Ostuni, alla scoperta della “città bianca”

Immaginate una città dalle mura talmente bianche da sembrare argentate, che si rispecchiano su un mare dalle mille sfumature dell’azzurro, talmente pulite da ricevere da oltre vent’anni la Bandiera Blu del Touring Club e le Cinque Vele di Legambiente. Questa settimana vi portiamo a Ostuni, in provincia di Brindisi, nella Puglia meridionale, nota anche come la “città bianca” per i muri delle sue case ricoperte di candida calce, che si affacciano su un dedalo di stradine, molte delle quali senza uscita, che sembrano uscite da una fiaba. Andiamo insieme, allora, alla scoperta di questa perla del Salento.

Una storia antichissima

Oggi Ostuni è frequentata soprattutto come località balneare, ma il suo passato è molto antico. Il suo nome deriva dal greco Astu-neon, che significa “città nuova”, e sarebbe stata fondata circa duemila anni fa a 200 metri sul livello del mare, distribuita su tre colline. Tuttavia, il ritrovamento in alcune grotte di ceramiche e resti risalenti al Paleolitico fanno pensare che la zona fosse frequentata già dalla preistoria.

Sempre l’archeologia ci racconta che, attorno al IV secolo, la zona venne abitata dalla popolazione italica dei Messapi e, successivamente, dai romani. Attorno all’anno Mille, la città venne fortificata con mura e quattro porte, di cui oggi rimangono solo Porta Nova e Porta San Demetrio. Nel Medioevo, il fulcro della vita pubblica e commerciale era invece Piazza del Moro. La città raggiunge il suo massimo splendore durante il Rinascimento, quando il centro viene spostato in Piazza Libertà. Molte sono le testimonianze di questa lunga storia. Scopriamole insieme con una passeggiata nel centro storico.

Una visita al centro storico

Via della Cattedrale taglia in due il centro di Ostuni. Percorrendola verso la parte alta della città, si arriva in Piazza del Balio, su cui si affaccia la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Costruita nel XV secolo per volere di Ferdinando d’Aragona prima e di Alfonso II, sovrani del Regno di Napoli, si presenta con uno stile che coniuga il gotico con la scuola veneta. Il suo rosone è il secondo più grande in tutta Europa. L’interno, invece, è diviso in tre navate separate da colonne, alcune cappelle riccamente decorate e un soffitto dipinto.

Centro culturale e sociale di Ostuni è la splendida Piazza della Libertà, sulla quale si affacciano numerosi locali e alcuni dei principali monumenti. Tra questo spicca, l’Obelisco di Sant’Oronzo, alto quasi 21 metri, costruito nel 1771 come ex voto per la protezione del santo contro carestie ed epidemie che avevano colpito i territori circostanti. Sulla cima si trova la statua di Sant’Oronzo che ancora vigila su Ostuni.

Sulla piazza si affaccia poi la Chiesa di San Francesco, tra le più importanti della città. Risale al 1304 ed è in stile gotico, anche se alcune importanti modifiche sono state operate nel Seicento e nella seconda metà del Settecento. Il suo interno, a una sola navata, spicca per la bellezza degli stucchi e per le statue lignee databili tra il XVII e il XVIII secolo, e per la tela di Luca Giordano. Nel vicino ex convento francescano si trova invece la sede del Municipio.

Lungo il perimetro della piazza si trova anche la Chiesa dello Spirito Santo, con il suo portale del XV secolo decorato con bassorilievi tardogotici. Al suo interno si trovano le statue di Sant’Oronzo dei Seicento e della Madonna del Buon Consiglio. Una curiosità: nella chiesa si celebrano molte funzioni in inglese per venire incontro alle esigenze dei cittadini di origine anglosassone, di cui esiste una numerosa comunità.

Merita una visita anche la maestosa chiesa di San Giacomo in Compostela, fatta costruire dalla nobile famiglia Caballerio nel Quattrocento. Percorrendo dalla piazza un tratto di via della Cattedrale, si arriva poi al Museo Civico, ospitato all’interno dell’ex monastero di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, che conserva reperti archeologici dall’età dei Messapi al Medioevo all’età Moderna e altri provenienti dalla Grotta di Agnano.

Prendendo a destra da Piazza della Libertà e continuando su via Presidente Cucci si arriva invece, alla Chiesa della Madonna della Grata, a valle del centro storico. La sua storia è legata a un miracolo che la Vergine avrebbe compiuto nel Settecento su un uomo, costretto a camminare curvo a causa di una malformazione alla schiena. Recatosi al santuario a pregare la Madonna, ottenne da esso la grazia e se ne tornò a casa ritto. Per celebrare l’evento, ogni prima domenica di agosto, Ostuni festeggia con una spettacolare processione.

Da vedere appena fuori città

Prendendo la SS16 in direzione di Fasano, in dopo appena 4 km si arriva al Parco Archeologico Naturale di Santa Maria di Agnano. Qui si trova la grotta che ha permesso di documentare la storia del culto di una divinità femminile risalente a tremila anni fa. Gli scavi hanno riportato alla luce anche due sepolture e molti reperti risalenti al Medioevo.

Prendendo invece la SP19 o la SS16, in circa 18 minuti si arriva invece al Parco delle Dune Costiere che si estende per 8 km di costa e 1100 ettari e ospita diversi habitat per il recupero e la conservazione di animali e specie vegetali. I sentieri, ben segnalati, sono ideali per passeggiate ed escursioni, che consentono di visitare anche diverse masserie.

Le spiagge più belle

Calette sabbiose, spiagge e coste a strapiombo su un mare dalle acque cristalline caratterizzano i 17 km della Marina di Ostuni. Tra le spiagge più belle c’è Torre Pozzelle, a circa 7 km dal centro storico che spicca per la suggestiva torre d’avvistamento cinquecentesca che sorge a ridosso del litorale, caratterizzato da scogliere e formazioni rocciose.

Per chi preferisce le spiagge più sabbiose e tranquille c’è la bella Rosa Marina, immersa nella macchia mediterranea, oppure Costa Merlata, che deve il nome alla sua linea frastagliata, che crea piccole e silenziose calette. A 10 km da Ostuni si trova anche la spiaggia di Creta Rossa, che si affaccia su acque incredibilmente azzurre che si possono raggiungere attraverso una scalinata naturale. Proprio come una piscina.

Tra Carovigno e Brindisi, a circa 25 minuti da Ostuni, si trova invece la spiaggia di Torre Guaceto, formata da una parte più selvaggia e rocciosa e da una più sabbiosa, ideale per il relax e lo snorkeling.

Spostandosi invece a nord rispetto al centro storico si arriva alla spiaggia del Pilone con la sua imponente torre aragonese e le dune di sabbia dorata che la rendono un luogo suggestivo e rilassante. Chi ama gli sport acquatici può invece scegliere la spiaggia di Gorgognolo, i cui fondali marittimi sono ricchi di fauna marina, a circa 9 km da Ostuni .

Nelle vicinanze di località Villanova si trova poi la poco frequentata Cala Quarto di Monte dalla spiaggia soffice e dalle acque azzurrissime, ideali per chi vuole ritagliarsi una giornata di relax.

SECONDO GIORNO: Gita a Cisternino e a Carovigno

Vi proponiamo due alternative per trascorrere una giornata alla scoperta delle bellezze nelle vicinanze di Ostuni. In appena 20 minuti, percorrendo la SP 17, si arriva a Cisternino, borgo insignito della Bandiera Arancione del Touring Club. Alla cittadina, che si affaccia sulla Valle d’Itria si accede dalla Torre di Porta Grande, sormontata dalla statua di San Nicola.

Nel centro storico si possono ammirare le dimore nobiliare, tra cui spicca il Palazzo del Governatore, il Palazzo Vescovile e Palazzo Ricci Capece, con la sua Torre del Vento. Nelle vicinanze si trova anche la Chiesa di Sant’Antonio e di San Quirico con l’annesso convento dei Cappuccini.

E, siccome la Pasqua si avvicina, vi consigliamo di recarvi, il Lunedì di Pasqua, presso il Santuario della Madonna d’Ibernia, dove ogni anno, si assiste al rito dell’u’chrruchl in cui la popolazione porta come segno propiziatorio un dolce che ha la forma di borsetta con due uova sode per gli uomini e di bambola con un uovo sodo nel grembo per le donne.

Prendendo invece, la SS116, in circa 15 minuti si arriva a Carovigno, a 8 km da Ostuni. Anch’esso di origini antichissime, spicca per un suggestivo centro storico, dominato dal Castello Dentice di Frasso, salendo sul quale si ammira uno splendido panorama della costa, fino a Brindisi. Infine, non dimentichiamo di gustare, durante le soste per il pranzo e la cena, i piatti di terra e di mare della tradizione pugliese.

Che cosa gustare

Tra i primi piatti, da non perdere le tipiche orecchiette con le cime di rapa, di cui trovate qui sotto la ricetta, oppure nella versione al sugo di pomodoro, cacio ricotta grattugiato e foglie di basilico. Ottima anche la frittata alla menta, con foglie di mentuccia, le melanzane alla parmigiana, oppure il cappello, un timballo a base di melanzane e zucchine fritte, carne, uova sode e formaggio.

Verdure, legumi e ortaggi sono i protagonisti di secondi e contorni, ma anche di minestroni e zuppe. Come la ‘ncapriata, una crema di fave secche bollite a cui si aggiungono cime di rapa o cicoria cotte a parte, con un filo di olio extravergine di oliva. Ottime anche le melanzane ripiene al forno e i carciofi fritti.

Da non perdere i formaggi, a base di latte ovino e caprino, come il cacioricotta, il canestrate e la ricotta forte, da mangiare da soli o per accompagnare i piatti tradizionali. Dal mare arrivano i frutti di mare, come cozze, vongole, ricci, ma anche polpi, seppie, alici, sarde, sgombri e merluzzi, ingredienti base di piatti come linguine allo scoglio, alici marinate, polpo in brodo di cipolle e ghiotte fritture.

Da gustare sul posto, ma anche da portare a casa, ci sono i taralli, anellini di pasta cotta al forno e aromatizzata con olio di oliva, peperoncino, spezie, oppure nella versione dolce. E, a proposito di dolci, la pasticceria pugliese è ricca di produzioni a base di mandorle, miele, ricotta, frutta secca e marmellate, ma anche noci e fichi.

Infine, parlando di prodotti tipici, un’eccellenza del territorio è l’olio extravergine di oliva DOP “Colline di Brindisi” dal sapore dolce e poco acido. Tra i vini più apprezzati ci sono invece l’Ostuni e il Martina tra i bianchi, mentre, tra i rossi, l’Ottavianello DOC.

 Orecchiette con cime di rapa

 Ingredienti

  • 300 gr di orecchiette
  • 1 kg di cime di rapa
  • 4 filetti di acciughe
  • 4/5 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • Peperoncino q.b.
  • Sale
  • 2 spicchi di aglio

Lavate e pulite le cime di rapa eliminando le parti più dure. Prendete poi una pentola molto ampia e mettete a bollire acqua e sale. Quanto l’acqua sarà a bollore, aggiungete le cime di rapa. Quando saranno ammorbidite, aggiungete anche le orecchiette, in modo che prendano il gusto del condimento. Nel frattempo, in una padella preparate un soffritto con i due spicchi di aglio pestati, i quattro filetti di acciughe e l’olio EVO. Soffriggete finché le acciughe non si saranno sciolte, poi aggiungete il peperoncino a piacere. Quando le orecchiette e le cime di rapa saranno cotte, scolatele e aggiungete al soffritto nella padella. Fate saltare il tutto per un paio di minuti e servite calde.

COME ARRIVARE

Il modo più veloce è volare a Bari o a Brindisi. Tra le compagnie ci sono Easyjet, Ryan Air, Alitalia, Vueling. Da Bari, si prosegue in auto prendendo l’E55 Brindisi-Lecce per circa 60 km. Si prende l’uscita Ostuni e seguire le indicazioni. Da Brindisi, prendere la E55 in direzione di Bari, poi uscire a Ostuni. Chi invece vuole effettuare tutto il viaggio in auto, percorrere la A14 Adriatica, con uscita Bari Nord, poi proseguire in direzione di Brindisi. Seguire poi la SS16 Bari-Brindisi e uscire a Ostuni-Villanova e seguire le indicazioni per Ostuni.

 DOVE MANGIARE

*Osteria del Tempo Perso, via Tanzarella Vitale 47, Ostuni, tel 831/304819, www.osteriadeltempoperso.com Ricavato in una grotta del Cinquecento, offre un menù di piatti tipici pugliesi di terra e di mare, serviti in una sala museo con utensili agricoli alle pareti. Prezzo medio pp. € 44.

*La grotta degli Avi, via Galileo Galilei 13, Ostuni, tel 333/1292341, www.lagrottadegliavi.it Locale ricavato in un ex frantoio del Settecento, con pareti in pietra. Offre un menù di piatti della tradizione pugliese tra cui orecchiette con cime di rapa, melanzane ripiene, polpette, e pizze cotte nel forno a legna. Prezzo medio pp € 20.

DOVE DORMIRE

*Ostuni Palace****, Corso Vittorio Emanuele 218, Ostuni, tel 0831/338885, www.ostunipalace.it Bella struttura con SPA con idromassaggi, sauna, bagno turco e sala massaggi, a pochi minuti a piedi dal Museo Civico e dalla Cattedrale. Le camere sono arredate in stile tradizionale e dotate di WiFi gratuito, minibar, TV a schermo piatto. Alcune godono di una splendida vista sulla città. Doppia con colazione da € 142.

*Città Bianca Country Resort***, C.da Vallegna, Ostuni, tel 0831//301123, www.cittabiancahotel.com Resort in bella location circondata dagli ulivi. Dispone di due ristoranti, due bar e due piscine scoperte. Inoltre, vasca idromassaggio e parco giochi. Le camere sono ampie e accoglienti con WiFi gratuito, TV a schermo piatto e minibar. Doppia da € 60.

INFO

www.comune.ostuni.br.it/




Weekend “hygge” a Copenhagen: storia, castelli, design e “smørrebrød”

28For the English version click here
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di Cesare Zucca
Benvenuti a Copenhagen, Capitale Mondiale dell’Architettura UNESCO.
Nel 2023, per celebrare il design e l’architettura danese, la città ha inaugurato nuovi padiglioni portuali e dell’attesissimo museo del bunker sotterraneo Regan Vest.
Per gli amanti dell’architettura verranno organizzate visite al Danish Architecture Center e tour guidati alle opere del celebre architetto Jørn Utzon, che ha creato l’Opera House di Sydney.
Passato e futuro: la mostra Made in Denmark porta i visitatori alla scoperta della storia dell’architettura danese dall’epoca vichinga , mentre con un rocambolesco salto indietro nel passato, potreme scoprire i maestosi castelli, dove l’autenticità degli esterni e degli interni sono rimasti invariati nel tempo.

I CASTELLI DA VEDERE

Amalienborg
Racconta la storia di una delle monarchie più antiche del mondo. Il palazzo , in stile rocoò,  risale al 1700 ed è costituito da quattro strutture, residenze reali per regnanti, eredi al trono e ospiti illustri. Si affaccia sulla grandiose piazza dove potrete assistere al quotidiano cambio delle guardie Den Kongelige LivgardeFrederiksborg
Splendido palazzo costruito nel 1600 su volere di Re Cristiano IV. SI trova sui tre isolotti dell’affascinante lago sulla parte nord della città, Hillerød. Ospita anche il Museo di Storia Nazionale Danese.

Rosemborg
Nel centro di Copenaghen. costruito nel 1606-1607 come residenza estiva per ordine di Cristiano IV. Da oltre 400 anni custodisce i tesori più preziosi di re e regine danesi, trai quali spicca la Corona di Cristiano V,  ispirata a quella di Carlomagno e simbolo della monarchia e dello Stato danese.

Frederiksberg
Nato come residenza estiva per la famiglia Reale, oggi ospita l’Accademia per Ufficiale dell’Esercito Reale Danese. In sile barocco, impreziosito da  giardini curati in ogni minimo dettaglio e  da un piccolo gioiello nascosto: la suggestiva Cappella Reale

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Poco distante da Copenhagen, è conosciuto come la casa di Amleto. Qui infatti Shakespeare ha ambientato il suo dramma.
Le malelingue dicono che lo scrittore non ci fosse mai stato, ma sarebbe stato un attore in sua compagnia a raccontargli di questa possente fortezza.
Ogni giorno, all’improvviso le pareti risuonano delle voci dei personaggi di Amleto, che appaiono, come fantasmi, perfettamente interpretati da bravissimi attori che danno vita alle tragiche vicende del dramma.

Christiansborg
Famoso per la sua sala ricoperta da 17 arazzi giganti, che raccontano 1000 anni di storia danese e sede dei ricevimenti ufficiali alla presenza della Regina Margherita, tra un luccichio di uniformi e grandi abiti da serae un protocollo che chiede agli ospiti di arrivare in carrozza.

Sua Maestà la Regina Margrethe, attualmentete la regnante che vanta più anni di regno,  è molto amata dal popolo danese. Gli spendidi arazzi sono un regalo dell’industria danese per il suo compleanno nel 1990. Raccontano la storia della Danimarca e del mondo, tra cui l’era vichinga, il medioevo, la monarchia assoluta, la riforma, la seconda guerra mondiale, il presente e persino il futuro.
Da buongustaio non ho resistito alla tentazione di scendere nelle mitiche Cucine Reali per scoprire i retroscena di un banchetto ufficiale, curiosare tra le ricette della Regina e ammirare una delle collezioni di stoviglie in rame più grandi d’Europa

Dopo tanto lusso e abbondanza” culinaria”  impossibile non avere un certo lalnguorino e alora, alla caccia del piatto che i danesi amano alla follia… tutti a tavola con lesmørrebrød”
Sia nei baracchini street food che nelle trattorie più informali o nei ristoranti gourmet, troverete “Sol over Gudhjem” il piatto tipico della cucina danese. Deriva da un pittoresco borgo di pescatori sull’isola di Bornholmm ed è fatto di tartine smørrebrød, cioè fette di pane di segale imburrate e tradizionalmente ricoperte da svariati tipi di toppiing: anguilla, aringa, salmone, gamberetti e altri pesci affumicati oltre a versioni con carne o vegetariane a base di uova accompagnate da ravanelli, cipolla rossa. l’aneto, l’erba cipollina e barbabietole.
Non mancano svariate versioni “gourmet” con prosciutto crudo,pomodori secchi e avocado oppure con uova al tegamino e bacon o con gamberetti, salmone e avocado

Dove mangiare il migliore smørrebrød
Frk Barners Kaelder  
Ristorante tipico, senza pretese, con i piatti succulenti della Signora Barner, famosa per le sue aringhe condite con mela, aneto e servite con lardo, capperi e tritato di cipolline da spalmare su pane integrale fatto in casa, il tutto innaffiato da un bicchierino di grappa.
Un piatto squisito! E ve lo dice uno che odia grappa e aringhe…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Ecco la ricetta classica per prepararne una dozzina.
Ingredienti

  • Burro 60 g
  • Pane di segale 12 fette
  • Uova 6
  • Cipolla rossa qualche fettina
  • Cetriolini sott’aceto 3
  • Gamberetti 6
    Preparazione
    Marinate l’aringa con olio extravergine d’oliva e il succo di limone, sgocciolotela.
    Tagliate a rondelle la cipolla e a fettine i cetriolini.e disponete il tutto su una fette il pane nero di segale abbondantemente spalmato di burro
    Cuocete le uova per poi tagliarle a metà. Ultimate guarnendo ogni fetta con: metà uovo sodo, un gamberetto, due fettine di cetriolini, alcune rondelle di cipolla e ornando con rametti di erbe aromatiche a piacere

Dopo un’intensa giornata… rilassatevi in una spa galleggiante
Copenhot
offre un momento indimenticabile di relax eccezionale. Questo concetto di New Nordic Wellness propone delle installazioni spa all’aperto in un contesto urbano, con acqua di mare pulita e del calore creato dalla legna da ardere. Navigare o risalassarsi con amici in una jacuzzi galleggiante all’aria aperta… la scelta è ampia: bagni caldi all’aperto e saune panoramiche che offrono una meravigliosa vista sul porto e sull’orizzonte

Gente sempre sorridente, educata e serena. Sembra che qui tutti scoprano il segreto della felicità “hygge”, intraducibile parola danese che invita a godersi i piaceri semplici della vita e vivere, da soli o con gli amici, a casa o fuori, momenti speciali e felici.

Una dritta: la Copenhagen Card
Utile e preziosa, una vera amica! Sto parlando della Copenhagen Card, un pass che permette di visitare ben 86 musei e attrazioni, utilizzare gratuitamente tutti i mezzi pubblici e beneficiare di sconti su tour, bar e ristoranti. L’ho usata anche per un suggestivo tour dei canali che passa sotti i ponti della città, alcuni bassissimi, occhio alle zuccate…

INFO
Visit Denmark
Le top 10 di Weeken Premium – Gennaio

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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Welcome to Copenhagen, the UNESCO World Capital of Architecture in 2023.
For architecture lovers, visits to the Danish Architecture Center and guided tours of the works of the famous architect Jørn Utzon, who created the Sydney Opera House, will be organised.
Past and future: the Made in Denmark exhibition takes visitors on a discovery of the history of Danish architecture from the Viking age, while with a daring leap back into the past, we can discover the majestic castles, where the authenticity of the exteriors and interiors are remained unchanged over time.

THE CASTLES TO SEE
Amalienborg
It tells the story of one of the oldest monarchies in the world. The palace, in rocoò style, dates back to the 1700s and consists of four structures, royal residences for rulers, heirs to the throne and illustrious guests. It overlooks the grand square where you can watch the daily changing of the Den Kongelige Livgarde Frederiksborg guards
Splendid palace built in 1600 at the behest of King Christian IV. It is located on the three islets of the charming lake on the north side of the city, Hillerød. It also houses the Danish National History Museum.

Rosemborg
In the center of Copenhagen. built in 1606-1607 as a summer residence by order of Christian IV. For over 400 years, it has kept the most precious treasures of Danish kings and queens, among which the Crown of Christian V stands out, inspired by that of Charlemagne and a symbol of the Danish monarchy and state.

Frederiksberg
Originally a summer residence for the Royal family, it now houses the Royal Danish Army Officer Academy. In Baroque style, embellished by  gardens cared for down to the smallest detail and  by a small hidden jewel: the suggestive Royal Chapel

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Not far from Copenhagen, it is known as the home of Hamlet. Here in fact Shakespeare set his play. The gossips say that the writer had never been there, but it would have been an actor in his company to tell him about this mighty fortress.
Every day, the walls suddenly resound with the voices of Hamlet’s characters, who appear, like ghosts, perfectly played by very good actors who give life to the tragic events of the drama.

