Palawan, Filippine da sogno

(ITALIAN AND ENGLISH VERSION)

Se amate l’ecoturismo e con il vostro viaggio cercate le bellezze della natura, spiagge di sabbia finissima, mare tropicale dai colori dal blu cobalto al verde, lagune, formazioni rocciose, attività all’aria aperta, snorkeling, eccovi accontentati. Sono tante le isolette che circondano Palawan tutte disseminate di bellezze naturali e con fauna e flora tropicali uniche. Barriere coralline, vulcani, laghi e lagune sono alcune delle cose che ammirerete in questa bellissima zona.

Ci soffermeremo su tre delle isolette più belle visitate: El Nido, Coron e Puerto Princesa.

Al El Nido, considerata da molti una delle isole più belle al mondo, si possono fare escursioni in barca alla ricerca di paesaggi bellissimi, tuffarsi nel mare cristallino e, perché no, un barbecue su un’isoletta per gustarvi il pesce da voi pescato.

El Nido Filippine
El Nido Filippine

A Purte Princesa troverete una delle 7 meraviglie del Mondo della Natura e riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: il Parco Nazionale del fiume sotterraneo di Puerto Princesa “Underground River”, un fiume che sgorga da grotte calcaree per tuffarsi direttamente in mare.Il simpatico Tarso

Quest’area rappresenta anche un habitat per la conservazione della biodiversità. Nel parco ci sono alcune delle più importanti foreste dell’ Asia. Ce ne sono ben 8 tipi con 800 specie di piante, 150 tipi di uccelli e 30 specie animali come ad esempio il macaco o il binturong.

Sempre a Puerto Princesa, vivete l’esperienza di una gita in barca di notte alla luce delle lucciole.

 

Palawan
Palawan

A Coron invece potrete fare bagni in spettacolari lagune circondate da rocce, scoprire isolette nascoste e rilassarvi in calde terme naturali all’aperto. L’isola presenta scogliere di calcare a picco sul mare, spiagge di sabbia bianchissima e diversi laghi di montagna. Il più famoso è il lago Kayangan, definito e premiato come lo specchio d’acqua più pulito e verde di tutte le Filippine. Se vi piace il trekking qui potrete scalare il monte Tapyas dalla cui sommità potrete ammirare tutta la città.

 

Laguna
Laguna

Oltre a paesaggi paradisiaci anche la cucina filippina non vi deluderà.

Nel Paese c’è un alto consumo di riso che accompagna quasi tutte le pietanze. I filippini amano i sapori forti e forse per noi europei un po’ troppo. Tra le specialità c’è il balut, uovo di gallina bollito. La  particolarità è che l’uovo in questione è fecondato e al suo interno si trova l’embrione del pulcino già formato. Credetemi la visione non è delle più idilliache.

L’adobo è invece un piatto a base di pollo, maiale o pesce cotti in padella con aceto di vino bianco, salsa di soia, pepe nero, alloro, aglio e cipolla il tutto accompagnato ovviamente da riso bianco. Delizioso.

Ma il piatto più amato è il pancit, spaghetti di riso saltati in padella con salsa di soia. Viene cucinato in molti modi, con carne o pesce o verdure.

Anche i dolci sono ottimi. Vi consigliamo di provare l’ Halo-halo (mescola-mescola) una crema di patata dolce, latte di cocco, fagioli di soia e ceci caramellati, cereali, gelatina, gelato alla vaniglia, latte evaporato, ghiaccio tritato, mango e banana. Molto spesso servito in mezza noce di cocco svuotata della polpa.

Piatto tipico a base di riso

Un suggerimento: non chiedete un coltello; nelle filippine questo è sostituito dal cucchiaio.

Le Filippine sono un posto tranquillo dove è possibile affrontare un viaggio in assoluta autonomia ma se volete vivere e conoscere in maniera più profonda il Paese vi consigliamo di contattare TROPICAL EXPERIENCE TRAVEL SERVICES experiencetropical@gmail.com;  un’agenzia di viaggi e tour operator del luogo specializzata esclusivamente nei viaggi verso le Filippine.

COSTI:

I prezzi di un soggiorno di circa 10 giorni in camera doppia partono da circa 100 euro a persona a cui dovrete aggiungere circa 700 euro per il volo per un totale complessivo di circa 1.700,00 euro.

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If you love ecotourism and with your trip you are looking for the beauty of nature, fine sandy beaches, tropical sea in colours ranging from cobalt blue to green, lagoons, rock formations, outdoor activities, snorkelling, you are in for a treat. There are many small islands surrounding Palawan all dotted with natural beauty and unique tropical flora and fauna. Coral reefs, volcanoes, lakes and lagoons are some of the things you will admire in this beautiful area.

We will focus on three of the most beautiful islets visited: El Nido, Coron and Puerto Princesa.

At El Nido, considered by many to be one of the most beautiful islands in the world, you can take boat trips in search of beautiful scenery, dive into the crystal-clear sea and, why not, have a barbecue on a small island to enjoy the fish you catch.

El Nido Filippine

In Purte Princesa you will find one of the 7 Wonders of the World of Nature and a UNESCO World Heritage Site: the Puerto Princesa ‘Underground River’ National Park, a river that rises from limestone caves to plunge directly into the sea.

Il simpatico Tarso This area is also a habitat for biodiversity conservation. The park is home to some of the most important forests in Asia. There are eight types with 800 plant species, 150 types of birds and 30 animal species such as the macaque or the binturong.

Also in Puerto Princesa, experience a boat trip at night by the light of the fireflies.

Palawan

On Coron, you can swim in spectacular lagoons surrounded by rocks, discover hidden islets and relax in warm natural outdoor spas. The island features sheer limestone cliffs, white sandy beaches and several mountain lakes. The most famous is Kayangan Lake, defined and awarded as the cleanest and greenest body of water in the Philippines. If you like trekking, here you can climb Mount Tapyas, from the top of which you can see the whole city.

 

Laguna

In addition to paradisiacal landscapes, the Filipino cuisine will not disappoint.

In the country there is a high consumption of rice, which accompanies almost all dishes. Filipinos love strong flavours and perhaps a little too much for us Europeans. Among the specialities is balut, boiled chicken egg. The peculiarity is that the egg in question is fertilised and inside it is the embryo of the already formed chick. Believe me, the vision is not the most idyllic.

The adobo, on the other hand, is a dish of chicken, pork or fish cooked in a pan with white wine vinegar, soy sauce, black pepper, bay leaf, garlic and onion, all accompanied, of course, by white rice. Delicious.

But the most popular dish is pancit, rice noodles stir-fried in soy sauce. It is cooked in many ways, with meat or fish or vegetables.

The desserts are also excellent. We recommend you try the Halo-halo (stir-fry), a cream of sweet potato, coconut milk, soya beans and caramelised chickpeas, cereal, jelly, vanilla ice cream, evaporated milk, crushed ice, mango and banana. Very often served in half a coconut emptied of its pulp.

A tip: do not ask for a knife; in the Philippines this is replaced by a spoon.

The Philippines is a quiet place where you can take a trip on your own, but if you want to experience and get to know the country more deeply, we recommend contacting TROPICAL EXPERIENCE TRAVEL SERVICES experiencetropical@gmail.com; a local travel agency and tour operator specialising exclusively in trips to the Philippines.

COSTS: Prices for a stay of about 10 days in a double room start from about 100 euros per person to which you will have to add about 700 euros for the flight for a grand total of about 1,700.00 euros.

 

 




Haarlem (Olanda): tra profumi e colori dei tulipani

(Italian and English version)

Cari Lettori di Weekend Premium, oggi vi condurremo in questa tipica città dell’Olanda, che si trova a soli 20 chilometri da Amsterdam, Haarlem.

Andare ad Haarlem è come ritornare indietro nel tempo, questa città a misura d’uomo, che si trova a quattro metri sotto il livello del mare è conosciuta anche con il nome di “Bloemenstad”, città dei fiori. Da qui infatti dalla fine di Gennaio a fine Luglio, potrete ammirare i campi a sud della città che si ricoprono di affascinanti colori per la fioritura di tulipani e farvi inebriare dal loro profumo, un’esperienza davvero emozionante…

Affittare una macchina e percorrere la strada che vi conduce alla piccola città di Lisse, vi permetterà di visitare anche il vicino Keukenof. Nel giardino i numerosi bulbi, vi condurranno in un’esperienza inebriante tra giochi di colori e profumi. Un vero labirinto di fiori, le più naturali tra le opere d’arte. Se non vi sentite sicuri alla guida da Haarlem esistono anche dei mezzi pubblici che vi condurranno ai giardini, rivolgetevi una volta arrivati all’ufficio turistico della città che si trova proprio nella piazza centrale.

Haarleem, è la meta low cost ideale, in quanto gli alloggi sono di gran lunga inferiori rispetto alla vicina Amsterdam, ma è comunque ben collegata alla capitale dell’Olanda, in soli 15 minuti di treno potrete raggiungerla con facilità. Il mio primo consiglio, se decidete di vistarla è quella di soggiornare in uno dei tanti Bed and Breakfast del posto, che a prezzi economici vi permetteranno di trascorrere un piacevole soggiorno.

Non è solo la possibilità di vivere questa emozionante esperienza nei campi di fiori che mi ha portato qua, ma anche la storia di questa piccola, ma antica città ad avermi affascinato. Fondata nel X secolo, dopo aver vissuto lunghe battaglie, specialmente quella con la Spagna nel 1542 che diede un duro colpo alla città, riuscì comunque sempre a rialzarsi, grazie alla sua favorevole posizione vicino al fiume Spaarne (che le consentiva facili traffici fluviali), sia grazie alla laboriosa produttività dei suoi cittadini che l’hanno resa, nel cosiddetto Secolo d’Oro, la capitale del lino, della seta, dei bulbi di tulipano e della birra artigianale.

La nostra prima visita della città inizia nella piazza centrale, il Grote Markt, dove si affacciano anche i monumenti più importanti e svetta anche la statua di Laurens Janszoon Coster, il primo tipografo olandese, che si dice inventò la macchina da stampa ben 14 anni prima del famoso Gutenberg, anche se in realtà non esistono prove documentali a proposito.

Dalla piazza non posso non ammirare la Chiesa Grande di San Bavone, che è anche considerata la più grande chiesa d’Olanda e inoltrarmi a pochi passi nell’antico mercato delle carni il Vleeshal.

Si ci può dirigere poi nel famoso Museo de Hallen, di arte moderna e contemporanea, situato in due edifici storici di Haarlem, di stile rinascimentale olandese del XVII secolo. Qui potrete gustarvi anche un ottimo caffè in uno dei diversi localini con tavolini all’aperto.

Non lontano dalla piazza centrale raggiungo il famoso Museo di Teylers, dedicato alle scienze a alle arti e che racchiude collezioni di strumenti scientifici, fossili e minerali e anche disegni e incisioni di grandi artisti, come Rembrandt, Michelangelo e Raffaello.

Haarlem è proprio una città piena di sorprese e di interessanti musei, un’altro museo, sicuramente da visitare è quello del grande pittore barocco Frans Hals, considerato secondo solo a Rembrandt e la cui città diede i natali.

Non ci resta che attraversare il fiume Spaarne, appena ad ovest della piazza del mercato principale per raggiungere il simbolo di Haarlem, un grosso mulino a vento nero, chiamato anche De Adriaan. Costruito per la prima volta nel 1779, subirà diversi incendi e verrà ricostruito l’ultima volta nel 2002.

Ultima cosa che non dovete assolutamente dimenticare di fare se decidete di venire ad Haarlem è quello di visitare un’ottima birreria artigianale, la Birreria Jopenkerk, che si raggiunge a soli pochi minuti dal Grote Markt e gustarmi una dissetante birra artigianale… fatelo anche voi e continuate a seguirci nella nostra prossima meta Low Cost!

 

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Dear Weekend Premium readers, today I will take you to this typical Dutch city, located just 20 kilometres from Amsterdam, Haarlem.

Going to Haarlem is like going back in time, this city on a human scale, which lies four metres below sea level is also known as ‘Bloemenstad’, city of flowers. From here, from the end of January to the end of July, you can admire the fields to the south of the city, which are covered in fascinating colours due to the tulips in bloom, and be inebriated by their scent, a truly exciting experience…

Renting a car and driving down the road to the small town of Lisse will also allow you to visit the nearby Keukenof. In the garden, the numerous bulbs will take you on an intoxicating experience amidst the play of colours and scents. A true labyrinth of flowers, the most natural of works of art. If you don’t feel safe driving from Haarlem, there are also public means of transport that will take you to the gardens. Once you arrive, contact the city’s tourist office, which is located right on the central square.

Haarleem is the ideal low-cost destination, as accommodation is far less than in nearby Amsterdam, but it is nevertheless well connected to the capital of the Netherlands, in just 15 minutes by train you can easily reach it. My first advice if you decide to visit is to stay in one of the many local Bed and Breakfasts, which at cheap prices will allow you to have a pleasant stay.

It is not only the possibility of living this exciting experience in the flower fields that brought me here, but also the history of this small but ancient city that fascinated me. Founded in the 10th century, after experiencing long battles, especially the one with Spain in 1542 that dealt the city a severe blow, it always managed to rise again, thanks to its favourable location near the River Spaarne (which allowed for easy river traffic), and thanks to the hard-working productivity of its citizens who made it, in the so-called Golden Age, the capital of linen, silk, tulip bulbs and craft beer.

My first tour of the city begins in the central square, the Grote Markt, where the most important monuments are also located and where the statue of Laurens Janszoon Coster, the first Dutch printer, who is said to have invented the printing press a good 14 years before the famous Gutenberg, stands out, although in reality there is no documentary evidence of this.

From the square, I cannot fail to admire the Great Church of St. Bavon, which is also considered the largest church in Holland, and walk a few steps into the old meat market, the Vleeshal.

I then head to the famous Museum de Hallen, of modern and contemporary art, located in two historical Haarlem buildings of the Dutch 17th century Renaissance style. Here you can also enjoy an excellent coffee in one of the several small cafés with outdoor tables.

Not far from the central square is the famous Teylers Museum, dedicated to science and the arts and containing collections of scientific instruments, fossils and minerals as well as drawings and engravings by great artists such as Rembrandt, Michelangelo and Raphael.

Haarlem is indeed a city full of surprises and interesting museums. Another museum, definitely worth a visit, is the one of the great Baroque painter Frans Hals, considered second only to Rembrandt and whose city was his birthplace.

All that remains is to cross the River Spaarne, just west of the main market square to reach the symbol of Haarlem, a large black windmill, also called De Adriaan. First built in 1779, it suffered several fires and was last rebuilt in 2002.

The last thing you absolutely must not forget to do if you decide to come to Haarlem is to visit a great craft brewery. On my weekend I was able to visit the Jopenkerk Brewery, which is only a few minutes away from the Grote Markt and enjoy a thirst quenching craft beer… do it too and keep following us in our next Low Cost destination!




Weekend&Viaggi Premium – Gran speciale Romagna

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NAPOLI: DAL CRISTO VELATO ALLA SFOGLIATELLA

In occasione della vittoria dello scudetto 2022-23 da parte del Napoli, vi proponiamo il secondo  di due articoli dedicati alla città, ai suoi monumenti più belli e alle eccellenze da non perdere

LEGGI QUI LA PRIMA PARTE

di Raffaele D’Argenzio.

Mette allegria alzarsi presto, scendere e trovare le sfogliatelline calde, qui all’Hotel Palazzo Caracciolo. Un bel modo di far colazione e poi correre a mettersi in fila all’entrata della Cappella San Severo, via Francesco De Sanctis 19, per vedere il Cristo Velato, scolpito nel 1753 da  Giuseppe Sanmartino. Una delle sculture più belle del mondo, ammirata dai Grandi, fra cui anche Canova che  dichiarò che avrebbe dato 10 anni della sua vita  per esserne l’autore.

Ma nella cappella c’è anche  un’altra scultura, “Disinganno”  di Francesco Queirolo, che sbalordisce per la maestria  con cui è scolpita nel marmo la rete dell’inganno. Anch’essa è una delle opere più importanti al mondo per il suo virtuosismo scultoreo.

