I 10 monumenti con vista mare più belli d’Italia

Da qualunque parte la si guardi, la nostra Italia regala perle di bellezza. Qualunque luogo della nostra penisola, infatti, offre al visitatore un concentrato di storia, arte, culture, architettura, tradizioni, buoni sapori. Questa settimana, nella nostra rubrica TOP 10, siamo andati alla scoperta dei 10 monumenti vista mare più belli d’Italia, un’impresa assai ardua, lo sappiamo, quindi ci limitiamo ad aggiungere “secondo noi”. Li abbiamo scelti da Nord a Sud.

1.Castello Vecchio di Duino (Trieste, Friuli Venezia Giulia)

Sicuramente è uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi d’Italia. Apre la nostra TOP 10 il Castello Vecchio di Duino, a pochi chilometri da Trieste che, secondo la leggenda, ospiterebbe ancora il fantasma di una nobildonna che ancora oggi appare di tanto in tanto ai visitatori tenendo tra le mani una candela. Dal mare si vede anche lo scoglio velato, che ricorda questa tragica figura. Tuttavia, il castello, nel corso dei secoli, ha ospitato personalità di spicco della politica, della cultura e persino teste coronate, come la famosa principessa Sissi. Ma anche lo scrittore Rainer Maria Rilke, che amava questo luogo, al quale è dedicato il sentiero panoramico che costeggia le scogliere a picco sul mare e porta proprio al castello.

2. Campanile di San Marco (Venezia)

Il Campanile di San Marco è uno dei simboli di Venezia e uno dei monumenti più famosi d’Italia. Non solo, con i suoi 98,6 metri è anche uno dei più alti d’Italia. Con la sua forma semplice e squadrata, sembra dare il benvenuto a chi arriva dal mare, tanto che i veneziani lo chiamano affettuosamente El paròn de casa (Il padrone di casa). Infatti, la sua prima versione, quella del IX secolo, era quella di torre di avvistamento e di faro. Nel corso dei secoli, poi, è stato rimaneggiato diverse volte fino ad assumere l’aspetto odierno. Il campanile come lo conosciamo oggi è stato inaugurato nel 1912, in occasione della Festa di San Marco. Nel 1932, poi, lungo la canna è stato installato un ascensore che permette ai visitatori di ammirare dall’altro il panorama di Venezia e raggiunge la cella campanaria in appena 30 secondi.

3. Il Gigante di Monterosso (Monterosso, La Spezia, Liguria)

Il Gigante di Monterosso è forse uno dei monumenti più particolari d’Italia. Si trova nell’omonima località delle Cinque Terre, in provincia di La Spezia. La statua, alta ben 14 metri e pesante 1700 quintali, raffigura il dio del mare Nettuno ed è stata realizzata nel 1910 per decorare Villa Pastine. Durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, il colosso è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti ma continua ancora oggi a vigilare sulla villa e sulla spiaggia, dalla quale è ben visibile in tutta la sua imponenza.

4. La Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro (Pesaro, Marche)

Dall’arte classica a quella moderna. La “Sfera con sfera” di Arnaldo Pomodoro si può trovare in diverse città del mondo, tra cui New York, San Francisco, Dublino e Tel Aviv. Ebbene, anche l’Italia ne ha una. Si trova in Piazzale della Libertà, a Pesaro, ed è posizionata sulla superficie dell’acqua di una fontana affacciata sul Mar Adriatico. La Sfera, realizzata in bronzo fuso, rappresenta il dualismo della realtà: è infatti lucida e levigata all’esterno e ricca di meccanismi e arzigogoli all’interno. È uno dei simboli della città e luogo di ritrovo per pesaresi e visitatori.

5. La Villa di Tiberio (Sperlonga, Latina, Lazio)

Nel cuore della Riviera di Ulisse, a Sperlonga, in provincia di Latina, si trova la splendida Villa di Tiberio, dimora estiva dell’imperatore romano. La villa, che comprende diversi ambienti, tra cui quelli residenziali, le terme e le stalle è un capolavoro architettonico della Roma antica e comprende anche il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, che custodisce i reperti rinvenuti in loco e anche le statue che in origine si trovavano all’interno della meravigliosa Grotta di Tiberio, anch’essa collegata alla villa imperiale.

6. Castel dell’Ovo (Napoli, Campania)

La sua famosissima sagoma spicca nel panorama del Golfo di Napoli, di cui è uno dei simboli. Castel dell’Ovo è il più antico della città e deve il suo nome a una leggenda assai curiosa. Si racconta infatti che il poeta Virgilio avrebbe nascosto nei suoi sotterranei un uovo magico, che aveva non solo il potere di mantenere in piedi la stessa fortezza, ma anche di proteggere l’intera città da sventure e guerre. Al punto che, nel XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa di un parziale crollo dell’arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico su eventuali future catastrofi, la sovrana dovette giurare di avere messo l’uovo in sicurezza. Il castello si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, di fronte a via Partenope, sull’antico isolotto di Megaride.

7. Chiesa di Santa Maria dell’Isola (Tropea, Vibo Valentia, Calabria)

È una delle chiese sul mare più belle d’Italia. Santa Maria dell’Isola, a Tropea è uno dei luoghi simbolo della Calabria e deve il suo nome al fatto che, in origine, lo scoglio su cui sorge era interamente circondato dal mare. Le sue origini risalirebbero a un insediamento di eremiti greci prima dell’anno Mille. All’epoca, infatti, Tropea era sotto la giurisdizione ecclesiastica di Bisanzio e il santuario rimase di rito ortodosso fino all’arrivo dei Normanni, nel 1040 d.C. Nel 1066 la chiesa fu donata da questi ultimi all’abate di Montecassino Desiderio, poi divenuto Papa con il nome di Vittore III. Ancora oggi, sia la chiesa che l’isola su cui sorge appartengono all’abbazia di Montecassino.

8. Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae (Santa Maria di Leuca, Lecce, Puglia)

Un nome assai suggestivo per questa basilica santuario. Santa Maria de Finibus Terrae si trova infatti proprio sulla punta del “tacco” dello stivale italico, in un punto panoramico incredibile che consente di ammirare “l’abbraccio” tra il Mar Adriatico e il Mar Ionio. La chiesa, che si trova nella nota località turistica di Santa Maria di Leuca, perla del Salento, si affaccia direttamente sul mare e regala scorci e tramonti di rara bellezza.

9. Il Teatro Antico di Taormina (Taormina, Messina, Sicilia)

Costruito dai greci nel III secolo a.C, il Teatro Antico di Taormina offre ai visitatori e agli spettatori che ogni anno assistono ai numerosi spettacoli che ancora vanno in scena un panorama unico al mondo. Si affaccia infatti sia sull’Etna che sul Mar Ionio e può ospitare ben 10 mila posti a sedere. È una delle tappe obbligate per chi visita Messina e la Sicilia Orientale.

10. Antica Città greca di Tharros (Cabras, Oristano, Sardegna)

Chiude la nostra TOP 10 l’antica città greca di Tharros, che sorge all’estremità meridionale del golfo di Oristano, nella parte centro occidentale della Sardegna, nella penisola del Sinis. Qui, con una splendida vista mare, si concentrano più di due millenni di storia. Tharros, infatti, fu prima un insediamento nuragico, poi un emporio fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana, capoluogo bizantino e, fino al 1070, capitale del Giudicato di Arborea. Oggi, tutto questo si concentra in un anfiteatro naturale affacciato sul mare e delimitato dell’istmo di capo San Marco e dai colli del borgo di San Giovanni in Sinis. Gli scavi sono ripresi dalla metà del XX secolo e vanno avanti ancora oggi, regalando continuamente nuove scoperte.




I 10 nuraghe più belli di Sardegna

I nuraghi della Sardegna costituiscono un unicum nella loro particolarità. Sull’isola se ne contano più di settemila e sono stati costruiti per circa un millennio, dal 1800 all’800 a.C. Candidati a fare il loro ingresso nella lista dei siti UNESCO come patrimonio unico, costituiscono per molti aspetti ancora un enigma. Per esempio, non è ben nota la loro funzione, tra chi sostiene che fossero torri difensive, chi centri amministrativi e chi, invece, centri religiosi o rituali. In ogni caso, chi visita la Sardegna non può mancare una visita a questi “giganti di pietra”. In questa puntata della rubrica TOP 10 siamo andati alla scoperta dei 10 nuraghe più belli di Sardegna.

1.Su Nuraxi (Barumini, SU)

Il complesso di Su Nuraxi, (“il Nuraghe”, in Sardo), è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1997 ed è stato riconosciuto come l’esempio di nuraghe più completo. Si trova nella storica regione della Marmilla, nel Sud Sardegna e risale al 16°-14° secolo a.C.  A scoprirlo, tra il 1950 e il 1957, è stato l’archeologo Giovanni Lilliu. Su Nuraxi è il complesso più importante della Sardegna e offre una preziosissima testimonianza della vita di un villaggio nuragico dell’epoca. Si compone di una torre centrale, circondata da una cinquantina di capanne a pianta circolare, in grado di ospitare tra i 100 e i 1000 abitanti. Si possono visitare le diverse stanze sovrapposte all’interno del nuraghe e scoprire i rituali che qui si svolgevano. Imperdibile anche il villaggio preistorico, fedelmente ricostruito.

2. Nuraghe di Palmavera (Alghero, SS)

Tra la baia di Alghero e il parco di Porto Conte si trovo il Nuraghe di Palmavera, tra i più belli di tutta la Sardegna. L’insediamento, composto da un corpo centrale con due torri e un villaggio di circa cinquanta capanne risale al 15° secolo a.C . Quest’ultimo è visibile solo per un quarto delle sue dimensioni e si pensa che durante l’Età del Bronzo potesse contare ben duecento capanne. Splendido anche il paesaggio circostante, costituito da macchia mediterranea e ulivi secolari, con una vista mozzafiato sulla baia di Porto Conte.

3. Nuraghe La Prisgiona (Arzachena, SS)

Situato in località Capicherà, nel territorio del Comune di Arzachena, a pochi km dalla celebre Costa Smeralda, il Nuraghe La Prisgiona, si trova in una splendida posizione elevata che domina un’area di cinque ettari. Il complesso comprende un nuraghe e un villaggio di circa cento capanne a pianta circolare. All’interno del cortile si può ammirare anche un pozzo ancora funzionante, profondo 7 metri, che custodisce al suo interno numerosi reperti decorati. A 6 km di distanza, in località Malchittu, merita una visita anche lo splendido Nuraghe Albucciu, un interessante complesso che include una torre centrale circondata da un villaggio e dalle famose Tombe dei Giganti, il tutto immerso in un paesaggio caratterizzato da maestose rocce di granito.

4. Nuraghe di Santu Antine (Torralba, SS)

Nella regione del Meilogu, nell’area di Torralba, in provincia di Sassari, si trova invece il Nuraghe di Santu Antine (cioè di San Costantino), uno dei più grandi e meglio conservati di tutta la Sardegna. Chiamato anche “Sa domo de su re”, ha la forma di un triangolo equilatero con tre torri distanziate di circa 42 metri l’una dall’altra. In origine, la torre centrale era alta ben 25 metri. Al suo interno sono stati ritrovati importantissimi reperti archeologici, tra statue, ceramiche e utensili di uso quotidiano. Imperdibile per chi vuole conoscere la storia e la preistoria della Sardegna.

5. Nuraghe di Losa (Abbasanta, OR)

Sull’altopiano basaltico di Abbasanta, a cinque km dal centro cittadino, si trova il misterioso Nuraghe di Losa, che ancora cela moltissimi segreti. La sua particolarità, infatti, consiste nel fatto che era utilizzato per scopi rituali e funerari, come hanno svelato i numerosi reperti trovati nella zona. Spicca la maestosa torre centrale e vale una visita l’interessante Museo Archeologico che si trova all’interno del complesso.

6. Nuraghe Santa Barbara (Macomer, NU)

Circa una trentina di km più a Nord del Nuraghe di Losa, nel comune di Macomer (NU) si trova il Nuraghe Santa Barbara, splendido esempio di architettura megalitica, caratterizzato da una maestosa torre centrale e da un bastione alto quasi nove metri che racchiude un cortile a cielo aperto.

7. Nuraghe Arrubiu (Orroli, CA)

Nel Sud della Sardegna, a Orroli, nel cagliaritano si trova l’impressionante Nuraghe Arrubiu, detto anche “Il gigante rosso” per la sua caratteristica colorazione dovuta ai licheni che lo ricoprono. Risale al 1550 a.C e si compone da una torre centrale circondata da altre cinque torri minori, all’interno delle quali si trova una cinta con altre sette torri che formano una seconda cinta muraria difensiva. Il complesso nuragico, che conta un totale di ventuno torri, ricopre una superficie di cinque ettari. Inoltre, la sua posizione elevate regala una vista mozzafiato sulla campagna circostante che dimostra l’abilità degli antichi nello sfruttare l’ambiente circostante a scopi difensivi.  

8. Nuraghe di Monte Urpinu (Cagliari)

Sopra alla città di Cagliari, in posizione panoramica, si trova il Nuraghe di Monte Urpinu, un piccolo gioiello di grande interesse. Oggi si possono vedere solo poche vestigia, ma si pensa che in origine si trattasse di una grande reggia nuragica con un bastione quadrilobato, circondato da una cinta muraria esterna e un numero imprecisato di torri. Nel corso dei secoli, le sue pietre sono probabilmente state utilizzate per altri scopi. Nel medesimo sito, infatti, si trovano anche i resti delle fortificazioni militari della Seconda Guerra Mondiale e quelli di un forte piemontese del Settecento.

9. Nuraghe Genna Maria (Villanovaforru, SU)

Torniamo nel Sud Sardegna, dove, nell’area di Villanovaforru, si trova il Nuraghe Genna Maria, composto da una torre centrale, costruita a metà dell’Età del Bronzo, a cui in seguito sono stati aggiunti un bastione e quattro torri. Il Nuraghe è situato su una collina, a 408 metri sul livello del mare e offre una vista panoramica di rara bellezza che lascia spaziare la vista dal Golfo degli Angeli a Cagliari al Golfo di Oristano.

 10. Nuraghe Nolza (Meana Sardo, NU)

Chiude la nostra TOP 10 il Nuraghe Nolza , che si trova in località Zoli, a Meana Sardo, nel nuorese. Si tratta di uno dei nuraghi più grandi e meglio conservati del massiccio del Gennargentu e la sua poderosa struttura è stata costruita in varie fasi. Si compone di una torre maggiore al centro, alta 13 metri, e un bastione con quattro torri minori agli angoli, che richiama Su Nuraxi di Barumini. Tutt’attorno, si trova un villaggio di capanne che si estende per più di due ettari, che risale al XVI-XV secolo a.C.

 




I 10 templi più antichi del mondo

Misteriosi, affascinanti, con quell’aria di sacralità che ispira timore reverenziale. Sono i templi, i luoghi sacri con cui l’uomo si è cimentato fin dai tempi più antichi. Ma antichi quanto? In questa puntata della rubrica TOP 10 siamo andati alla scoperta dei 10 templi più antichi del mondo. Ecco quali sono e dove ammirarli.