Christiansborg
Famous for its hall covered with 17 giant tapestries, which tell 1000 years of Danish history and venue for official receptions in the presence of Queen Margaret, amidst a glitter of uniforms and large evening gowns and a protocol asking guests to arrive by carriage.

Her Majesty Queen Margrethe, currently the ruler who boasts the most years of reign, is much loved by the Danish people. The splendid tapestries are a gift from Danish industry on his birthday in 1990. They tell the history of Denmark and the world, including the Viking Age, the Middle Ages, the absolute monarchy, the reformation, the Second World War, the present and even the future.
As a gourmet, I couldn’t resist the temptation to go down to the legendary Royal Kitchens to discover the background of an official banquet, browse through the Queen’s recipes and admire one of the largest copper tableware collections in Europe

After so much luxury and “culinary” abundance, it’s impossible not to have a certain hunger and so, on the hunt for the dish that the Danes madly love… everyone at the table with the “smørrebrød”
Both in street food stalls and in more informal trattorias or gourmet restaurants, you will find “Sol over Gudhjem” the typical dish of Danish cuisine. It comes from a picturesque fishing village on the island of Bornholmm and is made of smørrebrød canapés, i.e. slices of buttered rye bread traditionally covered with various types of toppiing: eel, herring, salmon, shrimp and other smoked fish as well as versions with meat or egg-based vegetarian accompanied by radish, red onion. dill, chives and beets.
There are also various “gourmet” versions with raw ham, dried tomatoes and avocado or with fried eggs and bacon or with shrimp, salmon and avocado

Where to eat the best smørrebrød
Frk Barners Kaelder
Typical restaurant, unpretentious, with the succulent dishes of Mrs. Barner, famous for her herring seasoned with apple, dill and served with lard, capers and chopped onions to spread on homemade wholemeal bread, all washed down with a glass of brandy.
An exquisite dish! And someone who hates grappa and herring tells you that…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Here is the classic recipe to prepare a dozen.
Ingredients

Butter 60 g
Rye bread 12 slices
Eggs 6
A few slices of red onion
Pickled gherkins 3
Shrimps 6
Preparation
Marinate the herring with extra virgin olive oil and lemon juice, drain.
Cut the onion into rings and the gherkins into slices. Arrange the black rye bread generously spread with butter on one slice
Cook the eggs and then cut them in half. Finish by garnishing each slice with: half a hard-boiled egg, a prawn, two slices of gherkins, a few slices of onion and decorating with sprigs of aromatic herbs to taste. Enjoy!

After a busy day… unwind in a floating spa
Copenhot offers an unforgettable moment of exceptional relaxation. This New Nordic Wellness concept offers outdoor spa installations in an urban setting, with clean sea water and heat created by firewood. Sailing or relaxing with friends in an open-air floating jacuzzi… the choice is vast: open-air hot baths and panoramic saunas that offer a wonderful view of the port and the horizon

People always smiling, polite and serene. It seems that here everyone discovers the secret of happiness “hygge”, an untranslatable Danish word that invites you to enjoy the simple pleasures of life and experience special and happy moments, alone or with friends, at home or away.

Tip: the Copenhagen Card
Useful and precious, a true friend! I’m talking about the Copenhagen Card, a pass that allows you to visit 86 museums and attractions, use all public transport for free and benefit from discounts on tours, bars and restaurants. I also used it for a suggestive tour of the canals which passes under the bridges of the city, some very low, be careful not to hit your head!

INFO
Visit Denmark

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



Al Castello di Rametz il vino fa la storia

Che cosa c’è di più romantico di un castello? Ancora di più se tra le antiche mura si può anche soggiornare, dormire nelle stesse stanze degli storici abitanti, mangiare in un ristorante di qualità con un menù di prodotti tipici e degustare vini pregiati nelle cantine del maniero. Come al Castello di Rametz, a Merano, in Alto Adige, dove pregiati vini nascono tra antiche mura e dove c’è anche un Museo del Vino per celebrare una storia davvero gustosa.

Qui nascono vini storici

Circondato da dieci ettari di vigneti di proprietà, la storica tenuta del Castello di Rametz viene menzionata già in alcuni documenti del 1227. Ma è nel 1860 che, per la prima volta in Alto Adige, viene coltivata la vite del Pinot Nero, ma anche il Cabernet Sauvignon, il Riesling Renano e il Cabernet Franc. Da non perdere una visita alla cantina grande del castello, risalente al XVIII secolo, costruita interamente in pietra, con botti in rovere perfettamente allineate e illuminate.

Nella cantina piccola, del XII secolo, maturano invece i pregiati vini in Barrique. Al Castello di Rametz si può vivere una fantastica esperienza che inizia con una passeggiata tra i vigneti. È poi prevista una visita al Museo del Vino, dove in quattro ampie sale sono esposti attrezzi d’epoca utilizzati per la viticoltura.

Immancabile una visita alle cantine Grande e Piccola con degustazione di cinque vini e con un tagliere di Kaiserspeck, il pregiato salume altoatesino, e formaggi locali. E, per chi volesse fermarsi a pranzo o a cena, c’è il Ristorante “Al Castello Rametz” con menù di raffinate specialità locali, i piatti della tradizione internazionale e la qualità dei vini prodotti al castello.

INFO

CASTELLO RAMETZ,

via Labers 4, 39012, Merano (BZ), tel +39 0473 211011,

info@rametz.com, www.rametz.com




Destinazione SANTA FE: arte, shopping, sci, gastronomia, champagne e “chile”mozzafiato!

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di Cesare Zucca

Pronti con il vostro taccuino dei “prossimi viaggi del bello e del gusto” ?
Riservate una pagina al New Mexico, la “Terra incantata” nel West-Ovest degli Stati Uniti. La sua storia, le leggende, le bellezze naturali, l’arte, la ricca cucina al sapore di “chile” il peperoncino piccante, l’artigianato, i turchesi e una miriade di attività ed eventi fanno del New Mexico una destinazione da sogno.
La nostra meta è a Santa Fe, la più antica capitale degli Stati Uniti, ufficialmente fondata dagli spagnoli nel 1610. Caratterizzata dalle sue costruzioni in adobe, un antico impasto di argilla, sabbia e paglia  mescolata a erba secca e fango, patrimonio di molte famiglie che si tramandano questa tradizione da generazione in generazione.

Santa Fe e’ una cittadina veramente a misura d’uomo, che merita una visita per scoprire come l’influenza della cultura dei nativi sia ancora forte e capace di personalizzare cucina, arte, cultura, architettura e spirito. Frequentata da artisti e celebrità, Santa Fe è soprattutto un centro internazionale d’arte, un susseguirsi di gallerie e spazi espositivi. Oltre 250 gallerie e una dozzina di festival d’arte in uno dei più grandi mercati d’arte degli Stati Uniti
I weekend sono spettacolarmente animati, tutto l’anno. Dovunque vibra musica dal vivo, canti, balli e fantastiche vibrazioni per gentile concessione di musicisti locali che fanno echeggiare i loro strumenti da ponti, dai balconi, dalle piazze. ARTE!
Imperdibile un giro a Canyon Road dove scoprire tesori nelle numerose e varie gallerie d’arte, ma anche per ammirare i meravigliosi giardini e gli edifici dallo stile unico.
In Luglio, l’annuale  “Art Santa Fe” vede la partecipazione di rinomati galleristi da tutto il mondo.
Visitatissimo il Museo d’Arte Folk.
Vero tempio dell’immagine e della creatività e quindi meta dovuta di una visita a Santa Fe  è il Museo dedicato alla grande artista Georgia O’Keeffe che di queste terre si innamorò, dipingendole con colori e suggestioni indelebili. Accoglie oltre 2.2 milioni di visitatori da tutto il mondo e è il museo d’arte più visitato nello stato del New Mexico e l’unico museo al mondo dedicato a questa artista di fama internazionale.

Un quadro di Georgia O’Keeffe

Anche in inverno !
Ski Santa Fe offre 86 piste diverse a sole 16 miglia dal centro di Santa Fe , magari con una tappa per una birra da Totemoff’s o da Railyard, WinterBre w 2023 dove potrete assaggiare la creazioni di 17 birrifici artigianali del New Mexico
Lensic Performing Arts Center
Costruito nel 1931, lo storico  nel cuore del centro, appena fuori dalla Plaza, ospita ogni tipo di musica, classica, jazz, moderna, di provenienze diverse come flamenco spagnolo, salsa cubana, samba brasiliana, valzer parigino oltre a ospiti celebri come Lyle Lovett a Benise “Il principe Spagnolo della Chitarra”

SHOPPING !
Scopriretei tesori artigianali unici in una suggestiva odissea dello shopping in squisite boutique e affascinanti edifici storici.. Che tu stia cercando moda o mobili, stivali da cowboy o cinture concho, salsa o gioielli in argento e turchese, sarai ricompensato in questo paradiso dello shopping di specialità e meraviglie del sud-ovest da tutto il mondo. Troverete arte popolare locale, nazionale e internazionale, oggetti d’antiquariato, cimeli, tappeti, tessuti, arte tribale e globale e una vasta gamma di gioielli raffinatI.
Sotto il lungo portico del Palazzo dei Governatori troverete botteghe, shops, bancarelle multicolori: ad ogni angolo c’è un posticino dove fermarsi a curiosare e a fotografare! E non c’è  sotto la pioggia o vento o neve che trattenga i venditori a aprire le loro bancarelle per proporre gioielli, ceramiche. oggetti in argento, tutti artiginali. Il Winter Mercado, situato all’interno dell’edificio El Museo de Cultural con la partecipazione di 40 paesi, non è solo un luogo dove fare acquisti, ma una vera esperienza…

A TAVOLA !
La cucina del New Mexico è molto variegata: americana, indigena, messicana e spagnola. Tra le sue specialità troviamo i “burrito” (chili, uova, formaggio e fagioli racchiusi in una tortilla)l le “sopaipillas“, una specie di frittella di pasta che si mangia come contorno agli altri piatti oppure da sola, come dessert, e in questo caso servita con miele.

sopaipillas

Volete davvero sperimentare la cucina newmexicana?
Allora non fatevi mancare un “pozole”,  uno dei piatti più autenticamente messicani. Di origine precolombiana, a base di maiale, arricchito da un trionfo di sapori e fragranze legate a tradizioni antichissime e preparato con tipici ingredienti locali, tra cui mais, chile gajilio, lime, verdure e spezie eccetera. Assolutamente da sperimentare….

Il vero re a tavola è il chile, piccantissimo peperoncino rosso o verde, protagonista assoluto  e condimento storico dei piatto newmexicani. Su tutti i tavoli troverete un vasetto o una bottiglietta di “red hot chili sauce”

La sua ricetta non è complicatissima, ma richiede tempo e un’attenta ricerca di ingredienti…. meglio portarsi a casa qualche bottiglietta per poi goderselo al vostro ritorno. Se proprio volete cimentarvi e fare bella figura con gli amici … troverete la ricetta originale a fine articolo.

A TAVOLA!
Santa Fe è popolata da eclettici ristoranti che propongono la New Mexican cuisine, dove i sapori tradizionali dei nativi indiani incontrano gli ingredienti che gli spagnoli portarono dall’Europa, fino a ricette più innovative, create da chef di fama internazionale.
Nei menù troverete grigliate di carne, pietanze piccanti e piatti  della tradizione, come huevos rancheros, burritos, enchilladas, fajitas, tortillas,tacos e i chimichangas, ripieni di fagioli, pollo, carne macinata.
Tra i ristoranti più conosciuti: Coyote Cafè, SantaFe Cafè, mentre per un’esperienza davvero “New Mexico” , vi consiglio Da Casa Sena dove la specialità è un pesce al cartoccio, avvolto in una vero mattone di “adobe”: il camerie-e ve ne regalerà un pezzetto, quale souvenir portafortuna., mentre per chi ama la carne, Rio Chama serve una bistecca da Oscar.
E nel calice?
Ottimi i vini locali, tra cui un adorabile e davvero poco costoso, mentre una margarita o una buona birra messicana non mancano mai. .Non fatevi mancare un calice di Champagne Gruet Brut  ottimo e davvero a buon prezzo. Fondata nel 1984, Gruet Winery è specializzata in vini spumanti Méthode Champenoise.
Di proprietà e gestione familiare, l’azienda produce spumanti a base di Pinot Nero e Chardonnay e una piccola collezione di vini fermi, con radici originarie della casa di Champagne di Gilbert Gruet a Bethon, in Francia. Più di 25 annate dopo, Gruet Winery ha ottenuto consensi senza precedenti e rimane uno dei preferiti dai migliori sommelier della nazione.

L’ultima settimana di Settembre vive il tradizionale Santa Fe Wine & Chile Fiesta, un appuntamento annuale di cinque giorni che celebra i migliori vini che Santa Fe ha da offrire. Partecipano oltre 60 ristoranti partecipanti e 90 aziende vinicole partner. Ospiti , esperti e amanti e visitatori “gourmet” arrivano da tutto il mondo per questa festa unica nel suo genere.

DOVE DORMIRE 
La Posada Resort e Spa
Per un soggiorno davvero magico. Sorge laddove nel 1882 c’era la lussuosa residenza del mercante Abraham Staab. Fa parte della Internazionalmente conosciuta, offre abitazioni, “casitas” e suites con uno scoppiettante caminetto, una SPA rinomata per la filosofia dei trattamenti e una splendida piscina

Ve l’avevo promesso… Siete pronti a sfidare la sferzata di una vivacissima salsa al chile?
Ecco come prepararla a casa e far rimanere i vostri ospiti… a bocca aperta!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredienti

  • 20-25 baccelli di peperoncino rosso del Nuovo Messico essiccati,.Potete scegliere quelli meno o più piccanti oppure una combinazione
  • 4 tazze di acqua o brodo di pollo (uso suddiviso)
  • 2 cucchiai di olio vegetale
  • 1 cipolla media, tritata
  • 3 spicchi d’aglio tritati
  • 1 o 2 cucchiaini di origano messicano essiccato sbriciolato o maggiorana
  • 1 cucchiaino di sale, o più a piacere

Prepaazione

  1. Tostare i baccelli di peperoncino interi essiccati in una padella pesante a fuoco medio finché non sono caldi e rilasciano la loro fragranza, da 1 a 2 minuti per lato.
  2. Rimuovi immediatamente i peperoncini dalla padella. Quando è abbastanza freddo da maneggiarlo, spezza ogni baccello di peperoncino in più pezzi (indossando guanti di gomma o di plastica se la tua pelle è sensibile), scartando il gambo e i semi.
  3. Metti metà dei pezzi di peperoncino in un frullatore e versa metà dell’acqua o del brodo. Purea fino a quando non è quasi liscia ma con alcune macchioline di peperoncino ancora visibili nel liquido.
  4. Riscaldare l’olio in una pentola capiente a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e rosolare per diversi minuti fino a quando la cipolla è molle.
  5. Versare la miscela di peperoncini frullati, quindi aggiungere l’origano e il sale.
  6. Frullare i restanti peperoncini con l’acqua rimanente e versarli nella salsa nella padella. Ridurre il fuoco a medio-basso e cuocere a fuoco lento per un totale di 20-25 minuti.
    7. Dopo circa 15 minuti, assaggia la salsa e regola i condimenti. Quando sarà pronta, la salsa sarà cotta abbastanza da ricoprire densamente un cucchiaio ma comunque cadrà facilmente. Utilizzare caldo o refrigerare per un uso successivo

INFO
https://www.santafe.org/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

Are you ready to challenge the kick of a lively chili sauce?
Here’s how to prepare it at home and leave your guests… amazed!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredients

20-25 dried New Mexico red chili pods. You can choose milder or hotter, or a combination
4 cups water or chicken stock (split use)
2 tablespoons of vegetable oil
1 medium onion, chopped
3 minced garlic cloves
1 to 2 teaspoons crumbled dried Mexican oregano or marjoram
1 teaspoon salt, or more to taste

Preparation

Toast the dried whole chile pods in a heavy skillet over medium heat until hot and releasing their fragrance, 1 to 2 minutes per side.
Immediately remove the chiles from the pan. When cool enough to handle, break each chili pod into several pieces (wearing rubber or plastic gloves if your skin is sensitive), discarding the stem and seeds.
Place half of the chili pieces in a blender and pour half of the water or broth. Puree until almost smooth but with some pepper flecks still visible in the liquid.
Heat the oil in a large pot over medium heat. Add the onion and garlic and saute for several minutes until the onion is mushy.
Pour in the blended chile mixture, then add the oregano and salt.
Blend the remaining chiles with the remaining water and pour them into the sauce in the pan. Reduce the heat to medium-low and simmer for a total of 20 to 25 minutes.
7. After about 15 minutes, taste the sauce and adjust the seasonings. When ready, the sauce will be cooked enough to thickly coat a spoonful but still fall easily.
Use hot or refrigerate for later use

INFO
https://www.santafe.org/




CARNEVALE IN BASILICATA: MASCHERE. FOLLIA, I SAPORI DELLA TRADIZIONE

di Cesare Zucca —


Alberi viventi, diavoli danzanti e maschere cornute: benvenuti nel mondo horror dell’universo fantastico del Carnevale lucano

Smoderatezza, esagerazione, intemperanza, da secoli in quell’unica occasione annuale vi era permesso di lasciarsi andare senza freni inibitori… Il Carnevale, sfrenata kermesse annuale, le cui origini vanno ricercate nella religione pagana, nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionisiache della classicità greca.
Da secoli la kermesse si rinnova nella terra della Basilicata, tra le proviince di Potenza e Matera, dove i dove i nove comuni che.costiuiscono la “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”. fanno rivivere lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, attraverso coloratissimi travestimenti si rivivranno le più suggestive e antiche tradizioni lucane, arcaiche e contadine.
Un ottimo motivo per una tappa in quelle terre e incontrare figure allegoriche, dall’aspetto grottesco. Dall’all’Orso (Urs) e la Quaresima (Quaremma) ai Rumit, alberi che camminano, a diavoli che ballano in piazza, mentre paventose maschere bussano alla porta per chiedere cibo al suono cupo dei campanacci
San Mauro Forte
Le feste sono state aperte da un suono cupo e assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera misteriosa; sono i campanacci “maschi” e “femmine” che invocano la fecondità , incoraggiano la buona riuscita del raccolta e allontanano il male.
Teana
Istinto, curiosità, umorismo: Il Carnevale di Teana è rappresentato dall’”Orso”, una delle maschere più seguite , mentre in paizza viene ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
Satriano
Un Carnevale green vi trascinera nella “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini: una foresta umana, celebrando non solo un rito antichissimo, ma infondendo anche un attualissimo messaggio green.
Cirigliano
Si festeggiano le 4 stagioni dove Pulcinella e maschere declamano versi della tradizione orale locale, che omaggiano i frutti della terra e la primavera. “I mesi dell’anno” e “le quattro stagioni” scortano in processione la bara del Signor “Carnevale”, fino al momento di massimo climax, dove verrà arso su un falò.
Lavello
Let’s party! Tutti coinvolti nei tipici “Festini” dove si balla fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso rosso.
Tricarico
Comune capofila che ha proposto di condividere con gli altri comuni lucani un cammino condiviso che punta al coordinamento dei singoli percorsi. Non stupitevi di essere circondati da una mandria di “tori” e “mucche” dal look davvero suggestivo: cappellaccio nero coperto da un foulard e un velo bianco, decorato con nastri multicolori fino alle caviglie.
Aliano
Questo minuscolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e’ senza dubbio uno degli scenarii più magici della Basilicata. Tra paesaggi argillosi, caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi si aggirano maschere “cornute” e maligne, fatte di cartapesta e dotate di corna enormi e nasi pendenti. Sono indossate dagli uomini del villaggio, che sfoggiano fantasmagorici cappelli di stelle filanti, e pantaloni adornati da campanacci, mentre marciano lungo la strada principale, muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa e lanciando generose manciate di farina. Non vestitevi di nero…
Stigliano
Alziamo i calici! Siete tutti invitati dal “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato.
Montescaglioso
Ci regala due celebrazioni: il “Carnevale Montese”. con imponenti carri allegorici e il “Carnevale Tradizionale” del Martedi Grasso, capitanato da una famglia alquanto bizzarra: il Signor Carnevalone, personaggio dalla una doppia faccia e doppia anima al suo fianco , la tenebrosa moglie “Quaremma” che regge il pupazzo in fasce “Carnevalicchio” e “U’ Fus’”, una sorta di “Parca romana” che tesse i fili del Destino… altro che gli Addams….
A queste feste “storiche” ogni comune lucano ama celebrare il proprio “Signor Carnevale”.che nei comuni di 
Armento, Pietrapertosa, Picerno e Tursi viene condotto al rogo. .A Oppido la tradizione voleva che gli abitanti rappresentassero i braccianti agricoli e il loro lavoro dei campi.A Trecchina la “cupa – cupa” porta il ritmo delle rime del “Contacronze”, vestito con cappellaccio scuro e giubba dei pastori. Tra i vicoli si svolge il corteo di Pomarico, capitanato da Pulcinella e la moglie Zeza, che viene beffata con canzoni non proprio gentili mentre a Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono.

Vi è venuta una fame “diabolica”?
Il Carnevale della Basilicata porta a tavola piatti semplici che rispettano la tradizione culinaria lucana, dai gustosi salumi, alle abbondanti zuppe di verdure fresche, all’agnello, alla polenta chiamata anche “frascatala” con sugo di salsiccia e pezzi di pancetta, ai calzoni ripieni di zucchero e ricotta, conditi con sugo di maiale, alle strascinate ai ferricelli, e i cavatelli,.spolverati da mollica di pane sfritta e “conzata “ con polvere di peperone.
A Carnevale si preparano le polpette di pane, pauppett, cuculicchie, cocole, rummuledd’, con aggiunta di patate, pecorino, salsiccia e soppressata, in alcune case arricchite di uva passita.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Non chiamatelo peperoncino!
Lo chiamano “Appuntito”, Tronco” e “Uncino”, viene piantato tra febbraio e marzo e raccolton in agosto. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile  adatto a essere essiccato. Ricco di vitamine A, E, C, K , insomma un gustoso toccasana !
E’ protagonista assoluto di un piatto tipico lucano: fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti (Zafaran’ Crusk), e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate. Con l’olio di frittura poi ci si condisce lo stoccafisso locale ma anche le uova fritte, all’occhio di bue o strapazzate, a cui si può aggiungere la sausizz (salsiccia).
Il migliore peperone crusco ?
Beh, io sono un “crusco maniac”,  l’ho gustato in tante localitò e in mille ricette, ma devo dire che , secondo me, il vero “re crusco” è quello IGP di Senise, località vicina a Teana.
Di colore rosso intenso e dal sapore dolce, ha una polpa sottile, viene raccolto i primi di agosto e viene disposto per qualche giorno su teli di stoffa in un luogo buio e asciutto. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago a formare delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza.
Come da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per la corretta essiccazione dei peperoni. Può essere ridotto in polvere come fosse una spezia con la quale arricchire di gusto, profumo e colore impasti di focacce, pizze, paste e salumi o in alternativa può essere fritto e diventare crusco ovvero croccante, La produzione di peperone crusco è il fiore all’occhiello  dell’ Agricola Libone nei pressi di Teana, anche in versione bio e ultimamente riscoperto dagli chef in combinazioni dolci, abbinato al cioccolato.

