Le 10 fontane più belle d’Italia

Dopo le feste, torna la nostra rubrica TOP 10 che questa settimana vi porta alla scoperta delle 10 fontane più belle d’Italia. Qualcuna è conosciutissima, altre possono essere una piacevole sorpresa. E voi, le avete viste tutte?

1. Fontana di Trevi (Roma – Lazio)

Non possiamo che iniziare con quella che probabilmente è la più famosa del mondo: la Fontana di Trevi. Capolavoro del barocco, è stata costruita nel XVII secolo su progetto dell’architetto Nicola Salvi, e fu poi terminata da altri artisti dopo la sua morte. Si trova nel centro della Capitale e, in origine, la sua costruzione faceva parte di un progetto più ampio di valorizzazione della zona di Trevi, sede fin dai tempi più antichi di una fonte che si diceva avesse proprietà benefiche. E, forse, proprio da qui deriva l’usanza di buttare una moneta nella fontana, come segno beneaugurante. Si dice anche che chi butta una seconda moneta troverà l’amore, e chi ne lancia anche una terza si sposerà. Ogni giorno, il rito si ripete e vengono lanciati migliaia di euro, che poi vengono raccolti e donati in beneficenza. E c’è anche chi, goliardicamente, striscia la carta di credito o ci fa il bagno per imitare la celebre scena della Dolce Vita.

2. Fontana del Nettuno (Tivoli, Roma – Lazio)

Situata negli splendidi giardini di Villa d’Este a Tivoli, la Fontana del Nettuno è un altro straordinario capolavoro dell’arte barocca che incanta i visitatori che arrivano al suo cospetto. Spicca su tutte la figura del dio Nettuno, simbolo del dominio dell’uomo sulla natura e capace di plasmare il mondo secondo la sua volontà. La divinità è circondata da altre creature marine che rappresentano il legame tra mare, terra e uomini. Il tutto in un contesto di rara bellezza e imponenza impossibile da dimenticare.

3. Fontana di Diana e Atteone (Caserta – Campania)

Sembra di assistere alla scena del mito come se fosse un film. La Fontana di Diana e Atteone spicca nei magnifici giardini della Reggia di Caserta e combina architettura, scultura e mito. Realizzata tra il 1786 e il 1789, è stata progettata da Tommaso Solari e portata a termine grazie agli interventi degli scultori Pietro Solari, Paolo Persico, Angelo Brunelli e Andrea Violani. I personaggi di pietra mettono in scena un episodio tratto dalle Metamorfosi di Ovidio: Diana, dea della caccia, mentre fa il bagno sorprende il giovane Atteone mentre la spia e, adirata, lo trasforma in cervo e lo fa sbranare dai suoi cani. La scultura della dea emerge dalla vasca centrale della fontana, mentre Atteone si trasforma in cervo su una rupe, mentre i cani, assai dettagliati, circondano la base della fontana. Da restare davvero a bocca aperta.

4. Fontana Maggiore (Perugia – Umbria)

Capolavoro dell’arte gotica, la Fontana Maggiore di Perugia sorge nella bellissima Piazza IV Novembre ed è stata realizzata tra il 1278 e il 1280 su progetto di frà Bevignate da Cingoli per celebrare l’arrivo dell’acqua nell’acropoli della città grazie alla costruzione del nuovo acquedotto. La fontana è stata poi realizzata da Nicola e Giovanni Pisano utilizzando marmo, bronzo e pietra di Assisi. Si compone di due vasche circolari sovrapposte e decorate con ben cinquanta bassorilievi e 24 statue. È una delle più ammirate e visitate d’Italia.

5. Fontana Pretoria (Palermo – Sicilia)

Nella suggestiva piazza Pretoria di Palermo si trova la splendida Fontana Pretoria, capolavoro rinascimentale che ha una storia davvero affascinante. Progettata e realizzata nel 1554 da Francesco Camilliani a Firenze, dove essere in origine collocato nel giardino del palazzo del fratello della granduchessa Eleonora di Toledo. Nel 1581, tuttavia, fu venduta al senato palermitano e trasferita nella città siciliana. È nota anche come Fontana della Vergogna. Secondo alcuni, il nomignolo sarebbe dovuto alla nudità delle sue statue, giudicata all’epoca scandalosa. Secondo altri, invece, sarebbe dovuto alla scandalosa cifra pagata dalla municipalità per acquistarla.

6. Fontana del Nettuno (Bologna – Emilia Romagna)

La Fontana del Nettuno è soprannominata “il gigante” dai Bolognesi, che lo considerano uno dei simboli della città insieme alle Due Torri. Situata nell’omonima piazza, è stata terminata nel 1566. Commissionata da Pier Donato Cesi in onore di Papa Pio IV ha visto la collaborazione di Tommaso Laureti e dello scultore di origine fiamminga Giambologna. La vasca è in marmo di Verona e, dentro di essa, si erge un basamento decorato con nereidi, stemmi pontifici, delfini e quattro putti. Su di essa, la statua del Nettura svetta verso il cielo.

7. Torta degli sposi (Milano – Lombardia)

La Torta degli Sposi si trova in Piazza Castello, di fronte al Castello Sforzesco, e deve il suo nome alla sua forma, che ricorda una torta nuziale.  La sua storia è assai singolare. La fontana è stata realizzata nel 1936 dall’Azienda Elettrica milanese per celebrare l’incontro tra Benito Mussolini e i reduci dell’Abissinia. In origine, doveva essere un’installazione provvisoria, ma la sua bellezza fece sì che la fontana rimase al suo posto anche dopo la partenza del Duce. Nel 1959, tuttavia, iniziarono i lavori per la costruzione della metropolitana e la fontana venne smontata e custodita nei magazzini comunale. Ha rivisto la luce nel 1999 e, da allora, conquista i visitatori soprattutto di sera, quando appare illuminata in tutta la sua romantica bellezza.

8. Fontana dei 12 Mesi (Torino – Piemonte)

La Fontana dei 12 Mesi si trova nel Parco del Valentino, a Torino ed è sopravvissuta al progetto realizzato per l’Esposizione Nazionale del 1898 per celebrare i 50 anni dello Statuto Albertino. Progettata da Carlo Ceppi, è in stile liberty e rococò e si compone di una vasca ovale, in cui arriva l’acqua da una piccola cascata. La vasca è sovrastata da una terrazza su cui si trovano quattro gruppi di statue che rappresentano i quattro fiumi che bagnano Torino: la Stura, il Po, la Dora e il Sangone, a cu si uniscono le allegorie dei 12 mesi.

9. Fonte Gaia (Siena – Toscana)

Nella nostra TOP 10 anche la Fonte Gaia, che si trova in Piazza del Campo. Si tratta della più importante fontana pubblica della città e deve il suo nome alle grida di giubilo ed esultanza con cui fu accolta dalla cittadinanza durante la sua inaugurazione, nel 1346. Per alimentarla, era stata realizzata un’imponente opera idraulica costituita da una galleria lunga trenta metri e da un cisternino, poi potenziato nel XV secolo. La fonte è decorata con una serie di sculture e bassorilievi, tra cui una Madonna con Bambino, la Creazione di Adamo e la Cacciata dall’Eden, opera di Jacopo della Quercia del 1409.

10. Fontana Greca (Gallipoli, Lecce – Puglia)

 Chiude la nostra TOP 10 la Fontana Greca di Gallipoli, in provincia di Lecce. Costruita nelle vicinanze del ponte che congiunge il borgo vecchio alla città, viene spesso indicata come la più antica d’Italia, anche se ci sono pareri discordanti a riguardo. Si dice che sia stata costruita attorno al III sec. a.C e, in origine, era posta nell’aria delle antiche terme. Nel 1548 è stata trasportata vicino alla chiesa di San Nicola, dove è rimasta fino al 1560 per poi tornare nella sua posizione originaria. La facciata è suddivisa in quattro parti da quattro cariatidi che sorreggono l’architrave con un ricco decoro. Nei bassorilievi sono scolpite scene che rappresentano i miti di Dirce, Salmace e Biblide.




Oroscopo del Viaggiatore 2024. E tu di che viaggio sei?

L’anno è appena iniziato, ma non è mai troppo presto per programmare un bel viaggio, che sia per le prossime vacanze di Pasqua, per i “ponti”, per quelle estive o per un’occasione speciale. Come scegliere la vostra meta preferita? Magari, facendovi guidare dalle stelle. Ecco, allora, l’Oroscopo del Viaggiatore 2024, segno per segno.

ARIETE (21 marzo – 20 aprile): Toscana e Francia del Sud

Segno di fuoco, sanguigno, fumantino e testardo, l’Ariete è impulsivo anche quando si tratta di viaggi. Per il 2024, gli astri consigliano agli Arietini la Toscana e la Costa degli Etruschi, in modo da conciliare il relax marittimo alla scoperta di parchi e delle vestigia del passato. Ma anche i buoni sapori della cucina toscana, tra la classica fiorentina, le grigliate sia di carne che di pesce e l’ottimo vino.

La Costa degli Etruschi

Se, invece, puntare all’estero, che cosa c’è di meglio di un bel viaggio “on the road” nel Sud della Francia. Partendo da Arles, magari proprio durante la feria spagnola, con visita all’Arena Romana, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il suo spirito d’avventura sarà poi soddisfatto dalle paludi della Camargue, armato di macchina fotografica per immortalare fenicotteri e cavalli selvaggi. E, poi, ancora, si può fare rotta su una delle Isole di Hyères per visitare il Parco Nazionale di Port Cros, per poi passare a Draguignan e ammirare il misterioso dolmen chiamato “Pietra della Fata”. E, se ancora non avrà finito i soldi, potrebbe anche fare una tappa a La Turbie per ammirare il Trophée des Alpes, eretto in onore dell’imperatore Augusto.