1.Tempio di Göbekli Tepe (Turchia)

Il tempio più antico del mondo, la cui costruzione risalirebbe a 11.600 anni fa, ben prima della nascita della scrittura, della ruota, dell’agricoltura e dell’allevamento, è quello di Göbekli Tepe, che si trova in cima a una collina nel sud est della Turchia, quasi al confine con la Siria, corrispondente a quella che era l’Alta Mesopotamia. Il santuario è costituito da una serie di cerchi di pietra concentrici e comprende incredibili incisioni di animali e sacerdoti. Si pensa che sia stato costruito da cacciatori e raccoglitori. Incluso nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è stato scoperto alla metà degli anni Novanta Sdall’archeologo tedesco Klaus Schmidt. Le rovine sono così estese che per portarle tutte alla luce, secondo quanto dichiarato dal direttore degli scavi nel 2008, potrebbero volerci altri 50 anni. E chissà quanti segreti può ancora rivelare.

2. Stonehenge (Gran Bretagna)

Situato su una collina appena fuori Salisbury, nel sud del Regno Unito, Stonehenge è il cerchio di pietre più famoso e misterioso del mondo, che attira ogni anno visitatori da tutto il mondo. La sua costruzione risale a 5000 anni fa e, ancora oggi, queste pietre sono avvolte da un alone di mistero. Tra le varie interpretazioni sulle sue funzioni c’è quella che lo vuole come luogo di culto degli antenati e un tempio dei druidi, altri pensano che le pietre formassero un tempio cerimoniale allineato con il sole e le stelle. Oggi, la maggior parte dei visitatori deve accontentarsi di ammirare il cerchio di pietre da lontano, ma durante i solstizi estivi e invernali ci si può avvicinare a Stonehenge e percepirne l’energia e la magia.

3. Ziggurat di Ur (Iraq)

Con i suoi 4000 anni abbondanti, anche la Ziggurat di Ur, che si trova nella provincia di Dhl Qar, nel moderno Iraq, corrispondente all’antica Mesopotamia, entra di diritto nella nostra TOP 10 dei templi più antichi del mondo. Conosciuta anche come la Grande Ziggurat, è stata fatta costruire da re Ur Nammu e ha la tipica struttura piramidale a gradoni, per rappresentare sia il potere della città e del suo sovrano che la grandezza del Dio. Si pensa che sia solo una delle ziggurat che facevano parte di un complesso religioso più ampio. Lo storico greco Erodoto la visitò durante uno dei suoi viaggi e riportò che sulla sua cima vie era un santuario. La ziggurat è stata restaurata la prima volta del re babilonese Nabonldo, nel 600 a.C. e poi da Saddam Hussein negli anni Ottanta del secolo scorso.

4. Ħaġar Qim (Malta)

Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il complesso di Ħaġar Qim, sull’isola di Malta, risale a 3700 a.C ed è uno dei meglio conservati del mondo. È formato da grandi lastre di pietra, ta cui un enorme monolite dal peso di ben 20 tonnellate. Ancora oggi, gli archeologi sono stupiti come civiltà senza tecnologie e macchinari siano riusciti a costruire un luogo di culto imponente come questo. Ad appena 500 metri di distanza si trova anche il tempio di Mnajdra, anch’esso formato da nicchie e absidi. Entrambi i luoghi di culto si trovano su una collina che guarda il mare e sono dedicati al culto del sole e celebrano l’alternarsi delle stagioni. Durante gli equinozi, i raggi penetrano all’interno di entrambe le strutture grazie a un foro ellittico ricavato nella dura pietra.

5. Templi di Ġgantija (Gozo, Malta)

Dall’isola principale dell’arcipelago, Malta, ci spostiamo nella più piccola Gozo, dove si trova il complesso di templi neolitici di Ġgantija, il cui nome significa “dei giganti” in maltese. E sul perché non ci sono dubbi. Alcune delle pietre, infatti, pesano fino a 50 tonnellate e sono alte più di 5 metri. Le leggende che ancora si possono ascoltare dalla gente del posto raccontano di giganti che risiedevano qui. In realtà, gli archeologi ritengono che si tratti di un luogo sacro per celebrare il culto della fertilità, dal momento che la forma dei templi ricorda la figura femminile. Inoltre, qui è stata trovata una grande quantità di ossa di animali, segno che qui venivano compiuti sacrifici rituali. La data di nascita? Circa il 3600 a.C.

6. Hal Saflieni Hypogeum (Malta)

L’ipogeo di Ħal-Saflieni è l’unico tempio preistorico sotterraneo al mondo. Costruito tra il 3600 e il 2500 a.C, si trova a Paola, sull’Isola di Malta. Si ritiene che in origine fosse un santuario e che successivamente sia diventato una necropoli, che ospitava i resti di circa settemila persone. Fu scoperto per caso nel 1902 e per molto tempo gli archeologi tennero il ritrovamento segreto per poter completare i lavori. Gli enormi gradini di pietra calcarea conducono attraverso stretti passaggi che si inoltrano sotto terra, svelando una serie di rovine uniche al mondo. L’Ipogeo è dedicato all’alternarsi delle stagioni e la camera interna, chiamata “The Holy of Holles” è orientata in modo da essere inondata dalla luce che filtra dall’alto nel solstizio d’Inverno.

7. Palazzo di Cnosso (Creta)

Fondamentale testimonianza della cultura minoica, la più sofisticata d’Europa, il Palazzo di Cnosso, sull’isola di Creta, può essere annoverato tra i templi più antichi del mondo poiché all’interno di questa sontuosa residenza, composta da migliaia di stanze, erano inclusi numerosi santuari dedicati al culto di diverse divinità. Gli archeologi concordano nel fissare la sua costruzione tra il 2000 e il 1900 a.C.

8. Tempio di Amada (Egitto)

Anche se dall’esterno si direbbe molto più modesto dei più celebri templi egizi, il Tempio di Amada, è il più antico della regione della Nubia. Costruito attorno al 1500 a. C dal faraone Tutmosi III della XVIII dinastia, è dedicato ad Amon, il dio patrono di Tebe, e a Ra-Horakty. Splendidi i rilievi dipinti al suo interno, che mostrano il Tutmosi III e suo figlio Amenhotep II abbracciati agli dei. Il tempio è sopravvissuto anche al suo spostamento, piuttosto impressionante. Per impedire che fosse sommerso dalle acque del lago Nasser, tra il 1964 e 1975, gli egittologi e gli architetti francesi lo smontarono e lo ricostruirono a 2,5 km dalla sua posizione originaria. Una storia molto simile al grande tempio di Abu Simbel.

9.Tempio funerario di Hatshepsut (Egitto)

Nella nostra TOP 10 anche il tempio funerario della regina Hatshepsut, la seconda donna faraone a sedere sul trono dell’Antico Egitto. Costruito attorno al 1479 a.C, è stata costruito scavando una parete di roccia nella valle di Deir el-Bahari ed è inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il tempio, che sorge accanto alla tomba della regina, è stato fatto costruire da Thutmosi III, suo figlio ed erede. Negli anni Sessanta, gli scavi di un gruppo di archeologi polacchi hanno portato alla luce splendidi rilievi e dipinti ancora del loro colore originale. Il tempio di Hatshepsut è dedicato al culto del Sole e, il giorno del solstizio d’Inverno, la luce solare si irradia nel santuario e illumina la statua del dio Osiride.

10.Tempio di Luxor (Egitto)

Chiude la nostra TOP 10 uno dei templi più famosi d’Egitto, il tempio di Luxor. Costruito tra il 1400 e il 1000 a.C. dai faraoni Amenofi III e Ramesse II in onore del dio Amon, è stato definito il museo a cielo aperto più grande del mondo. Nel corso dei secoli, anche il faraone Tutankhamon e Alessandro Magno hanno aggiunto delle cappelle e sulle rovine c’è anche una moschea ancora oggi utilizzata. Il vastissimo complesso sacro è un armonico agglomerato di strutture antiche e moderne ed è uno dei templi più visitato del mondo. In passato, era collegato al tempio di Karnak, distante più di 3 km, dal suggestivo Viale delle Sfingi, composto da 600 statue.




Le 10 spiagge colorate più belle del mondo

Dopo avervi presentato le spiagge nere più belle del mondo, questa settimana la rubrica TOP 10 vi porta alla scoperta delle 10 spiagge colorate più belle del mondo. E ce ne sono davvero di tutti i colori, anche i più incredibili.

1. Hyams Beach (Australia)

 La spiaggia di Hyams Beach, che si trova nel villaggio omonimo di appena 120 abitanti, a poca distanza da Shoalhaven, nello Stato del Nuovo Galles del Sud, in Australia, è entrata nel Guinness dei Primati in qualità di “spiaggia più bianca del mondo”. Il suo colore ha davvero dell’incredibile, come quello del mare che la lambisce, tra sfumature azzurre e riflessi argentei. Come se tutta questa bellezza non bastasse, dei dintorni si trovano due parchi nazionali e un giardino botanico con specie di flora e fauna uniche al mondo. Indispensabili gli occhiali da sole e la crema solare ad alta protezione perché i riflessi del sole qui sono davvero accecanti.

2. Spiaggia rosa di Budelli (Sardegna, Italia)

Fragile e delicatissima, la spiaggia Rosa di Budelli, è un piccolo grande tesoro italiano. Si trova sull’omonima isola, facente parte dell’arcipelago della Maddalena, a nord est della Sardegna. Il suo insolito e spettacolare colore è dovuto al disfacimento dei gusci calcarei di Miniacina miniacina, dei bioclasti che hanno origine nelle praterie di Posidonia oceanica, portate sulla spiaggia dalle correnti marine. La spiaggia di Budelli si trova all’interno di un’area protetta e si può vedere da lontano, accompagnati da una guida del parco, dal mare o a piedi. Questo per preservare la sua unicità. Nel corso degli anni, infatti, il furto della sua incredibile spiaggia, unita all’azione delle maree, ne ha ridotto notevolmente le dimensioni.

3.Pfeiffer Beach (California, USA)

Nella nostra TOP 10 anche la spettacolare Pfeiffer Beach, che si trova lungo la Big Sur, alla fine della Sycamore Canyon Roas, 250 km a sud di San Francisco, in California. Si tratta di una spiaggia arcobaleno, che cambia colore a seconda dei riflessi e dei momenti della giornata, spaziando dal viola al rosa, dal porpora al lilla. E tutto grazie alla presenza di granato di manganese, di cui sono fatte le colline circostanti. A completare questa meraviglia della natura, c’è lo spettacolo delle formazioni rocciose, tra cui il Keyhole Arch, un imponente arco di roccia naturale su cui il sole al tramonto si affaccia. E proprio il tramonto è il momento più magico, quando la sabbia si tinge di viola.

4.Kaihalulu (Hawaii, USA)

Talmente surreale da essere ribattezzata “la spiaggia infernale”. La spiaggia di Kaihalulu, si trova sull’isola di Maui, alle Hawaii e il suo incredibile colore, un rosso scuro e cupo, circondato da rocce nere, creano un’atmosfera spaventosa e sublime al tempo stesso, in contrasto con le acque limpide dell’Oceano. Raggiungerla non è facilissimo, perché la spiaggia è incastonata tra scogliere imponenti, anch’esse di un rosso cupo, che sembrano proteggerla dal turismo di massa. Si può anche fare il bagno in una splendida piscina naturale dalle acque tranquille, protetta dalle correnti dall’abbraccio di alcuni scogli. La natura pensa a tutto.

5. Papakolea Beach (Hawaii, USA)

Ebbene sì! Esistono anche le spiagge verdi. Non per la presenza di piante o arbusti, ma proprio per il colore della sabbia. Sono solo quattro al mondo e la più spettacolare è quella di Papakolea, che si trova sull’isola di Ohau, nelle Hawaii. Incastonata in un anello di tufo di origine vulcanica, deve il suo incredibile colore alla presenza di olivina, un minerale ricco di ferro e magnesio, che ha dato origine a uno spettacolo davvero mozzafiato. Vista da lontano, la spiaggia appare completamente verde, ma più ci si avvicina più si notano dei meravigliosi riflessi dorati. Le altre tre spiagge verdi al mondo, invece, sono Talofofo Beach (isola di Guam), Punta Cormorant (Isole Galapagos) e Hornidalsvatnet (Norvegia).

6. Ramla il-Hamra (Malta)

Un’altra spiaggia dai colori incredibili è quella di Ramla il-Hamra, che si trova sull’isola di Gozo, nell’arcipelago delle isole Maltesi. Si trova sulla costa nord occidentale, tra le baie di Marsalforn e San Blas. Il suo colore è più unico che raro: si tratta infatti di sabbia giallo oro con sfumature arancioni e ambrati, dovuti a un mix di sedimenti vulcanici e calcarei. L’effetto è quello di una spiaggia “baciata dal sole” anche nelle giornate nuvolose. Sulla spiaggia poi ci sono delle splendide dune e le sue acque sono basse e tranquille, ideali per lo snorkeling e le nuotate.

7. Rabida (Galapagos)

Conosciuta anche come Isola Rossa, la spiaggia di Rabida, una piccola isola dell’arcipelago delle Galapagos, sembra presa in prestito da Marte per le sue incredibili sabbie rosse, circondate da alte scogliere. Il suo incredibile colore è dovuto alla grande quantità di ferro presenti sull’isola, di origine vulcanica. Il valore aggiunto, però, è la grande quantità di flora e fauna locale che si può incontrare venendo qui. Tra questi una colonia di leoni marini molto amichevole, che amano nuotare insieme ai visitatori, e poi, iguana, lucertole delle sabbie, pellicani, pinguini delle Galapagos, tartarughe marine verdi e diverse specie di uccelli.

8. Reethi Beach (Maldive)

Tra le spiagge più incredibili c’è Reethi Berach, che si trova nell’atollo di Baa, alle Maldive, a circa 105 km dall’aeroporto di Malè. La sua incredibile caratteristica è quella di illuminarsi di notte, grazie al fenomeno della bioluminescenza che la trasforma in un capolavoro luccicante. Questo fenomeno è dovuto alla presenza di dinoflagellati, organismi unicellulari che danno l’impressione che letteralmente, la sabbia brilli.

9. Glass Beach (California, USA)

Nell’incredibile spettacolo offerto da Glass Beach, nelle vicinanze della città di Fort Bragg, in California, c’è la mano dell’uomo. La sabbia è formata da tanti piccoli frammenti di vetro colorato, che riflette colori incredibili. La ragione è che qui, nel secolo scorso, c’era una discarica di vetro e, nonostante le operazioni di bonifica, non è stato possibile eliminarlo tutto. L’azione delle acque ha poi levigato ed eroso i frammenti, dando origine a una spiaggia di spettacolare bellezza, di tutte le sfumature dell’arcobaleno.

10. Spiaggia rossa di Santorini (Grecia)

Chiude la nostra TOP 10 la Spiaggia Rossa di Santorini, una delle più belle e incredibili del Mediterraneo. Situata nella parte sud occidentale dell’isola, a poca distanza dal sito archeologico di Akrotiri, è caratterizzata da una sabbia rossa scura con granelli neri ed è circondata da lastra di roccia vulcanica. Queste sfumature sono dovute a una catastrofica eruzione vulcanica, avvenuta nel 1628 a.C. La spiaggia non è di grandi dimensioni e si può raggiungere soltanto a piedi o in battello. Ma ne vale la pena.




