Viaggio nella Romagna che Tin Bòta: da Faenza a Cesena

Terza e ultima puntata del viaggio a tappe alla scoperta dei tesori della Romagna colpita dall’alluvione. Dopo aver visitato Bertinoro, Castrocaro Terme e Imola, nella prima puntata e Terra del Sole, Forlimpopoli, Meldola e Rimini nella seconda, concludiamo il nostro viaggio a Faenza e a Cesena, visitando cantine e frantoi.

 Di Giuseppe Ortolano

FAENZA – Con la ceramica famosa nel mondo

Duramente provata dall’alluvione, Faenza non si arrende ed è pronta ad accogliere nuovamente i turisti, come abbiamo potuto verificare nel nostro breve tour. Situata sulla via Emilia, a metà strada tra Bologna e Rimini, per secoli la città è stata impreziosita da monumenti che ancora oggi conservano inalterato il loro fascino.

Fontana nel centro storico di Faenza

Assolutamente da vedere capolavori come l’imponente piazza del Popolo, delimitata da due ali porticate su cui si affacciano il Palazzo del Podestà e il Palazzo Municipale, già dimora dei Manfredi; piazza della Libertà con il Duomo di fine quattrocento che custodisce numerose opere d’arte del periodo rinascimentale e la Fontana monumentale, i cui bronzi risalgono al XVII secolo. E poi il settecentesco Palazzo Milzetti, con gli ambienti interni decorati da raffinate tempere neoclassiche, l’elegante Teatro Masini e la Pinacoteca.

Museo Internazionale della Ceramica

Ha riaperto i battenti anche il Museo della Ceramica, fondato nel 1908, che ospita pezzi di ogni provenienza geografica e di ogni epoca storica, con una ricca sezione dedicata alle ceramiche faentine del Rinascimento. Un museo unico al mondo che pur visitato più volte continua ad affascinarci.

INFO: www.prolocofaenza.it

CESENA – Dove la Biblioteca è Patrimonio UNESCO

Al centro della Romagna, tra Ravenna, Forlì, il mare Adriatico e il crinale appenninico, sorge Cesena, città malatestiana e d’arte.  Due le mete turistiche abbiamo voluto visitare: la Biblioteca Malatestiana e la Rocca.

Cesena, Rocca malatestiana

A Cesena si trova la prima Biblioteca Civica d’Italia, fondata nel 1452 per volontà del Signore di Cesena Malatesta Novello, riconosciuta nel 2005 “Memoria del Mondo” dall’UNESCO, per il valore della struttura architettonica e per i codici in essa conservati, e rimasta praticamente inalterata dall’inaugurazione del 1454.

La Biblioteca Malatestiana

La Rocca Malatestiana è una delle più imponenti della Romagna e ci ha offerto la possibilità di camminare lungo i camminamenti interni alla cinta muraria, per poi visitare le antiche prigioni, un’esposizione delle armi da giostra e il Museo dell’Agricoltura.

Particolare della Biblioteca Malatestiana

INFO: www.comune.cesena.fc.it/cesenaturismo

CANTINE E FRANTOI – Sulle vie dei sapori

 Oltre ai centri abitati la Romagna è ricca di cantine e frantoi dove, grazie alla peculiare composizione del suolo e al microclima, si producono vini e olii di eccellenza.  Qui si trova infatti un terroir perfetto per la produzione di vini eccellenti, primi fra tutti Albana e Sangiovese, che ogni località declina in modo peculiare e che esprime in alcune delle sue sottozone più vocate: il Bertinoro, il Predappio e il Castrocaro, su tutti.

Vigneti di Romagna

Per sperimentarne il gusto, abbiamo voluto fermarci in una delle tante cantine che si incontrano lungo le locali Strade dei Vini e dei Sapori o nelle suggestive trattorie di collina, veri e propri ‘santuari’ della gastronomia tradizionale. È la Fattoria Paradiso nei pressi di Bertinoro, dove è stato imbottigliato per la prima volta il Sangiovese di Romagna Riserva.

Le cantine della Fattoria Paradiso

Un piacevole agriturismo, in parte ricavato da un casino di caccia del Seicento, dove abbiamo degustato ottimi vini, tra i quali il rarissimo Barbarossa, e vissuto in prima persona la rinascita dell’agricoltura in questo lembo di terra.

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Il Carso, dove la roccia ha un’anima, la vigna è eroica e i vini sono ribelli

Di Raffaele d’Argenzio

Il Carso a luglio è stato aggredito dalle fiamme, ma le preziose vigne della Vitovska sono state salvate. Siamo abituati a sentire di boschi andati a fuoco e  sempre ci si stringe il cuore, ma in questa  drammatica estate, eccezionalmente calda, ci hanno aggredito le fiamme che hanno devastano il Carso, terra che abbiamo nel cuore, dove dalle rocce sgorgano vini preziosi come la Vitovska, del vitigno autoctono, che da sempre vive di roccia, di vento e del mare in cui si specchia.


Una terra diversa, rude e forte, come lo sono gli uomini che la coltivano, vignaioli rudi e forti che amano la loro terra,  dove le viti crescono sopra la roccia, ma anche dentro la roccia per trovarne la vera ricchezza:  quei sapori sapidi e  quel colore d’ambra che rendono unico il vino Vitovska. Il Carso, una terra da visitare, per capire e sentire questa forza che insegna a raggiungere i sogni.

Il Carso, profumi di terra e di mare

di Vittorina Fellin

Il Carso é la terra rossa, le pietre, il sale del mare, il sole e il vento che spazza ogni angolo. Un territorio estremo dove l’agricoltura diventa eroica e i protagonisti ribelli. Una terra di confine, che conserva in ogni pietra il ricordo di eventi spesso tragici, ma che saluta l’ospite con strette di mano genuine e di carattere. Il fascino di questa terra probabilmente risiede nel titolo che la scrittrice gallese Jan Morris ha voluto per il suo libro più noto, “Trieste and the meaning of nowhere”, che suggerisce come l’identità delle genti residenti sia qui sfuggente, un non luogo insomma che possiede però un’identità ben definita.

Un territorio unico 

Spazzato e rinvigorito dalle frustate del vento di Bora, il Carso, un microcosmo di appena 500 chilometri quadrati fra Venezia Giulia (provincia di Gorizia e Trieste), Slovenia e Croazia, è una landa meravigliosa fatta di pietraie e grotte che si insinuano fino alle viscere della terra. Ma quella che è una delle aree più scarse in Europa per fertilità del suolo, dove una geologia da leggenda vuole che l’acqua possa scorrere solo in canyon sotterranei (in Carso non ci sono torrenti, fiumi o laghi in superficie), è in realtà un territorio che da secoli offre ai suoi abitanti prodotti unici ed introvabili altrove.

L’agricoltura che si pratica nel Carso, degnamente chiamata eroica per il generoso atto di coraggio compiuto dall’uomo nel coltivarla, nonché per le condizioni ambientali estreme in cui viene praticata, regala prodotti di pregevole qualità. Come il miele di marasca (Presidio Slow Food) che deriva dal nettare dei fiori di ciliegio canino, il formaggio jamar affinato in grotta, i salumi da suini allo stato semibrado, l’olio extravergine di bianchera (o istarska bjelica, Presidio Slow Food) e soprattutto i vini Vitovska, Malvasia, Terrano e Refosco.


Vitovska, il vitigno autoctono più celebre è un’identità da preservare

Se il vino da queste parti è un’istituzione, la Vitovska, è la regina indiscussa delle tavole. Un vino dal colore giallo paglierino, dall’odore fine, delicato e fruttato si direbbe in una degustazione guidata, generoso e invitante per chi ne cerca le origini nelle terre rosse del Carso. La Vìtovska è l’emblema del territorio, un vitigno locale nato da un incrocio spontaneo tra la malvasia e la glera, gli altri due unici vitigni autoctoni a bacca bianca.


Da anni lʼAssociazione dei Viticoltori del Carso – Kras e i loro soci è impegnata nella tutela, valorizzazione e cura degli interessi della viticoltura e dei viticoltori della Provincia di Trieste e di alcune zone limitrofe e in particolare della Vitovska e della sua straordinaria identità.