E ci sono ancora le macchine anatomiche, i simboli della massoneria, altri misteri, dovuti alla personalità di Raimondo di Sangro, settimo principe di San  Severo, che senza dubbio sapeva influenzare i suoi a artisti e sapeva spingerli verso il loro più alto valore artistico.
Si resta entusiasti, ma anche sopraffatti dai troppi turisti. Certe Opere andrebbero viste da soli per assaporarne tutta la grandezza.

Usciti dalla Cappella, si gira a sinistra e si trova piazza San Domenico Maggiore, ed anche la pasticceria Scaturchio, dove si gustano  le migliori, o tra le migliori, sfogliatelle di Napoli. Dal Cristo  Velato di Sanmartino alla sfogliatella riccia di Scaturchio.

 

Da Santa Chiara alla “Genovese”

Per tornare ad elevarci verso il Sacro, prendiamo un taxi per andare al Monastero di Santa Chiara,  a Piazza del Gesù. La Basilica, dopo essere stata bombardata nel ‘43, è stata ricostruita  secondo il disegno orilginale di architettura gotica del 1318, riacquistando la primitava eleganza.

Il chiostro è di un bellezza paradisiaca, commovente nella serenità che riesce a trasmettere. Bellissimi affreschi nel maestoso porticato e bellissime  le  migliaia di maioliche dipinte a mano, nel giardino ristrutturato da Domenico Antonio  Vaccaro dal  1742 al 1769.
Bisogna tornarci in tarda primavera quando fra le maioliche  c’è una pioggia di  glicini in fiore.  A maggio, quando in questo paradiso mancano soltanto gli angeli.

Per restare nel Sacro,  una visita al pomposo  Duomo,  dove si scioglie il sangue di San Gennaro, il 16 dicembre, la prima domenica di maggio e il 19 settembre. Si scioglierà la prossima volta ?

E poi via Toledo, oggi isola pedonale, anzi più che un’isola  è un mare di gente e di negozi. Una sosta la troviamo al numero 185, dove si trova Palazzo Zevallos Stigliano, una delle Gallerie d’Italia della Banca Intesa Sanpaolo, dove tra l’altro si trova “Il Martirio di San’Orsola” del Caravaggio, “Sansone e Dalila” di Artemisia Gentileschi,  “Il Ratto di Elena” di Luca Giordano…E poi, gradita sorpresa, chi è correntista della suddetta banca non paga.

ll Sacro ed il Profano si incontrano

A Napoli bisogna guardarsi intorno, e così ci si accorge  di edicole votive, di archi romani, e anche di  quella strana chiesa con strane scale, quasi di fronte a Palazzo Caracciolo.
Scopriamo che è San Giovanni a Carbonara, costruita dal 1339 al 1343. Di stile  gotico, contiene anche le cappelle con le tombe dei Caracciolo. Le scale esterne furono fatte nel 1700 per raccordare il conveno degli agostiniani, la chiesa al primo livello e quella superiore con le cappelle.

Da vedere, anche perchè è un’opera d’arte semi sconosciuta e solo il caso ci ha portati a visitarla. Ecco il bello di Napoli, una scoperta che non finisce mai. Dovrebbe continuare per vedere Napoli Sotterranea, per mangiare da Mimì alla Ferrovia , per girare fra le bancarelle con i pastori di via San Gregorio Armeno, per scoprire il parco Virgiliano con l’isoletta della Gaiola, la tomba di Leopardi, ma anche le sfogliatelle salate…la cupezza dei quartieri spagnoli e la bellezza delle ville di Posillipo, la ferocia dei camorristi e la classe creativa degl intellettuali napoletani. Napoli dove Sacro e profano si incontrano e dove il meglio ed il peggio si scontrano, “dove tutte le parole sono dolci o sono amare, ma sono sempre parola d’amore”.

Ma prima di partire, mentre cala la sera, ancora una passeggiata a via Caracciolo, con Capri ed Ischia, splendide sentinelle del golfo, il Vesuvio  paterno che svetta, gente che va, che viene, che corre, che ride, taralli caldi e un “coppo” di alici fritte: una festa che invita al sorriso.
Napoli, almeno una volta, ma  non basta.

INFO

DOVE DOMIRE:

HOTEL PALAZZO CARACCIOLO Via Carbonara 112, tel. 081.0160111

DOVE MANGIARE

TRATTORIA CASTEL DELL’OVO via Luculliana 28, tel. 081.7666352

 

BOX: ALMENO UNA VOLTA… MANGIARE ” LA GENOVESE”

Almeno  una volta bisogna assaggiare la  “Genovese”, una ricetta napoletana di cui s’ignora l’origine e la storia. Infatti a Genova non la conoscono, ma fra le varie versioni dell’origine  mi pare attendibile quella per cui fu inventata da un cuoco di corte  francese, di Ginevra (Geneve), che alla famosa zuppa di cipolle francese aggiunse la carne. Non so se la storia  sia vera, ma è vera la bontà della “genovese”, che molti invidiano ma solo a Napoli la sanno fare. Eccola.

LA GENOVESE
Ingredienti per 10 persone
-Un kg  e mezzo di carne di vitello , il girello.
-Pancetta  1 etto
-2 gambetti di sedano
-Una carota
– 1 kg e mezzo di cipolle
-1 bicchiere di vino binaqco
-Olio extravergine di oliva
-Un kg di penne o di ziti spezzati.

Preparazione

In un tegame dal bordo alto fate rosolare le carne avvolta nella pancetta, poi aggiungete un po’ di sale e le verdure tagliate e proseguite per qualche minuto. Innaffiate con vino bianco e fate sfumare. Aggiungete le cipolle tagliate sottili e un bicchiere e mezzo d’acqua. Fate cuocere a fuoco basso, per tre ore, avendo cura di mescolare di tanto in tanto e di aggiungere acqua calda se occorre.
Dopo tre ore avrete una salsa densa, cui aggiungere pepe.
La carne va tagliata a parte e coperta da salsa, per il  secondo.
Nel tegame  versate la pasta che intanto  avete cotto al dente, e a fuoco alto mescolatela  con la salsa  che si attaccherà all’amido e riempirà  le penne, o gli ziti.
Vino in abbinamento:  vino bianco Coda di Volpe del Sannio.

 




NAPOLI, LA CITTA’ “UNA VOLTA NON BASTA”

In occasione della vittoria dello scudetto 2022-23 da parte del Napoli, vi proponiamo il primo di due articoli dedicati alla città, ai suoi monumenti più belli e alle eccellenze da non perdere

di Raffaele D’Argenzio

Il significato della famosa frase “Torna a Napoli e poi muori” era che dopo aver visto Napoli puoi anche morire, perché hai visto una delle città più belle del mondo.
Ed è per questo che “almeno una volta “bisogna venirci, anzi io credo che a Napoli bisogna tornarci più volte, perché ogni volta è una sorpresa, ogni volta c’è un’emozione, ogni volta si entra in contatto, in empatia, con la città. Non è mai una cartolina fredda, una foto da smartphone, in quel momento ti entra qualcosa nel cuore e nella mente, di brutto o di bello, di buono o di cattivo, ma non ti lascia mai indifferente. Ed io stesso ci sono stato tante volte, ma ogni volta ho trovato delle cose da raccontare. Stavolta andiamo insieme.

Di alberghi ce ne sono tanti, ma per una volta scegliamo l’Hotel Palazzo Caracciolo, un 5 stelle in un antico palazzo nobiliare dei Caracciolo, in via Carbonara 112, il primo passo per visitare una Napoli più vera possibile.
Per arrivarvi quando si esce dalla A1, si prende la  A56 verso Napoli Centro, uscita 4 direzione Napoli/Salerno, verso Corso Malta….poi verso la stazione centrale di piazza Garibaldi,  ma da qui conviene  seguire il navigatore. Ma se si arriva in treno, è vicinissimo alla stazione centrale.

Bellissimi i cortili, dove si possono ancora vedere i grossi anelli cui venivano legati i cavalli delle carrozze. Da uno scorcio della finestra della camera, si vede una scalinata, un vicolo in salita che ha una sorta di eleganza e se lo immaginate con gerani ai lati, che meraviglia! Una signora stende panni lungo le sue finestre, ma in modo efficace e non invasivo. Non è il massimo ma neppure il peggio.


Ma ora il mare ci chiama. Riprendiamo la nostra auto e percorriamo Corso Umberto 1°, fino a Piazza Municipio, con il Maschio Angioino, poi lungo il molo Beverello e prendiamo la galleria Vittoria che ci porta a piazza Vittoria, dove inizia via Caracciolo e la villa. Ma dove parcheggiare? Al Garage Morelli, via Domenico Morelli 61: entriamo in una grande caverna da dove parte anche la Galleria Borbonica della Napoli sotterranea. Sembra impossibile, eppure sotto le belle case che abbiamo visto di fronte al mare c’è questa magnifica gigantesca caverna scavata nel tufo chissà quando, chissà da chi.

Il mare davanti e sullo sfondo il Vesuvio

Il mare è ad un centinaio di metri, sfioriamo La Masardona, dove si mangia la migliore pizza fritta, e all’angolo con via Caracciolo attraversiamo i tavolini della pizzeria Sorbillo, qui dove comincia  via Partenone con la zona pedonale. Gente che va, gente che viene: è una festa.


Castel dell’Ovo ci funge da faro, imponente, ma dal colore chiaro, come di terra dipinta dal sole. E sotto di esso, il Borgo Marinaro di Santa Lucia, un’isolotto legato alla costa con un ponte al cui inizio ci sono i ristoranti Zi’ Teresa e La Bersagliera. Troppo famosi e turistici per noi, andiamo avanti.

Uno sguardo a sinistra, verso le barche dei pescatori, il mare e in fondo il Vesuvio. Da una bancarella, Totò e Pulcinella ci sorridono.


Al Borgo Marinaro tanti ristoranti, ma noi ci dirigiamo verso la Trattoria Castel Dell’Ovo, piazzetta Marinari, che io conosco da quando si chiamava ‘O Tabaccaro. Qui il rapporto qualità/prezzo è buono, primi buonissimi ed anche il fritto, forse caro solo il sorbetto.  Ci dicono non fanno “La genovese”, uno dei piatti napoletani più tipici. Peccato.

Spaghetti di mare alla trattoria “Castel dell’Ovo”

Museo Archeologico: la miglior Pompei artistica (ed erotica) é qui

Dopo il pranzo, un caffè è d’obbligo berlo al bar. Al Gambrinus a piazza Plebiscito, o al Gran Caffè La Caffettiera, a Piazza dei Martiri? Decidiamo per Piazza dei Martiri, perchè vicina a Via Calabritto. dove ci sono le migliori firme fashion, per shopping di classe, e siamo vicini al Garage Morelli, da cui ritiriamo la nostra auto per puntare al Museo Archeologico.

Per raggiungerlo saliamo  fino a Piazza Museo 19 e lo si vede in alto, color rosso mattone. Antico Palazzo, conserva la propria grandezza. Dentro la sua cornice si trovano pezzi eccezionali.

Per l’arte greco romana c’è l’importantissima collezione Farnese, che fu portata a Napoli da Elisabetta Farnese, madre di Carlo di Borbone. Anche la sezione Egizia è importante: terza in Italia, dopo Torino e Musei Vaticani, e decima nel mondo.


Ma quella che stupisce e affascina di più è la sezione dedicata a Pompei, che raccoglie la gran parte delle meraviglie trovate negli scavi. Infatti, i primi furono fatti proprio dai Borboni. Non si può andare a Pompei se non si viene anche qui, e non si può venire qui senza essere stati a Pompei.

Vi si trovano mosaici bellissimi, con tessere piccolissime, che possono essere viste soltanto avvicinandosi ad un metro. Ma di Pompei si trovano anche sculture e pitture osè, che oggi non scandalizzano più. Un museo, una cornice superba che raccoglie secoli di splendida storia.

Nella metropolitana d’arte piú bella d’Europa

Lasciamo l’auto e prendiamo la metro, nella stazione Museo già ci sono reperti antichi da vedere, e una galleria fotografica. Ma tutta la Linea 1 merita un Metro Art Tour, in quella che è  riconosciuta  come  la metropolitana più bella d’Europa. La più importante è la stazione di Via Toledo, realizzata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, con mosaici di William Kentridge e suggestivi lucernari.

Sì, ecco dopo un primo giorno si comincia ad assaporare Napoli, si comincia a capire che è una città in cui vive il passato, ma in cui ci sono delle fughe in avanti nell’arte, in cui si anticipa il futuro. Una città dove il sacro e il profano si incontrano e dove il meglio e il peggio si scontrano. Una città piena di opposti, dove è difficile trovare un livello medio. Ed anche la mediocrità.

CHI É RAFFAELE D’ARGENZIO

 

Una volta giovane a dirigere riviste per giovani, oggi giovane dentro. Nato a Caserta, ariete, ma a Milano da quando aveva 19 anni. Medaglia d’oro per 50 di giornalismo. Tra le riviste dirette: Corriere dei Ragazzi (settimanale del Corriere della Sera subito trasformato in CorrierBoy,) Intrepido, Trend, TrendCar, Starter, DOC, AutoDoc, UniverCity, Top Video… e tanti altri.
Oggi dirige Weekend Premium, il Polo del Weekend e WEEKEND GUIDE.

LA MIA TOP TEN DEI LUOGHI DA VISITARE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA

ITALIA

Arcipelago della Maddalena

Se ami il mare, la sabbia bianca e rosa, l’acqua che le Maldive non hanno e la gente rude ma schietta.

Costiera Amalfitana

Guardi in alto e vedi arance e limoni che ricamano la costa. Guardi in basso e il mare ti toglie il respiro. Guardi davanti e trovi spaghetti fumanti e “delizie al limone”

Napoli

Città dai mille contrasti, che non si finisce mai di conoscere

Palermo

Dove trovi la civiltà greca, normanna, araba e anche arancine e coppole. Non dimenticare la Cappella Palatina.

Venezia di notte

Quando il popolo delle crociere si ritira nelle gigantesche navi, e si sentono musiche di Vivaldi nelle chiese e si bevono ombre nei Bacari

IN THE WORLD

Etiopia

Una parte d’Africa,  oggi  terra arida e povera, ma  da qui arrivò  il nostro “padre” Homo Sapiens,  e qui ci sono  le donne più belle d’Africa che infatti discendono  dalla  Regina di Saba

Granada

Dimenticare le corride e visitare l’Alhambra dove la poesia scolpisce il marmo

Grecia classica

Se l’homo Sapiens arrivò dall’Etiopia, fu dalla Grecia che arrivò il pensiero, la filosofia, l’arte, la civiltà moderna. Andare su quel prato spelacchiato, dove si corse la prima OLIMPIADE, dove fermavano le guerre per duellare nella corsa

Namibia

L’Africa vera dove trovi i gorilla che sono molto più buoni degli uomini che li ammazzano per gioco, e dove puoi baciare un ghepardo

Seychelles, riserva Vallèe de Mai

Il mare è bello, le spiagge disseminate di splendidi graniti, ma nella riserva Vallèe di Mai vive ancora  l’origine del mondo

 

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AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta dell’Africa

La nostra rubrica d’arte torna con un evento che vi porterà con vista e cuore in un luogo tanto lontano quanto caldo e accogliente: l’Africa. A Venezia infatti, nella meravigliosa Ca’ Pesaro, la mostra l’Africa 1:1 Lab ospiterà cinque giovani artisti provenienti da Kenya, Uganda, RDC e Zimbabwe. La residenza culminerà in una grande mostra site-specific, che sarà inaugurata il 20 maggio 2023. Il progetto si svolge in concomitanza con la XVIII Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, a cura di Lesley Lokko. Gli artisti partecipanti sono Option Nyahunzvi (n. 1992 Zimbabwe), Pamela Enyonu (n. 1985 Uganda), Alexandre Kyungu (n. 1992 RDC), Maina Boniface (n. 1987 Kenya) e Ngugi Waweru (n. 1987 Kenya). La residenza ha lo scopo di ispirare curiosità, creatività e apprendimento tra gli artisti, fornendo loro l’accesso alla vasta collezione d’arte di Ca’ Pesaro. Attraverso la risposta contemporanea degli artisti, il progetto mira a incoraggiare nuovi scambi culturali e il dialogo a Venezia. Ecco una breve presentazione degli artisti che saranno protagonisti di questo meraviglioso progetto:

Option Nyahunzvi (b. 1992, Zimbabwe)

Option Dzikamai è nato ad Harare, Zimbabwe, nel 1992, ed è cresciuto a Rusape, Zimbabwe. Ha iniziato a disegnare in tenera età e presto ha sviluppato una versatilità che gli permette di esprimersi elegantemente quando stampa, dipinge o usa mezzi misti. L’artista è interessato all’impatto della tecnologia sulla gioventù urbana nelle township e il suo linguaggio visivo introduce un dialogo sull’attuale Zimbabwe, la sua tradizione e cultura, le difficoltà e una qualità di magia naturale che permea la vita personale dei suoi abitanti.

AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta l'Africa
Participating artist in the Africa 1:1 Lab. Courtesy of AKKA Project e Africa First. Credits: Chris Dennis Rosenberg Kimbugw

 

Pamela Enyonu (n. 1985, Uganda)

Pamela Enyonu è nata nel 1985 a Kampala, in Uganda, dove attualmente vive e lavora. Lo stile di Pamela si ispira alle storie, ai materiali e al processo che serve per trasformarli in opere d’arte. Le sue opere presentano una qualità tattile e tridimensionale che ha riccamente stratificato le texture esplorando narrazioni su genere, identità, empowerment e consapevolezza di sé. Pamela è particolarmente interessata alle esperienze “non abbandonate” che occupano l’intersezione di empowerment, salute mentale e identità. Si impegna continuamente con le diverse comunità attraverso collaborazioni, workshop e seminari. Recentemente, alcune delle ultime opere di Pamela sono state acquisite da Africa First e sono diventate parte della sua collezione privata di arte africana contemporanea.

AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta l'Africa
Participating artist in the Africa 1:1 Lab. Courtesy of AKKA Project e Africa First.
Credits: Chris Dennis Rosenberg Kimbugw


Alexandre Kyungu (n. 1992, RDC)

Alexandre Kyungu Mwilambwe è nato nel 1992 a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, dove attualmente vive e lavora. Ha studiato arte all’Accademia di Belle Arti di Kinshasa, è co-fondatore di Vision Total Group e lavora in collaborazione con Kin Art Studio (KAS). Kyungu combina pittura, disegno, scultura e installazione nella sua pratica artistica. Il suo mezzo preferito è la “porta” che, per lui, è sinonimo di apertura, incontro e scoperta in una società sempre più universale. Il suo lavoro è costruito intorno a domande relative allo spazio urbano, esplorando i parallelismi tra mappatura urbana e scarificazione del corpo. Il suo lavoro funziona come un “saggio cartografico”, in cui cerca di costruire un mondo nuovo e globale fondendo e giustapponendo le mappe di diverse città. È un modo per lui di interrogarsi sulla città, di cancellare i confini tra i popoli, e dare vita ad un unico territorio nell’immaginario spazio della sua opera.

AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta l'Africa
Participating artist the Africa 1:1 Lab. Courtesy of AKKA Project e Africa First.
Credits: Chris Dennis Rosenberg Kimbugw

Maina Boniface (n. 1987, Kenya)

Maina Boniface è nato nel 1987 a Nanyuki, in Kenya, e attualmente vive e lavora a Nairobi. Maina è un artista curioso che ha iniziato come un creatore barella-bar per gli artisti per sostenere la sua carriera artistica. Il suo lavoro, dal 2009, è stato figurativo e si è evoluto nella ricerca di affrontare vari temi: la satira sociale-politica, la musica, i conflitti nel comportamento umano e la salute mentale. Si ispira alle reazioni umane e ai suoi incontri quotidiani, che mostra con le sue figure surrealiste, e attualmente sta sperimentando una combinazione di astrattismo e surrealismo. Le figure e le forme nel suo lavoro sono distorte, a volte esagerate per sposare l’umore che trasuda l’opera. La curiosità di conoscere e cercare di capire come le cose e le persone coesistono fa emergere un percorso di discussione tra l’opera e lo spettatore, lasciando così un senso dell’indefinito e spazio per ulteriori interpretazioni. Anche se un artista solitario, lavora prevalentemente con acrilici, anche se non è timido di esplorare altri mezzi per affrontare temi di interesse e tecniche. 

AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta l'Africa
Participating artist the Africa 1:1 Lab. Courtesy of AKKA Project e Africa First.
Credits: Chris Dennis Rosenberg Kimbugw

Ngugi Waweru (n. 1987, Kenya)

Ngugi Waweru è un artista multimediale nato nel 1987 a Mukuru, Kenya, ma è cresciuto a Nairobi, dove attualmente vive e lavora. A differenza della maggior parte degli artisti, che catturano la loro attitudine artistica negli anni della scuola primaria, Ngugi è un artista autodidatta che lavora principalmente con stampe xilografiche e pittura mista su tela. Ha sperimentato con l’arte solo dopo aver osservato i suoi amici che si erano già laureati in un college d’arte praticando l’arte. Avendo già coltivato una passione e un’abilità in arte, Waweru ha deciso di abbracciarlo a tempo pieno. Cresciuto nel più grande insediamento informale di Nairobi, Ngugi si è aggrappato all’arte come recluso dal crimine della droga e dalla disoccupazione. Insieme ai suoi amici, fondò il collettivo Wajukuu Arts attraverso il quale insegna ai giovani dell’insediamento fino alla data.

AFRICA 1:1 a Ca’ Pesaro in un viaggio alla scoperta l'Africa

Participating artist the Africa 1:1 Lab. Courtesy of AKKA Project e Africa First.
Credits: Chris Dennis Rosenberg Kimbugw

L’Africa è un paese che noi di Weekend Premium amiamo, a cui non a caso è dedicata una poesia vincitrice del nostro concorso “Poesie di viaggio“. Si intitola “Finis terrae” ed è stata scritta Tiziana Monari: un emozionante affresco dell’Africa, delle sue notti tempestate di stelle, dei suoi paesaggi tratteggiati dalle linee sinuose delle dune nel deserto, delle sue genti dalla cultura affascinante, così lontana dalla nostra. Vi invitiamo a leggerla per potervi immergere con la fantasia nei caldi ed emozionanti paesaggi d’Africa.




Barcellona, per una volta – Cattura il sogno

(Italian and English version)
MARZO IN THE WORLD – FOR ONCE: Barcellona
di Jacopo Marotta
Vedere PER UNA VOLTA la partita del Barcellona, avere la maglia firmata da Messi, visitare  la Sagrada Familia, il castello di Montjuic e le altre bellezze di Barcellona:  un weekend così era il sogno di Jacopo. E per una volta  ha catturato il suo sogno, lo ha realizzato.
Barcellona é sempre stata per me una città affascinante, sarà per i racconti sentiti da amici e per le immagini viste su riviste, sarà per il fatto che Messi,  uno dei migliori calciatori giochi proprio in questa squadra, sta di fatto che  un mio desiderio era proprio quello di  girare per la città rubando attimi di vita degli spagnoli, assaggiare quello che mangiano loro e tifare per la loro squadra….ebbene…tutto questo é stato fattibile grazie a Weekend Premium; il mio sogno si è realizzato: ho trascorso tre giorni e due notti in questa affascinante città con la mia famiglia.
Il mio viaggio è iniziato sabato a Malpensa, dopo un’ora e mezza di volo sono atterrato e un autista ha accompagnato me e mio papà al Nou Camp a vedere il derby Barcellona Espaniol. Lì mi aspettava una sorpresa: la maglia autografata di Messi.

Barcellona
La maglia autografata di Messi

Da quel momento è iniziato un viaggio organizzato nei minimi particolari…l’hotel a 4 stelle vicino alla stazione era spaziale nel vero senso della parola, il bus turistico con tre itinerari per accompagnarti in giro per la città, le mete suddivise in base ai giorni e pensate apposta per me. Tra le più belle consiglierei: i giochi delle fontane alla sera con musica e luci, la passeggiata lungo la Rambla con negozi e ristoranti, il Castello di Montjuic molto curato e visitabile quasi nella sua totalità: si può raggiungere sia a piedi oppure, attraverso una funicolare. Per accontentare anche la mia sorellina siamo stati all’acquario, dove si possono osservare molte specie di pesci ma soprattutto passare sotto  un tunnel d’acqua con gli squali che nuotano sopra la tua testa.

Barcellona
Jacopo si diverte con la sorellina davanti al Castello di Montjuic

Park Guell e la casa di Gaudi’, la Pedrera, il Museo di Picasso con parte delle sue opere e per ultima, ma non per importanza, la Sagrada Familia con l’audioguida, una costruzione imponente con un significato davvero unico.

Barcellona
La Casa di Gaudì

Il cibo è ottimo, abbiamo potuto assaggiare una paella di pesce accompagnata da sangria, ma, personalmente, ho trovato squisita la carne. Per curiosità ho assaggiato anche la pizza: direi discreta.

Barcellona
Una gustosissima paella

L’utilizzo del bus turistico ti permette davvero di vedere molti monumenti, anche se, a Barcellona, i taxi sono comodi ed economici.
Ringrazio nuovamente la rivista Weekend Premium per il regalo fattomi e per l’accuratezza di ogni minimo particolare.
Barcellona è davvero una meta che va vista  almeno “PER UNA VOLTA!”

Barcellona
Una simpatica immagine di Jacopo e della sua famiglia

Siamo noi a ringraziare te Jacopo per essere stato il nostro più giovane inviato speciale, che  ha scritto l’articolo e fatto le foto. Ma grazie soprattuto per averci permesso di catturare un tuo sogno e di realizzarlo.
                                                                      
p.s. Un ringraziamento speciale va a  Maite Vicente de Jauan, dell’ufficio Turismo Spagnolo in Italia, che ci ha aiutati a catturare il sogno del giovanissimo Jacopo.
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by Jacopo Marotta

To see a Barcelona match FOR ONCE, to have a jersey signed by Messi, to visit the Sagrada Familia, the castle of Montjuic and the other beauties of Barcelona: such a weekend was Jacopo’s dream. And for once he captured his dream, he realised it

Barcelona has always been a fascinating city for me, perhaps because of the stories I have heard from friends, the pictures I have seen in magazines, or the fact that Messi, one of the best footballers in the world, plays for this very team. The fact is that I wanted to go around the city and steal moments of the Spaniards’ lives, taste what they eat and cheer on their team….. Well, all this was possible thanks to Weekend Premium; my dream came true: I spent three days and two nights in this fascinating city with my family.
My trip started on Saturday at Malpensa, after an hour and a half flight I landed and a driver took me and my dad to the Nou Camp to watch the Barcelona Espaniol derby. There a surprise was waiting for me: Messi’s autographed jersey.

BarcellonaMessi’s autographed jersey

From that moment on, a trip began, organised down to the smallest detail…the 4-star hotel near the station was spatial in the truest sense of the word, the tour bus with three itineraries to take you around the city, the destinations divided according to days and designed especially for me. Among the most beautiful I would recommend: the games of the fountains in the evening with music and lights, the walk along the Rambla with shops and restaurants, the Castle of Montjuic which is very well maintained and can be visited almost in its entirety: you can reach it either on foot or via a funicular. To also please my little sister we went to the aquarium, where you can observe many species of fish but above all pass under a tunnel of water with sharks swimming above your head.

BarcellonaJacopo having fun with his little sister in front of Montjuic Castle

Park Guell and Gaudi’s house, the Pedrera, the Picasso Museum with some of his works and last but not least, the Sagrada Familia with the audio guide, an imposing building with a truly unique meaning.

BarcellonaThe House of Gaudi

The food is excellent, we were able to taste a fish paella accompanied by sangria, but, personally, I found the meat exquisite. Out of curiosity I also tasted the pizza: I would say discreet.

BarcellonaA tasty paella

Using the tourist bus really allows you to see a lot of sights, although, in Barcelona, taxis are comfortable and cheap.
I would like to thank Weekend Premium magazine again for the gift they gave me and for the accuracy of every detail.
Barcelona really is a destination that must be seen at least “ONCE!”

BarcellonaA nice picture of Jacopo and his family

We would like to thank you Jacopo for being our youngest special correspondent, writing the article and taking the photos. But thank you above all for allowing us to capture a dream of yours and making it come true.
p.s. A special thanks goes to Maite Vicente de Jauan from the Spanish Tourism Office in Italy, who helped us capture the dream of the very young Jacopo.




Le 10 torri e campanili più alti del mondo

(Italian and english version)

MARZO IN THE WORLD – TOP 10: torri e campanili più alti del mondo

Questa settimana, la nostra rubrica TOP 10 è andata alla ricerca delle 10 torri e campanili più alti del mondo, includendo in questa lista gli edifici non abitabili, con funzione civile o religiosa (non importa la confessione), e tutt’ora esistenti. Ecco quali sono.

1.Minareto della grande Moschea di Algeri (Algeria) – 265 m

Al primo posto, con ben 265 metri di altezza, c’è il minareto della Grande Moschea di Algeri, il più alto del mondo. Ma anche la stessa moschea ha dimensioni titaniche. È infatti la terza più grande del mondo (e solo per una forma di rispetto) dopo quelle dei luoghi santi de La Mecca e Medina, che possono contenere rispettivamente 820 mila e 500 mila fedeli. La moschea di Algeri ne può ospitare “solo” 120 mila. Insieme al suo minareto è stata inaugurata nel 2019.

2. Minareto della moschea di Hassan (Casablanca, Marocco) – 210 m

Al secondo posto troviamo un altro minareto, quello della grandiosa moschea di Hassan II, a Casablanca, in Marocco. Misura 210 metri di altezza e domina la costa che si affaccia sul Mediterraneo. La facciata è in marmo e il minareto è in stile arabo-andaluso. Le decorazioni della parte superiore sono verde e bianco, colori simbolo di tolleranza e pace. Inaugurato nel 1993, è anche un prodigio di tecnologia. Dalla sua cima, infatti, parte un raggio laser che punta verso la Mecca. Il minareto è il più alto del Marocco. Anche la moschea non è da meno in quanto a grandiosità: costa 500 milioni di dollari, può ospitare 105 mila persone ed è dotata di un tetto scorrevole e apribile in legno di cedro di 3400 mq che si apre completamente in 3 minuti. Ci lavorano in pianta stabile 300 persone.

3. Torre del municipio di Philadelphia (Pennsylvania, USA) – 168 m

Terzo podio per la torre del Municipio di Philadelphia, che con i suoi 168 metri è stata la più alta del mondo dal 1901 al 1993. Tutto l’edificio è stato progettato dall’architetto scozzese John McArthur in stile Napoleone III. I lavori sono partiti nel 1871 e sono costati, in tutto, 24,5 milioni di dollari. Tantissimo, per l’epoca. In cima alla torre si trova la statua di William Penn, fondatore della città, dal quale prende il nome lo stato della Pennsylvania.

4. Campanile del Duomo di Ulma (Ulma, Germania) – 161,63 m

Il campanile del duomo di Ulma, nel Baden-Wuttemberg, con i sui 161,53 metri è il più alto di tutta la Germania e fa dell’edificio sacro la chiesa protestante più alta del mondo. Iniziata nel 1377, è stata completata nel 1890 e fino al 1901 è stato l’edificio in muratura più alto del mondo. Costituisce uno dei migliori esempi di architettura gotica di pietra. Una curiosità: sebbene venga chiamato “duomo”, non è mai stata elevata al grado di cattedrale, ma rimane a quello di chiesa maggiore.

5. Campanili del Duomo di Colonia (Colonia – Germania) – 157 m

Non uno, bensì due campanili di 157 metri fanno del Duomo di Colonia la cattedrale più alta del mondo e la seconda chiesa più alta della Germania dopo quella di Ulma. La costruzione di questo capolavoro in stile gotico è iniziata nel 1248 ed è stato completato 600 anni dopo, nel 1880. È una delle mete più visitate della Germania, con un record, nel 2004, di 6 milioni di turisti.  Durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata colpita ben 14 volte dai bombardamenti, rimanendo sempre in piedi.

