città protagoniste del progetto #annodiDante. Un percorso a cielo aperto tra piazze e monumenti, chiese, palazzi e biblioteche, con una mappa d’autore che guida il visitatore, orientato da segnaletiche e app. Si tratta di un’inedita mostra diffusa, realizzata dai Musei Civici, con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale, in collaborazione con Università di Verona e Diocesi di Verona. La città intera quindi ricorda il poeta mettendosi in mostra come un vero e proprio museo a cielo aperto.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona. Foto di Fabio Tura

 

DANTE A VERONA: città ispiratrice della Divina Commedia 

Il progetto veronese prevede un duplice omaggio: a Dante e alla città di Verona, che lo accolse dopo l’esilio da Firenze, e ne diventò seconda patria. Sono infatti numerosi i luoghi legati alla presenza di Dante, fonti di ispirazione per la Divina Commedia, e oggi è possibile, grazie alle tracce contenute nelle sue opere, ricostruire passaggi cruciali della vicenda veronese. La città non è quindi mero sfondo alla vicenda dantesca, ma ne diventa, essa stessa, protagonista e ispiratrice: come? Verona ha scelto di valorizzare la sua singolarità, rispetto alle altre città dell’esilio, ideando una mostra diffusa, un itinerario che si snoda nei luoghi della presenza e della tradizione dantesca. Verona, infatti, ci parla ancora dell’epoca di Dante: ripercorrendo le stesse strade, contemplando un paesaggio, entrando nei palazzi, visitando le chiese, osservando le immagini dipinte e scolpite che, oltre settecento anni fa, il Poeta stesso poté scoprire e ammirare.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia

Il percorso e le tappe della mostra diffusa sono contenuti e illustrati in una mappa, preziosa guida che conduce i visitatori alla scoperta dei luoghi direttamente legati alla presenza di Dante; e perfino delle tracce dei suoi figli e dei suoi eredi. La mappa non è stata pensata solo per i turisti: ogni cittadino veronese potrà riscoprire, come portato per mano dal Poeta, il piacere di essere visitatore attento e privilegiato della propria città. Ogni luogo dantesco della mappa è segnalato in situ con un apposito pannello. Con un semplice tocco sul proprio cellulare tramite QRcode, il visitatore potrà accedere a un’espansione digitale dei contenuti della mappa, ulteriore approfondimento del proprio itinerario.

 

 

IL PERCORSO DELLA MAPPA: I LUOGHI LEGATI A DANTE

Ecco che coì comincia il viaggio alla scoperta di Dante nella splendida Verona. Prima tappa è Piazza dei Signori, centro del potere, sia durante la Signoria scaligera che dopo la sua caduta. Al centro vi è collocata una statua del Poeta, in marmo di Carrara, opera emblematica della Verona risorgimentale. Realizzata dallo scultore Ugo Zannoni nel 1865, in occasione del sesto centenario dalla nascita, fu inaugurata la notte tra il 13 e il 14 maggio alle 4 del mattino per scongiurare la censura degli austriaci, allora al governo della città scaligera. Quest’anno, per le celebrazioni dantesche, il monumento è stato sottoposto a un accurato restauro (grazie alla sponsorizzazione di Zalando) e restituito nella sua intera bellezza alla città.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona, Piazza dei Signori

Si prosegue con Palazzo della Ragione, edificato verso la fine del XII secolo quale palazzo comunale, uno tra i primi in Italia, che oggi ospita la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Qui, la mostra diffusa trova un prezioso raccordo e ulteriori sviluppi tematici a carattere storico-artistico nelle esposizioni in programma: La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni (fino al 5 ottobre 2021, a cura di Francesca Rossi), un tributo allo scultore Zannoni, noto come uno dei protagonisti dell’esplosione del mito di Dante nelle arti figurative dell’Ottocento, ricordato per la lunga carriera animata dall’impegno civile a favore della cultura e dei musei cittadini. E Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona (11 giugno–3 ottobre 2021, a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli), realizzata con il contributo e il patrocinio del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, vero e proprio snodo della mostra diffusa che presenta una significativa selezione di opere d’arte e testimonianze storiche dal Trecento all’Ottocento, per approfondire due precisi fulcri tematici. Il primo riguarda il rapporto tra Dante e la Verona di Cangrande della Scala e il successivo revival sette-ottocentesco della Divina Commedia e di un Medioevo ideale. Il secondo, strettamente connesso al precedente, dedicato al mito, tutto scaligero e shakespeariano, di Giulietta e Romeo. Temi sui quali si fonda, ancora oggi, la fama di Verona.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona: Palazzo della ragione (foto di verona.com)

Le tappe successive sono: Palazzo del Capitanio, inizialmente residenza scaligera e costruzione recente ai tempi di Dante, quindi sede, sotto il dominio della Serenissima (1405-1796), del Capitano veneto – da qui il nome attuale – e poi, dal tardo Ottocento, degli uffici giudiziari. Palazzo della Provincia, oggi Prefettura, dimora che si fece costruire Cangrande della Scala. Le Arche Scaligere, sepolcro della famiglia della Scala, costruite presso la chiesa di Santa Maria Antica. Sono sepolti qui alcuni dei personaggi citati da Dante: Alberto I (morto nel 1301) e i suoi figli Bartolomeo I (1304), Alboino (1311) e Cangrande (1329). L’arca di Bartolomeo si distingue per l’insegna della scala sormontata da un’aquila; di Cangrande restano sia il primo sarcofago, dove fu deposto subito dopo la morte improvvisa e misteriosa. L’enigma sarà svelato prossimamente dall’indagine sul DNA condotto dalle Università di Verona e di Firenze in collaborazione con il Civico Museo di Storia Naturale di Verona), sia il sontuoso monumento che gli fece realizzare Mastino II, suo nipote, sopra la porta della chiesa, quando diede avvio alla trasformazione monumentale e dinastica del cimitero.

Arche scaligere, di Verona. Tomba di Cansignorio in primo piano, la chiesa di Santa Maria Antica e la tomba di Cangrande I della Scalae il diritto la tomba di Mastino II.
foto di: Didier Descouens

Sempre sulle orme dell’Alighieri, si arriva poi alla chiesa di San Zeno Maggiore, capolavoro del romanico lombardo. Dante, nel XVIII canto del Purgatorio, incontra Gerardo, abate di San Zeno vissuto al tempo del Barbarossa e gli fa esprimere un giudizio pessimo su Giuseppe, figlio illegittimo di Alberto I della Scala e abate di San Zeno dal 1292 al 1313. Il nostro Poeta potrebbe essere stato ispirato, per la figura dell’abate, dall’epigrafe incisa sul fianco sud della chiesa, che ricorda l’abate Gerardo e le opere da lui promosse al tempo del sovrano svevo.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona, Chiostro San Zeno

Di qui si prosegue per Sant’Elena, adiacente alla Cattedrale, che conserva in buona parte la sua compagine alto-medievale. Il 20 gennaio 1320, Dante vi tenne una lezione pubblica per spiegare il fenomeno dell’emersione delle terre sopra la superficie dell’acqua. Forse sperava di conquistare così l’ammissione all’insegnamento nello Studio, la scuola superiore di Verona che stava diventando una rinomata Università, ma gli venne preferito il maestro di logica Artemisio. Alla fine del testo della Questio de aqua et terra si legge: «[…] definita da me, Dante Alighieri, il minimo dei filosofi, durante il dominio dell’invitto Signore messer Cangrande della Scala, Vicario del Sacro Romano Impero, nell’inclita città di Verona, nel tempietto della gloriosa Elena […]».

Durante il suo primo soggiorno veronese Dante frequentò quasi certamente anche la Biblioteca Capitolare, una delle più antiche del mondo, il cui scriptorium era attivo forse già dal VI secolo. La Capitolare ospitava, già allora, antichi manoscritti di alcuni fra i classici meno noti al Medioevo, come la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, le Historiae di Livio, Catullo. In un breve passaggio del De vulgari eloquentia, scritto tra il 1303 e il 1305, Dante cita una lista di autori classici – tra i quali «Titum Livium, Plinium, Frontinum, Paulum Orosium, et multos alios» – e rivela che una «amichevole insistenza» lo invitava a consultarli («Quos amica sollicitudo nos visitare invitat»).

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Mons. Bruno Fasani prefetto della biblioteca Capitolare di Verona
foto di: https://www.travelglobe.it/

La mappa ci conduce poi a tre chiese: Sant’Anastasia, solo un cantiere durante i soggiorni danteschi a Verona, che un tempo ospitava nel suo primo chiostro la più antica tomba veronese di famiglia degli Alighieri. San Fermo Maggiore – anch’essa in costruzione negli anni in cui Dante era presente a Verona – che nel transetto destro della chiesa conserva l’elegante cappella funeraria che Pietro IV e Ludovico Alighieri, discendenti del Poeta, fecero allestire a metà del Cinquecento. Quindi Sant’Eufemia, legata a Dante solo per via indiretta: il teologo Egidio Romano espose nel suo De regimine principum – opera composta prima del 1285 – alcune teorie cosmologiche che il Poeta avrebbe affrontato nella Questio de aqua et terra. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la Questio fosse un falso composto da qualche teologo di Sant’Eufemia e attribuito a Dante per avvalorare le dottrine del Romano. A Sant’Eufemia, inoltre, furono sepolti i figli di Guido Novello da Polenta, che ospitò Dante a Ravenna e che il Poeta menziona nella sua Egloga a Giovanni del Virgilio.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Parte posteriore chiesa di San Fermo Maggiore, Verona.
Foto di: Andrea Bertozzi

 

…MA ANCHE LUOGHI LEGATI AI DISCENDENTI DI DANTE

In mappa anche luoghi legati ai discendenti del Poeta: come Piazza delle Erbe, dove, secondo l’umanista Moggio Moggi, Pietro Alighieri, figlio di Dante, recitò un capitolo in terzine sulla Commedia. O anche Palazzo Bevilacqua, abitazione del figlio di Dante, di fronte alla chiesa di Sant’Anastasia. Ma questi sono solo alcuni! 

L’ultima parte del percorso è una passeggiata tra i luoghi della tradizione dantesca.
Il trecentesco Palazzo Marogna vantava, nel Cinquecento, un’articolata decorazione ad affresco – oggi purtroppo appena visibile – che, secondo il pittore ottocentesco Pietro Nanin, raffigurava due scene della Divina Commedia. Dante che corre verso Virgilio, inseguito dalle fiere, e Beatrice su un carro, dipinta nell’atto di svelarsi il volto, secondo quanto riporta il XXXI canto del Purgatorio. È questa l’unica figura che appena si distingue oggi.

Tappa finale della mostra diffusa è Castelvecchio, che Dante non vide (fu costruito a partire dal 1354 per iniziativa di Cangrande II della Scala) ma che oggi accoglie, come sede museale, importanti testimonianze della Verona dell’età di Dante: sculture del Maestro di Sant’Anastasia, dipinti di stretta influenza giottesca, parte del corredo funerario della tomba di Cangrande della Scala e gli originali delle statue equestri di Cangrande e Mastino II, provenienti dalle Arche Scaligere.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona: Museo di Castelvecchio

In occasione dell’anno dantesco, altro fulcro della mostra diffusa è l’esposizione, in sala Boggian, Dante negli archivi. L’Inferno di Mazur (fino al 3 ottobre, a cura di Francesca Rossi, Daniela Brunelli, Donatella Boni): 41 acqueforti e acquetinte che Michael Mazur produsse ispirandosi alla prima cantica della Divina Commedia. L’opera grafica è accompagnata dalla traduzione del poeta Robert Pinsky, amico dell’artista.