Cavalli selvaggi in Camargue

TORO (21 aprile – 20 maggio): Verona e Budapest

Per indole, il Toro non ama le sorprese. Concreto, affidabile, dai gusti semplici e robusti, il Toro predilige le vacanze tranquille e organizzate, tra il comfort e il lusso. Se ancora non l’avete vista, amici del Toro, nel 2024 programmate un weekend a Verona, città ricca di stimoli e di monumenti, ma non troppo grande, per non stancarvi e darvi la possibilità di crogiolarvi tra buoni sapori, passeggiate e relax.

Veduta di Verona

Per quanto riguarda l’estero, i Toro potrebbero scegliere Budapest, una città che li sorprenderà tra musei d’arte, gallerie, cafè storici, hotel superlusso e, soprattutto, i suoi famosi bagni termali, sparsi per tutta la città. Non perdetevi, poi, la suggestiva crociera su Danubio per ammirare la capitale ungherese da una diversa prospettiva e ammirando gli edifici storici.

Bagni termali a Budapest

GEMELLI (21 maggio – 21 giugno): Emilia Romagna e Irlanda

 Curiosi e mutevoli, con la tendenza ad annoiarsi facilmente, nel 2024 i Gemelli andranno alla ricerca di mille stimoli. Quale incentivo migliore, allora, che un viaggio in cui visitare ogni giorno un posto diverso, spaziando dalle colline al mare, tra borghi, castelli e buon cibo? Per loro gli astri propongono un tour in Emilia Romagna, tra buon cibo, storia e natura. Si può partire dai colli Bolognesi, visitare il capoluogo, poi fare tappa a Ravenna per ammirare i capolavori bizantini, spaziare dalla vivace Rimini per poi tornare verso Modena, Parma e la pianura piacentina, tra lambrusco, tortellini, salumi Dop e gnocco fritto.

Veduta aerea della Pianura Padana

In Europa, invece, i Gemelli saranno deliziati da un itinerario on the road sulla Wild Atlantic Way, in Irlanda, ben 2500 km di costa e mille attività diverse tra cui scegliere. Tra queste c’è il percorso ciclabile di 16 km tra Listowel e Limerick, oppure una tappa gustosa a Letterfrack per visitare la Oyster Farm e conoscere come vengono allevate le ostriche più rinomate. Oppure, ancora, raggiungere la Scattery Island armati di binocolo e macchina fotografica per il birdwatching.

La Wild Atlantic Way

CANCRO (22 giugno – 22 luglio): Cilento e Patagonia

 Profondi, sensibili, empatici ma anche “lunatici”, i Cancerini amano destinazioni in grado di soddisfare i loro sbalzi d’umore. Come lo splendido Cilento, con tappa obbligata nel celebre sito archeologico di Paestum, ammirando i templi di questa importante città della Magna Grecia. D’obbligo anche una visita alla colonia greca di Elea e a Padula, per ammirare la Certosa di San Lorenzo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Paestum

Per quanto riguarda l’estero, perché non sognare in grande e regalarsi il viaggio della vita? Magari proprio quello di nozze. Dove? In Patagonia, tra Cile e Argentina, che eccelle per i paesaggi mozzafiato e la sua biodiversità. Potete partire, per esempio, dal Parco Nazionale Torres del Paine, ammirare le sue celebri torri di granito che si ergono da un lago dalle acque turchesi, e arrivare al cospetto del Perito Moreno, uno dei ghiacciai più famosi del mondo, che avanza anziché regredire. Potrete provare ad avvistare i condor sulle montagne del Fitz Roy. Non può poi mancare un incontro ravvicinato con i pinguini e raggiungere infine Ushuaia per vedere la Fin du Mundo.

Patagonia, il Perito Moreno

LEONE (23 luglio – 22 agosto): Napoli e la Florida

Tenace, “sanguigno”, fantasioso e paziente, il Leone nel 2024 può regalarsi un weekend a Napoli e sbizzarrirsi alla scoperta dei suoi quartieri pulsanti di vita, passeggiare per il suo centro storico e visitare i suoi celebri musei e le chiese, tra cui la Cappella Sansevero con il Cristo Velato, il Museo Archeologico Nazionale e quello di Capodimonte. Immancabile una passeggiata sul lungomare lasciando spaziare la vista fino al Vesuvio. E, ovviamente, non si può non gustare la celebre pizza napoletana.

Vista di Napoli

Per una piccola follia, invece, i leoncini potranno regalarsi un viaggio in Florida, magari con auto a noleggio. Cominciando da Miami e dalle sue bianche spiagge infinite per poi percorrere Ocean Drive e fare un giro nel coloratissimo Quartiere Cubano. E, ancora, via verso Nord alla volta di Augustine, la cittadina dalle forti influenze spagnole, con il forte del 16°secolo e le case di legno. Oppure si può fare rotta verso ovest e arrivare fino al Golfo del Messico, facendo una tappa a Venice Beach prima di partire per le Everglades. Ultima tappa, poi, guidando verso sud, alla scoperta di Key West.

Miami

 VERGINE (23 agosto – 22 settembre): Dolomiti e Giappone

Salutisti, contemplativi, ma anche perfezionisti e amanti dell’organizzazione. Quando viaggiano, i Vergine non lasciano nulla al caso e programmano tutto nei minimi dettagli. Nel 2024 possono scegliere un weekend tra gli splendidi scenari delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, tra cime imponenti e laghi cristallini. Si può partire da Bolzano, città mitteleuropea dai mille stimoli per poi fare escursioni nei dintorni o rilassarsi ammirando i paesaggi. In alternativa, potete scegliere anche la mondana Cortina oppure la Val Badia, con tappe a Corvara, Colfosco e La Villa.

I colori della Val Badia

La meta del mondo ideale per i Vergine nel 2024 è il Giappone. Si parte ovviamente da Tokyo, per ammirare i suoi contrasti, tra grattacieli, templi e rigogliosi giardini, ma anche le affascinanti tradizioni secolari e la cultura dei manga. Poche ore di treno e si arriva poi a Kyoto, una delle città più belle del paese, per visitare i suoi templi, tra cui il tempio di Kinkau-Ji, noto anche come “padiglione d’oro”, oppure percorrere il Sentiero del Filosofo, visitare la foresta di bambù e i giardini botanica. A poca distanza c’è la bella Nara, per passeggiare tra ciliegi e cervi.  Per una botta di vita (notturna), invece, si può arrivare fino alla vivace Osaka, con i suoi negozi stravaganti e i suoi locali aperti fino al mattino.

Le suggestioni di Kyoto

 BILANCIA (23 SETTEMBRE – 22 OTTOBRE)

Sempre alla ricerca della bellezza, che sia quella dei monumenti, del paesaggio o quella che si trova nel piatto, la Bilancia troverà soddisfazione in un soggiorno a Roma, per esplorare la città eterna sotto tutti i punti di vista, che sia quello delle vestigia degli antichi Romani all’arte barocca e rinascimentale, tra piazze, palazzi e fontane. Senza mancare una sosta gourmet per degustare i celebri piatti della cucina romana, magari rivisitati e alleggeriti.

Panorama su Roma

E perché non inaugurare il 2024 con un tour della meravigliosa e selvaggia Islanda? Tra vulcani, geyser, temperature estreme realizzerete il sogno di vedere le luci dell’aurora boreale illuminare il cielo stellato. E, per riscaldarsi, che cosa c’è di meglio che buttarsi nelle acque termali della blue lagoon?

Islanda, l’aurora boreale

SCORPIONE (23 ottobre – 22 novembre): Eolie e Tenerife

 Gli Scorpioncini spiccano per il loro innato senso dell’avventura, che sia un’escursione in montagna, esplorare i fondali con maschera e boccaglio o visitare luoghi ricchi di storia. Per l’estate 2024, allora, gli astri consigliano una vacanza a zonzo per le isole Eolie, l’arcipelago a nord est della Sicilia, di fronte a Messina. Il loro spirito d’avventura sarà soddisfatto dal fascino dei vulcani attivi, come il celebre Stromboli, ma anche da vulcanelli, faraglioni, calette, grotte, piccoli borghi e natura selvaggia sparse tra Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi.

Stromboli

L’alternativa? Tenerife, l’isola più selvaggia delle Canarie.  Da non perdere la salita al vulcano Teide per ammirare il panorama delle isole vicine. Relax poi sulle celebri spiagge che si affacciano su un mare limpido e ideale per lo snorkeling. Approfittate poi di un’escursione in barca per ammirare i delfini, ma anche visitare musei e mercati.

Tenerife

SAGITTARIO (23 novembre – 21 dicembre): Basilicata e Irlanda del Nord

Espansivi, ottimisti e inclini all’esplorazione e alla scoperta, i Sagittario possono regalarsi nel 2024 un viaggio in camper alla scoperta delle rotte meno battute della Basilicata, partendo, per esempio, da Senise per assaggiare i peperoni cruschi, e proseguire poi alla volta di Matera, con i suoi celebri Sassi e la misteriosa Craco, la città fantasma.

Matera vista dalle grotte

Ai Sagittario, poi, piace la storia e le storie. Che cosa c’è di meglio per loro che un viaggio in Irlanda del Nord? Con partenza da Belfast, con tappa nel quartiere del Titanic per conoscere la storia del famoso e sfortunato transatlantico. Visitate poi l castello di Belfast e passeggiate lungo il fiume Lagan. Raggiungete poi la il Sentiero del Gigante, sito UNESCO e ammirate i paesaggi mozzafiato della Costa Antrim, dove è stata girata la serie Tv “Il Trono di Spade”.