Dal 1996 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La Cattedrale possiede 12 campane, la più grande delle quali pesa 24 tonnellate ed è la più grande del mondo tra quelle installate su una torre. All’interno del duomo, dietro l’altare, poi, si trova L’Arca dei Re Magi, che con i suoi 300 kg, la sua altezza superiore al metro e mezzo e la sua lunghezza di più di due metri, è il più grande sarcofago d’Europa e conserva al suo interno le reliquie dei Re Magi trafugate da Federico Barbarossa dalla Basilica di Sant’Eustorgio, a Milano.

L’Arca dei Re Magi nella cattedrale di Colonia

6. Torre della Cattedrale di Rouen (Rouen – Francia) – 151 m

Con i suoi 151 metri la Tour Lanterne della cattedrale di Rouen, in Normandia, è la più alta di Francia e la terza più alta d’Europa. Tra il 1876 e il 1880 invece, detenne il primato di edificio più alto del mondo. La cattedrale di Rouen, che sorge nella città vecchia, sulla riva destra della Senna, si trova a poca distanza dalla Piazza del Mercato dove, il 30 maggio 1431, venne messa al rogo Giovanna D’Arco ed è provvista, in tutto, di tre torri, mentre altre quattro sono rimaste incompiute. Oltre alla Tour Lanterne, ci sono infatti la Tour Romaine, a sinistra della facciata principale, eretta nel 1185 e completata nel 1478, alta 82 metri, e la Tour de Beurre, a destra della facciata, eretta tra il 1485 e il 1506, alta 75 metri. Deve il nome al fatto che fu realizzata con le offerte dei fedeli, elargite in cambio del permesso di poter consumare burro durante la Quaresima.

7. Campanile di San Nicola (Amburgo, Germania) – 147,3 m

È una storia molto particolare quella del campanile della chiesa di San Nicola di Amburgo, che entra nella nostra TOP 10 con i suoi 147,3 metri. Dell’intera chiesa, infatti, è rimasto solo la torre campanaria. L’edificio venne costruito in stile neogotico, tra il 1874 e il 1876, su progetto dell’architetto inglese George Gilbert Scott, dopo che l’edificio precedente, di origine medievale, era stato raso al suolo da un incendio, nel 1842. Durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, la chiesa fu gravemente danneggiata dai bombardamenti e della costruzione originale non rimaneva che il campanile. Si decise, allora, di demolire il resto dell’edificio e di restaurare solo la torre campanaria, divenuta un monumento contro la guerra. Dagli anni Novanta, il campanile ospita anche un grande carillon.

8. Cattedrale di Strasburgo (Strasburgo, Francia) – 142 m

Con i suoi 142 metri, entra nella nostra TOP 10 anche la Cattedrale di Nostra Signora di Strasburgo, la cui costruzione iniziò nel 1015. I lavori, tuttavia, si interruppero nel 1431 e, ancora oggi, l’edificio è incompleto. Tra il 1525 e il 1689 è stata la chiesa protestante più importante della città, ma dopo che la Germania cedette l’Alsazia alla Francia, gli evangelici furono costretti da Luigi XIV a cedere l’edificio ai cattolici. Dal 1862 è considerata Monumento Storico di Francia. Tra i suoi primati, quello di essere rimasta intatta dalla sua costruzione. Dal 1647 al 1874 è stato considerato l’edificio più alto del mondo.

9. Campanile della Basilica di Nostra Signora di Lichen (Lichen, Polonia) – 141,5 m

Con i suoi 141,5 metri di altezza la torre campanaria della Basilica di Nostra Signora di Lichen è la più alta di tutta la Polonia e la sesta più alta d’Europa. La basilica, il cui nome completo è Basilica dell’Addolorata Regina di Polonia, sorge nel luogo delle apparizioni della Madonna Addolorata a Thomas Klossowski, nel 1813, e a Nicholas Sikatka, tra il 1850 e il 1852. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 1994 per poi concludersi nel 2004. La torre è stata completata nel 2001. Divenuta ben presto uno dei principali luoghi di pellegrinaggio del Paese, è stata elevata a basilica minore il 2 febbraio 2005. Oltre alla torre, la basilica vanta anche una cupola di 103,5 metri in acciaio inossidabile ricoperta di lastre di alluminio anodizzato oro. La piazza di fronte, invece, può contenere 250 mila persone.

10.Campanile del Duomo di Vienna (Austria) – 136,44 m

Chiude la nostra TOP 10 la torre della Cattedrale di Santo Stefano di Vienna, uno dei simboli della capitale austriaca, alta 136,44 metri. I viennesi chiamano affettuosamente la guglia medievale del campanile “Steffi”, che è uno dei più alti del mondo e visibile da ogni punto della città. In realtà, le torri che fiancheggiano la facciata principale sono due, dette “Torri dei pagani” perché si ergono nel luogo dove, un tempo, c’era un tempio pagano. La torre nord è incompleta, e la leggenda vuole che sia rimasta tale perché il suo architetto, Hans Puchsbaun ruppe un patto con il diavolo, che lo fece precipitare dalla struttura.

Venne quindi coperta nel 1556 e nella cupola ospita la Plummerin, una grande campana di 21 tonnellate realizzata dalla fusione di 100 palle di cannone sparate dai Turchi durante l’assedio della città. La campana è stata realizzata nel 1711 ma è stata distrutta nel 1945 dai bombardamenti ed è stata ricostruita dai pezzi della precedente.  La “Steffi”, invece, è dotata di una piattaforma che consente di ammirare un panorama mozzafiato di Vienna e si raggiunge dopo aver salito 343 gradini. Al suo interno si trovano 11 campane che vengono utilizzate durante le funzioni. La più grande pesa più di 5 tonnellate e ha un diametro di 198,7 metri.

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(Italian and english version)

MARCH IN THE WORLD – TOP 10: Highest towers and steeples in the world

This week, our TOP 10 column went in search of the 10 tallest towers and bell towers in the world, including in this list the buildings that are not inhabited, have a civil or religious function (no matter the denomination), and still exist. Here are which ones.

1. Minaret of the Great Mosque of Algiers (Algeria) – 265 m

In first place, at an impressive 265 metres high, is the minaret of the Great Mosque of Algiers, the tallest in the world. But the mosque itself also has titanic dimensions. It is in fact the third largest in the world (and only out of respect) after those of the holy places of Mecca and Medina, which can hold 820 thousand and 500 thousand worshippers respectively. The mosque in Algiers can hold ‘only’ 120 thousand. Together with its minaret, it was inaugurated in 2019.

2. Minaret of the Hassan Mosque (Casablanca, Morocco) – 210 m

In second place is another minaret, that of the grandiose Hassan II Mosque in Casablanca, Morocco. It is 210 metres high and dominates the coast overlooking the Mediterranean. The façade is made of marble and the minaret is in the Arab-Andalusian style. The decorations on the top are green and white, colours that symbolise tolerance and peace. Inaugurated in 1993, it is also a marvel of technology. From its top, in fact, there is a laser beam pointing towards Mecca. The minaret is the tallest in Morocco. The mosque is also no less impressive in terms of grandeur: it cost 500 million dollars, can accommodate 105,000 people and has a sliding and opening cedar roof of 3400 square metres that opens completely in three minutes. It employs 300 people on a permanent basis.

3. City Hall Tower in Philadelphia (Pennsylvania, USA) – 168 m

Third podium for the Philadelphia City Hall Tower, which at 168 metres was the tallest in the world from 1901 to 1993. The entire building was designed by the Scottish architect John McArthur in the Napoleon III style. Work started in 1871 and cost a total of $24.5 million. A lot for the time. At the top of the tower is a statue of William Penn, the town’s founder, after whom the state of Pennsylvania is named.

4. Ulm Cathedral Bell Tower (Ulm, Germany) – 161.63 m

At 161.53 metres, the Ulm Cathedral Bell Tower in Baden-Wuttemberg is the tallest in Germany and makes the sacred building the highest Protestant church in the world. Started in 1377, it was completed in 1890 and was the tallest masonry building in the world until 1901. It is one of the best examples of stone Gothic architecture. A curiosity: although it is called a ‘cathedral’, it has never been elevated to the rank of cathedral, but remains at that of major church.

5. Cologne Cathedral Bell Tower (Cologne – Germany) – 157 m

Not one, but two 157-metre bell towers make Cologne Cathedral the highest cathedral in the world and the second highest church in Germany after Ulm Cathedral. Construction of this Gothic masterpiece began in 1248 and was completed 600 years later in 1880. It is one of the most visited destinations in Germany, with a record 6 million tourists in 2004. During the Second World War, it was hit 14 times by bombing, always remaining standing.

It has been a UNESCO World Heritage Site since 1996. The cathedral has 12 bells, the largest of which weighs 24 tonnes and is the largest in the world among those installed on a tower. Also inside the cathedral, behind the altar, is The Ark of the Three Kings, which at 300 kg, over one and a half metres high and over two metres long, is the largest sarcophagus in Europe and houses the relics of the Three Kings stolen by Frederick Barbarossa from the Basilica of Sant’Eustorgio in Milan.

The Ark of the Three Kings in Cologne Cathedral

6. Rouen Cathedral Tower (Rouen – France) – 151 m

At 151 metres, the Tour Lanterne of Rouen Cathedral in Normandy is the highest in France and the third highest in Europe. Between 1876 and 1880, it held the record as the tallest building in the world. The cathedral in Rouen, which stands in the old town on the right bank of the Seine, is located a short distance from the Market Square where Joan of Arc was burnt at the stake on 30 May 1431 and has a total of three towers, while four others remain unfinished. In addition to the Tour Lanterne, there are the Tour Romaine, to the left of the main façade, erected in 1185 and completed in 1478, 82 metres high, and the Tour de Beurre, to the right of the façade, erected between 1485 and 1506, 75 metres high. It owes its name to the fact that it was built with offerings from the faithful, given in exchange for permission to eat butter during Lent.

7. St Nicholas Tower (Hamburg, Germany) – 147.3 m

The bell tower of Hamburg’s St Nicholas Church has a very special history. At 147.3 metres, it makes it into our TOP 10. Of the entire church, in fact, only the bell tower remains. The building was constructed in neo-Gothic style, between 1874 and 1876, according to the plans of the English architect George Gilbert Scott, after the previous building, of medieval origin, had been razed to the ground by fire in 1842. During the Second World War, however, the church was severely damaged by bombing and only the bell tower remained of the original building. It was then decided to demolish the rest of the building and restore only the bell tower, which became an anti-war monument. Since the 1990s, the bell tower has also housed a large carillon.

8. Strasbourg Cathedral (Strasbourg, France) – 142 m

At 142 metres, the Cathedral of Our Lady of Strasbourg, whose construction began in 1015, also enters our TOP 10. However, work was interrupted in 1431 and the building is still incomplete today. Between 1525 and 1689, it was the most important Protestant church in the city, but after Germany ceded Alsace to France, the Evangelicals were forced by Louis XIV to cede the building to the Catholics. Since 1862, it has been considered a Historical Monument of France. Among its records is that it has remained intact since its construction. From 1647 to 1874 it was considered the tallest building in the world.

9. Bell Tower of the Basilica of Our Lady of Lichen (Lichen, Poland) – 141.5 m

At 141.5 metres, the bell tower of the Basilica of Our Lady of Lichen is the highest in Poland and the sixth highest in Europe. The basilica, whose full name is Basilica of Our Lady of Sorrows Queen of Poland, stands on the site of the apparitions of Our Lady of Sorrows to Thomas Klossowski in 1813 and to Nicholas Sikatka between 1850 and 1852. Work on its construction began in 1994 and was completed in 2004. The tower was completed in 2001. It soon became one of the main places of pilgrimage in the country and was elevated to a minor basilica on 2 February 2005. In addition to the tower, the basilica also boasts a 103.5 metre stainless steel dome covered in gold anodised aluminium sheets. The square in front can hold 250,000 people.

10. Vienna Cathedral Bell Tower (Austria) – 136.44 m

The tower of Vienna’s St Stephen’s Cathedral, one of the symbols of the Austrian capital, closes our TOP 10. 136.44 metres high. The Viennese affectionately call the medieval steeple spire ‘Steffi’, which is one of the tallest in the world and visible from every point in the city. There are actually two towers flanking the main façade, known as the ‘Pagan Towers’ because they stand where there was once a pagan temple. The north tower is incomplete, and legend has it that it remained so because its architect, Hans Puchsbaun broke a pact with the devil, which caused him to fall from the structure.

It was then covered in 1556 and the dome houses the Plummerin, a large 21-ton bell made from the casting of 100 cannon balls fired by the Turks during the siege of the city. The bell was made in 1711 but was destroyed in 1945 by bombing and was rebuilt from pieces of its predecessor. The ‘Steffi’, on the other hand, has a platform offering a breathtaking view of Vienna and is reached after climbing 343 steps. Inside are 11 bells that are used during services. The largest weighs more than 5 tonnes and has a diameter of 198.7 metres.

 




Malesia, 10 motivi per visitarla

(english and Italian version)

MARZO IN THE WORLD: Malaysia, Asia

La nostra rubrica #intheworld oggi vi porta in Malesia, uno di quei luoghi capace di rubare il cuore. Un territorio affascinante con tante peculiarità. Qui di seguito i 10 motivi che spingono il viaggiatore a sceglierla come destinazione per una vacanza.

MALESIA

1. Le sue spiagge

Spiagge di sabbia bianca e isole paradisiache. Per molti è in Malesia che si trovano le isole più belle al mondo come Tioman, Pulau Payar Marine Park, Langkawi e molte altre. La sabbia è fine come borotalco, il mare  regala fondali ricchi di pesci colorati e barriere coralline indimenticabili. Luogo ideale per chi ama fare immersioni.

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2. Siti patrimonio Unesco

Sono tanti i siti che rientrano nell’elenco del Patrimonio Unesco Il Gunung Mulu National Park, ad esempio, diventato famoso per le sue grotte calcaree, i pinnacoli di roccia e le splendide scogliere sul monte Mulu. Il Parco Kinabalu diventato patrimonio mondiale nel 2000 che ospita 326 tipi di uccelli, 100 specie di mammiferi oltre ad un numero considerevole di piante. La Valle di Lenggong è invece un sito culturale che conserva giacimenti archeologici di grande bellezza. Malacca e George Town tappe fondamentali in un viaggio in Malesia perché hanno un patrimonio culturale e architettonico notevole. Visitare queste città significa essere catapultati nel passato in un atmosfera da mille e una notte.

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3. Friendly people

Un’altra caratteristica della Malesia è l’ospitalità del  suo popolo cordiale e amichevole. Il regalo più bello che riceverete arrivati in  Malesia sarà il sorriso dei malesiani.

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4. Enogastronomia

Anche la cucina non delude il viaggiatore a partire dal suo piatto nazionale, il NASI LEMAK, a base di riso, latte di cocco, foglie di pandan, cintronella, acciughe, arachidi e sambal. A fondo pagina la ricetta per realizzarlo. E’ una cucina con una vastità di sapori e una varietà di specialità locali che non lascia indifferenti.

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5 Patrimonio storico e modernità

La Malesia riesce a far sposare armoniosamente case coloniali ad edifici futuristici. A Kuala Lumpur  grattacieli moderni si stagliano verso il cielo e a Malacca si ammirano case coloniali dai colori tenui. Un patrimonio architettonico senza eguali.

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6. La foresta pluviale

Abbiamo imparato a conoscere le meraviglie tropicali malesiane anche attraverso un famoso sceneggiato. Vi ricordate quel bel pirata, il cui rifugio era la piccola isola di Mompracem, che dichiarò guerra agli invasori europei? Sandokan. Vi ricordate i colori della giungla e il blu cobalto del mare? Proprio in questi posti idilliaci, dalla magica atmosfera, è stato girato lo sceneggiato che ha fatto sognare tanti telespettatori. Una vegetazione lussureggiante con foreste che ospitano specie endemiche di flora e fauna che il paese protegge con la massima priorità al fine di preservare questo importante patrimonio regalato dalla natura.

