Napoli, a Castel dell’Ovo la mostra “Il cerchio e la Shoah”

C’è sempre una buona ragione per visitare Napoli. Quella che vi forniamo noi, in occasione della Giornata della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto, è la bella e intensa mostra itinerante di Giorgio Sorel “Il Cerchio e la Shoah”, che si può visitare fino al 30 gennaio, con ingresso libero, nei suggestivi spazi di Castel dell’Ovo.

Sorel (Bologna 1939) è artista intenso e drammatico, che con impronta espressionista affronta nelle sue opere tematiche toccanti, intense, legate alla condizione umana e ai grandi eventi storici, ma sempre con delicatezza e sensibilità. La mostra espone una serie di opere dal forte valore espressivo, grazie al sapiente accostamento di colori scuri o cupi e all’uso di materiali diversi, come sabbia, smalti o cere sintetiche, dalle quali emergono figure tragiche ed emaciate, a ricordo di milioni di persone vittime del genocidio perpetrato dal regime nazista.

L’utilizzo realistico dei colori ad olio contribuisce a creare atmosfere evanescenti, volutamente tetre e indefinite, in una ricerca formale che sfocia in una passione bruciante per tutto ciò che riguarda l’essere umano, che sia amore od odio.

Il lungomare di Napoli, la “passeggiata più bella del mondo”

Se vi recate a Napoli per la mostra, non potete perdere l’occasione per visitare, all’interno e all’esterno, Castel dell’Ovo, il più antico castello della città. Il complesso, che deve il suo nome a una leggenda, secondo la quale il poeta Virgilio avrebbe posizionato nelle segrete un uovo che l’avrebbe mantenuto per sempre in piedi, sorge sull’isolotto di Megaride. Anche in questo lembo di terra il mito si intreccia con la storia.

Qui si troverebbe, infatti, la tomba della sirena Partenope, che si lasciò morire di crepacuore dopo essere stata rifiutata da Ulisse. Fu proprio questa isola il primo nucleo di Napoli, una città nata in tutto e per tutto dal mare.

Dal castello si può ammirare un superbo panorama del Lungomare di Napoli, con il Vesuvio, l’isola di Capri, il promontorio di Posillipo e, sul lato opposto del mare, la collina del Vomero co Castel Sant’Elmo e il parco della Villa Comunale.

Ed è questo percorso di circa 3 km, considerata “la passeggiata più bella del mondo”. che vi consigliamo di non perdere. La prima tappa è il Borgo Marinari, un pittoresco porticciolo costellato di ristoranti dove gustare pesce fresco e minuscoli locali.

Il Lungomare parte da Santa Lucia, in via Nazario Sauro, e arriva fino a Mergellina, dove termina su via Caracciolo. Questa unica promenade abbraccia quattro delle strade più frequentate e famose della città. Su Via Nazario Sauro, che costeggia il molo di Santa Lucia e raggiunge Castel dell’Ovo, si affacciano hotel storici e di lusso come il Grand Hotel Santa Lucia o il Miramare, e ristoranti rinomati, come Zi Teresa e La Bersagliera.

E siccome l’arte della pizza napoletana è stata recentemente annoverata nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, lungo via Partenope valgono una sosta pizzerie storiche, come Sorbillo Lievito Madre al Mare.

Via Caracciolo è invece la parte più lunga della passeggiata. La strada fiancheggia la Villa Comunale con il suo parco. Circa a metà, si incontra invece la Rotonda Diaz con il monumento al generale Armando Diaz. Fermatevi un attimo per ammirare le colline del Vomero e di Posillipo.

La Napoli più autentica, si può invece incontrare lungo via Mergellina, il tratto di Lungomare che collega via Caracciolo alla collina di Posillipo. Qui si trova infatti il pittoresco porto, con il faro e l’attracco dei traghetti che collegano la città alle isole, ma anche barche di pescatori ormeggiate e localini dove consumare un pasto veloce o prendere un caffè.

INFO

Il Cerchio e la Shoah

Fino al 30 gennaio 2018, c/o Castel dell’Ovo, via Eldorado 3, Napoli

Orario: lun-sab 9-18.30; dom e festivi 9-14. Ingresso gratuito

DOVE MANGIARE

*Sorbillo Lievito Madre al Mare, via Partenope 1, Napoli, tel 081/19331280, www.sorbillo.it

*Pizza Gourmet, via Caracciolo 13, Napoli, tel 081/668794, www.pizza-gourmet.it

DOVE DORMIRE

*Grand Hotel Santa Lucia****, via Partenope 46, Napoli, tel 081/7640666, www.santalucia.it

*Eurostars Hotel Excelsior****, via Partenope 48, tel 081/7640111, www.eurostarshotels.it




Scopriamo l’Abruzzo più vero con SUV comodo e risparmioso: la Duster

Auto e Donna ha provato per voi la nuova Dacia Duster in Abruzzo, on the road e off-road, in percorsi impegnativi per poi arrivare in luoghi incantevoli e quasi incontaminati. Con tappa all’Aquila, per rifornirsi di “sapori” autentici.

Seduta alta, 4×4, tanto spazio e poco costosa e… a noi donne piace! Non è Premium,  ma ha un suo perché. #GoDuster

LA DUSTER BALLA IL TWIST

Ammiriamola la nuova Dacia Duster: è cresciuta in qualità e sostanza e ormai si può battere ad armi pari con SUV compatti del segmento C dal prezzo ben superiore.
Nel nostro trolley, abbigliamento casual e scarpe comode:  i tacchi  sono rimasti  a casa … ci aspettano   buche con fango, ora si balla, su due e tre ruote, nulla ci ferma (siamo Donne), tutti gli ostacoli si superano,  come adesso che con l’esercizio detto twist, guidando in off-road, mettiamo  a dura prova le capacità 4×4 della nostra compagna a quattro ruote.

Saper gestire queste situazioni e’ importante, ma non difficile: basta capire quando toccare, o non,  i freni e accelerare.
La maggiore sensazione che proviamo  è quella di solidità percepita, data da un pianale rinforzato, con lamiere più grosse,  e dai vetri più spessi.
Sugli sterrati il sistema di trazione permette una guidabilità ottima anche nelle situazioni più difficili che si possono creare.
Proprio per il luogo in cui la stiamo provando e le condizioni climatiche, la Duster è equipaggiata con le Bridgestone Dueler e noi andiamo tranquillissime anche appena inizia a nevischiare.
Passare alla guida su strada è  confortevole  anche dal punto di vista acustico, d’altronde il motore lo conosciamo molto bene. Infatti la nuova generazione del SUV low cost (ma solo per il prezzo) del Gruppo Renault, nella versione 4×4 è mossa dal mitico 1.500cc turbodiesel da 110 Cv.


DA ROCCA CALASCIO A SANTO STEFANO DI SESSANIO

Il nostro percorso è straordinario, il paesaggio è meraviglioso e uno stop a Rocca Calascio, un luogo da vedere, set di molti film tra cui The American con George Clooney, Il nome della rosa, Ladyhawke e molti altri. La rocca è in provincia dell’Aquila, nel territorio del comune di Calascio, ad un’altitudine di 1450 metri, poco sopra il paese. È compresa nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. È conosciuta per la presenza del castello, tra i più elevati d’Italia.

Da qui scendiamo fino a Santo Stefano di Sessanio, un borgo medioevale fortificato ad oltre 1250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
E alloggiamo nello splendido Albergo diffuso Sextantio,   hotel  dal sapore antico, con camere  situate in antiche abitazioni, diffuse nel borgo.
L’integrità tra territorio e costruito storico si è conservata nella montagna appenninica proprio a causa del suo spopolamento, nel più generale contesto di depauperamento del meridione, abbandono della montagna ed emigrazione delle sue genti. Ma ora diciamo che questa integrità è proprio il suo bello.

Torniamo al nostro piacere di guida che aumenta con il nuovo servosterzo ad assistenza elettrica che riduce lo sforzo nelle manovre; il sistema Multiview camera che consente di visualizzare meglio lo spazio attorno al veicolo; il sistema di assistenza in discesa (Hill Descent Control) che aumenta il controllo del veicolo in caso di forti pendenze e l’assistenza alle partenze in salita (Hill Start Assist) che facilita la guida nelle condizioni più difficoltose.
Un’auto davvero soddisfacente e valida ancora più oggi che è dotata di 4 telecamere, blind assist, hill descent control, keyless access e molti altri accessori prima destinati solo a concorrenti di ben altro prezzo.
In Italia  parte da 11.900 euro per la versione 1,6 benzina da 115 CV e due ruote motrici, ma con l’allestimento top e il motore della nostra prova non supera i 20.000. Il cambio automatico è disponibile sulla versione 1.5 dCi 2,  ruote motrici.
Spazio ne abbiamo?
Duster dispone di 27,6 litri di vani portaoggetti suddivisi nell’abitacolo, il bagagliaio è di 478 litri per la versione 4X2 e di 467 litri per la versione 4X4, mentre il volume massimo, con la panca posteriore ripiegata, è di 1.623 litri.
Sono 4 i livelli di allestimento: il primo   e’Access, la precedente versione Ambiance diventerà la Essential, mentre il cuore di gamma sarà la Comfort (in precedenza Laureate). Il top di gamma è la versione Prestige.
Amiche di AutoeDonna,   adesso arriva l’appetito e in questa meravigliosa terra non si può non gustare arrosticini di capra e salsiccia con due digestivi locali: prugnolo e genziana, davvero ottimi…

DOVEROSA VISITA ALL’AQUILA

Al mattino, una deliziosa colazione e puntiamo la Duster verso un punto preciso, ci aspetta una visita doverosa ad una città dal passato glorioso, ma molto sfortunata: l’Aquila, una città che cerca disperatamente una seconda opportunità, dopo terremoto del 6 aprile 2009, è ancora un grande cantiere. Il rumore dei martelli demolitori, delle escavatrici, del continuo viavai di mezzi è assordante,  ma tante  sue ferite sono ancora aperte. Non lasciamola sola, aiutiamola a rivivere,  passateci e fermatevi.