La Giant Causeway

CAPRICORNO (22 dicembre – 20 gennaio): Langhe e Scozia

 Determinati, ambizioni, ma con grandi capacità di controllo, i Capricorno amano anche la bellezza e l’eleganza. Per loro gli astri consigliano, nel 2024, un lungo weekend sulle strade del Piemonte, partendo da Torino per poi proseguire in auto lungo le strade che si inoltrano tra i paesaggi mozzafiato delle Langhe e Roero, con tappe enogastronomiche ad Alba e a Bra, per assaggiare i rinomati tartufi e i vini come il Barolo e il Barbaresco.

Gli splendidi colori delle Langhe

Se, invece, volete uscire dall’Italia, una meta che conquisterà i Capricorno è la Scozia, terra di leggende e tradizioni. Partite da Edimburgo, con il suo castello, i suoi musei e l’affascinante città vecchia. Con una escursione in giornata raggiungete poi Loch Ness e il suo lago, ascoltando la storia del celebre “mostro”. Tornando indietro passate per Glencoe e fermatevi ad assaggiare un’ottima birra scozzese o un whisky.

Edimburgo

ACQUARIO (21 gennaio – 19 febbraio): Sardegna e Portogallo

Curiosi e sensibili, ma sempre alla ricerca di nuove mete da esplorare e di esperienze da vivere gli Acquario nel 2024 possono scegliere una vacanza in Sardegna, spaziando tra il lusso della Costa Smeralda alle isole dell’Arcipelago della Maddalena, per poi continuare verso ovest toccando Stintino e la sua meravigliosa spiaggia della Pelosa, Castelsardo, Alghero, Bosa e continuare verso Sud alla scoperta di Cagliari, per poi risalire sulla costa est fino a Olbia.

Costa Smeralda, la Spiaggia del Grande e del Piccolo Pevero

Un’altra meta perfetta per gli Acquario è il Portogallo, con Lisbona, la capitale ricca di storia e di vita. Passeggiate tra le strade di ciottoli dell’Alfama e ammirate la Torre di Belem, perdetevi tra le case di Barrio Alto e ascoltate le melodie struggenti del fado. Spostatevi poi a Porto e ammirate il suo pittoresco centro storico, tra tradizione e modernità. Assaporate poi i famosi vini in una delle cantine distribuite lungo il fiume Douro. Virate poi verso l’Oceano Atlantico e godetevi le spiagge sabbiose dell’Algarve con tappe nelle città costiere di Faro e Lagos.

Porto by night

PESCI (20 febbraio – 20 marzo): Sicilia barocca e Giordania

Romantici e sognatori, i Pesci amano le atmosfere incantate e fiabesche. Per il 2024 un viaggio che fa per loro è quello che li porterà alla scoperta della Sicilia barocca, partendo da Catania, con una tappa alla Cattedrale di Sant’Agata e una per gustare arancini e panelle e proseguire, in camper o con auto a noleggio, verso la splendida Siracusa. Qui si visitano il Duomo, l’isola di Ortigia e l’Anfiteatro romano. Si continua poi alla volta di Modica per ammirare le chiese barocche e gustare il suo celebre cioccolato. Tappa finale Noto, con la superba cattedrale.

La splendida cattedrale di Noto

Immaginandosi Indiana Jones, i Pesci possono scegliere come meta estera la Giordania, partendo ovviamente dalla misteriosa Petra, la città nabatea nascosta nella roccia, considerata una delle Sette Meraviglie del Mondo moderno. Dopo un tè con i beduini, proseguite alla volta della capitale, Amman, visitando i siti archeologici di Jerash, i castelli nel deserto, per poi arrivare al cospetto del Monte Nebo e proseguire fino al Mar Morto e, ancora, al Mar Rosso, con un’escursione nel “deserto rosso” di Wadi Rum e alla misteriosa Aqaba.

Petra




Un weekend d’arte al mese: ecco i 12 TOP del 2024

Il 2024 si prospetta come un anno ricco di opportunità per gli amanti dell’arte e della cultura, con una serie di destinazioni straordinarie in Italia che offrono esperienze uniche. Questo itinerario artistico promette di trasportare i viaggiatori in un affascinante viaggio attraverso secoli di storia, architettura e creatività. Scopriamo insieme le 12 tappe imperdibili da includere nei tuoi weekend del 2024. Come? Lo abbiamo chiesto alla redazione, a validi esperti e a illustri firme* di Weekend Premium, che da sempre promuove le eccellenze scegliendo le destinazioni migliori. Abbiamo letteralmente “messo ai voti” alcune mete della nostra bella Penisola: ecco i 12 TOP Weekend d’arte del 2024, uno per ogni mese.

*Hanno votato i TOP Weekend (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchi Andreotti, Benedetta d’Argenzio, Francesca Binfaré, Marina Cioccoloni, Damiano De Crescenzo, Giovanna Ferrari, Manuela Fiorini, Antonio Marangi, Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Cesare Zucca.

1. AOSTA, COGNE E GRAN PARADISO (VALLE D’AOSTA)

Se amate la montagna, la storia e gli spazi verdi, o innevati in inverno, regalatevi nel 2024 un weekend in Valle d’Aosta. Dedicate il primo giorno per vedere Aosta, la “Roma delle Alpi”, suo primo nome latino, essendo stata fondata dai Romani nel 1158 a.C. in posizione strategica per accedere alla Via delle Gallie. Tantissime le vestigia romane da ammirare in città, su cui spicca l’Arco di Augusto, del 25 d.C. Impossibile non notare poi la Porta Pretoria, ingresso orientale alla città, e l’anfiteatro romano sono testimoni della sua antica grandezza. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, con i suoi affreschi e opere d’arte, aggiunge un tocco di spiritualità al tuo weekend. Per un’esperienza completa, passeggiare per il centro storico è un viaggio nel tempo tra case medievali e botteghe artigianali.

Splendido anche il Criptoportico forense, nell’area del foro romano, che congiungeva il tempio di Auguro e quello dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Superbo il Teatro Romano, oggi inglobato nel Monastero delle Suore di Santa Caterina. Cuore dello shopping è invece la centrale Piazza Cavour, con negozi e locali. Alle spalle della piazza, si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. Tra i musei da non perdere, invece, c’è il MAR – Museo Archeologico, insieme all’Area Megalitica. Da Aosta spostatevi poi nel delizioso paese di Cogne, a circa 40 minuti dal capoluogo, porta di Accesso al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

2. AQUILEIA E GRADO (FRIULI VENEZIA GIULIA)

 Aquileia e Grado, patrimonio mondiale dell’UNESCO, sono gemme nascoste nel nord-est dell’Italia. Aquileia, con i suoi maestosi mosaici romani, è una finestra aperta sul passato, è una delle mete da mettere in lista per un weekend nel 2024. Con Ravenna e Brescia, Aquileia è il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale. La sua storia è veramente tutta da scoprire. Fondata nel 181 a.C. dai Romani come colonia militare, è diventata presto una delle principali città dell’Impero, grazie alla sua posizione strategica sulle rive del fiume Natisone, che all’epoca era navigabile, e a pochi chilometri dal mare. Fulcro del sito UNESCO è il foro romano con la splendida Basilica.

Da non perdere il Porto Fluviale, uno degli esempi meglio conservati nel mondo romano. Tra i Musei da non perdere c’è poi il Museo Archeologico Nazionale, che racconta la storia della città dalla sua fondazione. Durante una visita ad Aquileia, poi, imprescindibile un assaggio del Prosciutto di San Daniele Dop. Tra gli altri prodotti tipici c’è anche il salam tal aset, un salame fresco cotto nell’aceto e nelle cipolle. A 14 km da Aquileia si trova poi la bellissima Grado, con le sue spiagge e gli sport acquatici, ma bella anche in inverno con i suoi presepi galleggianti. 

3. CASERTA CON LA REGGIA E SAN LEUCIO (CAMPANIA)

Se non ci siete ancora stati, Caserta vale certamente un weekend nel 2024. La città infatti ha molto da offrire, a partire dalla celeberrima Reggia, a cui dedicare un’intera giornata. Gareggia in bellezza con la famosa reggia di Versailles ed è un inno al Barocco, al Neoclassico e alla sontuosità, tempio dell’arte e della bellezza con gli splendidi Giardini Reali e i parchi del complesso Vanvitelliano.

Tuttavia, lasciati gli sfarzi della reggia borbonica, vale la pena dedicare il secondo giorno alla visita di Casertavecchia, che dista circa 10 km da Caserta, splendido borgo medievale di origine longobarda. Qui, Pier Paolo Pasolini ambientò il suo Decameron, nel 1971. Si trova a 400 metri di altezza alle pendici dei Monti Tifanini e si presenta come un dedalo di case e antichi palazzi, sovrastati dal campanile del Duomo e dalle vestigia del suo castello. Un’altra frazione di Caserta che vale una visita è San Leucio, a 3,5 km dal centro. Nata come città utopistica, fondata da Ferdinando IV di Borbone per ritirarsi dalla vita di corte dopo la morte del primogenito, rispettava criteri urbanistici rigorosi, con case dotate di servizi igienici e acqua corrente. Qui c’era anche una fiorente produzione industriale di seta, apprezzata in tutto il mondo. Anche oggi, si può vedere quello che resta del setificio.