I 10 spettacoli naturali più belli del mondo

Quante volte vi siete sorpresi di fronte allo spettacolo della natura? Laghi, tramonti, deserti, formazioni rocciosi, panorami mozzafiato, colori che sembrano attinti dalla tavolozza di un pittore. Ma, a volte, la realtà supera la fantasia. E questa settimana, nella nostra rubrica TOP 10, siamo andati alla ricerca dei 10 spettacoli naturali più belli del mondo. E vi diciamo già che sceglierne solo 10 è stata un’impresa.

1. L’aurora boreale

Chi l’ha vista dal vivo giura che non esiste al mondo spettacolo più bello. E non possiamo che essere d’accordo. L’aurora boreale è una danza di strisce luminose, dai colori che spaziano dal verde all’azzurro al bianco, ma anche dal rosso al magenta (più rare). Il fenomeno è dato quanto il vento solare, cioè un flusso di particelle, protoni o elettroni, vengono attirate dal campo magnetico della Terra verso uno dei due Poli e vengono a contatto con la ionosfera terrestre. Una curiosità: il nome corretto del fenomeno è “aurora polare”, che assume quello di aurora boreale, quando si verifica nei pressi del Polo Nord, e di aurora australe, quando è visibile vicino al Polo Sud. Le aurore più belle e famose si possono ammirare in Islanda, Finlandia, Svezia e Norvegia tra metà settembre e metà aprile.

2. Cappadocia (Turchia)

Con il suo paesaggio surreale, che sembra creato da un mago degli effetti speciali, la Cappadocia, una regione semi arida della regione dell’Anatolia centrale, in Turchia, è sicuramente uno dei paesaggi naturali più suggestivi del mondo.  È caratterizzata dai famosi “camini delle fate”, formazioni rocciose dalla forma conica color miele, creata dal raffreddamento della lava di una grande eruzione vulcanica, circa 60 milioni di anni fa. Oggi, la Cappadocia è una delle zone più visitate della Turchia e, attorno ai “camini”, sono sorti resort a cinque stelle, persino all’interno dei camini o di grotte, ristoranti e locali, pronti ad accogliere i turisti che arrivano qui. Tra le attrazioni anche le splendide chiese rupestri bizantine e le città sotterranee. Ogni giorno, poi, circa 150 mongolfiere si alzano in volo per ammirare dall’alto, attraverso un volo lento, questo spettacolo della natura.

3. Atacama, il deserto fiorito (Cile)

È un fenomeno raro e spettacolare, soprattutto perché si verifica ogni sette anni (circa). È il deserto fiorito di Atacama, nel Cile settentrionale. Questa area di 105 kmq, situata tra la cordigliera delle Ande e la cordigliera della costa pacifica è considerata la più arida della Terra, perfino più della Death Valley. Sul suo cielo non si formano mai nubi, quindi piove molto di rado. Quando accade, però, il deserto si ricopre di fiori rosa, appartenenti a circa 200 specie diverse. Le volte in cui si è manifestato il raro fenomeno si contano sulla punta delle dita. L’ultima è stata nel 2017 quando sono caduti 95 mm di acqua. Nel 2020 le precipitazioni si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, piante e fiori sono nate ugualmente, consentendo anche la ripopolazione del lama selvatico, che si nutre di guanaco. Gli abitanti del luogo, poi, quando il deserto fiorisce, raccolgono i fiori e li utilizzano per confezionare composizioni e biglietti beneauguranti.

4. Il Deserto di Sale (Bolivia)

Nella nostra TOP 10 entra un altro deserto il Salar de Uyuni, il più grande deserto del sale del mondo, con un’estensione di 10.582 kmq, quanto l’Abruzzo, e 10 miliardi di tonnellate di sale. Situato a 3650 metri di altezza, nell’altopiano andino meridionale della Bolivia, è un luogo dall’aspetto quasi magico, dove i contorni si confondono grazie a un singolare gioco di riflessi. Al punto che sembra di camminare sospesi tra il cielo e la terra. Il deserto si è formato circa 40 mila anni fa da un gigantesco lago che, prosciugatosi, ha formato gli attuali laghi Poopò e Uru Uru e due deserti salati, il Salar de Coipassa e, appunto, l’enorme Salar de Uyuni. Un’antica leggenda Inca racconta che qui sarebbero presenti gli Ojos del Salar, “gli occhi di sale”, una sorta di pozze invisibili per il forte riflesso, che in passato inghiottivano uomini e carovane.

5. Le onde fluorescenti di Sidney (Australia)

Un fenomeno del tutto naturale, e innocuo, ma di sicuro effetto, sono le onde bioluminescenti che si possono osservare all’inizio della primavera dalla spiaggia di Manly, vicino a Sidney, in Australia. Al buio, sembra che le onde siano illuminate da tante luci LED. In realtà, si tratta della fioritura di una particolare specie di alghe unicellulari, la Noctiluca scintillans. La rarità del fenomeno è dovuto al fatto che, di solito, avviene in alto mare, ma a volte, a causa di particolari correnti, le alghe luminescenti vengono spinte verso la riva, regalando uno spettacolo romantico e di sicuro effetto. Il fenomeno è stato osservato anche in Tasmania e alle Maldive.

6. Le Montagne Arcobaleno di Zhangye Danxia (Cina)

L’opera di un pittore impressionista? L’installazione di un artista? No, sono le Montagne Arcobaleno, nel Parco Geologico nazionale di Zhangye Danxia, nella provincia di Gansu, in Cina. Il parco si estende per 510 kmq ed è caratterizzato da formazioni rocciose dai colori incredibili, alcune aguzze, altre smussate dal tempo. Gli strati multicolore, che si sono formati nel corso dei secoli dall’erosione dell’arenaria e grazie ai minerali di origine oceanica presenti nella roccia, sembrano mutare e cambiare tonalità a seconda dei giochi di luce e ombra. I colori spaziano dal viola al rosso, dal verde al giallo al grigio, cambiando tonalità sotto la luce solare. Solo la natura poteva realizzare un capolavoro così!

7. La tempesta di fulmini del Catatumbo (Venezuela)

Un altro fenomeno di straordinaria bellezza che ci sentiamo di inserire nella Top 10 sono i Fulmini rossi del Catatumbo, che si verifica in un solo luogo del mondo: sulla foce del fiume Catatumbo, nel punto in cui si riversa nel lago Maracaibo, in Venezuela. Qui i temporali si verificano per 140-160 notti all’anno, per circa 10 ore consecutive, con una media di 280 fulmini all’ora e 1,2 milioni all’anno. Il bagliore rossastro è visibile fino a 400 km di distanza e molti, in passato e nel presente, li considerano un faro naturale per orientarsi. Il fenomeno è dovuto alla particolare conformazione geografica. Il Lago di Maracaibo è situato infatti a ridosso del Mar dei Caraibi ed è circondato a ovest dalla Sierra de Perijà e a est dalla cordigliera delle Ande. Qui si incanalano i venti caldi provenienti dal mare, che tendono a salire verso l’alto, scontrandosi con le correnti fredde delle montagne, formando nubi cariche di elettricità. Il meccanismo dei fulmini, poi, è alimentato dal metano prodotto dalla decomposizione del materiale organico presente sul delta del fiume. Et voilà…Il capolavoro della natura è servito!

8. Le pietre “scivolanti” della Death Valley (USA)

È rimasto per molto tempo un mistero e qualcuno ha tirato in ballo anche il soprannaturale. Invece, il fenomeno delle sliding rocks, che si verifica a Racetrack Playa, nel Parco Nazionale della Death Valley, in California, è del tutto naturale. Qui, infatti, grandi massi, che in alcuni casi arrivano a pesare anche 300 chili, si spostano lasciando sulla superficie fangosa del deserto delle lunghe strisce. La spiegazione è arrivata nel 2014, quando i geologi si sono messi a studiare e a filmare il fenomeno. Racetrack Playa sorge infatti su un lago asciutto e piatto. A spostare i massi sarebbero i sottili strati di ghiaccio che si formano quando la il letto dell’ex lago si riempie di acqua piovana. Un ulteriore fattore sarebbero i venti, che “darebbero la spinta” alle pietre. Il fenomeno si è accentuato negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti climatici.

9. L’arcobaleno lunare

Certo, non ha la stessa intensità di colori dell’arcobaleno che siamo abituati a vedere dopo un temporale di giorno, ma l’arcobaleno lunare è un fenomeno naturale molto raro, notturno, che di sicuro colpisce. È generato dalla luce riflessa sulla superficie della luna, anziché quella diretta del sole, e l’arco colorato appare sempre dalla parte opposta dell’astro. Per scorgere l’arcobaleno lunare, le condizioni atmosferiche devono essere ottime, con il cielo scuro e la luna piena. In genere, questi arcobaleni si osservano poco dopo il tramonto o poco prima dell’alba, in prossimità delle cascate, dove le goccioline d’acqua sospese dalla forza del salto permettono di disperdere meglio la luce riflessa della Luna. Gli arcobaleni lunari, infatti, si possono osservare più facilmente presso le maestose Cascate Vittoria, situate tra lo Zambia e lo Zimbabwe, presso le cascate dello Yosemite, in California, ma anche nelle lussureggianti foreste della Costa Rica e alle Hawaii. Proprio nell’isola di Maui, nei pressi di Kaanapali, il 26 febbraio 2013 è stato osservato un doppio arcobaleno lunare.

10. L’eucalipto arcobaleno

Forse è più “discreto” dei fenomeni naturali che lo precedono in questa Top 10, ma abbiamo deciso di inserire anche l’Eucalyptus Deglupta, uno splendido albero dal tronco arcobaleno che può raggiungere i 70 metri di altezza e i 2 di diametro.  La sua caratteristica è il tronco dalle sfumature multicolore, che spaziano dal rosso al viola, dal blu al marrone. Durante la “muta”, infatti, la corteccia si sfalda e lascia emergere quella interna, di colore verde che, tuttavia, al contatto con l’aria, si colora di sfumature variopinte. L’eucalipto arcobaleno è originario delle Filippine, ma si trova anche alle Hawaii, in Indonesia, in Sri Lanka e in Polinesia Francese. Ora chiudete gli occhi e provate a immaginare una foresta multicolor!




I 10 ponti più lunghi del mondo

Mentre si torna a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, questa settimana la rubrica TOP 10 è andata alla ricerca dei 10 ponti più lunghi del mondo. E ha scoperto che sono quasi tutti in Asia. Ecco quali sono.

1.Danyang-Kunshan Bridge (Cina)

Il podio di “ponte più lungo del mondo” va al Danyang-Kushang di ben 165 km. Si trova in Cina e collega Shanghai a Nanjiing, nella provincia di Jiangsu. La sua costruzione è iniziata nel 2006 ed è terminata nel 2010, impiegando più di 10 mila persone, con un costo di 8,5 miliardi di dollari. La sua lunghezza da record è dovuta al fatto di dover attraversare canali, fiumi, laghi e distese di risaie. Per 9 km passa sulle acque del lago Yangcheng. Ogni giorno è percorso da 2 milioni di persone, sia in macchina che in treno.

2. Changkua-Kaohsiung (Taiwan)

Al secondo posto troviamo il Changkua-Kaohsiung a Taiwan, con appena 7 km di differenza dal Danyang-Kushang. Misura infatti 157 km e collega le città di Taipei e Kaohsiung. Completato nel 2007, è una parte fondamentale della linea Taiwan High Speed Rail ed è stato costruito seguendo scrupolosi criteri antisismici, attraversando la zona geografica tra Baguazhang e Zouying ad alto rischio sismico. È percorso ogni giorno da treni ad alta velocità.

3. Cangde Grand Bridge (Cina)

Terzo podio per un altro ponte cinese, il Cangde Grand Bridge, lungo 115 km e 900 metri. Come il Danyang-Kushang si trova anch’esso lungo la linea ad alta velocità Beijing-Shanghai ed è stato completato nel 2010. Il viadotto conta in tutto 3092 pilastri.

4. Tianjin Grand Bridge (Cina)

La Cina domina ancora la nostra TOP 10. Al quarto posto, infatti, troviamo il Tianjin Grand Bridge, lungo 113 km e 700 metri e collega Langfang e Qingxian servendo sia un’autostrada che una linea ferroviaria ad alta velocità. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 2006 per concludersi nel 2011.

5.Weinan Weihe Grand Bridge (Cina)

Anche il quinto ponte più lungo del mondo si trova in Cina. È il Weinan Weihe e misura poco meno di 80 km. Il viadotto fa parte della Zhengzhou–Xi’an High-Speed Railway e quando fu inaugurato, nel 2008, per poco detenne il titolo di “ponte più lungo del mondo”. Attraversa il fiume Wei, uno dei fiumi più importanti e lunghi della Cina, collegando Zhebgzhou e Xian.

6. Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge (Cina)

Sesto posto per un altro ponte cinese, il Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge che collega Hong Kong, Zhuhai e Macao ed è lungo 55 km e 717 metri. Il ponte è stato inaugurato nel 2017 dopo 8 anni di lavori, utilizzando 400 mila tonnellate di acciaio e con un costo di circa 7 miliardi di dollari. Tra le sue particolarità c’è la sua forma che ricorda quella di un dragone cinese e un tunnel sottomarino di 7 km incluso nel suo percorso.

7. Bang Na Expressway (Thailandia)

Al settimo posto troviamo il primo ponte non cinese, il Bang Na Expressway, in Thailandia. È lungo 54 km ed è stato il ponte più lungo del mondo fino al 2004. Il progetto del 1994 è dell’architetto americano Louis Berger ed è stato completato nel 2000. Il suo percorso si snoda quasi tutto sulla terraferma, a eccezione di un piccolo tratto che attraversa un fiume.

8. Beijing Grand Bridge (Cina)

Torniamo di nuovo in Cina per l’ottava posizione, occupata da Beijing Grand Bridge che si estende per 48 km e 153 metri sulla linea ad altra velocità Beijing-Shanghai. Si trova a Pechino e la sua costruzione è terminata nel 2010. La sua inaugurazione, invece, risale al 2011.

9. Haiwan Bridge (Cina)

Con i suoi 41 km e 850 metri, in nona posizione della nostra TOP 10 della settimana troviamo l’Haiwan Bridge, che collega la città di Qingdao con la sua periferia attraversando la parte settentrionale della baia di Jiaozhou.  Detiene, però, il primato di ponte marittimo più lungo del mondo.

10. Ponte sul lago Pontchartrain (Stati Uniti)

In decima posizione troviamo il primo ponte non asiatico e anche il più “vecchio”. Il Pontchartrain è stato aperto al traffico nel 1956 e completato definitivamente nel 1969 con una spesa di 76 milioni di dollari. È lungo 39 km e collega New Orleans alla sua area urbana, dimezzandone i tempi di percorrenza. Ogni giorno lo attraversano 12 milioni di veicoli, per lo più camion e mezzi pesanti.




Le 10 scalinate più belle del mondo

Alcune sono vere e proprie opere d’arte, altre sono contornate da paesaggi mozzafiato, altre ancora sono famosissime per vicende storiche o come location di film. Torna anche questa settimana le rubrica TOP 10. Questa volta abbiamo provato ad andare alla ricerca delle 10 scalinate più belle del mondo.

1.Estrada Selaròn (Rio de Janeiro, Brasile)

È una scalinata di 125 metri che collega le strade di Joaquim Silva e Pinto Martin, nei quartieri di Lapa e Santa Teresa, a Rio de Janeiro. Il suo vero nome sarebbe Manuel Carneiro, ma è famosa in tutto il mondo con il nome di Estrada Selaròn, dal nome dell’artista cileno che, nel 1990, decise di abbellirla con piastrelle dai colori che omaggiano il popolo brasiliano e la sua bandiera: blu, verde, giallo, per ravvivare una zona della città degradata. La scalinata piacque subito moltissimo, soprattutto gli stranieri, e qui cominciarono a essere girati spot pubblicitari e film.