L’immagine coordinata della mostra diffusa è stata elaborata a partire dal disegno di Sandro Botticelli Dante e Beatrice. Paradiso II. L’opera è stata resa disponibile, eccezionalmente, per la sola sede di Verona, assieme ad altri due disegni botticelliani per Paradiso IV, Paradiso XVII, dal Kupferstichkabinett dei Musei Statali di Berlino. I tre disegni saranno esposti alla mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.

In viaggio con Dante. I luoghi di Verona nascosti nella Divina Commedia
Verona, GAM

Questa tappa veronese è solo uno degli spazi che abbiamo dedicato al grande poeta fiorentino. Per gli appassionati, ecco le altre mete!

In viaggio con Dante. Lerici, atmosfere romantiche nel Golfo dei Poeti

In viaggio con Dante. Sarzana, il cuore della Lunigiana

In viaggio con Dante. San Leo, il borgo sulla rupe

In viaggio con Dante. Noli, l’antica Repubblica Marinara

In viaggio con Dante: Bismantova, la montagna del Purgatorio

In viaggio con Dante. Gradara, il borgo di Paolo e Francesca

In viaggio con Dante: A Ravenna, dove ci sono i mosaici più belli del mondo [PT.1]

In viaggio con Dante: A Ravenna, dove ci sono i mosaici più belli del mondo [PT.2]




Veneto, una regione in verde

Cime dolomitiche, colline dove nascono vini rinomati, pianure, zone umide e mare. Non manca nulla in Veneto per soddisfare gli appassionati di turismo “green”. Siamo sicuri di non sbagliare se affermiamo che il colore dominante è senza dubbio il verde. Il Veneto, infatti, è ricco di parchi e aree naturali protette, che includono 1 Parco Nazionale, 5 parchi Regionali, 6 Riserve Naturali Regionali, 14 Riserve Naturali Statali, 2 Zone Umide di interesse internazionale, 9 Foreste Demaniali, oltre a parchi e riserve di interesse locale.

Lo splendido scenario del Parco del Delta del Po

Tutti insieme fanno parte del “Sistema parchi del Veneto” e offrono infinite possibilità di esplorare e vivere il ricco patrimonio naturale, ma anche storico e architettonico, senza dimenticare i prodotti tipici.

Da Nord a Sud, una distesa “verde”

Partendo da Nord, incontriamo il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, e il Parco Naturale delle Dolomiti Bellunesi, un ricco patrimonio di flora e fauna immerso in un habitat fatto di paesaggi contaminati e cime imponenti. Nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, invece, si possono ammirare magiche formazioni carsiche e lasciarsi affascinare dai ritrovamenti fossili.

Arrivando nella pianura trevigiana, incontriamo il territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, un’ambiente paludoso culla di numerose specie di uccelli e mammiferi. Qui si trova poi il Parco Regionale dei Colli Euganei, con le sue colline vulcaniche. Arriviamo poi in pianura, territorio del Parco Regionale del Delta del Po, tra le aree naturalistiche e storiche più belle e importanti d’Europa. Vediamone qualcuno nel dettaglio.

Il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo

Istituito nel 1990, si estende su un’area di più di 11.200 ettari che va dal nord di Cortina d’Ampezzo al confine con l’Alto Adige, nel cuore delle Dolomiti Orientali. Nel suo territorio sono incluse alcune delle cime più belle delle Dolomiti, tra cui il Monte Cristallo, le Tofane, Cima Fanes, Col Bechei e la Croda Rossa d’Ampezzo, con altezze che, in alcuni casi, superano anche i 3200 metri. Nel territorio del Parco Nazionale sono incluse anche 9 Riserve Integrali e 11 Riserve Orientate, tanto che è stato riconosciuto dalla Comunità Europea “Sito di importanza comunitaria”.

Camosci nel Parco delle Dolomiti di Ampezzo

Numerosi anche i corsi d’acqua, tra torrenti, laghetti alpini, sorgenti d’alta quota. Da non perdere le cascate formate dal Rio Fanes, vicino a Fiames, composte da tre spettacolari salti di 50 metri ciascuno. Qui, poi, vivono stambecchi, cervi, caprioli, marmotte e aquile. Il parco è attraversato da numerosi percorsi per il trekking, otto vie ferrate e sei sentieri attrezzati. E, per le soste, ci sono anche 11 rifugi alpini.

INFO: www.dolomitiparco.com

Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Istituito nel 1993, il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi include la parte più meridionale delle Dolomiti, riconosciute dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 2009. Il territorio comprende 15 comuni, tra cui Belluno, ed è quasi ricoperto interamente da boschi e da paesaggi di rara bellezza, tra cui pascoli, malghe e specchi d’acqua, noti come cadini.  Qui hanno la loro dimora camosci, caprioli, marmotte, ermellini, ma anche orsi e linci. Tra le specie arboree, spicca invece il raro pino nero, mentre la campanula morettiana è diventata il simbolo del parco.

Fioritura di crocus nel Parco delle Dolomiti Bellunesi

Tra le montagne, spiccano invece il Monte Serva, che domina la città di Belluno, e le Vette Feltrine. Il cuore più selvaggio del parco è rappresentato invece dai Monti del Sole. Qui si trovano le cascate della Soffia e i meravigliosi Cadini del Brenton. Nel territorio nel parco si trovano poi i laghi artificiali del Mis e de La Stua, in Val Canzoi. Tra le eccellenze storiche da non perdere, invece, c’è il Complesso della Certosa di Vedana, nei pressi del lago omonimo, che ospita ancora oggi una piccola comunità di monache. Splendide anche le Miniere di Valle Imperina, testimonianza del passato minerario di questa zona del Veneto.

La Certosa di Vedana

INFO: www.dolomitipark.it

 Il Parco Naturale Regionale della Lessinia

Il parco è stato istituito nel 1990 e comprende l’Altopiano dei Monti Lessini, incluso nelle province di Verona e Vicenza. Il suo territorio è ricco di testimoniante geologiche e paleontologiche, tra cui gli spettacolari fenomeni carsici, e meravigliosi monumenti naturali, tra cui il Ponte di Veja, il Covolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi. Nella Pesciara di Bolca, invece, si può andare alla scoperta di fossili risalenti a più di 50 milioni di anni fa.

La pittoresca Valle delle Sfingi

Tra le eccellenze naturalistiche troviamo invece, la Foresta dei Folignani, la Foresta di Giazza, la Foresta della Valdadige e le meravigliose Cascate di Molina. Sono numerosi i sentieri, da percorrere a piedi, in bici o a cavallo, per immergersi nella natura e, magari, imbattersi in qualche “abitante del luogo”, tra scoiattoli, lepri, faine, civette, marmotte e cervi. Tra le specie arboree, invece, abbondano qui faggi, abeti, querce, carpini e castagni, che in autunno colorano i boschi come la tavolozza di un pittore.

Le cascate di Molina

INFO: www.lessinia.verona.it

Il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile

Il parco, istituito nel 1991, include il territorio percorso dal fiume Sile, che si snoda per 95 km ed è tra i più lunghi fiumi di risorgiva d’Europa. Fin dai tempi più antichi, il fiume ha regalato un terreno fertile, favorendo gli insediamenti umani fin dal Paleolitico e costituendo, nei secoli, anche un’importante via fluviale per i commerci.

Il colore dominante nel territorio è il verde. Tra le eccellenze, c’è l’Area delle Torbiere, dove dimorano antiche foreste, boschi di pianura e cresce spontanea una vasta quantità di orchidee. Il percorso del fiume arriva fino alle mura della città di Treviso, dove, lungo le sue sponde, dà vita a un ambiente naturale dove crescono platani, sambuchi, robinie e bagolari. Tra le specie animali endemiche troviamo invece il falco pescatore, la poiana, il picchio, il ramarro, la rana di Lataste e la lucertola vivipara.

INFO: www.parcosile.it

Il Parco Regionale dei Colli Euganei

Il parco è stato istituito nel 1989 e comprende il territorio della pianura veneta, alle porte della città di Padova. Il suo variegato paesaggio è il frutto di violente eruzioni vulcaniche sottomarine, in tempi antichissimi, quando tutta la zona era ricoperta dalle acque del mare. Ai rigogliosi boschi di querce e castagni si alternano vigneti, uliveti e campi coltivati, dove nascono eccellenze come i Vini DOC dei Colli Euganei, l’Olio Extravergine DOP, ma anche il miele, le mandorle, le more e i lamponi.

Le particolari condizioni climatiche, poi, hanno fatto sì che qui si creasse un habitat ideale sia per le specie montane che per quelle mediterranee. Abbondano infatti le orchidee, e qui si può trovare l’unico esemplare in Italia di Ruta Patavina. Esplorare il territorio del parco, poi, vuol dire ammirare anche ville antiche, giardini storici, fortificazioni medievali e pievi che hanno ispirato poeti da Petrarca a Foscolo, da Shelley e Byron.

INFO: www.parcocollieuganei.com

Il Parco Naturale Regionale del Delta del Po

Il Veneto divide con l’Emilia Romagna il territorio del Parco Naturale Regionale del Delta del Po, istituito nel 1997. La parte veneta si estende per 12 mila ettari. Il Delta del Po è considerata la più vasta zona umida d’Italia e una delle più grandi d’Europa. Qui presente e passato si mescolano nei tramonti mozzafiato, tra i folti canneti, dune fossili, argini, golene, scanni e lagune, intervallati da ponti di barche, antiche postazioni di pescatori. Un territorio da vivere attraverso un turismo lento, a piedi, in bicicletta o in barca, fino ad arrivare a godersi lo spettacolo della foce del Grande Fiume.

Lo splendido paesaggio del Parco del Delta del Po

Nella zona del Delta vivono più di 350 specie di uccelli, tra migratori e stanziali, senza contare le numerose specie di pesci, rettili e anfibi. Boschi, pinete, canneti disegnano invece un paesaggio unico nel suo genere, per esplorare il quale vengono organizzati itinerari ed escursioni guidate.

INFO: www.parcodeltapo.org

La Foresta Demaniale Regionale del Cansiglio

Quest’area di 7000 ettari era l’antica foresta di caccia dei Dogi della Repubblica di Venezia. Ora, invece, è una delle risorse ambientali più importanti di tutto il Veneto. Si estende tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone in un territorio che spazia tra il 1000 metri dell’Altopiano del Cansiglio ai 2250 del Monte Cavallo.

Gli splendidi colori della Foresta del Cansiglio

Il territorio è un grande polmone naturale composto di abeti bianchi e rossi e faggi, tutelati da uno speciale ordinamento che ne limita il taglio per i rifornimenti di legname.  Tra la fauna del territorio troviamo cervi e galli cedroni. Salendo sul Monte Cavallo, poi, nelle giornate limpide si può scorgere la laguna di Venezia.

INFO: www.cansiglio.it




Weekend a Treviso: sulle orme di Dante con Audi Q3 Hybrid

In un periodo storico nel quale parlare di turismo è quasi paradossale, noi di Weekend Premium abbiamo una missione…farvi viaggiare dove possiamo, anche solo per una gita domenicale.
Vogliamo scoprire per voi posti poco noti, piccole perle da godersi una volta che tutto volgerà al meglio.

Oggi vi portiamo a Treviso e dintorni, tra castelli, vini che raccontano storie e l’eco di Dante, il Poeta. Tutto questo a bordo di un’eccellenza tedesca: l’Audi Q3 45 TFSI E .

Un nome complicato per un’auto altrettanto complessa, ma con una sorprendente  facilità e immediatezza di utilizzo.
Parliamo di un’ibrido plug-in da ben 245 Cv combinati tra propulsore elettrico e benzina, che Audi Italia ci ha fornito di questo bellissimo azzurro acceso. Appena saliti a bordo si percepisce la classica qualità dei quattro anelli: per primi si notano i materiali e gli assemblaggi, ma è l’ergonomia che ci colpisce. Tutto è a portata di mano, tutto è comprensibile e responsivo.