4. CASTELSARDO (SARDEGNA)

Situata sulla costa nord della Sardegna, Castelsardo è un affascinante borgo medievale con una vista spettacolare sul Mar Mediterraneo. In posizione superba al centro del golfo dell’AsinaraCastelsardo è splendida città per un weekend d’arte (da vedere la smagliante pala del Maestro di Castelsardo nella concattedrale di Sant’Antonio Abate), famosa nel mondo per i riti della Settimana Santa, una tradizione secolare, portata avanti dalla confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo.

Giornata cruciale è quella del lunissanti, durante la quale si effettua un affollato pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu. Castelsardo si distingue per una cucina spiccatamente di mare. Fiore all’occhiello l’aragosta e il tipico Sa Cassola, una zuppa di pesce del golfo. Tutto da accompagnare con un buon Vermentino di Sardegna.

 5. LUCCA (TOSCANA)

Lucca, circondata da mura cinquecentesche perfettamente conservate, è una destinazione toscana ricca di arte e cultura. Nel 2024 Lucca celebra i cent’anni della morte del suo concittadino più celebre, Giacomo Puccini, con un fitto calendario di eventi. È quindi l’occasione giusta per un weekend nella città toscana, che quest’anno si è anche aggiudicata l’Oscar Italiano del Cicloturismo, assegnato alle ciclovie e alle città che promuovono il turismo sostenibile per la Ciclopedonale Puccini, lunga 58 km, che collega Lucca a Torre del Lago.

Ma Lucca colpisce anche per il suo impianto urbano, la sua arte e i suoi monumenti, tra cui l’anfiteatro romano del I sec. d.C, la Cattedrale di San Martino e i suoi tesori, tra cui la reliquia del Volto Santo, custodita in un tempietto nella navata sinistra. Nella sagrestia, invece, si trova una delle opere più famose di Jacopo della Quercia, il Sarcofago di Ilaria del Carretto. Da non perdere poi una visita al Museo dell’antica zecca, all’Orto Botanico e, naturalmente, alla Casa Museo di Giacomo Puccini, in cui il compositore visse fino a 22 anni. Noleggia una bicicletta e percorri il perimetro delle mura per una vista panoramica della città.

6. MANTOVA E SABBIONETA (LOMBARDIA)

Entrambe Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Mantova e Sabbioneta hanno fatto parte dei domini della potente famiglia dei Gonzaga e si possono visitare entrambe in un weekend. Fondate secondo l’ideale di “città perfetta rinascimentale” hanno visto alternarsi i più grandi artisti del suo tempo, tra cui Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano. Mantova è anche la città natale del poeta Virgilio (è infatti di origine romana).

Un itinerario ideale parte da Ponte San Giorgio per poi arrivare nel cuore della città, il centro storico e ammirare, la Rocca di Sparafucile, il Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna. In Piazza Sordello si affacciano lo splendido Duomo e il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova. Imperdibile, invece, la visita a Palazzo Te, una delle più belle ville italiane capolavoro di Giulio Romano. 

Sabbioneta, la piazza

Dedicate il secondo giorno alla visita di Sabbioneta, accedendovi da Porta Vittoria o da Porta imperiale. Arrivate a Piazza Ducale per ammirare la facciata del Palazzo Ducale, fulcro della vita politica di Vespasiano Gonzaga. Da non perdere, infine, le delizie della cucina mantovana, tra cui il risotto alla pilota, i tortelli di zucca, gli agnoli, i tortelli amari, il bollito accompagnato dalla celebre mostarda, il cotechino e la torta sbrisolona.

7. MATERA (BASILICATA)

Matera, con i suoi caratteristici sassi e le grotte scavate nella roccia, è una delle destinazioni più affascinanti d’Italia. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Matera offre un’esperienza unica nel suo genere. Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno.

Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda. Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

8. PAESTUM (CAMPANIA)

Paestum, antica città greca, è celebre per i suoi tre maestosi templi dorici. Un weekend a Paestum, da mettere in calendario in primavera vuol dire regalarsi un tuffo nella storia. Nota anche come Pesto, fino al 1926, la città è stata fondata dai coloni Achei nel VI secolo a.C.  La sua storia, tuttavia, continua ancora oggi, poiché offre la possibilità di visite archeologiche che ne testimoniano la sua unicità. In particolare è possibile ammirare zone sacre, come il santuario settentrionale e meridionale, ma anche il Foro d’epoca romana (l’antica agorà greca) con le sue strutture pubbliche, l’area abitativa, l’area termale e le mura difensive.

Il museo invece è organizzato in sezioni diverse che, tramite racconti ed immagini, raccontano la storia di Paestum a partire dall’età preistorica e protostorica, la Poseidonia d’epoca greca per poi finire con la colonia romana. Inoltre è possibile ammirare le metope arcaiche del favoloso Tempio di Hera collocate presso la foce del Sele.

9. PESARO (MARCHE)

Affacciata sull’Adriatico, coniuga la bellezza artistica con la splendida costa marchigiana. Pesaro, patria di Gioacchino Rossini, Città creativa per la musica Unesco, è Capitale italiana della cultura, teatro per tutto il 2024 di un cartellone di circa mille eventi (perfetto per tutti i weekend d’arte in programma). Due su tutti? Il Rossini Opera Festival in una super edizione e la mostra evento su Federico Barocci ai Musei Civici, scrigno della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini.

Un capolavoro del Rinascimento maturo, che incanta per le misure monumentali, il minuzioso lavoro di carpenteria, l’impalcatura prospettica, la luce di una pittura capace di trasformare in smalto i colori. Da vedere, ancora, il Museo nazionale Rossini, che racconta il grande compositore in chiave multimediale, e Villa Imperiale, progettata da Gerolamo Genga e decorata, tra gli altri, da Bronzino e Dosso Dossi per gli svaghi estivi di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino.

10. SPELLO (UMBRIA)

Un borgo medievale immerso tra colline verdi, è noto per la sua bellezza e tranquillità. Un weekend a Spello, splendido borgo dell’Umbria, in  provincia di Perugia, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, consente di unire arte, storia e gusto. Il periodo migliore? La nona domenica dopo Pasqua per assistere alla celebre Infiorata del Corpus Domini, un evento molto suggestivo per il quale il borgo umbro è famoso in tutta Europa.

Durante la notte, gli infioratori tappezzano le vie del centro storico di tappeti floreali per consentire a tutti di ammirarli fin dal mattino successivo. Durante la visita, entrate dalla grandiosa Porta Consolare e percorrete i suggestivi vicoli, ammirando scorci e panorami, e fermandovi per ammirare i beni artistici, come la chiesa Santa Maria Maggiore con affreschi del Pinturicchio, Sant’Andrea e San Lorenzo. Uscendo da Porta Venere, poi, si ammirano le belle Torri di Properzio. Da non perdere i piatti della tradizione, tra cui gli gnocchi di patate al sugo d’oca, gli strangozzi al tartufo nero e la Torta al Testo, di antica origine romana.

11. TORINO (PIEMONTE)

Torino, città elegante e raffinata, è un paradiso per gli amanti dell’arte e circondata dalle Alpi, offre un mix irresistibile di cultura, storia e gastronomia. Compie duecento anni il Museo Egizio di Torino, nella top 10 delle attrazioni turistiche più amate d’Italia. Per il bicentenario si presenta con un nuovo look, che riempie d’orgoglio questa superba città d’arte, che brulica di musei d’eccezione meno mediatici e tutti da scoprire. Esempi? La Galleria Sabauda, pinacoteca con collezioni da capogiro.

Il Museo Civico in Palazzo Madama, 70mila opere dall’Alto Medioevo al Barocco, tra cui quel Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, vertice della ritrattistica rinascimentale. La Biblioteca Reale, custode di un corpus inestimabile: ben tredici fogli autografi di Leonardo da Vinci, tra i quali il celeberrimo Autoritratto, e un manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli.

12. URBINO (MARCHE)

Urbino, città natale di Raffaello, è un gioiello rinascimentale. In pieno centro storico, per esempio, si trova l’Oratorio di San Giovanni con il suo meraviglioso ciclo di affreschi quattrocenteschi, opera dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino, tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A circa 2 chilometri da centro, in piena campagna, sorge invece la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro.

Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura. Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo.

Questo itinerario artistico attraverso l’Italia nel 2024 promette non solo di soddisfare la tua sete di bellezza artistica ma anche di immergerti in viaggi di storia, cultura e autenticità. Ogni tappa offre un’esperienza unica, un viaggio attraverso i secoli che ti lascerà con ricordi indelebili e una profonda connessione con il patrimonio artistico italiano. Preparati a essere affascinato, ispirato e a vivere un’avventura culturale senza pari. Buon viaggio!

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12 TOP Destination “In the World” 2024

Dopo i 12 TOP Weekend Italia, la redazione, gli esperti e i collaboratori* di Weekend Premium hanno votato le 12 TOP Destination “In the World” 2024, dodici destinazioni da scegliere per le vacanze o anche solo per un lungo weekend, in Europa e nel mondo. Eccole qui, in ordine alfabetico.

*Hanno votato i TOP Weekend (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchi Andreotti, Benedetta d’Argenzio, Francesca Binfaré, Marina Cioccoloni, Damiano De Crescenzo, Giovanna Ferrari, Manuela Fiorini, Antonio Marangi, Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Cesare Zucca.