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7. La cultura multietnica

In Malesia convivono armoniosamente diverse etnie. I popoli indigeni, gli Orang Asli vivono a stretto contatto con il resto della popolazione pur mantenendo con orgoglio le loro tradizioni e usanze.

8. Shopping

Non è certamente uno dei motivi prioritari per visitare la Malesia ma in ogni caso per gli amanti dello shopping offre, nelle grandi città,  centri commerciali e un numero considerevole di mercatini dove fare acquisti interessanti.

9. Eventi

In Malesia non manca certo il modo per divertirsi.    Si organizzano durante l’anno diversi eventi come il Rainforest World Music Festival o il Borneo Jazz Festival.

10. Malesia per tutti

La Malesia è un luogo sicuro e ben organizzato dove è possibile portare i bambini che avranno modo di divertirsi con le tante attività studiate per loro. Non dimenticate di visitare il parco a tema Sunway Lagoon o il Kuala Selangor per l’osservazione notturna delle lucciole, un’esperienza per i vostri ragazzi indimenticabile.

LA RICETTA DEL NASI LEMAK

MALESIA

Ingredienti per 1 persona:

  • 1/2 tazza di riso thai
  • 3 cucchiai di latte di cocco
  • 1/2 foglie di pandan
  • 5 piccole acciughe
  • 1 cetriolo
  • 1 coscia di pollo
  • 1 manciata di arachidi non salate
  • sambal (o in alternativa una salsa piccante )
  • olio di semi o di arachidi
  • sale fino

Preparazione:

  • Lavare il riso e metteterlo a cuocere con 1,5 cm di acqua e il latte di cocco e le foglie intere di pandan. Togliere dal fuoco solo quando tutta  l’acqua sarà stata assorbita.
  • Saltare in padella le arachidi in poco olio vegetale
  • Cucinate in una padella la coscia di pollo
  • Infarinare le acciughe, salarle e friggerle
  • Mettere il riso al centro del piatto e servite accompagnato dalla coscia di pollo, dalle arachidi, dalle acciughe e decorate con fettine di cetriolo.

Per approfondire la Malesia vi invitiamo a leggere l’articolo: Malesia, alla scoperta del regno di Sandokan

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MARCH IN THE WORLD: Malaysia

Malaysia is one of those places that can steal your heart. A fascinating land with many peculiarities. Here are 10 reasons why travellers should choose it as their holiday destination.

MALESIA

1. Its beaches

White sandy beaches and paradise islands. For many, it is in Malaysia that you will find the most beautiful islands in the world such as Tioman, Pulau Payar Marine Park, Langkawi and many others. The sand is as fine as talcum powder, the sea offers a seabed rich in colourful fish and unforgettable coral reefs. An ideal place for those who love diving.

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2. Unesco heritage sites

There are many sites on the Unesco World Heritage list The Gunung Mulu National Park, for instance, which has become famous for its limestone caves, rock pinnacles and beautiful cliffs on Mount Mulu. Kinabalu Park, which became a World Heritage Site in 2000, is home to 326 types of birds, 100 species of mammals and a considerable number of plants. The Lenggong Valley, on the other hand, is a cultural site that preserves archaeological sites of great beauty. Malacca and George Town are key stops on a trip to Malaysia because they have a remarkable cultural and architectural heritage. To visit these cities is to be catapulted into the past in an atmosphere of a thousand and one nights.

Malesia

3. Friendly people

Another characteristic of Malaysia is the hospitality of its warm and friendly people. The best gift you will receive when you arrive in Malaysia is the smile of the Malaysians.

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4. Food and wine

Even the cuisine does not disappoint the traveller, starting with its national dish, NASI LEMAK, made of rice, coconut milk, pandan leaves, chanterelles, anchovies, peanuts and sambal. At the bottom of the page is the recipe for making it. It is a cuisine with a breadth of flavours and a variety of local specialities that will not leave you indifferent.

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5. Historical heritage and modernity

Malaysia manages to harmoniously combine colonial houses with futuristic buildings. In Kuala Lumpur, modern skyscrapers soar into the sky and in Malacca, colonial houses in muted colours can be admired. An architectural heritage without equal.

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6. The rainforest

We also learnt about Malaysia’s tropical wonders through a famous TV drama. Do you remember that handsome pirate, whose refuge was the tiny island of Mompracem, who declared war on the European invaders? Sandokan. Remember the colours of the jungle and the cobalt blue of the sea? It was precisely in these idyllic places, with their magical atmosphere, that the script that made so many television viewers dream was filmed. Lush vegetation with forests that are home to endemic species of flora and fauna that the country protects with the highest priority in order to preserve this important heritage bestowed by nature.

MALESIA

7. Multi-ethnic culture

Different ethnic groups coexist harmoniously in Malaysia. The indigenous peoples, the Orang Asli live in close contact with the rest of the population while proudly maintaining their traditions and customs.

8. Shopping

It is certainly not one of the top reasons to visit Malaysia, but in any case, for those who love shopping, it offers shopping centres and a considerable number of markets in the big cities where you can make interesting purchases.

9. Events

There is no shortage of entertainment in Malaysia. Various events are organised throughout the year, such as the Rainforest World Music Festival or the Borneo Jazz Festival.

10. Malaysia for everyone

Malaysia is a safe and well-organised place where you can take your children. They will enjoy the many activities designed for them. Don’t forget to visit the Sunway Lagoon theme park or Kuala Selangor for night-time firefly watching, an unforgettable experience for your kids.

NASI LEMAK RECIPE

MALESIA

Ingredients for 1 person

• 1/2 cup Thai rice
• 3 tablespoons coconut milk
• 1/2 pandan leaves
• 5 small anchovies
• 1 cucumber
• 1 chicken leg
• 1 handful of unsalted peanuts
• sambal (or alternatively a hot sauce)
• seed or peanut oil
• fine salt
Preparation: Wash the rice and put it to cook with 1.5 cm of water and the coconut milk and whole pandan leaves. Remove from the heat only when all the water has been absorbed.
Stir-fry the peanuts in a little vegetable oil
Cook the chicken thigh in a frying pan
Flour the anchovies, salt them and fry them
Place the rice in the centre of the plate and serve accompanied by the chicken leg, peanuts, anchovies and garnish with cucumber slices.




Baku, culla del mugham

(Italian and english version)

MARZO IN THE WORLD: Baku, Azerbaigian

Poco conosciuto dal turismo, l’Azerbaigian vanta un patrimonio paesaggistico e soprattutto culturale eccezionale. A cominciare da una tradizione musicale di grande rilievo diventata parte dello stile di vita di questo popolo. È il mugham, genere musicale riconosciuto Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità.

Ex repubblica sovietica, l’Azerbaigian si trova tra Asia ed Europa, è bagnato dal Mar Caspio, delimitato dal Caucaso ed è facilmente raggiungibile dall’Italia anche con voli diretti.

Baku

La sua capitale, Baku, che significa “città dove soffia il vento, ha il suo cuore nell’“Icheri Sheher”, la parte vecchia (Patrimonio dell’Umanità nel 2000) dominata dalla fortificazione medievale circondata da alte mura al cui interno si trovano il Palazzo degli Shirvanshah. Il complesso  riunisce tanti edifici come il Divanhane, la tomba a volta, la moschea con minareto, il mausoleo di Seyid Yahya Bakuvi, la porta di Murad, una cisterna e i resti delle terme. La Torre della vergine domina lo skyline della città. Questa costruzione avvolta dal mistero è stata utilizzata come torre di guardia con lo scopo di avvistare eventuali invasori? Era un osservatorio astronomico? O forse un antico tempio? Non si sa, ma in ogni caso  è straordinariamente bella con i suoi 29 metri d’altezza.

Baku

In città spicca il connubio armonioso  tra antico e moderno: mura risalenti al XII secolo ed edifici moderni come le Flame Towers o l’Heydar Aliyev. Una combinazione straordinaria di gotico, barocco, classico e rococò.

Le Flame Towers sono tre alte torri che svettano verso cielo e sono bellissime soprattutto al tramonto quando si accendono grazie a 10.000 led che danno vita a giochi di luci e colori.

Gli amanti dei musei non resteranno delusi. IN città ce ne sono diversi. A cominciare dall’interessante Museo del Tappeto. Meriterebbe la visita solo per la forma dell’edificio che lo ospita, a forma di tappeto. Qui si può ripercorrere la storia e l’arte della tessitura. Al suo interno si possono  ammirare oltre 1.000 esemplari uno più bello dell’altro. Per lo shopping la destinazione è la centralissima Nizami Street.

Baku

Vale la visita anche Little Venice, a fianco del Museo del Tappeto. È una città nella città, costruita nel 1960 e ampliata nel 2012 con oltre 10.000 m² di isole, ponti, ristoranti, barche, canali e le immancabili gondole.

Le vostre serate passatele a Fountains Square, chiamata anche Parapet. È una piazza alberata con al centro numerose fontane e si trova proprio nel cuore del centro di Baku.  La piazza è sempre brulicante di giovani e turisti perché ricca  di negozi, ristoranti e caffè. Se invece volete una serata più tranquilla e chic consigliamo di recarvi all’Hilton in Azdlig Av. 1  e prendere una bibita al 25° piano nel roof bar che ruotando,  a 360 gradi, vi permetterà di avere Baku ai vostri piedi.

Baku

Non resta che conoscere meglio l’aspetto folcloristico del posto. Come anticipatovi dal titolo l’Azerbaigian è la culla del mugham, una musica eseguita con 3 strumenti (kamancha, catrame e gaval). Chi canta è chi ha in carico il gaval. Il mugham è  una forma d’arte che unisce la poesia classica all’ improvvisazione musicale.

Nel paese in quasi tutti i periodi dell’anno si organizzano eventi musicali di grande interesse come il Festival del Jazz di Baku o il Festival di Gabala con musica classica o ancora il Festival di Jara che si dedica alla musica pop. Uno dei luoghi celebri per ospitare e organizzare serate di mugham è l’International Mugham Center in pieno centro di Baku. Questo luogo è per antonomasia il centro della musica azera che vuole fare conoscere ma soprattutto salvaguardare questo tradizionale genere musicale. Guardate la forma dell’edificio: raffigura un catrame che è lo strumento tipico usato per suonare il mugham .

Baku

Questo è quello che la capitale offre ma vicino a Baku ci sono altri luoghi di grande interesse. Come  la Riserva statale di Qobustan,  60 km a sud ovest di Baku, un sito anch’esso tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal 2007 ricco di reperti archeologici. La riserva fu istituita nel 1966  al fine di preservare ciò che essa conteneva: antiche sculture,  vulcani di fango  e altre ricchezze naturali.

A est di Baku, alla periferia, c’è un piccolo paese, Suraxani che ospita l’ Ateshgah, che può essere tradotto come “tempio del fuoco”. Anche Yanar Daĝ, a circa 25 km a nord est di Baku, la “montagna che brucia”, è interessante. Qui il fuoco arde incessantemente lungo il fianco della montagna.

Se dovessimo sintetizzare l’Azerbaigian potremmo definirlo: luogo bello e inaspettato. Non resta che scoprirlo.

COME ARRIVARE

Da Milano a Baku (5 ore circa) ci sono voli diretti con la compagnia Azerbaijan Airlines o si può volare con altre compagnie facendo scalo a Istanbul.

DOVE DORMIRE

Buona scelta di alberghi, scarseggiano invece ostelli e piccole pensioni.

Un ottimo hotel 5 stelle è Boutique – indirizzo – 19 Aziz Aliyev street 19, Sabayil , in posizione strategica rispetto ai monumenti più importanti. Si trova a soli 200 metri dalla Torre della Vergine.

COSA E DOVE MANGIARE

Nota di merito per la cucina che è varia con i classici sapori mediorientali. Molta carne e tante verdure.

Il piatto della tradizione è il plov. Gli ingredienti sono riso, carne rigorosamente di agnello, spezie, verdura e frutta secca. Un piatto ricco  che in passato veniva servito ai matrimoni o ai funerali come portata principale. Il ristorante consigliato è il Sumakh restaurant, Baku Indirizzo: 20|22 Xocali prospekti – Tel. +994 12 480 21 12

Baku

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MARCH IN THE WORLD: BAKU, AZERBAIJAN

Little known to tourists, Azerbaijan boasts an exceptional landscape and, above all, cultural heritage. Starting with an outstanding musical tradition that has become part of the lifestyle of this people. It is the Mugham, a musical genre recognised as an Oral and Intangible Heritage of Humanity.

A former Soviet republic, Azerbaijan lies between Asia and Europe, is washed by the Caspian Sea, bordered by the Caucasus and is easily accessible from Italy, even by direct flights.

Baku

Its capital, Baku, which means ‘city where the wind blows’, has its heart in the ‘Icheri Sheher’, the old part (a World Heritage Site in 2000) dominated by the medieval fortification surrounded by high walls inside which is the Palace of the Shirvanshah. The complex includes many buildings such as the Divanhane, the vaulted tomb, the mosque with minaret, the mausoleum of Seyid Yahya Bakuvi, the Murad Gate, a cistern and the remains of the baths. The Tower of the Virgin dominates the city skyline. Was this construction shrouded in mystery used as a watchtower to spot invaders? Was it an astronomical observatory? Or perhaps an ancient temple? It is not known, but in any case it is extraordinarily beautiful at 29 metres high.

Baku

In the city, the harmonious combination of ancient and modern stands out: walls dating back to the 12th century and modern buildings such as the Flame Towers or the Heydar Aliyev. An extraordinary combination of Gothic, Baroque, Classical and Rococo.

The Flame Towers are three tall towers soaring into the sky and are especially beautiful at sunset when they are lit up by 10,000 LEDs creating a play of light and colour.

Museum lovers will not be disappointed. There are several in the city. Starting with the interesting Carpet Museum. It is worth a visit just for the shape of the building that houses it, in the shape of a carpet. Here you can trace the history and art of weaving. Inside you can admire more than 1,000 specimens, each one more beautiful than the last. For shopping, the destination is the central Nizami Street.

Baku

Little Venice, next to the Carpet Museum, is also worth a visit. It is a city within a city, built in 1960 and expanded in 2012 with over 10,000 m² of islands, bridges, restaurants, boats, canals and the inevitable gondolas.

Your evenings are spent in Fountains Square, also called Parapet. It is a tree-lined square with numerous fountains at its centre and is located right in the heart of Baku’s city centre. The square is always teeming with young people and tourists because it is full of shops, restaurants and cafes. If, on the other hand, you want a quieter, more chic evening, we recommend going to the Hilton on Azdlig Av. 1 and having a drink on the 25th floor in the roof bar, which rotates 360 degrees and allows you to have Baku at your feet.

Baku

All that remains is to learn more about the folkloric aspect of the place. As the title suggests, Azerbaijan is the cradle of the mugham, a music performed with three instruments (kamancha, tar and gaval). The one who sings is the one in charge of the gaval. The mugham is an art form that combines classical poetry with musical improvisation.

Musical events of great interest are organised in the country at almost all times of the year, such as the Baku Jazz Festival or the Gabala Festival with classical music, or the Jara Festival devoted to pop music. One of the famous venues for hosting and organising mugham evenings is the International Mugham Center in the centre of Baku. This venue is quintessentially the centre of Azerbaijani music that aims to publicise but above all safeguard this traditional musical genre. Look at the shape of the building: it depicts a tar, which is the typical instrument used to play the mugham.

Baku

This is what the capital has to offer but there are other places of great interest near Baku. Such as the Qobustan State Reserve, 60 km southwest of Baku, also a UNESCO World Heritage Site since 2007, rich in archaeological finds. The reserve was established in 1966 in order to preserve what it contained: ancient sculptures, mud volcanoes and other natural riches.

East of Baku, on the outskirts, there is a small town, Suraxani, which is home to the Ateshgah, which can be translated as ‘temple of fire’. Yanar Daĝ, about 25 km northeast of Baku, the ‘burning mountain’, is also interesting. Here, fire burns incessantly along the mountainside.

If we had to sum up Azerbaijan, we could call it: a beautiful and unexpected place. All that remains is to discover it.

HOW TO GET THERE

From Milan to Baku (about 5 hours) there are direct flights with Azerbaijan Airlines or you can fly with other airlines with a stopover in Istanbul.