Mettiamo in moto e, come ogni ibrida, non si percepisce il motore. Alla pressione dell’acceleratore la Q3 Hybrid parte in elettrico, silenziosissima, ma non troppo: Audi ha creato un suono che non renda l’auto totalmente impercettibile, per farsi notare da pedoni e ciclisti. Il 1.4 TFSI da 150 CV benzina si attiva solo in marcia, ma ne parleremo nel dettaglio più avanti.

Partiamo direttamente dalla bellissima Treviso, dove ritroviamo le citata “orme di Dante”, personaggio molto legato a questa città. La prima meta è il Ponte Dante. Riconoscibile grazie ad un Obelisco, questo ponte riporta una citazione del Sommo Poeta, che descrive questo suggestivo scorcio nel suo Paradiso. “Là dove Sile e Cagnan s’accompagna” (IX Canto del Paradiso) è l’esatto punto citato, vera e propria confluenza dei due placidi fiumi, che bagnano e attraversano Treviso, rendendola una “Piccola Venezia”. Questo ponte è un luogo tranquillo, dove godersi una passeggiata accompagnati dal rumore dell’acqua e sorpresi da bellissimi scorci.

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I passanti notano la nostra “azzurrissima” Audi Q3. Davanti alla chiesa San Francesco, che ospita il figlio del Sommo poeta

Ma i collegamenti con l’Alighieri non finiscono qui. Nel centro storico scopriamo la chiesa di San Francesco, realizzata in stile romanico nel 1200 c.a., scrigno della tomba del primogenito di Dante: Pietro Alighieri. Pietro fu giudice, poeta e commentatore, nato a Firenze e morto a Treviso nel 1300.
Questa chiesa è una piccola perla proprio nelle stradine del centro, che affrontiamo coraggiosamente in una domenica di sole, tra zone a traffico limitato (che possiamo attraversare con la nostra Audi, essendo ibrida) e spazi pedonali.

Chiesa-San-Francesco-Treviso
Il laterizio della chiesa duecentesca in pieno centro a Treviso

L’Audi Q3, grazie al suo colore attira gli sguardi dei molti passanti. Ma anche il design è degno di nota: moderno e molto proporzionato. Non vuole essere un SUV (questa versione è infatti disponibile solo con trazione anteriore) e non vuole ricalcare le forme di una coupè. Le linee sono gradevoli e pulite; molto bello il disegno dei paraurti posteriore ed anteriore, che donano al retro e al muso un dinamismo efficace, ma equilibrato. Insomma non promette niente di più di quello che offre e non vuole stravolgere uno dei modelli più equilibrati della casa tedesca.

In città la Q3 si comporta davvero egregiamente. Tramite un tasto sul cruscotto, riusciamo a scegliere le varie modalità di funzionamento dell’impianto ibrido. Sono 3 le modalità principali: la prima sfrutta il solo motore elettrico, la seconda il meglio in combinazione tra elettrico e benzina, la terza permette al motore di ricaricare la batteria, per poi sfruttarla in seguito. In ogni caso l’abitacolo è perfettamente isolato acusticamente.

È ora di dirigerci fuori città, per una notte tra le vigne, in un castello rinascimentale a meno di 30 min da Treviso. Sì, avete letto bene: ad ospitarci per la notte è il “Castello di Roncade” (foto in copertina). Le camere sono appartamenti restaurati nelle vecchie torri di guardia, ma gli alloggi più spaziosi sono nel corpo centrale della villa.

Audi-Q3-retro-Castello-di-Roncade
Sullo sfondo le bellissime torri delle mura. La nostra Q3 Audi è circondata dal verde curato del castello.

L’esperienza è davvero suggestiva. All’interno del piccolo comune di Roncade, ci troviamo al cospetto di una bellissima cinta di mura, che abbracciano una villa Veneta del 1508, con annesso giardino (perfettamente curato, nonostante il periodo davvero infernale per gli albergatori).
L’atmosfera è appartata, all’interno di uno spazio raccolto, ma studiato nel particolare.

 

 

 

 

 

 

Quindi ci riposiamo, per poi degustare i vini della cantina del Castello.
Seguiteci nell’appuntamento di domenica prossima; scopriremo il gusto dei vini di un territorio profondamente legato alla sua storia, affascinante per la sua spontaneità. Una spontaneità che ritroviamo nei sapori dei suoi prodotti, che ritroviamo nello scambio con chi vive questi luoghi.

Un territorio con un legame profondo con le sue tradizioni, un territorio sorprendente…che scopriremo non essere solo prosecco.

(clicca QUI, per la seconda parte)




PANETTONE AVANZATO? Due Top Chef ci svelano come riciclarlo e creare piatti gourmet

DI CESARE ZUCCA –

( Italian and english)
Natale 2020. Un pranzo cone meno persone, una tavola meno imbadita del solito, ma comunque sempre rallegrata dal dolce classico delle Festività: il panettone. Mai come quest’anno ne potrebbe avanzare qualche fetta…Cosa fare? Con un occhio di dovere alla filosofia “no waste” (niente sprechi) cerchiamo il modo per riciclarlo, sì perchè del panettone non si butta via niente… anzi, ne si possono ricavare piatti gourmet dalla realizzazione non troppo impegnativa e dal gusto delizioso. Lo dimostrano due Top Chef veneti:  Alberto Basso, con il suo Tramezzino di panettone Loison allo zenzero e albicocca Cristopher Carraro con il suo Crostino di panettone Loison, zucca e zenzero. Conosciamoli meglio e scopriamo le loro ricette.

Alberto Basso e Cristopher Carraro

ALBERTO BASSO
Chef e patron del ristorante TreQuarti di Grancona nella suggestiva Val Liona, in provincia di Vicenza. Basso cresce professionalmente nella scuola degli chef Portinari poi al ristorante La Peca (due stelle Michelin) per entrare nella prestigiosa associazione JRE. Nel 2010 apre il ristorante TreQuarti la cui cucina valorizza il territorio, adotta tecniche innovative, mira alla soddisfazione del gusto. Basso è anche promotore de’ “Le alture”, appuntamento annuale per
la raccolta di ondi da destinare ad una borsa di studio per sostenere il percorso formativo di un giovane chef del territorio.

Il Ristorante TreQuarti nella Val Lione (Vicenza)

Alberto, il tuo ristorante è davvero in una zona green…
Si, siamo in mezzo a prati e sentieri. Pensa che da me passa solo una strada, tutt’intorno  c’è il verde dei campi. Molti dei miei clienti lasciano la città e vengono qui proprio per ‘staccare’.

Alberto Basso
Alberto Basso

Quindi un’ interessante destinazione-weekend ?
Certo, la Val Liona è una meta ideale per chi desidera respirare aria buona, per gli appassionati di trekking e per tutti gli amanti di foragin che, come me, amano raccogliere erbe sevatiche e conoscere i prodotti del territorio

i prodotti della Val Liona

Qualche erba in particolare?
I nostri boschi sono ricchi di aglio orsino, una pianta bulbosa dall’ arona così intenso che tutti pensano sia aglio. Le leggende da queste parti con mancano e si racconta che gli orsi, al risveglio del lungo letargo, si depurassero lo stomaco con queste erba.

Aglio Orsino

La tua ricetta ?
Un’idea che per recuperare in modo originale le fette avanzate del panettone che qui è proposto con prosciutto, yogurt, insalata e senape. Un tramezzino arrotolato che è diventato popolare in molti bar della zona. Ideale con l’aperitivo.

TRAMEZZINO DI PANETTONE ALBICOCCA E ZENZERO LOISON

La ricetta dello Chef Alberto Basso Foto: Aromi.group

Ingredienti
per 4 persone
4 fette di Panettone Loison allo zenzero e albicocca.
8 fette di prosciutto crudo spagnolo
6 foglie di insalata
150 g yogurt greco
3 cucchiaini di senape di Digione

Procedimento
Appiattire con un matterello le fette di panettone, rifilare i bordi eliminando la crosta, realizzando così dei rettangoli.
Incorporare la senape nello yogurt e, dopo aver mescolato bene, spalmare questa crema sulle fette di panettone. Adagiare le foglie di insalata e per ultimo stendere il prosciutto.
Con l’aiuto del cellophane arrotolare la fetta, realizzando così un rotolo compatto.
Mettere il rotolo nel frigo per 10/15 minuti per renderlo più sodo. Al termine, togliere il cellophane, tagliare il rotolo a fette larghe e servire

Il panettone Loison con zenzero e albicocca viene trasformato in girelle.

CRISTOPHER CARRARO
Inizia il suo percorso da giovanissimo. A soli 18 anni diventa capopartita nel ristorante stellato Trussardi alla Scala di Milano con lo chef Andrea Berton; successivamente collabora con il Don Lisander di Milano e Carlo Cracco. A 21 anni decide di approfondire le sue conoscenze recandosi prima negli Stati Uniti e poi a Londra. Rientrato in Italia collabora con chef pluri stellati tra cui Antonino Cannavacciuolo e Enrico Bartolini. Nel 2017 consegue la sua prima stella nella Guida Michelin. Segue l’esperienza che Christopher ricorda con immenso piacere: uno stage presso l’iconico Noma di Copenhagen. Nel 2018 realizza il suo sogno: a Bassano del Grappa apre il suo Ristorante Impronta, dove la cucina, grazie alla suggestiva vetrata, si trasforma in un palcoscenico dove lo Chef e la sua brigata sono i protagonisti.

Lo Chef in vetrina

Carraro ama dosare i suoi piatti  con equilibri e contrasti. Curioso, sempre alla ricerca di nuovi stili e di materie prime da valorizzare e rispettare. Una cucina che non risparmia sorprese, citare polenta e baccalà in versione dessert e spaghetto in saor, combinazione rivisitata della tradizionale sarda e cipolle, sposati alla pasta.

Il Ristorante Impronta a Bassano del Grappa, Vicenza

Christopher, domanda di rito sui tuoi weekend preferiti, Dove e con che auto?
Trentino, Cortina…tutte le zone limitrofe. Le conosco bene e amo tornarci anche perchè scopro nuove tradizioni e delizie gastronomiche sempre interessanti. Avevo una familiare e sono passato a un firgone Fiat Fiorino, spazio ideale soprattutto per la spesa e per quando vado al mercato del pesce.
Il tuo menu ha un’interessante sezione green. Me ne vuoi parlare?
Ho iniziato a considerare le verdure non solo come un elemento di contorno ma anche come un protagonista del piatto, Le ho studiate usando nuove tecniche di cotture e affumicature e proponendole in un itinerario green di sei portate.
E’ avanzato del panettone… La tua ricetta ‘recupero’?
Un finger food sfizioso. Lo definirei un “piatto del recupero” rivisitato con un tocco di eleganza, dove il sapore intenso della zucca sposa il gusto vivace del tartufo

CROSTINI DI PANETTONE, ZUCCA E TARTUFO

Crostino di panettone, zucca e tartufo

Ingredienti
per 4 persone ?
1 Zucca
Panettone Classico Loison
Burro
Tartufo nero, due fettine a crostino  ………………………..salsa tartufata di qualità.
Erbe aromatiche (salvia, timo e rosmarino) a piacere
Sale q.b
Procedimento
Tagliare la zucca in 4 grandi spicchi e metterla in forno per un’ora a 180°C con olio sale e rosmarino Togliere la polpa dalla scorza della zucca e metterla in una ciotola in vetro con olio, pepe, sale e timo. Schiacciare e mescolare il tutto. Tagliare il panettone in fette, rifilare e dividere in fettine rettangolari. Poi tostarle sul grill o al forno. Affettare il tartufo.
Impiattamento
Su un piatto da portata disporre le fettine tostate di panettone, con l’aiuto di due cucchiai formare delle piccole quenelle di crema di zucca e da adagiare sui crostini. Completare con il tartufo.