Noi ci siamo andati e ci siamo fermati nel centro storico, dove abbiamo cercato  e trovato una bottega di prodotti tipici  per comprare qualcosa…  e siamo stati premiati. La Camoscina è una vera e propria oasi della gastronomia: torroni, formaggi, salumi, pasta, biscotti, zafferano tutto made in Abruzzo!




Bologna, a Palazzo Fava “La mostra sospesa”

Un’esposizione unica nel suo genere, per la qualità, il significato delle opere e la storia decisamente singolare. È Mexico: “La mostra sospesa. Orozco, Rivera y Siquieiros”, che si può visitare a Palazzo Fava, a Bologna, fino al prossimo 18 febbraio.

La mostra doveva essere inaugurata a Santiago del Cile il 13 settembre del 1973, dimostrazione della solidarietà e dell’amicizia del vicino Messico, arrivato alla democrazia dopo una sanguinosa rivoluzione. L’espressione figurativa scaturita da questo periodo di forti tensioni e cambiamenti era stato il muralismo, di cui i maggiori esponenti erano Diego Rivera, marito di Frida Khalo, Clemente Orozco e David Alfaro Siquierios.

Tuttavia, due giorni prima dell’inaugurazione della mostra, il generale Pinochet mise in atto il golpe che lo portò al potere, che poi mantenne saldamente per diciassette anni. La mostra rimase quindi “sospesa”, i quadri vennero imballati in fretta e furia e furono imbarcati su un aereo dell’Aeroméxico insieme alla vedova e ai figli del presidente Salvador Allende.

Nessuno, quindi, li vide mai, poiché erano opere inedite, e ritornarono a fare parte della collezioni di alcuni musei messicani: il Museo Carrillo Gil, il Museo Nacional de Arte e il Museo de Veracruz.

Da allora, quei dipinti sono stati conosciuti come la Exposiciòn Pendente, appunto, “La mostra sospesa”. Ora, dopo 45 anni, le opere, riconosciute come Patrimonio Nazionale messicano, arrivano a Bologna, nelle sale di Palazzo Fava, in via Manzoni 2.

Si potranno ammirare opere ad olio e disegni dai temi fortemente politici che testimoniano la poetica dei tre muralisti, emblema della modernità messicana nel mondo. Ad esse si affianca un’ampia documentazione dei murales originali, realizzata con moderne tecnologie di video animazione HD per ammirare e localizzare le opere principali dei tre artisti nelle diverse città del Messico.

Inoltre, sono esposti anche documenti storici, articoli di giornale, telegrammi e lettere manoscritte di solidarietà e interscambio culturale tra Messico e Cile del 1973.

INFO

La mostra sospesa. Orozco, Rivera y Siquieiros

Palazzo Fava, via Manzoni 2, Bologna

Fino al 18 febbraio 2018

Orario: mar-dom 10-20; chiuso lun

Ingresso: € 13 intero, € 10 ridotto

www.genusbononiae.it

 




A Verona torna Motor Bike Expo, il salone dedicato alla motocicletta

L’appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati delle “due ruote” a motore è a Verona. Nei padiglioni del quartiere fieristico Veronafiere, dal 18 al 21 gennaio torna Motor Bike Expo, il salone dedicato all’universo-moto, quest’anno alla sua decima edizione.

Oltre 700 gli espositori di marchi di assoluto prestigio, disposti negli otto padiglioni, per un totale di 79 mila mq di spazio espositivo. In fiera si potranno trovare gli ultimi modelli dei marchi più famosi, dai custom alle moto da competizione, e poi accessori, abbigliamento, ma anche turismo, sport e spettacoli collaterali.

Proprio alle moto “personalizzate” è dedicato ampio spazio nell’edizione di quest’anno. Saranno oltre 200, infatti, i modelli in mostra, realizzati dai migliori professionisti del settore. Debutta anche l’MBE Award, il premio che sarà assegnato a una delle moto “top ten” selezionate da una giuria d’eccezione.

Un’altra novità è rappresentata dal concorso “The Art of Kustom” che vede sfidarsi otto “top artists” del custom painting e pinstriping provenienti da Thailandia, Taiwan e Giappone che si sfideranno nella decorazione dei caschi.

Le aree esterne del quartiere fieristico, invece, verranno animate dalle esibizioni dei migiori stuntmen, dagli spettacoli e dal drifting auto, senza dimenticare la scuola di guida in moto e il Campionato Italiano di Trial Indoor. Sabato 20 gennaio, invece, la giornata sarà animata dai Mosquito’s, la parata di ciclomotori più pazza del mondo, che vede come ospiti anche Piero Pelù, Dj Ringo e Giovanni Di Pillo.

Si conferma poi, anche per questa edizione, il workshop Motor Bike Education, rivolto agli studenti delle scuole medie del territorio, per sviluppare i temi del motociclismo, prendendo in considerazione tecnologia e sicurezza.

Infine, alcune aree saranno specifiche saranno dedicati ai temi del turismo in sella e alla mobilità sostenibile.

INFO

Motor Bike Expo

18 – 21 gennaio

c/o Verona Fiere, Viale del Lavoro 8, VR

Orario:  9-19; Biglietto: € 18 intero, € 15 ridotto ragazzi 6-10 anni; under 6 gratis. Abbonamento 4 giorni € 54.

www.motorbikeexpo.it

COME ARRIVARE

A22 del Brennero con uscita Verona Nord, oppure A4 Milano-Venezia con uscita Verona Sud. Seguire indicazioni per Fiera.




Mini 2018, sempre più amica delle donne

La Mini moderna ha una personalità talmente poliedrica da piacere a categorie di automobilisti anche molto diverse tra loro. Tra queste, il pubblico femminile è una componente importante. La Mini 2018 ha ricevuto una serie di aggiornamenti che la mantengono al passo coi tempi. In particolare si notano dettagli estetici e un programma di personalizzazione che non mancheranno di attirare l’attenzione delle donne affezionate a questa marca.

 

LE NOVITA’ DELLA MINI 2018: LARGO AL DESIGN

Mini 2018
Le personalizzazioni Mini Yours Customized per rendere unica ogni auto

Gli interventi sulla Mini 2018 riguardano la carrozzeria classica a tre e cinque porte e la versione cabrio. Cominciamo con le novità sul design. I caratteristici fari circolari ora hanno una diversa grafica, un po’ più decisa. Nelle versioni con le luci alogene di serie, un pannello nero accentua la firma luminosa. Chi invece sceglie l’optional delle luci a Led, troverà un disegno completamente diverso, cerchi che circondano l’intero proiettore. Inoltre per gli abbaglianti ora sono disponibili le luci a matrice di Led, che consentono di orientare automaticamente il fascio in modo da non infastidire chi proviene dalla direzione opposta. Al posteriore invece i Led mostrano un omaggio alla nazionalità della vettura, cioè una firma luminosa che mostra le linee della Union Jack, la bandiera britannica.

Mini 2018

Sempre per quanto riguarda l’estetica, è cambiato il logo Mini, applicato su cofano, portellone, volante, display centrale e telecomandi. Ora il disegno è piatto, più essenziale. Passiamo ai colori. Entrano in catalogo tre nuove tinte metallizzate per la carrozzeria, dagli sgargianti nomi di Emerald Grey, Starlight Blue e Solaris Orange. Inoltre chi sceglie l’optional Piano Black Exterior avrà, invece della normale cromatura, delle rifiniture in nero molto lucido ai contorni delle luci e alla griglia del radiatore. Disponibili anche nuovi disegni e colori per i cerchi in lega da 17 pollici.

Mini 2018

Passiamo agli interni. Arrivano le rifiniture in pelle Chester e Colour Line per la tinta Malt Brown. All’optional Piano Black è associata anche una striscia decorativa retroilluminata per il pannello strumenti col motivo della bandiera britannica. E’ nuovo il volante a tre razze, i cui comandi multifunzione sono ora di serie. Sciccoso nel pacchetto opzionale Mini Excitement il logo Mini proiettato per terra davanti alla portiera del lato guida all’apertura o chiusura del veicolo. Tante altre personalizzazioni sono possibili col programma Mini Yours Customised, dove il cliente può scegliere direttamente le specifiche dell’accessorio scelto, nel senso del design, in modo da avere una sorta di esemplare unico in ogni auto.