WHERE TO SLEEP

There is a good choice of hotels, but hostels and small pensions are scarce. An excellent 5-star hotel is Boutique – address – 19 Aziz Aliyev street 19, Sabayil , conveniently located near the most important monuments. It is only 200 metres from the Tower of the Virgin.

WHAT AND WHERE TO EAT

Note the cuisine, which is varied with classic Middle Eastern flavours. Lots of meat and lots of vegetables. The traditional dish is plov. The ingredients are rice, strictly lamb meat, spices, vegetables and dried fruit. A rich dish that in the past was served at weddings or funerals as the main course. The recommended restaurant is Sumakh restaurant, Baku Address: 20|22 Xocali prospekti – Tel. +994 12 480 21 12

Baku

 




I 10 templi più belli del mondo

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD – TOP 10: 10 templi più belli del mondo

Bentornati con l’appuntamento della nostra rubrica TOP 10 che vi propone le curiosità, le bellezze, le particolarità, le eccellenze del nostro meraviglioso mondo. In questa puntata ci siamo divertiti ad andare alla ricerca del 10 templi più belli del mondo, simbolo del legame tra l’uomo e l’Assoluto. Curiosi di sapere quali sono?

1.Tempio Bianco (Chiang Rai – Thailandia)

Quando lo abbiamo visto, siamo rimasti senza fiato. Per questo ci sentiamo di piazzarlo al primo posto della TOP 10 di questa settimana. Pole position per il Tempio Bianco di Chiang Rai, in Thailandia, un luogo di culto del Buddhismo Theravada recentissimo. È stato costruito, infatti, nel 1997 ed è stato realizzato completamente in gesso bianco e specchietti che riflettono la luce del sole creando riflessi quasi irreali. Il bianco, infatti, vuole rappresentare la purezza del Buddha. Ma è l’allegoria e il simbolismo che qui sembra prendere vita nelle statue e nei bassorilievi a lasciare stupefatti.

Prime fra tutte le decine di mani scolpite che accolgono il visitatore mentre attraversa il ponte che conduce all’ingresso del tempio e che spuntano da una vasca circolare. Simboleggiano il desiderio che, secondo il buddhismo, è la fonte della sofferenza. L’ingresso, poi, simboleggia il passaggio dal mondo delle tentazioni al Nirvana.

Il percorso è accompagnato da statue di creature mostruose, ma anche di Yama, il dio della morte, e Rahu, il dio dell’oscurità, che hanno il compito di accettare o respingere l’anima umana accogliendola nel Nirvana o condannandola a un’altra reincarnazione. L’interno, tuttavia, è una vera sorpresa. Sì, perché oltre ai dipinti murali con scene tradizionali del buddismo, si trovano anche scene apocalittiche del mondo moderno, come l’attentato alle Torri Gemelle. E non mancano nemmeno alcune rappresentazioni dei cartoni animati, supereroi e personaggi famosi, tra cui Elvis Presley e Michael Jackson.

2.Tempio sospeso (Datong – Cina)

Costruito nel 491 d.C, è l’unico tempio in Cina a essere dedicato a tre religioni diverse, il Buddhismo, il Confucianesimo e il Taoismo, nello stesso luogo. A 50 metri dal suolo! Questo meraviglioso prodigio dell’ingegno umano è dotato di 40 spazi tra padiglioni, pagode e sale e sembra fluttuare nell’aria. Ma è talmente stabile che, in origine, fu costruito senza i “pali” che oggi si vedono e che furono aggiunti successivamente per “fare coraggio” a fedeli e visitatori, che non si attentavano a salire per paura che il tempio crollasse sotto i loro piedi!

Invece, il tempio è, oggi come allora, stabilissimo e i pali possono essere tolti all’occorrenza. Per raggiungere il tempio sospeso si percorre un ponte che porta a una scalinata intagliata nella roccia. I sei ambienti principali sono collegati da un dedalo di corridoi, ponti e sentieri che offrono una vista mozzafiato.

3.Tempio di Abu Simbel (Assuan – Egitto)

Terza posizione per il Tempio di Abu Simbel, forse il più bello dell’Antico Egitto. Fu costruito nel XIII secolo a.C da Ramesse II per celebrare la vittoria nella Battaglia di Qadesh e per mostrare la sua grandezza e potenza ai Nubiani. Il complesso è formato da due imponenti tempi ricavati dalla roccia della montagna ed è decorato, sull’enorme facciata alta 33 metri e larga 38, con quattro statue del faraone alte 20 metri e, ai lati di queste, due statue più piccole di donne, la madre del sovrano, Tuya, e l’amatissima moglie Nefertari che, secondo la leggenda, sarebbe morta all’ingresso del grande tempio.

Al tempio di Abu Simbel è legata anche la storia del suo stupefacente salvataggio. Quando, infatti, nel 1960 il presidente Nasser diede inizio ai lavori per la costruzione della Diga di Assuan che prevedeva la formazione di un bacino artificiale, che avrebbe sommerso il tempio. Grazie all’intervento dell’UNESCO, 113 paesi del mondo si attivarono per salvare il monumento.

Un progetto svedese, rivelatosi vincente, prevedeva di tagliare, numerare e smontare blocco per blocco la parte scolpita della collina e ricostruire il tempio 65 metri più in alto e 300 metri più indietro rispetto al bacino. I lavori durarono dal 1964 al 1968 e vi lavorarono 2000 uomini. Furono spesi 40 milioni di dollari.

4.Tempio di Borobudur (Giava – Indonesia)

Costruito tra il 750 e l’830 a.C il Tempio di Borobudur, si trova a Giava, in Indonesia, ed è uno dei più conosciuti e affascinanti del mondo. Le sue dimensioni sono colossali. Misura, infatti, 123 metri x 123 di base, 35 di altezza e appoggio su 1,6 milioni di enormi blocchi di pietra. Le sue pareti, poi, sono ricoperte da 2672 bassorilievi. Luogo di culto del Buddhismo Mahāyāna, è stato costruito senza lasciare nulla al caso.

Il posto in cui sorge si trova alla confluenza con due fiumi che ricorda quella del Gange e dello Yumna, mentre la catena montuosa richiama l’Himalaya. Il tempio si compone di 10 terrazze, corrispondenti alle 10 fasi del cammino spirituale verso la perfezione, divise in tre gruppi, che rappresentano i tre regni del Samsara. Lungo il cammino si incontrano nicchie con all’interno statue di Buddha. A mano a mano che si prosegue, si arriva alla sommità, simbolo del Nirvana.

5.Tempio d’Oro (Amritsar – India)

È il tempio più sacro della religione Sikh ed è stato costruito nel 1588. I fedeli hanno l’obbligo di recarvisi in pellegrinaggio almeno una volta nella vita, ma per la sua bellezza è diventata un’attrazione turistica a livello mondiale. Chiunque può entrare nel tempio da una delle sue quattro entrate, che simboleggiano l’apertura e l’accettazione, indipendentemente dalla fede e dalla religione professata, dal sesso o dalla nazionalità.

Basta, tuttavia, che mentre si è all’interno del tempio non di fumi, non si beva alcol, non si mangi carne o si assumano droghe. Inoltre, tutti devono coprirsi il capo in segno di rispetto e lavarsi i piedi nel lago sacro che circonda il tempio. Sontuoso fino all’inverosimile, il tempio deve le sue parti in ora e in marmo pregiato al Maharajà Ranjit Singh, che donò le sue ricchezze per farlo costruire.

6. Monastero di Taktsang (Paro – Buthan)

Il Monasteto di Taktsang è un complesso di templi costruito nel 1692 su un picco montuoso nella valle di Paro, in Buthan. È noto anche come Tana della Tigre per una leggenda secondo la quale il tempio è stato fondato nel luogo dove, nel VIII secolo, il guru Padmasambhaya arrivò qui dal Tibet sul dorso di una tigre sacra per poi rimanere in meditazione per tre mesi nella grotta di Tanksang Senge Samdup. Una variante della leggenda vuole che la tigre in realtà fosse la moglie di un imperatore, discepola del guru, che si trasformò in fiera per portare il suo maestro in questo luogo e portare così il buddhismo in Buthan.

Il monastero si trova a 3120 metri di altezza, a picco su un precipizio, ma vi si accede attraverso un sentiero nella foresta, da una mulattiera e dal sentiero “delle mille fate” che attraversa un plateau roccioso. Si compone di quattro templi principali e da costruzioni residenziali, oltre che da otto caverne, tra cui quella sacra in cui entrò per primo il guru Padmasambhaya.

7. Angkor Wat (Siem Reap – Cambogia)

Il complesso di Angkor Wat sorge a 5,5 km da Siem Reap, ed è considerato oggi il più grande monumento religioso del mondo. La sua costruzione, su impulso del re Suryavarman II ha richiesto 40 anni, al 1112 al 1152 d.C. Originariamente concepito come tempio indù, verso la fine del XII secolo è stato convertito a luogo di culto buddista.

Il complesso, che in lingua khmer significa “Tempio della città”, è costruito secondo il concetto di “tempio montagna” e si erge all’interno di un fossato, e simboleggia il Monte Meru, l’Olimpo dell’Induismo ed è circondato da altri templi a galleria. L’edificio principale ha la forma di un rettangolo lunga 1,5 km da ovest a est e 1,3 km da nord a sud. All’interno del fossato che circonda completamente il muro di 5,6 km si trovano tre gallerie rettangolari, una sopra l’altra.

Al centro del tempio svettano cinque torri. Si pensa che, in origine, dovesse essere il mausoleo del re. Splendidi e famosissimi anche i suoi bassorilievi e i devata che adornano le pareti, ma anche il modo in cui la natura, nel tempo, si è appropriata di questi spazi.

8. Uluwatu (Bali – Indonesia)

Pura Uluwatu è un tempio che sorge dove mai si penserebbe possibile. Si trova infatti in bilico su una scogliera rocciosa alta 70 metri a picco sul mare, nell’isola di Bali, in Indonesia ed è dedicato alla dea dell’acqua, di cui le rocce non sarebbero che la sua imbarcazione pietrificata. Il tempio fu fondato nel XI secolo dal saggio giavanese Mpu Kuturan e ristrutturato nel XVI secolo. Per raggiungere il tempio, luogo di culto dell’induismo, si deve salire una scalinata a strapiombo sul mare.

Si entra poi da un portale di pietra finemente intagliato, che conduce a un grande spazio centrale. Subito a sinistra si trovano alcuni santuari dedicati a Nirartha, mentre al centro si trova un altro portale di pietra che simboleggia il Monte Meru, la montagna sacra induista. Attraversandolo, si arriva alla parte più interna del tempio. Sul portale spiccano tre pinnacoli e una testa di demone, che ha la funzione si spaventare gli spiriti maligni, mentre ai piedi si trova una statua di Ganesh. Splendida la zona circostante, abitata da scimmie dispettose. Il panorama, poi, è davvero mozzafiato.

9. Wat Pho (Bangkok – Thailandia)

Sorge nel centro di Bangkok ed è considerato uno dei templi più belli del mondo. Costruito nel XVII secolo, è un luogo di culto buddista, noto soprattutto per la sua meravigliosa statua del Buddha Sdraiato e per i Phra Mhaha Chedi presenti nei cortili, decorati con preziose ceramiche cinesi. Nel 1788 è stato oggetto di un’importante ristrutturazione durante il regno di Rama I e ulteriormente ampliato durante il regno di Rama III. In quest’ultima occasione sono state aggiunte 1360 targhe con testi di medicina tradizionale e insegnamenti buddisti, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 2008.  Con i suoi 80 mila mq è uno dei templi più grandi e antichi di Bangkok.

Nel complesso sono conservate, poi, più di mille immagini e statue di Buddha. La più famosa, quella del Buddha Sdraiato, si trova all’estremità nord, vicino all’ingresso del pubblico. Si tratta di un colosso lungo 46 metri e alto 15 con il corpo rivestito d’oro, mentre gli occhi e i piedi sono decorati con madreperla. Sulle piante dei piedi sono raffigurate 108 scene abbellite con conchiglie, secondo lo stile cinese e indiano. Inoltre, all’interno del complesso, nel 1955 è stata fondata una scuola di massaggio thai e medicina tradizionale che, ancora oggi, è la più rinomata di tutta la Thailandia.

10. Tempio delle Grotte di Batu (Selangor – Malaysia)

Non solo uno dei templi più particolari del mondo, ma anche uno dei santuari indù più famosi al di fuori dell’India. Il Tempio delle Grotte di Batu si trova all’interno di una cavità carsica nei dintorni di Kuala Lumpur, in Malesia ed è dedicato a Murugan, dio della guerra, la cui statua dorata, alta 42,7 metri, accoglie i visitatori all’ingresso del tempio ed è la più alta del mondo dedicata a questa divinità. Le grotte furono scoperte per caso nel 1860 da alcuni contadini, ma divenne famosa solo nel 1878, quando ne fu ufficialmente svelata l’ubicazione.

Il complesso è formato da tre grotte principali e tre più piccole. La più grande è la Temple Cave, che presenta un soffitto a volte e diversi santuari. Per raggiungere la grotta bisogna salire ben 272 scalini. Alla base della collina si trovano poi due templi rupestri, ornati con statue e dipinti che raffigurano episodi della vita del dio. Nelle grotte si trovano diversi animali rari, tra cui ragni e pipistrelli della frutta. Il sito è famoso per la nutrita presenza di una colonia di macachi.

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Welcome back with the appointment of our TOP 10 column that every week proposes the curiosities, beauties, peculiarities, excellences of our wonderful world. In this episode, we had fun searching for the 10 most beautiful temples in the world, symbols of the link between man and the Absolute. Curious to know which are they?

1. White Temple (Chiang Rai – Thailand)

When we saw it, we were breathless. That’s why we place it first in this week’s TOP 10. Pole position for the White Temple in Chiang Rai, Thailand, a very recent Theravada Buddhist place of worship. It was built, in fact, in 1997 and is made entirely of white plaster and mirrors that reflect the sunlight creating almost unreal reflections. The white, in fact, is meant to represent the purity of the Buddha. But it is the allegory and symbolism that seems to come alive here in the statues and bas-reliefs that leave one astonished.

First and foremost are the dozens of sculpted hands that greet the visitor as he crosses the bridge leading to the temple entrance and emerge from a circular pool. They symbolise desire which, according to Buddhism, is the source of suffering. The entrance then symbolises the passage from the world of temptation to Nirvana.

The path is accompanied by statues of monstrous creatures, but also of Yama, the god of death, and Rahu, the god of darkness, whose task it is to accept or reject the human soul by welcoming it into Nirvana or condemning it to another reincarnation. The interior, however, is a real surprise. Yes, because in addition to murals with traditional Buddhist scenes, there are also apocalyptic scenes from the modern world, such as the Twin Towers bombing. And there are also some cartoon depictions, superheroes and celebrities, including Elvis Presley and Michael Jackson.

2. Suspended Temple (Datong – China)

Built in 491 AD, it is the only temple in China to be dedicated to three different religions, Buddhism, Confucianism and Taoism, in the same place. 50 metres above the ground! This marvellous marvel of human ingenuity has 40 spaces between pavilions, pagodas and halls and seems to float in the air. But it is so stable that, originally, it was built without the ‘poles’ that can be seen today and that were added later to ‘give courage’ to worshippers and visitors, who did not care to climb for fear that the temple would collapse under their feet!

Instead, the temple is, today as then, very stable and the poles can be removed if necessary. To reach the suspended temple, one crosses a bridge that leads to a staircase carved into the rock. The six main rooms are connected by a maze of corridors, bridges and paths offering breathtaking views.

3. Temple of Abu Simbel (Aswan – Egypt)

Third position for the Temple of Abu Simbel, perhaps the most beautiful temple in Ancient Egypt. It was built in the 13th century B.C. by Ramesses II to celebrate his victory at the Battle of Qadesh and to show his greatness and power to the Nubians. The complex consists of two imposing temples carved out of the rock of the mountain and is decorated, on the enormous 33-metre high and 38-metre wide façade, with four 20-metre high statues of the pharaoh and, on either side of these, two smaller statues of women, the sovereign’s mother, Tuya, and his beloved wife Nefertari, who, according to legend, died at the entrance to the great temple.