Da un panettone avanzato nasce un crostino gourmet

INFO
TreQuarti
Piazza del Donatore, 3/4, 36040 Grancona (Vicenza)
tel. +39 0444 889674
Impronta
via Angarano 7, Bassano del Grappa (Vicenza)
tel. +39 0424 235519

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. V
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

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Christmas 2020. A lunch with fewer people, a less dull table than usual, but always cheered up by the classic dessert of the Holidays: panettone. Never as this year could a few pieces remain … What to do? With an eye to the philosophy of “no waste” (no waste) we look for a way to recycle it, yes because nothing is thrown away from the panettone … indeed, it is possible to obtain gourmet dishes that are not too demanding and have a delicious taste. . This is demonstrated by two Venetian Top Chefs: Alberto Basso, with his Loison panettone sandwich with ginger and apricot and Cristopher Carraro with his Loison panettone crostino, pumpkin and ginger. Let’s get to know them better and discover their recipes.

Alberto Basso e Cristopher Carraro

ALBERTO BASSO
Chef and patron of the TreQuarti di Grancona restaurant in the suggestive Val Liona, in the province of Vicenza. Basso professionally grew up in the Portinari chef school then at the La Peca restaurant (two Michelin stars) to join the prestigious JRE association. In 2010 he opened the TreQuarti restaurant whose cuisine enhances the territory, adopts innovative techniques and aims at satisfying taste. Basso is also the promoter of “Le alture”, an annual event for the collection of waves to be allocated to a scholarship to support the training course of a young local chef.

Il Ristorante TreQuarti nella Val Lione (Vicenza)

Alberto Basso
Alberto Basso

Your recipe? An idea that to recover in an original way the leftover slices of the panettone that is proposed here with ham, yogurt, salad and mustard. A rolled sandwich that has become popular in many bars in the area. Ideal with an aperitif.
TRAMEZZINO PANETTONE WITH APRICOT AND LOISON GINGER

La ricetta dello Chef Alberto Basso Foto: Aromi.group

Ingrediants for 4 people 4 slices of Panettone Loison with ginger and apricot. 8 slices of Spanish cured ham 6 salad leaves 150 g Greek yogurt 3 teaspoons of Dijon mustard
Method Flatten the panettone slices with a rolling pin, trim the edges by removing the crust, thus creating rectangles. Incorporate the mustard into the yogurt and, after mixing well, spread this cream on the panettone slices. Place the salad leaves and finally spread the ham. With the help of cellophane, roll up the slice, thus creating a compact roll. Put the roll in the fridge for 10/15 minutes to make it firmer. When finished, remove the cellophane, cut the roll into large slices and serve

Il panettone Loison con zenzero e albicocca viene trasformato in girelle.

CRISTOPHER CARRARO
He began his career at a very young age. At the age of 18 she became head of the party in the starred restaurant Trussardi alla Scala in Milan with the chef Andrea Berton; later he collaborates with Don Lisander of Milan and Carlo Cracco. At 21 he decides to deepen his knowledge of him by going first to the United States and then to London. Back in Italy, he collaborates with multi-starred chefs including Antonino Cannavacciuolo and Enrico Bartolini. In 2017 he achieved his first star in the Michelin Guide. This is followed by the experience that Christopher remembers with immense pleasure: an internship at the iconic Noma in Copenhagen. In 2018 he realized his dream: in Bassano del Grappa he opened his Impronta Restaurant, where the kitchen, thanks to the suggestive glass window, turns into a stage where the Chef and his team are the protagonists.

Lo Chef in vetrina

Il Ristorante Impronta a Bassano del Grappa, Vicenza

Some Panettone is left over … Your ‘recovery’ recipe? A delicious finger food. I would define it as a “recovery dish” revisited with a touch of elegance, where the intense flavor of the pumpkin marries the lively taste of the truffle
CROUTONS OF PANETTONE, PUMPKIN AND TRUFFLE

Crostino di panettone, zucca e tartufo

Ingrediants for 4 people
1 Pumpkin Loison Classic Panettone Butter Black truffle, two slices on toasted bread, quality truffle sauce. Aromatic herbs (sage, thyme and rosemary) to taste Salt to taste Method Cut the pumpkin into 4 large wedges and put it in the oven for an hour at 180 ° C with oil, salt and rosemary Remove the pulp from the rind of the pumpkin and put it in a glass bowl with oil, pepper, salt and thyme. Crush and mix everything. Cut the panettone into slices, trim and divide into rectangular slices. Then toast them on the grill or in the oven. Slice the truffle. Plating On a serving dish arrange the toasted slices of panettone, with the help of two spoons form small quenelles of pumpkin cream and lay on the croutons. Complete with the truffle.

Da un panettone avanzato nasce un crostino gourmet




Caorle, un weekend dove il campanile è pendente e il mare sempre green

Caorle è un borgo per tutte le stagioni. Annoverato tra i Borghi Storici Marinari – Gioielli d’Italia, in estate spicca per i suoi 18 km di spiagge Bandiera Blu e Bandiera verde, mentre in autunno e in primavera, ma anche in inverno, dal momento che le temperature sono miti, accoglie i visitatori con la sua tradizione peschereccia, che fonde cultura ed enogastronomia, itinerari ciclabili, aree naturalistiche protette, arte moderna e architetture medievali.

Le case di CaorleCaorle è anche chiamata la “piccola Venezia”, e il perché lo si capisce passeggiando tra le minuscole calli e i campielli, tra case dai colori vivaci, mentre il porto e la laguna raccontano il passato di un antico villaggio di pescatori.  Scopriamola insieme!

Caorle, arte e storia nel centro storico

Cominciate la visita del centro storico da piazza Vescovado, dove sarete subito colpiti dal campanile pendente, che si erge di fronte al duomo. La sua forma cilindrica richiama i modelli ravennati di tradizione bizantina con elementi romanici. Alto 48 metri, ha una lieve pendenza verso est che salta subito all’occhio. L’interno è stato recentemente ristrutturato e le scalinate di legno consentono di raggiungere la cima per ammirare il panorama della spiaggia, della laguna e della diga.

L’edificio più antico della città è invece il Duomo, dedicato a Santo Stefano Protomartire, eretto nel 1038. Splendida la facciata, divisa in tre parti dalle lesene e con il bel portale centrale con due bassorilievi di impronta bizantina.

All’interno, conserva invece due tesori di grande valore. La Pala d’Oro, posta dietro l’altare maggiore, risale al periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Finemente cesellata, si pensa sia stata realizzata a Venezia per gli elementi di influsso bizantino e la leggenda vuole che sia stata donata dalla regina Cornaro ai cittadini di Caorle come segno di ringraziamento per averla salvata da un naufragio.

Alla base del tabernacolo nell’abside alla fine della navata sinistra si trova invece un’ara funeraria romana del I sec d.C, appartenuta alla famiglia Licovi. Uscendo dalla cattedrale, vale una visita il Museo del Duomo, dove sono esposti oggetti liturgici, paramenti sacri e altri cimeli della millenaria storia vescovile.

La passeggiata Scoglieraviva e il Santuario della Madonna dell’Angelo

Da Piazza Vescovado prendete poi la scalinata che porta alla diga per una delle passeggiate più belle dell’Alto Adriatico. La diga ha origini molto antiche ed è stata costruita sulle rovine delle mura medievali che proteggevano il borgo dai pirati e dai nemici. Sui massi di trachite che ricoprono lo strato più antico, oggi si possono ammirare le opere d’arte di Scoglieraviva, un vero e proprio museo a cielo aperto, scolpite negli anni da artisti di fama nazionale e internazionale.

Imperdibile una visita al Santuario della Madonna dell’Angelo, che sembra emergere dalla scogliera, all’inizio della spiaggia di Levante. Le sue origini risalgono al VI o al VII secolo, quando viene dedicata a San Michele Arcangelo. Secondo la leggenda, alcuni pescatori videro galleggiare una statua della Madonna con il Bambino in braccio posta su un pesante piedistallo di marmo. Provarono a trasportarla in duomo, ma non ce la fecero.

il mare di CaorleImpresa che riuscì invece ad alcuni bambini. Tuttavia, il giorno dopo, la statua venne ritrovata nella chiesetta sul promontorio, che da allora venne chiamata Chiesa della Madonna dell’Angelo. L’aspetto attuale risale al 1751 e spicca per la navata unica con il bel portico in stile palladiano.

In via Strada Nuova si trova anche il Museo Nazionale di Archeologia del Mare, che custodisce reperti compresi tra la preistoria e l’età contemporanea che raccontano la storia di Caorle.

Caorle e la tradizione della pesca

Un’altra buona, anzi, buonissima occasione per visitare Caorle in ogni stagione, o per organizzare un weekend fuori porta, è la sua tradizione marinara. Il borgo è ancora abitato dai pescatori e ogni pomeriggio, in qualsiasi stagione dell’anno, dalle 15.30, si può assistere all’arrivo delle barche cariche di pesce freschissimo che entrano nel Rio Interno ed entrano nel Porto Peschereccio.

Il pesce viene poi portato nel vicino Mercato Ittico Comunale, dove ha luogo la tradizionale “asta a orecchio”. Ogni potenziale acquirente sussurra all’orecchio dell’astatore la propria proposta. Alla fine, l’asta viene aggiudicata al miglior offerente, annunciato ad alta voce. Un altro spettacolo assai suggestivo è quello che consente di ammirare lungo il Rio Interno i pescatori intenti a preparare le reti e le barche per la giornata successiva.

…scopri la migliore tradizione enogastronomica di Caorle, gli itinerari green e gli eventi d’autunno nella 2° pagina…

Caorle, borgo gourmet

Grazie al progetto Gusta Caorle, il borgo marinaro è diventata una delle mete gourmet dell’Alto Adriatico. Durante tutto l’anno, infatti, un ricco programma invita a conoscere i sapori e i saperi locali, a gustare le specialità tipiche e i prodotti a KM zero, con eventi nei ristoranti e appuntamenti culinari.

A fare la parte del leone nella cucina caorlotta è ovviamente il pescato freschissimo, tra cui spicca il moscardino, un piccolo polpo perfetto per gli antipasti, il canestrello, un mollusco dal sapore delicato ottimo alla griglia, le vongole di mare bio (una certificazione unica in tutta Italia) allevate e raccolte nell’area antistante Vallevecchia, zona naturalistica protetta e Sito di Interesse Comunitario. Tra i piatti imperdibili troviamo i classici spaghetti alle vongole, i moscardini in umido con la polenta, il risotto ai canestrelli bianchi, le sarde in saor, i bigoli in salsa e le grigliate di pesce.

Ottimi anche i prodotti dell’entroterra, tra cui il formaggio Montasio DOP, il riso superfino carnaroli, il miele di barena, la birra artigianale e i vini locali.

L’esperienza gastronomica caorlotta si può poi vivere tutta l’anno. Per esempio si parte con un tour dal Porto Peschereccio e si continua con una degustazione dei tipici cicchetti nel vicino Bacaro. Oppure si può prendere parte al Tour Aperitivo Caorlotto, con tappa nei locali aderenti all’iniziativa per scoprire il borgo e le sue prelibatezze.

A Caorle il turismo è green e slow

Soprattutto in autunno, il litorale di Caorle offre la possibilità di vederne un aspetto inedito, fatto di dune sabbiose, pinete secolari e aree naturalistiche protette, da esplorare attraverso percorsi a piedi o in bicicletta.

La laguna di Caorle, infatti è una delle più grandi dell’Alto Adriatico ed è stata dichiarata Sito di Interesse Comunitario per la ricchissima flora, gli uccelli migratori e stanziali e la grande varietà di pesci.