Mini 2018

Oggi le funzioni di comunicazione in un’auto sono molto importanti e sempre più spesso diventano decisive nella scelta del veicolo da acquistare. Attraverso una SIM 4G installata a bordo, le funzioni Mini Connected offrono diversi servizi digitali, tra cui le informazioni real time sul traffico, gli aggiornamenti automatici delle mappe di navigazione, previsioni meteo, prezzi carburante, servizio concierge, portale internet con notizie e molto altro ancora. Disponibile anche la predisposizione per Apple CarPlay.

Mini 2018

Infine, a proposito della meccanica, arriva come optional il nuovo cambio automatico Steptronic a doppia frizione e 7 rapporti. Di serie invece sulla Mini Cooper SD l’automatico Steptronic ad 8 rapporti. Per quanto riguarda i motori, benzina e diesel da 75 a 192 cavalli per Mini a tre e cinque porte, da 102 a 192 cavalli per Mini Cabrio.




Jaguar E-Pace, il SUV che piace anche alle donne

Senti la parola Jaguar e pensi alla sportività, perché la storia conta. Ma può una Jaguar attirare anche il pubblico femminile? In particolare, può farlo un SUV? Jaguar E-Pace è il fratello minore del grosso F-Pace. Le sue dimensioni sono compatte, per il genere, 439 cm di lunghezza. Questo è già un elemento molto importante, addirittura decisivo; infatti, salvo rare eccezioni, le donne in media non amano guidare veicoli troppo ingombranti. Tuttavia le signore che dispongono di adeguati mezzi economici forse sono un po’ stanche di Ypsilon, 500 o Mini. Anche perché quelle macchinette, pur con tutte le loro qualità (che sono tante e indiscutibili), fuori dalle città mostrano la corda in quanto a comfort e versatilità. Per farsi un viaggetto nel weekend ci vuole un mezzo adatto.

 

JAGUAR E-PACE, SUV INTRIGANTE ANCHE PER IL PUBBLICO FEMMINILE

Jaguar E-Pace

Secondo elemento decisivo: il design. La moda è tutto o quasi nelle decisioni d’acquisto (femminili e non), inutile nasconderlo. I SUV sono di moda. Jaguar E-Pace mostra certamente caratteri muscolari, però il suo look sportivo non è estremo; ha personalità ed eleganza e questo è un altro importante punto a favore.

Jaguar E-Pace

Gli interni di Jaguar E-Pace sono orientati alla modernità, quindi strizzano l’occhio al gusto giovane, partendo dalle finiture in metallo. Naturalmente ci sono anche molte possibilità di personalizzazione, l’unico limite è il portafoglio. Un altro fattore importante è la praticità. Lo spazio è abbondante per quattro persone, soprattutto il bagagliaio è generoso, da 577 a 1.234 litri.

Jaguar E-Pace

Passiamo alla meccanica, un elemento che di solito interessa poco la clientela femminile. La Jaguar E-Pace permette di essere guidata con facilità, grazie ai numerosi controlli elettronici, in particolare il sistema di gestione della trazione integrale (consigliabili le quattro ruote motrici se si va spesso in montagna d’inverno).

Jaguar E-Pace

Volendo, ci sono anche le versioni a sola trazione anteriore. Non manca il cambio automatico. I motori disponibili sono parecchi, tutti 2.0 a quattro cilindri. I diesel vanno da 150 a 240 cavalli, quelli a benzina da 250 a 300. Per chi non ama le potenze elevate, bisogna sempre ricordare che un SUV è pesante, quindi se si viaggia a pieno carico ci vuole una certa riserva di cavalli. Prezzi per (quasi) tutte le tasche: si va da 36.800 a 66.100 euro.




Addio a Gualtiero Marchesi. La nostra ultima intervista e la sua ricetta più famosa

Il mondo dice addio a Gualtiero Marchesi, l’uomo, l’artista, lo chef che per primo e più di ogni altro ha portato la cucina italiana alle vette più alte. Si è spento ieri, giorno di Santo Stefano, alle 18 nella sua casa di Milano, dove era nato il 19 marzo 1930. Proprio nel giorno del suo compleanno, nel 2018, sarà presentato il film sulla sua vita “Gualtiero Marchesi – The Great Italian”.

Noi lo vogliamo ricordare così, riproponendovi l’intervista in cui Gualtiero Marchesi ci parlava di felicità, di viaggi, di buona cucina e della valorizzazione dei piatti regionali, punto di forza della tradizione italiana nel mondo.

Gualtiero Marchesi ci svela i suoi viaggi e la felicità a tavola

Maestro, ci sono luoghi in Italia e all’estero che le trasmettono una carica di energia, anche a tavola?
“Sì. L’Italia è un Paese meraviglioso. Sto per iniziare un viaggio in Lombardia, seguendo le tracce culturali di alcuni cibi. Dai vai tipi di riso – ingrediente centrale nella mia cucina – alle diverse zone di produzione: Parco del Ticino, Lomellina, Lodigiano, Basso Pavese, Basso Mantovano, al grano saraceno in Valtellina, passando dal formaggio Bitto e dai pesci di lago. Quelli di Como sono diversi dal quelli del Garda o del lago d’Iseo. Per non parlare dei salumi, e dei vini della Val Tidone, a due passi da Milano. All’estero mi lascio guidare dalla curiosità. Il Giappone è un Paese da visitare, una cultura così diversa che lascia spazio all’immaginazione pura; la Francia, ovviamente, e la Svizzera. La Cina mi ha entusiasmato. Mi piacerebbe, ora, andare in Marocco, patria di una cucina regale, di altissimo rango”.

Un uomo come lei ha certamente una grande sensibilità artistica: quali sono i borghi d’arte, o le città, anche all’estero, in cui ha passato i migliori weekend?  “Li ho trovati soprattutto in Umbria e in Toscana: Assisi, Volterra, tanto per citarne due. All’estero, Shanghai, che ho visitato per l’Expo, New York. In Europa: Strasburgo, Roanne, dove ho imparato a cucinare, Salisburgo, peri concerti, e Cannes”.

Ha preso delle idee dai suoi viaggi all’estero? “Sempre e non solo all’estero. Io prendo idee ovunque. Sono curioso, può colpirmi una frase, un paesaggio, un quadro, un oggetto, lo scorcio di una piazza, una foto scattata cento anni fa”.

Lei ha dato la linea all’attuale alta cucina italiana. Secondo lei oggi si eccede in qualcosa?   “I virtuosismi, l’entrata in scena che chiama l’applauso, l’agonismo fine a se stesso”.

Quasi tutti i grandi chef di oggi sono stati suoi allievi: la cosa più importante che ha insegnato loro? “Le tecniche per poter essere se stessi ed esprimersi. Agli allievi dell’Alma insegniamo a diventare cuochi, grandi semmai lo diventeranno dopo, con l’esperienza. Personalmente, cerco di insegnargli l’umiltà e la curiosità, la curiosità per tutto. Due stati d’animo che mi contraddistinguono. Ma la cosa più importante è farsi una cultura a prescindere dal mestiere. Le faccio un esempio a proposito della curiosità. Recentemente a Milano ho riscoperto uno scorcio: dando le spalle alla Scala e guardando in direzione di Palazzo Marino e della Galleria, mi sono accorto che proprio in mezzo spunta la Madonnina. Di notte fantastica”.

Si è pentito di qualcosa durante la sua carriera?  “Di tutto, ma soprattutto di non aver fatto abbastanza. Avrei bisogno di una seconda vita per tirare fuori tutto quello che ho ancora dentro”. Quali sono i ritrovi della Milano da batticuore da scoprire? “Il vicolo dei Lavandai, piazza dei Mercanti, il tetto del Duomo, gli spazi del Castello, ma soprattutto ciò che resta di Milano città d’acqua. Mi ricordo sui Navigli i venditori ambulanti di gamberi d’acqua dolce”.

Un ristorante preferito del Nord Italia? “Oggi, il mio ristorante preferito è Ai Due Platani a Coloreto di Parma. In cucina c’è una mano dolce, l’organizzazione è perfetta e l’accoglienza più che gentile”.

Come scegliere il ristorante in una città sconosciuta e qual è il piatto etnico più originale che ha assaggiato all’estero? “Un piatto che mi viene subito in mente lo assaggiai nel 1969, nel ristorante dei Troigros, in Francia: scaloppa di salmone (appena pescato) all’acetosella. E poi ricordo una saletta in Giappone, dove fui gentilmente introdotto, in cui sul tavolo troneggiava una grande lisca di tonno e i commensali, armati di conchiglie, la ripulivano vertebra per vertebra. In Giappone ho trovato nella pura e semplice esaltazione della materia una corrispondenza con la mia cucina”.

Una vita dedicata alla buona cucina

Gualtiero Marchesi era nato a Milano il 19 marzo 1930 nell’albergo “Mercato” di proprietà dei genitori. Dopo importanti esperienze all’estero, ha inaugurato nel 1977 il suo ristorante a Milano, in via Bonvesin de la Riva. È stato il primo cuoco in Italia a ricevere le tre stelle Michelin (1985) e il primo al mondo a rifiutare il giudizio delle guide (2008). Ha fatto parte delle principali associazioni mondiali che promuovono l’alta cucina: Les Grandes Tables du Monde, Les Grands Chefs Relais & Chateaux, Le Soste.