I ribelli del carso e i vini di pietra

Chi produce vino sul Carso non corre il pericolo di offrire prodotti mediocri per far fronte all’aumentata richiesta degli ultimi anni. Gli appezzamenti di terra sono limitati, la terra è difficile da domare e i contrasti climatici non lasciano spazio all’improvvisazione. Chi lavora da queste parti è motivato e ispirato dalla conoscenza della propria terra e dal rispetto per quanto fatto prima di loro.


Sicuri e visionari i vignaioli del Carso perseguono una qualità del prodotto che li lega a doppio filo al territorio e non solo alle leggi del profitto globalizzato. Da anni investono ingenti mezzi finanziari in studi e innovazione, nella costruzione di cantine e in nuove tecniche di macerazione delle uve. Ognuno di questi ha una storia da raccontare, fatta di scarponi piantati nella terra rossa, di mani che raccolgono pietre per far posto ai germogli di vite, di mercati da conquistare con prodotti sconosciuti.

Ma oggi il Carso non è più quella terra nostalgica dalla quale sono partiti migliaia di emigranti alla volta del Nuovo Mondo. Quell’immagine seppiata dal tempo ha ben poco da spartire con la contemporaneità. Il Carso oggi è un luogo di modernità, visione e conoscenza, di mercati aperti nei luoghi più esclusivi. Oggi i vini del Carso partono alla volta del Giappone, degli Stati Uniti, dove sono apprezzati per la loro unicità.

Le Cantine del Carso, luoghi di straordinaria unicità

Nella profondità della pietra carsica vengono scavate le cantine che conserveranno i preziosi vini. Spazi rubati alle viscere della terra, come la cantina di Bjmin Zidarich (visite guidate su appuntamento) in località Prepotto nel comune di Duino Aurisina, che si incunea nel terreno scendendo decine di metri.

Un mondo sotterraneo dove, tra cunicoli e gallerie, prendono posto bottiglie importanti e vasche in pietra nelle quali si tengono a macerate le uve. Piccoli caveau che contengono gioielli preziosi siglati dall’anno di produzione e dal vitigno di appartenenza.


Poco sotto la proprietà di Zidarich, si trova quella di Skerk, l’altro visionario del gruppo. Nella sua cantina, ancora in divenire, si stanno plasmando gli spazi dedicati alla macerazione dei vini e si raccolgono le pietre che residuano per essere triturate e rimesse in circolo nel vigneto. Un’economia circolare perfetta che trova collocazione anche al prodotto di scarto.


Ma la Vitoska è anche legata al mare, oltre che alla pietra dei terreni difficili. A Muggia, località sul confine con la Slovenia, c’è un piccolo paradiso chiamato la Vigna sul Mar, dove Eugenio Urizich e la sua famiglia coltivano la loro Vitovska assieme ad altri vitigni autoctoni. Una piccola enclave di produttori, quelli del Carso, che ha saputo costruire una nuova idea di viticoltura, celebrata ogni anno dalla manifestazione Mare e Vitovska, giunta quest’anno alla 16° edizione.


Al Castello di Duino, l’Associazione dei viticoltori del Carso, presieduta da Matej Skerlj, ha chiamato a raccolta 29 produttori che qui hanno presentato il loro prodotto più rappresentativo.


La tradizione delle osterie osmiza nel Carso

Se appena fuori città, salendo la strada verso il Carso, vi capita di imbattervi in una frasca verde, ovvero un ramo d’albero non ancora secco appeso ad un incrocio o all’imbocco di una via, seguitela senza indugio perché vi condurrà ad un’osmiza, un locale tipico dove è possibile consumare e acquistare i prodotti del contadino che ve li serve. Ma attenzione, siate svelti perché rimangono aperte solo otto giorni, tanti quanti la frasca appesa impiega normalmente a seccare.


Questi locali a conduzione familiare, si devono alla dominazione austriaca, quando nel 1784 il governo concedeva ai contadini la possibilità di vendere direttamente al pubblico i propri prodotti, per un periodo di appena otto giorni consecutivi. Il nome osmiza sembra infatti derivare dallo sloveno osem, cioè otto.


L’ambiente è solitamente spartano ma genuino, poche panche e tavoli di legno, dove è possibile consumare ottimi taglieri di salumi, formaggi, uova, sottaceti. Tutto fatto in casa e accompagnato dall’immancabile vino domacio, cioè del contadino, anche se oggi il vino offerto è sempre un ottimo Terrano e Refosco e i bianchi Vitovska e Malvasia istriana.


Non è raro che i tavoli siano disposti nei cortili delle abitazioni dei contadini, in mezzo ai prati tra viti e ulivi o sotto ad un pergolato in una terrazza con vista mare. Alla poesia della frasca verde oggi si è affiancato anche la tecnologia di internet dove è possibile consultare il periodo di apertura delle circa 50 osmize disseminate nel Carso triestino (www.osmize.com).

Ma il nostro viaggio non finisce qui. Nella prossima puntata vi parleremo di Trieste, la capitale del Carso, dove ci portano i mille sentieri sotterranei e misteriosi.

 




10 Top castelli con cantina per un romantico wine weekend

Settembre, mese di vendemmia, ma anche l’occasione per andare vivere un weekend tra i colori dei vigneti, degustando il prezioso nettare che nasce nelle cantine. E che cosa c’è di più romantico di un castello? Ancora di più se tra le antiche mura si può anche soggiornare, dormire nelle stesse stanze degli storici abitanti, mangiare in un ristorante di qualità con un menù di prodotti tipici e degustare vini pregiati nelle cantine del maniero. Sono tantissimi i castelli d’Italia con annessa una cantina che propongono degustazioni guidate e ospitalità da scegliere per un weekend d’autunno tra le vigne. Ne abbiamo scelti 10 del Nord Italia.

1. Castello di Perno (Cuneo, Piemonte)

Nella frazione di Perno, a Monforte d’Alba, nel cuore delle Langhe, culla di rinomati vini, sorge il Castello di Perno, costruito in epoca medievale dalla famiglia Faletti. Tra il XVII e il XVII secolo è stato trasformato in dimora residenziale, mentre alla fine degli anni Settanta, è stato acquistato dalla casa editrice Einaudi per farne una sede secondaria e residenza di lavoro per i proprio scrittori, tra cui Primo Levi, a cui è dedicata la piazzetta sotto le mura.

Dal 2012 il castello è proprietà del Professor Gregorio Gitti, ordinario di Diritto Civile all’Università di Milano, che ha fatto del castello non solo una casa per la cultura, ma anche un luogo dove produrre, vendere e degustare i vini prodotti dalle vigne dell’azienda di famiglia, tra cui Nebbiolo delle Langhe DOC e Barolo DOCG Castelletto e Perno. Oggi, il castello organizza mostre d’arte, degustazioni guidate con vini e taglieri di salumi e formaggi, passeggiate tra i vigneti. Fa parte dell’offerta ricettiva anche il B&B Arco dei Nobili, a due passi dal castello, che offre camere con bagno privato e arredi suggestivi, immerse tra le vigne e con vista sulle colline.

INFO

CASTELLO DI PERNO, Frazione Perno, Vicolo Roma 2, 12065 Monforte d’Alba (CN), sales@castellodiperno.it, tel  +39 334 56 48 263. www.castellodiperno.it

CANTINA, Loc. Castelletto 33, 12065 Monforte d’Alba (CN), info@castellodiperno.it, Tel +39 0173 328178

2. Castello di Grinzane Cavour (Cuneo, Piemonte)

Rimaniamo nelle Langhe, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, a Grinzane Cavour, dove si trova il celebre castello appartenuto alla nobile famiglia dei Conti Benso di Cavour, il cui esponente più famoso è stato Camillo Benso, eroe del Rinascimento, che qui soggiornò e che fu anche sindaco del borgo di Grinzane. Il castello offre ai suoi visitatori uno straordinario viaggio tra mondo antico e moderno, tradizione e buoni sapori. Oltre alle bellissime sale storiche, infatti, è sede del Museo delle Langhe, che custodisce testimonianze delle arti e dei mestieri passati, attrezzi quotidiani della vita rurale, cimeli cavouriani e memorie del Conte Camillo Benso in quelli che furono i suoi appartamenti.