Sull’Isola dei Pescatori, da non perdere una visita ai Casoni, le antiche abitazioni delle famiglie dei pescatori, costruite in legno e canne palustri. Oggi, molte sono di proprietà privata, mentre altre ospitano ristoranti e locali. Costruzioni talmente affascinanti da colpire la fantasia di Ernest Hemingway, che li descrisse in alcune pagine del suo romanzo “Di là dal fiume tra gli alberi” del 1950.

Nel territorio di Ca’ Corniani, a pochi km da Caorle, è in dirittura d’arrivo una pista ciclopedonale di 32 km, molti dei quali già percorribili, che si collega al borgo e al percorso Giralivenza, attraversando aziende agricole, boschi, vigneti ed edifici storici.

Sempre da Caorle si può poi raggiungere Duna Verde attraverso una pista ciclabile illuminata di 10 km, passando per le località di Porto Santa Margherita e Altanea.

Nell’area bonificata di Vallevecchia, di grande interesse ecologico, un percorso ciclabile, ma percorribile anche a piedi o a cavallo, consente di esplorare la pineta, una zona agraria, le splendide dune e il suggestivo litorale sabbioso. Qui si trova anche il bel Museo Ambientale (MAV), che vale una sosta.

Gli eventi in autunno da non perdere

Tra gli eventi d’autunno da non perdere a Caorle c’è la tradizionale Festa del Pesce, in programma dal 18 al 20 settembre. Sulla spiaggia della “Sacheta”, adiacente al Santuario della Madonna dell’Angelo, di potrà degustare pesce fritto o alla griglia, comodamente seduti in riva al mare. Il venerdì e il sabato dalle 18 alle 22, la domenica solo a pranzo dalle 11.30. Per l’occasione in spiaggia sarà presente la ricostruzione di un Casone. Fitto anche il programma di eventi collaterali.

Nello stesso weekend, nel centro storico di Caorle si tiene anche lo Street Wine Caorle, a partire dalle 17, e il Caorle Independent Film Festival.

COME ARRIVARE

In auto: A4 Venezia – Trieste, con uscite San Donà di Piave, San Stino di Livenza o Portogruaro. Poi indicazioni per Caorle.

DOVE DORMIRE

*Villa Roma***, viale Falconara 49, Caorle (VE), tel 0421/81152, www.hotelvillaroma.com. In posizione strategica, a pochi passi dal centro storico e a pochi minuti dalla spiaggia di levante, dispone di 30 camere con bagno, TV satellitare, frigobar, wifi.

*Savoy***S, via Pascoli 1, Caorle (VE), tel 0421/81879, www.savoyhotel.it In posizione centralissima, la struttura si affaccia direttamente sul mare. Le camere sono provviste di balconate con sedie e sdrai. Piscina con idromassaggio. Colazione a buffet e menù con piatti locali, nazionali e internazionali di carne e di pesce.

DOVE MANGIARE

*Da Bepi, Piazza Veneto 6, Caorle (VE), tel 0421/81123, www.sarahotel.it/ristorante/ Ricco menù alla carta con piatti di pesce sempre fresco. Anche piatti di carne, vegetariani e gluten free. Ampia carta dei vini.

*Cason Grottolo, via dei Casoni, Caorle (VE); tel 338/2684686. Per chi vuole vivere l’esperienza unica di mangiare in un antico casone. Si mangia all’aperto il pesce appena pescato e cucinato sulla griglia, accompagnato dai vini locali, come il Prosecco o il Bianco di Lison.

INFO

www.caorle.eu




A Porto Tolle (RO) e Vico Equense (NA) le nuove Bandiere Blu

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle nuove spiagge insignite della Bandiera Blu, il prestigioso riconoscimento internazionale istituito nel 1987 dalla Foundation for Enviromental Education (FEE), organizzazione no profit con sede in Danimarca, che premia i lidi marini o lacustri con le spiagge più pulite, ma anche con più servizi e progetti ambientali e didattici.

Tra le nuove Bandiere Blu 2020 ci sono le spiagge di Porto Tolle (RO), nel Parco del Delta del Po veneto, e ben quattro spiagge nel comune di Vico Equense (NA), situate tra il Golfo di Napoli, i monti Lattari e il Golfo di Salerno.

Le Bandiere Blu di Porto Tolle, gioielli del Delta del Po

Per la prima volta nel 2020 hanno ottenuto la Bandiera Blu le spiagge di Boccasette, Barricata e Spiaggia delle Conchiglie, a Porto Tolle, nell’area del Polesine, che si aggiungono alle altre due spiagge venete già “bandiera blu”: Albarella e Rosolina.

La spiaggia di Boccasette, si trova nell’omonima frazione di Porto Tolle, nella parte più estrema del Delta del Po, che si affaccia sul Mar Adriatico e si compone di lunghe lingue e dune di sabbia, dette “scanni”, una sorta di barriera naturale creata dalle maree che trasportano il materiale sabbioso trasportato dal Grande Fiume. Per loro natura, gli “scanni” sono molto instabili e cambiano spesso di forma. La vegetazione della zona è composta solo da canne palustri e cespugli.

La spiaggia si raggiunge percorrendo una stradina asfaltata dalla frazione di Boccasette e poi attraverso un ponticello di legno che collega l’argine allo “scanno”. La sabbia è soffice e dorata, con dune attorno alle quali trovano il loro ambiente favorevole colonie di beccacce. Il mare è azzurro, con fondali sabbiosi e dolci, ideali per le famiglie. Qui si trovano anche quattro stabilimenti balneari con servizio bar e ristorante.

La spiaggia di Barricata, invece, è una vera e propria isola di più di 3 km che si trova tra il mare e un ramo del delta del Po. La si raggiunge attraverso un suggestivo pedonale mobile che consente di attraversare il Po di Tolle. La sabbia è soffice e l’ambiente è quello suggestivo del Parco del Delta del Po, con possibilità di organizzare uscite per il birdwatching e gite in barca nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po.

Da non perdere una gita lungo la Sacca degli Scardovari, nei pressi del porto, uno dei luoghi più belli del delta. Una curiosità: a Barricata il cantante Zucchero ha ambientato il video della sua canzone “Voci”.

In località Bonelli di Scarvadori, nelle vicinanze di Barricata, si trova la terza nuova Bandiera Blu veneta, la Spiaggia delle Conchiglie. Alla sabbia fine e dorata e al mare trasparente si aggiungono i servizi, tra stabilimenti, punti ristoro e campi di beach volley immersi in una pineta.

INFO: www.polesineterratraduefiumi.it e www.prolocoportotolle.org

…scopri nella 2° pagina le spiagge Bandiera Blu a Vico Equestre (NA)…

Vico Equense (NA) fa il pieno di Bandiere Blu

È il primo paese della penisola sorrentina e spicca per il bel centro storico con scorci che si affacciano sul mare a strapiombo. Vico Equense si trova a dieci minuti di treno da Sorrento e nel 2020 il suo litorale ha fatto il pieno di Bandiere Blu. Tra le spiagge insignite del prestigioso riconoscimento ci sono la Marina di Seiano, Scrajo Mare, Marina di Vico, Bikini e Capo la Gala.

Cominciamo dalla bella Marina di Seiano, che ammalia il visitatore con spiagge chiare e un mare limpido e azzurro. Si trova nella frazione omonima, a circa 3 km dal centro di Vico. Si distingue per la sua vocazione al turismo balneare, con strutture alberghiere che spaziano da quelle di lusso a quelle per famiglie e viaggiatori “zaino in spalla”. Il borgo, invece, si visita percorrendo a piedi le stradine piccole e tortuose. Da non perdere una visita alla chiesa di San Marco, a pianta centrale, sormontata da una cupola, del 1796.

A poca distanza da Seiano merita una vista il borgo di pescatori di Marina Aequa, con la sua deliziosa spiaggia di sabbia mista a ciottoli, e il suo piccolo porticciolo, su cui vigila la Torre di Caporivo, medievale, e ricostruita nel 1608. Tra i piccoli gioielli da scoprire c’è la chiesa di Sant’Antonio, patrono del borgo, e oggetto di una solenne processione sul mare, che si tiene ogni anno il 13 giugno. Prendendo la strada che parte dalla chiesa si arriva a un altro edificio religioso molto antico, la Chiesa di Santa Maria Vecchia, che custodisce molti ex voto.

Scrajo Mare, seconda Bandiera Blu, è caratterizzata da un crinale che scende verso il mare, da cui il nome “scrajo”, dal latino scrapeus, cioè “scosceso”. La spiaggia è lunga e stretta, mentre nella parte alta si trovano alcune piattaforme in cemento. Qui si trovano le Terme di Scrajo, dove trascorrere una giornata all’insegna del relax sfruttando le proprietà benefiche delle acque sulfuree che sgorgano da sorgenti sottomarine, conosciute già ai tempi dei Romani. L’ingresso alle Terme comprende anche il lettino sulla terrazza solarium con accesso al mare.

Marina di Vico è invece collegata al centro storico di Vico Equense da una strada sulla quale si incontrano i resti di un’antica villa romana di epoca augustea. In alternativa, ci si può arrivare anche attraverso le scale che costeggiano le mura di Castello Giusso, fatto costruire da Carlo D’Angiò tra il 1284 e il 1289. Tra le sabbie dorate e le acque cristalline è possibile scorgere, tra la vegetazione, i resti degli antichi mulini del Seicento, le cui grandi macine erano azionate dalle acque della sorgente Sperlonga.

Moderna e attrezzata, la spiaggia di Bikini è caratterizzata da sabbia e ghiaia, e si trova su una bella insenatura. Il complesso turistico include un lido e un ristorante.

Infine, la Bandiera Blu sventola anche su Capo La Gala, su cui si affaccia il cinque stelle Capo la Gala Hotel & Wellness, struttura da sogno con ristorante, il Maxi, con una Stella Michelin.

INFO: www.vicotourism.it




Veneto, una regione per tutte le vacanze

Amate il mare, la montagna, il lago, le città d’arte, le terme o siete appassionati di turismo enogastronomico? Se amate spaziare tra tutte queste opportunità la meta della vostra prossima vacanza non può essere che il Veneto, dove tutto è stato predisposto per accogliere i visitatori in tutta sicurezza, nel rispetto delle norme anti Covid, dalle spiagge agli hotel, dai ristoranti ai campeggi agli appartamenti.

Al mare in Veneto, tra spiagge infinite e mare azzurro

Spiagge dalla sabbia morbida che accompagna pian piano verso il mare, con ombrelloni e stabilimenti attrezzati e attività all’insegna del relax, dello sport e del divertimento sono gli “ingredienti” di un’estate in Veneto. Potete, per esempio, scegliere Bibione  che vanta il primato di spiaggia più grande d’Italia e proprio per questo può garantire “posti al sole” spaziosi, con postazioni che offrono fino a 64 metri di libertà. La propria postazione, poi, si può prenotare direttamente on line sul sito www.bibionespiaggiaonline.com per evitare assembramenti. I prezzi? Tra 17,50 e 20,50 euro per una giornata al mare, a seconda delle sistemazioni. Da non perdere poi la Passeggiata Adriatico, una pista ciclopedonale unica in Italia lunga 9 km che si snoda lungo la costa di Bibione dalla laguna al faro e fino alla foce del Tagliamento, tra il verde della pineta e l’azzurro del mare.

Viaggiate con i bambini o con un amico a quattro zampe? Allora la vostra spiaggia ideale è Jesolo , che offre chilometri di spiaggia e acque cristalline a misura di bambino e di…pelosi. Non solo, la spiaggia è stata premiata con la Bandiera Blu e la Bandiera Verde. Inoltre, la Bau Bau Beach vanta il primato di essere stata la prima spiaggia attrezzata in Italia per gli amici a quattro zampe ed è la più famosa di tutta la Riviera Adriatica.