Nel settembre 1993 ha trasferito il “Ristorante Gualtiero Marchesi” a Erbusco e per oltre vent’anni si è dedicato alla diffusione della cucina italiana nel mondo anche avviando ristoranti in Giappone, Inghilterra, Russia e Francia. Nel gennaio 2004 ha aperto ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, di cui aveva lasciato il rettorato nell’ottobre scorso. Nel maggio 2008 ha aperto nel Teatro alla Scala il Ristorante “Il Marchesino”. Il 18 giugno 2014 ha inaugurato l’Accademia Gualtiero Marchesi in via Bonvesin de la Riva numero 5.

Per iniziativa della Fondazione Gualtiero Marchesi, questa estate il Maestro era riuscito a realizzare il sogno di una Casa di riposo per cuochi, che sorgerà a Varese. L’idea era quella di un luogo dove “i cuochi anziani – aveva spiegato – potrebbero portare il loro bagaglio di esperienze al servizio di giovani studenti. L’importante è che abbiano veramente fatto sempre i cuochi. Non i ristoratori. E nemmeno i dilettanti, indipendentemente dal livello dei locali in cui lavoravano: cuochi veri, che hanno dato la vita a questo mestiere”. Come lui.

RISOTTO ORO E ZAFFERANO DI GUALTIERO MARCHESI

Vogliamo ricordare il grande chef con la sua ricetta più celebre.

 Ingredienti

  • 300 gr di riso Carnaroli
  • 80 gr di burro
  • 20 gr di Parmigiano reggiano grattugiato
  • 5 gr di stigmi di zafferano
  • 50 gr di cipolla tritata
  • 2 dl di vino bianco secco
  • 1 l di brodo leggero
  • Sale e pepe bianco

Rosolate la cipolla tritata con 20 gr di burro. Tostate il riso. Aggiungete 1 dl di vino bianco secco e lasciate evaporare. Poi aggiungete lo zafferano, bagnate con il brodo bollente e portate a cottura mescolando di tanto in tanto. A parte, in una casseruola, ammorbidite la cipolla in 10 gr di burro. Aggiungete il restante vino e lasciate ridurre il liquido per metà. Aggiungete il burro rimasto a fiocchetti ed emulsionate con la frusta. Filtrate la salsa con un colino. A cottura ultimata, regolate di sale e mantecate il riso con la salsa e il Parmigiano. Stendete il risotto a velo su piatti piani e disponete un foglio d’oro alimentare al centro di ogni piatto.




L’arte della pizza napoletana vale un Patrimonio (Unesco)

di Raffaele d’Argenzio

Bellissima vittoria, anche perché è stata conquistata dall’arte di tanti e tanti napoletani che l’hanno portata in tutto il mondo. Infatti i due milioni di firme sono stati raccolti dall’Italia all’Australia, da Parigi a New York. Bellissimo questo nostro premio che si deve all’arte di tante persone, certo è solo artigianato, manualità, ma qualcosa d’artistico ce l’ha. Non è un singolo artista, ma tanti piccoli artisti della pizza: i pizzaioli napoletani.

E questo è bello, sociale, partecipativo. L’arte, fra virgolette, scende fino a noi, entra dentro di noi, con il gusto e l’allegria di una pizza ben fatta. Come ci sono tanti pittori, ci sono anche tanti tipi di focacce, ma la pizza è quella che, come il pittore-artista, ha qualcosa in più rispetto agli altri. E la pizza oltre agli ingredienti, ha dentro di sé allegria, sole e musica.

Ricordo che a Vienna, in un novembre di tanti anni fa, c’eravamo fermati in un locale a bere un bicchiere di vino novello, e il gruppo che suonava, cominciò a intonare una canzone napoletana, forse ‘O sole mio, e noi italiani abbiamo cominciato a canticchiare, ma presto anche un gruppo di viennesi ci seguì, ma mentre noi dopo le prime parole ci fermammo, perché non sapevamo tutte le parole, loro proseguirono: la sapevano TUTTA.

I due milioni di firme li dobbiamo ai nostri emigranti che all’inizio del secolo scorso hanno portato nel mondo, insieme ai loro sacrifici, anche la canzone napoletana e la pizza, permettendoci ora di appendere un’altra “stella” alle 57 dell’Unesco, permettendoci di essere ancora primi nel mondo. Dobbiamo dire grazie anche a loro.

E nella Guida Michelin le prime sette pizzerie migliori sono a Napoli

Forse mancava solo il riconoscimento dell’Unesco, ma la Pizza Napoletana da tempo è una bandiera della cucina Italiana nel mondo. E la celebre Guida Michelin, in un’apposita sezione dell’edizione 2018, ha segnalato le pizzerie che valgono una sosta, anche se non le ha valutate con le celebri “stelle”.

Le prime sette migliori pizzerie, e non poteva essere altrimenti, si trovano tutte a Napoli, dove l’arte della pizza, oggi più che mai, è Patrimonio Culturale dell’Umanità. La celebre guida rossa cita la Pizzeria la Notizia (www.pizzarialanotizia.com) di Enzo Coccia, la Pizzeria Da Concettina ai Tre Santi (www.pizzeriaoliva.it), la pizzeria Gino Sorbillo (www.sorbillo.it), la pizzeria 50 Kalò (www.50kalò.it), la pizzeria Antonio e Gigi Sorbillo (www.pizzeria-sorbillo.it), l’Antica pizzeria da Michele (www.damichele.net) e la pizzeria Starita (www.pizzeriestarita.it)




Lamborghini Urus, ecco il super SUV

Dove si può andare con un super SUV? In luoghi super, viene da immaginare. Certamente quei pochi fortunati che potranno permettersi di acquistare la Lamborghini Urus non hanno problemi nel selezionare mete esotiche da raggiungere: in particolare ameni e quasi inaccessibili rifugi in alta montagna, esclusivi chalet immersi nella neve, tenute collinari di prestigiosi produttori vinicoli, oppure le sabbie desertiche intorno a Dubai, recente luogo di ritrovo per super ricchi a bordo di super auto, quindi anche super SUV.

 

LAMBORGHINI URUS, IL SUPER SUV BOLOGNESE

Lamborghini Urus

Perché così hanno definito la Lamborghini Urus a Sant’Agata Bolognese, un super SUV. Infatti semplicemente SUV era troppo poco. Tutto è esagerato in quest’auto, perché una Lamborghini deve essere esagerata. A cominciare dalle dimensioni: lunghezza 5.112 mm, passo 3.003 mm, larghezza senza specchietti 2.016 mm, altezza 1.638 mm. L’altezza da terra è variabile grazie alle sospensioni pneumatiche a controllo elettronco, si va da 158 a 248 mm. La massa è imponente: 2.200 Kg, però relativamente leggera rispetto a parecchi SUV di alto livello in circolazione. Il bagagliaio è discreto data la lunghezza, anche se non da record: volume da 616 a 1.596 litri.

Lamborghini Urus

Arriviamo al motore: la Lamborghini Urus non monta il classico V12 aspirato della casa, nemmeno il V10 condiviso con Audi. Invece sotto il cofano c’è un V8 4.0 biturbo, parente stretto di quello usato da Porsche e Audi (comprende il sistema di disattivazione parziale dei cilindri quando non è richiesto un carico di potenza elevato). Del resto la struttura stessa della vettura deriva da quella usata per Porsche Cayenne e Bentley Bentayga.

Lamborghini Urus

La potenza è però all’altezza dei numeri abituali per le vetture con un toro sul cofano: 650 cavalli a 6.000 giri, così come la coppia massima, 850 Newton metri fra 2.250 e 4.500 giri. Tutta questa brutalità è scaricata a terra tramite una trasmissione a trazione integrale con differenziale anteriore integrato, differenziale centrale Torsen e differenziale posteriore con ripartizione attiva della coppia. Cambio automatico ad otto marce, le cui modalità di cambiata variano a seconda della modalità di guida selezionata. Il telaio dispone dell’asse posteriore sterzante, come sulla Aventador S.

A proposito delle modalità di guida, il selettore sulla consolle centrale si chiama Tamburo, perché la sua forma ricurva ricorda appunto quella dello strumento musicale. Di serie ci sono quattro configurazioni: Strada, Sport, Corsa e Neve. Col pacchetto opzionale offroad (che prevede anche le specifiche protezioni al sottoscocca) si aggiungono Terra e Sabbia.

Lamborghini Urus

Tutto ciò si traduce in prestazioni impressionanti per un veicolo di questa forma e dimensione: accelerazione 0-100 in 3,6 secondi, 0-200 in 12,8 secondi e velocità massima di 305 Km/h. I freni carboceramici consentono di arrestare questo mastodonte in 33,7 metri da 100 Km/h. Consumi, se proprio interessa a qualcuno, 12,7 l/100 sul ciclo combinato.