Da non perdere una visita alla storica Enoteca, costruita nel 1967, prima in assoluta in Piemonte e seconda in Italia, che offre una prestigiosa vetrina di vini e grappe piemontese a cui si aggiunge una selezione di eccellenze gastronomiche tipici. Completa l’offerta l’innovativo Open Air Museum In Vigna, dove poter intraprendere un vero e proprio percorso emozionale e didattico tra i filari della “Vigna del Conte”, ai piedi del Castello e il ristorante gourmet “Marc Lanteri – Al Castello”, che offre un menù innovativo tra delicatezze francesi e sapori delle Langhe.

INFO

Castello ed Enoteca Regionale Cavour, via Castello 5, 12060, Grinzane Cavour (CN), tel +39 0173 262125, info@castellogrinzane.com , www.castellogrinzane.com

3. Castello di Razzano (Alessandria, Piemonte)

Tra le colline del Monferrato sorge il Castello di Razzano, circondato da una grande tenuta di rara bellezza, lasciando spaziare lo sguardo fino al Monviso. Qui si può vivere un’esperienza indimenticabile, per esempio scegliendo di soggiornare nel meraviglioso Relais di charme, tra suite e junior suite con arredi d’epoca. Nella corte interna del Relais, poi, si trova uno splendido giardino all’italiana da dove si accede al Museo ArteVino, alle Cantine e all’Enoteca. Le tre tenute si estendono su una proprietà di circa 100 ettari, dei quali 30 coltivati a vigneto e 5 a oliveto.

La produzione vinicola è di 150 mila bottiglie all’anno. All’interno del castello si trovano anche le cantine storiche, dove nascono i rossi più pregiati, mentre all’Enoteca si possono acquistare e degustare vini, grappe, ma anche Aceto di Barbera e Olio Extravergine di Oliva. Il ristorante del Castello propone poi un viaggio enogastronomico attraverso la tradizione monferrina, rivisitata in chiave moderna dallo chef Emanuele.

INFO

CASTELLO DI RAZZANO, Strada Gessi 2, Frazione Casarello, 15021, Alfiano Natta (AL), tel +39 0141 933535, info@castellodirazzano.it, www.castellodirazzano.it

4. Castello di Tagliolo (Alessandria, Piemonte)

Rimaniamo nel Monferrato, dove, sulle colline di Tagliolo, già mille anni fa si aveva notizie di una torre di avvistamento nel luogo in cui oggi sorge il Castello. Nel 1498 il maniero diventa possedimento dei Marchesi Pinelli Gentile, ancora oggi proprietari e gestori del castello, della cantina e della tenuta agricola, in un’ottica di proseguimento tra passato, presente e futuro. Da non perdere un weekend nel suggestivo borgo medievale di Tagliolo, soggiornando in una delle quattro eleganti Guest House ristrutturate nel rispetto dell’architettura originaria, con giardino privato da cui poter ammirare i vigneti e degustare i pregiati vini prodotti nelle cantine del castello.

Si può anche pranzare nel Salone Medievale e fare acquisti nell’esclusivo wine shop, oppure prendere parte a passeggiate alla ricerca dei pregiati tartufi, tra ottobre e novembre. E se state per sposarvi, perché non organizzare un ricevimento da sogno in un castello? In quello di Tagliolo c’è la Bigattiera nelle cui sale possono essere ospitate 150 persone sedute. E il sogno diventa realtà!

INFO

CASTELLO DI TAGLIOLO, via Castello 1, 15050, Tagliolo Monferrato (AL), tel +39 0143 89195, castelloditagliolo@libero.it, www.castelloditagliolo.it

5. Castello Bonomi (Coccaglio BS, Lombardia)

In Franciacorta, terra di abbazie e priorati, nella zona tra il Monte Orfano, il Monte Alto e le colline che si specchiano nel Lago d’Iseo, a Coccaglio, in provincia di Brescia, si trova il Castello Bonomi, che prende il nome dall’originale edificio liberty progettato alla fine dell’Ottocento dall’architetto Antonio Tagliaferri. E proprio all’Ottocento risale la tradizione vitivinicola di queste terre, da cui nascono vini unici, frutto di una combinazione straordinaria tra la conformazione del suolo, le correnti temperate del Lago d’Iseo e le escursioni termiche tra il giorno e la notte portate dai venti che spirano dalla Val Camonica.

In più, la conformazione del suolo attorno a Castello Bonomi è diversa rispetto al resto della Franciacorta. Sulle terrazze della tenuta nascono solo grappoli di uve Chardonnay di altissima qualità, che danno origine a un Pinot Nero con note fruttate e minerali, per un vino elegante e di carattere. I vigneti poi sono circondati da un parco secolare. Il castello è di proprietà privata, ma organizza visite guidate in cantina e ai vigneti con degustazioni, anche in occasione di feste e sagre dedicate al vino.

INFO

CASTELLO BONOMI, via San Pietro 46, 25030, Coccaglio (BS), tel + 39 030 7721015, info@castellobonomi.it , www.castellobonomi.it

6. Castello di Soave (Soave, VR, Veneto)

 Nel borgo medievale di Soave, nel veronese, eletto “Borgo dei Borghi 2022”, sorge il maestoso castello che risale al Medioevo e attraversa secoli di lotte feudali e invasioni. Dalle sue mura si gode di un panorama incantevole sulle colline circostanti. Scendendo invece verso la strada principale che arriva al cuore del borgo si arriva alla Cantina del Castello, famosa per la produzione di vino di qualità dal sapore fresco e avvolgente.

La cantina ha sede dello storico palazzo dei Conti Sanbonifacio, in Corte Pittora 5, ed è stata istituita negli anni Sessanta. Qui nascono il Soave Classico e il suo Cru Pressoni, il Recioto di Soave Classico, lo Spumante e la Grappa di Vinacce di Recioto. Fin dalle sue origini, poi, la cantina ha proposto vini rossi della Valpolicella, come l’Amarone e il Ripasso, per una produzione di circa 80 mila bottiglie all’anno. Per un weekend indimenticabile, la Cantina propone un’ampia scelta di esperienze, che spaziano dalla visita in cantina con pranzo in un ristorante tipico alla passeggiata a cavallo nei vigneti.

INFO

CANTINA DEL CASTELLO, vicolo Corte Pittora 5, 37038, Soave, VR, tel +39 045 7680093, www.cantinacastello.it

7. Castello di Roncade (Roncade, TV, Veneto)

 Lo splendido Castello di Roncade, che sorge nell’omonimo borgo, in provincia di Treviso, ma a pochi minuti da quella di Venezia, è l’unica villa veneta pre-palladiana cinta da mura in cui è ancora presente la produzione di vini. Il castello originario, medievale, fu stato donato nel 900 da Ottone II ai Conti di Collalto e, successivamente, venne di distrutto da Cangrande della Scala. Nel XVI secolo, Girolamo Giustinian, patrizio veneto, ne iniziò la ricostruzione dandogli l’aspetto che ancora oggi si può ammirare. All’inizio del Novecento, la proprietà viene rilevata dalla famiglia dei Baroni Ciani Bassetti.

Nel 1930, il Barone Tito Ciani Bassetti fonda l’azienda vitivinicola attiva ancora oggi. La villa è circondata infatti da 110 ettari di vigneti, che producono rinomati bianchi profumati e rossi corposi, ma anche spumanti e rosé che hanno vinto importanti riconoscimenti in concorsi enologici e menzioni nelle guide più prestigiose. Per vivere un indimenticabile weekend in cantina, si può poi soggiornare nelle camere ricavate all’interno delle torri, oppure nella villa principale, tra doppie, suite e loft. Da non perdere le degustazioni con visite guidate in cantina, nei vigneti e alla villa.

INFO

CASTELLO DI RONCADE, Via Roma 141, Roncade (TV), tel +39 0422 708736, info@castellodironcade.com, www.castellodironcade.com

8. Castello Rametz (Merano, Bz, Alto Adige)

 Circondato da dieci ettari di vigneti di proprietà, la storica tenuta del Castello di Rametz viene menzionata già in alcuni documenti del 1227. Ma è nel 1860 che, per la prima volta in Alto Adige, viene coltivata la vite del Pinot Nero, ma anche il Cabernet Sauvignon, il Riesling Renano e il Cabernet Franc. Da non perdere una visita alla cantina grande del castello, risalente al XVIII secolo, costruita interamente in pietra, con botti in rovere perfettamente allineate e illuminate. Nella cantina piccola, del XII secolo, maturano invece i pregiati vini in Barrique.