Curiosi di sperimentare un piatto al crusco?
Ecco una ricetta tradizionale: patate e peperoni cruschi
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate
100 g di peperoni di Senise IGP essiccati
olio extra vergine di oliva
sale
Procedimento
Fate bollire le patate in acqua salata per 10 minuti. Scolatele, sbucciatele, tagliatele a fettine spesse 5 mm e tenetele da parte. Nel frattempo pulite i peperoni, eliminate i semi e il picciolo. Mettete in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva e friggetevi i peperoni per pochi secondi o fino a che non assumeranno un colore rosso acceso. Scolateli su carta assorbente per fritti e tenete da parte. Nella stessa padella in cui avete cotto i peperoni cruschi versate anche la patate e fate cuocere fino a che non saranno ben dorate. Aggiustate di sale e aggiungete i peperoni cruschi ridotti a pezzi grossolani. Saltate il tutto per un paio di minuti e servite subito.
DOLCI MOMENTI IERI E OGGI
A conclusione della grande abbuffata di Carnevale, non può mancare una nota dolce. Immancabili a fine pasto gustatevi i taralli al naspro aromatizzati all’anice, ricoperti da una glassa di zucchero e le celebri chiacchiere, aromatizzate con liquore, fritte imbiancate di zucchero a velo. Tradizione e attualità. tipico delle festivita è lo storico sanguinaccio: una mousse originariamente composta da sangue di maiale cioccolato, mandorle tostate e tritate, cannella, latte e scorza di limone. Oggi l’utilizzo del sangue di maiale è vietato, ma è pur sempre una squisitezza…

INFO
Carnevale della Basilicata fino al Martedi Grasso del 13 febbraio
www.basilicataturistica.it
www.aptbasilicata.it

CESARE ZUCCA
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Viaggio “gourmet” in Basilicata: dai Sassi di Matera ai calanchi di Aliano

(Italian and English version)

Basilicata: partiamo per un tour dove primeggiano ingredienti selvaggi e piatti veraci, proprio come questa terra.

Dal rafano selvaggio, conosciuto anche come “tartufo dei poveri” alla melanzana rossa di Rotonda, piccante e amarognola,  ottima sott’olio, fritta, grigliata, al formaggio canestrato di Moliterno squisitamente piccante. I piatti  sono ricchi, saporiti e solari: le strascinate (pasta con cime di rape materane e peperoni cruschi), i gnummareddi (involtini di interiora di agnello, fegato, polmone, cuore e animelle legati da un sottile budello naturale), il baccalà con peperoni cruschi, cutturiddi (agnello con cipolline, pomodori, alloro e rosmarino), pignata (carne di pecora o di castrato condito in terracotta con salame piccante, pecorino, peperoncino e tante verdure).

Basilicata: partiamo dal firmamento Michelin

A Lavello, sotto il cielo stellato della Guida Michelin troviamo
Don Alfonso 1890  San Barbato
(Stella Michelin)
Il leggendario Alfonso Iaccarino, la moglie Livia e i figli Ernesto e Mario hanno portato al San Barbato la stessa filosofia e la stessa passione che hanno reso il Don Alfonso 1890 uno dei più importanti ristoranti al mondo, un tempio dell’ospitalità: cucina d’autore, accoglienza impeccabile e calore umano. Al timone lo Chef Donato De Leonardis . Ogni suo piatto è caratterizzato dalla cura maniacale dei dettagli e dalla ricerca di materie prime della migliore qualità.

Don Alfonso San Barbato , Adagiato tra le pendici dell’antico vulcano Monte Vulture e la valle del fiume Ofanto,

La cena diventa così un’esperienza culinaria interattiva offrendo alla vista lo spettacolo di una brigata di cucina gourmet immersa nel proprio affascinante lavoro, con suggestivi giochi di luce che accompagnano le preparazioni e le mise en place, dagli antipasti ai dessert.

Donato de Leonardis

Sapori e colori sulla Terrazza di Don Alfonso , San Barbato

Lasciamo Lavello e puntiamo verso l’incredibile.
Pronti? Chiudete gli occhi e adesso riapriteli… siamo a Matera!
L’incanto inenarrabile di una città a cui foto, disegni o video non rendono minimamente  giustizia al meraviglioso impatto e alla superlativa bellezza che ci circonda.


Matera va raggiunta, vista, vissuta …e assaggiata…

Molti viaggiatori gourmet conoscono da tempo questa città di montagna, unica, costellata da caverne, da antiche abitazioni scavate nella roccia, dai suoi poveri Sassi abitati da famiglie e bestiame, da storie, leggende e arte. Matera, a lungo isolata dal resto d’Italia, rimane uno degli ultimi veri baluardi della cucina povera.
Autentiche ricette contadine composte da ingredienti poverissimi che danno vita ad un piatto buonissimi, sani e nutrienti, come le spettacolari zuppe di legumi locali e quelle con i ceci neri. per non citare il pane di Matera, celebre in tutto il mondo

La storica cucina cucina povera.di Matera

Indiscutibile leggenda della cucina materana è il  dolce peperone crusco, che viene prima essiccato al sole e poi fritto per tramutarsi in una croccante e saporita esplosione di gusto, deliziosa in tutte le stagioni. A partire dal 1 Agosto, tra balli, canti e tavole imbandite, si celebrerà la crapiata (tradizionale piatto conviviale con grano, farro, lenticchie, ceci, fagioli, fave, patate e piselli).

Peperone crusco, il protagonista

Matera, Ristorante Vitantonio Lombardo  (Stella Michelin)

Vitantonio Lombardo è lucano di origine. Il suo è stato un viaggio con illustri maestrii come Paolo Teverini, Gianfranco Vissani e Fabio Barbaglini. Amante del suo territorio,ha voluto ridare vita ad una grotta abbandonata per proporre due menu :“Frammenti,  cucina della nostra storia e “Battiti, piatti in continua evoluzione”

Lo chef stellato Vitantonio Lombardo

Dalla cucina di Chef Vitantonio

 ll Terrazzino  
Vista, ambiente, cibo vero, menu ricco, prezzi moderati e… ho menzionato la vista? Benvenuti a Il Terrazzino di Matera, uno dei più antichi ristoranti a terrazza dei Sassi. Eustachio Persia mi ha accolto con un piatto di salumi nostrani, tra cui i miei lampascioni preferiti, bulbi di un fiore di campo comune del sud Italia, poi ho ordinato l’agnello, e…sorpresa! E  arrivato avvolto in carta paglia gialla.

l’agnello “incartato” del Terrazzino

Baccus
Situato nella zona dei Sassi, semplice ma elegante, noto per il suo Chef Carlo Pozzuoli che ama reinterpretare in chiave moderna i piatti tipici locali e i sapori e le tradizioni di una volta, come il minestrone con tagliolini ai ceci bianchi e neri, considerato ideale per le donne in gravidanza, poiché contiene molto ferro. Il menu dedica un’attenta ricerca delle erbe locali, come la cicoriella, il sivone utilizzate nelle insalate, nelle minestre, come ripieno di ravioli e pansotti o semplicemente lessate con olio e limone.

Matera: Carlo Pozzuoli e sua moglie Mariella: ospitalità e piatti veraci, come la loro zuppa con ceci bianchi e neri

Dolce finale… sporcamuso
Sorprendevi con un assaggio di un dolce sporcamuso a forma di cuore, un dessert strapieno di crema pasticcera calda che inevitabilmente vi finirà su tutta la faccia.

lo Sporcamuso

Da Mario
‘Rappresentiamo la tradizione. La mia famiglia gestisce questo ristorante dagli anni ’50’ mi racconta Anna, titolare del Ristorante Pizzeria Da Mario. ‘Da allora siamo sempre stati amati dai materani e da tutto il mondo. Molte celebrità hanno mangiato qui: Richard Gere, Mel Gibson solo per citarne alcuni” Tra i sui piatti forti: le  gustose orecchiette alle rape con acciughe e pangrattato tostato e i suoi famosi strascinati fatti in casa con funghi cardoncelli e guarniti con il tipico croccante di peperone crusco fritto.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Scelti per voi in Basilicata

La Locandiera, Bernalda
La Villa, Melfi
Luna Rossa, Terranova di Pollino
Forentum
, Lavello
Al Baliaggio, L’ Incanto, Venosa
Al becco della Civetta, Castelmezzano
Ego, Le Bubbole, Matera
Fandango, Scalera
Cibò, Massimo Carleo Home Restaurant , Potenza

Lo splendido artigianato locale

Le  migliori osterie

Pezzolla, Accettura(MT)
Gagliardi, Avigliano (PZ)
Da Beppe, La Rotonda (PZ)
La mangiatoia, Rotondella (MT)

… e per finire, ovviamente un Amaro Lucano!

Al mare

La Basilicata è bagnata dal Tirreno e dallo Ionio e il suo mare è considerato uno dei più puliti d’Italia. Nelle località di  Maratea, Acquafredda, della Spiaggia di Mezzanotte, Cersuta, Fiumicello, Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco e in molte altre, troverete lunghe spiagge sabbiose, calette nascoste, pittoresche grotte e sopratutto un mare cristallino. Per non parlare degli ottimi piatti di pesce…

Mare cristallino e ottimi piatti di pesce. La Basilicata vi aspetta!

Scelti per voi

La Locanda di Nettuno, Ohana, Taverna Rovita, Il Sacello , Maratea
L’approdo, Catrocucco
Hemingway, Bell’agio Bistrò, La Lampara Jonica, Scanzano Jonico
Essenza, Policoro
Le Vele, Acquafredda
Imperiale, Nova Siri

Maratea

Scopriamo Aliano

Destinazione per molti sconosciuta, Aliano è un piccolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e situato in uno dei luoghi più insoliti, panoramici, magici e spirituali della Basilicata.
Il paesaggio argilloso circostante è caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi.

Basilicata: we leave for a tour where wild ingredients and authentic dishes stand out, just like this land.
From the wild horseradish, also known as “poor man’s truffle” to the red aubergine of Rotonda, spicy and bitter, excellent in oil, fried, grilled, to the exquisitely spicy Moliterno canestrato cheese. The pastas are rich, tasty and sunny: strascinate (pasta with turnip tops from Matera and cruschi peppers), gnummareddi (rolls of lamb entrails, liver, lung, heart and sweetbreads tied by a thin natural casing), cod with cruschi peppers, cutturiddi (lamb with onions, tomatoes, bay leaf and rosemary), pignata (mutton or mutton seasoned in terracotta with spicy salami, pecorino, chilli and many vegetables).

Let’s start from the stars…
In Lavello, under the starry sky of the Michelin Guide we find Don Alfonso 1890 San Barbato (Stella Michelin) The legendary Alfonso Iaccarino, his wife Livia and their children Ernesto and Mario brought to San Barbato the same philosophy and the same passion that made Don Alfonso 1890 one of the most important restaurants in the world, a temple of hospitality: signature cuisine , impeccable hospitality and human warmth. At the helm the Chef Donato De Leonardis. Each of his dishes is characterized by the obsessive attention to detail and the search for raw materials of the best quality.

Don Alfonso San Barbato , Adagiato tra le pendici dell’antico vulcano Monte Vulture e la valle del fiume Ofanto,

Dinner thus becomes an interactive culinary experience offering the spectacle of a gourmet kitchen brigade immersed in their fascinating work, with suggestive plays of light that accompany the preparations and mise en place, from appetizers to desserts.

Donato de Leonardis

Sapori e colori sulla Terrazza di Don Alfonso , San Barbato

We leave Lavello and head towards the incredible. Are you ready? Close your eyes and now reopen them … we are in Matera!
The unspeakable charm of a city whose photos, drawings or videos do not do the least justice to the wonderful impact and the superlative beauty that surrounds us.

MATERA MUST BE REACHED, VISITED, LIVED AND… TASTED
Many gourmet travelers have long known this unique mountain town, dotted with caves, ancient dwellings carved into the rock, its poor Sassi inhabited by families and cattle, stories, legends and art. Matera, long isolated from the rest of Italy, remains one of the last true bastions of poor cuisine. Authentic peasant recipes composed of very poor ingredients that give life to a delicious, healthy and nutritious dish, such as the spectacular soups of local legumes and those with black chickpeas. not to mention the bread of Matera, famous all over the world

La storica cucina cucina povera.di Matera

The indisputable legend of Matera cuisine is the sweet crusco pepper, which is first dried in the sun and then fried to turn into a crunchy and tasty explosion of taste, delicious in all seasons. Starting from August 1st, between dances, songs and laid tables, the crapiata (traditional convivial dish with wheat, spelled, lentils, chickpeas, beans, broad beans, potatoes and peas) will be celebrated.

Peperone crusco, il protagonista

Matera, Ristorante Vitantonio Lombardo  (Stella Michelin)
Vitantonio Lombardo is originally from Basilicata. His was a journey with illustrious masters such as Paolo Teverini, Gianfranco Vissani and Fabio Barbaglini. Lover of his territory, he wanted to revive an abandoned cave to propose two menus: “Fragments, cuisine of our history and” Battiti, dishes in continuous evolution

Lo chef stellato Vitantonio Lombardo

Dalla cucina di Chef Vitantonio

 ll Terrazzino  
View, ambiance, real food, rich menu, moderate prices and … did I mention the view? Welcome to Il Terrazzino di Matera, one of the oldest terrace restaurants in the Sassi Eustachio Persia welcomed me with a plate of local cured meats, including my favorite lampascioni, bulbs of a common wildflower in southern Italy, then I ordered the lamb, and … surprise! It came wrapped in yellow straw paper.

l’agnello “incartato” del Terrazzino

Baccus
Located in the Sassi area, simple but elegant, known for its Chef Carlo Pozzuoli who loves to reinterpret in a modern key the typical local dishes and the flavors and traditions of the past, such as the minestrone with tagliolini with white and black chickpeas, considered ideal for pregnant women, as it contains a lot of iron. The menu devotes careful research of local herbs, such as chicory, sivone used in salads, soups, as a filling for ravioli and pansotti or simply boiled with oil and lemon.

Matera: Carlo Pozzuoli e sua moglie Mariella: ospitalità e piatti veraci, come la loro zuppa con ceci bianchi e neri

Dolce finale… sporcamuso
Final surprise with a taste of a sweet heart-shaped sporcamuss, a dessert filled with hot custard that will inevitably end up all over your face. a.

lo Sporcamuso

Da Mario
‘We represent tradition. My family has been running this restaurant since the 1950s, ‘Anna, owner of Ristorante Pizzeria Da Mario, tells me. ‘Since then we have always been loved by the people of Matera and by the whole world. Many celebrities have eaten here: Richard Gere, Mel Gibson just to name a few “Among his main dishes: the tasty orecchiette with turnips with anchovies and toasted breadcrumbs and his famous homemade strascinati with cardoncelli mushrooms and garnished with the typical crunchy pepper fried crusco.face.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Chosen for you

La Locandiera, Bernalda
La Villa, Melfi
Luna Rossa, Terranova di Pollino
Forentum
, Lavello
Al Baliaggio, L’ Incanto, Venosa
Al becco della Civetta, Castelmezzano
Ego, Le Bubbole, Matera
Fandango, Scalera
Cibò, Massimo Carleo Home Restaurant , Potenza

Lo splendido artigianato locale

Pezzolla, Accettura(MT)
Gagliardi, Avigliano (PZ)
Da Beppe, La Rotonda (PZ)
La mangiatoia, Rotondella (MT)

… e per finire, ovviamente un Amaro Lucano!

By the sea
Basilicata is bathed by the Tyrrhenian and Ionian and its sea is considered one of the cleanest in Italy. In the localities of Maratea, Acquafredda, Spiaggia di Mezzanotte, Cersuta, Fiumicello, Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco and many others, you will find long sandy beaches, hidden coves, picturesque caves and above all a crystalline sea. Not to mention the excellent fish dishes …

Mare cristallino e ottimi piatti di pesce. La Basilicata vi aspetta!

Selected for you

La Locanda di Nettuno, Ohana, Taverna Rovita, Il Sacello , Maratea
L’approdo, Catrocucco
Hemingway, Bell’agio Bistrò, La Lampara Jonica, Scanzano Jonico
Essenza, Policoro
Le Vele, Acquafredda
Imperiale, Nova Siri

Maratea

Discovering Aliano
Destination unknown to many, Aliano is a small village in the province of Matera, awarded the recognition of Italian Literary Parks and located in one of the most unusual, scenic, magical and spiritual places in Basilicata. The surrounding clayey landscape is characterized by species of canyons, called badlands.




Perché il radicchio di Treviso è un tesoro che vale un weekend

Esiste un’insalata talmente pregiata da essere l’ingrediente principe di un intero menù stellato? Un ingrediente che vive d’inverno e domina le tavole con il suo colore unico e la sua particolare sagoma: il radicchio di Treviso. Buono in tutte le salse, crudo o cotto, può far parte di qualsiasi tipo di portata (dal salato al dolce) grazie alla sua lunga e controllata coltura. Un sapore amarognolo inconfondibile che contraddistingue non solo la cicoria, ma anche il territorio che popola, il trevigiano. In questa area geografica veneta, ricca di bellezze di ogni tipo, infatti avere il radicchio in frigo è quasi d’obbligo nelle stagioni più fredde. Un ingrediente talmente unico da riuscire a coniugare bellezza e gusto. Ecco la nostra guida: 

Perché il radicchio di Treviso è un tesoro che vale un weekend
Coltura del radicchio di Treviso IGP, immersa in una pregiata tradizione costruita in questa regione di generazione in generazione

Il nostro weekend alla scoperta del radicchio di Treviso

Il nostro weekend con gusto parte dal ristorante ai Brittoni in centro a Treviso che offre un intero menù a base di radicchio: dalle casatelle in carrozza (formaggio trevigiano) al risotto, fino ad un dolce di cioccolato con spuma di liquore al radicchio. Con una vista sul canale tipico di questa città, riesce a comunicare tanto della storia di Treviso. Insieme alla sognante Venezia, Treviso emerge prorompente sui canali d’acqua, suo elemento prediletto, che donano alla città un’aria magica. Ricca di storia e aneddoti che, senza troppe difficoltà, posso rientrare in un vero e proprio weekend all’insegna del gusto e del bello. Dall’imponente Piazza dei Signori, al Duomo fino ad arrivare alla fontana delle tette e al parco degli alberi parlanti. La scelta è vasta e di certo non vi annoierete!

Perché il radicchio di Treviso è un tesoro che vale un weekend
Piazza dei Signori: la più importante piazza di Treviso e sede dell’antica signoria trevigiana

Facile parlare del centro e di una città famosa per le sue meraviglie, il nostro weekend adesso si sposta verso la campagna, verso la natura. Appuntamento da non perdere è l’oasi di Cervara, riserva naturale di grande bellezza a pochi chilometri da Treviso e ultima palude del Sile che si estende per 25 ettari. È un luogo ideale per passeggiare, fotografare e praticare birdwatching. Per i più raffinati invece è impossibile non passare per il Golf club Ca’ amata che offre un eccellente ristorante e passeggiate nel verde (anche per i non appassionati di golf). Tra flan con fonduta di Asiago e tagliatelle fatte in casa, scoprirete i sapori del radicchio come mai gli avete assaggiati. Ciliegina sulla torta per un weekend perfetto è il soggiorno all’hotel Fior di Castelfranco veneto: una struttura a quattro stelle celebre in tutto il trevigiano per eleganza e sfiziosità da osservare e gustare. 

Perché il radicchio di Treviso è un tesoro che vale un weekend
Viaggio culinario offerto dal ristorante Hotel Fior**** con: l’uovo che non c’è, tegola di patata americana robiola e radicchio, frittella di polenta con stravecchio “oro”

Il nostro weekend con gusto termina qui, se seguirete qualche nostra dritta non esitate a taggarci sui nostri canali social (Facebook, Instagram, Youtube, Tiktok)! Siamo attivi tutti giorni per nuove guide in tutta l’Italia. 

Ecco il nostro mini vlog del weekend! Se vi piace fatecelo sapere con un like e un commento!

 

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Thanks to @radicchioditrevisoigp @fruttaeverduraigp per il fantastico weekend!

Collab @ristoranteaibrittoni @oasidicervara @glofclubcaamata @hotelfior

Volete scoprire altre meraviglie di Treviso? Leggete la nostra precedente puntata su questa unica terra (link)..buon divertimento!




Colli Euganei: natura, storia, vini e “giuggiole” per un dolce weekend con Petrarca

di Cesare Zucca
For the “zaleti” recipe in english click here

Pronti a passare un weekend speciale nell’incanto dei Colli Euganei e scoprire  un meraviglioso borgo antico, ricco di storia, arte, enogastronomia e… tante giuggiole?

Tutto super…. a cominciare dalla nostra eccezionale guida, nientemeno che Messer Francesco Petrarca.  Il sommo Poeta amò immensamente questa terra e questo borgo, fino a curarne personalmente costruzioni e lavori di restauro, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellito
Arquà Petrarca è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, sede del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei, istituzione che vuole preservare e comunicare le sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere, facendole rivivere al visitatore e elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di quel luogo.

Il Poeta, la classica corona di alloro e la sua amata Musa ispiratrice , Madonna Laura

Petrarca sarà la vostra guida in un viaggio attraverso un itinerario in 7 targhe letterarie http://www.parcopetrarca.com/i-luoghi-del-parco/arqua-petrarca/, mentre in tutto il Parco letterario che comprende 17 comuni del Parco Regionale dei Colli Euganei saranno a breve 5  che ritraggono frasi di diversi autori che hanno immortalato il paesaggio e quei luoghi tanto celebrati nella letteratura italiana e internazionale da autori famosi. La bellezza silenziosa e incantevole dei Colli Euganei è stata fonte di ispirazione per scrittori, poeti e artisti, come Bruce Chatwin, Percy e Mary Shelley,  Lord Byron, Ugo Foscolo e Gabriele d’Annunzio

DA VEDERE A ARQUA’
Casa Petrarca
Petrarca, vi abitò dal 1369, sopravvisionò di persona la ristrutturazione, apportò modifiche , tra cui la creazione di arcate e trasformò il palazzo due unità abitative, per sè e per la sua famiglia. Attualmente sono ancora conservati, lo studiolo in cui morì il poeta, con sedia e libreria (pare) originarie.
Da ricordare, inoltre, la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.

la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.

FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA
La fontana del Petrarca è struttura che in realtà preesisteva all’arrivo del Poeta e alla quale veniva per attingere l’acqua, tanto che forse vi fece eseguire anche dei lavori di restauro. L’arca, in marmo rosso di Verona, che tuttora contiene le spoglie del Poeta ricalca l’esempio degli antichi sarcofagi romani.

FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA

ORATORIO SS TRINITÀ E LOGGIA DEI VICARIDatato 1181,  era una Chiesa molto cara al Petrarca, che vi era solito recarsi a pregare . Nuovo nuovo nuovo il sito dell’oratorio che ora è visitabile su prenotazione www.oratorioarqua.com)CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Ricca di affreschi di scuola veneto-bizantina in particolare una Madonna con il Bambino del secolo XI). Sono emersi poi altri affreschi risalenti al XV secolo di scuola post giottesca.
FONDAZIONE MUSICALE MASIERO E CENTANIN
Mostra permanente di antichi pianoforti. Nella Villa ad Arquà è possibile visitare il museo costituito di 25 pianoforti del XVIII e XIX secolo, a coda, a tavolo, verticali e di altre forme inconsuete.SE IL WEEKEND SARA’ IN PRIMAVERA…
Nelle vicinanze di Arquà (verficate siano aperti, recentemente sono stati chiusi ma solo in maniera temporanea) tanti luoghi storici di grande interesseVilla Barbarigo, a Valsanzibio una frazione di Galzignano Terme
Una sontuosa dimora del 1600, così spettacolare che è stata ribattezzata la piccola Versailles. Giocate a perdervi nello straordinario giardino-labirinto.

Villa Barbarigo

Castello Cini, Santuario delle Sette Chiese e Villa Duodo a Monselice
Imponente complesso architettonico, anticamente castello, poi torre difensiva fino a diventare una Villa. La Sala del Consiglio con affreschi e stalli lignei alle pareti,la sala Jacopino con camino smussato e la cucina con una ricca collezione di utensili nella Casa romanica medioevale e rinascimentale; l’Armeria, preziosa sala con pareti affrescate e motivo carrarese a scacchiera bianca e rossa che racchiude una delle più importanti collezioni di armi e armature d’Italia.
Castello Catajo,  Battaglia Terme
Insolita villa veneta con 360 stanze, decorate dagli stupefacenti affreschi di GianBattista Zenotti, Fu ideato nel 1570 dalla ricca famiglia Obizzi come teatro per ricevere e divertire i loro ospiti. Balli glamour, scene di battaglie navali, enormi produzioni teatrali… probabilmente i più grandi organizzatori di feste di tutti i tempi.

Castello Catajo

Storia e buon vino
Colori, sapori e profumi raccontati in oasi ambientali, antiche abbazie, castelli, ville, agriturismi e negli straordinari vini dei Colli Euganei,, dai Fior d’Arancio, un Moscato molto dorato, fino a una varietà di bianchi dal tipico colore giallo paglierino e dal profumo di gelsomino, come Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon rossi, lChardonnay, Merlot e il mio preferito, lo spumante Serprino.

Quando si dice “ dolce come un brodo di giuggiole”...

La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, che produce delle drupe ovoidal  dal colore rosso scuro e dal sapore dolce. Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”.

giuggiole fresche

Le giuggiole sono il perfetto connubio con gli zàleti, tipici dolci di Arquà.
Sono biscotti secchi tipici della tradizione contadina, dove si fa largo uso della farina di mais. L’aggiunta delle giuggiole conferisce a questi un sapore più dolce e sfizioso.

giuggiole essiccate

L’ ideale è servire questi biscotti friabili con qualche vino fresco da dessert, come il Moscato Fior d’Arancio Docg dei Colli Euganei o in abbinamento al liquoroso Brodo di Giuggiole ottenuto con il frutto delle giuggiole di Arquà. Servito freddo è un ottimo digestivo, ma si può sorseggiare anche caldo come punch. Con l’aggiunta di un buon prosecco diventa un ottimo aperitivo. Si può mettere anche sul gelato e sulla frutta, tipo ananas e fragole, per scoprire un gusto molto ricercato.

E NEL CALICE…
Per restare nel territorio Euganeo, consiglio bianco Val di Spie un viaggio sperimentale nel mondo dello spumante della Cantina Vignale di Cecilia, di Paolo Brunello, situata a Baone. Un bianco  che trizza l’occhio al passato, rifermentando naturalmente in bottiglia, senza successiva sboccatura, “sur lies”. Divertente slalom fra uva Glera e Garganega, trae dalla prima la semplicità e dalla seconda la freschezza.Il suo nome trae spunto dalla Val de Spin, selvaggia valletta in cui si trova il vigneto di Garganega.
oppure un  autentico e vero Malterreno Quota 101, le cui uve vengono raccolte a mano nel mese di settembre, quando il sole le ha rese belle e mature .Perfetto come aperitivo, accompagna primi piatti o secondi di pesce e carni bianche e colora i biscotti di Arquà.

Malterreno Quota 101 e il tradizionale Fior d’Arancio

Da queste meravigliose colline vulcaniche proviene lo Spumante Moscato Giallo IGT di Maeli Colli Euganei  un vino ricco di emozioni e allo stesso tempo degno ambasciatore di questo prestigioso territorio. Imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo l’antico metodo ancestrale. Appena versato nel calice, libera note sulfuree che poi lasciano il posto a profumi di agrumi. Vino di grande personalità aromatica sia al naso che al palato, la presenza dei lieviti gli dona una particolare consistenza ma di facile beva.

DOVE MANGIARE
Osteria Del Guerriero
Antica osteria nel cuore del borgo, sapori e profumi antichi della cucina veneta, dal family comfort food ai tradizionali cicchetti, preparati con prodotti stagionali a km0  e accompagnati dai migliori vini veneti

Osteria del Guerriero

Al Tavern
Una nuova avventura firmata dall’esperienza e dalla passione per l’enogastronomia di Roberto Veronese con le risorse straordinarie del territorio. Nel menu spiccano che celebrano un luogo incantato, che da sempre ammalia poeti e viaggiatori

Al Tavern

I Ronchi
Nato alla fine degli anni ’80, ambiente schietto, panorama suggestivo, un menù alla carta che varia in base alla stagione e che propone la ristorazione tipica dei Colli Euganei.

I Ronchi

Miravalle
Il nome non tradisce le aspettative: un bel panorama e gli gnocchi fatti in casa con ragù di cinghiale ne confermano l’ottima cucina.

Miravalle

E NEI DINTORNI…

Antica Trattoria Da Ballotta, Torreglia
Tempio dell’enogastronomia Euganea e italiana,
Più di Cinque Secoli di Storia  , come appare in un’ antica mappa, dove la terra circostante era nota come “campagna detta dell’osteria”. Oggi, nella sua elegante veranda,  un tempo officina per riparare le antiche carrozze, si gusta un menu fedele alle radici del passato e attento alla cucina di oggi.

Un piatto dell’ Antica Trattoria Ballotta

Incalmo
Ambiente ricercato per un menu gourmet. Ciascun piatto può essere abbinato a un vino, selezionato tra piccoli ma intensi vitigni autoctoni che esaltano il territorio italiano e oltre confine

Incalmo

Antica Trattoria Taparo, Torreglia
Datata 1921. Celebra la tradizione con l’innovazione senza mai lasciarsi coinvolgere dagli eccessi. Da non perdere il “percorso del baccalà” stoccafisso cucinato in 3 modi diversi.

Antica Trattoria Taparo

Trattoria Al Sasso, Teolo
Gestione famigliare da più di 70 anni. Famoso pollo fritto e non solo: i tagliolini con morchelle e lumache, “risi e bisi” con prosciutto di Montagnana, tagliatelle allo spezzatino di manzo, cotechino con fagioli in tocio, anatra alle marasche… vado avanti?…

Trattoria Al Sasso

E siamo arrivati al dolce ! Curiosi di scoprire la ricetta dei biscotti di Arquà ?
Ecco la ricetta !

ZÀLETI ALLE GIUGGIOLE

Zàleti alle gIuggiole

  • 120 g di giuggiole mature tritate grossolanamente
  • 60 ml di rum
  • 150 g di farina di grano
  • 150 g  di farina di mais
  • la scorza grattugiata di 1/2 limone
  • un pizzico di sale marino
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 3 tuorli d’uovo
  • 150 g di zucchero semolato
  • 130 g di burro, fuso e raffreddato:

Preparazione
Immergere i pezzi di giuggiola nella grappa per almeno un paio di ore o, meglio ancora, per tutta la notte. Mentre si preparano i biscotti, preriscaldare il forno a 180°C.
Foderare un vassoio per biscotti con carta da forno e mettere da parte.
Unire la farina bianca, farina gialla di mais, la scorza di limone, il sale e il lievito in una piccola ciotola. In una ciotola più grande, sbattere i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto giallo e spumoso, o comunque fino a quando lo zucchero si sarà sciolto completamente. Aggiungere il burro fuso al mix di farine, quindi unire delicatamente il tutto al composto di uova. Mescolare e poi aggiungere le giuggiole sgocciolate, incorporandole in maniera omogenea all’impasto.
Per sagomare i biscotti, afferrare una noce di impasto e farlo rotolare tra le mani.
Cercate di dare una forma piatta leggermente ellittica, per distribuirli con più facilità sul vassoio foderato.
Ripetere l’operazione fino a quando si finisce la pasta, lasciando pochi centimetri tra ogni biscotto. Cuocere in forno per 13-15 minuti, o fino a quando l’aspetto superficiale dei biscotti appare bene dorato.
Togliere dal forno e lasciare raffreddare i biscotti su una griglia.

ALLOGGIO E BENESSERE
Dopo una gironata di visite e percorsi , sarà bello rilassarsi e dedicarsi al proprio benessere. A pochi chilometri dal Arquà troverete Abano Terme, famosa in tutto il mondo come le “Terme di Venezia”, grazie alle straordinarie qualità curative dell’acqua termale e dell’argilla biotermale o fango invecchiato: una vera medicina senza effetti collaterali.

Abano Ritz Hotel è una meta ideale che si distingue per servizi, accoglienza e professionalità- Lo raggiungerete dopo una breve passeggiata lungo Viale delle Terme è il centro storico della città abbellito dalla Cattedrale, il Duomo di San Lorenzo,  fondata nel X secolo e che conserva ancora il suo campanile trecentesco. Abano Ritz Hotel offre camere spaziose, eleganti altre che a spazi vagamente retro e dll’atmosfera suggestiva, vanta due piscine, la SPA, rituali di benessere ed esperienze culinarie  immersi in un territorio ricco di cultura e folklore, oltre che di golf e altri sport.

INFO

Parco Petrarca, Monselice e Battaglia Terme si possono raggiungere anche da Padova in barca lungo il canale Battaglia, che usava anche Petrarca per spostarsi dalla sua casa di Padova ad Arquà. https://www.anticheviedinavigazione.it/it/default.aspx)
www.visitabanomontegrotto.com
www.parcopetrarca.com
Parco Petrarca e Colli Euganei
Abano Terme

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UN WEEKEND PREMIUM A PILA TRA SCI, DIVERTIMENTO E ALTA CUCINA

Per il weekend abbiamo deciso di abbandonare la città, insieme ai problemi e alle preoccupazioni accumulate in settimana, per catapultarci in un paesaggio alpino incantato e ricco di divertimenti: stiamo parlando di Pila, importante località turistica di montagna situata al centro della Valle d’Aosta, subito sopra il capoluogo Aosta.

Pila e i suoi impianti sciistici

La funivia Aosta-Pila

Per vivere un weekend romantico e divertente abbiamo scelto quindi di partire da Milano alla volta della Val d’Aosta. In meno di due ore di auto siamo arrivati ad Aosta ed esattamente nel grande parcheggio gratuito da cui parte la funivia per Pila, adiacente alla stazione dei treni e a soli 10 minuti a piedi dal centro cittadino. Lasciata l’auto siamo saliti sulla funivia che in soli 18 muniti ci catapulta tra le piste da sci di Pila, impreziosite da abeti e larici e contornate da abitazioni e strutture ricettive che risultano “incastonate” in modo armonico nella natura circostante. Chi desidera può direttamente raggiungere la località sciistica situata nel comune di Gressan percorrendo un breve tratto di strada di montagna che collega Aosta a Pila in appena 20 minuti di auto. Questa strada si trova in ottime condizioni e viene pulita in maniera costante in modo da garantire ai turisti un percorso agevole.

Primo giorno: Piste per tutti i gusti e le età

Dopo aver lasciato i bagagli in albergo e affittato l’attrezzatura necessaria, carichi di entusiasmo siamo andati di corsa sulle piste per una giornata all’insegna del divertimento sulla neve. Per accedere agli impianti di risalita è ovviamente necessario munirsi di skipass. Consigliamo di acquistare quest’ultimo tramite il sistema di vendita online sul sito pila.it che permette di accedere a tariffe agevolate. Numerosi i punti di ritiro skipass collocati a fianco delle casse di Aosta, alla partenza della telecabina, dedicati a tutti coloro che decidono di acquistare online e che non sono in possesso dell’apposita tessera magnetica.

Tra le caratteristiche di Pila spicca la sua posizione naturale che la tiene al riparo dal vento pur vantando una altitudine considerevole, con le piste che si sviluppano fra i 1800 e i 2700. Qualora le precipitazioni nevose non dovessero essere sufficienti, gli impianti sciistici godono di una sofisticata tecnologia di innevamento programmato, supportato da un bacino di accumulo di 70mila metri cubi.

Come accennato in precedenza, Pila offre divertimento sugli scii e sullo snowboard per tutti i gusti e i livelli:  si parte dalle piste meno impegnative, come le Baby Pila, la Baby Gorraz e la Grimod, a quelle per i più esperti. Il comprensorio comprende 4 piste nere, 21 rosse, 4 blu, che assieme ai tracciati percorribili sci ai piedi arrivano a 70 km, da un’altitudine di 1.540 a 2.750 metri di quota. 15 impianti, fra seggiovie, ovovia e funivia, assicurano una comoda risalita.

Due scuole di sci che complessivamente vantano oltre 170 maestri, accolgono allievi di tutte le età, livello e volontà per il grande debutto sulla neve o per perfezionare il proprio stile e soddisfare le proprie ambizioni. Dallo scorso anno sono presenti anche due piste di scialpinismo, due percorsi tracciati e messi in sicurezza per tutti coloro che vogliono provare il lato più wild dello sci.

Di seguito riportiamo il poker di piste che ha reso famosa Pila in tutto Europa:

  • Platta de Grevon (Pista 27 sullo Skirama):

Pista per freerider: 510 metri di dislivello per quasi 1,8 km di sviluppo e pura adrenalina. Doppio tracciato finale, uno più veloce e dinamico, l’altro, tradizionale, più dolce e graduale.

  • Du Bois (Pista 2 sullo Skirama):

è una pista dove liberare la propria voglia di libertà, dando “full gas” sui divertenti cambi di pendenza. La pendenza è sostenuta sull’intero tracciato e, pur essendo un tracciato per sciatori di buon livello, i passaggi non sono mai eccessivamente impegnativi.

  • Gorraz (Pista 3 sullo Skirama):

Questa pista presenta una sequenza di fantastici muri verticali di discreta lunghezza, alternati a tratti più riposanti e stimolanti cambi di pendenza.

  • Bellevue (Pista 10 sullo Skirama):

Una nera omologata anche per competizioni di alto livello, molto apprezzata dagli sciatori più esperti anche per la prima “S”, lunga e impegnativa. Grazie al raccordo con la pista Du Lac (Pista 12, sullo Skirama), consente un lungo tracciato che permette di cimentarsi in curvoni tipo Super G e discesa. Spettacolare il panorama, come suggerisce il nome.

Relax in albergo e cena sopraffina allo Yeti

Hotel La Chance

Dopo un’estenuante ma divertentissima giornata sulla neve è arrivato il momento di rilassarsi prima della cena. Tra la vasta offerta di alberghi, b&b e case vacanze abbiamo scelto l’Hotel La Chance (Località Chacard 5, 11020 Gressan).

il Bar dell’Hotel La Chance

Questo Hotel 3 stelle si trova nei pressi della stazione di arrivo della cabinovia Aosta-Pila e ai piedi delle principali piste. L’ambiente è in stile rustico ed è molto curato, le camere con bagno spaziose e luminose, inoltre godono di un terrazzino con vista in stile sauna.

La stanza da letto matrimoniale

La chicca di questo hotel è però la sauna, piccola, ma molto curata e completa di tutto. Non manca una vasca con acqua calda e idromassaggio, sauna, bagno turco e le “ice shower”. C’è anche una piccola sala relax con biscotte e tisane, mentre a richiesta si possono ricevere trattamenti specifici e massaggi.

Per cena abbiamo invece abbiamo scelto lo Yeti, un piccolo ristorante che si trova a pochi minuti dall’albergo.

Capriolo al ristorante Yeti

Al ristorante di conduzione familiare troviamo ad accoglierci troviamo la proprietaria, Katia Albanese, una giovane e preparatissima sommelier che ci ha accompagnato in un percorso eno-gastronomico che non ha nulla da invidiare a quello proposto da ristorante ben più costosi e blasonati.

PURTROPPO IL PRIMO GIORNO E’ TERMINATO MA BASTA GIRARE PAGINA PER SCOPRIRE COSA CI RISERVERA’ LA PROSSIMA GIORNATA

Secondo giorno: passeggiata sulla neve con le ciaspole

Dopo una ricca colazione internazionale all’Hotel La Chance, abbiamo deciso di provare una nuova avventura sulla neve, con l’obiettivo di scoprire il volto di Pila dedicato anche a chi non è appassionato di sci o snowboard.

Pila propone infatti la conoscenza e l’esplorazione della natura in montagna, organizzando escursioni con le ciaspole, con la preziosa conduzione delle guide ambientali naturalistiche. L’appuntamento con le ciaspole è tutti i mercoledì, giovedì, sabato e domenica con ritrovo nel parcheggio Bouton d’Or nei pressi dell’arrivo della telecabina Aosta.

Per le ciaspole sono diversi gli itinerari, percorribili in autonomia o con la guida ambientale naturalistica. guida.

Un itinerario affascinate è quello che porta verso l’Alpeggio Grivel e, salendo ulteriormente all’alpeggio Grimondet. Entrambe le mete offrono una straordinaria vista a tutto tondo sul fondovalle e sui 4000 valdostani, tra cui il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Combin.

Ci si addentra nelle incantevoli abetaie, avvolti dal silenzio e circondati dal paesaggio nevoso, lontani dalle piste affollate per rimanere a stretto contatto con la natura. La presenza della guida permette di godere oltre che delle emozioni generate dalla bellezza del contesto, anche della comprensione delle caratteristiche dell’ambiente circostante, rendendo l’esperienza interessante ed unica.

L’attività ha una durata totale di circa 3,5 ore e termina con il ritorno al punto di partenza.

Gli insaziabili di questa attività possono inoltre godere della ciaspolata in notturna, guidata, con aperitivo a seguire: un calice di vino locale, accompagnato da salumi e formaggi valdostani, oppure una prelibata cena nelle accoglienti baite di Pila.

Info e prenotazioni:

TrekkingHabitat di Roberto Giunta

  • Tel: +39 335811873
  • Mail: info@trekking-habitat.com
  • Sito web: www.trekking-habitat.com

Tracce Alpine ASD 

  • Tel: +39 3384599714
  • Mail: traccealpinevda@gmail.com
  • Sito web www.traccealpine.it

Gli appuntamenti culinari della giornata sono stati a pranzo a “Lo Baoutson”, un ristorante situato direttamente sulle piste di sci che propone ottima cucina locale e carne cucinata a vista sulla griglia. La sera ci siamo invece concessi una cena a La Chatelaine, una baita sulle piste che oltre ad offrire una vista propone anche intrattenimenti musicali a cura di una simpaticissima e preparata band.

Lo speciale “taxi” per raggiungere il ristorante Chatelaine

Per raggiungere di sera la baita si può prendere il gatto delle nevi dotato di cabina riscaldabile che può essere prenotato contattando direttamente il ristorante.

PURTROPPO IL SECONDO GIORNO E’ TERMINATO MA BASTA GIRARE PAGINA PER SCOPRIRE COSA CI RISERVERA’ LA PROSSIMA GIORNATA

Terzo giorno: cultura, turismo e buon cibo

Teatro romano

A dir poco maestoso il Teatro Romano che rappresenta una delle principali attrazioni di questo capoluogo, oltre ad essere la più antica. Costruita nell’anno 25 a.C. si tratta di un capolavoro di epoca romana conservato molto bene e in grado di ospitare migliaia di spettatori. Si distinguer per una maestosa parete di 22 metri formata da arcate e finestre, da una platea a semicerchio che risulta destinata all’accoglienza del pubblico ed è costruita su più livelli.

Probabilmente vero e proprio simbolo della città, l’Arco di Augusto si erge nella parte est di Aosta e fu edificato per celebrare la vittoria dei Romani sui Salassi. La struttura vanta una forma di volta a botte e nel XII secolo ospitò la dimora di una nobile famiglia locale, visto che al suo interno era stata costruita una piccola fortificazione, chiusa in seguito con blocchi di ardesia a causa delle infiltrazioni.

Arco di Augusto

Non bisogna perdere il Museo Archeologico Regionale che sorge proprio nel luogo dove sono stati condotti degli scavi che hanno portato a nuova vita reperti di diverse epoche. Nel museo ritroviamo troviamo oggetti ritrovati in tutta la regione, in ordine cronologico e suddivisi per oggetti, anche se la  maggior parte dell’esposizione risale all’epoca romana.

Non si può visitare Aosta senza però provare la sua succulenta cucina locale e i piatti tipici che caratterizzano questo luogo. Se amate la pasta non perdete le tagliatelle fatte in casa condite magari con degli ottimi funghi porcini locali.

Tra le pietanze tipiche troviamo la celebre fonduta a base di fondita valdostana DOP. Non può mancare nemmeno la polenta cucinata utilizzando la farina gialla e abbinata a formaggio e carne.  La cacciagione occupa un posto fondamentale nella cucina di qui: non si può non provare il capriolo, capretto o agnello.