1.Aberdeen (Scozia, Regno Unito)

Per una vacanza fuori dalle solite mete, scegliete Aberdeen, nel cuore delle Highlands scozzesi. È conosciuta anche come “la città di granito”, perché il nucleo originario è stato edificato con le pietre colori grigio argento della Rubislaw Quarry, un tempo la cava più grande d’Europa. Nei giorni di sole, i raggi regalano alla città riflessi argentati, mentre in quelli nuvolosi, o di pioggia, il paesaggio urbano sembra fondersi con il grigio del cielo. Passeggiate lungi Union Street, la strada principale, ammirando gli edifici vittoriani, partendo da Castelgate, la zona più antica, dove sorgeva il castello di Roberto I di Scozia. Al centro della strada si erge la Mercat Cross, una croce del XVII secolo con sopra raffigurati i monaci Stuart. All’estremità orientale si trova invece la Salvation Army Citadel, la cui architettura è ispirata al castello di Balmoral. Sul lato settentrionale di Union Street, a duecento metri da Castelgate, si trova la Provost Skene’d House, uno degli edifici più antichi della città. Proseguite per un altro centinaio di metri per incontrare la St Nicholas Church, la Chiesa Madre di Aberdeen, con la guglia di granito del XIX secolo, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Aberdeen è anche famosa per i manzi di razza Angus, dalla carne morbida e gustosa.

2. Bad Ischl (Austria)

Nel 2024 sarà una delle tre Capitali Europee della Cultura. Ma già ai tempi di Sissi, Bad Ischl era una stazione termale alla moda, frequentata da teste coronate, aristocratici e artisti; uno per tutti, il compositore Johannes Brahms. A metà Ottocento gli Asburgo la scelsero come residenza estiva (la villa imperiale è visitabile) per la vivacità culturale e lo splendore dello scenario naturale. Quell’area del Salzkammergut famosa per le miniere di sale e punteggiata di laghi, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Un paesaggio da cartolina, che Francesco Giuseppe definì un “paradiso in terra” e ispirò la famosa operetta Al Cavallino Bianco. Sull’Attersee, il lago più grande della zona, passava le vacanze estive Gustav Klimt, che lo immortalò in numerosi capolavori.

3. BODØ (Norvegia)

Insieme a Tartu (Estonia) e Bad Ischl (Austria), Bodø è Capitale europea della cultura 2024. Una grande vetrina per la piccola metropoli norvegese al di là del circolo polare artico, che in estate offre lo spettacolo del sole di mezzanotte e in ogni stagione le attrattive di una natura estrema e potente. Da qui si parte per il ghiacciaio Svartisen, il secondo per estensione del Paese, e per Saltstraumen, il gorgo marino con una delle correnti più violente al mondo. In programma un migliaio di eventi, tra cui un’opera dedicata a Pietro Querini, mercante veneziano del XV secolo, che in seguito a un naufragio visse per quattro mesi in queste terre, da cui portò in patria lo stoccafisso, che divenne poi piatto tradizionale della cucina veneta.

4. Bratislava (Slovacchia)

Bratislava, la capitale della Slovacchia, è meta ideale per un weekend ricco di storia, d’arte e di gustosissimi piatti tradizionali della cucina slovacca. Visitate a piedi Stare Mesto, la Città Vecchia, con la bella Chiesa di San Martino, in stile gotico. Ammirare i palazzi signorili e le eleganti piazze, tra cui Piazza Hviezdoslav che ospita il Teatro Nazionale, la Filarmonica e il Palazzo del Municipio. Sparse per la città, spuntano suggestive statue di bronzo, tra cui quelle dedicate ad Hans Christian Andersen, che a Bratislava ha scritto “La piccola fiammiferaia”, un Soldato Napoleonico e il fotografatissimo Cumil, ribattezzato “il Guardone”, una figura che sbuca da un tombino. Visitate poi Stara Radnica, il Vecchio Municipio, del 1421, che ospita il Museo di Bratislava e il Museo Civico, il più antico di tutta la Slovacchia. Salite poi sulla torre alta 45 metri per una meravigliosa vista della città dall’alto. Meritano una visita anche il Palazzo del Primate, dove venne firmata la Pace di Presburgo dopo la vittoria di Napoleone ad Austerlitz, e la Cattedrale di San Martino, dove venivano incoronati i sovrani ungheresi.

5. Bruges (Belgio)

Per regalarvi un weekend romantico, andate a Bruges (o Brugge), nella pittoresca regione delle Fiandre, a nord del Belgio, dove le strade sono canali su cui si specchiano suggestivi edifici di pietra che sembrano usciti da una fiaba. La Venezia del Nord è un gioiello da assaporare con i suoi ritmi lenti. Passeggiate fino al Visitmarkt, l’antico mercato del pesce, con il suo colonnato di pietra del 1821. Non perdetevi poi una crociera sui canali, per ammirare la città dall’acque. Salite anche i 366 gradini del Belfort, il campanile del XIII secolo alto 83 metri e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per ammirare i tetti rossi e aguzzi dall’alto. Vale una visita anche la Basiliek van het Heilig Bloed e ritagliatevi qualche ora per immergervi nell’arte custodita nel Groeningemuseum, la più importante pinacoteca di Bruges con la sua preziosa collezione di opere fiamminghe. Rilassatevi nel begijnhof, ammirando il ponte d’accesso del 1776, di fronte al quale di sono ristoranti, negozi di merletti e chioschi. Verso sera, fate una tappa al Brouwerij De Halve Maan, il birrificio della 
Brugse Zot, fondato nel 1856. Cenate poi al Den Dyver, dove ogni piatto è abbinato alla birra usata per la sua preparazione. Chiudete la serata nel pub più vecchio di Brugge, il pittoresco Herberg Vlissinghe dove, si racconta che il pittore Rubens pagò con una moneta che dipinse su uno dei tavoli.

6. Edimburgo (Scozia, Regno Unito)

Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, Edimburgo è una città magica che ha dato vita a personaggi leggendari come Sherlock Holmes, Dr Jekyll e Mr Hyde Harry Potter a cui è dedicato un percorso dove potrete assistere a una partita di Quidditch, passeggiare per Diagon Alley, farvi fotografare al Castello di Hogwarts o bere un drink nel pub Elephant Hose, dove J. K Rowling iniziò a scrivere il suo libro. Scoprite poi l’Edimburgo dei misteri con il tour sotterraneo di Mary King’s Close, un labirinto segreto dove nel 1700 venivano murati vivi gli appestati, popolato poi da distillerie illegali di whisky, e covi di contrabbandieri. Non perdetevi una visita alla Scottish National Portrait Gallery, e al Royal Yach Britannia, per scoprire dove la famiglia reale inglese e tante celebrità trascorrevano le vacanze. Immancabile poi una visita al castello, simbolo della città, con il Museo Nazionale della Guerra e la mostra sui Gioielli della Corona. Passeggiate lungo il Royal Mile, il viale principale, e fermatevi alla Cattedrale di St Giles, dedicata al santo patrono della Scozia, e a Holyrood Palace, residenza ufficiale della regina nel XII secolo.

7. Istanbul (Turchia)

Punto d’incontro tra Oriente e Occidente, Istanbul vanta un ricchissimo patrimonio architettonico e artistico, ma anche una comunità vivace e una cucina sorprendente. Tra i monumenti da non perdere, soprattutto se avete pochi giorni, c’è la meravigliosa Aya Sofya, fatta costruire dall’imperatore Giustiniano nel 537 e passata dei secoli da chiesa a moschea, poi a museo e poi di nuovo a moschea nel 2020. Di fronte al parco di Sultanahmet, si trova poi la Moschea Blu, la più fotografata della città, che deve il nome al colore delle ceramiche blu di Iznir che decorano l’interno. Visitate poi la Cisterna Basilica, anch’essa opera di Giustiniano. Scoprite poi lo stile di vita dei sultani a Palazzo Topkapi, con l’harem e il tesoro. Regalatevi poi un momento di relax in un hammam, assistete a uno spettacolo dei dervisci rotanti, e non perdetevi una visita a uno dei famosi bazar di Istanbul. Infine, acquistate il biglietto per una minicrociera sul Bosforo per ammirare la città dal mare.

8. Lisbona (Portogallo)

Se non l’avete ancora visitata, nel 2024 programmate un weekend lungo a Lisbona. Per visitare la capitale portoghese, salite con il tram 28E in Rua de Conceição, vicino a Praça do Comércio, e scendete vicino al Castelo de São Jorge, risalente all’XI secolo, quando la città era sotto il dominio dei Mori. Qui si sono alternati Crociati, nel 1147, casate reali, prigionieri illustri ed è stato teatro di incoronazioni e battaglie. Fermatevi per una degustazione al Wine Bar do Castelo prima di proseguire con una passeggiata tra i suggestivi vicoli dell’Alfama. Visitate il Museo do Fado, che ripercorre la storia e i protagonisti del canto e della musica portoghese. Passate la serata alla Mesa de Frades con la sua sala rivestita dagli azuleyos, per ascoltare il fado più autentico. Non mancate una visita poi alla Sé de Lisboa, la fortezza simbolo della città e dell’intero Paese, costruita nel 1150 nel luogo dove prima sorgeva una moschea, subito dopo la riconquista dei cristiani. Salite poi in cima all’Arco da Rua Augusta per una strepitosa vista dall’alto del centro.

9. Petra (Giordania)

Lasciatevi incantare da Petra, la mitica capitale dei Nabatei, “riscoperta” 200 anni fa dall’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt. La città rosa, alla quale si accede dalla stretta gola chiamata Siq, è un dedalo di templi, mausolei ed edifici scavati in gran parte nella rossa roccia, da scoprire lentamente, passeggiando o facendosi trasportare da una carrozza trainata da cavalli. Tra i tanti monumenti da non perdere ci sono l’imponente Khazneh (il Tesoro), scavato all’inizio del I secolo per ospitare la tomba di un importante re nabateo e lo spettacolare Monastero di Ad-Deir, che si raggiunge salendo 800 gradini scavati nella roccia. A qualche chilometro da Petra si incontra la molto meno nota località archeologica di Siq al-Barid, conosciuta anche come la Piccola Petra. Un luogo magico, nascosto da una stretta gola. Una città in gran parte avvolta dal mistero, da esplorare avventurandosi – non senza qualche precauzione – sui sentieri tracciati dai caratteristici gradini scavati nella roccia. I più avventurosi possono anche farsi indicare il lungo cammino che, in alcune ore, porta all’antica capitale dei Nabatei.