Al Castello di Rametz si può vivere una fantastica esperienza che inizia con una passeggiata tra i vigneti. È poi prevista una visita al Museo del Vino, dove in quattro ampie sale sono esposti attrezzi d’epoca utilizzati per la viticoltura. Immancabile una visita alle cantine Grande e Piccola con degustazione di cinque vini e con un tagliere di Kaiserspeck, il pregiato salume altoatesino, e formaggi locali. E, per chi volesse fermarsi a pranzo o a cena, c’è il Ristorante “Al Castello Rametz” con menù di raffinate specialità locali, i piatti della tradizione internazionale e la qualità dei vini prodotti al castello.

INFO

CASTELLO RAMETZ, via Labers 4, 39012, Merano (BZ), tel +39 0473 211011, info@rametz.com, www.rametz.com

9. Castello di Buttrio (Buttrio, UD, Friuli Venezia Giulia)

Andiamo ora a Buttrio, in provincia di Udine, dove, sulla sommità della collina Pampinutta, il cui nome deriva da “pampino”, cioè la foglia della vite, si erge il Castello di Buttrio. Il primo nucleo, che oggi si compone anche di due ville e di edifici di vario tipo, risale al 1139. Il complesso è stato poi ampliato tra il XVII e il XX secolo. Oggi il Castello e la tenuta di dieci ettari che la circonda, coltivata a vigneti, offre l’opportunità di vivere un’esperienza esclusiva.

Si può scegliere di soggiornare in una delle suite o camere dell’hotel, oppure in una delle comode stanze dell’agriturismo, arredate in stile country chic. L’Osteria offre un menù stagionale e antispreco, a base di prodotti locali e dei prestigiosi vini prodotti dalla famiglia Felluga, proprietaria del complesso storico. I vigneti della tenuta risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta e sono coltivati a friulano, merlot, verduzzo, malvasia e ribolla. Tra le esperienze che renderanno il vostro weekend indimenticabile ci sono le degustazioni in cantina, un pic-nic nel verde con cestino di vimini pieno di bontà locali e vino del castello, gite i n bicicletta, ma anche itinerari alla scoperta della natura e delle dimore storiche del Friuli Venezia Giulia.

INFO

CASTELLO DI BUTTRIO, via del Pozzo 5, 33042, Buttrio (UD), tel +39 0432 684243, info@castellodibuttrio.it

 10. Castello di Spessa (Capriva, GO, Friuli Venezia Giulia)

Chiude la nostra TOP 10 lo splendido Castello di Spessa di Capriva del Friuli, in provincia di Gorizia. Il castello vanta una storia di otto secoli e tra le sue mura ha ospitato personaggi come Giacomo Casanova e Lorenzo Da Ponte. La vocazione vinicola, invece, nasce alla fine degli anni Settanta, quando l’imprenditore Loretto Pali diventa proprietario prima dell’azienda vinicola La Boatina a Cormòns, poi, nel 1987, del Castello di Spessa, che trasforma in un elegante complesso con country resort, tre ristoranti, camere e appartamenti tra le vigne, una spa e un campo da golf.

Senza dimenticare le affascinanti cantine medievali e il bunker sotterraneo, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, a 18 metri di profondità sotto al castello, dove maturano i pregiati vini. Per un weekend da sogno si può scegliere se soggiornare in una delle dieci camere della Tavernetta, nel Casale in Collina con vista sul castello oppure negli appartamenti e camere tra le vigne. Non mancano nemmeno tre diversi ristoranti, con menù di piatti tradizionali, di carne e di pesce. Per un relax completo, poi c’è la Vinum Spa di 2000 mq di benessere totale. Infine, c’è solo l’imbarazzo della scelta per le esperienze di degustazione che includono aperitivi, passeggiate tra le vigne, partecipazioni a eventi e pacchetti soggiorno.

INFO

CASTELLO DI SPESSA, via Spessa 1, 34070 Capriva del Friuli (GO), tel +39 0481 808124, info@castellodispessa.it, www.castellodispessa.it

 

 

 




Autunno in Alto Adige, tra vigne e castelli

Un weekend dove con l’autunno tornano le antiche tradizioni come il torggelen, quando i contadini e osterie offrono buon vino e castagne. Perdersi tra questi paesaggi a degustare vini nelle cantine sormontati da castelli. Così l’Alto Adige accoglie turisti.

Testo e foto di Vittorio Giannella

Un fine settimana di prossimità prima che arrivi il generale inverno col suo carico di freddo e grigiore? Chiudete gli occhi e immaginate di essere sulle rive di un torrente spumeggiante, tutt’intorno circondato da ripidi declivi ricoperti da vigneti e boschi, e, in fondo, montagne alte fino a tremila metri. Un sogno?

Il fiume Talvera e, sulla sfondo, Castel Roncolo

No, è proprio cosi, esiste davvero ed è la Valle Isarco in provincia di Bolzano, qui in Alto Adige. Noi di Weekend  Premium l’abbiamo scelta per le eccellenze enogastronomiche e di tutto il bello che i dintorni del capoluogo offrono: cantine e degustazioni, pedalate e trekking tra le vigne en plein air, sperimentando in diversi modi la cultura del vino.

Ecco il premio per chi sale fin quassù. Gli uomini di queste valli altoatesine hanno cercato da sempre spazi da condividere con la roccia, strappandole poco alla volta fazzoletti di terra per coltivare i vigneti più a nord d’Italia. Quella di queste divine montagne è una storia geologica antichissima, grazie alla quale si è generata una mineralità del terreno che, conferisce ai vini giusta acidità, freschezza ed eleganza.

BOLZANO: VIGNE E CASTELLI

Lasciamo la A22 del Brennero e raggiungiamo l’hotel Laurin nel cuore di Bolzano, un’oasi verde con alberi secolari, riserva di frescura. Ci inoltriamo tra le vie animate della città, i poggioli delle case colmi di gerani colorano il grigio delle pietre, fino alla caratteristica via dei Portici, nel nucleo originale di Bolzano, con botteghe artigiane, osterie e negozi sfavillanti, dove lasciarsi andare allo shopping, fino ad arrivare nella splendida piazza Walther, in cui spicca il Duomo gotico del XIII secolo, con un elegante campanile a cuspide traforata, ricco di affreschi all’interno.

Il Duomo e il monumento in Piazza Walther

Da sempre la valle Isarco è stata zona di passaggio e nodo di comunicazione tra le regioni italiane e i paesi transalpini, e lo si intuisce per la presenza di castelli e manieri, che troneggiano dall’alto. Sono 800, un numero impressionante che fa dell’Alto Adige la regione europea con la più alta concentrazione di castelli.

L’imponente profilo di Castel Mareccio

Da visitare senza dubbio Castel Mareccio, con torri cilindriche e mastio, attorniato da vigneti. Castel Roncolo, da non perdere per gli affreschi, arroccato su un roccione a picco sul torrente Talvera, lungo la strada per la valle Sarentino, e Castel Firmiano dove è possibile visitare uno dei musei della montagna realizzato dal celebre alpinista Reinhold Messner.

Una delle opere del Museo Messner

DOPO I CASTELLI, LA PRIMA CANTINA

Abbiamo appuntamento alla cantina Nals Margreid nella vicina Nalles, caratteristico borgo ai piedi della muraglia alpina che ospita gran parte dei 14 vitigni, fra cui Schiava, Chardonnay, Kerner, Riesling, Gewurztraminer e altri, fino ai 700 metri di quota, un contesto che unisce il clima delle Alpi al sapore intenso e unico delle brezze mediterranee.

Le botti della cantina Nals Margreid

Colpisce il fatto che ogni bottiglia porti un nome: “Perché in questo modo diamo un segno di carattere unico, ma soprattutto certifica l’origine. Il nome diventa cosi ambasciatore di un’unica simbiosi tra uomo e terra” ci spiega Gottfried Pollinger direttore della cantina, versandoci un fresco Sirmian, pinot bianco, vincitore quest’anno di tre bicchieri del Gambero Rosso. Un veloce giro nella bella struttura fatta di rovere, acciaio e vetro, sinonimi di tradizione, innovazione e concretezza.

Gottfried Pollinger direttore della cantina

Ripartiamo con l’auto appesantita da un po’ di bottiglie, alla volta di Chiusa, la piccola cittadina della bassa Valle Isarco, dove dormiremo all’ hotel Spitalerhof.