Si dice che Selaròn era talmente ossessionato dalla sua opera da arrivare a vendere tutti i suoi quadri per acquistare le piastrelle per decorarla, circa 2000. Ma, a mano a mano che la fama della sua scala aumentava, la gente faceva a gara a donare altre piastrelle. Oggi, si stima che provengano da 60 paesi diversi. L’ossessione di Selaròn si protrasse fino alla sua morte: nel 2013 fu trovato morto proprio sulle “sue” scale, in circostanze misteriose.

2.Scalinata di Piazza di Spagna (Roma, Italia)

È sicuramente una delle scalinate più belle e famose del mondo, nonché uno dei simboli di Roma. La celeberrima Scalinata di Piazza di Spagna è stata inaugurata nel 1725 da Papa Benedetto XIII in occasione del Giubileo e il suo nome si deve alla presenza dell’Ambasciata Spagnola. Conduce alla Chiesa di Trinità dei Monti e conta 135 gradini. Ha fatto da sfondo a numerosi film, sia italiani che stranieri, e ha ospitato eventi e sfilate di moda degli stilisti più famosi. In primavera, viene decorata con coloratissime azalee, mentre nel periodo natalizio qui viene allestito uno splendido presepe del 19° secolo.

3.16th Avenue Tiled Steps (San Francisco, USA)

Inaugurata il 27 agosto 2005, la 16th Avenue Tiled Steps di San Francisco, è un capolavoro di 163 gradini, realizzata interamente a mosaico, composta da più di 2000 tessere fatte a mano, per un totale di 75 mila frammenti di piastrelle. I pannelli, uno per ogni scalino, separati tra loro, sono 163. I mosaici creano splendidi giochi di luce. Anche questa scalinata è nata per abbellire un angolo della città, quella del Golden Gate Heights Neihborhood, grazie a un progetto nato nel 2003 che ha visto la collaborazione degli artisti Jessie Audette ed Alice Yee Xavier con tutti gli abitanti del quartiere.

4.San Juan de Gaztelugatxe (Paesi Baschi, Spagna)

Una scalinata di 241 gradini che sembra uscita da un film, anzi, da una serie Tv. Se siete appassionati del genere, forse l’avrete già vista: compare infatti nella settima stagione del Trono di Spade, dove, per la sua bellezza, questa isola collegata alla terraferma da un ponte, che poi si trasforma nella scalinata e porta a un eremo sul promontorio era Dragonstone (Roccia del Drago), dove la famiglia Targaryen viveva dopo l’esilio. Nella realtà, si trova sull’isola di Gaztelugatxe, lungo le coste della Biscaglia, nei Paesi Baschi. Il ponte che la collega alla terraferma è del XIV secolo. La particolarità di questa scalinata è il suo percorso a zig zag per arrivare fino alla chiesa, dedicata a San Giovanni Battista.

5.   El Peñón de Guatapé (Guatapé, Colombia)

Questa scalinata composta da 649 gradini si arrampica su un monolite di roccia alto 2135 metri, El Peñón de Guatapé, nel distretto di Antiochia, in Colombia. Tuttavia, salire fino alla vetta ne vale veramente la pena. Il paesaggio, infatti, è magico e surreale, tra boschi, colline, laghi e una vista che spazia verso l’infinito. La scalinata è stata costruita lungo la parete settentrionale del monolite, sfruttando una frattura della roccia. A circa metà, si trova un tabernacolo dedicato alla Madonna, mentre, in cima, è stata costruita una torretta a tre piani per ammirare al meglio lo spettacolo del panorama circostante. Qui si trovano anche alcuni negozi.

6.   Lion Rock (Sigiriya, Sri Lanka)

La scalinata fa parte del sito archeologico dell’antica Sigiriya, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per raggiungere la cima della roccia, un monolite di origine vulcanica alto 200 metri, dove si trovano i resti di un palazzo reale costruito durante il regno di re Kashapa (477-495 d.C) è necessario salire ben 1200 gradini! Tuttavia, mentre la prima parte del percorso è adatto a tutti, giunti circa a metà, segnalata da due imponenti zampe di leone, il sentiero si fa più complicato, con parti di scalinata che collegano spaccature nella roccia, passaggi stretti e passerelle. Un tratto è caratterizzato da una scala a chiocciola, rinchiusa in una gabbia verticale di protezione. Una volta arrivati in cima, si potrà ammirare una vista mozzafiato e visitare le antiche rovine del palazzo. Lungo il percorso, invece, si possono vedere da vicino alcuni affreschi incredibili sulla parete rocciosa.

7.Scala Elicoidale dei Musei Vaticani (Città del Vaticano)

Un capolavoro di architettura e di arte che entra di diritto nella TOP 10 è la Scala Elicoidale dei Musei Vaticani, o Scala Momo, dal nome dell’architetto che la progettò, Giuseppe Momo. La scala è formata da due scale separate, una che sale e una che scende, e si intrecciano fino a formare una doppia elica. La loro struttura è tale che non si incontrano mai, in modo da facilitare la salita e la discesa dei visitatori. Elegante e simmetrica, la scala elicoidale è stata commissionata da papa Pio XI, nel 1929, e inaugurata il 7 dicembre 1932. Per realizzarla, Momo si è ispirato a quella del Pozzo di San Patrizio di Orvieto, opera del Sangallo. Il Papa intervenne personalmente nel progetto. In origine, infatti, la scalinata era prevista all’esterno, ma il Pontefice volle invece che fosse costruita all’interno, scavando un pozzo nel terrapieno.

8.Inca Stairs (Machu Picchu, Perù)

Un’altra scalinata mozzafiato è l’Inca Stairs, che si trova a Machu Picchu, in Perù. È letteralmente scolpita nella roccia e risale a circa 500 anni fa. Ripida e scivolosa, conduce allo splendido Tempio della Luna, a 2693 metri di altezza. In alcuni punti, per rendere più agevole la scalata, sono stati inseriti dei corrimano di metallo. Tuttavia, se la salita è faticosa, la discesa non è adatta per chi soffre di vertigini. L’inclinazione della scalinata, infatti, in alcuni punti arriva anche al 60%. Arrivati in cima, si può ammirare un panorama da togliere il fiato.

9.Pailon del Diablo Waterfall (Baños de Agua Santa, Ecuador)

Questa scalinata spettacolare, perfetta fusione tra la natura e il lavoro dell’uomo, si trova nella località di Baños de Agua, in Ecuador. Il suo nome, Pailon del Diablo, significa “Calderone del Diavolo” e fa riferimento alla rombante cascata, immersa in un panorama tropicale mozzafiato. I gradini sono formati da ciotoli, che nel corso degli anni sono stati levigati sia dal passaggio delle persone che dall’azione delle acque ed è molto scivolosa. Inoltre, guardando verso il basso, una volta arrivati in cima, per un’illusione ottica si ha l’impressione che i gradini si siano trasformati in un lunghissimo scivolo. Lungo il percorso, poi, sono dislocate alcune piattaforme che consentono di fermarsi per ammirare lo spettacolo della cascata da varie angolazioni e il panorama sulle colline.

10. Half Dome (Yosemite Park, California USA)

Chiudiamo la nostra TOP 10 di questa settimana con una dei simboli del Parco Nazionale dello Yosemite, in California: la scalinata che conduce alla cima dell’Half Dome. Ripidissima e impegnativa, non è di certo per tutti e vanta 400 gradini. Per arrampicarsi fino alla vetta è necessario avere un buon allenamento fisico, inoltre, la salita è contingentata dal rilascio di un permesso, per un massimo di 300 persone al giorno. Arrivare fino alla cima, tuttavia, ne vale la pena. Da lassù, infatti, si può ammirare lo splendido panorama della Yosemite Valley e della High Sierra.




Le 10 piramidi più belle del mondo fuori dall’Egitto

Quelle più famose sono quelle di Giza, in Egitto, ma le piramidi hanno da sempre affascinato l’uomo, forse per la loro imponenza o per quella forma caratteristica che proietta l’essere umano verso il divino. Non a caso, infatti, hanno caratterizzato civiltà sviluppatesi in diversi punti del globo. Ma quali sono le piramidi più belle del mondo fuori dall’Egitto? Siamo andati a cercarle in questa puntata della rubrica TOP 10.

1.Piramidi di Meroe (Sudan)

Patrimonio dell’Umanità UNESCO, le Piramidi di Meroe, in Sudan, sono circa una quarantina la più antica risale alla fine del VI secolo a.C. Si trovano a nord della città di Khartoum, lungo il fiume Nilo e sono più strette più piccole di quelle egizie. Furono costruite come simbolo del potere del regno nubiano di Kush, di cui Meroe era una delle città più importanti. Per seicento anni, Meroe è rimasta il cimitero reale e qui sono sepolti più di quaranta generazioni di re nubiani.

2. Piramidi di Tikal (Guatemala)

Nel dipartimento di Petén, in Guatemala, si trova l’antica città di Tikal, rimasta nascosta nella jungla per quasi 800 anni e riportata alla luce dagli esploratori europei nel 1850. Tra i numerosi monumenti, sono emersi ben sei templi dalla forma piramidale, il più alto dei quali è una piramide alta ben 65 metri e coronata da un luogo di culto dedicato al serpente a due teste. Negli anni Cinquanta del secolo scorso qui è stato istituito il Parco Nazionale di Tikal, diventato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1979.

3. Grande Piramide di Choula (Messico)

Nello Stato Messicano di Puebla si trova quella che sembra una grande collina erbosa ma che, in realtà, è la piramide più grande del mondo, certificata dal Guinness dei Primati. La Grande Piramide di Choula, il cui nome azteco è Tlachihualtepetl, sebbene più bassa della Piramide di Giza, ha una base molto più larga e un volume stimato di più di 4,45 milioni di metri cubi. Quando i colonizzatori spagnoli conquistarono la città, nel XVI secoli, costruirono sulla cima, ricoperta d’erba, una chiesa cattolica.

4. Piramide di Koh Ker (Cambogia)

Lungo il percorso che da Siem Reap porta a Koh Ker si può incontrare una delle rovine Khmer più enigmatiche e affascinanti: un complesso di templi che comprende l’imponente Prasat Thom, una sontuosa piramide a sette gradini, alta 36 metri e larga 55. Oggi, la piramide è avvolta dalla rigogliosa vegetazione, ma si pensa che sulla sua sommità troneggiasse un linga, cioè un simbolo fallico riconducibile al dio Shiva, alto ben quattro metri.

5. Valle delle Piramidi (Bosnia)

Nei pressi di Sarajevo, si trova una valle chiamata “Valle delle Piramidi”. Qui si trovano cinque enormi formazioni dalla caratteristica forma e il sito è considerato il più grande complesso al mondo di strutture piramidale e uno dei siti archeologici più attivi del pianeta. Scoperto solo di recente, è ancora oggetto di studi che contrappongono chi sostiene che si tratti di formazioni naturali e chi, come lo studioso Semir Osmanagìc, ritiene che si tratti delle più antiche costruzioni umane, risalenti a 12 mila anni fa. Tuttavia, per ora non ci sono prove che si debbano attribuire alla mano dell’uomo, ma che, viceversa, siano un capolavoro della natura.

6. Tempio di Brihadishwara (India)

A Thanjavur, nello Stato del Tamil Nadu, nell’India del Sud, si trova l’impressionante Tempio di Brihadishwara, dalla forma piramidale, dedicato al dio Shiva. Fiore all’occhiello dell’architettura religiosa del periodo Chola è l’espressione della grandezza del re Tajajara I ed è formato da diverse sale e santuari colonnati, tra cui 250 linga, simboli fallici riferiti a Shiva che decorano le pareti esterne. All’interno della zona sacra, poi, spicca una delle statue più grandi dell’India, quella del toro Nandi, la cavalcatura di Shiva, attorno al quale si svolgono numerosi riti religiosi. Il tempio piramidale è tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

7. Ziggurat di Ur (Iraq)

Nei pressi di quella che oggi è la città di Nassirya, nella Bassa Mesopotamia, in Iraq, un tempo si trovava la città di Ur, importante centro della cultura Sumera. Qui si trova l’imponente Ziggurat di Ur, che risale alla fine del III millennio a.C, distrutta e ricostruita più volte nel corso della sua storia millenaria. È composta da tre terrazze a gradoni collegate tra loro da gradinate e unite da un’ampia rampa di accesso frontale. Si pensa che questa sia solo la base, unica sopravvissuta alle ingiurie del tempo, e che il monumento fosse in origine molto più alto. A iniziare la sua costruzione fu il re Ur-Nammu per onorare il dio della luna Nanna. Dal 2016 fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

8. Tempio di Candi Sukuh (Indonesia)

Sull’isola di Java, vicino al villaggio di Berjo e sulle pendici boscose del Monte Lawu, un vulcano dormiente, si trova il tempio di Candi Sukuh, che spicca per la sua architettura piramidale, costituendo un unicum tra i monumenti indonesiani. Costruito con rocce vulcaniche andesitiche, copre un’area di 11 mila mq che include un tempio a tre terrazze, una piramide e diverse sculture, la cui particolarità è di essere a tema erotico, tra rappresentazioni degli organi maschili e femminili e figure esplicative dell’educazione sessuale.

9. Piramide Cestia (Italia)

Ebbene sì, anche l’Italia ha la sua piramide di tutto rispetto. Si tratta della Piramide Cestia, che si trova a Roma, nelle immediate vicinanze di Porta San Paolo e compresa nel perimetro del cimitero acattolico. Costruita tra il 18 e il 12 a.C , è la tomba di Gaio Cestio Epulone che la volle in stile egizio. La piramide è in calcestruzzo, con una cortina di mattoni e una copertura di lastre di marmo di Carrara. È alta 36,40 metri e con una base quadrata di 30 metri per lato. Inoltre, è posta su una piattaforma di cementizio. Un’iscrizione presente su una delle facciate riporta che fu costruita in 330 giorni, condizione posta dal suo committente nel testamento per poter godere della sua eredità.

10. Mausoleo di Medracen (Algeria)

Chiude la nostra TOP 10 il Mausoleo di Medracen, che si trova nel comune di Boumia, nella provincia di Batna, in Algeria. Si tratta del più antico mausoleo reale del Nord Africa e prende il nome da uno dei sovrani dell’antica Numidia. L’aspetto è quello di una gigantesca cupola circondata da colonne con capitelli dorici, risalente al III secolo a.C.  Il mausoleo è annoverato tra i 100 monumenti più a rischio del Pianeta per la sua fragilità e stato di conservazione.




TOP 10: i 10 fari più belli del mondo

Romantici, irresistibili, spettacolari, sono i fari che da sempre esercitano sull’immaginario un certo fascino. Ma lo sapevate che il loro nome deriva dall’isola di Pharos, di fronte ad Alessandria d’Egitto, dove nel III secolo fu costruito un enorme torre sulla quale veniva fatto ardere perennemente un grande fuoco per indicare alle navi la via e impedire che finissero nelle vicine paludi di Mareotide. La torre di Pharos è annoverata tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico, ma, anche oggi, i fari continuano a ispirare e affascinare. In questa puntata della nostra rubrica TOP 10 siamo andati alla ricerca dei 10 fari più belli del mondo.