Nel pomeriggio lasciamo Pila per tornare verso casa, sicuramente con un po’ di malinconia, ma nello stesso tempo felici di aver trascorso un fine settimana indimenticabile e ricco di divertimento.

Il progetto della nuova telecabina “Pila – Couis”

Nel dicembre del 2020 è stato presentato ad Aosta, il progetto per la nuova telecabina Pila-Couis in Val d’Aosta.  Si tratta del nuovo impianto di risalita del comprensorio di Pila che cambierà radicalmente la fruibilità del resort montano e renderà accessibile uno dei punti panoramici più iconici della Val d’Aosta: Cima Couis 1 a 2730 m.s.l., da cui è possibile ammirare le vette di alcune delle montagne più famose al mondo come il Monte Bianco, il Cervino, il Grivola, il Gran Paradiso e molte altre.  Non soltanto un’opera funiviaria che migliorerà significativamente l’esperienza sportiva per gli sciatori ed i biker di qualsiasi livello ed età, ma una vera e propria attrazione turistica internazionale, che renderà la montagna accessibile a chiunque desideri ammirare uno dei panorami più incredibili delle Alpi.

progetto vincitore

Il progetto vincitore (realizzato dallo studio di architettura De Carlo – Gualla)  è prima di ogni cosa un sistema integrato nell’ambiente. Le nuove funivie e le stazioni sono un esempio di architettura e ingegneria d’avanguardia che si pone l’obiettivo di stupire i visitatori con una vista mozzafiato delle montagne oltre i 4.000 mt ma anche attraverso l’uso di materiali e di tecnologie innovative ed attuali, e da un design incredibilmente innovativo per una struttura di alta quota.

La stazione di arrivo a monte sulla Cima Couis – motrice – è caratterizzata da un particolare disegno a stella con le punte orientate verso i diversi 4.000 della Valle d’Aosta e conterrà al suo interno anche un bar-ristorante panoramico e servizi per il pubblico. Con una portata di 2.400 persone all’ora alla velocità di 6 metri al secondo sarà possibile percorrere la lunghezza totale di 3,8 chilometri e un dislivello di 923 metri in 13 minuti. Attualmente per raggiungere Cima Couis da Pila, sci ai piedi, sono necessari 3 impianti ed un tempo complessivo di circa 60 minuti.

Dove Dormire

Hotel La Chance ***

  • Indirizzo: Località Chacard 5, 11020 Gressan
  • Tel: +39 0165 1773022
  • Sito web: www.hotellachancepila.it
  • Mail: info@hotellachancepila.it

Dove Mangiare

Yeti

  • Indirizzo: Frazione Pila, 22, 11020 Pila AO
  • Tel: 0165 521181
  • Sito web: yetipila.it

Lo Baoutson

La Chatelaine

Trattoria dei Maestri

 

 

 

 




A Coruña, Galizia: storia, arte e… conoscevate i “percebes”?

(Italian and english version)

di Cesare Zucca

Oggi vi invito A Coruña, vera perla della Galizia, nella Spagna settentrionale. Una città dove scoprire arte e storia, crogiolarsi al sole, abbuffarsi di mariscos, assaggiare la famosa tortilla de Betanzos, visitare originali attrazioni, passeggiare sul lungomare,  tentare la fortuna al casino e perdersi in un paradiso gastronomico.DA VEDERE
Paseo Marítimo
13 km di lungomare pedonale e ciclabile. Si snoda dal porto verso le spiagge cittadine e prosegue seguendo le tortuose curve della frastagliata costa galiziana da cui godrete viste mozzafiato sull’oceano e sull’ imponente Torre di Ercole, il faro ancora in funzione più antico al mondo.
E’ il simbolo della città,  un faro costruito dai Romani alta 59,metri risalente al I secolo, considerata la più antica torre ininterrottamente in funzione al mondo e patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. L’interno è ancora originale e si può visitare. Per arrivare in cima occorre salire più di duecento ripidi scalini, ma la vista sulla città e sull’oceano è incomparabile.
Plaza de María Pita
Eccoci nel cuore della città. Ci aspetta una spettacolare piazza, che prende il nome dall’ eroina che nel 1589 guidò la rivolta contro gli inglesi che volevano conquistare la città. E’ fiancheggiata da eleganti palazzi e edifici emblematici,  tra cla Torre dell’Orologio la  e la Casa Consistoria in stile modernista.
Aquarium Finisterre
Acquario situato nella zona portuale della città. Offre un’ampia varietà di specie marine, oltre ad attività didattiche e laboratori per tutta la famiglia.
El Castillo de San Antón
Castello costruito nel XVI secolo per proteggere la città dagli attacchi dei pirati e per controllare l’accesso al porto. Oggi è sede di un museo che ospita mostre sulla storia marittima di A Coruña e della regione della Galizia.. Dal castello si gode di una vista mozzafiato sulla baia e sulla città.
IL GREEN DELLA GALIZIA
Jardín de San Carlos
Bellissimo parco situato nel centro della città, vicino alla Casa de las Ciencias.
Ha stagni, fontane e un’ampia varietà di alberi e piante.
Parque de Santa Margarita
Un’oasi verde nel centro della città, con un lago, tanti giardini e aree picnic: un luogo ideale per rilassarsi e godersi del tempo all’aria aperta.
Parco delle Sculture
Passeggiando nei dintorni del faro di Ercole potrete anche visitare questo museo a cielo aperto che espone le originali opere di 18 artisti galiziani. Tra cui sono: Cid, raffigurante un guerriero Breogán di XoséMUSEI
Casa Museo Picasso
Il geniale pittore spagnolo visse in questa città dai 9 ai 13 anni e la sua casa è diventata un museo aperto al pubblico. La struttura dell’appartamento è rimasta intatta, e l’interno è stato arredato con mobili d’epoca. Sono esposte copie di disegni e dipinti che il giovanissimo Picasso realizzò negli anni in cui visse a La Coruña, dai quali già emerge il suo straordinario talento.
Picasso Route
Per scoprire i luoghi di Picasso a La Coruña potete seguire l’itinerario a tema creato dall’ufficio turistico locale. Oltre alla casa, potrete vedere la piazza dove sorgeva la scuola da lui frequentata e dove era solito giocare (plaza de Pontevedra), la spiaggia cittadina immortalata nelle sue opere (praia de Riazor), il cimitero dove la sorella fu sepolta (cimitero Santo Amaro ), la scuola d’arte dove insegnava il padre dell’artista.
Casa del Hombre
Museo di fisiologia ospitato all’interno di un futuristico edificio a forma di nave opera dell’architetto giapponese Arata Isozaki. L’esposizione comprende 150 moduli interattivi ideati per far riflettere sulle caratteristiche della specie umana: i temi toccati comprendono la biologia, l’ingegneria genetica, l’evoluzione e la recentissima medicina personalizzata sviluppatasi a partire dalle nuove conoscenze sul DNA.Domus
Museo delle scienze umane, è un’esperienza unica e interattiva. Offre mostre e attività che esplorano l’anatomia e l’evoluzione umana

10. Dal belvedere sul Monte San Pedro si gode di una vista panoramica sulla città e sulla costa. È un luogo ideale per godersi un tramonto o una cena romantica.
Museo Nacional de Ciencia y Tecnología
.
Edificio modernista in vetro e cemento nei pressi della principale spiaggia cittadina, con pareti scintillanti che brillano alla luce del sole. Divertente e interattivo, capace di appassionare curiosi di tutte le età. Tra i pezzi più curiosi della collezione  spiccano un gigantesco computer IBM 1959, la sezione frontale di un Boeing 747, un temperamatite del 1946, la prima Seat 600
Museo delle Belle Arti
Si trova in un antico convento delle Cappuccine del XVIII secolo. Le sue collezioni superano i 5000 pezzi, con opere di varie discipline artistiche: pittura, scultura, incisioni, ceramica e arti decorative firmate da grandi artisti come Murillo, Tintoretto, Rubens, Goya oltre a pittori galiziani dei secoli XIX e XX.Playa de Riazor
Voglia di mare? Vi aspetta questa splendida spiaggia di sabbia bianca lunga oltre 600 metri, molto popolare tra i locali e i turisti per le sue bellezze naturali.CIBO
La Coruña deve la sua fama principalmente ai ghiotti piatti di pesce e frutti di mare della tradizione gastronomica locale grazie a un altissima presenza di localini e ristoranti. La zona de la Pescaderia Vella è un vero paradiso per chi vuole mangiare pesce,  A Calle Estrella si trovano invece i migliori tapas bar della città.
Trionfa il polpo gallego tradizionalmente servito su piatti di legno e i frutti di mare, tra cui i ricercatissimi percebes, i crostacei più cari del mondo…Il loro spetto non è di certo tra i più invitanti. somigliano infatti all’artiglio di un animale preistorico ma il loro gusto è delizioso e il migliore luogo per mangiare i percebes è certamente la Galizia.
il prezzo dei percebes può toccare anche i 200 euro al kg e questo costo è giustificato dalla tecnica di pesca, difficile e pericolosa, una vera avventura che molto spesso mette a repentaglio la vita dei  pescatori percebeiros che si calano con una fune nell’acqua fredda e tormentata dell’oceano e con un coltello li devono letteralmente sradicare dagli scogli.Concedetevi questo lusso… Li troverei in alcuni ristoranti specializzati e, qualora abbiate affittato un BnB (ce ne sono molti anche in pieno centro) potete cucinarli a casa, con una ricetta super semplice: Quando l’acqua bolle, immergergeteli soltanto 1 minuto, raffreddateli con del ghiaccio e gustateli spezzandoli con le mani…
Li troverete freschissimi nel mercato di San Augustin, mentre i più raffinati e costosi sono venduti al mercato Santa Lucia. Una prelibatezza!INFO
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Next page, english version
Today I invite you to A Coruña, a true pearl of Galicia, in northern Spain. A city where you can discover art and history, bask in the sun, gorge on mariscos, taste the famous tortilla de Betanzos, visit original attractions, stroll along the seafront, try your luck at the casino and get lost in a gastronomic paradise.
MUST SEE
Paseo Maritimo
13 km of pedestrian and cycle promenade. It winds from the port towards the city beaches and continues following the winding curves of the rugged Galician coast from which you will enjoy breathtaking views of the ocean and the imposing Tower of Hercules, the oldest still operating lighthouse in the world.
It is the symbol of the city, a 59 meter high lighthouse built by the Romans dating back to the 1st century, considered the oldest continuously operating tower in the world and a UNESCO world heritage site. The interior is still original and can be visited. To get to the top you have to climb more than two hundred steep steps, but the view of the city and the ocean is incomparable.
Plaza de María Pita
Here we are in the heart of the city. A spectacular square awaits us, which takes its name from the heroine who in 1589 led the revolt against the English who wanted to conquer the city. It is lined with elegant palaces and emblematic buildings, between the Clock Tower and the modernist-style Casa Consistoria.
Aquarium Finisterre
Aquarium located in the port area of the city. It offers a wide variety of marine species, as well as educational activities and workshops for the whole family.
El Castillo de San Anton
Castle built in the 16th century to protect the city from pirate attacks and to control access to the port. Today it is home to a museum that hosts exhibitions on the maritime history of A Coruña and the Galicia region. From the castle you can enjoy breathtaking views of the bay and the city.
THE GREEN OF GALICIA
Garden of San Carlos
Beautiful park located in the center of the city, next to the Casa de las Ciencias.
It has ponds, fountains and a wide variety of trees and plants.
Parque de Santa Margarita
A green oasis in the center of the city, with a lake, many gardens and picnic areas: an ideal place to relax and enjoy time outdoors.
Sculpture Park
Walking around the Hercules lighthouse you can also visit this open-air museum which displays the original works of 18 Galician artists. Among which are: Cid, depicting a warrior Breogán by Xosé
MUSEUMS
Picasso House Museum
The brilliant Spanish painter lived in this city from 9 to 13 years old and his house has become a museum open to the public. The structure of the apartment has remained intact, and the interior has been furnished with period furniture. Copies of drawings and paintings that the very young Picasso made during the years in which he lived in La Coruña are on display, from which his extraordinary talent already emerges.
Picasso Route
To discover Picasso’s places in La Coruña you can follow the themed itinerary created by the local tourist office. In addition to the house, you will be able to see the square where the school he attended was located and where he used to play (plaza de Pontevedra), the city beach immortalized in his works (praia de Riazor), the cemetery where his sister was buried (Santo Amaro cemetery ), the art school where the artist’s father taught.
Home of the Hombre
Physiology museum housed inside a futuristic ship-shaped building designed by Japanese architect Arata Isozaki. The exhibition includes 150 interactive modules designed to make people reflect on the characteristics of the human species: the topics covered include biology, genetic engineering, evolution and the very recent personalized medicine developed starting from new knowledge about DNA.
Domus
Museum of Human Sciences, it is a unique and interactive experience. It offers exhibits and activities that explore human anatomy and evolution.10 From the viewpoint on Mount San Pedro you can enjoy panoramic views of the city and coast. It is an ideal place to enjoy a sunset or a romantic dinner.
National Museum of Science and Technology.
Modernist glass and concrete building near the city’s main beach, with gleaming walls that shimmer in the sunlight. Fun and interactive, capable of exciting curious people of all ages. Among the most curious pieces of the collection stand out a gigantic 1959 IBM computer, the front section of a Boeing 747, a pencil sharpener from 1946, the first Seat 600
Museum of Fine Arts
It is located in an ancient Capuchin convent from the 18th century. Its collections exceed 5000 pieces, with works from various artistic disciplines: painting, sculpture, engravings, ceramics and decorative arts signed by great artists such as Murillo, Tintoretto, Rubens, Goya as well as Galician painters of the 19th and 20th centuries. Playa de Riazor
INFO
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TEGLIO: i colori della natura conditi dai gustosi “pizzoccheri”

20di Cesare Zucca —
Oggi vi portiamo alla scoperta di un posto tutto da esplorare, baciato dal sole nel cuore della Valtellina tra Sondrio e Tirano.  Siamo a Teglio, borgo di montagna situato a 900 metri di altitudine, su un ampio terrazzo soleggiato con una meravigliosa vista sulle Orobie e sulla valle dell’Adda.Teglio è rinomato per il perfetto connubio tra natura e patrimonio storico-artistico e un luogo perfetto dove trascorrere una deliziosa fine settimana, tra tranquille passeggiate all’ombra dei boschi o per le vie dei palazzi signorili, e pedalate tra campi di saraceno, vigne e terrazzamenti. Godetevi gli spettacolari colori della natura, in tutte le stagioni, e momenti di relax regalati dal pregiato vino delle sue rupi e dai piatti della tradizione.
DA VEDERE
La Torre De Li Beli Miri
Simbolo di Teglio, è quanto rimane del castello medioevale. Immersa nel verde e situata su un colle, costituisce uno splendido punto panoramico. Il nome popolare di “Torre de li Beli Miri” deriva, infatti, dalla vista spettacolare che si gode dal terrazzo sommitale, dove lo sguardo può spaziare per un tratto di circa 60 chilometri.
la Chiesa Parrocchiale di S. Eufemia, punto di partenza del Cammino Mariano delle Alpi.
Da non perdere Palazzo Besta, splendida dimora rinascimentale dalle pareti affrescate da episodi dell’Eneide e da scene tratte dall’Orlando Furioso.
DA GUSTARE
Questo borgo è considerato la patria dei “pizzoccheri”, una varietà di pasta a forma di rettangolo allungato e vanta addirittura l’Accademia del Pizzocchero che conserva gelosamente segreta la ricetta originale di questo piatto della tradizione.

Teglio è davvero un paradiso gourmet: assaggiare per credere.

INFO
Dove dormire e dove mangiare a Teglio

 




Guimaraes: weekend al “vinho verde” nel borgo dove è nato il Portogallo

di Cesare Zucca
For the english version click here

Weekend in Portogallo?
Oggi vi portiamo a Guimaraes, alla scoperta di  un vero gioiellino medievale, una città Patrimonio Unesco che sembra essere rimasta indietro nel tempo, piccole viuzze circondate da antiche case, palazzi trecenteschi,  chiese, conventi e botteghe di artigianato locale.


Guimaraes, borgo suggestivo ricco di gastronomia , vino e storia, infatti è considerato considerata la “culla della nazione, perchè qui nacque e regnò  Alfonso Henriques, Primo Re del Portogallo e da qui partì la grande avventura della Nazione.

Alfonso Henriques , il primo Re del Portogallo

DA VEDERE

Largo da Oliveira, nel Centro Storico, dove spiccano la Igreja de Nossa Senhora da Oliveira e la Loggia Gotica
Convento de Santo António dos Capuchos
l’Igreja de São Miguel, la chiesa in cui venne battezzato re Alfonso I.


Palazzo dei Duchi di Braganza, costruito nel 1400 secondo lo stile delle abitazioni signorili francesi e caratterizzato dai 39 insoliti comignoli in mattoni. All’interno si trova un imponente sala banchetti con uno splendido soffitto in legno  e una ricchissima collezione di pregiati arazzi e di porcellane cinesi.
Il Castello  costruito nel 10 ° secolo per proteggere la popolazione dagli attacchi dei Mori e Normanni e in seguito ampliato da Re Afonso, che fu battezzato nella piccola cappella romanica accanto al castello. Parco Penha bellissimo sito naturale raggiungibile in funicolare.

Plataforma das Artes e da Criatividade, museo e centro culturale che espone le opere di Josè de Guimaraes, uno dei più importanti pittori portoghesi.

CITTA’ GREEN

Quando l’energia solare si sotituisce ai fornelli per cucinare salsicce…

La città proclama la sua devozione al green a cui dedica unìintera settiama, popolata da bancarelle, street food, vendiat di piante e fiori , tutti prodotti del territorio, mentre per un tuffo nel verde e una vista spettacolare della citta’ vi aspetta il Parco Penha bellissimo sito naturale raggiungibile in funicolare

LA CUCINA TIPICA DI GUIMARAES E I PIATTI DELLA TRADIZIONE

L’arte della buona cucina e del buon mangiare è associata all’intera regione del Minho ea Guimarães, con ricette tradizionali tramandate di generazione in generazione. Trionfano le zuppe di verdure e legumi, del territorio, come le rape, i fagioli. il cavolo cappuccio o il tipico “brodo verde”.

il tipico “brodo verde”.

Il pane trova la sua forma più tradizionale nel pane di mais, e gli antipasti includono il chorizo ​​arrosto, le polpette di merluzzo, la “stretta di mano di merluzzo”, i ventrigli di pollo, il polpo in salsa verde. Tra i piatti principali segnaliamo il “rojões à Minhota con porridge di sarrabulho”, il “pica-no-chão”, la “trippa ripiena”, il capretto arrosto, il “racheado cod”, il baccalà con pane e il gustoso polpo “à Lagareiro”,

rojões à Minhota con porridge di sarrabulho”

DOLCI TENTAZIONI

Confeitaria Clarinha
Da più di 70 anni, è considerata la migliore pasticceria di Guimarães e la sua vetrina straripa di torte e dolci appena preparati. Tante specialità della tradizione:  Torta de Guimarães , Douradinhase  e Toucinho-do-Céu ghiotta torta di mandorle.

I “VINI VERDI” DI GUIMARAES
Guimarães fa parte della regione vinicola del Vinho Verde, popolata da quintas locali, che producono l’omonimo vino, dal gusto fresco e leggero. Inaspettato e sorprendente.
La Strada del Turismo del Vino di Guimarães è composta da 10 aziende vinicole. aperte a ospitare visite e degustazioni. Alcune di queste quintas dispongono sia di ricercate residenze sia di alloggi rurali, che consentono un soggiorno nella calma della natura circostante.

Una “quinta” spettacolare : Casa de Sezim

Tra tutte vi segnaliamo la suggestiva Casa de Sezim , casa coloniale nata nel 1376, poco distante da Guimaraes. Circondata dai vigneti e foreste millenare, offre magniche sale e camere matrimoniali, decorate con arredi originali e suggestive stampe del 1800, quando già da allora il suo Vinho Verde era apprezzato.
Oggi dai locali vitigni, tra cui Loureiro, Arinto, Azal, la Casa produce meravigliosi vini come il Sezin DOC, Loureiro, Sauvignon Blanc oltre ai premiati Grande Escolha, Reserva.

Jose Paulo Pinto de Mesquita e i suoi vini prodotti a Casa de Sezim

DOVE ALLOGGIARE E MANGIARE BENE…

Hotel Da Oliveira
Nel cuore della città, nella Piazza omonima.
Tutte le camere sono dedicate a personalità storiche della città e sono dotate di aria condizionata, bagno privato con set di cortesia e asciugacapelli, TV via cavo a schermo piatto e tablet, minibar e balcone che si affaccia sulla bellissima Piazza.
Il personale vi accoglierà con simpatia e professionalità, nel salottino dell’ingresso troverete  the e tisane a disposizione degli ospiti e una biblioteca dove scegliere un libro e rilassarsi nella sala comune. Per conoscere meglio la zona circostante e il centro storico, la reception aperta 24 ore su 24 mette a disposizione degli ospiti i servizi di noleggio auto e biciclette

In più potrete cenare nel suo ristorante HOOL che nella sua sala storica, nel dehors e nell’ ampia terrazza propone un menù vario, compresi piatti tradizionali portoghesi e piatti internazionali.
Al timone della cucina troviamo la Chef Liliana Moura, mentre il menu vede la consulenza del pluripremiato Chef Vítor Matos.

CONOSCIAMO GLI CHEF

Liliana Moura

Liliana Moura è uno spirito libero e fantasioso. “Anche quando cucino a casa, mi racconta, pur amando inventare e sperimentare, mi piace ricorrere a prodotti tipici della cucina portoghese, come il nostro Quejo Ilha Sao George, un formaggio che vagamente ricorda il parmigiano che insaporisce un piatto vegetariano fatto con barbabietole, fichi, vaniglia e aceto balsamico.

Barbabietola e fichi insaporiti dal Formaggio dell ‘Isola San Giorgio“Hool propone una cucina dall’ influenza mediterranea, mi spiega Liliana, creativa e multisensoriale, utilizzando i migliori prodotti, freschi e genuini, dal produttore alla tavola, spesso trasformandoli ma senza cancellarli, mantenendone ed esaltandone tutto il gusto. Ogni ingrediente è accuratamente realizzato in sfumature di colore e trame diverse, creando composizioni visive accattivanti e appetitose.”