Per chi ama le vacanze a contatto con la natura, invece, consigliamo Cavallino Treponti, che vanta il primato di distretto europeo per le vacanze all’aria aperta con la più alta concentrazione di campeggi. Fiore all’occhiello, l’immensa spiaggia che corre ininterrottamente per 15 km dal Faro di Cavallino a Punta Sabbioni ed è interamente ricoperta di sabbia fine e dorata, tra dune e pinete. Proprio l’ampiezza della spiaggia garantisce un distanziamento tra gli ombrelloni da 16 a 50 mq.

Se invece volete unire in una sola vacanza il soggiorno al mare e la scoperta della storia e delle tradizioni, scegliete Caorle, antico borgo di pescatori dalla storia millenaria, con un centro storico da cartolina, tra campielli, calli e le tipiche abitazioni veneziane. Fermatevi per una visita al Duomo medievale del 1038 con il campanile cilindrico. La spiaggia, invece, è lunga ben 18 km e dispone sia di tratti attrezzati che di zone libere. Non a caso, Caorle conserva da anni la Bandiera Blu e ha guadagnato anche la Bandiera Verde come spiaggia “a misura di bambino”.

Doppia Bandiera, Blu e Verde, anche per Sottomarina Lido, con la sua spiaggia lunga 10 km e larga 300 metri che vanta una sabbia finissima e ricca di minerali, mentre l’aria ricca di iodio è consigliata per le cure elioterapiche. Nelle vicinanze si può visitare Chioggia, che nel 1987 ha ricevuto dall’UNESCO il prestigioso riconoscimento di “Città d’arte” e “Città di mare” per la sua lunga storia che risale al Medioevo, quando era la “capitale del sale”, poi divenne la seconda città del Dogado della Repubblica Serenissima per importanza politica e commerciale.

…preferisci la montagna? Leggi che cosa offre il Veneto nella 2° pagina…

 In Veneto una montagna per tutti

Il Veneto offre splendide montagne che vanno calle morbide colline alle cime “lunari” delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, dove poter trascorrere una vacanza rilassante oppure sportiva nella natura.

Se amate passeggiare tra prati e boschi potete scegliere Asiago (VI), capoluogo dell’Altopiano dei Sette Comuni. Assocerete subito il nome al rinomato formaggio DOP, che qui viene prodotto. Tra un trekking, una passeggiata e un percorso in MTB non mancate di visitare in città il Sacrario Militare del Leiten, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale e l’Osservatorio astrofisico e astronomico.

Oltre ad Asiago, l’Altopiano comprende anche i Comuni di Rotzo, Roana, Lusiana, Conco, Gallio, Foza ed Enezo, piccoli borghi tranquilli per chi è alla ricerca di una vacanza tranquilla e ricca di bellezze naturali, come le malghe, dove si producono latte, burro e i rinomati formaggi.Lasciatevi poi sorprendere dagli straordinari paesaggi della Lessinia, terra di leggende, di fate e di streghe, ma anche di storia e natura. Basti pensare che qui, 50 milioni di anni fa, c’era il mare, che oggi restituisce un patrimonio di fossili unico al mondo. Da non perdere anche una visita al ponte naturale di Veja, un gigantesco architrave che costituisce l’ingresso di una caverna carsica.

Per una vacanza di natura e relax c’è Recoaro Terme, sempre nel vicentino. Oltre al rinomato stabilimento termale potrete andare alla scoperta della splendida Conca di Smeraldo dove nascono le acque benefiche e sgorgano sorgenti di acqua pura e cristallina. Le Piccole Dolomiti, invece, sono la “palestra” ideale per gli appassionati di escursioni, MTB, ma anche parapendio e arrampicata. Da non perdere una visita all’affascinante Montagna Spaccata, profonda 90 metri.

Per una vacanza di riflessione, potete invece visitare il Monte Grappa (VI), considerato il “monte sacro alla Patria” per le testimonianze degli eventi bellici della Prima e Seconda Guerra Mondiale, tra cui l’imponente Sacrario. Se invece siete appassionati di parapendio o di altri sport di “volo libero”, il Monte Grappa è famoso in tutto il mondo per le sue correnti ascensionali.

Chi vuole andare alla scoperta della montagna meno conosciuta del Veneto, può scegliere l’area di Alpago, Cansiglio e Nevegal. Il fulcro è il Lago di Santa Croce, con le sue acque azzurre, circondato dalle foreste di Alpago che si alternano agli ampi pascoli. L’Alpe di Nevegal, invece, sorprende per i suoi splendidi panorami che, nelle giornate terse, lasciano spaziare la vista vino alla laguna veneta. Il Cansiglio, invece, vanta la seconda foresta italiana (ben 7000 ettari!) di faggi e abeti. Per gli amanti delle passeggiate.

Non dimentichiamo poi che in Veneto si trova anche la “regina delle Dolomiti” Cortina d’Ampezzo, meta del jet set internazionale, ma anche città d’arte e di tradizioni. Tra le cime tutelate dall’UNESCO potete raggiungere da qui l’Antelao, Sorapiss, le Tofane, la croda Rossa e il Cristallo e sbizzarrirvi tra trekking, arrampicate, alpinismo, MTB, grazie agli oltre 300 km di sentieri.

Auronzo di Cadore (BL) è invece il punto di partenza per raggiungere le famose Tre Cime di Lavaredo, anch’esse Patrimonio Unesco. Potete poi passeggiare lungo le rive del lago di Santa Caterina, mentre se siete amanti delle due ruote potete cimentarvi lungo la nuova ciclabile che collega il centro del paese a Misurina. Per i più piccoli, invece, c’è il divertente Tre Cime Adventure Park oppure la Fun Bob, la pista di Bob più lunga del mondo.

Poco distante da Cortina, San Vito di Cadore è il punto di partenza per raggiungere l’Antelao e il Pelmo, entrambi nella lista UNESCO, che regalano una natura incontaminata e paesaggi mozzafiato. Tra le esperienze da non perdere una pedalata sulla Lunga via delle Dolomiti, la ciclabile che collega Cortina a Calalzo di Cadore, e una puntatina a Mondeval dove è stato ritrovato un cacciatore preistorico vissuto 7000 anni fa, noto come “l’uomo di Mondeval”, attualmente conservato al Museo di Selva di Cadore.

A Pieve di Cadore si può invece visitare la casa natale del pittore Tiziano Vecellio e il curioso Museo dell’Occhiale. In Cadore si trova anche Cibiana, noto come “il paese dipinto” con le sue case in pietra decorate con grandi murales che raccontano la storia dei suoi abitanti.

Altre splendide valli sono la Valle di Fodom sovrastata dal maestoso gruppo dolomitico del Sella, Conca Agordina, la porta meridionale delle Dolomiti Patrimonio UNESCO, tra cui il massiccio del Civetta, paradiso degli alpinisti più esperti, le Pale di San Lucano, con le pareti a precipizio, le cime di San Sebastiano, che regalano paesaggi quasi lunari, e l’impressionante Monte Agner.

Cuore della Valle del Biois è Falcade, punto di partenza per vette di rara bellezza, tra cui la Marmolada, la Civetta, e le Pale di San Martino. I massicci del Pelmo e del Civetta dominano anche la Val di Zoldo, un angolo ancora incontaminato che confina con la parte settentrionale del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, con testimonianze del passato a vocazione mineraria, tra cui il Museo del Ferro e del Chiodo e il Museo Etnografico della Val di Goima e Val di Zoldo.

Racchiusa tra l’abbraccio del massiccio del Civetta e il lago, la cittadina di Alleghe consente di vivere una vacanza all’insegna del relax e della tranquillità, con possibilità di noleggiare canoe, kajak e pedalò per una rilassante gita sul lago.

Borghi antichi, tra cui Pescul e Santa Fosca, boschi secolari e vette dolomitiche costituiscono il paesaggio sorprendente della Val Fiorentina, mentre da Rocca Pietore si può partire per esplorare la suggestiva Val Pettorina, porta di ingresso a una delle mete più amate dagli alpinisti, la Marmolada, che con i suoi 3343 metri è la più alta vetta dolomitica. Merita una visita anche Sottoguda, annoverato nella lista dei Borghi Più Belli d’Italia del Touring Club.

Lasciatevi poi sorprendere dalla Val Belluna, ancora poco popolata e caratterizzata da una natura selvaggia e incontaminata, che si estende lungo il corso del fiume Piave, a sud della provincia di Belluno. L’area è inclusa nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e comprende il Monte Serva, i Monti del Sole e il gruppo della Schiara, mete degli appassionati di arrampicata provenienti da tutto il mondo per le pareti verticali. Da non perdere, per gli appassionati di storia e tradizioni, una visita a Belluno, oppure ai borghi medievali di Feltre e Mel, anch’essi tra “i più belli d’Italia”, o, ancora seguire le orme di Dino Buzzati nella Valmorel.

Infine, per conoscere da vicino la storia e le tradizioni ladine, non perdetevi un passaggio o un soggiorno a Colle Santa Lucia, uno dei 18 Comuni che formano la Ladinia, la comunità di lingua ladina che sorge intorno al gruppo del Sella, situato a 1453 metri di altezza. Cuore della tradizione ladina è Livinallongo del Col di Lana, in ladino Fodòm, composto da borgate e frazioni, la cui più grande è Pieve, che ospita il Museo di Storia, Usi e Costumi della Gente ladina.

…vacanze al lago? Scopri le località in Veneto a pagina 3…

 Il Garda e gli altri laghi del Veneto

Il Lago di Garda occupa buona parte del territorio del Veneto. Sulle sue sponde si affacciano località rinomate per le bellezze paesaggistiche e per le eccellenze enogastronomiche.

Come Bardolino, antico villaggio di pescatori sulla sponda veronese del lago, divenuta celebre per l’omonimo vino. Qui sono ancora vive le testimonianze del prestigioso passato, tra mura antiche, castelli, palazzi, e le chiese di San Zeno e San Severo che hanno visto passare imperatori, monaci e nobili. Da qui passa la Strada del Vino di Bardolino, mentre gli appassionati di sport acquatici, ma anche di trekking e passeggiate possono sbizzarrirsi tra il lungolago e le colline.

Sulla Riviera degli Ulivi si trovano invece Brenzone e le sue sedici frazioni che accompagnano il visitatore dalle sponde del Lago di Garda alla cima del Monte Baldo, a circa duemila metri. I sentieri per la vetta partono da Prada e si può camminare sulle tracce degli antichi boscaioli e allevatori, oppure salire comodamente con gli impianti di risalita di Prada-Costabella per uno spettacolo mozzafiato del lago dall’alto.

Rinomata località di villeggiatura, Garda vanta una delle spiagge lacustri più estese della Riviera degli Ulivi e un centro storico affascinante, tra vicoli, ville nobiliari, come la cinquecentesca Villa Brenzoni Guarienti e Villa Albertini. Da non perdere una visita al Castello di Garda e una sosta gastronomica per gustare il rinomato pesce di lago.

Un’altra perla della Riviera degli Ulive è Lazise, prestigiosa località di villeggiatura sulla sponda orientale del Lago di Garda che reca ancora testimonianze del suo passato medievale, come la Rocca Scaligera e la cinta muraria che circonda il centro storico dove si snodano suggestivi vicoli dalle atmosfere antiche.

Splendida la piazza che si affaccia sul piccolo porto, dove si può vedere la Dogana Veneta, costruita ai tempi della dominazione della Serenissima, che qui teneva una piccola flotta di imbarcazioni per controllare i commerci. Nella zona di fronte al porto si trovano ancora alcuni relitti di navi. Nella frazione di Pacengo, invece, si trova un grande villaggio di Palafitte risalente al Neolitico. Per i più piccoli, invece, da non perdere i grandi parchi di divertimento di Gardaland e Caneva.