1. Torre d’Ercole (Galizia – Spagna)

È il faro più antico del mondo giunto fino a noi, ma anche uno dei più belli. Risale, infatti, all’epoca romana e si trova su Punta Herminia, in Galizia, di cui è uno dei simboli. È a pianta quadrata, mentre la torre misura 68 metri. Dal I secolo, ha subito diversi cambiamenti e il suo aspetto attuale, in stile neoclassico, risale al XVIII secolo. Nel 2008 è stato gemellato con la Statua della Libertà di New York e, l’anno dopo, è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Il suo nome deriva da una leggenda, secondo la quale Ercole arrivò sulla costa della Galizia in bardo e seppellì la testa del gigante Gerione, che aveva sconfitto, proprio dove oggi si trova il faro.

2. Faro di Fanad Head (Donegal – Irlanda)

È il faro più pittoresco e visitato d’Irlanda. Sorge su una penisola tra Lough Swilly e Mulroy Bau, nella parte Nord del Donegal. La sua costruzione risale al 1817 e domina un promontorio roccioso che si affaccia sul Mare del Nord, tra atmosfere romantiche e brumose. È tutt’ora in uso e al suo interno si può anche soggiornate per immergersi nei panorami mozzafiato irlandesi, tra villaggi di pescatori e natura selvaggia. Un vero spettacolo a cui è impossibile resistere.

3. Faro di Jeddah (Arabia Saudita)

Con i suoi 133 metri il Faro di Jeddah, in Arabia Saudita, è il più alto del mondo. In stile avveniristico, è stato costruito tra il 1987 e il 1990 ed è situato alla fine del molo esterno, sul lato nord dell’ingresso al Porto di Jeddah. Si affaccia sul Mar Rosso e il suo fascio di luce ha una portata di 46 km. Salendo sul faro si può godere di un panorama davvero mozzafiato.

4. Faro di Neist Point (Isola di Skye – Scozia)

È stato acceso per la prima volta il 1° novembre del 1909 ed è uno dei fari più belli del mondo non solo per la sua insolita architettura con le inconfondibili decorazioni bianche e gialle, ma soprattutto per il contesto mozzafiato in cui è inserito. Sorge, infatti, su una scogliera a picco sul mare a Neist Point, sull’Isola di Skye, in una natura selvaggia e incontaminata. Il modo migliore per visitarlo è lasciare l’auto ai bordi della strada e incamminarsi lungo il sentiero che arriva fino al faro, all’estremità della scogliera. Da qui, con un po’ di fortuna, si possono avvistare anche balene e delfini. Per portare rifornimenti al faro e ai cottage privati, che un tempo erano le residenze dei custodi, si utilizza una funivia aerea.

5. Torre di Leandro (Istanbul – Turchia)

Chiamata anche Kiz Kulesi, cioè “Torre della ragazza”, è uno dei luoghi iconici della Turchia e uno dei più romantici. Si trova, infatti, all’ingresso sud del Bosforo, tra l’Europa e l’Asia ed è stato fatto costruire dall’imperatore Alessio I nel 1110 per sbarrare la strada alle navi degli invasori attraverso una catena di ferro tesa tra il faro e una seconda torre, situata sulla spiaggia di Mananae, a Costantinopoli. Il suo nome è associato al mito di Ero e Leandro, che in realtà è ambientato nel vicino stretto dei Dardanelli. Dalla cima si può godere di una spettacolare vista a 360° su Istanbul, magari gustando i piatti tipici turchi seduti al ristorante che si trova all’interno dello stesso faro.

6. Faro de Cavalleria (Minorca – Spagna)

È il più antico dei sette fari di Minorca. È stato costruito, infatti, nel 1857 in seguito a un triste primato: ben 700 naufragi che avvenivamo sulla costa settentrionale dell’isola a causa del mare impetuoso. Inoltre, dei sette fari è quello più a nord e svetta sulla scogliera a quasi 100 metri sul livello del mare. La vista è davvero mozzafiato e spazia fino all’Isola del Porros. È possibile anche visitare il faro al suo interno. Ospita, infatti, un centro di documentazione sui fari di Minorca.

7. Faro di Cape Byron (Nuovo Galles del Sud – Australia)

Più che un faro, assomiglia a un castello per la sua forma raffinata e i suoi muri bianchi che svettano verso il cielo azzurro. Inaugurato il 1° dicembre 1901, il Cape Byron Lighthouse è il faro con il fascio di luce più potente di tutta l’Australia. Fin dalla sua costruzione, le lenti installate nella lanterna erano composte da 760 pezzi di vetro a prisma per riflettere la luce, dal peso di 8 tonnellate, che funzionavano con un sistema a orologeria. La potenza era pari a 145 candele. Nel 1922 il sistema di illuminazione è stato sostituito da un bruciatore a kerosene e una potenza di 500 candele. Nel 1956, il faro è stato elettrificato e la potenza è stata portata a ben 2200 candele. Il faro si trova nella Baia di Byron, a nord di Sidney. Al suo interno si trova il Museo Marittimo, mentre, dalla sua cima la vista spazia sull’oceano, dove passano le balene.

8. Portland Head Light (Maine – USA)

Il Maine conta più di sessanta fari, ma il più antico è il Portland Head Light di Cape Elizabeth. La sua costruzione è iniziata, infatti, nel 1787 per ordine di George Washington ed è stato completato il 10 gennaio 1791. Per l’illuminazione furono utilizzate lampade alimentate a grasso di balena. Il faro si trova immerso in un ambiente di rara bellezza, al centro di un’area protetta, il Fort Williams Park, e di fronte a un mare selvaggio battuto costantemente dalle onde. Dal 1973 è entrato nel Registro dei Luoghi Storici degli Stati Uniti.

9. Faro “Les Eclaireurs” (Patagonia – Argentina)

Spicca per le strisce bianche rosse e svetta su uno degli isolotti del Canale di Beagle, di fronte alla città di Ushuaia, in Patagonia, nell’Argentina Meridionale. Il suo nome, Faro “Les Eclaireurs” (letteralmente “degli Scout”), si deve a una spedizione francese del XIX secolo. Gli argentini lo chiamano anche “Il faro della fine del mondo”, con riferimento all’omonimo romanzo di Jules Verne, che però si riferiva al Faro di San Juan de Salvamento, che si trova molto più a est. Il faro, che presta servizio dal 23 dicembre 1920, è attualmente in funzione, telecomandano e automatizzato, l’elettricità è fornita da pannelli solari. Non si può visitare, ma è la meta più gettonata di gite in barca.

10. Faro del Petir Minou (Plozané – Francia)

Chiudiamo la nostra TOP 10 con il Faro del Petit Minou, situato vicino a Brest, in Bretagna, nel comune di Plouzané. Il faro è stato costruito nel 1848 per guidare le navi attraverso le acque insidiose dello stretto di Goulet de Brest. Sorge accanto al Fort du Petit Minou, che era stato invece costruito tra il 1694 e il 1697 dal marchese de Vauban nell’ambito di una massiccia campagna di fortificazione delle coste francesi. Il forte era dotato di 240 cannoni e un poderoso fossato difensivo.

 




I 10 deserti più belli del mondo

Difficili, inospitali, ma proprio per questo esercitano sull’immaginario umano un fascino indescrivibile. Sono i deserti, enormi distese di sabbia, ma anche di pietra, di sale o di ghiaccio, che da sempre rappresentano una sfida. Ma quali sono i più belli e particolari del mondo? Siamo andati a cercarli nella puntata settimanale della rubrica TOP 10, cercando tra quelli più particolari e, forse, meno noti.

1.Wadi Rum (Giordania)

Situato nella Giordania meridionale, il Wadi Rum, noto anche come “Valle della Luna” è uno dei deserti più spettacolari della Terra e nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. È una spettacolare distesa di terra rossa e formazioni rocciose, intervallate da spettacolari canyon, che disegnano paesaggi mozzafiato tra castelli di roccia e incisioni rupestri. E, quando il sole colpisce le rocce con i suoi raggi, il deserto si colora di sfumature calde. Il suo punto più alto è il monte Jebel Rum di 1754 msl. Qui sono state girate anche alcune scene dello spin off di Star Wars “Rouge One”.

2.Salar de Uyuni (Bolivia)

Talmente bello che non sembra nemmeno di questa Terra. È il Salar de Uyuni, un gigantesco deserto di sale di più di 10 mila kmq che si trova in Bolivia. Le distese di sale creano ambienti surreali e riflessi che sembrano usciti dalla fantasia, al punto da sembrare sospesi tra cielo e terra, grazie a una particolare rifrazione che sembra annullare la prospettiva. Uno dei modi più suggestivi per visitarlo è salire a bordo del Wara Wara del Sur, un treno che lo attraversa in circa 15 ore, con fermate in quattro stazioni.

3.Deserto di Simpson (Australia)

Si presenta come una distesa di sinuose dune rosse fuoco: è il Deserto di Simpson una meraviglia naturale di quasi 600 mila kmq che si estende nel cuore del continente australiano. Qui un tempo scorreva un fiume, che ha contribuito alla formazione delle gigantesche dune, alcune delle quali alte dieci metri, che si alternano a depressioni argillose poco profonde. Qui si trova anche il singolare Lago Eyre, il lago salato più grande del mondo, situata a circa quindici metri sotto il livello del mare.

4.Deserto dei Gobi (Mongolia)

Tra i deserti più belli del mondo c’è anche quello dei Gobi, situato in Asia Centrale, tra Mongolia e Cina. Per la sua bellezza è diventato leggendario e ne subì il fascino anche Marco Polo, che ne parlò nella sua opera “Il Milione”. Popolato da genti nomadi, è formato prevalentemente da paesaggi di nuda roccia ed è un deserto freddo, tanto che non è inusuale vederlo innevato. In estate, invece, le temperature possono diventare anche torride. Ma è il bello di questo affascinante angolo della nostra Terra.

5.Wahiba Sands (Oman)

Un’enorme distesa di sinuose dune di sabbia di cui non si riesce a vedere la fine. È il Wahiba Sands, che si trova in Oman, nella parte meridionale del Rub-Al-Khali, il secondo deserto di sabbia più grande del mondo, che ricopre quasi tutta la penisola arabica. Le sue dune possono raggiungere anche i cento metri di altezza e si estendono su una superficie di più di diecimila kmq. Insomma, se pensate al deserto per eccellenza, pensate a questo.

6.Deserto della Patagonia (Argentina)

Il Deserto della Patagonia, o steppa patagonica, si estende per la maggior parte in Argentina e per una piccola porzione anche in Cile. Si trova su un altopiano, la meseta della Patagonia ed è caratterizzato da un clima freddo, con temperature medie di 3 gradi che possono arrivare al massimo fino a 10. Proprio queste temperature consentono di ammirarlo in tutta la sua bellezza, tramite escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike.

7.McMurdo Dry Valley (Antartide)

La McMurdo Dry Valley è considerato in assoluto il deserto più inospitale del mondo. Si trova in Antartide e si estende per circa 200 km di lunghezza e per 80 in larghezza e vantano anche il primato di maggiore superficie libera dai ghiacci. Qui non si trova quasi nessuna forma di vita e non piove da milioni di anni, le temperature, ovviamente, sono glaciali e si sorvola solo in elicottero.

8.Deserto del Sinai (Egitto)

La Penisola del Sinai, che si trova in Egitto e segna il confine tra Africa e Asia, è quasi completamente desertica e si presenta come una grande distesa di roccia e sabbia che si tuffa nel Mar Rosso nei pressi della nota località turistica di Sharm el Sheik. Qui si trova il Jabal Musa, il monte su cui, secondo l’Antico Testamento, Mosè ricevette da Dio le Tavole della Legge. Splendido anche il Monastero di Santa Caterina, il più antico monastero cristiano ancora abitato, accanto al quale si può vedere ancora il biblico “roveto ardente”.

9.Deserto del Kalahari (Botswana)

 Nella TOP 10 anche il meravigioso Deserto del Kalahari, che si estende principalmente in Botswana, nella fascia orientale della Namibia e, per una parte, nel nord ovest del Sudafrica. Con quasi un milione di kmq di estensione, è il sesto deserto più grande del mondo: un’infinita distesa di sabbia rossa e sinuosa che comprende diverse riserve naturali tra cui la Riserva Faunistica del Kalahari Centrale, il Parco Transfrontaliero Kgalagadi e la Riserva Faunistica Khutse, dove poter ammirare diverse specie di animali per un’esperienza davvero indimenticabile.

10.Deserto di Thar (India)

Chiude la nostra TOP 10 il deserto di Thar, conosciuto anche con il nome di Grande Deserto Indiano. Si trova nella regione del Rajastan e alterna grandi aree sabbiose a una fascia costituita da savana. Al centro del deserto si trova la meravigliosa città fortificata di Jaisalmer, circondata da mura imponente. Qui, ogni anno, nel mese di febbraio, si tiene anche il suggestivo Jaisalmer Desert Festival che attrae visitatori da tutta la regione e non solo.

 




I 10 cibi più pericolosi del mondo

Che sia per tradizione o per sfida, nonostante la loro pericolosità continuano a essere delle vere e proprie prelibatezze. Sono i 10 cibi più pericolosi del mondo, protagonisti della rubrica TOP 10 di questa settimana. Per alcuni basta pulirli o cuocerli a dovere per renderli innocui, ma basta un piccolo errore per trasformarli in un’arma letale. Eccoli di seguito.

1. Pesce palla (Giappone)

Al primo posto tra i cibi più pericolosi del mondo c’è il fugu, cioè il pesce palla, considerato una prelibatezza in Giappone, nonostante la sua pericolosità. Si può consumare fritto, bollito o anche crudo sotto forma di sushi o sashimi. Il motivo? I suoi organi interni, e il fegato in particolare, contengono la tetrodotossina, una neurotossina mortale. Basta un minimo errore per contaminarne le carni e renderle mortali, per questo il fugu viene pulito, lavorato e preparato solo da chef e operatori super esperti, che hanno seguito una formazione e hanno alle spalle anni di esperienza. Nonostante questo, negli ultimi dieci anni mangiare il pesce palla è costato la vita a una cinquantina di persone.

2. Polpo Sannakji (Corea)

Piatto tipico della tradizione culinaria coreana, il sannakji è una specie di polpo con una caratteristica che lo rende potenzialmente letale: le ventose dei suoi tentacoli continuano a funzionare anche dopo la morte dell’animale e persino dopo la cottura. Perciò il rischio è quello che si attacchino alla gola dei commensali, provocandone il soffocamento. E il rischio aumenta se si consuma crudo o vivo. Per limitare o azzerare le possibilità di incidenti, quindi, è necessario masticare ogni boccone a lungo e lentamente, in modo da triturare letteralmente le ventose. Ne varrà la pena?

3.Rana Toro Africana (Namibia)

Le rane sono prelibatezze in diversi Paesi, Italia compresa, ma la rana toro africana, originaria della Namibia, e considerata un piatto forte della cucina autoctona, è una vera e propria roulette russa. Le più pericolose sono le rane più giovani, quelle, cioè, che non si sono mai accoppiate, poiché contengono una tossina velenosa, chiamata Oshiketakata che blocca la funzionalità renale e può portare alla morte. L’abilità dello chef consiste proprio nel distinguere le rane, alle quali non si può certo chiedere l’età.