“Oltre al menu “a la Carta” troviamo “Raízes”, percorso attraverso le radici di prodotti, sapori e profumi di una cucina delicata e sensoriale mentre “Terra Mãe”,  un’avventura tra i prodotti e le loro origini, con senso di responsabilità per le loro culture e profondo rispetto per la terra e la sua essenza”

“Nel menu, continua Liliana, troverete molti vegetali del nostro territorio, come il couve galega, una particolare varietà di cavolo dal colore verde cupo, tipico del Portogallo che amo accoppiare al baccalà fritto nella nostra versione del “Bacalhau a La Narcisa””

La versione di HOOL del tradizionale “Bacalhau à la Narcisa”

” Sentimento, delicadeza, dedicação, amor, essência…”cosi definisce la sua cucina Vitor Matos, che ho incontrato per una breve intervista.

Buongiorno Vitor, domanda di rito: quale auto guida?
BMW M2 grigio chiaro. Mi piace molto la sua velocità e la sua giovinezza
Qual è stato un viaggio indimenticabile?

La Thailandia, per la sua diversità culturale e gastronomica, sono affascinato dalle sue spezie i dolci, le salse, i sapori di agrumi.

Un delizioso piatto di HOOL: capesante, burro “marinhas”, funghi morcella, finocchio gamberi, accompagnato da un vino bianco della Valle del Douro

Un luogo del suo territorio dove ritorna spesso?
Le Isole Azzorre, per la natura e la calma che mi trasmettono. Ogni volta che sono lì, mi sento più vivo e mi fa dimenticare tutto il resto.

Le isole Azzorre, famose per l’omonimo anticiclone che condiziona il meteo dell’Europa intera, sono un arcipelago nel mezzo dell’oceano Atlantico, regione autonoma del Portogallo. –

l piatto che “non scordera’ mai”?
La “Zuppa del contadino”, fatta in grandi pentole di ferro, cucinata da mia nonna. Semplice, schetta, Ineguagliabile!
C’è un piatto che ama mangiare solo se cucinato da qualcun altro?
(sorride) Certo, è il capretto cotto preparato in una tradizionale pentola di argilla nera e servito in una Tavera vicino alla mia città natale., in un ambiente accogliente, pieno di ricordi e grande fonte di ispirazione.

Il mezzo più comodo per raggiungere Guimaraes è il treno, dalla stazione di Sao Bento di Porto, circa 1 ora di viaggio.

INFO
Visit Guimaraes

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

For the english version, Click Next>

Guimaraes let’s spend a “vinho verde” great moment in the city where Portugal was born
By Cesare Zucca

Today we take you to Guimaraes, to discover a real medieval gem, a Unesco Heritage city that seems to have remained behind in time, small alleys surrounded by ancient houses, fourteenth-century palaces, churches, convents and local craft shops.

Guimaraes is considered the “cradle of the nation”, in fact Alfonso Henriques, the first King of Portugal, was born here and from here the history of the nation began.

TO BE SEEN
Largo da Oliveira, in the Old Town, where the Igreja de Nossa Senhora da Oliveira and the Gothic Loggia stand out
Convento de Santo António dos Capuchos –
Igreja de São Miguel, the church where King Alfonso I was baptized.

Palace of the Dukes of Braganza, built in 1400 in the style of French stately homes and characterized by 39 unusual brick chimneys. Inside is an imposing banquet hall with a splendid wooden ceiling and a rich collection of fine tapestries and Chinese porcelain.
The Castle built in the 10th century to protect the population from attacks by the Moors and Normans and later enlarged by King Afonso, who was baptized in the small Romanesque chapel next to the castle Park Penha beautiful natural site accessible by funicular

Plataforma das Artes and da Criatividade, museum and cultural center that exhibits the works of Josè de Guimaraes, one of the most important Portuguese painters

GREEN CITY

When solar energy replaces the stove for cooking sausages …

The city proclaims its devotion to the green to which it dedicates an entire week, populated by stalls, street food, vendiat of plants and flowers, all local products, while for a dip in the green and a spectacular view of the city, the Penha Park awaits you offering a beautiful natural site accessible by funicular

THE TYPICAL CUISINE OF GUIMARAES AND THE DISHES OF TRADITION

The art of good cooking and good eating is associated with the entire Minho region and Guimarães, with traditional recipes handed down from generation to generation. The local vegetable and legume soups triumph, such as turnips and beans. cabbage or the typical “green broth”.

il tipico “brodo verde”.

Bread finds its most traditional form in cornbread, and starters include roasted chorizo, cod meatballs, “cod handshake”, chicken gizzards, octopus in green sauce. Among the main dishes we point out the “rojões à Minhota with sarrabulho porridge”, the “pica-no-chão”, the “stuffed tripe”, the roasted young goat, the “racheado cod”, the cod with bread and the tasty octopus ” à Lagareiro “,

rojões à Minhota con porridge di sarrabulho”

SWEET TEMPTATIONS

Confeitaria Clarinha
For more than 70 years, it has been considered the best pastry shop in Guimarães and its showcase is overflowing with freshly made cakes and desserts. Many traditional specialties: Torta de Guimarães, Douradinhase and Toucinho-do-Céu delicious almond cake.

THE “GREEN WINES” OF GUIMARAES
Guimarães is part of the Vinho Verde wine region, populated by local quintas, which produce the wine of the same name, with a fresh and light taste. Unexpected and surprising.
The Guimarães Wine Tourism Route consists of 10 wineries. open to host visits and tastings. Some of these quintas have both refined residences and rural accommodations, which allow a stay in the calm of the surrounding nature.

Una “quinta” spettacolare : Casa de Sezim

Among all we point out the suggestive Casa de Sezim, a colonial house born in 1376, not far from Guimaraes. Surrounded by vineyards and millenary forests, it offers magnificent halls and double bedrooms, decorated with original furnishings and evocative prints from the 1800s, when its Vinho Verde was already appreciated since then.
Today from the local grape varieties, including Loureiro, Arinto, Azal, the House produces wonderful wines such as Sezin DOC, Loureiro, Sauvignon Blanc and see award-winning photos Grande Escolha, Reserva,

Jose Paulo Pinto de Mesquita with Casa de Sezim Wines

WHERE TO STAY AND EAT WELL …

Hotel Da Oliveira
In the heart of the city, in the square of the same name.
All rooms are dedicated to historical personalities of the city and are equipped with air conditioning, private bathroom with complimentary toiletries and hairdryer, flat screen cable TV and tablet, minibar and balcony overlooking the beautiful square.
The staff will welcome you with sympathy and professionalism, in the entrance lounge you will find tea and herbal teas available to guests and a library where you can choose a book and relax in the common room. To get to know the surrounding area and the historic center better, the 24-hour reception offers guests car and bicycle rental services.

In addition you can dine in its HOOL restaurant which in its historic hall, in the dehors and in the large terrace offers a varied menu, including traditional Portuguese dishes and international dishes.
At the helm of the kitchen we find Chef Liliana Moura, while the menu sees the advice of the award-winning Chef Vítor Matos.

LET’S MEET THE CHEFS

Liliana Moura

Liliana Moura is a free and imaginative spirit. “Even when I cook at home, she tells me, I love to invent and experiment, I like to use typical products of Portuguese cuisine, such as our Quejo Ilha Sao George, a cheese vaguely reminiscent of Parmesan cheese that flavors a vegetarian dish made with beets, figs, vanilla and balsamic vinegar”

Barbabietola e fichi insaporiti dal Formaggio dell ‘Isola San Giorgio

“Hool offers a cuisine with a Mediterranean influence, explains Liliana, creative and multisensory, using the best fresh and genuine products from the producer to the table, often transforming them but without deleting them, keeping them and enhancing all the flavor. Each ingredient is carefully crafted in different shades of color and textures, creating captivating and appetizing visual compositions. “

“In addition to the ” a la Carta ” menu you will find” Raízes “, a journey through the roots of products, flavors and aromas of a delicate and sensorial cuisine while” Terra Mãe “, an adventure between products and their origins, with a sense of responsibility for their cultures and deep respect for the earth and its essence “

“On the menu, continues Liliana, you will find many vegetables from our territory, such as couve galega, a particular variety of cabbage with a dark green color, typical of Portugal that I love to pair with fried cod in our version of” Bacalhau to La Narcisa “”

HOOL’s version of the traditional “Bacalhau à la Narcisa”

“Sentimento, delicadeza, dedicicação, amor, essência …” This is how Vitor Matos defines his cuisine about him, whom I met for a short interview.

Good morning Vitor, let’s start with the ritual question: which car do you drive?
BMW M2 light gray. I really like his speed of him and his youth
What was an unforgettable trip?
Thailand, for its cultural and gastronomic diversity, I am fascinated by its spices, sweets, sauces, citrus flavors.

A delicious dish of HOOL: scallops, marinhas butter, morcella mushrooms, fennel, prawns, accompanied by a white wine from the Douro Valley

A place in your territory where you often return?
The Azores Islands, for the nature and calm they transmit to me. Every time I’m there, I feel more alive and it makes me forget everything else.

The Azores islands, famous for the homonymous anticyclone that affects the weather of the whole of Europe, are an archipelago in the middle of the Atlantic Ocean, an autonomous region of Portugal. –

The dish that you “will never forget”?
The “Soup of the farmer”, made in large iron pots, cooked by my grandmother. Simple, schetta, incomparable!
Is there a dish that you love to eat only if it is cooked by someone else?
(smiles) Of course, it’s the cooked kid prepared in a traditional black clay pot preparared in a tipical restaurant in Tavera near my hometown, such a welcoming environment, full of memories and a great source of inspiration.

The most convenient way to reach Guimaraes is by train, from Sao Bento station in Porto, about 1 hour journey.

INFO
VISIT GUIMARAES
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



Budapest: ghiaccio bollente, brivido caldo a temperatura -6°

di Cesare Zucca

(for the recipe in english, click here)

Brivido caldo, temperatura  -6°!
Siamo a Budapest, dove vi aspetta un weekend indimenticabile e un’emozione ineguagliabile: fare i bagni termali di una notta sottozero con acqua bollente a 38-40 gradi in una delle terme all’aperto tra le più grandi d’Europa.
Freddo e caldo:
emozione pura nelle piscine esterne di questa città, considerata la capitale mondiale delle terme, ricca di fonti di acqua termali e di strutture capaci di farvi dimenticare lo stress del quotidiano e sanamente rilassarvi approfittando delle acque curative, perché un bagno termale è la destinazione ideale anche d’inverno.
La capitale magiara può offrire il luogo ideale dove andarsi a rilassare e recuperare le energie perse durante una pesante settimana lavorativa o o… nelle tarde nottate in discoteca. Meglio andarci quando si fa sera per evitare (almeno un po’) le orde barbariche dei turisti e godersi al massimo l’effetto benefico dell’acqua calda anche quando fuori la temperatura è sotto zero.

Le Terme Szechenyi

 Scoprite le terme di Budapest!

Szechenyi
Le terme più famose, si trovano nel cuore del Parco Municipale circondato da numerose attrazioni: strada facendo potrete ammirare il Castello di Vajdahunyad, il Giardino Zoologico e il Giardno Botanico la grandiosa Piazza degli Eroi e una visita che non vi deluderà: il vicino Museo delle Belle Arti.

La spettacolare Piazza degli Eroi e lo splendido Museo delle Belle Arti

La struttura delle terme Szechenyi è maestosa ed affascinante, ornata da colonne e statue, con 3 piscine esterne e 10 interne con la temperatura dell’ acqua che va dai 28° ai 40°. Alla sera lasciatevi incantare dalla magia dei fumi che escono dalle acque calde e sperimentate le tantissime saune che renderanno la vostra notte ricca di nuove emozioni.

Costruite tra il 1909 e il 1913 in stile.neo-barocco, ospitano un affollato “weekend party”:  musica, luci, drinks e tuffi e spettacolari effetti laser.

Szechenyi

Se siete bravi a giocare a scacchi provate a chiedere ai signori che giocano in acqua di fare una partita. La sera d’inverno la parte esterna è invasa dai fumi dell’acqua calda creando un’atmosfera unica.

Rudas
Il suo bagno turco, datato 1556 è uno dei più antichi della città  e ospita 5 vasche termali da 28° a 42° (l’acqua più calda tra le terme di Budapest).  Le sue acque sono leggermente radioattive e sono tra le più apprezzate nella città. Nei weekend è aperto anche di notte.

Suggestiva visione di Budapest dalle Terme Rudas

Atmosfera antica, infatti il bagno non si fa in costume ma con un piccolo asciugamano che viene fornito all’entrata. Tradizionalmente durante la settimana ci sono giornate dedicate alle donne ed altre ai maschi.

Gellert
Gioiello architettonico e sicuramente tra le più eleganti della città.
Costruite in stile liberty nel 1918, arricchite da mosaici e decorate con le celebri porcellane Zsolnay. Nell’interno troverete una suggestiva piscina, mentre all’esterno vi aspetta una vasca termale e una grande piscina capace di produrre onde artificiali.

Gellert

Gellèrt

Lukács
Complesso termale meno turistico, ma ricco di molte particolarità storiche. La sua sorgente d’acqua termale è stata utilizzata infatti già in epoca antica dai romani, poi dai magiari e dai turchi. Nel XII secolo fu gestito dai Cavalieri di San Giovanni nella cura dei malati, seguiti dagli ordini di Rodi e di Malta, che costruirono anche le terme dei loro monasteri. Nel 1884 fu costruito l’albergo termale, un moderno reparto di idroterapia e la suggestiva piscina. Ci sono 3 vasche termali interne da 32° a 40°, 3 piscine esterne e numerose saune.

Lukács.

Sono considerate le “terme degli artisti,” frequentate da scrittori, poeti e letterati ungheresi dell’Ottocento e Novecento, i quali, dopo il successo della loro cura curativa, hanno posto delle tavolette di marmo per esprimere la loro gratitudine.

CHE MUSICA ASCOLTARE

Quale sarà la vostra colonna sonora della vostra visita a Budapest?

Pop? Rock? Disco? oppure vi lascerete cullare dalle melodie di uno dei cittadini più illustri nella storia della citta e della musica? Sto parlando ovviamente di Franz Liszt  Al numero 35 di Vörösmarty U potrete visitare Il Museo a lui dedicato conoscere l’appartamento dove ha vissuto. Nelle stanze si trovano i suoi strumenti musicali, i suoi oggetti e i suoi scritti. Nella sala dell’appartamento si svolgono abitualmente i concerti-saggi degli allievi del Conservatorio di Budapest.

Museo Franz Listz . I pianoforti, su cui il musicista suonava e componeva.

BUDAPEST DI NOTTE 
Budapest, da molti chiamata ^Parigi dell’Est” per le sue luci e le sue luminarie non è certamente da meno della “Ville Lumière”.  Lasciatevi  incantare…

Il Castello di Buda
Spettacolare dal tramonto in poi, arrivateci prima delle 17 per essere gli ultimi ad entrare nella Hungarian National Gallery .

Due opere di János Vaszary,: “Nudo su una coperta gialla e blu”, e “Salome”

Poi una passeggiata tra l’ incanto di torri e statue illuminate da drammatiche luci gialle. Per la salita potete usare la funicolare d’epoca, per la discesa, lasciate che i turisti si imbarchino sul tram numero 1, voi fatela a piedi, godendovi la vista mozzafiato della città illuminata a festa.

Ruins Bar
Benvenuti nei “pub in rovina” edifici decadenti, arredi vintage e muri decrepiti spesso tappezzati da poster del passato socialista. Li troverete nel Quartiere Ebraico nel Settimo Distretto e per  le strade di Józsefváros, ex zona malfamata dell’ Ottavo Distretto, oggi centro di cultura e avanguardia. Qui, dal tardo pomeriggio fino a notte fonda, pulsa la movida più artistica e alternativa.
Con pochi euro potrete farvi una birra, un bicchiere di palinka o un distillato di verdure, chiacchierare, incontrare giovani artisti, vedere una mostra d’arte o un film proiettato su un lenzuolo, ascoltare musica dal vivo, ballare e godere dell’atmosfera relax delle stanze più intime.
Il più popolare ? 
Szimpla Kert
il piu’ conosciuto e frequentato da artisti emergenti.

DOVE DORMIRE
Io ho alloggiato al Boutique Hotel Casati, piacevole scoperta per il suo look, servizio e accoglienza. Dedicato all’omonima stravagante Marchesa, l’ anticonformista che amava arte, avanguardia e tigri al guinzaglio. Muri colorati e pop art nelle camere, ispirate a quattro diversi lifestyle: natural, cool, classic, heaven, tutte con free tea&coffee giorno e notte. Centralissimo, music lounge bar anni ’70, sauna finlandese e una galleria di foto d’autore.



Segnaliamo anche l’Hotel Anantara New York Palace Budapest.

Scoprire la città a bordo di un’autentica vintage Volkswagen Samba, un’idea proposta alcuni anni fa dall’Anantara New York Palace Budapest Hotel

Dalla bellezza della Chiesa di Mattia e le rare reliquie storiche del Museo Nazionale d’Ungheria al rinomato bagno termale Széchenyi e al romantico castello gotico di Vajdahunyad, A seconda del tempo, il tour personalizzato può includere anche una sosta in un parco segreto con un lussuoso cestino da picnic pieno di sontuosi bocconi preparati al momento dall’Executive Chef, Andras Wolf, o una visita al Palazzo del Parlamento ungherese dove deliziosi piatti attendono presso il vicino Tavolo dello chef per sbarcare nei mercati più famosi del vecchio continente, The Great Market Hall; scopri il tesoro storico dell’ignoto nel Giardino dei Filosofi, sede di intricate statue di famosi pensatori e viste panoramiche sul Danubio e sulla bellissima città.

DOVE MANGIARE
Nagysarnok (Vámház körút 1-3)
Il mercato piu’ vero e più economico della citta’. Evitate le bancarelle inghirlandate di paprika: sono troppo turistiche, i veri ungheresi non ci vanno. Puntate verso qualche contadina dal fazzoletto in testa per trovare frutta e formaggi freschissimi, a meta’ prezzo. Al primo piano si mangia l’ autentica cucina delle nonne magiare.

Cserpestejivo
Ex milkbar comunista, sì insomma, tipo una nostra vecchia latteria popolare. E’ diventato selfservice, costa poco ed è un must per il brunch.

Menza 
Sembra di essere finitI in un coffee bar anni ‘60. Mitica tappezzeria Kesztölc e tanto arancione, family&trendy al punto giusto. Austin Powers incontra Barbarella, modelle, influencers e fashion victims si mescolano a mamma e papà che portano i pupi allo squisito lunch.
És Bisztrò 
Cucina austro-ungarica dove impera la carne: dal goulash, allo spezzatino ungherese, al tradizionale tafelspitz servito in 3 portate: in  brodo di manzo, midollo osseo con pane di segale tostato, carne e contorni.   Potete anche autografare il vostro coltello e portarvelo a casa come souvenir.

New York Cafè
Sfavillante e dorato. Un viaggio nel passato quando era il punto d’incontro di intellettuali e artisti. Sui tavoli, dedicati a famosi habitués, vengono servite specialità della cucina ungherese. Un pranzo assaggio va dai 30 ai 60 euro. Ah, non dimenticate la mancia: 10 per cento. Qualcosa di più, se il cameriere è simpatico.

Dolci e Tokaji
Se amate i dolci, adorerete Budapest!
La torta cinque strati Dobos, il marzapane Szamos la meringosa Eszterházy, la natalizia Mákos Guba e la Rákóczi (la mia preferita) a base di túrós, formaggio proveniente dal Bacino dei Carpazi. Provatele tutte! Magari accompagnate da un celestiale tokaji, profumato passito della regione omonima.


Dolci assaggini da Auguszt Confectionary e Molnar’s, mentre per le degustazione vini più interessanti si va nelle enoteche Doblo e Bortársaság.  Molnar’s . Tra i dolci della tradizione, i buonissimi gli anelloni kürtőskalács in pasta di pane dolce, arrotolati e ricoperti di granella a vostra scelta.ma voi cercateli in qualche bancarella in strada, sono fatti sotto vostri occhi, sono migliori e costano la metà.

Una bancarella di kürtőskalács

Curiosi come prepararli a casa?
La ricetta nella prossima pagina. Click Next>

Kürtőskalács, ecco la ricetta !

Kürtoskalács

Ingredienti:
• 500 g di farina 00
• 110 g di zucchero
• 10 g di lievito di birra
• 60 g di burro
• 2 uova
• 2 tuorli
• 300 ml di latte fresco
• 1 cucchiaino di cannella

Preparazione
Setacciate la farina in una ciotola capiente
fate sciogliere il lievito.In un bicchiere con un po’ del latte intiepidito
Fate riposare il latte per 10 minuti e aggiungetelo alla farina, e impastate
Aggiungete lentamente il latte e amalgamate il tutto.
Aggiungete al composto 40 g di zucchero, e un uovo alla volta, continuando a impastare lentamente fino ad ottenere un impasto omogeneo..
infarinate le pareti della planetaria, e lasciate riposare l’impasto per un paio di ore, coperto da pellicola per alimenti. Quando il volume sarà raddoppiato di volume, appoggiate l’impasto su un piano infarinato, stendetelo con un mattarello-
Ricavate con un coltello delle strisce, di circa 1 centimetro e mezzo.
Arrotolate l’impasto a strisce intorno ad un cilindro di alluminio per cannoli. Spennellate con metà del vostro burro fuso l’impasto sul cilindro.
Fate cucinare i cannoli in forno preriscaldato, per circa 15 minuti, a 180°C gradi.
Nel frattempo mescolate 70 g di zucchero con la cannella in un recipiente. Appena usciti dal forno, spennellate i kürtoskalács con il restante burro e cospargeteli della mistura di zucchero e cannella. Per finire, lasciate intiepidire prima di sformare il cannolo e gustarlo.
Una volta cotto questo cannolo ungherese viene cosparso di zucchero e cannella, o semi di papavero, e mangiato caldo o freddo, a piacere. Iniziate già a sentirne il profumo? Questi camini dolci possono anche essere mangiati mentre si sorseggia una buona grappa. Proviamo a rifare nelle nostre cucine l’antica ricetta Kürtoskalács, dolce tipico delle antiche pasticcerie di Budapest.

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

On the next page you ‘ll find the english version of the recipe. Click Next>

The kürtőskalács
Among the traditional desserts, the delicious kürtőskalács, kinda of big rings in sweet bread dough, rolled up and covered with toppings of your choice. Find them in some street stall, while made before your eyes, those are the best and the cheapest.

Making kürtőskalács

Ready to make kürtőskalács at home?
Here’s the recipe!