SECONDO GIORNO: CANTINE E UN’ABBAZIA

Chiusa è dominata dal monte Sabiona, sulla cui cima svetta l’antichissima residenza dei vescovi che da qui amministravano il Tirolo. Un grande territorio non ha bisogno di grandi parole, si racconta da sé. Qui le radici e la storia sono rimaste le stesse di sempre. Ogni stagione offre un’opportunità, ogni angolo una sorpresa, anche in questi giorni di primo autunno, con le vigne che stanno donando i grappoli maturati a queste quote, una pacchia per l’enoturista che può fare sosta e degustare.

I vigneti della Cantina Kofererhof

Ne approfittiamo per conoscere e degustare i vini di un’altra cantina, nel comune di Novacella, che domina con i suoi vigneti a terrazze, la sottostante celebre abbazia omonima del 1142, tenuta da monaci agostiniani, resa ancora più suggestiva dall’anfiteatro di vigneti. Ci fa da Cicerone Gunther Kerschbaumer, il proprietario della cantina Kofererhof, uno dei più antichi masi dell’Alto Adige.

L’Abbazia di Novacella

Come ovunque nella valle, sono soprattutto le uve bianche a trovare le condizioni ideali per la maturazione. “Su una superficie di 5,5 ettari a 650 metri di altitudine, la mineralità del terreno e il microclima conferiscono ai vini del maso una spiccata acidità, fruttati e freschi, peculiarità proprie delle uve che crescono nelle vigne più a nord d’Italia e che con particolare energia traggono nutrimento da un terreno povero” ci spiega Gunther tra i filari, mentre sua madre Erika, in costume tipico, rientra a casa con un mazzo di fiori per abbellire il tavolo, e sul suo volto risalta l’ambizione, tutta valligiana dell’Alto Adige, di conciliare il turismo con una gestione ideale del territorio e delle risorse naturali.

Gunther Kerschbaumer, proprietario della cantina Kofererhof

Tra muri vecchi di secoli, degustiamo Sylvaner, Muller Thurgau, Kerner e Riesling, sperimentando dal vivo la cultura del vino abbinato alla bellezza del paesaggio che si vede dalle ampie vetrate, potente antidoto a tristezza e stress.

Alcuni vini della cantina Kofererhof

Il sole nel frattempo disceso dietro le montagne non dà più luce né calore ma prima di rientrare in hotel, a Chiusa, ci fermiamo alla cantina Kellerei Valle Isarco, dove, tra il ventaglio di etichette di ottimi vini bianchi che assaggiamo, restiamo particolarmente colpiti dal Vernatch, un vino rosso sorprendente, anche per il prezzo, che ha dentro di sé la purezza del vitigno autoctono Schiava: austero, tannico ed elegante.

Alcune pregiate etichette della Cantina Kellerei

TERZO GIORNO: A 2000 m, CONNEL RIFUGIO DEL GUSTO

L’escursione per raggiungere La Villa in alta Valle Badia comincia di primo mattino, quando la luce del sole incendia di rosa le cime delle Dolomiti, in un’aria che ossigena fisico e cuore, una valle capace di sedurre con un mix di efficienza “tedesca” e calore “ladino” oltre che con l’alta gastronomia e il benessere.

Il profilo del Lagazuoi

Con la cabinovia saliamo due alla volta con le E-bike per poter raggiungere il rifugio Utia de Bioch, vincitore del premio 2021 per la diffusione della cultura del vino, dove abbiamo appuntamento con il proprietario Valentini. Si arriva su un altipiano a 2000 m. d’altitudine e con facilità percorriamo le salite che si presentano fino alla struttura, un attico sul gruppo del Sella e in fondo, la Marmolada, scintillante col suo ghiacciaio.

Il rifugio Utia de Bioch

Il 2021 è un anno ricco di cambiamenti in tutti gli ambiti e rappresenta dunque anche un’occasione di rinascita e innovazione nel settore gastronomico”, ci dice Valentini, “e anche quest’anno, in alta Val Badia sta per cominciare l’iniziativa “sciare con gusto” la dodicesima, dove i rifugi associati come il mio, proporranno menù di otto chef stellati, abbinati ognuno ad un rifugio sulle piste. Per prenotare il proprio tavolo si può chiamare direttamente il rifugio partecipante in cui si vuole mangiare, scegliendo tra i piatti che si addicono meglio ai propri gusti culinari”.

E non è tutto. Nella sua fornitissima vinoteca d’alta quota, si potranno degustare una selezione dei migliori vini dell’Alto Adige, (per info www.altabadia.org). Qui nella bella stagione si può mangiare all’aperto con lo scenario dei Monti Pallidi, patrimonio mondiale dell’umanità, prati e boschi a perdita d’occhio.

Vini di qualità ad alta quota

Mentre parliamo, si susseguono ricette profumate di erbette selvatiche, pino mugo, frutti di bosco e funghi, che accompagnano salmerini, formaggi di malga e canederli, innaffiati da ottimi vini locali. Una cucina autentica, basata su prodotti di un territorio ancora rispettato e protetto.

Un irresistibile stinco di maiale alle erbette

È ora di tornare, ma non prima di aver visitato l’ultima cantina, la più a sud della regione al confine con il Trentino: la cantina Colterenzio, 300 soci, 14 vitigni coltivati in trecento ettari tra i 230 e i 650 metri d’altitudine, 1,9 milioni di bottiglie vendute in 33 paesi in tutto il mondo. Questi i risultati del lavoro di tante famiglie che da anni e anni producono il loro prezioso liquido e si tramandano di figlio in figlio i segreti della coltivazione vitivinicola.

Degustazione di vini alla Cantina Colterenzio

INFO

DOVE DORMIRE

*Parkhotel Laurin a Bolzano, 100 metri dalla stazione ferroviaria www.laurin.it
*Vinum hotel Spitalerhof a Chiusa, con due camere botti tutte da provare. www.spitalerhof.it

Il bistrò del Park Hotel Laurin

DOVE MANGIARE

*Ristorante Kircherhof ad Albes, piatti del territorio, da non perdere le tagliatelle fatte a mano con finferli e ciliegie. Vasta scelta di vini altoatesina. www.kircherhof.it

*Ristorante Turmwirt a Gudon con ingredienti acquistati dai contadini locali. Pane ai vari semi ancora caldo, succhi e grappe di produzione propria. Da non perdere sella di cervo e tortelli di zucca fatti a mano. www.turmwirt.com

*Rifugio Utia de Bioch, a 2000m con un panorama mozzafiato sulla Marmolada e il gruppo del Sella. Vincitore del premio speciale cultura del vino in Alto Adige. Ottima la costoletta di mangalica alla brace con erbette e fichi, dello chef Nicola Laera. www.fornata.it

CANTINE

www.koefererhof.it a Novacella.

www.kellerei-eisacktal.it a Chiusa

www.nalsmargreid.com a Nalles

www.colterenzio.it a Cornaiano




Bressanone riparte con il festival BrixenClassics

Si intitola BrixenClassics, il festival che animerà il cuore di Bressanone, dal 13 al 20 giugno, preannunciando una ripartenza all’insegna della musica, dei buoni sapori, della natura e delle tradizioni.

Panorama di Bressanone

Si tratta di un grande evento che mette insieme in maniera interattiva grandi nomi della musica classica, i rinomati vini bianchi della Valle Isarco e le migliori specialità gastronomiche dell’Alto Adige.

In particolare, i concerti, con solisti di fama mondiale, si terranno nei siti storico-culturali più belli di Bressanone, come la Hofburg, la splendida biblioteca barocca dell’Abbazia di Novacella, oppure nel giardino del castello di Pallaus, nei vigneti dell’Abbazia di Novacella, per un totale di otto eventi di alta qualità e sette diverse location.

Il castello di Pallaus e i suoi giardini

Senza dimenticare le eccellenze storiche, architettoniche e paesaggistiche di Bressanone, di cui si potrà godere partecipando agli eventi del festival. L’antica città vescovile di Bressanone, infatti, è da sempre un ricco centro culturali. Qui si trovano i vigneti più a Nord di tutta Italia, ma anche lo splendido Duomo, il palazzo vescovile Hofburg con il ricco Museo Diocesano, e la bellissima Abbazia di Novacella, che valgono una visita e un soggiorno più lungo.