Romantica e panoramica, la bella Malcesine, sulla riva orientale del Lago di Garda, ha conquistato personalità celebri, tra cui Goethe che vi passò durante il suo viaggio in Italia rimanendone affascinato. Spicca il Castello Scaligero, costruito tra il 1277 e il 1387, che domina uno sperone roccioso e ospita il Museo di Storia Naturale del Monte Baldo e del Garda. Nei pressi del porto si trova invece lo splendido Palazzo dei Capitani, in stile veneziano, mentre per una visione d’insieme davvero mozzafiato si può salire sulla funivia Malcesine-Monte Baldo.

Gioiello di architettura, Peschiera del Garda è nota come la “città fortezza” caratterizzata da una pianta pentagonale. Sorge all’estremità meridionale della Riviera degli Ulivi ed è stata un importante centro fin dalla preistoria. Qui si sono alternate le più importanti famiglie della storia italiana, dagli Scaligeri ai Visconti, ma è sotto la dominazione veneziana che assume sempre più importanza, anche grazie agli interventi degli architetti più rinomati. Tra le opere più rinomate spicca la Fortezza con la cinta muraria pentagonale, iscritto nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2017. Nelle vicinanze merita una visita il Santuario della Madonna del Frassino, meta di pellegrinaggio e monumento di importanza nazionale.

Infine, potete lasciarvi conquistare da Torri del Benaco, caratterizzata da pinete, oliveti, limonaie, chiesette e antichi palazzi veneziani. Il borgo è dominato dal Castello Scaligero del XIV secolo che ospita al suo interno l’interessante Museo Etnografico. Tra i monumenti storici che meritano una visita ci sono anche la Chiesa della SS Trinità, che custodisce affreschi del Trecento, e la Torre di Berengario. Per gli sportivi sono tante le occasioni tra passeggiate, trekking, percorsi in MTB ma, soprattutto vela e windsurf. Torri del Benaco è anche un importante centro per gli appassionati di immersioni. Da qui si può poi partire per raggiungere le altre località grazie al servizio di traghetti.

…preferite la collina…seguiteci a pagina 4…

In Veneto, il gusto di una vacanza in collina

Un weekend o una deviazione sulle colline venete nell’ambito di una vacanza più lunga vi consentiranno di scoprire paesaggi inediti attraverso escursioni a piedi, a cavallo o in biciclette. Potrete anche dedicarvi al nordic walking o al golf, ma il fiore all’occhiello sono le proposte enogastronomiche. Qui infatti, nascono vini celebri in tutto il mondo e prodotti tipici tutti da gustare.

Per esempio, i Colli Berici sono la culla di vino, grappe e dell’Olio DOP Veneto Euganei e Berici. Da non perdere il Prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOPO, i piselli di Lumignano, dove si trova anche una famosa parete di arrampicata per gli amanti di questo sport, e le ciliegie di Castegnero. Tutti da gustare percorrendo la Strada dei Vini dei Colli Berici. Non dimentichiamo, poi, che il celebre architetto Andrea Palladio ha lasciato qui numerose testimonianze della sua arte tra ville ed edifici neoclassici.

Piccole valli caratterizzate da saliscendi naturali caratterizzano invece la Valpolicella, famosa in tutto il mondo per i suoi vini, come il Valpolicella, l’Amarone e il Recioto. La Strada del Vino Valpolicella consente di visitare questo meraviglioso territorio di antica tradizione vinicola, con soste alle cantine per le degustazioni. In quest’area della Pedemontana veronese, poi, si trovano numerose Ville Venete, oltre a dimore storiche, pievi e oratori dalla storia antica.

Dirigendoci a Est delle colline veronesi troviamo le terre del Soave, dove nasce il celebre “bianco”, Soave Doc e DOCG e il Recioto di Soave DOCG, tra i più conosciuti all’estero per le loro caratteristiche uniche. Anche qui potete scoprirli, tra degustazioni e visite guidate, percorrendo l’itinerario della Strada del Soave. Ma non dimentichiamo anche gli altri prodotti tipici, tra cui il gustoso formaggio Monte Veronese DOP e l’Olio Extravergine di Oliva Valpolicella DOP, da provare in una delle numerose osterie, agriturismi o ristoranti gourmet. Da non perdere, poi, una visita al borgo medievale di Soave, insignito della Bandiera Arancione, per ammirare la sua cinta muraria intatta.

A nord della provincia di Trevisi si incontrano invece le Colline del Prosecco, la cui tradizione vitivinicola ha una storia secolare. Le bollicine più famose del mondo si possono scoprire lungo la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano-Valdobbiadene, dove le cantine si alternato ad antiche rocche e castelli, ville nobiliari, eremi, pieve e abbazie. Tra i borghi da visitare ci sono Conegliano, Valdobbiadene, Follina e Vittorio Veneto.

Alle spalle di Padova si trovano infine i Colli Euganei, famosi per le rinomate località termali, ma anche per gli splendidi paesaggi, caratterizzate da colline dalla forma a cono, grazie all’origine vulcanica, che forniscono le acque benefiche delle terme. Qui distese di oliveti, vigneti e frutteti si alternano a borghi densi di arte e cultura. Come Arquà Petrarca, tra i Borghi più Belli d’Italia, e Monselice d’Este che conserva ancora il suo impianto medievale.

Insomma, avete solo l’imbarazzo della scelta per una vacanza a 360° tra bellezze paesaggistiche, sport, soggiorni marittimi o all’insegna del relax, con un unico denominatore comune: il Veneto!

INFO

www.veneto.eu

 




Abruzzo, Veneto e Calabria svelano una BIT tutta verde

Di Vittoria Fellin

Le novità in tema di turismo? Hanno un “colore” comune, il verde. Sono infatti le vacanze e le proposte di soggiorno “green” che hanno fatto la parte del leone all’edizione 2020 della BIT, la Borsa Italiana del Turismo che si è appena conclusa a Milano. Vediamo le più interessanti.

Abruzzo: esperienze per i weekend pasquali

Punta a un turismo esperienziale e green la Regione Abruzzo con Abruzzo Bike Friendly, una rete regionale che intende innalzare il livello qualitativo dell’offerta rivolta sia allo sportivo appassionato di bicicletta che all’escursionista che predilige una mobilità più dolce per visitare e scoprire il territorio.

Alla rete aderiscono strutture ricettive, stabilimenti balneari, ristoratori e fornitori di servizi complementari (negozi specializzati di biciclette, noleggi e bike center, scuole bike, servizi di trasporto, bici taxi, agenzie viaggi e tour operator) che potranno fregiarsi del marchio “Active and Sustainable Tourism”.

La Regione ha fortemente investito sul sistema delle piste ciclabili (84 milioni di euro negli ultimi 6 anni), a partire dalla Bike to Coast, la pista che percorre i 130 km della costa abruzzese e che ha un suo punto di eccellenza nel tratto della Costa dei Trabocchi, creata lungo l’ex tracciato ferroviario e interamente affacciata sul mare. In questo tratto di Bike Coast tra l’altro le vecchie stazioni ferroviarie, da Francavilla al Mare a Vasto-San Salvo, sono diventate hub intermodali (treno-bus-bici e parcheggi di scambio).

Interessante anche l’offerta turistica pensata in occasione della Settimana Santa. Per la prima volta la Regione si presenta con una proposta integrata di turismo esperienziale e di scoperta, fortemente connotata sui temi dell’autenticità, delle tradizioni e degli elementi culturali che identificano in maniera unica il territorio abruzzese.

Intorno a una serie di eventi di valore nazionale ed internazionale – la Via Crucis del Venerdì Santo a Chieti, la più antica d’Italia, o “La Madonna che scappa” che si tiene la Domenica di Pasqua a Sulmona solo per citare i più conosciuti – sarà possibile conoscere lo straordinario patrimonio culturale e religioso della regione.

Veneto: tra innovazione e progetti di rete

Il Veneto si è presentato in grande forma per la 40esima edizione di BIT a Milano dove, tra le tante novità, è stata presentata la nuova app in modalità “Open Data”. Al suo interno tutti i sentieri della regione, dai percorsi a piedi a quelli a cavallo, dalla bicicletta a quelli sulla neve con le ciaspole.

Il suo nome è “Veneto Outdoor”, ed è già disponibile per essere scaricata dai dispositivi IOS e Android. La app è l’ultima novità in materia di promozione turistica del Veneto, una regione che mira sempre più a un posizionamento nelle fasce alte delle classifiche “green”. L’ obiettivo è di mettere a sistema la miriade di itinerari già esistenti su tutto il territorio regionale (in tutto circa 400), ma che spesso non sono conosciuti, se non a livello locale.

Grazie alla tecnologia Open Data tutti i soggetti istituzionali (Comuni, enti di promozione turistica territoriale) potranno alimentare il database iniziale, inserendo gli itinerari presenti nei propri territori, non prima però che un apposito comitato abbia espresso il proprio parere favorevole in merito alla sicurezza e all’adeguatezza dei sentieri proposti.

Allo stand della Regione Veneto presentato anche Venice Sands, il progetto che riunisce tutte le spiagge della costa veneta in un’iniziativa di promozione condivisa, realtà turistico balneari capaci di far registrare 25 milioni di presenze turistiche all’anno.

Il progetto, unico in Italia, è nato nel 2017 dalla collaborazione tra i tre Consorzi di imprese turistiche riconosciuti dalla Regione Veneto. Oggi il network vanta ben 8 Comuni, 10 spiagge, 150 chilometri di costa, una realtà che da sola rappresenta quasi il 50% delle presenze turistiche dell’intera regione.

Tra gli aderenti anche Caorle, splendido borgo dalla forte identità marinara e meta gourmet (il progetto Gusta Caorle riassume al meglio itinerari enogastronomici, ristoranti e manifestazioni a tema) da tenere d’occhio come destinazione 2020.

Calabria: cultura e natura per conquistare il turismo

È una Calabria in crescita, dalle importanti potenzialità turistiche quella che emerge nei giorni della manifestazione fieristica milanese. La destinazione territoriale punta alla diversificazione dell’offerta turistica, quale strategia di penetrazione sui mercati, soprattutto esteri. La Calabria possiede ottime possibilità per destagionalizzare, grazie a territori selvaggi e incontaminati, città “minori” ricche di storia e cultura e borghi antichi e tradizionali.

Un caso di successo per la pianificazione strategica del settore turistico è stata la città di Cosenza, che negli ultimi anni è riuscita ad affermarsi come destinazione turistica puntando sull’offerta artistico-culturale ed enogastronomica. La città, dall’anima prevalentemente commerciale, ha saputo ritagliarsi un mercato turistico legato all’arte grazie a risorse quali il MAB – Museo all’aperto Bilotti, la Cattedrale, patrimonio Unesco e i numerosi musei cittadini.

Annunciata, proprio in occasione di Bit 2020, l’arrivo in tutte le librerie d’Italia della guida del National Geographic sulla città di Cosenza. “Nella pubblicazione”, ha evidenziato Rosaria Succurro, Assessore al turismo e marketing territoriale del Comune di Cosenza, “sono descritte le eccellenze della città, da quelle storiche, artistiche e culturali a quelle enogastronomiche.

È tempo di turismo anche per i borghi calabresi, cuore del territorio e delle tradizioni di questa terra dal grande potenziale attrattivo per il turismo esperienziale. La gastronomia calabrese, altro fiore all’occhiello del turismo, è stata ben rappresentata dallagiovane chef stellata Caterina Ceraudo del ristorante Dattilo di Strongoli, che nel corso di Bit ha curato una serie di speciali showcooking.