10. Riga (Lettonia)

Città simbolo dell’Art Nouveau insieme alle più celebri Praga e Bruxelles, Riga è una capitale che fa innamorare. Capitale della Lettonia, è una città che mescola sapientemente l’antico e il moderno. Con il suo affascinante centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Riga vanta un’architettura medievale ben conservata, con strade lastricate e edifici dall’atmosfera fiabesca. La Città Vecchia di Riga è adornata da chiese antiche, come la Cattedrale di Riga e la Chiesa di San Pietro, oltre a vivaci piazze e caffè all’aperto che rendono l’atmosfera vibrante e accogliente. Riga è anche una destinazione culturale, con numerosi musei, teatri e gallerie d’arte, e offre una scena culinaria variegata che riflette la sua diversità culturale. Il fiume Daugava che attraversa la città aggiunge un tocco di serenità, con lunghe passeggiate sul lungofiume e ponti panoramici. Grazie alla sua energia giovane e moderna, Riga è una città in continua evoluzione, con quartieri alla moda, boutique e una vivace vita notturna.

11. Stoccolma (Svezia)

Stoccolma, spesso sottovalutata tra le capitali europee, è invece tutta da scoprire. Costruita su un arcipelago di isole, offre una fusione unica di storia, cultura e modernità. Il centro storico di Gamla Stan è un labirinto di strade lastricate, affacci su piazze accoglienti e case dai colori vivaci, il tutto immerso in un’atmosfera medievale. Ma Stoccolma è molto più di una città dall’aspetto antico; è una metropoli cosmopolita con quartieri alla moda, come Södermalm, ricco di negozi trendy, caffè bohémien e un’energia giovane e creativa. Stoccolma è una città d’acqua, con canali che si intrecciano tra le isole e che offrono una vista incantevole. I musei di Stoccolma sono tesori culturali, tra cui il Museo Vasa, che ospita una nave da guerra del XVII secolo perfettamente conservata, e il Fotografiska, dedicato all’arte della fotografia contemporanea.La gastronomia locale è un’altra sorpresa piacevole, con ristoranti che offrono prelibatezze svedesi e cucine internazionali, mentre i caffè sulle rive del lago Mälaren sono luoghi perfetti per rilassarsi e godersi la vista. In breve, Stoccolma, con la sua combinazione unica di storia, design moderno e bellezze naturali, è una delle capitali meno visitate d’Europa che merita sicuramente di essere scoperta. La sua autenticità e il suo fascino discreto la rendono una destinazione straordinaria per i viaggiatori in cerca di esperienze uniche e poco convenzionali.

12. Seychelles

Se invece di una vacanza culturale cercate spiagge da sogno, un mare che sfuma dal blu cobalto al turchese, dall’azzurro al verde brillante e una natura ancora in gran parte incontaminata? Allora non vi resta che fare rotta verso le Seychelles, arcipelago-stato di 115 isole e isolette granitiche e coralline nel cuore dell’Oceano Indiano. Le mete da non perdere sono proprio le spiagge delle tre isole principali, partendo dalla sabbiosa Beau Vallon, nel nordovest di Mahé, considerata la spiaggia più bella delle Seychelles. Chi preferisce mete meno affollate, può scegliere le belle Anse à la Mouche, sulla costa occidentale; la vicina Anse aux Poules Bleues; Anse Baleine, piccola spiaggia isolata nel sud dell’isola, e l’incantevole Anse L’llot, nel nord ovest di Mahé. Chi alloggia sulla piccola isola di La Digue deve assolutamente vedere Anse Source d’Argent, la spiaggia più famosa dell’isola e una delle più fotografate in tutto il mondo, grazie alla sabbia bianchissima e alle rocce granitiche. Sull’isola di Praslin ecco la piccola e spesso deserta spiaggia di Anse Bateau; la bella Anse Boudin, con vista sull’isola di Curieuse e Anse Georgette, considerata una delle attrazioni principali delle Seychelles.




I 10 dolci di Natale più famosi del mondo

Ci siamo, è Natale. Le famiglie si riuniscono attorno alle tavole imbandite e non possono mancare i piatti e, soprattutto, i dolci della tradizione. Ma quali sono i più famosi del mondo, quelli che “paese che vai, dolce che trovi”? Scopriamoli nella nostra TOP 10 natalizia. Ecco, allora il 10 dolci di Natale più famosi del mondo.

 1.Panettone (Italia)

Il primo della lista non può che essere il nostro panettone. Inconfondibile con la sua forma rotonda e la consistenza soffice che al taglio svela il suo profumo di uvetta, canditi e vaniglia. La sua città natale è Milano e le sue origini risalirebbero al Medioevo. La leggenda vuole che un giovane pasticcere di nome Toni, inventò un dolce in occasione del Natale, preparandolo con lievito, burro, uova, uvetta e frutta candita, chiamano “pan de Toni”, cioè, “pane di Toni”, diventato poi “panettone”. Un’altra versione, invece, narra che alla corte di Ludovico il Moro, tal Ughetto di Giovanni Atellani si innamorò perdutamente della figlia di un fornaio. Si fece assumere in bottega sotto mentite spoglie e per incrementare le vendite arricchì il pane con burro zucchero e canditi. Oggi, alle versioni classiche se ne affiancano di fantasiose, tra cioccolato, pan brioche, farciture varie. Che sia in versione industriale, artigianale o gourmet, sulle tavole italiane il panettone non può mai mancare.

2.Christmas Pudding (Regno Unito)

Sulle tavole di sua Maestà Carlo III a Natale non può mancare il Christmas Pudding, le cui origini risalgono al 1300 quando in occasione delle festività si preparava una sorta di porridge con uva passa, vino e altre spezie. La ricetta tradizionale prevedeva poi 13 ingredienti, a simboleggiare Gesù e gli apostoli. Inoltre, tutti i membri della famiglia dovevano mescolarlo in senso orario per ricordare il viaggio dei Re Magi verso Betlemme. Nella storia, ha attraversato fasi avverse. Il Puritanesimo e la dittatura di Cromwell lo bandirono come “peccato di gola” e venne reintrodotto nel XIX secolo grazie alla Regina Vittoria, che ne era ghiotta. Anche Charles Dickens, poi, lo cita nel suo celeberrimo “Canto di Natale”. Oggi, alla versione base con frutta secca, prugne e un po’ di liquore si affiancano le versioni più creative, sia dolci che salate, per accontentare i palati di tutti.

3. Bûche de Noël (Francia)

 Questo dolce di pan di Spagna dalla caratteristica forma di tronco d’albero che in Francia viene offerto alla fine del pranzo di Natale, ma anche nei bar e nei ristoranti, è nato nel 1945, quando un pasticcere lo realizzò utilizzando una pasta per biscotti farcita di marmellata. Le sue origini, però, sono ancora più antiche e risalirebbero al Medioevo quando durante il periodo natalizio, era tradizione mettere nel focolare un enorme ceppo che doveva bruciare fino all’Epifania. Le ceneri, poi, venivano conservate per propiziarsi fertilità, pace e ricchezza. Dalla Francia, la versione dolce e commestibile di quell’antica tradizione si è poi diffusa negli altri Paesi francofoni dell’Europa e del mondo.

4. Roscón de Reyes (Spagna)

In Spagna il Roscón de Reyes è il protagonista di tutte le festività natalizie e, in particolare, non manca mai la mattina del 6 gennaio. Si tratta di una ciambella con impasto simile alla brioche, fatta con uova, burro e acqua di fiori d’arancio, ricoperta di frutta candita, granella di zucchero e mandorle in lamine, in modo da assomigliare a una corona tempestata di pietre preziose. La sua caratteristica principale, è quella di avere al suo interno una piccola sorpresa, un monile, un giocattolo o un portachiavi. Chi la trova viene incoronato “re della festa” e, insieme al dolce, nella confezione si trova infatti una corona di carta. La tradizione è antichissima. Alcuni storici la collocano addirittura ai tempi dei Romani quando, in occasione dei Saturnali, la festa dedicata a Saturno che cadeva in coincidenza con il solstizio d’inverno, si preparava un dolce con all’interno una fava secca. Chi la trovava diventava il re della festa. Altri, invece, spostano la tradizione, ma sempre con la fava all’interno del dolce, al Cinquecento. Ma, ancora, chi trovava la fava diventava re per un giorno, con la possibilità di dare consigli a ministri e ambasciatori.

5. Arroz Doce (Portogallo)

 In Portogallo, a Natale, ma anche durante molte altre festività dell’anno, come il giorno di Sant’Antonio a Lisbona, non può mancare l’Arroz Doce, il “riso dolce”, un delizioso e leggero dolce al cucchiaio che si prepara facendo bollire il riso insieme ad acqua, cannella e scorze di limone o di arancia. A fine cottura, poi, si aggiungono i tuorli d’uovo che gli conferiscono il tipico colore dorato. Prima di servirlo, si cosparge poi la teglia con altra cannella. La sua origine risalirebbe ai Mori che occupavano il territorio portoghese nel XII secolo. Una versione simile del dolce si trova anche in Turchia e in sud America.