The temple of Abu Simbel is also linked to the story of its astonishing rescue. When, in 1960, President Nasser started work on the construction of the Aswan Dam, which envisaged the formation of an artificial basin, which would have submerged the temple. Thanks to UNESCO’s intervention, 113 countries around the world took action to save the monument.

A Swedish project, which proved successful, planned to cut, number and dismantle block by block the sculpted part of the hill and rebuild the temple 65 metres higher and 300 metres further back from the reservoir. The work lasted from 1964 to 1968 and 2000 men worked on it. Forty million dollars were spent.

4. Borobudur Temple (Java – Indonesia)

Built between 750 and 830 B.C., the Borobudur Temple is located in Java, Indonesia, and is one of the best known and most fascinating in the world. Its dimensions are colossal. It measures, in fact, 123 metres x 123 in base, 35 in height and rests on 1.6 million enormous stone blocks. Its walls are covered with 2672 bas-reliefs. A place of worship of Mahāyāna Buddhism, it was built leaving nothing to chance.

Its location is at the confluence of two rivers, reminiscent of the Ganges and the Yumna, while the mountain range recalls the Himalayas. The temple consists of 10 terraces, corresponding to the 10 stages of the spiritual path to perfection, divided into three groups, representing the three realms of Samsara. Along the way, one encounters niches with statues of Buddha inside. As you continue, you reach the summit, symbol of Nirvana.

5. Golden Temple (Amritsar – India)

It is the holiest temple of the Sikh religion and was built in 1588. The faithful are obliged to go there on pilgrimage at least once in their lives, but because of its beauty it has become a worldwide tourist attraction. Anyone can enter the temple from one of its four entrances, which symbolise openness and acceptance, regardless of professed faith and religion, gender or nationality.

It is sufficient, however, that while inside the temple one does not smoke, drink alcohol, eat meat or take drugs. Furthermore, everyone must cover their heads as a sign of respect and wash their feet in the sacred lake that surrounds the temple. Sumptuous to the point of improbability, the temple owes its parts in gold and precious marble to Maharaja Ranjit Singh, who donated his wealth to build it.

6. Taktsang Monastery (Paro – Buthan)

The Taktsang Monastery is a temple complex built in 1692 on a mountain peak in the Paro Valley in Buthan. It is also known as the Tiger’s Den because of a legend that the temple was founded on the site where, in the 8th century, Guru Padmasambhaya arrived here from Tibet on the back of a sacred tiger and then meditated for three months in the cave of Tanksang Senge Samdup. A variant of the legend has it that the tiger was actually an emperor’s wife, a disciple of the guru, who turned herself into a fair to bring her master to this place and thus bring Buddhism to Bhutan.

The monastery is located at an altitude of 3120 metres, overlooking a precipice, but is accessed via a forest path, a mule track and the ‘Thousand Fairies’ path that crosses a rocky plateau. It consists of four main temples and residential buildings, as well as eight caves, including the sacred one into which Guru Padmasambhaya first entered.

7. Angkor Wat (Siem Reap – Cambodia)

The Angkor Wat complex stands 5.5 km from Siem Reap, and is considered the largest religious monument in the world today. Its construction at the instigation of King Suryavarman II took 40 years, from 1112 to 1152 AD. Originally conceived as a Hindu temple, it was converted to a Buddhist place of worship towards the end of the 12th century.

The complex, which means ‘City Temple’ in the Khmer language, is built according to the ‘temple mountain’ concept and stands within a moat, symbolising Mount Meru, the Olympus of Hinduism, and is surrounded by other gallery temples. The main building has the shape of a rectangle 1.5 km long from west to east and 1.3 km from north to south. Inside the moat that completely surrounds the 5.6 km wall are three rectangular galleries, one above the other.

In the centre of the temple stand five towers. It is thought to have originally been the king’s mausoleum. Its bas-reliefs and devatas adorning the walls are also splendid and famous, as is the way nature has appropriated these spaces over time.

8. Uluwatu (Bali – Indonesia)

Pura Uluwatu is a temple that stands where one would never think possible. In fact, it stands poised on a 70-metre high rocky cliff overlooking the sea on the island of Bali, Indonesia and is dedicated to the goddess of water, of which the rocks would be nothing but her petrified vessel. The temple was founded in the 11th century by the Javanese sage Mpu Kuturan and renovated in the 16th century. To reach the temple, a place of Hindu worship, one has to climb a flight of steps overhanging the sea.

One then enters through a finely carved stone portal, which leads to a large central space. Immediately to the left are several shrines dedicated to Nirartha, while in the centre is another stone portal symbolising Mount Meru, the Hindu sacred mountain. Passing through it, one arrives at the innermost part of the temple. On the portal stand three pinnacles and a demon’s head, which is meant to scare away evil spirits, while at the foot is a statue of Ganesh. The surrounding area, inhabited by mischievous monkeys, is splendid. The view, then, is truly breathtaking.

9. Wat Pho (Bangkok – Thailand)

It stands in the centre of Bangkok and is considered one of the most beautiful temples in the world. Built in the 17th century, it is a Buddhist place of worship, best known for its wonderful statue of the Reclining Buddha and the Phra Mhaha Chedi in the courtyards, decorated with precious Chinese ceramics. In 1788, it underwent a major renovation during the reign of Rama I and was further extended during the reign of Rama III. On the latter occasion, 1360 plaques with texts on traditional medicine and Buddhist teachings were added and declared a UNESCO World Heritage Site in 2008. At 80,000 square metres, it is one of the largest and oldest temples in Bangkok.

More than a thousand Buddha images and statues are preserved in the complex. The most famous, that of the Lying Buddha, is located at the north end, near the public entrance. It is a 46-metre long and 15-metre high colossus with a body covered in gold, while the eyes and feet are decorated with mother-of-pearl. On the soles of the feet are 108 scenes decorated with shells, in the Chinese and Indian style. In addition, a school of Thai massage and traditional medicine was founded within the complex in 1955 and is still the most renowned in Thailand.

10. Batu Cave Temple (Selangor – Malaysia)

Not only one of the most unique temples in the world, but also one of the most famous Hindu shrines outside India. The Batu Caves Temple is located inside a karstic cavity on the outskirts of Kuala Lumpur, Malaysia and is dedicated to Murugan, god of war, whose 42.7 metre high golden statue welcomes visitors at the temple entrance and is the tallest in the world dedicated to this deity. The caves were discovered by chance in 1860 by some farmers, but only became famous in 1878, when their location was officially revealed.

The complex consists of three main caves and three smaller ones. The largest is Temple Cave, which features a vaulted ceiling and several shrines. To reach the cave, one has to climb 272 steps. At the base of the hill are two rock temples, adorned with statues and paintings depicting episodes from the life of the god. The caves are home to several rare animals, including spiders and fruit bats. The site is famous for a large colony of macaques.




Le 10 isole più belle del mondo

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD – TOP 10: isole più belle del mondo

Quante volte avete sospirato: «Vorrei essere su un’isola…», deserta o no, per rilassarvi da un periodo di stress o dalla vita frenetica di una grande città. Proprio l’isola, infatti, evoca immagini di mare, acque cristalline, natura incontaminata. Insomma, l’idea perfetta di vacanza, riposo, relax e bellezze naturali. Ma quali sono le isole più belle del mondo? Questa volta, è davvero difficile scegliere, anche perché ognuno ha i propri gusti e ricordi delle esperienze vissute. Nella nostra rubrica TOP 10 di questa settimana ci abbiamo provato. Eccole (secondo noi!).

1. Hawaii (Stati Uniti)

Entrate nell’immaginario collettivo, le isole Hawaii rievocano spiagge da sogno, montagne verdeggianti, danzatrici e corone di fiori. Ebbene, questo arcipelago da sogno merita la nostra prima posizione per la meraviglia delle sue isole, ognuna con caratteristiche diverse, in grado di attrarre turisti di tutti i tipi, dagli amanti del surf a quelli che amano crogiolarsi al sole di spiagge bianche lambite da palme. Si può scegliere Big Island, l’isola principale, che spicca per la sua natura selvaggia, tra cascate e vulcani da esplorare attraverso avventurose escursioni, come quella che percorre sulla strada di Mauna Loa.

La piccola Kauai, invece, è conosciuta come “isola giardino” per i paesaggi verdeggianti con canyon come quelle Waimea, vulcani estinti, tra cui lo splendido Wai ‘ale ‘ale e roboanti cascate. Nella parte nord occidentale, poi, si trova la famosa Costa di Napali, ben 16 km di scogliere mozzafiato, fatte di montagne verdi che si affacciano sul Pacifico. Tra le sue mitiche spiagge c’è Poipu Beach, considerata tra le più belle di tutti gli Stati Uniti.

Amata dai surfisti, l’isola di Maui attira anche gli appassionati di whale watching, poiché luogo di transito delle balene in inverno. Infine, la più caotica Oahu appare come una grande metropoli in mezzo al mare, dove poter trovare vita notturna, locali, ristoranti, siti storici e culturali e persino uno splendido parco, Diamond Head, con crateri millenari.

2. Bali (Indonesia)

Secondo posto per “l’isola degli Dei”, gioiello dell’Indonesia. Meta tra le più ambite per le vacanze dai turisti di tutto il mondo, può vantare una cultura millenaria, templi dal fascino irresistibile, cerimonie suggestive, paesaggi verdeggianti, vulcani spenti, splendide cascate, coste frastagliate e scogliere mozzafiato. Senza dimenticare le arti, come pittura, musica, danza e una profonda e coinvolgente spiritualità. Ovviamente, non mancano le spiagge da sogno. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra quelle di sabbia bianca lambite da un mare cristallino, e le lingue di sabbia nera, di origine vulcanica.

3. Palawan (Filippine)

Le Filippine posseggono un patrimonio di 7600 isole tropicali, una più bella dell’altra, tra sabbie bianche, acque dai colori incredibili, una natura in cui vivono alcune delle specie più particolari del mondo, con una ricca biodiversità. Tra tutte, spiccano le isole Palawan, un Paradiso terrestre fatto di catene montuose ammantate da una vegetazione lussureggiante, spiagge per tutti i gusti, dalle più selvagge alle più romantiche, grotte calcaree terrestri e marine. E persino un fiume sotterraneo, uno dei pochi sulla Terra.

4. Bora Bora

La Polinesia Francese è la meta più ambita dei viaggi di nozze. E la sua bellezza mozzafiato sarebbe una ragione sufficiente. Ma, tra tutte le isole, c’è “la più bella del reame”, Bora Bora, con la sua splendida laguna separata dall’Oceano da una barriera corallina tra le più belle del mondo. Senza contare il colore incredibile delle sue acque incontaminate, che bagnano spiagge che più romantiche non si può. E, tra immersioni, snorkeling e sport acquatici, si può anche fare un’escursione nell’interno, magari alla scoperta del maestoso monte Otemaru, tra sentieri e percorsi che si inoltrano tra valli tropicali e palme giganti. Un’isola da visitare almeno una volta nella vita.

5. Sicilia (Italia)

Gli esperti di turismo internazionali concordano (e noi con loro) nell’inserire la Sicilia tra le isole più belle del mondo. E non potrebbe che essere così: ha praticamente tutto quello che si potrebbe desiderare per una vacanza a 360 gradi: un mare da sogno, una natura rigogliosa, che comprende anche l’Etna, il vulcano attivo che regala spettacoli unici al mondo, riserve naturali fra le più belle e importanti del mondo, come la Riserva dello Zingaro, meraviglie come la Scala dei Turchi e la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa e le Isole Eolie. E poi borghi dove il tempo sembra essersi fermato, come a Marzameni. E, come se tutto ciò non bastasse, una storia millenaria di cui conserva ancora gelosamente le tracce, dalla Valle dei Templi a Siracusa, che ha dato i natali ad Archimede, da Trapani a Taormina, tra vestigia greche, romane, normanne e tesori barocchi.

6. Santorini (Grecia)

Case bianche, mare azzurro, stradine da favola e spiagge incredibili, come la famosissima Perissa, dalla sabbia nera, e Vlychadao, dalle sfumature del rosso. Santorini è la “portabandiera” delle isole greche e ambita dai turisti di tutto il mondo che desiderano visitarla almeno una volta nella vita. E qui si può davvero vivere una vacanza indimenticabile, tra il relax della vita balneare, la visita a cittadine pittoresche come Firostefani, Imerovigli e Akrotiri, gustare vini pregiati prodotti dai vigneti locali, assaggiare piatti della tradizione greca, tra cui pesce e formaggi di qualità. Gli appassionati di trekking, poi, possono avventurarsi lungo il sentiero di 9 km che collega Oia a Fia, considerato tra i più belli del Mediterraneo.

7. Hvar (Croazia)

Entra nella nostra TOP 10 anche la splendida città-isola di Hvar, appartenente alla Croazia, un vero gioiello di storia, natura e paesaggi mozzafiato. Costellata di villaggi medievali dove il tempo sembra essersi fermato, città dai caratteristici tetti di terracotta, campi di lavanda, uliveti e spiagge da sogni, lambite da acque blu cobalto, come quelle di Milna e Dubovica. Gli appassionati di storia possono visitare la fortezza di Fortica, arroccata sulle colline, in posizione panoramica, oppure la Cattedrale di Santo Stefano o il monastero francescano. Non mancano nemmeno i divertimenti, grazie a una vivace vita notturna fatta di ristoranti, anche di alto livello, locali e un ricco calendario estivo di eventi.

8. Zanzibar (Tanzania)

La magnifica “isola delle spezie” situata al largo della costa orientale della Tanzania, è un gioiello che spunta dall’Oceano Indiano. Crocevia dei commerci tra Africa e Asia nel corso dei secoli, Zanzibar vanta incredibili paesaggi naturali e una ricca biodiversità. Tra spiagge paradisiache, sulle quali spiccano Matemwe e Pongwe, e tradizioni, come quella suggestiva della raccolta delle alghe da parte delle donne locali, si può anche andare alla scoperta dello splendido Parco Nazionale di Jozani-Chwaka Bay, oppure visitare Stone Town, cuore dell’isola, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità per le sue case di pietra e il suo ricco passato.  Senza dimenticare la sua cucina, naturalmente speziata e ricca di sapore.

9. Lofoten (Norvegia)

Non solo isole bagnate da mari “caldi” con climi tropicali. Anche quelle più a nord hanno il loro fascino. Come lo splendido arcipelago delle Lofoten, che si trovano all’interno del Circolo Polare Artico e appartengono alla Norvegia. A farle entrare nella nostra TOP 10 sono gli strabilianti paesaggi fatte di montagne scoscese e imponenti, coste frastagliate e ricche di insenature, dove si scorgono gli splendidi villaggi di pescatori dai tipici tetti rossi e aguzzi. Tra questi, il principale è Svolvær, che è anche un importante porto. E, tra un’uscita di birdwatching, una gita in barca sulle gelide acque del lago di Unstad e un’escursione in kayak al sole di mezzanotte, come non perdersi lo spettacolo unico e mozzafiato dell’aurora boreale?

10. Giamaica

Chiude la nostra TOP 10 della settimana l’isola del reggae, la meravigliosa Giamaica, sogno dei turisti di tutto il mondo per le sue spiagge dorate bagnate da un mare verde smeraldo, montagne ricoperte di lussureggianti foreste pluviali, barriere coralline mozzafiato e fondali tutti da esplorare in lunghe immersioni. Senza dimenticare le visite culturali a Kingston Town, Negril e Montego Bay, oppure le escursioni sulle Blue Mountains. Senza dimenticare le specialità della cucina locale e le tradizioni, la cui colonna sonora non può che essere il reggae.

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How many times have you sighed: ‘I wish I was on an island…’, deserted or not, to relax from a stressful time or the hectic life of a big city. The very island, in fact, conjures up images of sea, crystal-clear waters, unspoilt nature. In short, the perfect idea of a holiday, rest, relaxation and natural beauty. But which are the most beautiful islands in the world? This time, it is really difficult to choose, partly because everyone has their own tastes and memories of their experiences. In our TOP 10 column this week, we have tried. Here they are (in our opinion!).