Ingredients:

• 500 g of 00 flour
• 110 g of sugar
• 10 g of brewer’s yeast
• 60 g of butter
• 2 eggs
• 2 egg yolks
• 300 ml of fresh milk
• 1 teaspoon of cinnamon

Preparation
Sift the flour into a large bowl
melt the yeast. In a glass with a little warmed milk
Let the milk rest for 10 minutes and add it to the flour, and knead
Slowly add the milk and mix everything together.
Add 40 g of sugar to the mixture, and one egg at a time, continuing to knead slowly until a homogeneous mixture is obtained.
Flour the walls of the planetary mixer, and let the dough rest for a couple of hours, covered with plastic wrap. When the volume has doubled in volume, place the dough on a floured surface, roll it out with a rolling pin-
Cut strips of about 1 and a half centimeters long with a knife.
Roll the dough into strips around an aluminum cannoli cylinder. Brush the dough on the cylinder with half of your melted butter.
Cook the cannoli in a preheated oven for about 15 minutes at 180°C.
Meanwhile, mix 70 g of sugar with the cinnamon in a bowl. As soon as they come out of the oven, brush the kürtoskalács with the remaining butter and sprinkle them with the sugar-cinnamon mixture. Finally, leave the cannoli to cool before taking it out of the mold and enjoying it.
Once cooked, this Hungarian cannoli is sprinkled with sugar and cinnamon, or poppy seeds, and eaten hot or cold, as you like. Already starting to smell it? These sweet chimneys can also be eaten while sipping a good grappa. Let’s try to redo in our kitchens the ancient Kürtoskalács recipe, a typical dessert of the ancient pastry shops of Budapest.

HOW TO DISCOVER THE CITY
The Hotel Anantara New York Palace Budapest: let’s check the hotel’s proposals.
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Scoprire la città a bordo di un’autentica vintage Volkswagen Samba, Un’idea del Anantara New York Palace Budapest Hotel

From the beauty of the Matthias Church and the rare historical relics of the National Museum of Hungary to the renowned Széchenyi Thermal Bath and the romantic Gothic castle of Vajdahunyad, Depending on the weather, your customized tour may also include a stop in a secret park with a luxurious picnic basket filled with sumptuous bites freshly prepared by Executive Chef, Andras Wolf, or a visit to the Hungarian Parliament Building where delicious dishes await at the nearby Chef’s Table to land at the Old Continent’s most famous markets, The Great Market Hall ; discover the historical treasure of the unknown in the Garden of Philosophers, home to intricate statues of famous thinkers and panoramic views of the Danube and the beautiful city..
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 




OLTRE CANOVA: UN WEEKEND SULLE PROSECCO HILLS

Di Raffaele d’Argenzio

Ecco un Weekend con Gusto, con il gusto del buono e il gusto italiano del bello, che si sublimano questa volta in un Wine Weekend dal Massiccio del Grappa alle colline dell’Asolano, dove si trovano l’arte del Canova ed il vino spumante più venduto al mondo.

Facciata della Gipsoteca – museo Canoviano

Ma come scegliere il percorso del nostro weekend? Varie indicazioni le abbiamo trovate sul sito visitproseccohills.itquello di una dinamica rete di imprenditori locali innamorati del proprio territorio, che insieme al buono dell’enogastronomia vogliono farne scoprire anche il bello.

DA POSSAGNO AD ASOLO, DA CANOVA ALLA DUSE

Non si può non cominciare che da Possagno, dove il 1° novembre 1757 nacque il celebre scultore Antonio Canova, di cui nel 2022 si sono celebrati i 200 anni dalla morte, avvenuta a Venezia il 13 ottobre1822.

Calchi in gesso delle opere di Canova alla Gipsoteca

Qui, oltre alla casa natale, c’è la Gypsotheca, con i calchi in gesso delle sue opere, comprese anche quelle gigantesche, che oggi si trovano sparse in tutto il mondo. La Gypsotheca consente quindi di vedere in un solo giorno tutta la sua produzione. Recentemente, a queste opere si è aggiunto anche il quadro da poco ritrovato della Maddalena Penitente. 

Riproduzioni delle opere di Canova

Importanti sono poi i bozzetti in gesso o in terracotta che Canova creava prima di realizzare l’opera in marmo. Il piccolo Antonio nacque da una famiglia di scalpellini che, visto il suo talento, lo mandò a bottega a Venezia.

Bozzetti di Canova

Da Venezia si spostò poi a Roma dove, ispirandosi all’arte dell’antichità, diventò il maggior rappresentante del Neoclassicismo. A Possagno si trova anche il maestoso tempio che custodisce le sue spoglie.

Il tempio in cui riposa Antonio Canova

Dopo Canova ci aspetta l’incontro con Eleonora Duse, ad Asolo, interessantissimo borgo che dà il nome anche all’Asolo Prosecco Superiore DOCG, che occupa la parte centrale della scala del Prosecco.

Il castello di Asolo

I suoi portici, il castello, la Rocca, i panorami, la casa della Cornaro regina di Cipro e la casa di Eleonora Duse ne fanno una tappa interessante e coinvolgente. La mitica attrice qui si riposava dopo le sue stancanti tournée nel mondo, raggiunta talvolta da Gabriele D’Annunzio, e proprio qui ora giace nel cimitero di Asolo, accanto alla chiesa di Sant’Anna.

Casa di Eleonora Duse ad Asolo

Da non dimenticare la camera 202 dell’Albergo Al Sole, dove lei amava soggiornare durante i lavori di restauro della sua casa. E se ai suoi tempi in questo albergo si mangiava bene come adesso, capiamo meglio perchè lo avesse scelto.

Weekend sulle Prosecco Hills

Ma a proposito di gusto per la cucina locale, è interessante il ristorante ANTICA ABBAZIA, a Borso del Grappa, dove si gustano prodotti locali ed anche birre artigianali di loro produzione, oltre naturalmente al Prosecco d’Asolo. Di questo ristorante ci ha colpito favorevolmente lo spazio che il proprietario Emanuele dà ai giovani: dal direttore di Sala allo chef. Naturalmente sotto il suo occhio vigile. Da ricordare gli gnocchi con i funghi e le porzioni stellari, spaziali, non da ristorante stellato.

Uno dei piatti del menù del ristorante Antica Abbazia e le Cantine di Villa Sandi

ALTRE TAPPE DA NON PERDERE

Altre tappe che consigliamo sono la maestosa cantina Villa Sandi, in villa stile palladiano, con oltre un chilometro di cantine, a Crocetta del Montello. La palladiana Villa Maser, patrimonio UNESCO, del 1550, con l’effervescente ristorante Ca’ Diamante.

Villa Sandi e una delle botti della sua cantina da cui nasce il Prosecco

A Cornuda è da visitare assolutamente la La Tipoteca Italiana, il più importante polo museale dell’arte della stampa, da Gutenberg a oggi, per capire da dove veniamo e quanto si deve alla stampa. Importante è anche vedere il percorso della grafica e della comunicazione.

Una sala della Tipoteca

Ma non finisce qui, ci sono altre cose da assaporare per il nostro gusto del buono e del bello. Ma ve ne parleremo in un prossimo weekend.




Weekend a Ceglie Messapica, Puglia. Città d’arte e terra di gastronomia

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di Cesare Zucca

Oggi vi portiamo alla scoperta di una delle città le cui origini si perdono nella notte dei tempi: Celie Messapica, gioiello pugliese dell’Alto Salento, nella provincia di Brindisi.

Ceglie Messapica

Troverete un vero scrigno di storia, impreziosito da bellezze architettoniche, angoli suggestivi viuzze dagli archi in pietra viva in un susseguirsi di corti e piazzette popolati da un sorprendente numero di ristoranti e osterie, vero paradiso per i buongustai!
Celie si fregia dell’appellativo di “città d’arte e terra di gastronomia” per le tante testimonianze della sua storia millenaria e per la gastronomia locale, apprezzata e riconosciuta in tutta Italia.
Quale meta migliore per un “weekend del bello e del gusto”?

DA VEDERE

Il Castello Ducale e la Torre Normanna
Edificato intorno all’XI secolo, decorato dagli stemmi di famiglie nobili e ricco elementi storici ed artistici come il portale Cinquecentesco.
La Chiesa di San Domenico
In stile barocco del XVI secolo,della scuola del Bernini.

Il Castello

La Chiesa di San Rocco
Datata 1595, notevole esempio architettonico della facciata e delle tre navate del suo suggestivo interno.
Piazza Plebiscito e la “Torre dell’orologio”
Punto d’incontro della gente di Ceglie., chiude il centro storico medievale e apre a quello ottocentesco.

Piazza Plebiscito e la “Torre dell’orologio”

Weekend a Ceglie Messapica, Puglia. Città d’arte e terra di gastronomia

LA CUCINA DI CEGLIE
Estremamente varia, per le influenze che l’Altosalento ha ricevuto nel corso della sua lunga storia: messapi, greci, romani, normanni, arabi, saraceni, francesi e spagnoli si sono succeduti nei secoli. Tantissime provenienze: gli gnummarieddi” (Involtini di interiora di agnello alla brace) sono romani, il ragù è normanno, la cupeta(torrone di mandorle) è di origine araba, mentre dalla Grecia sono giunte le frise (ciambelle di pane raffermo che vengono immerse in acqua, e poi condite con olio, sale, oregano e gli irresistibili pummidori di pennula, pomodorini locali conservati in grappoli).

I “gnumareddi”

Le ricette sono tramandate di generazione in generazione, I piatti locali sono caserecci e genuini, profondamente legati ai prodotti della terra che offre legumi, verdure, ortaggi, frutta e il celebrato olio extravergine di oliva “collina di Brindisi” utilizzato per condire piatti tradizionali come purè di fave, tipico alimento dei contadini, cotto in pignata, recipiente di terracotta a forma di brocca.

Ogni mattina, come una volta, dai forni a legna in pietra esce la fragrante piddica tipica focaccia del mattino, con podorini e olive nere, mentre il gelato cegliese è rinomato.

Appena sfornate: le irresistibili focacce del Forno Gigliola

Piatto tipico per eccellenza è la pasta fatta in casa. Primeggiano le celebri orecchiette stacchiodde e i maccheroncini strascinati, serviti con sugo di pomodoro, di carne o con le tradizionali cime di rape e acciughe.

La mia scoperta, in un vicoletto nascosto, ecco gli “strascinati” al pomodoro e cacioricotta, serviti nel suggestivo “M’Ami?” Lo chef è Piotr, di origine polacca, innamorato di Ceglie.

Le festività natalizie (appena passate, ma ricordiamolo lo stesso) vedono in tavola le pettole, palline fritte di farina e patate lesse, le “attorcigliate” friselle condite con miele, zucchero o vino cotto, mentre il biscotto cegliese, un pasticcino a base di mandorle tostate.

Il “biscotto cegliese”, eccellenza locale

Panino superstar !
Gaetano, soprannominato “Re del Panino Cegliese” nella sua “Caocolleria” offre prodotti tipici della zona e, se insistete un po’, vi prepara “dal vivo” una delle specialità del luogo: il “panino Cegliese” farcito (rigorosamente in questa sequenza) da ventresca di tonno, capperi, soffice mortadella e provolone.

Gaetano e il suo famoso “Panino Cegliese”

FORMAGGI DA OSCAR!
La Masseria Fragnite, la cui storia nasce nel 1700 , fino all’arrivo del Duca del duca di Ceglie che 1832 iniziò un processo di ristrutturazione e riorganizzazione produttiva, trasformandola in magazzini per la conservazione delle merci e in cortile per gli animali a cui verranno aggiunte le casedde e i tipici trulli per ospitare i braccianti e le loro famiglie.

L’antica Masseria Fragnite

Fra i formaggi spiccano le ricotte asckuante, piccanti ma nel contempo delicate, il cacioricotta, un formaggio tenero e gustoso e il saporitissimo caciocavallo.

ICaciocavallo in lavorazione

Perchè “caciocavallo”?  Secondo alcuni il nome deriva dalla modalità di conservazione, dove, ancora fresco, viene appeso a cavallo su una trave. Secondo altri, invece, il termine ci riporta dall’usanza di portare al mercato le forme, a coppia, a dorso di un cavallo.

Tre eccellenze casearie della Masseria Fragnite

IL GUSTO  IN TAVOLA!
Frisedde
Classici prodotti da forno: taralli con semi di finocchio selvatico.
Cartiddate
Simili a friselle affusolate sono condite con miele, zucchero o vino cotto (concentrato di mosto ottenuto mediante cottura).
Pane casareccio
La cottura avviene nei forni a legna in pietra. I panetti di colore bruno possono conservarsi anche per una settimana mantenendo la fragranza originale.

Piddichedda
Grande tarallo pasquale ricoperto di zucchero fuso (tipico di Ceglie)
Rosoli
Liquori prodotti in casa in maniera semplice e antica, particolare il rosolio di corbezzolo.

Shopping: souvenir di Ceglie, i festosi oggetti luminosi, i “pumi” portafortuna  in ceramica,   simbolo di prosperità e i delicati ricami di Punto Antico

CELIE PARADISO “GOURMET”: I locali che abbiamo selezionato per voi.
Arrosteria Bogno Antico
Capatosta

Braceria dei Santi , Capotosta

Osteria L’Arco Antico
Trattoria L’acquolina
Eno Cocus – Acini e Carbone

L ‘Acquolina, L’ Antico Arco, Eno Cocus

DOVE DORMIRE
Nel centro di Ceglie Messapica
B&B Sant’Anna
Un bed & breakfast e due monolocali dal fascino delle tradizionali case in pietra dell’800, nel pieno centro storico affacciato su un gardino privato,
Sassi bianchi alle pareti, archi, caminetti e alti soffitti
Le volte in pietra sono impreziosite dalle antiche nicchie naturali e cornici di un arredamento ricercato d’epoca, Soluzione ideale per un soggiorno che sappia di storia e confort, dal letto queen size , alla nuovissima doccia nella grotta, mentre qua e la oggetti che ricordano memorie di famiglia, come la macchina da cucire della nonna

Sotto il palazzo c’era l’antica cisterna pubblica alla quale la gente del quartiere poteva attingere l’acqua da una finestra esterna, oggi quelle nicchie sono degli armadi speciali. La prima colazione con biscotti, crostate, pane e dolci fatti in casa portata in terrazza dalla deliziosa Pamela Filomeno che gestisce e cura queste strutture. con passione e amore. Gli alloggi sono climatizzati e dotati di TV LCD e bagno privato.
Per chi cerca “qualità-prezzo”, questi alloggi si adattano perfettamente-.

B&B Sant’Anna

In una meravigliosa masseria
Masseria Camarda
Nata alla fine del 1800 come centro agricolo, si era poi specializzata nella produzione di olio, grano, ortaggi, legumi e le sue ampie stalle ospitavano capre, pecore e mucche.

Masseria Camarda

La Ferrari e la Puglia, le passioni di Cesare Fiorio.
Nella Masseria incontro Cesare Fiorio, grande campione automobilistico con la Lancia nei rally e in F1 con la Ferrari e le altre squadre, nonchè conquistatore dell’oceano Atlantico con nave Destriero. Oggi Fiorio vive a Celie, in Puglia, una terra che amava a tal punto da volerla far conoscere a tutti.

Cesare Fiorio nella sua Masseria

“Dai motori da corsa sono passato al trattore agricolo, racconta Fiorio, in cerca di una dimensione quasi ormai perduta, senza lo stress degli affanni quotidiani dove si gode la tranquillità degli antichi rapporti personali, del cibo sano e genuino e delle magiche atmosfere che queste terre sanno ancora creare.”
“Un luogo, mi spiega Fiorio, che rappresenta una scelta di vita e  il piacere di condividerne la tranquillità, i profumi e i colori della campagna salentina”
La masseria offre eleganti alloggi all’interno dei caratteristici trulli e ricavati in antiche stalle in pietra con le tradizionali volte a botte. La piscine è posizionata in mezzo ad un frutteto dove, oltre alla vigna, sono presenti alberi di ciliege, melograni, albicocche, pere, cachi, fichi verdi e neri, fichi d’india, mandorli, nocciole.

Non poteva mancare l’automobilismo: nella grande grande sala in pietra spicca la carrozzeria della Ferrari F1 di Mansell, vincitrice del GP del Brasile, mentre Alessandro e Maria Paola Fiorio sono gli ideatori della Fiorio Cup. Con otto piloti che si sfidano su un percorso realizzato all’interno del comprensorio della proprietà.Tutt’intorno, Intorno si estende una vasta la campagna dove viene prodotto l’olio extra vergine di oliva di qualità superiore al vino primitivo, grano tipo “senatore Cappelli”, ingrediente base per la produzione delle tipiche orecchiette pugliesi, ortaggi, foraggio, frutta , noci, mandorle, nocciole, capperi, ceci, lupini .

La piscina

In vendita presso la Masseria, potrete trovare passate di pomodoro, marmellate, i famosi fichi “maritati”, prodotti che vengono offerti agli ospiti nelle ricche colazioni del mattino preparate dalle mani esperte di Sara Senofonte.

La succulenta prima colazione

Che buffet! Tutto fatto in casa: torte, crostate alla frutta, focaccia biscotti e gli immancabili taralli, chiamati anche scaldatelli, vero simbolo della cucina pugliese e “prinicipi ” della tavola
SUA MAESTA’ IL TARALLO
Tradizionali oppure aromatizzati con semi di finocchio, peperoncino, olive o pomodori secchi. Ottimi ottimi per uno snack, un aperitivo o con buon bicchiere di vino rosso.
Piccoli, furbetti e tentatori, dolci o salati, uno tira l’altro !

Che languorino, vero?
E visto che i veri taralli sono quelli fatti in casa, allora come farli a casa nostra?
L’importante per ottenere un buon risultato è seguire passo dopo passo quanto suggerito nella ricetta originale dei taralli pugliesi fatti in casa. di cui gentilmente Sara ci regala la ricetta.

Sara e i taralli pugliesia.

TARALLI TRADIZIONALI PUGLIESI.

Ingredienti per circa mezzo chilo
500gr di farina 00 (Sara usa Senatore Cappelli)
160ml di vino bianco secco
160ml di olio rigorosamente extravergine di oliva
! cucchiaio da minestra di sale fino
Preparazione
Mischiare tutti gli ingredienti in una terrina
Lavorare con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Prendere un pezzo di pasta e formare dei filoncini lunghi 5 cm e spessi come il dito indice, unire le estremità  formando  degli anelli,
Disporre i taralli su una teglia e infornare a 180 gradi per 20 minuti.
Sfornateli, lasciateli raffreddare un po’ e… gustateveli!

La Masseria Camarda ha pensato di offrire ai suoi ospiti la cucina del territorio, vista, vissuta e rinterpretata dal valido Chef Maurizio, native di Torino con una estesa permanenza a nella cucina del suo ristorante a Cervinia per poi approdare a Ceglie, dove ogni sera prepara deliziose cene, esclusivamente per gli ospiti della Masseria.
L’ ho incontrato per una breve intervista

Chef Maurizio, al timone del ristorante della Masseria Camarda, riservato solo agli ospiti

Buongiorno Maurizio, dopo 25 anni a Cervinia, sei approdato a Ceglie? Perché?
Forse ne avevo abbastanza del bianco, Tutta quelle neve…
Qui ho trovato una natura variopinta, meravigliosi tramonti, l’azzurro del mare  e il calore dei Fiorio, La mia vita si è colorata.
Cos’hai “importato” della cucina piemontese nel tuo menu pugliese?
Mi sono lasciato ispirare dagli ingredienti della classica bagnacauda che ho trasformato in un sugo cremoso per condire la tipica pasta “appesa” di Ceglie.

Un piatto di Maurizio:l a tipica “pasta appesa” con verdure

Gli ingredienti locali che sono entrati nella tua mentalità gastronomica torinese?
Le verdure del territorio, specialmente quelle che coltiviamo qui in Masseria.
Le ho conosciute, sperimentate apprezzate, e ora sono ai primi posti della mia cucina.
Invece i fanalini di coda…
(ride) Molto di coda, visto che non li uso mai: rafano e wasabi. Non li troverai mai nei miei paitti e nemmeno nel mio frigorifero di casa.

L’olio Cesare Fiorio accompagna le verdure dell’orto in Masseria

C’è un piatto che vorresti mettere in menu, ma…?
Eccome: gli gnocchi di patate come li faceva mio papà Bruno. Ho cercato di imitarli, ma non so come o perché, non mi sono mai venuti come i suoi…Squisiti e, devo ammettere, inimitabili!
La cena qui è riservata agli ospiti?
Esatto. Non c’è un menu scritto, tutto a voce, naturalmente tenendo conto di eventuali allergie o intolleranze. Alla base della Masseria, c’è la comunicazione con i nostri ospiti, anche nel proporre e nell’ordinare un piatto. Ah, dimenticavo qui non indichiamo i prezzi. Il prezzo lo fa l’ospite quando ha finito di mangiare, libero di valutare quale sia il prezzo giusto.

COME ARRIVARE A CELIE
Celia Messapica dista circa 40 kilometri da Brindisi. E’ facilemente raggiungibile in auto (propria o noleggiata) o in bus (circa un’ ora e mezza) oppure, come ho fatto io, contattare una guiida locale  che oltre al trasporto, provvederà a farvi conoscere la città e i dintorni. Io mi sono affidato Michael’s Tours pilotato dall’ esperto e super dinamico Michele Miccoli, nativo di Ceglie, che mi ha raccontato storie, anneddoti e segreti della città, facendomela scoprire come solo una persona del posto può fare.

Michele Miccoli

Grazie Michele! e grazie a Antonella Millarte, gentilissima

For the english version click Next>

Weekend in Ceglie Messapica, Puglia. City of art and land of gastronomy

by Cesare Zucca

Today we take you to the discovery of one of the cities whose origins are lost in the mists of time: Celie Messapica, an Apulian jewel of the Upper Salento, in the province of Brindisi.

Ceglie Messapica

You will find a real treasure chest of history, embellished with architectural beauties, suggestive corners, alleys with stone arches in a succession of courtyards and small squares populated by a surprising number of restaurants and inns, a true paradise for gourmets!
Celie boasts the title of “city of art and land of gastronomy” for the many testimonies of its millenary history and for the local gastronomy, appreciated and recognized throughout Italy.
What better destination for a “weekend of beauty and taste”?

TO BE SEEN
The Ducal Castle and the Norman Tower
Built around the 11th century, decorated with the coats of arms of noble families and rich in historical and artistic elements such as the 16th century portal.
The Church of San Domenico
In the Baroque style of the sixteenth century, from the school of Bernini.

Il Castello

The Church of San Rocco
Dated 1595, a remarkable architectural example of the façade and the three naves of its suggestive interior.
Piazza Plebiscito and the “Clock Tower”
Meeting point of the people of Ceglie., it closes the medieval historic center and opens to the nineteenth-century one.