Lo splendido Duomo di Bressanone

BrixenClassics, il programma

Il Festival BrixenClassics porta a Bressanone star mondiali della musica, come Camilla Nylund e Piotr Beczala, oltre a molti altri artisti di fama internazionale. Il programma spazia dalla grande opera alla musica da camera, alternati a una splendida passeggiata nei vigneti e a un concerto più intimo a lume di candela.

Il soprano Camilla Nylund

Il festival si apre con “A night at the Opera”, un gran galà dell’opera italiana con le più belle arie delle opere più famose di Verdi, Rossini, Puccini e Mozart, che si terrà nella splendida cornice della Hofburg. Durante l’aria di Mozart, poi, è prevista la prima degustazione di vini abbinati alle grandi opere musicale.

Piotr Beczala

Il secondo appuntamento, si volge invece nel maestoso piazzale dell’Abbazia di Novacella. La Masterclass Selection alterna delizie musicali a degustazioni di vini di qualità e specialità di formaggio selezionate dal Hansi Baumgartner, rinomato affinatore di “Degust”. Nel corso dell’evento, il soprano Camilla Nylung e la pianista Julia Okruashvili presenteranno canzoni e musica di Jean Sibelius, Edvard Grieg, Richard Strauss e Johann Strauss.

L'”affinatore” Hansi Baumgartner

Ci sarà poi il “Sounding Vineyards”, una passeggiata musicale attraverso i vigneti sopra l’Abbazia di Novacella, che abbina concerti di vari stili musicali, dalla musica classica al jazz popolare, a degustazioni di vino e delizie culinarie delle cantine Köfererhof, Strasserhof e Pacherhof.

I vigneti che circondano l’abbazia di Novacella

Nel giardino del castello di Pallaus, normalmente non accessibile, i partecipanti potranno invece vivere un sogno musicale in una notte di mezza estate, assaporando le atmosfere del concerto “A Midsummernight’d dream”.

Inoltre, il BrixenClassics è l’unico festival in Alto Adige ad avere una propria orchestra, la BrixenClassic Festival Orchestra. Sotto la direzione di Daniel Geiss, musicisti di orchestre rinomate come la Bayerischer Rundfunk, la Deutsche Oper Berlin o la Bayreuth Festival Orchestra, suoneranno insieme a giovani artisti emergenti. L’obiettivo, infatti, è quello di promuovere i giovani talenti e consentire agli studenti di talento di ampliare le loro conoscenze suonando con i grandi della musica.

INFO

Il programma dettagliato e la vendita dei biglietti per la prima edizione di giugno 2021 sul sito www.brixenclassics.com

 




Weekend a Treviso: sulle orme di Dante con Audi Q3 Hybrid

In un periodo storico nel quale parlare di turismo è quasi paradossale, noi di Weekend Premium abbiamo una missione…farvi viaggiare dove possiamo, anche solo per una gita domenicale.
Vogliamo scoprire per voi posti poco noti, piccole perle da godersi una volta che tutto volgerà al meglio.

Oggi vi portiamo a Treviso e dintorni, tra castelli, vini che raccontano storie e l’eco di Dante, il Poeta. Tutto questo a bordo di un’eccellenza tedesca: l’Audi Q3 45 TFSI E .

Un nome complicato per un’auto altrettanto complessa, ma con una sorprendente  facilità e immediatezza di utilizzo.
Parliamo di un’ibrido plug-in da ben 245 Cv combinati tra propulsore elettrico e benzina, che Audi Italia ci ha fornito di questo bellissimo azzurro acceso. Appena saliti a bordo si percepisce la classica qualità dei quattro anelli: per primi si notano i materiali e gli assemblaggi, ma è l’ergonomia che ci colpisce. Tutto è a portata di mano, tutto è comprensibile e responsivo.

Mettiamo in moto e, come ogni ibrida, non si percepisce il motore. Alla pressione dell’acceleratore la Q3 Hybrid parte in elettrico, silenziosissima, ma non troppo: Audi ha creato un suono che non renda l’auto totalmente impercettibile, per farsi notare da pedoni e ciclisti. Il 1.4 TFSI da 150 CV benzina si attiva solo in marcia, ma ne parleremo nel dettaglio più avanti.

Partiamo direttamente dalla bellissima Treviso, dove ritroviamo le citata “orme di Dante”, personaggio molto legato a questa città. La prima meta è il Ponte Dante. Riconoscibile grazie ad un Obelisco, questo ponte riporta una citazione del Sommo Poeta, che descrive questo suggestivo scorcio nel suo Paradiso. “Là dove Sile e Cagnan s’accompagna” (IX Canto del Paradiso) è l’esatto punto citato, vera e propria confluenza dei due placidi fiumi, che bagnano e attraversano Treviso, rendendola una “Piccola Venezia”. Questo ponte è un luogo tranquillo, dove godersi una passeggiata accompagnati dal rumore dell’acqua e sorpresi da bellissimi scorci.

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I passanti notano la nostra “azzurrissima” Audi Q3. Davanti alla chiesa San Francesco, che ospita il figlio del Sommo poeta

Ma i collegamenti con l’Alighieri non finiscono qui. Nel centro storico scopriamo la chiesa di San Francesco, realizzata in stile romanico nel 1200 c.a., scrigno della tomba del primogenito di Dante: Pietro Alighieri. Pietro fu giudice, poeta e commentatore, nato a Firenze e morto a Treviso nel 1300.
Questa chiesa è una piccola perla proprio nelle stradine del centro, che affrontiamo coraggiosamente in una domenica di sole, tra zone a traffico limitato (che possiamo attraversare con la nostra Audi, essendo ibrida) e spazi pedonali.

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Il laterizio della chiesa duecentesca in pieno centro a Treviso

L’Audi Q3, grazie al suo colore attira gli sguardi dei molti passanti. Ma anche il design è degno di nota: moderno e molto proporzionato. Non vuole essere un SUV (questa versione è infatti disponibile solo con trazione anteriore) e non vuole ricalcare le forme di una coupè. Le linee sono gradevoli e pulite; molto bello il disegno dei paraurti posteriore ed anteriore, che donano al retro e al muso un dinamismo efficace, ma equilibrato. Insomma non promette niente di più di quello che offre e non vuole stravolgere uno dei modelli più equilibrati della casa tedesca.

In città la Q3 si comporta davvero egregiamente. Tramite un tasto sul cruscotto, riusciamo a scegliere le varie modalità di funzionamento dell’impianto ibrido. Sono 3 le modalità principali: la prima sfrutta il solo motore elettrico, la seconda il meglio in combinazione tra elettrico e benzina, la terza permette al motore di ricaricare la batteria, per poi sfruttarla in seguito. In ogni caso l’abitacolo è perfettamente isolato acusticamente.

È ora di dirigerci fuori città, per una notte tra le vigne, in un castello rinascimentale a meno di 30 min da Treviso. Sì, avete letto bene: ad ospitarci per la notte è il “Castello di Roncade” (foto in copertina). Le camere sono appartamenti restaurati nelle vecchie torri di guardia, ma gli alloggi più spaziosi sono nel corpo centrale della villa.

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Sullo sfondo le bellissime torri delle mura. La nostra Q3 Audi è circondata dal verde curato del castello.

L’esperienza è davvero suggestiva. All’interno del piccolo comune di Roncade, ci troviamo al cospetto di una bellissima cinta di mura, che abbracciano una villa Veneta del 1508, con annesso giardino (perfettamente curato, nonostante il periodo davvero infernale per gli albergatori).
L’atmosfera è appartata, all’interno di uno spazio raccolto, ma studiato nel particolare.

 

 

 

 

 

 

Quindi ci riposiamo, per poi degustare i vini della cantina del Castello.
Seguiteci nell’appuntamento di domenica prossima; scopriremo il gusto dei vini di un territorio profondamente legato alla sua storia, affascinante per la sua spontaneità. Una spontaneità che ritroviamo nei sapori dei suoi prodotti, che ritroviamo nello scambio con chi vive questi luoghi.

Un territorio con un legame profondo con le sue tradizioni, un territorio sorprendente…che scopriremo non essere solo prosecco.

(clicca QUI, per la seconda parte)




Un museo per il Lambrusco. Al Castello di Levizzano (Mo), inaugura “Rosso Graspa”

Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, il rosso dalle sfumature tra il rubino e il violaceo, la cui zona di produzione è determinata nella provincia di Modena, e nella zona pedemontana in particolare, avrà un museo dedicato.