Il Giardino di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani (PD). L’Eden salvifico progettato dal Bernini

Di Benedetta Rutigliano

Non tutti sanno che a solo mezz’ora da Padova, in località Valsanzibio a Galzignano Terme, nel verde Parco dei Colli Euganei, sorge un giardino all’italiana davvero esemplare.

Il giardino, opera del noto architetto Luigi Bernini, si estende su una superficie di quindici ettari, e fa da scenario alla seicentesca Villa Barbarigo (prima dei Contarini), dal nome della famiglia che, a fine XVI secolo, fu responsabile di quest’impresa.

Un giardino da favola

Oltre ottocento piante, settanta statue dello scultore Enrico Merengo, cascate, ruscelli, fontane, peschiere e giochi d’acqua si susseguono provocando stupore il visitatore. Ma non sono solo l’impeccabile estetica e il valore ludico di quest’opera unica a meritare nota, bensì il suo significato simbolico, legato al percorso spirituale che l’uomo dovrebbe compiere verso la purificazione e la salvezza, reso più intricato per via di un labirinto di bossi lungo circa un chilometro e mezzo.

Varcato il Portale di Diana, un tempo punto d’approdo del canale, oggi interrato, che rendeva raggiungibile il complesso in barca dalla Laguna di Venezia, e sorpassato l’Arco Sileno, ci si addentra nel giardino, ammaliati da fontane con zampilli arcobaleno, figure allegoriche, isolette dedicate al superamento dei limiti umani, e statue che simboleggiano il tempo scandendo il cammino dell’uomo. Il giardino è stato insignito del premio internazionale “Il più Bel Giardino d’Europa”.

Il biglietto costa 11 €, ragazzi fino a 14 anni 6,50 €. Include la visita al Giardino Simbolico, all’area botanica didattica e la visita al labirinto fino alla torretta. Con un supplemento si può accedere anche al percorso labirintico.

COME ARRIVARE

In auto: A13 Bologna-Padova, prendere l’uscita Terme Euganee, poi continuare su Via Mincana SP 9 seguendo le indicazioni per Valsanbizio. Il Giardino si trova in via Diana 2.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Afazenda, via Boschette 16, Torreglia (PD), tel 049/5212322, www.ristoranteafazenda.it. Chi cerca l’eleganza e gli antichi sapori della cucina veneta rivisitati, unendo l’alta qualità e i prodotti a chilometro zero, trova questi elementi in questo ristorante a Torreglia.

*Trattoria al Bigolaro, via Regazzoni Bassa 19, Galzignano Terme, tel 049/9131464, www.albigolaro.it è un’osteria tipica situata a Galzignano Terme che, come suggerisce il nome stesso, attira locali e turisti per i bigoli fatti a mano in maniera esemplare.

DOVE DORMIRE

* Castello di Lispida, via IV novembre 4, Monselice (PD), tel 349/3416009, www.lispida.com Per un soggiorno da favola è possibile soggiornare in questo suggestivo castello, vicino a cui sorge un lago termale con sorgenti calde in 90 ettari di boschi, vigneti e uliveti nella vicina Monselice

* Resort Belvedere***,via Siesa 5, Galzignano Terme (PD), tel 049/9130005, www.resortbelvedere.it Non lontano dal giardino sorge il per godersi il verde dei Colli Euganei in stanze confortevoli e raffinate.

INFO

www.valsanzibiogiardino.it/




Il borgo murato di Montagnana (PD). Tra atmosfere medievali, palazzi palladiani e capolavori del Veronese

Di Benedetta Rutigliano

A pochi chilometri da Padova e con i Colli Euganei all’orizzonte, è possibile immergersi in un’atmosfera medievale che ancora pare intatta. Sulla pianura, a cingere il borgo senza tempo di Montagnana, si ergono ben due chilometri di mura fortificate, scandite da 24 torri e quattro porte: Porta Legnago, Porta XX Settembre, Porta Vicenza e Porta Padova, contornate dall’immancabile fossato ora verdeggiante.

Le mura vennero fatte erigere da Ezzelino da Romano e nel Trecento, durante la dominazione della famiglia dei Carraresi, furono ampliate poiché la cittadina divenne il punto di estrema difesa contro le incursioni degli Scaligeri veronesi.

 Quattro passi per Montagnana

Camminando per le strade del borgo s’incontrano numerosi edifici di pregio, tra cui Porta Legnago, detta anche Rocca degli Alberi (XIII secolo) con portone in legno di rovere originale, e il Castello di San Zeno, oggi sede del Museo Civico e nucleo più antico della cinta fortificata, irrobustito da Ezzelino nel 1242 con un mastio di 38 metri.

Bandiera Arancione del Touring Club, Montagnana svela ai turisti curiosi altri capolavori: all’interno del Duomo, costruito tra i secoli XV e XVI sulla precedente basilica romanica, sono conservati la Trasfigurazione di Paolo Veronese e un altare maggiore probabilmente del Sansovino.

Sulla piazza si affacciano una serie di importanti palazzi civili, per la maggior parte settecenteschi e di gusto veneziano: tra questi la sede del Monte di Pietà, il Palazzo Valeri e il Palazzo Settecentesco. Fuori dalla cinta muraria si trova Palazzo Pisani, progettato nel 1552 da Andrea Palladio per la nobile famiglia veneziana dei Pisani.

COME ARRIVARE

In auto: Autostrada A13 con uscita Monselice. Poi seguire indicazioni per Montagnana. In alternativa SR 10 da Venezia, Padova e Mantova.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Aldo Moro, via Marconi 27, Montagnana (PD), tel 0429/81351, www.ristorantealdomoro.com .Cucina tradizionale con elementi nuovi e creativi in un ambiente elegante

 * Ristorante Le Mura – Bar Trattoria Bigoleria, via Circonvallazione 145, tel 0429/800288. Trattoria con vista sulle mura medievali di Montagnana. Pasta fatta in casa e ingredienti genuini.

 DOVE DORMIRE

* Hotel Aldo Moro***,via Marconi 27, tel 0429/81351, www.hotelaldomoro.it

Nel centro di Montagnana sorge, all’interno di una dimora storica e gestito da tre generazioni, l’con camere confortevoli, suite, unità abitative

 * Relais Castello Bevilacqua****, via Roma 50, Bevilacqua (VR), tel 0422/93655, www.castellobevilacqua.com/it Per chi vuole provare l’ebrezza di dormire in un vero castello medievale, a soli 5 chilometri da Montagnana, nel comune di Bevilacqua

INFO

www.prolocomontagnana.it/




SAN GIORGIO DI VALPOLICELLA (VR), il borgo “ingannatore” e la pieve con due absidi, tra pietra e vino

Di Benedetta Rutigliano

Sia che si arrivi in Valpolicella da ovest, quindi dal Lago di Garda, da sud o da est, cioè dal centro di Verona, si noterà sempre, su una collina verdeggiante macchiata da vigne e ulivi, un campanile bianco che sembrerà sempre così vicino…ma in realtà ci vorrà parecchio tempo per raggiungerlo!

Il campanile si trova al centro di San Giorgio di Valpolicella, frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella in provincia di Verona, che per questo motivo è detta anche San Giorgio Ingannapoltron.

Un borgo “di pietra”

Il soprannome pare risalire al Medioevo quando la scherzosa parola “poltron” (persona pigra) fu aggiunta al toponimo “San Giorgio in Ganna”, che significherebbe (da un nome pre-romano delle Alpi Orientali) semplicemente “mucchio di pietre” o “località rocciosa e pietrosa”.

Il paese di San Giorgio è infatti legato, sin dall’antichità, a un’intensa attività di estrazione e lavorazione della pietra, per cui le case del borgo sono in pietra calcarea, e sono presenti nei dintorni numerose cave di marmo, il marmo Rosso Verona detto di Sant’Ambrogio, e di pietra, ora in disuso.

Il campanile e l’antica pieve

Il campanile che si scorge avvicinandosi alla piccola frazione annoverata tra i borghi più belli d’Italia è parte dell’antica pieve che domina San Giorgio di Valpolicella, che risale al VII secolo e rimane uno dei luoghi di culto più antichi di tutto il veronese. L’edificio a tre navate è stato ricostruito agli inizi del XII secolo, come evidenziano le strutture romaniche della parte orientale e del campanile.

Un’altra peculiarità è la presenza di due absidi contrapposte, testimonianza delle diverse fasi vissute in questo luogo, a partire dai culti pagani di cui racconta l’affascinante ciborio longobardo di Maestro Orso, baldacchino in pietra finemente scolpito con nodi celtici e figure zoomorfe e vegetali. Semplici e suggestivi gli affreschi trecenteschi, così come il chiostro, che permette l’accesso all’area archeologica con edifici dell’età del ferro.

A fianco della chiesa, sulla piazza del borgo, si trova l’ingresso dell’Antiquarium, museo che raccoglie tutti i reperti della preistoria, dell’età del bronzo e del ferro e dell’età romana.


Altra particolarità di questo borgo particolarmente creativo è la via Crucis: accanto al cimitero, gli allievi della Scuola d’Arte, l’unica scuola d’arte italiana di proprietà comunale, hanno rappresentato le 14 stazioni come libri aperti in pietra: da un lato è scolpita la passione di Cristo, dall’altro la passione degli scalpellini e dei marmisti del Comune che hanno dovuto emigrare in cerca di lavoro.

Le feste e l’enogastronomia

Due le feste da non perdere: Cantar in corte, il primo sabato d’estate, dove il coro La Chiusa si esibisce nella Corte Matio, edificio in cui dimorarono le milizie di Francesco Giuseppe d’Austria nella battaglia di Custoza, e la Festa de le Fae, la fava, simbolo dell’immortalità dell’anima, che si tiene la seconda domenica dopo la festa dei morti: da assaggiare la zuppa, realizzata con le fave e la ricetta segreta.


A proposito di enogastronomia, l’area, circondata da vigneti che producono Amarone, Recioto e Ripasso, è l’ideale per visite con degustazione nelle numerose cantine.

COME ARRIVARE

Percorrere l’autostrada A4 con uscita Verona Sud, poi s prendere la Sp 1 in direzione di Sant’Ambrogio di Valpolicella, seguendo le indicazione per la frazione di San Giorgio.

DOVE MANGIARE

* Ristorante La Divina, via Conca d’Oro 1, San Giorgio di Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR), tel 045/6801703, www.ristoranteladivina.it . A due passi dalla Pieve di San Giorgio, è possibile gustare un menu raffinato e genuino godendo di un panorama mozzafiato, con vista sul Lago di Garda e la vallata della Valpolicella fino alla città di Verona

*Bistrò del Borgo, via Case Sparse, Conca d’Oro 1, Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR), Tel. 045/6838170. Vista incantevole anche in questo locale di Sant’Ambrogio di Valpolicella, dove i proprietari sapranno deliziare i palati con un menu originale basato sui prodotti stagionali e del territorio. Ampia scelta anche di vini, birre artigianali, cocktail della casa.

DOVE DORMIRE

* Villa Quaranta Park Hotel****, via Ospedaletto 57, Pescantina (VR), tel 045/6767300, www.villaquaranta.com. Per chi non vuole rinunciare al lusso, a soli 10 minuti da San Giorgio questo hotel garantisce un’esperienza completa, in una villa seicentesca con giardino all’italiana, spa, ristorante, e possibilità di degustazioni enogastronomiche in loco.

*B&B Villa San Giorgio, via Case Sparse Conca d’Oro 1, Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR), tel 045/6838170, https://www.valpolicellaline.it/villa-san-giorgio.html. All’ingresso di San Giorgio Ingannapoltron, chi cena al Bistrò del Borgo può decidere di fermarsi in questo B&B ricavato in un casale in pietra ben restaurato con vista mozzafiato e colazioni ricche

INFO
www.sangiorgiodivalpolicella.it/