Piazza Plebiscito e la “Torre dell’orologio”

Piazza Plebiscito and the “Clock Tower”

THE KITCHEN OF CEGLIE
Extremely varied, due to the influences that Altosalento has received during its long history: Messapians, Greeks, Romans, Normans, Arabs, Saracens, French and Spanish have followed one another over the centuries. Many origins: the gnummarieddi” (grilled lamb entrails rolls) are Roman, the ragù is Norman, the cupeta (almond nougat) is of Arab origin, while the frize (stale bread donuts that are dipped in water, and then seasoned with oil, salt, oregano and the irresistible pummidori di pennula, local cherry tomatoes preserved in bunches).

I “gnumareddi”

 

The “gnumareddi”

The recipes are handed down from generation to generation, the local dishes are homemade and genuine, deeply linked to the products of the land which offers legumes, greens, vegetables, fruit and the celebrated extra virgin olive oil “collina di Brindisi” used to flavor traditional dishes such as broad bean purée, a typical peasant food, cooked in a pignata, an earthenware jug-shaped container. Every morning, as in the past, the fragrant piddish typical morning focaccia comes out of the wood-burning stone ovens, with podorini and black olives, while the Cegliese ice cream conquered the podium of the International Ice Cream Trophy in Rimini.

Appena sfornate: le irresistibili focacce del Forno Gigliola

Freshly taken out of the oven: the irresistible focaccias from Forno Gigliola

The typical dish par excellence is homemade pasta,
The famous orecchiette stacchiodde and maccheroncini strascinati stand out, served with tomato sauce, meat sauce or with the traditional turnip greens and anchovies.

My discovery, in a hidden alley, here are the “strascinati” with tomato and cacioricotta, served in the suggestive “M’Ami?” The chef is Piotr, of Polish origin, in love with Ceglie.

Gli “strascinati” al pomodoro e cacioricotta, serviti al suggestivo Ristornate “M’Ami?” Lo chef è Piotr, di origine polacca, innamorato di Ceglie.

The Christmas festivities see on the table thepettole, fried balls of flour and boiled potatoes, the “twisted” friselle seasoned with honey, sugar or cooked wine, while the cegliese biscuit, a pastry made with toasted almonds

Il “biscotto cegliese”, eccellenza locale

The “Cegliese biscuit”, local excellence

Superstar Sandwich!
Gaetano, nicknamed “King of the Cegliese sandwich” in his “Caocolleria” offers typical products of the area and, if you insist a little, he prepares “live” one of the local specialties: the stuffed “Cegliese sandwich” (strictly in this sequence ) from tuna ventresca, capers, soft mortadella and provolone cheese.

Gaetano e il suo famoso “Panino Cegliese”

Gaetano and his famous “Panino Cegliese”

TOP CHEESES
Masseria Fragnite, whose history dates back to the 1700s, until the arrival of the Duke of Ceglie who in 1832 began a process of restructuring and reorganization of production, transforming it into warehouses for storing goods and a courtyard for animals to which will be added the casedde and the typical trulli to house the laborers and their families.

L’antica Masseria Fragnite

The ancient Masseria Fragnite

Among the cheeses, the asckuante ricottas stand out, spicy but at the same time delicate, the cacioricotta, a soft and tasty cheese and the very tasty caciocavallo.

Il Caciocavallo

Caciocavallo in progress

Why “caciocavallo”? According to some, the name derives from the method of conservation, where, still fresh, it is hung from a horse on a beam. According to others, however, the term brings us back to the custom of bringing the wheels to the market, in pairs, on the back of a horse.

Tre eccellenze casearie della Masseria Fragnite

Three excellent dairy products from Masseria Fragnite

TASTE ON THE TABLE!

Frisedde
Classic bakery products: taralli with wild fennel seeds.
Cartiddate
Similar to tapered friselle, they are seasoned with honey, sugar or cooked wine (must concentrate obtained by cooking).
Homemade bread
Cooking takes place in wood-burning stone ovens. The brown colored loaves can be kept for up to a week maintaining the original fragrance.
Piddichedda
Large Easter tarallo covered with melted sugar (typical of Ceglie)
Rosoli
Liqueurs produced at home in a simple and ancient way, in particular the strawberry tree liqueur.

Shopping: souvenirs from Ceglie, the festive luminous objects, the ceramic “pumi” lucky charms, a symbol of prosperity and the delicate Punto Antico embroideries

CELIE PARADISO “GOURMET”: The places we have selected for you.
Roast shop Bogno Antico
Capatosta

Braceria dei Santi, Capotosta

Osteria L’Arco Antico
The watering restaurant
Eno Cocus – Grapes and Coal

L’Acquolina, L’ Antico Arco, Eno Cocus

Due suggestivi ristoranti di Ceglie: Braceria dei Santi e Capotosta

L’Acquolina in bocca, L’Antico Arco, Eno Cocus

WHERE TO SLEEP
In the center of Ceglie Messapica
B&B Sant’Anna
A bed & breakfast and two studio apartments with the charm of traditional 19th century stone houses, in the historic center overlooking a private garden,
White stones on the walls, arches, fireplaces and high ceilings
The stone vaults are embellished by the ancient natural niches and frames of refined period furnishings, the ideal solution for a stay that smacks of history and comfort, from the queen size bed to the brand new shower in the cave, while here and there objects reminiscent family memories, like grandma’s sewing machine

Under the building there was the ancient public cistern to which the people of the neighborhood could draw water from an external window, today those niches are special cabinets. The breakfast with biscuits, pies, bread and homemade desserts brought to the terrace by the delightful Pamela Filomeno who manages and takes care of these structures. with passion and love. Accommodation is air conditioned and comes with an LCD TV and private bathroom.
For those looking for “quality-price”, these lodgings fit perfectly.

B&B Sant’Anna

B&B Sant’Anna

In a wonderful farmhouse
Masseria Camarda
Founded at the end of the 1800s as an agricultural center, it then specialized in the production of oil, wheat, vegetables, legumes and its large stables housed goats, sheep and cows.

Masseria Camarda

Masseria Camarda

Ferrari and Puglia, the passions of Cesare Fiorio.
In the Masseria I meet Cesare Fiorio, great automotive champion with Lancia in rallies and in F1 with Ferrari and other teams, as well as conqueror of the Atlantic Ocean with ship Destriero. Today Fiorio lives in Celie, in Puglia, a land that he loved so much that he wanted to make it known to everyone.

Cesare Fiorio nella sua Masseria

Cesare Fiorio in his Masseria

“I switched from racing engines to the agricultural tractor, says Fiorio, in search of an almost lost dimension, without the stress of daily worries where one can enjoy the tranquility of ancient personal relationships, healthy and genuine food and the magical atmospheres that these earths still know how to create.”
“A place, Fiorio explains to me, which represents a lifestyle choice and the pleasure of sharing its tranquillity, the scents and colors of the Salento countryside”
The farm offers elegant accommodation inside the characteristic trulli and housed in ancient stone stables with traditional barrel vaults. The swimming pool is positioned in the middle of an orchard where, in addition to the vineyard, there are cherry, pomegranate, apricot, pear, persimmon, green and black fig trees, prickly pear, almond and hazelnut trees.

Motor racing could not be missing: in the large stone hall the bodywork of Mansell’s Ferrari F1 stands out, winner of the Brazilian GP, ​​while Alessandro and Maria Paola Fiorio are the creators of the Fiorio Cup, this year in its second edition. With eight riders who challenge each other on a course created within the property’s area.
All around, there is a vast countryside where extra virgin olive oil of superior quality is produced, primitive wine, “senator” type wheat Cappelli”, basic ingredient for the production of the typical Apulian orecchiette, vegetables, forage, fruit, walnuts, almonds, hazelnuts, capers, chickpeas, lupins.

La piscina

The pool

On sale at the Masseria, you can find tomato puree, jams, the famous “married” figs, products that are offered to guests in the rich morning breakfasts prepared by the expert hands of Sara Senofonte.

La succulenta prima colazione

The succulent breakfast

What a buffet! All homemade: cakes, fruit tarts, focaccia biscuits and the ever-present taralli, also called Scaldatelli, a true symbol of Apulian cuisine and “principles” of the table
HIS MAJESTY THE TARALLO

HIS MAJESTY THE TARALLO
Traditional or flavored with fennel seeds, chilli pepper, olives or dried tomatoes. Excellent excellent for a snack, an aperitif or with a good glass of red wine.
Small, cunning and tempting, sweet or savoury, one leads to another!

How peckish, right?
And since the real taralli are homemade, how can we make them at home?
The important thing to obtain a good result is to follow step by step what is suggested in the original recipe of homemade Apulian taralli. of which Sara kindly gives us the recipe.

Sara e i taralli pugliesi

Sara and the Apulian taralli.

 

TRADITIONAL APULIA TARALLI.

Ingredients for about half a kilo
500gr of flour 00 (Sara uses Senatore Cappelli)
160ml of dry white wine
160ml of rigorously extra virgin olive oil
! soup spoon of fine salt
Preparation
Mix all ingredients in a bowl
Work with your hands until you get a smooth and homogeneous dough.
Take a piece of dough and form loaves 5 cm long and as thick as your index finger, join the ends forming rings,
Arrange the taralli on a baking tray and bake at 180 degrees for 20 minutes.
Take them out of the oven, let them cool a bit and… enjoy them!

Masseria Camarda has decided to offer its guests local cuisine, seen, experienced and re-interpreted by the talented Chef Maurizio, natives of Turin with an extended stay in the kitchen of his restaurant in Cervinia and then arriving in Ceglie, where every evening he prepares delicious dinners, exclusively for guests of the Masseria.
I met him for a short interview

Chef Maurizio, al timone del ristorante della Masseria Camarda, riservato solo agli ospiti

Chef Maurizio, at the helm of the Masseria Camarda restaurant, reserved only for guests

Hello Maurizio, after 25 years in Cervinia, have you landed in Ceglie, Why?
Maybe I’ve had enough of white, All that snow…
Here I found colorful nature, wonderful sunsets, the blue of the sea and the warmth of the Fiorios. My life has become colourful.
What have you “imported” from Piedmontese cuisine into your Apulian menu?
I let myself be inspired by the ingredients of the classic bagnacauda which I transformed into a creamy sauce to flavor the typical “hanging” pasta of Ceglie.

Un piatto di Maurizio:l a tipica “pasta appesa” pugliese, con verdure

A dish from Maurizio: the typical “pasta hung” with vegetables

The local ingredients that have entered your Turin gastronomic mentality?
Local vegetables, especially those we grow here in the Masseria.
I got to know them, tried them, appreciated them, and now they are at the top of my kitchen. (laughs) I never use them: horseradish and wasabi. You will never find them in my paitti or even in my fridge at home.

L’olio Cesare Fiorio accompagna le verdure dell’orto in Masseria

Cesare Fiorio oil accompanies the vegetables from the Masseria’s garden

Is there a dish you would like to put on the menu, but…?
And how: potato gnocchi as my father Bruno used to make them. I tried to imitate them, but I don’t know how or why, they never came to me like his… Exquisite and, I must admit, inimitable!
Is dinner here for guests only?
Exactly. There is no written menu, everything spoken, naturally taking into account any allergies or intolerances. At the basis of the Masseria, there is communication with our guests, even in proposing and ordering a dish. Ah, I forgot here we do not indicate the prices. The price is set by the guest when he has finished eating, free to evaluate what the right price is.

HOW TO GET TO CELIE
Celia Messapica is about 40 kilometers from Brindisi. It is easily reachable by car (own or rented) or by bus (about an hour and a half) or, as I did, contact a local guide who, in addition to transport, will introduce you to the city and its surroundings. I entrusted Michael’s Tours piloted by the expert and super dynamic Michele Miccoli, a native of Ceglie, who told me stories, anecdotes and secrets of the city, making me discover it as only a local person can.

Michele Miccoli

Thanks Michael! and thanks to Antonella Millarte, very kind Head of the Puglia Promozione Press Office who suggested and made me discover this wonderful Apulian destination.

 

 




Vienna, città imperiale, verde, eclettica e… al dolce sapore di Torta Sacher

(Sacher Torte ‘s recipe in English at the end of article)

di Cesare Zucca

Un weekend del bello e del gusto?
La risposta è Vienna, città eclettica che spazia dall’Art Nouveau, al gotico, al barocco, al celebre “Ringstraßenstil”. Vi aspetta una città d’arte, storia, innovazione e delizie-enogastronomiche.
GREEN
Vienna è una delle città più verdi del mondo Più di duemila parchi e giardini , il Prater, Vienna Woods e Lobau n il Wienerwald (il bosco viennese), i vigneti e l’area del Danubio mentre nel Volksgarten in primavera troverete più di 400 varietà di rose.

Il Prater

MUSICA
Vienna è musica: la Filarmonica, l’Opera e l’Orchestra Sinfonica. In questa cittò hanno vissuto Franz Schubert, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven, di cui potrete visitare la casa.

Nella casa di Beethoven

LE STELLE BIANCHE
La Scuola di Equitazione Spagnola, patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO e unica istituzione al mondo che pratica l’equitazione classica nata dall’alta scuola del Rinascimento, dove potrete ammirare stupefacenti coreografie dei cavalli lipizzanI in armonia con la musica.
Attenzione: niente foto, niente flash, potrebbero infastidire i cavalli.

KLIMT
Visita d’obbligo al lussuoso  Palazzo Belvedere dove vi aspetta il ‘Bacio’, di Klimt, icona univesale di eros e bellezza. Vi consiglio di visitare anche la sua casa-atelier nel 13° distretto, dove scoprirete attrezzi, tele, abiti e le famose modelle particolarmente significative nella vita dell’Artista.

L’atelier di Klimt

MUSEI
Hofburg , Museumsquartier, Kunsthistorisches con opere d’arte degli Asburgo e Klimt, e il Museo Albertina che ospita periodicamente delle mostre straordinarie.

VIENNA E LA TORTA SACHER: DOVE MANGIARE

Labstelle Wien, gastronomia di alto livello, ottimo pesce e verdure del blün.
Se invece volete gustare la tipica eno-gastronomia austriaca, tuffatevi in una delle taverne heuriger, dove impera la tradizionale wiener schnitzel, di taglio bovino o maiale. 

Tra le più frequentate la Stift St Peter, Heuriger Sirbu, Welser nei borghi di Oberlaa, Mauer e Hernals e quelle nei quartieri di Stammersdorf e Strebersdorf al di là del Danubio.

Una succulenta wiener schnitzel,

IN CARROZZA!
Godetevi la città con un giro in  ‘flaker’  tradizionale carrozza trainata da cavalli. Scoprirete piazze fino ai viali dei parchi del Castello di Schönbrunn, dove un tempo soggiornò l’Imperatore Franz e l’ imperatrice Sissi. A proposito di Sissi, sapevate che la bellissima imperatrice andava pazza per le dolcissime violette di zucchero che troverete un po’ dappertutto.

L’Imperatrice Sissi e le sue violette di zucchero

VINO
Gemischte Satz, la vigna mista, i vitigni di Veltliner, Riesling, Pinot Bianco o vari vini rossi. Tra i vini più amati: Gemischte Satz, Grüne Veltliner o Blaue Zweigelt.

Il popolare Blaue Zweigelt.

La degustazione più suggestiva sarà nel Abbazia di Klosterneuburg.  Nella sua storica cantina, che vanta 900 anni di  produzione vinicola, vi aspetta un’imperdibile visita guidata e una degustazione vini nella più antica azienda vinicola dell’Austria. Attraverso un’esplorazione suggestiva e istruttiva del complesso di cantine barocche che, sostenuto da muri di mattoni spessi un metro, si estende su quattro livelli fino a una profondità di 36 metri.

L’ Abbazia e la Cantina di Klosterneuburg

i SUGGESTIVI “CAFE'”
Vienna ha una lunga tradizione nella cultura del caffè, Cosa meglio di un caffè servito con tutte le regole e magari accompagnato da un dolce viennese?

Un Cafè viennese, tra dolci squisitezza. selfie di rigore….

Ecco la mia top list
Hawelka Famosi buchten, bigné alla vaniglia.
Landtmann 125 anni. Qui sono tutti passati, da Freud a Lady Gaga
Mozart Torta di biscotto, crema ai pistacchi, mousse di cacao
Sperl Marmi e specchi fine ‘800. Frequentato dai veri viennesi
Central  Spettacolare ma troppo turistico

L’ICONICA E MERAVIGLIOSA TORTA SACHER
Impossibile lasciare Vienna senza aver visitato il Cafè Sacher per gustatare una fetta di Torta Sacher, orgoglio nazionale, dolce simbolo della città e forse la torta al cioccolato più famosa del mondo.
Fu inventata nel 1832 dall’allora sedicenne Franz Sacher per il principe Klemens von Metternich e da allora ha conquistato il mondo. Da degustare con un caffè, un the o con un buon vino locale.  Abbiamo scoperto la ricetta di Ernst Knam, uno dei Maestri Pasticceri più conosciuti e ve la raccontiamo .

Ernst Knam e gli ingredienti della “sua” Torta Sacher. (Foto Courtesy Facebook )

TORTA SACHER

Ingredienti
75 gr. cioccolato fondente a pezzetti
65 gr. burro
20 gr. zucchero a velo
qb un pizzico di vaniglia in polvere
3 uova
90 gr. zucchero semolato
65 gr. farina 00
250 gr. crema ganache
150gr. confettura di albicocche
qb burro e farina per lo stampo
Ingredienti per la ganache
250 ml. panna liquida
375 gr. cioccolato fondente in pastiglie o a pezzetti
Preparazione
Versate la panna in una casseruola e mettetela a scaldare sul fuoco.
Portatela in ebollizione, poi aggiungete il cioccolato fondente.
Mescolate accuratamente con un cucchiaio di legno, finché il cioccolato non si sarà completamente sciolto e ben amalgamato con la panna.
Raccogliete il cioccolato fondente in una ciotola; quindi fatelo fondere a bagnomaria. Intanto, in una terrina, montate con una frusta il burro con lo zucchero a velo, il sale e la vaniglia. Quando il composto é ben amalgamato, unisci un po’ alla volta i tuorli leggermente sbattuti, mescolate e aggiungete il cioccolato fuso.
A parte, in una ciotola ampia, montate a neve con una frusta gli albumi insieme allo zucchero e uniteli delicatamente all’impasto.
Mescolate con cura fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versate il tutto in uno stampo imburrato e infarinato del diametro di circa 22-24 cm e ponete nel forno preriscaldato a 170°C per 35-40 minuti.
Sfornare la torta e lasciatela raffreddare; quindi toglietela dallo stampo, capovolgendola delicatamente. Tagliatela a metà in senso orizzontale con un coltello sottile, a sega, in modo da ottenere 2 dischi.
Preparare ora la ganache. Portate a bollore la panna in un pentolino e versarvi il cioccolato tritato o in pastiglie, amalgamare con una frusta sino a quando la ganache non sarà del tutto emulsionata. Con una spatola stendetene uno strato sul primo disco e chiudete la torta con il secondo disco.
Spalmate la confettura su tutta la superficie della torta; quindi ricoprite il dolce con la rimanente ganache. Mettete in frigorifero per 20 minuti finché la glassa non si solidifica.

L’originale “Sacher Torte “servita nell’Hotel Sacher , Vienna

CIOCCOLATO… DOVUNQUE! 
Visto che siete lì…. perchè non godersi un momento davvero indimenticable…
Nella Sacher Spa godete di coccole per il corpo e l’anima , grazie ai trattamenti che combinano gli ingredienti più preziosi della fava di cacao per un piacere esclusivo e per il massimo del benessere.  Nei trattamenti viene utilizzata una gamma di prodotti teneri, cremosi e profumati: la linea Time to Chocolate®, pensata per addolcire l’anima e nutrire la pelle, lasciandola più morbida e levigata che mai. Ricchi di effetti nutrienti e vitali, i prodotti sono la ricreazione ideale per la pelle delle clienti. La cura cremosa al cioccolato, in particolare il burro di cacao, fornisce risultati immediati, una pelle più soda e garantisce un aspetto radioso con un effetto duraturo.

INFO
www.klimtvilla.at
www.wien.info/
www.austria.info

For the English version of the htstory and the recipe of the SACHER CAKE, Just click Next>

Here the story and the recipe of the …
THE ICONIC AND WONDERFUL SACHER CAKE


It is impossible to leave Vienna without visiting the Cafè Sacher to enjoy a slice of the Sacher cake, national pride, sweet symbol of the city and perhaps the most famous chocolate cake in the world.

.
It was created in 1832 by the then 16-year-old Franz Sacher for Prince Klemens von Metternich and has since conquered the world. To be enjoyed with a coffee, a tea or a good local wine. We have discovered the recipe of Ernst Knam, one of the best known Master Pastry Chefs and we will tell you about it.

Ernst Knam e gli ingredienti della “sua” Torta Sacher. (Foto Courtesy Facebook )

SACHER TORTE

Ingredients
75 g. chopped dark chocolate
65 g. butter
20 g. powdered sugar
a pinch of vanilla powder to taste
3 eggs
90 g. caster sugar
65 g. flour 00
250 g. Ganache cream
150gr. Apricot jam
to taste butter and flour for the mould
Ingredients for the ganache
250ml. liquid cream
375 g. dark chocolate in pellets or pieces
Preparation
Pour the cream into a saucepan and heat it over the heat.
Bring to the boil, then add the dark chocolate.
Mix thoroughly with a wooden spoon until the chocolate has completely melted and well blended with the cream.
Collect the dark chocolate in a bowl; then let it melt in a water bath. Meanwhile, in a bowl, whip the butter with the icing sugar, salt and vanilla with a whisk. When the mixture is well blended, add the lightly beaten egg yolks a little at a time, mix and add the melted chocolate.
Separately, in a large bowl, whip the egg whites with a whisk until stiff together with the sugar and gently fold them into the mixture.
Mix carefully until a homogeneous mixture is obtained.
Pour everything into a buttered and floured mold with a diameter of about 22-24 cm and place in the preheated oven at 170°C for 35-40 minutes.
Take the cake out of the oven and let it cool; then remove it from the mold, gently turning it upside down. Cut it in half horizontally with a thin, saw-like knife, in order to obtain 2 discs.
Now prepare the ganache. Bring the cream to the boil in a saucepan and pour in the chopped chocolate or in tablets, mix with a whisk until the ganache is completely emulsified. With a spatula, spread a layer of it on the first disc and close the cake with the second disc.
Spread the jam over the entire surface of the cake; then cover the dessert with the remaining ganache. Refrigerate for 20 minutes until the glaze sets.

The original “Sacher Torte” served in the Hotel Sacher, Vienna