6. Torta Linzer (Austria)

La Torta di Linz è il dolce delle feste della tradizione austriaca, ma anche di quella svizzera, tedesca, ungherese e tirolese. Il dolce ha la forma di una crostata molto bassa, con il tipico impasto di pasta frolla. Vengono poi usate nocciole, ma anche mandorle o noci, e una copertura di marmellata, a scelta tra lamponi rossi, ribes, prugne o albicocche. Caratteristico è il “reticolato” di strisce di pasta con cui viene coperto lo strato di marmellata, che viene spennellato con albume d’uovo sbattuto. I bordi vengono invece decorati con mandorle a lamelle. Per moltissimo tempo si è creduto che la ricetta originale della torta di Linz fosse quella conservata alla Stadt- und Landesbibliothek di Vienna, risalente al 1696. Tuttavia, nel 2005, Waltraud Faißner, direttore della biblioteca del Landesmuseum dell’Alta Austria, mentre stava conducendo delle ricerche per il suo libro “Come fare la Linzer Torte” trovò una ricetta veronese ancora più antica, risalente al 1653. Il documento era conservato nel Codex 35/21 di Admont Abbey, un monastero benedettino tra i monti della regione austriaca della Stiria. Su chi l’ha inventata, invece, ci sono teorie contrastanti. Alcuni studiosi sostengono che la torta venne ideata da un confettiere viennese che si faceva chiamare Linzer, mentre altri propendono per il pasticcere francone Johann Konrad Vogel. La produzione “industriale”, invece, cominciò a Linz nel 1823, da qui il nome “Torta di Linz”, conosciuta oggi in tutto il mondo.

7. Lebkuchen (Germania)

 In Germania, invece, non possono mancare i Lebkuchen, i deliziosi biscotti di pan di zenzero preparati con cardamomo, zenzero, cannella, noce moscata, canditi, arancia e cioccolato. Il nome resta ancora un mistero. Alcuni sostengono che derivi dal latino libum, cioè pane, quindi “focaccia”. Secondo altri studiosi, invece, deriverebbe da leb, ossia “pagnotta” e ciò spiegherebbe la forma di biscotto anziché di torta di dimensioni più grandi. Per quanto riguarda l’origine, invece, si pensa che si debba andare indietro al XII secolo, quando a Norimberga, quando alcune corporazioni di fornai si specializzarono nella produzione di dolci a base di spezia. Norimberga, infatti, non solo era un crocevia dei commerci e qui arrivavano diverse spezie, ma i suoi abitanti erano anche abbastanza ricchi da potersele permettere. Da qui, poi, la tradizione dei Lebkuchen si è diffusa in tutta la Germania e nei paesi di lingua e tradizione tedesca, come l’Alto Adige e l’Austria.

8. Melomakarona (Grecia)

In Grecia, nei dodici giorni delle festività natalizie si preparano i melomakarona, biscotti dalla forma di uovo che si preparano con farina o semolino, olio di oliva, arancia grattugiata, noce moscata, chiodi di garofano e cognac. Senza latte e senza uova. Alo loro interno, svelano poi un cuore morbido fatto con miele, noci e scorze di arancia.  Subito dopo la cottura, poi, vengono immersi in uno sciroppo a base di miele e zucchero sciolti in acqua e decorati con pezzi di noci più grandi. Il loro nome deriva dalle parole greche meli, cioè miele, e makaria, “benedetto”. La loro origine risale all’antica Grecia, quando questi biscotti, senza però il miele, venivano offerti durante le veglie funebri. Se ne trova infatti traccia anche nel discorso dell’Epitaffio di Pericle del 430 a.C per celebrare i morti della guerra del Peloponneso. In seguito, i Makaria vennero inzuppati nel miele e furono ribattezzati Melomakarona. In seguito, i romani li ribattezzarono “maccarone” e, dal Medioevo in poi, dopo aver attraversato la frontiera francese, oltralpe si chiamarono macaroon.

9. Apple Pie (Stati Uniti)

 Negli States è il dolce nazionale e si può trovare tutto l’anno, ma è nel periodo natalizio che si prepara in tutte le case. L’ Apple Pie o American Apple Pie è una deliziosa torta di mele che si prepara facendo cuocere mele Granny Smith tagliate a pezzetti con cannella, noce moscata e chiodi di garofano e tanto zucchero, meglio se di canna. La ricetta originale, invece, risale al Medioevo e le origini sono da ricercare in Inghilterra quando le famiglie contadine la preparavano con lo scopo di utilizzare le mele prima che marcissero. La prima ricetta scritta, invece, è del 1361. In America, invece, le mele arrivano con Cristoforo Colombo e le torte con i primi pellegrini inglesi. Negli Stati Uniti a questo dolce è anche dedicata una festività nazionale: il National Apple Pie Day che nel 2024 si terrà il 13 maggio.

10. Pavlova (Australia e Nuova Zelanda)

Dall’altra parte dell’emisfero, il Natale si festeggia al caldo e portando in tavola la golosa torta Pavlova, una delizia con una base di meringa, una copertura di panna e decorata con frutta fresca. La particolarità è che la meringa deve essere croccante fuori con un cuore morbido. La Pavlova, che prende il nome dalla ballerina russa Anna Matvevevna Pavlova, è nata nel 1926, ma ancora oggi c’è una diatriba tra Australia e Nuova Zelanda, che ne rivendicano entrambe la paternità.

 

 




10 libri per viaggiare da mettere sotto l’albero

Per chi è ancora indeciso su che cosa regalare a Natale, come ogni anno Weekend Premium vi consiglia 10 libri da mettere sotto l’albero, a tema viaggio. Un’ottima occasione per programmare i vostri viaggi nel 2024 o anche solo per viaggiare con l’immaginazione.

1. Il giro del mondo in 52 weekend

Una guida da cui prendere spunto per programmare i vostri weekend. Dall’esperienze degli autori delle celebri Lonely Planet, 52 mete, una per ogni settimana dell’anno, scelte tra destinazioni stimolanti in cui l’arte e la cultura hanno un impatto stimolante e profondo sulla vita quotidiana. Dalla scena Pop di Tokyo al design di Copenaghen, dalla Dublino letteraria alle mete del blues americano.

AA.VV – EDT Lonely Planet, 320 pag, € 26

 2. Best in travel 2024

In occasione dei primi 50 anni dall’uscita della celebre guida Lonely Planet, torna in libreria in edizione speciale “Best in Travel” che propone 50 imperdibili destinazioni da mettere in agenda nel 2024. Una giuria di esperti viaggiatori di Lonely Planet hanno selezionato le 10 migliori destinazioni per ciascuna delle cinque categorie: paesi, regioni, città, rapporto qualità-prezzo e viaggi sostenibili. Per un anno intero fuori dall’ordinario e per viere momenti indimenticabili.

AA.VV – EDT Lonely Planet, 224 pag, € 18.

3. Dell’andare in treno e altre passioni

Una vera e propria chicca per chi subisce il fascino dei viaggi su rotaia di ieri e di oggi. Dodici grandi scrittori raccontano altrettanti modi diversi di vivere il viaggio in treno. Tra questi, H.G. Wells ci porta su un treno del futuro con un racconto inedito, Grazie Deledda attraversa la sua Sardegna incantata, Gozzano esplora l’India tra mille avventure e senza bagagli, Proust si immerge nella magia della campagna francese, Virginia Woolf immagina le vite dei suoi compagni di viaggio, Arthur Conan Doyle ci ambienta un delitto. E, tra le pagine, 12 tavole splendidamente illustrate.

A cura di Francesca Cosi e Alessandro Repossi, Ediciclo, 136 pag, € 20.

4. Il viaggio di Shuna

Una graphic novel di rara bellezza del maestro Hayao Miyazaki, disegnata nel 1983 e rimasta inedita fuori dal Giappone fino ai giorni nostri. Il protagonista è il giovane principe Shuna, che abbandona gli agi di corte per mettersi alla ricerca di mitici semi che potrebbero sfamare il suo popolo, flagellato dalla carestia. Durante il suo viaggio, il principe incontrerà trappole mortali e persone ostili, ma anche il seme di una flebile speranza per il futuro. Il libro ha il respiro e l’epica di un lungometraggio e la trama avvincente si dipana tra tavole spettacolari ed evocative. Un capolavoro che non può mancare nella biblioteca degli appassionati del genere e del maestro Miyazaki.

Di Hayao Miyazaki, Bao Publishing, 152 pag, € 23.

5. Sulle cime del mondo

In questo volume l’autore raccoglie le storie di montagne straordinarie, dall’Everest al Monte Fuji, dal Kilimangiaro alle Cime di Lavaredo, profili maestosi che diventano parte indelebile del paesaggio e custodi di racconti e tradizioni antiche e solenni. Ai testi, ricchi e appassionanti, si aggiungono splendide immagini di vette e luoghi di impressionante bellezza e intensa spiritualità. Per chi ama la montagna, le sue storie e le sue leggende.

Di Nicola Balossi Restelli, White Star, 220 pag, € 24,90

6. Amazzonia, una vita nel cuore della foresta

L’autrice di questo libro, Emanuela Evangelista, è una biologa e attivista italiana che da più di dieci anni vive in Amazzonia, nel villaggio di Xixuaù, una manciata di palafitte ignorate persino dalle mappe ufficiali. In queste affascinanti pagine racconta da un punto di vista unico la bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti, non solo umani, i viaggi lenti lungo i corsi d’acqua a bordo di un battello, ma anche la magia degli spiriti, il susseguirsi delle stagioni, la paura e l’incanto. Non tralascia però aspetti come il disboscamento, le miniere illegali, le speculazioni e il bracconaggio che minano l’ultimo polmone verde del pianeta. Per lasciarsi affascinare con consapevolezza.