Inaugura infatti sabato 13 aprile, nella splendida location del Castello di Levizzano Rangone, il museo del vino e della società rurale “Rosso Graspa”, con un percorso espositivo dedicato al prodotto fiore all’occhiello del territorio, ma anche a numerose testimonianze della vita nei campi. Si potranno infatti vedere attrezzi agricoli, strumenti per la lavorazione del legno e la raccolta dell’uva, ma anche straordinarie testimonianze fotografiche d’epoca e moderne che illustrano le dinamiche sociale e le pratiche agricole della società contadine.

Tuttavia, Rosso Graspa non esaurisce la sua proposta tra le mura del museo, ma propone una serie di iniziative che invitano a vivere il territorio e il paesaggio attorno al Castello di Levizzano, attraverso passeggiate tra i campi, degustazioni guidate e tutto quanto possa contribuire alla conoscenza di questa “terra del vino”.

Il programma inaugurale e le visite guidate

Sabato 13 aprile, il museo aprirà ufficialmente al pubblico nell’ambito di una giornata – evento a ingresso libero con inizio alle 16.30. Seguirà l’apertura dei banchi d’assaggio di vini locali con degustazioni guidate a cura della sommelier Barbara Brandoli, accompagnato da un rinfresco a chilometro zero. E, a fare da colonna sonora, musica tradizionale con concerto di violino, organetto e chitarra.

Il museo osserverà delle aperture straordinarie lunedì 22 aprile e mercoledì 1°maggio. Osserverà poi normale orario di apertura, da aprile a novembre, il sabato dalle 15 alle 18.30 e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15. Alle 18.30. Sempre con ingresso gratuito.

Sono poi in programma visite guidate per conoscere il Museo Rosso Graspa e lo splendido Castello di Levizzano nelle giornate del 22 aprile (alle 11 e alle 16), 5 maggio (alle 16), 11 maggio (in notturna alle 21) e 26 maggio (alle 16). Tutti i martedì, poi, è possibile prendere parte (su prenotazione al 338/5474185) a un minicorso di degustazione a cura di un’esperta sommelier.

“I Cammini”, alla scoperta del territorio del Lambrusco

Nei mesi di aprile e maggio è poi in programma un calendario di passeggiate e iniziative per conoscere il territorio e le sue eccellenze. Per esempio, il 14 aprile si potrà percorrere a piedi “L’Anello dei Colli”, un itinerario tra il Castello di Levizzano Rangone e il borgo storico di Castelvetro, ammirando le colline ammantate di vigneti.

Dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie, il 28 aprile, si passeggia “Come nelle favole”, una camminata tra i borghi storici di Levizzano con giochi, animazioni, degustazioni e personaggi in costume tra dame, cavalieri, streghe e fate.

Il 12 maggio, invece, si va alla scoperta della Valle de Guerro con l’escursione sul Crinale di Via Lunga con partenza dal borgo di Castelvetro e itinerario nella valle del torrente Guerro, attraversando un paesaggio caratterizzato tra coltivazioni tradizionali e insediamenti colonici storici.

Il 19 maggio, invece, in occasione di Fattorie Aperte, i più piccoli potranno andare alla scoperta degli animali da cortile presso la Fattoria didattica La G.Raffa con giochi, itinerari e laboratori didattici sulla sana alimentazione. A seguire, passeggiata escursionistica al Castello di Levizzano.

INFO

Per prenotazioni alle visite guidate e alle escursioni si può chiamare l’Info Point di Castelvetro al 059/758880 o scrivere a info@visitcastelvetro.it

Per info generali
www.visitcastelvetro.it
www.terredicastelli.eu
www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it

COME ARRIVARE

In auto, da Verona A22 del Brennero e seguire per Modena, continuare sull’A1 e uscire a Modena Sud. Seguire per Modena-Castelfranco Emilia sulla SP623, giunti a San Vito proseguire sulla SP 17 per Castelvetro.

Da Bologna, da Borgo Panigale percorrere la SS9 Via Emilia verso Modena, passare i centri di Lavino, Anzola e Ponte Samoggia, attraversare Piumazzo, poi prendere la SP 16, attraversare Spilamberto, poi prendere la SP 569 in direzioni di Castelvetro.

Da Ancona, A14 in direzione Bologna, poi proseguire sull’A1 e uscire a Modena Sud. Seguire sulla SP 623 Modena-Castelfranco Emilia fino a San Vito e poi indicazioni per Castelvetro.

DOVE COMPRARE

*Cantina Settecani, via Modena 184, Settecani di Castelvetro (MO), tel 059/702505, www.cantinasettecani.it Offre un’ampia varietà di vini di qualità tra qui Lambrusco Grasparossa nelle varietà rosso e rosé, e Pignoletto.

*Cantina Corte Manzini, via per Modena 131/3, tel 059/702658, www.cortemanzini.it Azienda agricola con cantina e agriturismo, oltre alle varietà di Lambrusco offre anche marmellate e nocino.

DOVE DORMIRE

*Locanda del Feudo, via Trasversale 2, Castelvetro, tel 059/708711, www.locandadelfeudo.it
Ricavata all’interno delle antiche mura, mette a disposizione raffinate suite con pavimento in cotto e travi di legno, ristorante con menù tipico e ingredienti di prima qualità e cantina con assortimento di vini pregiati. Doppia da € 80.

*Hotel Guerro***, via Destra Guerro 18, Castelvetro, tel 059/799791, www.hotelguerro.it
Si affaccia su una strada alberata e offre camere confortevoli arredate con stile sobrio ed essenziale. A poca distanza dalla Rocca di Vignila e dal Museo Ferrari di Maranello. Doppia con colazione da € 95.

DOVE MANGIARE

*Osteria del Borgo, via Filanda 22, Castelvetro, tel 059/799050 – 335/6298035, https://osteriaborgo.jimdo.com/ nelle atmosfere del borgo medievale, si possono gustare pietanze tipiche del territorio rivisitate dallo chef. Il tutto accompagnato da un buon Lambrusco Grasparossa DOC. Prezzo medio alla carta € 45 pp.

*Il Cappero delle Mura, via Cialdini 36, Castelvetro, tel 059/790842, www.ilcapperodellemura.com Locale intimo e d’atmosfera, con sedie di design e dehors circondato da ulivi. Offre un menù di cucina tradizionale con pasta fatta in casa. Prezzo medio € 45.




“Novello in vintage”, la cantina Pizzolato di Villorba festeggia l’autunno con una nuova etichetta “green”

Seconda edizione per la “Festa d’autunno – Novello in vintage”, sabato 3 novembre alla Cantina Pizzolato di Villorba (TV). Protagonista assoluto sarà il Novello biologico 2018, primo vino della nuova annata, che potrà essere degustato per tutta la giornata.

Si tratta di un vino che ha molto da raccontare: dalla sua lavorazione, seguendo il metodo della macerazione carbonica, alla sua assenza di solfiti aggiunti e che quest’anno si veste di originalità: un’etichetta nuova, prodotta in carta riciclata realizzata con il 15% di vinacce dell’uva, la cui carta rimanente contiene il 40% di fibre riciclate post consumo e il 45% di cellulosa vergine.

Questo particolare tipo di carta è un’innovazione ecologica, una scelta sostenibile e innovativa della cantina, nei riguardi di un futuro 100% green e della salvaguardia dell’ambiente, aspetti fondamentali su cui si basa lo stile di vita dell’azienda villorbese, certificata biologica dal 1991.Ci poniamo in un’ottica di riciclo maggiore dello scarto di produzione durante la vendemmia” , ha dichiarato Sabrina Rodelli, responsabile commerciale della cantina.

Il programma della festa

Il programma della Festa d’autunno è fitto e variegato. Si comincia già dalla mattina, con la gara ciclistica del Gruppo Aquile Fontane, con l’arrivo dei partecipanti in cantina, previsto per le 12. Non solo. Gli spazi della cantina Pizzolato saranno allestiti dalle esposizioni di Home Design Treviso, My Zizi Jewels e Paola Garzara-Made in Italy, che presenteranno al pubblico mobili di design e lavorazioni realizzate a mano.