4. Ackee (Giamaica)

Ha un aspetto succoso e affascinante, ma l’Ackee, un frutto originario della Giamaica, può avere effetti letali. Va mangiato solo quando è molto maturo, facendo bene attenzione a non ingerire i semi, che contengono delle tossine in grado di provocare quella che viene chiamata Jamaican Vomiting Sickness, un’intossicazione che compare circa 4 ore dopo aver mangiato il frutto e provoca un vomito continuo e violento, che porta il malcapitato alla disidratazione. I più colpiti? I turisti che si recano in Giamaica e che si fanno allettare dall’aspetto succoso del frutto senza conoscerne gli effetti.

5. Anacardi

Sembra strano, perché gli anacardi si trovano praticamente in tutti i supermercati e sono un must degli aperitivi. Eppure, sono tra i cibi più pericolosi del mondo, se consumati crudi. Contengono infatti un veleno chiamato urusiolo, lo stesso dell’edere velenosa, che al contatto provoca eruzioni cutanee, ma se viene ingerito può portare alla morte. Per tranquillizzarvi, vi diciamo che gli anacardi che si trovano sugli scaffali sono rigorosamente precotti e, quindi, innocui.

6. Cassava (Filippine)

Tipica delle Filippine, la cassava è un tubero molto simile alla patata, che si può consumare fritta, bollita e grigliata senza correre alcun pericolo. La cottura, infatti, neutralizza la linamarina, un veleno simile al cianuro, che si rivela fatale se il tubero viene mangiato crudo. La cronaca riporta la morte di dieci bambini, nel 2005, che avevano mangiato cassava cruda durante una gita scolastica.

7. Echizen-Kurage (Giappone)

L’Echizen – Kurage è la medusa più grande del mondo. Nota anche come medusa di Nomura, può raggiungere i due metri di diametro e i 300 kg di peso. È utilizzata in numerosi piatti della cucina nipponica ed è innocua se viene pulita bene e bollita. Cruda, invece, è letale almeno quanto il pesce palla.

8. Casu Marzu (Italia)

Ebbene sì, nella classifica dei cibi più pericolosi del mondo ce ne è anche uno italiano, è il Casu Marzu, un formaggio sardo che nel 2009 è entrato nel Guinness dei Primati come formaggio più pericoloso del mondo. Il motivo? La presenza al suo interno delle larve della mosca casearia, che possono sopravvivere anche nell’intestino di chi mangia questo prodotto e infestarlo. La UE ne ha vietato la produzione e la commercializzazione per inosservanza delle norme sanitarie, ma il suo consumo in Sardegna è ancora diffuso.

9. Fesikh (Egitto)

Il Fesikh è un pesce fermentato che viene consumato in Egitto in occasione della Festa di Primavera di Shem-el Nessin. Il motivo della sua pericolosità? Prima di friggerlo viene lasciato fermentare per un anno, durante il quale viene colonizzato da innumerevoli batteri che nemmeno la cottura riesce a debellare del tutto. Ogni anno, infatti, molti egiziani vengono ricoverati in ospedale a causa di intossicazioni alimentari.

10. Hakari (Islanda)

Chiude la nostra TOP 10 l’Hakari, piatto tipico della tradizione islandese. Si tratta di un tipo di squalo che viene pescato lungo le coste della Groenlandia e che viene messo sotto sale per almeno sei mesi. Di solito, si consuma accompagnato da pane di segale. Tuttavia, meglio non abusarne, poiché questo pesce è sprovvisto di reni e, quindi, le sostanze tossiche che ingerisce o con cui viene a contatto si concentrano nella pelle e possono essere trasmesse a chi lo mangia.




I 10 laghi artificiali più belli del mondo

Montagne, fiumi, colline, laghi. La natura è artefice di autentici capolavori e panorami mozzafiato. A volte, invece, l’uomo ci mette del suo, per caso o volontà, con risultati davvero straordinari. In questa puntata della rubrica TOP 10, andiamo alla scoperta dei 10 laghi artificiali più belli del mondo.

1. Lago Powell (Stati Uniti)

Il Lago Powell si trova tra gli Stati dello Utah e del Colorado ed è stato creato nel 1963 con la costruzione della diga del Glen Canyon sul fiume Colorado. L’effetto è davvero mozzafiato, tra acque azzurre che scavano canyon nella roccia e ponti naturali, tra cui il famoso Rainbow Bridge, il più grande ponte di pietra naturale del mondo.

2. Lago Nasser (Egitto)

Tra i laghi artificiali più grandi del mondo, il Lago Nasser, in Egitto, si è formato tra il 1958 e il 1970, quando venne costruita la Diga di Aswan. Le sue acque hanno rischiato di sommergere templi millenari, come quello di File e quello di Abu Simbel. Il primo è stato trasferito sull’isola di Agilkia, per spostare il secondo, invece, sono occorsi cinque anni di lavoro e duemila uomini. L’effetto delle acque azzurre del lago che contrastano con il rosso e l’ocra del deserto, invece, sono davvero mozzafiato.

3. Lago Qiandao (Cina)

Conosciuto anche come il “Lago delle Mille Isole”, il Lago Qiandao si trova nella provincia di Zhejang, in Cina. Si è formato nel 1959 in seguito alla costruzione della diga e della centrale idroelettrica sul fiume Xin’an. Le sue acque hanno costretto ben 290 mila persone a evacuare l’area e a trasferirsi altrove. Sono state sommerse anche due città molto antiche, le cui vestigia si possono visitare attraverso le immersioni. Lo spettacolo che si gode dall’altro, invece, è quello di una miriade di isolette lussureggianti che affiorano dalle acque blu del lago.

4. Lago Kaolin (Indonesia)

Lascia senza fiato il lago Kaolin, che si trova sull’isola di Belitung, in Indonesia. La visione è quella di acque di un azzurro irreale, circondato da rocce bianche e cesellate. Il lago si è formata nella cava abbandonata di un ‘ex miniera di caolino, un minerale argilloso utilizzato per la produzione di dentifrici, carta e cosmetici, allagata dall’acqua piovana. Oltre allo spettacolo che offre, bagnarsi nelle sue acque ha benefici per la salute.

5. Lago Burley Griffin (Australia)

Lo splendido lago Burley Griffin si trova nel cuore di Canberra, la capitale dell’Australia e prende il nome dal fondatore della città, Walter Burley Griffin. La sua formazione risale al 1963, quando furono costruiti gli argini per domare il corso del fiume Molonglo. Sulle sue sponde si trovano le sedi del Governo e delle istituzioni australiane.

6. Lago Abraham (Canada)

Nella TOP 10 anche il meraviglioso Lago Abraham, che si trova nello Stato dell’Alberta, in Canada. Si è formato nel 1972 come conseguenza della costruzione della diga di Bighorn, sul fiume Saskatchewan. Nonostante sia un lago artificiale, le sue acque sono azzurre e cristalline come quelle dei laghi glaciali naturali, grazie alla “farina di roccia”, una fanghiglia che regala al lago tutte le sfumature del blu e dell’azzurro. In estate è meta di escursioni e passeggiate, mentre in inverno si verifica il curioso fenomeno delle “bolle ghiacciate” che si ammirano sotto alla sua superficie e che si formano grazie alla presenza di metano.

7. Lago Pichola (India)

È davvero da favola il Lago Pichola, che si trova nelle vicinanze della città di Udaipur, nello Stato indiano del Rajastan. La sua creazione risale al 1362 per consentire ai mercanti di trasportare più agevolmente i carichi di grano. Successivamente, venne ampliato da Maharana Udai Singh che fece costruire i suoi sontuosi palazzi lungo le sue sponde. Il più famoso di essi è il principesco Taj Lake Palace, che sorge su un’isola al centro del lago, ma sembra letteralmente nascere dalle sue acque.

8. Lago Kenyr (Malesia)

Il Lago Kenyir, che si trova a Hulu Terengganu, in Malesia, è il più grande lago artificiale del Sud Est Asiatico ed è stato creato nel 1985 dalla diga Kenyr, costruita sull’omonimo fiume. Circondato dalla catena montuosa ei Pantai Timur e da lussureggianti foreste, fornisce elettricità a tutta la regione grazie alla vicina centrale idroelettrica. Ma è anche una famosa attrazione turistica per la bellezza delle grotte calcaree, delle isole e delle cascate che si trovano nelle sue acque e lungo le sue coste.

9. Mare aux Vacoas (Mauritius)

Nel sud est di Mauritius si trova il Mare aux Vacoas, un bacino di 2,5 kmq che costituisce il più grande serbatoio di acqua potabile dell’isola. Si è formato nel 1885 e ha dato vita a un ambiente di rara bellezza, tra spiagge, fiumi, cascate e una lussureggiante vegetazione, inoltrandosi nella quale si possono osservare le scimmie e tante altre specie di animali, oltre a specie vegetali uniche e rare. I sentieri che circondano il lago artificiali consentono di ammirarlo a piedi, a cavallo o in bicicletta.

10. Lago Volta (Ghana)

Chiude la nostra TOP 10 il Lago Volta, il più grande lago artificiale del mondo. Misura infatti circa 8502 kmq di superficie e si trova in Ghana e copre circa il 3,5% del territorio dell’intero Paese. È stata creato nel 1966, quando venne terminata la costruzione della Diga di Akosombo che ha sbarrato il fiume Volta. L’allagamento successivo ha reso necessario il trasferimento di 76 mila persone e di centinaia di migliaia di animali. La sponda occidentale del lago fa parte del Digya National Park, mentre le sue acque forniscono elettricità a tutto il Paese. Le sue acque sono percorse da traghetti, navi e imbarcazioni sia commerciali che turistiche.




I 10 tramonti più romantici del mondo

Si avvicina San Valentino, la festa degli innamorati. E che cosa c’è di più romantico che osservare un bel tramonto insieme alla propria dolce metà? Questa settimana, la rubrica TOP 10 è dedicata proprio alle coppie. Siamo andati alla ricerca dei 10 tramonti più romantici del mondo. Ecco dove ammirarli. Naturalmente, in due.

1.Masai Mara (Kenya)

Uno dei luoghi più belli del mondo in cui ammirare il tramonto è la Riserva Nazionale di Masai Mara, una zona protetta di 1500 kmq del Kenya sud occidentale, al confine con la Tanzania. Il paesaggio è davvero mozzafiato, tra savana, pianure erbose e dolci colline. Qui vivono tranquilli leoni, elefanti, ghepardi, ippopotami e zebre. Quando il sole va a dormire, il cielo si infiamma e i contorni di alberi e animali diventano neri e indistinti, proprio come in un quadro di un pittore impressionista.

2. Santorini (Grecia)

Bellissima in qualunque ora del giorno, ma quando il cerchio solare diventa di fuoco e sembra immergersi nelle acque del Mar Egeo, le case bianche di Santorini si accendono di mille riflessi e il mare si tinge di rosa. Prima di sprofondare nel buio della notte, l’isola si accende di mille luci. Nei tramonti più romantici del mondo, non può mancare l’isola greca. I luoghi per ammirare il tramonto sono la chiesa di San Nikolaos di Oia o su una scogliera, per fondersi con il cielo e con il mare.

3. Venezia (Italia)

Non può certamente mancare nella TOP 10 la romanticissima Venezia, che proprio al tramonto regala gli scorci migliori. Le sfumature calde del sole si riflettono nei canali e i raggi vengono catturati dalle goccioline di umidità, regalando atmosfere ovattate, tanto care ai pittori paesaggisti. Regalatevi una passeggiata a Rialto o sul Canal Grande oppure, se volete esagerare, un giro in gondola quando la luce del giorno cala e si accendono quelle delle case, delle piazze e delle calli.

4. Key West (Florida, USA)

 Gli infuocati tramonti di Key West, nella parte meridionale della Florida, sono stati eletti “miglior attrazione gratuita d’America”. Un riconoscimento è andato anche al Bahia Honda State Park, nei pressi di Big Pine Key come migliore spiaggia degli Stati Uniti da cui ammirare il tramonto. Tuttavia, uno dei luoghi più suggestivi per accompagnare a dormire il sole è Mallory Square, che ogni giorno attira schiere di nottambuli che arrivano qui per applaudire i numerosi artisti di strada, tra funamboli, giocolieri, chiromanti e musicisti e ammirare le bancarelle degli artigiani locali che espongono le loro creazioni.

5. Zanzibar (Tanzania)

Zanzibar, l’isola delle spezie appartenente alla Tanzania è un altro dei luoghi più belli e romantici del mondo per ammirare il tramonto. Al crepuscolo, la luce colora piano piano il mare con sfumature che vanno dall’arancione al rosso, per poi virare al viola e al blu. Mentre le sagome dei dhow, le caratteristiche imbarcazioni locali, si stagliano all’orizzonte e sembrano prendere fuoco. I punti migliori per ammirare il tramonto sono sulla costa nord, nelle località di Nungwi e Kendwa, che risentono poco dell’effetto delle maree e offrono spiagge bianchissimi da cui ammirare tramonti mozzafiato.

6. Stonehenge (Regno Unito)

Che cosa c’è di più magico che ammirare il tramonto in uno dei luoghi più magici della Terra? Non può mancare nella nostra TOP 10 la misteriosa Stonehenge, nella piana di Salisbury, Contea di Wiltshire. Alcune teorie sostengono che questo luogo sia stato creato per celebrare il culto del sole. Come dimostrerebbe l’allineamento delle pietre e il modo in cui il cerchio si apre in direzione del sorgere del sole nel giorno del Solstizio d’Estate. È proprio questo il momento migliore per ammirare il tramonto più bello, magico e suggestivo. Nel giorno del Solstizio, il sole sorge dietro alla Heel Stone nella parte nord orientale dell’orizzonte e i suoi raggi illuminano il cuore del cerchio di pietra. Nelle giornate limpide i giochi di luce hanno davvero qualcosa di irreale.

7. Deserto del Kalahari (Botswana e Namibia)

Una delle caratteristiche dei deserti africani è l’assenza di luci artificiali che possano “disturbare” la luce naturale. Ecco perché i tramonti africani sono i più belli del mondo. Tra quelli da vedere almeno una volta nella vita ci sono quelli che si possono osservare nel Deserto del Kalahari, tra Botswana e Namibia. Al calare del sole, le dune e la savana si accendono di una luce rossa che lascia letteralmente a bocca aperta.

8. Isole Svalbard (Norvegia)

Le isole Svalbard sono le terre abitate più a nord della Terra e l’unico luogo in Europa in cui si verifica il fenomeno della notte polare. Qui il sole non tramonta mai dal 20 di aprile al 22 agosto, mentre la notte dura dal 28 ottobre al 14 febbraio. In mezzo c’è un eterno crepuscolo che regala suggestioni e quadri naturali di rara bellezza. E, mentre ammirate i tramonti artici, vi potrebbe capitare di avvistare l’animale simbolo delle Svalbard: l’orso polare.

9. Stanley Park (Vancouver, Canada)

La città di Vancouver è sicuramente una delle più belle del Canada occidentale, ma il luogo in cui il calare del sole assume sfumature fiabesche è Stanley Park, un parco cittadino che si trova al confine con il centro storico. La sua caratteristica è quella di essere costituito da una foresta composta da mezzo milione di alberi, alcuni dei quali raggiungono i 70 metri di altezza. E, se tanta meraviglia non bastasse, il parco è circondato dall’Oceano Pacifico ed è costellato da fiumi e laghi che riflettono le calde sfumature del sole al tramonto.