DESIGN E INTERNI DI GUSTO ITALIANO

Lamborghini Urus

Se la meccanica è abbastanza tedesca, il design e gli interni della Lamborghini Urus riflettono tutta la maestria italiana. Le forme esterne sono quelle di una coupé rialzata, molto aggressiva e vistosa. I fari ricordano Aventador e Huracan. Aerodinamica intensa, non mancano né il fondo carenato né l’estrattore posteriore di grandi dimensioni, nonché l’alettone posteriore mobile.

Gli interni sono concepiti per ospitare cinque persone, al posteriore c’è il divanetto frazionabile ma si può scegliere l’optional dei due sedili singoli. La plancia è un omaggio stilistico alla LM002, l’esperimento di fuoristrada Lamborghini di tanti anni fa. La consolle è dominata, come detto, dal Tamburo. Tutto in questa vettura esprime lusso e sportività ai massimi livelli. La Lamborghini Urus arriverà sul mercato nella primavera 2018. Il prezzo stabilito per l’Italia è di 168.852 euro IVA esclusa.




Come guidare sulla neve, consigli per rischiare meno

Non abbiamo la pretesa d’impartire una lezione, per quello ci sono corsi appositi la cui frequenza andrebbe incentivata dalla pubblica amministrazione, se non fosse troppo impegnata a bloccare il traffico e installare autovelox. Tuttavia sapere come guidare sulla neve in modo ragionevole non è qualcosa d’irraggiungibile. Elenchiamo qui alcuni consigli raccolti dagli operatori professionali della circolazione, come agenti di polizia, tecnici e istruttori. Perché raggiungere incolumi la località che abbiamo scelto per una settimana bianca o un weekend sugli sci è decisamente preferibile al trascorrere quel periodo in ospedale, se non peggio. E anche se non ci facciamo male, arrivare allo chalet sul carro attrezzi che trasporta la nostra auto sfasciata non contribuisce a migliorare la nostra immagine.

 

COME GUIDARE SULLA NEVE IN MODO SICURO

Come guidare sulla neve

Anche per la neve valgono in parte gli stessi consigli per la guida sulla pioggia: se non è strettamente necessario, rinunciare al viaggio. Se si parte comunque, l’auto deve essere in un corretto stato di manutenzione generale ed equipaggiata adeguatamente. Significa soprattutto che deve montare pneumatici invernali con battistrada di almeno 4 mm e gonfiati alla pressione stabilita dal costruttore della vettura. Anche avendo le gomme M+S, è saggio portare comunque nel bagagliaio un set di catene da neve, perché nei casi più estremi la loro combinazione è l’unica a poterci tirare fuori dai guai: ad esempio, in una pendenza montana molto ripida su strada parecchio innevata e/o ghiacciata. Batteria in ordine, perché a temperature molto basse la sua capacità di accumulare energia elettrica cala bruscamente. Tergicristalli in buono stato e relativa vaschetta piena di apposito liquido (con anticongelante), poiché il sale versato sulla strada fa aumentare molto lo sporco, cioè la poltiglia della neve sciolta. Nel bagagliaio una torcia elettrica e un paio di guanti da lavoro, qualora si dovessero montare le catene.

Partiamo. La partenza, appunto. Il controllo elettronico di trazione, di serie su tutti i veicoli recenti, potrebbe creare problemi per partire su fondo innevato poiché, tagliando la potenza per diminuire lo slittamento, farebbe restare il veicolo fermo. Quindi potrebbe essere necessario disinserirlo per partire. Subito dopo però si deve reinserire, perché invece durante la marcia aiuta molto. Si tratta comunque di situazioni pesanti. Normalmente, è sufficiente partire in seconda marcia. Se invece l’auto dispone di una modalità di guida per neve, non dovrebbero esserci problemi. Condizionale d’obbligo; in ogni caso, questo dispositivo diminuirebbe sensibilmente la difficoltà nel partire.

Sulla neve la velocità deve sempre essere molto bassa. La distanza di sicurezza va almeno raddoppiata. Ignorate gli idioti che suonano dietro di voi. Che passino, se ne sono capaci. Andranno a schiantarsi insieme alla loro prepotenza. Su un fondo nevoso, spesso anche ghiacciato, gli spazi di frenata aumentano in modo enorme; si deve usare delicatezza su pedali e sterzo, mai effettuare manovre brusche. Perché si scivola: se si gira il volante troppo rapidamente, l’auto andrà dritta; se si frena in modo pesante, l’auto non si fermerà, perché il fondo è troppo viscido. Una parola sulla frenata con ABS: se proprio si deve frenare decisamente (in una situazione disperata alla quale non si dovrebbe arrivare), mantenere forte la pressione sul pedale per consentire all’ABS di fare il suo lavoro; lo spazio di frenata aumenterà (perché sulla neve si scivola), ma almeno conserverete la possibilità di sterzare.

L’unico modo corretto di guidare sulla neve, in una strada aperta al traffico, piena di altri veicoli e di pedoni costretti a camminare sulla strada perché i marciapiedi non vengono sgombrati, in una carreggiata diventata stretta a causa dei cumuli ammassati ai lati dagli spazzaneve, è prevenire i problemi: procedere a bassa velocità, rallentare delicatamente lasciando l’acceleratore e scalando le marce una alla volta, poi sfiorare appena il freno proprio quando l’auto è già quasi ferma. Per fare tutto questo serve molto spazio (e tempo), da qui la necessità di raddoppiare la distanza di sicurezza.

Per quanto riguarda le pendenze, nelle salite si devono avere pneumatici adatti e, se la situazione fosse estrema, montare anche le catene. Si deve sempre accelerare con cautela, perché se si pattina si torna giù e se si esagera si scava un solco dal quale non si esce. Naturalmente in questi casi avere la trazione integrale fa la differenza. Infine, le discese. Si deve sempre procedere a velocità ridottissima, con marce basse, magari anche la prima, per sfruttare il freno motore, senza accelerare e senza frenare. Toccare il freno in una discesa ripida innevata e/o ghiacciata equivale ad accelerare. Alcune auto di maggior pregio oggi dispongono di un sistema elettronico che aiuta l’auto proprio a marciare con sicurezza in queste discese. In fase di acquisto, per chi viaggia frequentemente in zone soggette a questi problemi, questo dispositivo potrebbe costituire un importante criterio di scelta. Un’ultima precisazione: SUV a trazione integrale e altri veicoli 4×4 aiutano quando si deve accelerare, curvare e salire. Ma quando si scende, sono sottoposti agli stessi problemi di tutti gli altri mezzi. Quindi valgono le stesse precauzioni. Un fuoristrada puro con gomme tassellate si comporta meglio ma fino ad un certo punto: se si scende a velocità eccessiva, ci si schianta ugualmente.




Revolutja, a Bologna i capolavori del Museo di Stato di San Pietroburgo

Circa 70 opere,  capolavori assoluti provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo racconteranno gli stili e le dinamiche di sviluppo di artisti tra cui Nathan Altman, Natalia Goncharova, Kazimir Malevich, Wassily Kandinsky, Marc Chagall, Valentin Serov, Alexandr Rodchenko e molti altri per dar conto della straordinaria modernità dei movimenti culturali della Russia d’inizio Novecento: dal Primitivismo al Cubo-futurismo, fino al suprematismo, costruendo contemporaneamente un parallelo cronologico tra l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo.

Tutto questo è Revolutija. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky la mostra che inaugura il prossimo 15 dicembre al MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna e che si potrà visitare fino al 13 maggio 2018.

L’arte delle avanguardie russe è uno dei capitoli più importanti e radicali del modernismo. Il periodo compreso tra il 1910 e il 1920 ha visto nascere, come in nessun altro momento della storia dell’arte, scuole, associazioni e movimenti d’avanguardia diametralmente opposti l’uno all’altro e a un ritmo vertiginoso.

“Il nostro obiettivo”, ha dichiarato Evgenia Petrova, vice direttore del Museo di Stato Russo, “è mettere in luce quante e quali, e così diverse tra loro, arti nacquero in Russia tra i primi del Novecento e la fine degli anni ’30 e anche riportare all’attenzione del pubblico, artisti rimasti un po’ nell’ombra, come Repin Petrov-Vodkin o Kustodiev, a causa dell’enorme successo avuto da altri quali Chagall, Malevich o Kandinsky che pure sono presenti in mostra”. Chagall e Kandinsky nel 1922 se ne sono andati dalla Russia e sono stati i primi a essere conosciuti in Europa mentre Malevich è diventato molto noto perché le sue opere sono state portate in Europa e nel 1955 sono state mostrate al Guggenheim di NY; mentre gli altri sono rimasti in Russia e negli anni ’30 Trenta essendo considerati formalisti, non venivano mostrati neanche in patria.

In contemporanea all’esposizione, si svolgerà un ricco programma di eventi collaterali che trasformerà Bologna in un grande laboratorio, coinvolgendo istituzioni, associazioni, commercianti e realtà produtttive.

Quattro passi per Bologna

Chi si reca a Bologna per la mostra non può non cogliere l’occasione per visitare la città e il suo centro storico in particolare. Il cuore pulsante del capoluogo è Piazza Maggiore, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale, il Palazzo dei Banchi, la Basilica di San Petronio e l’elegante Palazzo del Podestà.