1. Hawaii (United States)

Having entered the collective imagination, the Hawaiian Islands conjure up dreamy beaches, verdant mountains, dancers and flower crowns. Well, this dreamy archipelago deserves our first place for the wonder of its islands, each with different characteristics, attracting tourists of all kinds, from surfers to those who like to bask in the sun on palm-fringed white beaches. You can choose Big Island, the main island, which stands out for its wilderness, with waterfalls and volcanoes to explore through adventurous excursions, such as the one on the road to Mauna Loa.

Little Kauai, on the other hand, is known as the ‘garden island’ for its verdant landscapes with canyons such as Waimea, extinct volcanoes, including the splendid Wai ‘ale and roaring waterfalls. In the north-west, then, lies the famous Napali Coast, a good 16 km of breathtaking cliffs of green mountains overlooking the Pacific. Among its legendary beaches is Poipu Beach, considered among the most beautiful in the entire United States.

Beloved by surfers, the island of Maui also attracts whale watching enthusiasts, as it is a place of transit for whales in winter. Finally, the more chaotic Oahu looks like a big metropolis in the middle of the sea, where you can find nightlife, clubs, restaurants, historical and cultural sites and even a beautiful park, Diamond Head, with millennial craters.

2. Bali (Indonesia)

Second place for ‘the island of the gods’, the jewel of Indonesia. One of the most sought-after holiday destinations for tourists from all over the world, it boasts a millenary culture, temples of irresistible charm, evocative ceremonies, verdant landscapes, extinct volcanoes, splendid waterfalls, jagged coastlines and breathtaking cliffs. And let’s not forget the arts, such as painting, music, dance and a profound and captivating spirituality. Of course, there is no shortage of dream beaches. You are spoilt for choice between white sandy beaches lapped by crystal-clear sea and black sandy tongues of volcanic origin.

3. Palawan (Philippines)

The Philippines possesses a heritage of 7600 tropical islands, one more beautiful than the other, with white sands, waters of incredible colours, a nature where some of the world’s most unique species live, with a rich biodiversity. Outstanding among them all are the Palawan Islands, an earthly paradise of mountain ranges cloaked in lush vegetation, beaches to suit all tastes, from the wildest to the most romantic, limestone caves on land and sea. And even an underground river, one of the few on Earth.

4. Bora Bora

French Polynesia is the most popular destination for honeymooners. And its breathtaking beauty would be reason enough. But, of all the islands, there is “the fairest in the kingdom”, Bora Bora, with its splendid lagoon separated from the ocean by one of the most beautiful coral reefs in the world. Not to mention the incredible colour of its pristine waters, bathing beaches that couldn’t be more romantic. And, between diving, snorkelling and water sports, you can also take an excursion into the interior, perhaps to discover the majestic Mount Otemaru, among paths and trails that lead through tropical valleys and giant palm trees. An island to visit at least once in a lifetime.

5. Sicily (Italy)

International tourism experts agree (and we with them) in listing Sicily among the most beautiful islands in the world. And it could only be so: it has practically everything one could want for an all-round holiday: a dreamlike sea, luxuriant nature, including Mount Etna, the active volcano that offers spectacles that are unique in the world, nature reserves that are among the most beautiful and important in the world, such as the Zingaro Reserve, wonders such as the Scala dei Turchi and the Rabbit Beach of Lampedusa and the Aeolian Islands. And then villages where time seems to stand still, as in Marzameni. And, as if all this were not enough, a millenary history whose traces are still jealously preserved, from the Valley of the Temples to Syracuse, the birthplace of Archimedes, from Trapani to Taormina, amidst Greek, Roman and Norman vestiges and Baroque treasures.

6. Santorini (Greece)

White houses, azure sea, fairytale streets and incredible beaches, such as the world-famous Perissa, with its black sand, and Vlychadao, with its shades of red. Santorini is the ‘flagship’ of the Greek islands and coveted by tourists from all over the world who wish to visit it at least once in their lifetime. And here one can truly experience an unforgettable holiday, between relaxing beach life, visiting picturesque towns such as Firostefani, Imerovigli and Akrotiri, tasting fine wines produced from local vineyards, and sampling traditional Greek dishes, including quality fish and cheese. Trekking enthusiasts can also venture along the 9-km-long path from Oia to Fia, considered among the most beautiful in the Mediterranean.

7. Hvar (Croatia)

Also in our TOP 10 is Croatia’s beautiful island town of Hvar, a true jewel of history, nature and breathtaking scenery. Dotted with medieval villages where time seems to stand still, towns with characteristic terracotta roofs, lavender fields, olive groves and dream beaches lapped by cobalt blue waters, such as those of Milna and Dubovica. History buffs can visit the Fortica fortress, perched on the hills in a panoramic position, or the Cathedral of St Stephen or the Franciscan monastery. There is no shortage of entertainment either, thanks to a lively nightlife of restaurants, some of them top class, clubs and a packed summer calendar of events.

8. Zanzibar (Tanzania)

The magnificent ‘spice island’ off the east coast of Tanzania is a jewel rising out of the Indian Ocean. A crossroads of trade between Africa and Asia over the centuries, Zanzibar boasts incredible natural landscapes and rich biodiversity. Amidst paradisiacal beaches, on which Matemwe and Pongwe stand out, and traditions, such as the evocative one of seaweed harvesting by local women, you can also explore the splendid Jozani-Chwaka Bay National Park, or visit Stone Town, the heart of the island, declared a UNESCO World Heritage Site for its stone houses and rich past. Not forgetting its cuisine, naturally spicy and rich in flavour.

9. Lofoten (Norway)

Not only islands bathed by ‘warm’ seas with tropical climates. Those further north also have their charms. Like the beautiful Lofoten archipelago, which lies within the Arctic Circle and belongs to Norway. What makes them into our TOP 10 are the astonishing landscapes of craggy, imposing mountains, rugged coastlines and rich inlets, where you can see the beautiful fishing villages with their typical red, pointed roofs. Chief among them is Svolvær, which is also an important port. And, between birdwatching outings, boat trips on the icy waters of Lake Unstad and kayaking in the midnight sun, how can you miss the unique and breathtaking spectacle of the Northern Lights?

10. Jamaica

Closing out our TOP 10 of the week is the reggae island of Jamaica, a dream for tourists from all over the world with its golden beaches washed by emerald-green sea, mountains covered in lush rainforests, breathtaking coral reefs and seabed to explore on long dives. Not forgetting cultural visits to Kingston Town, Negril and Montego Bay, or hiking in the Blue Mountains. Not forgetting the local cuisine and traditions, the soundtrack of which can only be reggae.




Nantes, la città della fantasia

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD – per una volta: Nantes, Francia

Di Isabella Brega. Foto di Maurizio Fabbro

Quando un viaggio ti cattura e ti regala spazi per sognare e tempo per riflettere ascolti la sua voce e i suoi segreti, accetti di perderti, di confrontarti con l’ignoto, con i suoi ritmi e le sue regole. A mano a mano che ti allontani dall’abitudine cominci a conoscere e a sperimentare nuovi linguaggi, nuove possibilità di raccontare il mondo. Sospendi il tempo del quotidiano, metti in pausa il fragore assordante dei doveri, ti senti più leggero e riannodi quei fili spezzati che ci fanno ritrovare e arricchiscono il nostro io.

A Nantes, la città bretone affacciata sulle rive della Loira, il filo di Arianna da seguire è una sottile linea verde disegnata per terra. Il filo della storia, dell’arte e della fantasia, che sottende il passato e ridisegna il futuro e che nei suoi 12 chilometri di lunghezza inanella i luoghi e i monumenti che caratterizzano la città natale dello scrittore Jules Verne, l’autore fra gli altri del Viaggio al centro della Terra e di Ventimila leghe sotto i mari.

Vue aérienne de Nantes, pointe de l’île de Nantes. © Régis Routier | Ville de Nantes

Fino al XIX secolo città sfilacciata da due fiumi, la Sèvre e l’Erdre, Nantes è fiorita sul suo porto, opulento e feroce, il primo di Francia, con i suoi cantieri navali e il traffico di merci, ma anche sul dolore degli schiavi, scambiati con caffè, cotone e zucchero di canna provenienti dalle colonie come Haiti, Santo Domingo, Martinica e Antille.

Città d’acqua che sa di burro e di sale

Nantes sa di burro e di sale. Gli ingredienti dei suoi celebri biscotti LU –nella cui ex fabbrica, con la sua torre tutta stucchi, oro e colori pastello, è stato ricavato il centro culturale polivalente Lieu Unique – ma anche la fragranza bon-ton dei fastosi palazzi degli armatori nantesi su quella che un tempo era l’isola cittadina Feydeau, che divideva in due la Loira, mentre la sapidità le viene dalle provocazioni dell’arte contemporanea non meno che da quell’oceano che si respira nel vento e si percepisce nel suo cielo, smaltato e terso come solo le città di mare sanno regalare. È invece l’ultimo tratto della Loira, nel quale si insinua l’irrequietezza selvatica del mare, a regalarle una dolcezza languida e malinconica.

Sostenibile e creativa

Chiusi negli anni Ottanta i cantieri navali, superata una grave crisi economica, la città ha saputo reinventarsi e ridisegnare il proprio futuro, conquistando il primato di città più vivibile di Francia. Ha deciso di puntare sul turismo, soprattutto quello sostenibile, investendo in piste ciclabili, battelli elettrici, camere d’albergo eco-certificate e parchi (ogni abitante ha a disposizione 57 metri quadrati di verde), ha recuperato il suo centro storico e creato una vasta area pedonale.

Ha messo a punto un efficiente sistema di mezzi pubblici, ma soprattutto si è messa in discussione e si è reinventata come luogo di creazione, condivisione e sperimentazione artistica, ben rappresentato dalle opere d’arte contemporanea della biennale Estuaire e dal festival Le Voyager à Nantes, lungo due mesi. Un luogo dove le istallazioni artistiche disseminate nelle sue vie, nei suoi spazi pubblici e lungo il canale della Loira non sono vissute dai suoi abitanti come corpi estranei, meri accessori decorativi, ma sono connessi allo spirito della città e intessuti nell’ordito urbano.

Il salotto buono di Nantes

Il quartiere medievale di Bouffay, con i suoi ristoranti, i bar, i negozi e le casette a graticcio che abbracciano la cattedrale dei Ss. Pietro e Paolo, prezioso scrigno gotico della sontuosa tomba di Francesco II e Margherita di Foix (1507), e il candido palazzo rinascimentale , imprigionato dalle mura, di quell’Anna di Bretagna, due volte regina di Francia, sono la meta ideale del primo giorno di un weekend alla scoperta di questa poliedrica città. La cui storia può essere completata dal salotto buono della borghesia di Nantes nel XVIII-XIX secolo, il quartiere di Graslin, con i suoi ampi viali, le piazze ornate da fontane alle quali si aggrappano ninfe e dei, l’Opéra neoclassica, il Passage Pommeraye, bomboniera di putti, scalinate e negozi, e il tempio della gastronomia locale, La Cigale, delirio ornamentale art nouveau, Muscadet frizzante e bechamelle.

INFO NANTES

Dove dormire: Sōzō Hotel nel cuore di Nantes, è un boutique hotel 4 stelle dall’atmosfera unica, infatti è stato ricavato da una cappella di fine ‘800, Notre-Dame-desAnges, ospita 24 camere e suites personalizzate  www.sozohotel.fr

Eventi futuri: la città è il punto di partenza di un nuovo itinerario originale che porta da Rennes a Saint-Malo, fino a Mont-Saint MIchel. Un percorso fra tesori, arte e storia, mix di verità oniriche  e di sguardi contemporanei. www.nantes-tourisme.com ; inoltre ogni anno Nantes si anima grazie al Voyage à Nantes, che si rinnova ogni anno con idee e artisti sempre diversi www.lwvoyageanantes.fr

Come arrivare: voli diretti da Milano, Roma, Venezia, Napoli e Pisa

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(Italian and English version)

MARCH IN THE WORLD – for once: Nantes, France

By Isabella Brega. Photo by Maurizio Fabbro

When a journey captures you and gives you space to dream and time to reflect, you listen to its voice and its secrets, you accept to lose yourself, to confront the unknown, its rhythms and its rules. As you move away from habit, you begin to get to know and experience new languages, new ways of telling the world. You suspend the time of the everyday, you pause the deafening din of duties, you feel lighter and you reknit those broken threads that make us rediscover and enrich our selves.

In Nantes, the Breton city on the banks of the Loire, the Ariadne’s thread to follow is a thin green line drawn on the ground. The thread of history, art and fantasy, which subtends the past and redraws the future and which, in its 12 kilometres of length, rings the places and monuments that characterise the birthplace of the writer Jules Verne, the author of Journey to the Centre of the Earth and Twenty Thousand Leagues Under the Sea, among others.

Vue aérienne de Nantes, pointe de l’île de Nantes. © Régis Routier | Ville de Nantes
Up until the 19th century, a city fringed by two rivers, the Sèvre and the Erdre, Nantes flourished on its port, opulent and fierce, the first in France, with its shipyards and trade in goods, but also on the pain of slaves, traded for coffee, cotton and cane sugar from colonies such as Haiti, Santo Domingo, Martinique and the Antilles.

City of water that tastes of butter and salt

Nantes tastes of butter and salt. The ingredients of its famous LU biscuits -in whose former factory, with its tower all stucco, gold and pastel colours, is the multi-purpose Lieu Unique cultural centre – but also the bon-ton fragrance of the sumptuous palaces of Nantes shipowners on what was once the Feydeau city island, which divided the Loire in two, while savouriness comes from the provocations of contemporary art no less than from that ocean that can be breathed in the wind and perceived in its sky, glazed and clear as only seaside towns can provide. It is instead the last stretch of the Loire, in which the wild restlessness of the sea creeps in, that gives her a languid and melancholic sweetness.

Sustainable and creative

When the shipyards closed in the 1980s and the city overcame a serious economic crisis, it was able to reinvent itself and redesign its future, winning the title of France’s most liveable city. It has decided to focus on tourism, especially sustainable tourism, investing in bicycle paths, electric boats, eco-certified hotel rooms and parks (each inhabitant has 57 square metres of green space), it has restored its historic centre and created a vast pedestrian area.

It has developed an efficient public transport system, but above all, it has challenged and reinvented itself as a place for creation, sharing and artistic experimentation, well represented by the contemporary art works of the biennial Estuaire and the two-month-long Le Voyager à Nantes festival. A place where the artistic installations scattered in its streets, public spaces and along the Loire Canal are not experienced by its inhabitants as extraneous bodies, mere decorative accessories, but are connected to the spirit of the city and woven into the urban fabric.

The good living room of Nantes

The medieval district of Bouffay, with its restaurants, bars, shops and half-timbered houses embracing the cathedral of Ss. Peter and Paul, a precious Gothic casket of the sumptuous tomb of François II and Marguerite de Foix (1507), and the white Renaissance palace, imprisoned by the walls, of that Anne of Brittany, twice queen of France, are the ideal destination for the first day of a weekend discovering this multifaceted city. Whose history can be complemented by the drawing room of the bourgeoisie of Nantes in the 18th-19th centuries, the Graslin quarter, with its wide boulevards, squares adorned with fountains to which nymphs and gods cling, the neoclassical Opéra, the Passage Pommeraye, a bombon of cherubs, stairways and shops, and the temple of local gastronomy, La Cigale, an art nouveau ornamental delirium, sparkling Muscadet and bechamelle.

INFO NANTES

Where to stay: Sōzō Hotel in the heart of Nantes, is a 4-star boutique hotel with a unique atmosphere, in fact it has been converted from a late 19th century chapel, Notre-Dame-desAnges, and houses 24 rooms and suites customised www.sozohotel.fr

Upcoming events: the city is the starting point of a new original itinerary from Rennes to Saint-Malo and Mont-Saint-Michel. A journey through treasures, art and history, a mix of dreamlike truths and contemporary glances. www.nantes-tourisme.com ; in addition, every year Nantes comes alive thanks to the Voyage à Nantes, which is renewed every year with ever-changing ideas and artists www.lwvoyageanantes.fr.