10. Phang Nga Bay (Phuket, Thailandia)

Chiude la nostra TOP 10 dedicata agli innamorati la romantica Phang Nga Bay, in Thailandia. La baia si trova a circa 60 km dall’aeroporto di Phuket. Si può scegliere di fare una crociera tra un’isola e l’altra della baia, oppure attendere su una spiaggia di sabbia cristallina che il cielo da arancio diventi azzurro, poi viola e blu, in attesa della notte.

 




Le 10 località sciistiche più famose del mondo

Gli appassionati di sport invernali, che siano gli sci, lo snowboard o le ciaspole, sono sempre alla ricerca di luoghi nuovi, affascinanti e attrezzati per mettersi alla prova. Ma quali sono le località sciistiche più famose del mondo. Eccole nella nostra TOP 10 della settimana, in ordine alfabetico.

1.Alta Badia (Bolzano – Italia)

 Con più di 1200 km di piste, l’Alta Badia è una delle più importanti località sciistiche dei Trentino Alto Adige. Si trova in provincia di Bolzano ed è inclusa del comprensorio sciistico del Dolomiti Superski. Per le sue piste e le sue attrezzature all’avanguardia ogni anno ospita le gare di Coppa del Mondo di Sci Alpino. Ma è meta anche degli appassionati di sci per i suoi paesaggi mozzafiato e i deliziosi piatti tipici che si possono gustare nei ristoranti e nei rifugi, tra cui canederli, speck, formaggi e strudel.

 2.Aspen Snowmass (Denver, Colorado – USA)

 Situata a 3818 metri di altitudine, il comprensorio sciistico di Aspen Snowmass si trova a tre ore e mezzo di auto da Denver, nello Stato americano del Colorado e fa parte del Rocky Mountain National Park. A disposizione degli appassionati di sci ci sono più di 300 piste che si estendono su 509 km, servite da 42 impianti di risalita. È una dei più importanti e famosi comprensori sciistici del Nord America e nel 1950 ha ospitato il Campionato del Mondo di Sci Alpino che per la prima volta si teneva degli Stati Uniti. La stazione si divide in quattro macro aree con piste e soluzioni per tutti i gusti e i livelli. Oltre allo sci, infatti, si possono praticare snowboard, passeggiate con le ciaspole, pattinaggio sul ghiaccio e snowbike. Inoltre, si può anche scivolare sulle Montagne Russe.

3.Cerro Catedral (Patagonia – Argentina)

 Tra le più belle stazioni sciistiche del mondo c’è anche quella del Cerro Catedral, in Patagonia, considerato il più grande centro di sport invernali dell’intero emisfero australe. Tra le attrazioni principali, ci sono naturalmente i paesaggi mozzafiato, con i panorami e la vista sul lago Nahuel Huapi sullo sfondo delle piste. Durante la stagione invernale, sono più di 250 mila i visitatori che arrivano qui per praticare sport, ma anche per godere della vista di questo luogo straordinario ai confini del mondo.

4.Chamonix-Mont Blanc (Francia)

 Situato al confine tra Francia, Svizzera e Italia, la stazione sciistica di Chamonix -Mont Blanc è stata pioniera e capitale dell’alpinismo europeo. Proprio qui si sono svolte due edizioni del Campionato Mondiale di Sci Alpino, di cui la prima nel 1937. Da non perdere, poi, un giro in elicottero per ammirare il Monte Bianco dal cielo. Le escursioni partono dal villaggio di Megève.

5.Cortina d’Ampezzo (Veneto – Italia)

 Nella TOP 10 un’altra stazione sciistica italiana, la celeberrima Cortina d’Ampezzo. Meta del jet set internazionale, alle splendide piste da sci associa locali esclusivi, hotel a cinque stelle, ristoranti gourmet e boutique delle griffes più famose. La sua fama e la sua bellezza hanno fatto da sfondo a produzioni hollywoodiane, tra cui “James Bond 007 – For your eyes only “ e Cliffhanger. Ha ospitato i Giochi Olimpici Invernali nel 1956 e sarà la sede delle Olimpiadi anche nel 2026, insieme a Milano. Un privilegio bissato da pochissime località al mondo.

6. Grandvalira (Andorra)

Situata sulla catena dei Pirenei, nell’estremità nord orientale del Principato di Andorra, la stazione sciistica di Grandvalira è la più grande dei Pirenei e meta di sciatori da tutta Europa che possono usufruire di 130 piste per un totale di più di 200 km. Non solo sci, però. Tra le attività che si possono fare ci sono anche i giri in slitta trainata da cani e imparare a costruire un igloo.

7. Levi (Lapponia)

Le sue montagne non sono molto elevate, ma a fare la differenza è il paesaggio. Levi, stazione sciistica della Lapponia si trova ad appena 130 km da Circolo Polare Artico e sciare qui significa poter avvistare i meravigliosi giochi di luce dell’Aurora Boreale. Inoltre, l’illuminazione delle piste è garantita anche durante i due mesi della “notte polare.”

8. Madonna di Campiglio (Trento – Italia)

Terza località italiana nella TOP 10. Come non includere, infatti, Madonna di Campiglio, che contende a Cortina il titolo di “capitale del jet set invernale”. Dotata di ogni genere di lusso e comfort, oltre che di piste e impianti per tutti i gusti, la località in provincia di Trento era frequentata da nobili e intellettuali fin dal XIX secolo e spicca anche per l’offerta culturale e di intrattenimento, oltre che per l’ampia offerta gastronomica che spazia dai ristoranti tradizionali a quelli gourmet.

9. Niseko (Sapporo – Giappone)

Situata a circa due ore di auto da Sapporog, la stazione sciistica di Niseko vanta la neve migliore del mondo, grazie alle correnti fredde che provengono dalla Siberia. Oltre alle piste adatte a tutte le esigenze, suddivise in diverse aree, vanta un paesaggio mozzafiato con vista sul Monte Yotei, un vulcano spento di 1898 metri di altezza.

10. S. Moritz (Svizzera)

Chiude la nostra TOP 10 la rinomata stazione di S. Moritz, gemma delle Alpi Svizzere e uno dei centri invernali più antichi del mondo. Qui trascorrono le vacanze personalità del cinema, della politica e dell’imprenditoria, tra cui David Beckham, Hugh Grant e George Clooney. Alle piste si possono alternate i voli in parapendio e i lanci con il paracadute. Il modo migliore per arrivarci per un’esperienza davvero indimenticabile? Da Milano con il Bernina Express, una delle linee ferroviarie più belle del mondo.




I 10 campanili più alti d’Italia

Vi siete mai chiesti quali sono i campanili più alti d’Italia? Forse alcuni li conoscete, altri, invece, saranno una vera sorpresa. Scopriamoli nella TOP 10 di questa settimana. E, tra alcuni, lo scarto è davvero di pochi metri.

1. Campanile del Duomo di (Mortegliano, UD) – 113,20 m

Il campanile più alto d’Italia è quello del Duomo Arcipretale dei SS Pietro e Paolo di Mortegliano, un paese in provincia di Udine. Costruito tra il 1955 e il 1959 misura ben 113,20 metri. Si tratta di un’opera unica nel suo genere, con pianta ottagonale e costituito da un’ossatura di travi e pilastri in calcestruzzo armato a vista. Sorge al posto di un antico campanile, esistente già nel 1490, e danneggiato da un fulmine nel 1686. La torre venne poi demolita nel 1913 e la costruzione di un nuovo campanile fu bloccata dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Per l’inizio dei lavori bisognerà attendere il 1955. Ma per questo primato, forse ne è valsa la pena.

2. Torrazzo (Cremona) – 112,54 m

Al secondo posto svetta la torre campanaria della Cattedrale di Santa Maria Assunta, detta Il Torrazzo, tra i simboli della città di Cremona. È alta 112,54 metri, anche se una lapide murata accanto alla base indica 122,217 metri, una misurazione successiva effettuata dal Politecnico di Milano l’ha “diminuita” di 10 metri. Costruita nella seconda metà del XII secolo si compone di due torri inserite l’una dentro l’altra. La prima è in stile romanico, la seconda è stata invece costruita all’inizio del 1300. Nell’intercapedine, una scala di 502 gradini si arrampica fino alla sommità. Dal 2018 il Torrazzo ospita il Museo Verticale, dedicato al tempo e allo studio dell’orologio. Tra le sue sale spiccano la Sala del Quadrante e la Sala del Meccanismo.

3. Campanile della Chiesa dei SS Pietro e Marco (Alessandria) – 106 m

Terzo posto per il campanile della Cattedrale dei SS Pietro e Marco di Alessandria. Misura 106 metri ed ha avuto una lunghissima gestazione, ben 33 anni. Si pensava di realizzarlo in una manciata di mesi, invece la mancanza di fondi fece sì che si avanzasse un pezzo alla volta. I lavori, iniziati nel 1889, si protrassero fino al 1933. Progettato dall’architetto Giuseppe Antonio Boidi Trotti, è in stile eclettico con elementi strutturali innovativi del periodo di passaggio tra il XIX e il XX secolo, come la gabbia metallica che costituisce la struttura portante della guglia. Le quattro campane della Fonderia Barozzi sono invece del 1901.

4. Campanile di San Marco (Venezia), – 98,6 m

Appena fuori dal podio, troviamo un campanile famosissimo in tutto il mondo, quello di San Marco, tra i simboli della città di Venezia e d’Italia, insieme alla Basilica e alla Piazza omonima. Alto 98,6 metri, viene affettuosamente chiamato dai veneziani El paròn de casa, cioè “il padrone di casa”. Sorge in un angolo di piazza San Marco, proprio di fronte alla basilica ed è composto da una canna di mattoni a pianta quadrata e scanalata, con un lato di 12 m, e alta circa 50. Su di essa, si trova la cella campanaia ad archi, a sua volta sormontata da un dado, sulle cui facce sono raffigurati, alternati, due leoni e allegorie femminili. Il tutto è sormontato dalla cuspide sulla cui sommità è posta la statua dorata dell’Arcangelo Gabriele, che funge da segnavento. Alla base, invece, si trova la bella loggetta del Sansovino, che guarda la basilica.

5. Torre degli Asinelli (Bologna) – 97,2 m

Quinto posto per la Torre degli Asinelli, che, insieme alla vicina Garisenda, è tra i simboli della città di Bologna. Situata all’incrocio delle antiche strade San Donato, San Vitale, Strada Maggiore e Castiglione, misura 97,20 metri ed è stata eretta tra il 1109 e il 1119 dal nobile Gherardo Asinelli, di cui conserva il nome. All’interno è presente una scala formata da 498 gradini che consente di raggiungere la sommità e ammirare il panorama del capoluogo emiliano. Si dice, però, che non si debba salire sulla Torre degli Asinelli prima di essersi laureati, o i tempi per diventare dottori potrebbero allungarsi. La Torre degli Asinelli è famosa anche per la sua pendenza: 2,23 metri in direzione ovest, che la rende la torre inclinata più alta d’Italia, a dispetto della forse più famosa Torre di Pisa.

6. Campanile della Basilica di S. Nicolò (Lecco) – 96 m

Nella TOP 10 dei campanili più alti d’Italia, in sesta posizione, c’è quello di San Nicolò, che si trova al fianco dell’omonima basilica a Lecco. Alto 96 metri, viene chiamato affettuosamente “Il Matitone” per la sua forma slanciata che ricorda una matita, con la base ottagonale e la cuspide piramidale. La sua costruzione è iniziata nel 1882 ed è terminata nel 1903. È stato inaugurato la notte di Natale del 1904 ed è il campanile più alto dell’Arcidiocesi di Milano e il secondo il Lombardia dopo il Torrazzo di Cremona.

7. Torre di Arnolfo (Firenze) – 94 m

Con la ragguardevole altezza di 94 metri entra nella TOP 10 anche la Torre Arnolfo di Palazzo Vecchio, a Firenze. Costruita nel 1310, è decentrata sul lato sud del palazzo, perché appoggia su una casa-torre preesistente, la cui presenza è segnalata dalle finestre murate presenti sulla parte della facciata sotto alla Torre di Arnolfo. Nel corpo della torre, inoltre, si trova un piccolo vano denominato “l’Alberghetto”, in cui hanno alloggiato, da prigionieri, Cosimo il Vecchio, prima di essere condannato all’esilio, nel 1433, e Girolamo Savonarola, prima di essere impiccato e bruciato in piazza il 23 maggio del 1498. Nella cella, invece, si trovano tre campane: la Martinella, che chiamava i fiorentini all’adunanza, la Campana del Mezzogiorno e la Campana dei Rintocchi, la più grande delle tre. Spicca anche il grande orologio, opera di Nicolò Bernardo, e sostituito nel 1667 da quello realizzato da Giorgio Lederle, tutt’oggi funzionante.

8. Giulio (Castellanza, VA) – 93 m

All’ottavo posto, con 93 metri, troviamo un altro campanile lombardo: quello della chiesa di San Giulio di Castellanza, in provincia di Varese. Sorge in Piazza Paolo VI, a poca distanza da Palazzo Brambilla, sede dell’amministrazione comunale. La sua costruzione è iniziata nel 1948 ed è stato completato nel 1953. La base è quadrata, mentre sulla sommità si trova un corpo ottagonale composto da quattro colonnine per ogni lato. Poteva essere ancora più alto, ma l’altezza fu ridotta a causa della costruzione, nello stesso periodo, dell’Aeroporto di Malpensa.

9. Campanile del Duomo di Santa Sofia (Lendinara, RO) – 92,5 m

Nona posizione per il campanile del Duomo di Santa Sofia di Lendinara, in provincia di Rovigo, che raggiunge la ragguardevole altezza di 92,5 metri. La sua costruzione si è protratta dal 1797 al 1857. L’idea di un campanile fu avanzata da Domenico Scipioni, che istituì un concorso di idee. Don Francesco Antonio Baccari propose due soluzioni, una a pianta cilindrica e una a pianta quadrangolare, che risultò vincitrice. La costruzione del campanile si rivelò subito difficoltosa a causa del terreno acquitrinoso. Nel 1824 venne aggiunta la cella campanaria aperta a bifore, il lanternino a forma di tempietto e una cupola su cui fu collocata una piattaforma girevole con sopra la statua lignea di un angelo rivestita di rame. La scultura originale fu poi distrutta da un fulmine nel 1973 e sostituita con un’altra, realizzata nel 1977.

10. Campanile della Basilica S. Gaudenzio (NO) – 92 m

Chiude la TOP 10, con 92 metri, il Campanile della basilica di San Gaudenzio, a Novara, che si aggiunge alla celebre cupola, alta 121 metri. Il campanile, progettato da Benedetto Alfieri, zio del drammaturgo Vittorio e architetto di Casa Savoia, nel 1753, si trova a sinistra dell’abside della chiesa. Nel 1773, tuttavia, quando mancava solo la cella campanaria, i lavori furono sospesi per mancanza di fondi e ripresero solo nel 1786, ben 33 anni dopo l’apertura del cantiere e 19 dopo la morte del suo progettista. Il campanile ospita il maggior concerto di campane a Sistema Ambrosiano per grandezza, composta da otto campane.




12 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Manuela Fiorini

Dopo i 10 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Beba Marsano, questa settimana vi presentiamo i 12 proposti, uno per ogni mese, sia in Italia che all’estero, da Manuela Fiorini, scrittrice, giornalista e firma di Weekend Premium.