Spicca la celebre Fontana del Nettuno, che con il suo tridente domina la piazza. Simbolo della città sono la Torre degli Asinelli e la Garisenda. La prima è alta 97, 20 e si può visitare. La splendida visuale della città dall’alto compensa la fatica di salire i 498 gradini!

Splendido lo scorcio del Canale delle Moline, che si “spia” da una finestrella situata in via Piella, oppure dai ponti di via Oberdan e via Malcontenti. I canali alimentavano i mulini ad acqua in cui si lavorava il grano.

Gli appassionati di arte non possono mancare una visita alla Pinacoteca Nazionale che conserva opere di Raffaello, Guido Reni, Guercino, Vasari, Perugino, Tintoretto e i Carracci. Da non perdere una passeggiata sotto i celebri portici. I più famosi sono quelli che dal centro città conducono alla Chiesa di San Luca, sopra al Colle della Guardia, in un percorso di 4 km.

Per gli amanti dei motori, infine, dal 2 al 10 dicembre Bologna ospita presso il quartiere fieristico il Motor Show.

Ragù alla bolognese

Il piatto più celebre di Bologna sono le tagliatelle con ragù alla bolognese, apprezzate e imitate in tutto il mondo. Vi “spifferiamo la ricetta.

Ingredienti

  • 300 g di polpa di manzo macinata grossa
  • 150 gr di pancetta di maiale
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla
  • 300 gr di passata di pomodoro o pelati
  • ½ bicchiere di vino bianco secco
  • ½ bicchiere di latte intero
  • poco brodo
  • 3 cucchiaio di olio di oliva
  • sale e pepe q.b.

Tagliate la pancetta a dadini, poi raffinatela con la mezzaluna. Mettetela in un tegame di terracotta o alluminio di circa 20 cm di diametro. Unite i tre cucchiai di olio, la carota, il sedano e la cipolla tritati fini e fate appassire dolcemente. Unite poi la carne macinata e fate rosolare. Bagnate con il vino e mescolate finché non sarà evaporato. Unite la passata, o i pelati, coprite e fate sobbollire per circa 2 ore aggiungendo, verso la fine, il latte per togliere acidità al pomodoro. Aggiustate di sale e di pepe. Per gustare il ragù nel piatto più classico della tradizione, accompagnatelo alle tagliatelle all’uovo.

COME ARRIVARE

L’A1 collega Bologna a Milano, Firenze e Roma.  Da Ferrara, Padova e Venezia si può invece prendere l’A13; da Rimini e Ravenna l’A14. La S64 collega direttamente Bologna a Ferrara. 

DOVE MANGIARE

*Cantina Bentivoglio, via Mascarella 4/b, Bologna centro, tel 051/265416, www.cantinabentivoglio.it

*Ristorante Cesarina, via Santo Stefano 19/b, Bologna centro, tel 051/232037, www.ristorantecesarina.it

 DOVE DORMIRE

*Royal Carlton****, via Montebello 8, tel 051/249361, www.royalhotelcarltonbologna.com

*Metropolitan***, via dell’Orso 6, tel 051/229393, www.hotelmetropolitan.com

INFO

Revolutija. Da Chagall a Malevich, da Repin a Kandinsky

c/o MAMbo , via Don Minzoni 14, tel 051/7168808, www.mostrarevolutija.it

Orario: mar, mer, gio, dom 10-19; ven e sab 10-20. Lun chiuso.

Biglietti: intero € 14, ridotto € 12; famiglie: € 18 (1 adulto + 1 bambino), € 26 (1 adulto + 2 bambini 6-14 anni), bambini fino a 6 anni gratis




San Daniele, lungo la Strada del Prosciutto con la Fiat 500X

Continua la nostra ricerca dei borghi dove l’autunno regala le ricette più “calde”. La natura dipinge gli alberi di color oro e ci regala atmosfere e sapori particolari, pieni di magia e di poesia. Per la ricerca di questi luoghi e di questi sapori, abbiamo scelto un compact suv italiano, nato per le nostre colline, per i nostri borghi antichi, che non si ferma mai, neppure quando l’autunno lascia il posto a all’inverno. È la fiat 500X, il piccolo suv più venduto in italia.

Le caratteristiche del nuovo modello 2018

È tempo d’introdurre il modello del nuovo anno: sono stati infatti avviati gli ordini per la Fiat 500X 2018. Gli aggiornamenti riguardano principalmente i dettagli estetici e l’apparato tecnologico, soprattutto nuovi colori e più funzionalità di comunicazione. Le novità nel design si concentrano sui colori. Si estendono all’intera gamma le livree Bronzo Donatello e Verde Alpi Opaco. Gli allestimenti ora seguono la classificazione inaugurata con la nuova serie della 500L: due “anime”, cioè le versioni cittadine e quelle in cui sono accentuate le caratteristiche da fuoristrada.

Le motorizzazioni a benzina della Fiat 500X 2018 partono dal 1.6 E-Torq da 110 cavalli, seguite dal 1.4 MultiAir turbo da 140 cavalli. La variante Cross a trazione integrale ha il 1.4 MultiAir da 170 cavalli e il cambio automatico. Le versioni diesel prevedono il 1.3 MultiJet da 95 cavalli, il 1.6 Multijet da 120 cavalli, poi per City Cross e Cross il 2.0 Multijet da 140 cavalli, questo sempre con trazione integrale, mentre il cambio può essere manuale o automatico a 9 rapporti. Esiste anche la versione benzina/GPL col 1.4 T-Jet da 120 cavalli. I prezzi di listino chiavi in mano della Fiat 500X 2018 vanno da 19.000 a 31.250 euro.

Verso la “capitale del Prosciutto”

Con la nostra Fiat 500X seguiamo l’A4 da Venezia a Palmanova, poi deviamo lungo la A23 in direzione di Tarviso e usciamo al casello di Udine Sud. Seguiamo le indicazioni per San Daniele del Friuli ed eccoci qui, nella capitale del Prosciutto, anzi del persùt, dove nasce il celebre “crudo” di San Daniele, fiore all’occhiello delle tavole gourmet di tutto il mondo. Basti pensare, infatti, che un quinto dei 2.750.000 prosciutti prodotti ogni anno è destinato al mercato estero.

Cosce di suini italiani e sale marino sono i soli ingredienti del Prosciutto di San Daniele Dop, che segue un rigido disciplinare che vieta l’aggiunta di qualsiasi tipo di conservanti e additivi. Ingrediente di piatti raffinati, è anche un goloso spuntino da mangiare con il pane appena sfornato, come si trova nelle “prosciutterie” del paese, che conta 8200 abitanti ed è fa parte delle Città Slow. E, se il Prosciutto è il re di San Daniele, la regina è sicuramente la trota, che prospera nelle acque del Tagliamento, da gustare fresca o affumicata.

Quattro passi nel borgo

Il percorso di visita, a cui si può dedicare la mattinata, parte dal quattrocentesco Palazzo del Comune, sede della Biblioteca Guarnieriana (www.guarnieriana.it) che conserva quasi 120 mila volumi antichi, centinaia di manoscritti, incunaboli e Cinquecentine. Proseguendo lungo via Roma, si arriva alla Casa del Trecento, l’unica abitazione originaria del borgo medievale giunta sino ai giorni nostri, che ospita al suo interno un piccolo museo con cimeli della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Nelle immediate vicinanze si trova la Chiesa di Santa Maria della Fratta, del 1350, che conserva dipinti quattrocenteschi e una campana dello stesso periodo.

Alla fine di via Roma si trova il Parco del Castello con l’imponente Palazzo Ticozzi – De’ Concina e la Chiesa di San Daniele in Castello, un complesso risalente al Settecento. Solo il campanile è originario del 1486. Degno di nota il bassorilievo esterno alla chiesa raffigurante l’Adorazione dei Magi. 

Procedendo in direzione del centro storico, attraversiamo prima Piazza Pellegrino e poi Piazza Cattaneo, dove ammiriamo la fontana cinquecentesca di Giovanni da Udine e, a poca distanza il Portonàt, la porta di accesso alla città, realizzata nel 1579 su disegno di Andrea Palladio. In via Garibaldi merita una sosta la Chiesa di Sant’Antonio Abate, detta “la Cappella Sistina del Friuli”. In stile gotico veneziano, ha pareti in pietra d’Istria, un rosone con l’effigie della Madonna con il Bambino e, al suo interno, un ciclo di affreschi di Martino da Udine.

In piazza Vittorio Emanuele si affaccia invece il maestoso Duomo dedicato a San Michele Arcangelo, realizzato da Domenico Rossi con ispirazione palladiana, con i suoi portali in bronzo di Nino Gortan e il fonte battesimale di Carlo da Corona. Alle spalle della cattedrale si trova il bel campanile progettato da Giovanni da Udine e il Santuario della Madonna di Strada nel XVI secolo, considerato uno degli edifici barocchi più belli di tutto il Friuli.