La cantina e il punto vendita, poi, saranno aperti al pubblico fino alle 19 con visite guidate dallo staff Pizzolato che illustrerà ai partecipanti l’intera filiera produttiva biologica. La giornata sarà incorniciata dalle eccellenze gastronomiche del food truck “Brambù” di Treviso e il suo Bramburger. Nel tardo pomeriggio, poi, si potrà degustare il Novello abbinato alle caldarroste. L’ingresso all’evento è gratuito.

INFO

Cantina Pizzolato

Via IV novembre 12, Villorba (TV)

www.lacantinapizzolato.com




Il 2017 è l’Anno dei Borghi: alla scoperta di Canelli

Nell’anno dei borghi non potevamo non presentarvene almeno 10, fra tutti quelli  dove passare un weekend di primavera. Luoghi magici, da visitare in punta di piedi per non rovinare l’incantesimo, da vedere con gli occhi, annusare, gustare e toccare per riscoprire la capacità dei nostri sensi di trasmetterci emozioni, abbandonando per un attimo telefonini, macchine fotografiche digitali, selfie. I borghi d’Italia – non solo questi dieci – sono una delle risorse di questo paese, da tutelare e valorizzare e soprattutto da vivere dedicando qualche rilassante weekend alla loro ri-scoperta. Fine settimana fatti di passeggiate, visite a chiese, palazzi, castelli, antiche botteghe e golose soste in trattorie, ristoranti e artigiani della gastronomia. Noi ne abbiamo selezionati dieci, da nord a sud, ma non vogliamo fare torto a nessuno. Sono quelli che ci hanno colpito di più in questi ultimi mesi, che vi invitiamo a visitare ben sapendo che ce ne sono molti altri pronti ad accoglierci a braccia aperte. Dove vi condurremo nei prossimi numeri della nostra rivista. Buon weekend a tutte e tutti.

CANELLI – LE CATTEDRALI SOTTERRANEE

Canelli, una delle capitali mondiali del vino, riserva al turista che la raggiunge, uscendo al casello di Alessandria Sud della A26, una piacevole sorpresa. Sono le cattedrali sotterranee, ovvero le ampie cantine scavate nei secoli nel cuore del borgo antico per conservare le bottiglie di vino spumante, dolce e secco, prodotto in zona. Oggi alcune di queste cantine (Gancia, Bosca, Coppo e Contratto) aprono le porte al pubblico, che le può visitare durante il weekend con un coppa di vino con le bollicine in mano. Passeggiando per il centro storico non dimenticatevi di visitare le chiese barocche, l’imponente castello seicentesco e l’Enoteca Regionale. Fino allo scorso anno, nel terzo weekend di giugno, il borgo organizzava la ricostruzione dell’Assedio del 1613, dove il visitatore era invitato a vivere per un paio di giorni dentro una città assediata, tra contadini in fuga e spie, soldati e frati che attraversano le vie della città con le loro fiaccole.

OSPITALITÀ

È piacevole dormire nelle camere ricavate in queste due cascine circondate dai vigneti di dolce uva moscato. L’Azienda Agricola La Martinella mette a disposizione anche un forno, un barbecue a legna in mattoni e un dehor per godere tiepide serate della bella stagione.




Il giorno di San Martino, nelle terre di Benevento, un weekend in cantina

Il 13 novembre le cantine italiane aderenti al Movimento Turismo del Vino festeggiano San Martino giorno nel quale, secondo la tradizione, “ogni mosto diventa vino”. Tutto in formato Low Cost!

In Campania, nel Sannio, c’è una terra di sapori e vini antichi (120 le varietà autoctone di vite presenti) dove si coltivano gran parte dei vigneti della regione, tra città medievali, siti archeologici e dolci colline. Ai piedi del borgo normanno di Guardia Sanframondi, dal centro storico dominato da un’imponente castello, anticamente abitato da conciatori e ora “scoperto” da artisti e turisti nordamericani ed inglesi che stanno recuperando parte delle case affacciate sulla vallata, si visita e si degustano i vini della cooperativa agricola La Guardiense. Tra questi quelli dedicati alle Janare, le streghe della zona. A Sant’Agata dei Goti, uno dei Borghi più Belli d’Italia, con il centro storico che si trova su una spettacolare terrazza tufacea stretta tra due umi, nel luogo dove sorgeva l’antico centro abitato sannita di Saticula, si degustano i vini delle cantine Mustilli, le prime a imbottigliare negli anni Settanta il vino Falanghina in purezza.

Dove mangiare
Il ristorante Antico Borgo, nel centro storico di Sant’Agata dei Goti, propone piatti della tradizione del Sannio, accompagnati da una se- lezione di vini locali. (www.ristoranteanticoborgo.org – 18-20 euro)

Dove dormire
L’Ape Regina è un agriturismo biologico a 4 km da Sant’Agata dei Goti in un antico casolare immerso nel verde in cui si inizia la giornata con una ricca e golosa prima colazione. Possibilità di cenare (20 euro) e acquistare il miele prodotto dall’azienda. (www.agriturismoaperegina.it – 50-70 euro la camera doppia)

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Info:

www.cittadelvino.it

 




Autunno tra benessere e vigne

TERME DELLA SALVAROLA – Colline di Modena

L’autunno 2016 alle Terme della Salvarola, sulle colline di Modena, è un viaggio tra le più benefiche proprietà dell’uva e dei suoi derivati. Dopo aver partecipato alle attività della vendemmia, gli ospiti possono beneficiare dei trattamenti e della linea cosmetica a base di vite, uva, vinaccioli e mosto, ed immergersi nell’idromassaggio in botte con mosto concentrato e acqua termale. Alcuni trattamenti vengono fatti con l’uva appena raccolta.

Una notte in camera doppia e 2 giornate benessere è al prezzo di 229 euro a persona. Si può scegliere anche la sola visita dei vigneti abbinata a vari tipi di degustazione.

Inoltre, l’Esperienza Cantina comprende la vendemmia, con possibilità di pigiatura e/o di asporto dell’uva raccolta per i trattamenti della Spa Termale Balnea, con buffet leggero oppure con degustazioni in abbinamento con tigelle e gnocco fritto per pranzo o cena e buffet di prodotti tipici.

L’Esperienza Cantina “Full” comprende invece la vendemmia con possibilità di pigiatura e/o di asporto dell’uva raccolta da utilizzare per i trattamenti della Spa Balnea, con tigelle e gnocco fritto per pranzo o cena e buffet di prodotti tipici. Le Terme della Salvarola propongono anche degustazioni guidate, escursioni a piedi, in bicicletta o cavallo (con prenotazione anticipata) lungo la ciclabile Campogalliano – Rupe Del Pescale nel Parco Naturale del Secchia, visite guidate a circuiti che comprendono più cantine nelle DOC, ovvero LambruscoGrasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di S. Croce, Colli di Scandiano e Canossa; mini corsi di potatura e gestione del vigneto.

Per informazioni: Terme della Salvarola

Località Salvarola Terme, sulle colline di Modena

Tel. 0536871788

E-mail info@hoteltermesalvarola.it

Sito web: www.termesalvarola.it/balnea

Terme-della-Salvarola-Vinoterapia-2

 ROMANTIK HOTEL LE SILVE – Assisi (PG)

Nel cuore dell’Umbria, tra 230 ettari di terreno nel Parco del Monte Subasio, il Romantik Hotel Le Silve di Armenzano (Assisi – PG) è il luogo ideale per conoscere le origini dei vini umbri, la storia di chi li produce, immersi tra vigneti ed oliveti. Dal 24 Settembre al 13 Ottobre 2016, i visitatori vengono guidati in un percorso alla scoperta della vendemmia tra i filari che disegnano il paesaggio intorno ad Assisi, per poi deliziarsi con una golosa degustazione. Il weekend “Tempo di Vendemmia” viene proposto al prezzo di 180 euro per persona. La degustazione comprende i due autoctoni tipici Grechetto e Sangiovese Umbria IGP abbinati a Bruschetta con olio extravergine d’oliva, Pecorino di media stagionatura, Torta al testo con salumi tipici umbri.

Per informazioniRomantik Hotel Le Silve

Loc. Armenzano, 06081 Assisi (PG)

Tel: +39 (075) 8019000

Email: le-silve@romantikhotels.com

Sito web: www.romantikhotels.com

Romantik-Hotel-Le-Silve