Di Manuela Fiorini

Quali sono i luoghi che vorrei visitare, o in cui vorrei tornare il prossimo anno? Da questa semplice domanda sono partita per questo articolo, in cui ho voluto includere sia i luoghi che vorrei vedere sia quelli in cui sono stata e mi sento di consigliare ai lettori di Weekend Premium perché mi hanno colpita ed emozionata.

Italia

1.Trieste (Friuli Venezia Giulia)

Città di confine e dalle atmosfere mitteleuropee, ha incantato poeti e scrittori, tra cui James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba. Trieste merita un weekend nel 2024. Fatevi sorprendere dallo splendido Castello di Miramare e dal suo meraviglioso giardino, ammirando il mare dalle sue mura e dai balconi. Regalatevi poi una passeggiata lungo il Molo Audace, per ascoltare il rumore del mare e il canto dei gabbiani.

Il castello di Miramare

Se è possibile, fate una sosta in uno dei numerosi caffè storici che, tuttavia, sono belli da ammirare anche da fuori. Prendete poi la strada che da Trieste porta al borgo di Conconello per ammirare una vista mozzafiato sul golfo di Trieste. Un’altra bella passeggiata panoramica è quella della Napoleonica. Un sentiero, percorribile in circa un’ora, a circa 350 metri di altezza consente di ammirare e fotografare il golfo di Trieste e, in caso di giornate particolarmente terse, anche la costa della Slovenia e le Alpi sullo sfondo.

2. Sirmione (Lombardia)

Sirmione, in provincia di Brescia, è un piccolo gioiello incastonato sulle rive azzurre del Lago di Garda, con uno splendido centro storico che ha conservato la sua impronta medievale. Tra vicoli e stradine romantiche e senza tempo, spicca il Castello Scaligero, le cui mura sono bagnate dal lago ed è collegato alla terraferma da un ponte levatoio. Sirmione, poi, fu particolarmente cara al poeta romano Catullo, celebre per i suoi versi appassionati, che qui trascorreva molto tempo nella villa di famiglia. Che tuttavia non si tratterebbe delle celebri Grotte di Catullo, una villa romana la cui costruzione iniziò dopo la morte del poeta.

Non perdetevi una vista a questo splendido sito archeologico, che si affaccia sul lago, e al vicino Museo Archeologico. Mettete in lista anche una sosta relax alle Terme di Sirmione oppure una passeggiata alla scoperta delle spiagge lacustri di Sirmione, tra cui la selvaggia Spiaggia Giamaica, vicino alle Grotte di Catullo, la romantica Spiaggia delle Muse, sotto alle mura del castello Scaligero, da dove una bella passeggiata conduce al Lido delle Bionde.

3. Cinque Terre (Liguria)

Sono un gioiello che tutto il mondo ci invidia con la famosa “Via dell’Amore”, lo splendido sentiero panoramico che collega Manarola Riomaggiore, i due splendidi borghi liguri che insieme a Monterosso, Vernazza Corniglia formano, appunto, le Cinque Terre. Il territorio è incluso nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Un modo veloce e molto romantico per visitare questi suggestivi borghi marinari è salire a bordo del Cinque Terre Express il trenino panoramico che collega Levanto a La Spezia con un solo biglietto, consentendo di ammirare dal finestrino il panorama unico della costa ligure e fare tappa in ognuno dei borghi. Continuate poi fino a Portovenere, annoverato tra i “luoghi più romantici d’Italia”.  A poca distanza dalle Cinque Terre, si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti. Qui si rifugiava Lord Byron in cerca di ispirazione. E come non trovarla, tra case dai colori vivaci, barche che si fanno cullare dal mare e atmosfere quasi ovattate? Salite fino al castello Doria, per godere di una splendida vista su tutta la costa.

4. Val d’Orcia (Toscana)

Borghi medievali, castelli, abbazie, pievi e dolci paesaggi ammantati di vigneti dove nascono alcuni tra i vini più rinomati d’Italia, prima tra tutti il celebre Brunello di Montalcino. Tutto questo, e molto di più, è la Val d’Orcia, il territorio a sud di Siena che l’UNESCO ha dichiarato nel 2004 Patrimonio dell’Umanità. Un’idea per un weekend parte da Buonconvento, che si raggiunge seguendo le indicazioni dopo aver lasciato la Firenze-Siena. Il paesaggio è quello disegnato da morbide colline e filari ordinati di vigneti.

Il borgo di Montalcino, in Val d’Orcia

Fermatevi per una visita all’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, del XIV secolo. In puro stile senese, tra logge, finestre e terrecotte, cela al suo interno preziosi affreschi del Soloma e del Signorelli. Proseguite poi alla volta di Montalcino e dopo aver ammirato gli scorci del borgo e la sua splendida vista sulla Val d’Orcia, passare dall’abbazia di Sant’Antimo, che si dice sia stata edificata da Carlo Magno. Passate anche da Bagni San Filippo e da San Quirico D’Orcia, fino ad arrivare a Pienza, con lo splendido Palazzo Piccolomini e le sue torri “nata da un pensiero d’autore e da un sogno di bellezza”, come la definì Giovanni Pascoli.

5. Civita di Bagnoregio (Lazio)

Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, non solo è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, ed è parte della lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il borgo si staglia su un’altura di tufo con alle spalle 2500 anni, da dove si gode di un panorama mozzafiato. Si compone di due paesi, Bagnoregio, più moderna, e il borgo medievale di Civita, arroccato a 484 metri di altezza. A Civita si accede solo a piedi, percorrendo il suggestivo “ponte del diavolo” che la collega a Bagnoregio.

L’arco di Porta Maria, scavata nella roccia, introduce al dedalo di stradine, viuzze, piazzette dove il tempo sembra essersi fermato. Nella bella Piazza San Donato, la cui pavimentazione ricorda quelle medievali. Si trova la chiesa di San Donato del VIII secolo. Inoltratevi tra i vicoli su cui si affacciano portali, bifore e deliziose botteghe artigiane. Alcune viuzze si affacciano direttamente sul vuoto, dove lo sguardo spazia fino a perdersi nel fiabesco canyon della Valle dei Calanchi. Da non perdere la visita alla Grotta di San Bonaventura, biografo di San Francesco

6. Spoleto (Umbria)

Un weekend a Spoleto è da mettere in calendario nel 2024. Cominciate la vostra visita dalla Rocca Albornonziana, che domina la città e si divide in due aree, il Cortile d’Onore e il Cortile delle Armi, sede di un teatro all’aperto. Da qui parte il Giro della Rocca, una passeggiata panoramica da cui si ammira la splendida valle e la Cattedrale, e tocca la cima del Colle Sant’Elia. Poco dopo l’inizio del percorso si arriva a una galleria che porta alla parte bassa del centro storico, collegato otto blocchi scale mobili che, in poco più di 8 minuti, portano al Quartiere della Ponzanina, con la Basilica di San Salvatore, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, e alla Chiesa di San Ponziano con annesso il Monastero.

È uno dei simboli di Spoleto invece il Ponte delle Torri che unisce la Rocca e il Monteluco e misura 230 metri di lunghezza e 82 di altezza, con una visuale a strapiombo su un orrido. Scendendo verso il centro visitiamo quindi il bel Teatro Romano, risalente al I secolo. Prendete poi via Monterone fino a un incrocio. Sulla destra si trovano Palazzo Mauri, sede della Biblioteca Comunale, mentre a sinistra ci sono la Chiesa di Sant’Ansano e la Cripta di Sant’Isacco, risalenti ai secoli XI e XVIII. Più avanti troviamo anche l’Arco di Druso e Germanico, di epoca romana e, superandolo, si arriva alla Piazza del Mercato.

7. Matera (Basilicata)

Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno. Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda.

Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

9. Siracusa (Sicilia)

Siracusa è la meta ideale per un weekend di tarda primavera. Da non perdere il nucleo storico con Ortigia, un’isola abitata da circa 3000 anni, l’area archeologica di Neapolis e la necropoli rupestre di Pantalica, a circa 40 km dalla città. Cominciate la visita da Ortigia, collegata al resto della città dal Ponte Umbertino. A metà del ponte si trova il monumento ad Archimede. Da qui si raggiunge il Tempio di Apollo, del VI sec. a.C, il più antico di tutta la Sicilia. Prendendo a sinistra dal tempio si arriva all’Antico Mercato di Ortigia, una tappa per respirare la vera atmosfera di un mercato siciliano.

Proseguite ancora lungo via Matteotti fino alla Fontana di Diana e poi ancora fino a Piazza Duomo, definita “la più bella piazza di Sicilia”. Ammirate, la splendida Cattedrale barocca che mantiene al suo interno parte del colonnato del Tempio di Atena. Sulla piazza si trovano anche il Municipio, il Palazzo Vescovile, Palazzo Borgia e la Badia di Santa Lucia, dove ammirare “Il seppellimento di Santa Lucia” di Caravaggio.  Uscendo dalla chiesa e prendendo a destra si arriva all’estremità più meridionale di Ortigia, dove si trovano la fonte Aretusa e il Castello Maniace, fatto costruire da Federico di Svevia nel 1239.

9. Arzachena e i suoi borghi (Sardegna)

Chi sceglie la Sardegna per le vacanze estive, non può perdere una visita ad Arzachena, il comune capoluogo della Costa Smeralda. La città si trova a circa 10 km dalla costa. Circondata da montagne granitiche e da rocce cesellate dal vento, Arzachena ha un pittoresco centro storico, fatto di stradine e chiese di pietratra cui la bella Chiesa di Santa Maria della Neve. Poco prima dell’ingresso nel centro abitato si trova l’ingresso al nuraghe Albucciu del XV secolo a.C. Proseguendo sul sentiero per circa 100 metri si incontra il Tempietto Malchittu, teatro di sacrifici umani. Percorrendo Strada Li Lolghi in direzione di Luogosanto si trova invece la Necropoli Li Muri, il più antico sito archeologico della Gallura. Immettendosi sulla SP 14 si arriva poi al nuraghe La Prisgiona. E alla Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu.

Muraghe La Prisgiona ad Arzachena

Diversi per natura e paesaggio, ma entrambi da valere una deviazione, sono i borghi di San Pantaleo Cannigione, entrambi facilmente raggiungibili da Arzachena. San Pantaleo, nato agli inizi dell’Ottocento attorno a uno “stazzo” e a una piccola chiesa campestre, oggi, conserva ancora quel fascino antico, che si respira passeggiando tra le stradine che si inoltrano tra botteghe artigiane e localini, fino alla deliziosa piazzetta centrale, su cui si affaccia la chiesa e il monumento a papa Giovanni Paolo II. Prendendo da Arzachena prima la SS125 e poi deviando sulla SP13, dopo circa 10 km si arriva a Cannigione, con la piccola Chiesa di San Giovanni Battista. Proseguendo poi da Cannigione in direzione di Palau, costeggiando il Golfo di Arzachena, si incontrano i piccoli centri di La Conia e Tanca Manna, e le belle spiagge di Mannena, Barca Bruciata e Li Piscini.

Il borgo di Cannigione

Estero

10. Aberdeen (Scozia, Regno Unito)

Per un weekend fuori dalle solite mete, scegliete Aberdeen, nel cuore delle Highlands scozzesi. È conosciuta anche come “la città di granito”, perché il nucleo originario è stato edificato con le pietre colori grigio argento della Rubislaw Quarry, un tempo la cava più grande d’Europa. Nei giorni di sole, i raggi regalano alla città riflessi argentati, mentre in quelli nuvolosi, o di pioggia, il paesaggio urbano sembra fondersi con il grigio del cielo.

Passeggiate lungi Union Street, la strada principale, ammirando gli edifici vittoriani, partendo da Castelgate, la zona più antica, dove sorgeva il castello di Roberto I di Scozia. Al centro della strada si erge la Mercat Cross, una croce del XVII secolo con sopra raffigurati i monaci Stuart. All’estremità orientale si trova invece la Salvation Army Citadel, la cui architettura è ispirata al castello di Balmoral. Sul lato settentrionale di Union Street, a duecento metri da Castelgate, si trova la Provost Skene’d House, uno degli edifici più antichi della città. Proseguite per un altro centinaio di metri per incontrare la St Nicholas Church, la Chiesa Madre di Aberdeen, con la guglia di granito del XIX secolo, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Aberdeen è anche famosa per i manzi di razza Angus, dalla carne morbida e gustosa.

11. Bruges (Fiandre, Belgio)

Per regalarvi un weekend romantico, da vivere con lentezza, andate a Bruges (o Brugge), nella pittoresca regione delle Fiandre, a nord del Belgio, dove le strade sono canali su cui si specchiano suggestivi edifici di pietra che sembrano usciti da una fiaba. La Venezia del Nord è un gioiello da assaporare con i suoi ritmi lenti. Passeggiate fino al Visitmarkt, l’antico mercato del pesce, con il suo colonnato di pietra del 1821. Non perdetevi poi una crociera sui canali, per ammirare la città dall’acque. Salite anche i 366 gradini del Belfort, il campanile del XIII secolo alto 83 metri e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per ammirare i tetti rossi e aguzzi dall’alto.

Vale una visita anche la Basiliek van het Heilig Bloed e ritagliatevi qualche ora per immergervi nell’arte custodita nel Groeningemuseum, la più importante pinacoteca di Bruges con la sua preziosa collezione di opere fiamminghe. Rilassatevi nel begijnhof, ammirando il ponte d’accesso del 1776, di fronte al quale di sono ristoranti, negozi di merletti e chioschi. Verso sera, fate una tappa al Brouwerij De Halve Maan, il birrificio della 
Brugse Zot, fondato nel 1856. Cenate poi al Den Dyver, dove ogni piatto è abbinato alla birra usata per la sua preparazione. Chiudete la serata nel pub più vecchio di Brugge, il pittoresco Herberg Vlissinghe dove, si racconta che il pittore Rubens pagò con una moneta che dipinse su uno dei tavoli.

12. Lisbona (Portogallo)

Se non l’avete ancora visitata, nel 2024 programmate un weekend lungo a Lisbona. Per visitare la capitale portoghese, salite con il tram 28E in Rua de Conceição, vicino a Praça do Comércio, e scendete vicino al Castelo de São Jorge, risalente all’XI secolo, quando la città era sotto il dominio dei Mori. Qui si sono alternati Crociati, nel 1147, casate reali, prigionieri illustri ed è stato teatro di incoronazioni e battaglie. Fermatevi per una degustazione al Wine Bar do Castelo prima di proseguire con una passeggiata tra i suggestivi vicoli dell’Alfama.

Visitate il Museo do Fado, che ripercorre la storia e i protagonisti del canto e della musica portoghese. Passate la serata alla Mesa de Frades con la sua sala rivestita dagli azuleyos, per ascoltare il fado più autentico. Non mancate una visita poi alla Sé de Lisboa, la fortezza simbolo della città e dell’intero Paese, costruita nel 1150 nel luogo dove prima sorgeva una moschea, subito dopo la riconquista dei cristiani. Salite poi in cima all’Arco da Rua Augusta per una strepitosa vista dall’alto del centro.

CHI È MANUELA FIORINI

Modenese di nascita e di origini italiane, greco-cipriote e inglesi, è giornalista freelance e scrittrice per settimanali e riviste. Scrive di turismo, enogastronomia, salute e benessere. Come narratrice ha pubblicato alcuni romanzi, libri di enogastronomia e racconti in diverse antologie e riviste.