Secondo giorno: lungo la Strada del Prosciutto e dei Castelli

San Daniele è il punto di partenza della Strada del Prosciutto e dei castelli, un percorso di circa cento km che si snoda tra colline, antichi manieri e botteghe del gusto. Imbocchiamo la strada panoramica per Fagagna fino a incontrare la deviazione per il Castello di Arcano Superiore più volte distrutto e ricostruito dalla prima edificazione anteriore al X secolo. Il castello è a tutt’oggi abitato e conserva al suo interno alcuni dipinti ed eccellenze artistiche, tra cui il curioso ritratto del servitore Angelo con la dedica goliardica “Angelo Candussio, serve fedelmente, beve terribilmente. Nato 1730”.

Riprendiamo la strada panoramica per Fagagna e dopo pochi chilometri raggiungiamo l’Oasi Naturalistica dei Quadris (www.oasideiquadris.it) che ospita circa 60 esemplari di cicogna bianca e rappresenta la prima area di nidificazione in Europa per il raro ibis eremita, di cui esistono sono 400 esemplari al mondo. Proseguendo ancora verso sud arriviamo infine a Fagagna, culla del formaggio di Fagagna Dop che si produce solo con latte di vacche locali, nutrite con il fieno proveniente dai campi della zona. Si produce in tre varietà: fresco, dal sapore delicato, mezzano, dal sapore più deciso, e vecchio, più piccante. In paese merita una visita il Museo della Vita Contadina Cjase Cocél (www.museocjasecocel.it) che dedica una stanza ai merletti a tombolo realizzati dalle allieve della scuola voluta dalla contessa Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà.

 Da Villalta al Lago di Cornino

Percorrendo la Sp10, da Fagagna si arriva a Villalta, dove si trova uno dei castelli più belli della regione (www.castellodivillalta.it) con la sua imponente cinta muraria, i camminamenti di ronda, il ponte levatoio, le torri di difesa e i romantici cortili interni. Attestato fin dal 1158, è stato più volte assediato, distrutto e ricostruito tra il 1200 e il 1400.

Ci immettiamo sulla SP100 e dopo circa 10 km arriviamo a Colloredo di Monte Albano e al suo castello, dove, nell’Ottocento, Ippolito Nievo compose “Le confessioni di un italiano”. Rimettendosi sulla SP100 in direzione est arriviamo poi a Cassacco dominata dall’omonimo castello dall’imponente struttura medievale. Continuando ancora verso nord-est tocchiamo i borghi di Treppo Grande, Zegliacco e Buja, dove, presso la frazione Borgo San Lorenzo in Monte, ci fermiamo per una visita al Museo d’arte della Medaglia e della città di Buja che espone un ricco medagliere artistico.

Infine, ci immettiamo su via Buja e in circa 5 minuti arriviamo a Osoppo, per una sosta alla sua celebre fortezza, dichiarata Patrimonio Nazionale del 1923. Riprendendo in direzione San Daniele, si toccano i borghi di Marajano, Susans, che vanta uno splendido castello caratterizzato da quattro poderose torri, e Muris.

Da qui imbocchiamo una strada panoramica da cui godere di una splendida vista sul Tagliamento. A ridosso del greto del fiume si sviluppa la Riserva Naturale del Lago di Cornino (www.riservacornino.it) che prende il nome dall’omonimo lago dalle acque verde azzurro. Qui si possono avvistare grifoni, cicogne bianche e nere, uccelli migratori provenienti dai Balcani e dal Quarnero e rapaci come il nibbio reale, il gheppio, lo sparviero e il capovaccaio. Il nostro itinerario si conclude con il ritorno a San Daniele.

LA RICETTA: Frico friulano con Prosciutto San Daniele

Ingredienti

  • 1 kg di patate
  • 50 gr di cipolla
  • 600 gr di formaggio Latteria a dadini
  • Olio EVO, sale e pepe
  • Prosciutto di San Daniele Dop

Pelate le patate e grattugiatele, poi mettetele a cuocere con un po’ di olio. Salatele e pepatele. Fate soffriggere la cipolla tagliata sottile e aggiungetela alle patate. Mescolate, poi unite anche il formaggio Latteria a dadini. Amalgamate il tutto a fuoco lento, fino a fare fondere il formaggio. Lasciate dorare da entrambe le parti e servite caldo, guarnito con Prosciutto San Daniele a fette.

COME ARRIVARE

In auto: A4 Venezia-Trieste, con uscita Portogruaro, poi proseguire in direzione Villotta e San Vito al Tagliamento. In alternativa A23 in direzione Gorizia-Palmanova con uscita Udine Sud, poi proseguire per Spilimbergo e San Daniele del Friuli.

DOVE DORMIRE

*Relais Picaron***, via Astemio 3, San Daniele, tel 0432/940688, www.relaispicaron.it

*Agriturismo Contessi, via Regane 12, San Daniele, tel 0432/940988, www.agriturismocontessi.com

DOVE MANGIARE

*L’Osteria, via Trento Trieste 71, San Daniele, tel 0432/942091, www.osteriasandaniele.it

*Al Dolcenero, via Fagagna 1, tel 0432/957871, www.aldolcenero.it

INFO

Ufficio Turistico San Daniele, tel 0432/940765, www.infosandaniele.com

Consorzio del Prosciutto, www.prosciuttosandaniele.it

Comunità Collinare del Friuli, www.tourismfriulicollinare.it

Consorzio Castelli Storici del Friuli, tel 0432/288588, www.consorziocastelli.it




Mazda CX-3 e Pollini insieme per una Limited Edition molto fashion

Un debutto in grande stile, è proprio il caso di dirlo, per la nuova Mazda CX-3 Limited Edition In Partnership with Pollini, la city crossover in Limited Edition di 110 esemplari, disponibile da ottobre, che ha fatto il suo debutto lo scorso 20 novembre, in occasione dell’inaugurazione della nuova boutique Pollini in via del Babuino, a Roma.

Al cocktail party sono arrivati a bordo dell’elegante city crossover personalità del mondo della moda e dello spettacolo, tra cui Diletta Aleotta, Elena Santarelli, Anna Safroncik, Giorgio Marchesi e Fabio Troiano.

Tanti i punti in comune tra le due aziende: la casa automobilistica di Hiroshima, che da sempre ricerca la perfezione dei dettagli, anche attraverso la realizzazione manuale dei dettagli, come la realizzazione della corona del volante cucita a mano dai Maestri Artigiani Takumi, e lo storico brand di San Mauro Pascoli, che dal 1952 rappresenta una delle eccellenze italiane di pregio nel campo dello stile e della manifattura nella produzione di scarpe e accessori in pelle, caratterizzati dall’utilizzo di materiali pregiati, linee pulite e dettagli dalla forte identità.

Il risultato è una versione del piccolo crossover di Hiroshima premium e trendy, molto apprezzato dalle donne che amano esprimere la propria personalità anche attraverso l’auto. Elegante per natura, la Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini si caratterizza per i dettagli di altissimo livello, come le finiture con doppia cucitura dei sedili in pelle nappa Brown, e la ricerca sofisticata dei particolari interni, come la bocchetta d’aerazione centrale e “occhio di Polifemo” ergonomica.

Si aggiungono all’allestimento Exceed equipaggiamenti premium come il sedile di guida regolabile elettricamente con memoria, i cerchi in lega 18’’ cromati, protezione sottoscocca silver anteriore e posteriore, calotte retrovisori satinate e badge “Pollini” numerato posto in plancia.

La Limited Edition è motorizzata con l’unità 2.0L benzina da 120 CV. Il motore SKYACTIV-G 2.0 ad iniezione diretta nella variante da 120 CV a 6.000 g/min, con una coppia massima di 204 Nm a 2.800 g/min. vanta l’intera gamma di chicche tecnologiche: rapporto di compressione di 14:1, collettore di scarico 4-2-1, doppia fasatura della distribuzione sequenziale S-VT della famiglia dei motori Skyactiv che abbinate ad una “giusta cubatura” della cilindrata consentono al motore brillantezza e fluidità sconosciute a motori di pari potenza e minor cilindrata, senza minimamente intaccare consumi e costi di gestione.

Ognuno dei 110 esemplari viene proposto a un prezzo di 25.470 euro ed è impreziosito ulteriormente da un portadocumenti in pelle e da una VIP Card Pollini, personalizzata con il naming e il logo della Limited Edition, utilizzabile nei punti vendita Pollini che consentirà ai possessori di usufruire di vantaggi speciali sui prodotti del brand.




Bolzano, la città del Natale

Quando la neve imbianca le cime delle montagne, Bolzano si trasforma nella città del Natale. Dal 23 novembre al 6 gennaio 2018, il tradizionale Mercatino di Natale invaderà Piazza Walther con oltre ottanta espositori. Come sempre, poi, si potrà portare a casa la Tazzina del Mercatino da collezione, disegnata dall’artista Christine Gallmetzer.

Nel segno della tradizione, non può mancare il grande albero di Natale, ai piedi del quale viene allestito il presepe alpino, con la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello all’interno di una stalla in miniatura. Nella parte sud di piazza Walther, invece, si possono ammirare le opere degli Artigiani Altoatesini, tra sculture in legno, cartoline, candele, decorazioni e tanto altro. Non possono mancare, poi, i piatti della tradizione altoatesina, come i lebkuchen, le frittelle di mele, gli zelten e gli stollen serviti con una tazza di vin brulé o di succo di mela caldo.

Tra gli eventi collaterali, il 1°dicembre va in scena la Lunga notte dei Musei, durante la quale sei musei della città, tra cui il Museo Archeologico che ospita “l’uomo di ghiaccio” Ötzi, rimarranno aperti dalle 16 all’1 di notte. Torna con la terza edizione anche Un Natale di Libri, una passerella di scrittori italiani e tedeschi, che presentano i loro best seller. Ci sarà poi la Festa di Capodanno, il 31 dicembre, con esibizione di live band e dj.

Infine, non può mancare la musica. Ogni fine settimana, le melodie tradizionali dell’Avvento Alpino vengono eseguite dal vivo nei cortili del centro storico. Inoltre, sono previsti concerti d’organo nelle chiese, melodie tradizionali delle bande, canti natalizi e i suoni del corno alpino. Per i più piccoli, laboratori creativi, workshop e la pista di pattinaggio su ghiaccio di parco Stazione.

La Ricetta: ZITMSTERNE

Sono i biscotti della tradizione natalizia, a base di cannella, dalla forma di stella e ricoperte di glassa. Allietano le tavole delle feste, ma possono servire anche a decorare l’albero di Natale

Ingredienti

  • 3 albumi
  • 250 gr di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1 bustina di vanillina
  • ½ cucchiaio di zenzero in polvere
  • 400 gr di mandorle e nocciole tritate

Per la glassa

  • 1 albume
  • 200 gr di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di succo di limone

Mettete in una ciotola gli albumi e montateli a neve con una frusta elettrica, aggiungendo a poco a poco lo zucchero a velo fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo, ben montato. Unite poi la cannella, lo zenzero e la vaniglia. A mano, unite anche le mandorle e le nocciole tritate. Mettete una spolverata di zucchero a velo su una spianatoia e date all’impasto la forma di un piccolo cilindro. Avvolgetelo nella pellicola e mettete a riposare in frigorifero per circa 30 minuti. Dopodiché, stendete l’impasto e ricavate i biscotti con un tagliabiscotti a forma di stella (o della forma che preferite). Mettete a cuocere in forno preriscaldato a 140° per 20 minuti. Preparate poi la glassa montando insieme l’albume, il succo di limone e lo zucchero a velo setacciato. Continuate a montare finché l’impasto non assume un aspetto traslucido. Regolate di zucchero se la glassa risulta troppo liquida o di limone nel caso sia troppo densa. Versate la glassa su ogni biscotto.

COME ARRIVARE

In auto: A22 Modena-Brennero, uscita Bolzano Sud o Bolzano Nord. Da Trento SS 12, da Passo Resia SS 38, da Merano Superstrada Merano-Bolzano. In treno: la stazione si trova in posizione centrale a pochi minuti a piedi dal centro storico

DOVE MANGIARE

*Löwengrube, Piazza Dogana, tel 0471, 970032, www.loewengrube.it .

*Wirtshaus Vögele, via Goethe 3, tel 0471/973938, www.voegele.it .

DOVE DORMIRE

*Park Hotel Laurin****S, via Laurin 4 (BZ), tel 0471/311000, www.laurin.it.

*Hotel Figl***S, Piazza del Grano 9, tel 0471/978412, www.figl.net .

INFO

Azienda di Soggiorno e Turismo Bolzano

Tel 0471/307000, info@bolzano-bozen.it

www.mercatinodinatalebz.it




Bambini in auto, i passatempi di una volta per tenerli tranquilli

Trasportare bambini in auto per durate medio-lunghe, ad esempio la gita di un weekend, richiede attenzioni particolari per far sì che il loro viaggio, come quello dei genitori, sia sicuro, tranquillo e piacevole. Diamo per scontato che si usino nel modo corretto gli appositi, nonché obbligatori, seggiolini. Diamo altrettanto per scontato che chi sta al volante mantenga un’andatura moderata e osservi tutte le regole imposte dalla prudenza. Resta il compito di far occupare il tempo ai piccoli passeggeri nel modo migliore; questo è utile anche per evitare l’insorgere di eventuali problemi di nausea, infatti distrarli dai movimenti dell’auto è sempre uno dei metodi più efficaci. Sempre più spesso, anche troppo, si ricorre a tablet e smartphone con i relativi filmati. Ma eccedere non è una buona idea. Invece rispolverare i metodi di una volta potrebbe rivelarsi vincente. E’ necessario essere almeno in due, perché chi guida non deve distrarsi dalla strada. Allora nella maggioranza dei casi questo è un compito delle mamme, le donne più donne tra le donne. La compagnia di autonoleggio Hertz ha avviato una campagna sui suoi canali social, un vademecum con i consigli sui passatempi da viaggio “vintage” per tenere tranquilli i bambini in auto.

PASSATEMPI PER BAMBINI IN AUTO, I CONSIGLI DI HERTZ

bambini in auto

Il primo tra i passatempi vintage suggeriti da Hertz per occupare i bambini in auto durante i viaggi è l’indovinello. Infatti uno dei rimedi più semplici e immediati è quello di parlare con i bambini. L’indovinello, purché sia alla loro portata, è una delle maniere più efficaci di coinvolgerli in una conversazione. Tra i più gettonati quello degli animali: qualcuno pensa a un animale e tutti, compresi mamma e papà, cercano di indovinare. Un gioco istruttivo e divertente che può intrattenere i piccoli a oltranza, ideale dunque per lo scopo.

Un’altra mossa intelligente è sfruttare gli elementi del paesaggio circostante che scorrono senza sosta lungo il finestrino. Invitare i piccoli passeggeri a fare il conto di quante auto rosse riescono a individuare, o quante macchine il papà ha sorpassato durante il viaggio. Se i bambini sono più di uno, il gioco potrebbe consistere in chi per primo avvista un campanile, un traliccio, o magari una mucca, nel caso si viaggi in una zona agreste.

Uno dei metodi migliori per trasformare un banale viaggio in macchina in un momento di gioiosa condivisione è la musica. Coinvolgere i piccoli in canzoni, filastrocche e sigle dei loro cartoni animati preferiti.  Inoltre, con il servizio Mobile Wi-Fi hotspot si avrà la possibilità di ascoltare tutta la musica che si vuole senza intaccare il pacchetto dati del proprio operatore telefonico.

I bambini amano le storie, si sa. Prima di andare a letto o quando si siedono in macchina, ogni momento è quello giusto per raccontare una storia ai figli. Un racconto che parli del luogo della destinazione da raggiungere servirà a coinvolgerli e a tenerli sulle spine ancora di più. Quindi, la parola d’ordine è una sola: fantasia. Come ultimo consiglio per tenere tranquilli i bambini in auto, un evergreen: colorare. Per i bambini che non soffrono la nausea e riescono tranquillamente a concentrarsi su disegni da riempire e bordi da rispettare, pastelli e quadernoni vanno sempre bene. A differenza dei videogames i piccoli non litigheranno per fare a turno.




Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini, la moda entra in auto

L’incontro fra un importante costruttore automobilistico giapponese e un’altrettanto importante firma della moda italiana ha dato vita ad un’auto speciale: la Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini, già ordinabile. Nome molto lungo per una serie speciale in edizione limitata, solo 110 esemplari, insomma la Mazda CX-3 Pollini, per farla breve. Dove c’è moda le donne sono certamente in prima fila; infatti questa versione particolare del noto crossover compatto cittadino giapponese aggiunge quei tratti d’eleganza negli interni e in alcuni dettagli esterni che sicuramente non mancheranno d’incontrare il favore della clientela femminile.

MAZDA CX-3 LIMITED EDITION IN PARTNERSHIP WITH POLLINI: LINGUAGGIO FEMMINILE

Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini

Mazda CX-3 possiede già nella sua serie regolare tutte le caratteristiche che una donna cerca in un’auto: compattezza, facilità di guida, stile alla moda, eleganza. La versione Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini spinge ancora di più sul pedale dello stile. Pollini è un’azienda romagnola, fondata nel 1953 a San Mauro Pascoli. E’ una delle eccellenze italiane nella manifattura di pregio, in particolare nella produzione di scarpe e accessori in pelle.

Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini

La CX-3 sviluppata in collaborazione con Pollini parte dall’allestimento Exceed e aggiunge equipaggiamenti decisamente premium. Intanto i sedili rivestiti in pelle nappa Brown con finiture a doppia cucitura (posto guida regolabile elettricamente con memoria); poi sulla plancia troviamo un elegante badge numerato col marchio Pollini.

Mazda CX-3 Limited Edition in Partnership with Pollini

Si aggiungono cerchi in lega da 18 pollici cromati, protezioni sottoscocca silver e calotte degli specchietti retrovisori satinate. Non finisce qui: gli acquirenti riceveranno anche un portadocumenti in pelle e una Vip Card Pollini per usufruire di vantaggi speciali nei punti vendita dell’azienda romagnola. Per quanto riguarda la meccanica, il motore è un 2.0 a benzina Skyactiv da 120 cavalli, molto efficiente nei consumi.