Di Emanuela Evangelista, Laterza, 208 pag, € 18

7. L’America in automobile

In questo viaggio che è scoperta e formazione per le strade degli Stati Uniti, Georges Simenon attraversa in auto l’America e ci offre una nuova visione della sua patria ancora oggi intima e affascinante. Siamo nell’ottobre del 1945 e l’autore, ansioso di lasciarsi alle spalle le turbolenze e le accuse di collaborazionismo della Seconda Guerra Mondiale, sbarca a New York. Per conoscere meglio il Paese parte al volante di una Chevrolet per un viaggio di cinquemila chilometri che dal Maine lo porterà fino a Sarasota, nel Golfo del Messico.

Di Georges Simenon, Adelphi, 185 pag, € 16.

8. Bianco

Dopo aver attraversato sugli sci l’intero arco alpino, Sylvain Tesson, il più grande scrittore di viaggi contemporaneo a livello europeo, ci regala questo libro che parla di un viaggio fuori e dentro di sé e la realizzazione del suo sogno da bambino. Nel corso di quattro inverni, l’autore, accompagnato dall’amico Daniel Du Lac, vincitore della Coppa del Mondo di Arrampicata e guida di alta montagna, compie con gli sci la traversata delle Alpi, da Mentone, sulla costa francese, fino a Trieste, passando da Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. Ai due si aggiunge poi Philippe Removille, alpinista incontrato in un rifugio e insieme percorrono più di 1600 km, sfidando il freddo e la fatica. Ogni sosta in un rifugio si trasforma poi in occasioni per conoscere personaggi indimenticabili, da canonico dell’ospizio del Gran San Bernardo del figlio dello studioso Jean Starobinski. E, tutt’attorno, la meraviglia dei paesaggi innevati.

Di Sylvain Tesson, Sellerio, 264 pag, € 16.

9. La grande Parigi

Jacopo Veneziani, noto storico dell’arte, ci porta con questo sorprendente romanzo corale nella Parigi del 1900, seguendo i sogni e le avventure di due giovani artisti che arrivano nella capitale francese dopo un viaggio di trenta ore. Sono Pablo Picasso e Carlos Casagemas che sognano la città dell’Expo universale, ma anche culla degli artisti provenienti da tutto il mondo. Il lettore viene accompagnato per le strade della Parigi di quegli anni, in un momento storico magico e irripetibile. Un viaggio che dura dal 1900  al 1920, tra il fervore culturale e l’indicibile catastrofe, in compagnia di artisti straordinari, tra cui Picasso, Matisse, Chagall e singolari poeti come Apollinaire, Max Jacob e Jean Cocteau, protagonisti di un racconto corale che svela perché allora solo Parigi poteva diventare la capitale mondiale dell’arte.

di Jacopo Veneziani, Feltrinelli, 272 pag, e 30.

10. Hello, South Korea!

Una divertente guida con tante curiosità sulla Corea del Sud, un paese che sta affascinando sempre di più anche i turisti occidentali, non solo grazie alla cultura K-Pop e ai BTS. Perché sa scoprire c’è molto di più oltre al fenomeno dell’Hallyu e al kimchi. Tra queste pagine si potranno infatti scoprire tante curiosità, storie e tradizioni, tra cui le incredibili sommozzatrici coreane haenyeo dell’isola di Jeju, e le incredibili feste di compleanno coreane. Un libro che celebra le persone, i luoghi e le tradizioni che rendono così speciale e affascinante questo Paese.

AA.VV, Gribaudo, 224 pag, € 22,90




12 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Manuela Fiorini

Dopo i 10 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Beba Marsano, questa settimana vi presentiamo i 12 proposti, uno per ogni mese, sia in Italia che all’estero, da Manuela Fiorini, scrittrice, giornalista e firma di Weekend Premium.

Di Manuela Fiorini

Quali sono i luoghi che vorrei visitare, o in cui vorrei tornare il prossimo anno? Da questa semplice domanda sono partita per questo articolo, in cui ho voluto includere sia i luoghi che vorrei vedere sia quelli in cui sono stata e mi sento di consigliare ai lettori di Weekend Premium perché mi hanno colpita ed emozionata.

Italia

1.Trieste (Friuli Venezia Giulia)

Città di confine e dalle atmosfere mitteleuropee, ha incantato poeti e scrittori, tra cui James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba. Trieste merita un weekend nel 2024. Fatevi sorprendere dallo splendido Castello di Miramare e dal suo meraviglioso giardino, ammirando il mare dalle sue mura e dai balconi. Regalatevi poi una passeggiata lungo il Molo Audace, per ascoltare il rumore del mare e il canto dei gabbiani.

Il castello di Miramare

Se è possibile, fate una sosta in uno dei numerosi caffè storici che, tuttavia, sono belli da ammirare anche da fuori. Prendete poi la strada che da Trieste porta al borgo di Conconello per ammirare una vista mozzafiato sul golfo di Trieste. Un’altra bella passeggiata panoramica è quella della Napoleonica. Un sentiero, percorribile in circa un’ora, a circa 350 metri di altezza consente di ammirare e fotografare il golfo di Trieste e, in caso di giornate particolarmente terse, anche la costa della Slovenia e le Alpi sullo sfondo.

2. Sirmione (Lombardia)

Sirmione, in provincia di Brescia, è un piccolo gioiello incastonato sulle rive azzurre del Lago di Garda, con uno splendido centro storico che ha conservato la sua impronta medievale. Tra vicoli e stradine romantiche e senza tempo, spicca il Castello Scaligero, le cui mura sono bagnate dal lago ed è collegato alla terraferma da un ponte levatoio. Sirmione, poi, fu particolarmente cara al poeta romano Catullo, celebre per i suoi versi appassionati, che qui trascorreva molto tempo nella villa di famiglia. Che tuttavia non si tratterebbe delle celebri Grotte di Catullo, una villa romana la cui costruzione iniziò dopo la morte del poeta.

Non perdetevi una vista a questo splendido sito archeologico, che si affaccia sul lago, e al vicino Museo Archeologico. Mettete in lista anche una sosta relax alle Terme di Sirmione oppure una passeggiata alla scoperta delle spiagge lacustri di Sirmione, tra cui la selvaggia Spiaggia Giamaica, vicino alle Grotte di Catullo, la romantica Spiaggia delle Muse, sotto alle mura del castello Scaligero, da dove una bella passeggiata conduce al Lido delle Bionde.

3. Cinque Terre (Liguria)

Sono un gioiello che tutto il mondo ci invidia con la famosa “Via dell’Amore”, lo splendido sentiero panoramico che collega Manarola Riomaggiore, i due splendidi borghi liguri che insieme a Monterosso, Vernazza Corniglia formano, appunto, le Cinque Terre. Il territorio è incluso nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Un modo veloce e molto romantico per visitare questi suggestivi borghi marinari è salire a bordo del Cinque Terre Express il trenino panoramico che collega Levanto a La Spezia con un solo biglietto, consentendo di ammirare dal finestrino il panorama unico della costa ligure e fare tappa in ognuno dei borghi. Continuate poi fino a Portovenere, annoverato tra i “luoghi più romantici d’Italia”.  A poca distanza dalle Cinque Terre, si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti. Qui si rifugiava Lord Byron in cerca di ispirazione. E come non trovarla, tra case dai colori vivaci, barche che si fanno cullare dal mare e atmosfere quasi ovattate? Salite fino al castello Doria, per godere di una splendida vista su tutta la costa.

4. Val d’Orcia (Toscana)

Borghi medievali, castelli, abbazie, pievi e dolci paesaggi ammantati di vigneti dove nascono alcuni tra i vini più rinomati d’Italia, prima tra tutti il celebre Brunello di Montalcino. Tutto questo, e molto di più, è la Val d’Orcia, il territorio a sud di Siena che l’UNESCO ha dichiarato nel 2004 Patrimonio dell’Umanità. Un’idea per un weekend parte da Buonconvento, che si raggiunge seguendo le indicazioni dopo aver lasciato la Firenze-Siena. Il paesaggio è quello disegnato da morbide colline e filari ordinati di vigneti.

Il borgo di Montalcino, in Val d’Orcia

Fermatevi per una visita all’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, del XIV secolo. In puro stile senese, tra logge, finestre e terrecotte, cela al suo interno preziosi affreschi del Soloma e del Signorelli. Proseguite poi alla volta di Montalcino e dopo aver ammirato gli scorci del borgo e la sua splendida vista sulla Val d’Orcia, passare dall’abbazia di Sant’Antimo, che si dice sia stata edificata da Carlo Magno. Passate anche da Bagni San Filippo e da San Quirico D’Orcia, fino ad arrivare a Pienza, con lo splendido Palazzo Piccolomini e le sue torri “nata da un pensiero d’autore e da un sogno di bellezza”, come la definì Giovanni Pascoli.

5. Civita di Bagnoregio (Lazio)

Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, non solo è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, ed è parte della lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il borgo si staglia su un’altura di tufo con alle spalle 2500 anni, da dove si gode di un panorama mozzafiato. Si compone di due paesi, Bagnoregio, più moderna, e il borgo medievale di Civita, arroccato a 484 metri di altezza. A Civita si accede solo a piedi, percorrendo il suggestivo “ponte del diavolo” che la collega a Bagnoregio.

L’arco di Porta Maria, scavata nella roccia, introduce al dedalo di stradine, viuzze, piazzette dove il tempo sembra essersi fermato. Nella bella Piazza San Donato, la cui pavimentazione ricorda quelle medievali. Si trova la chiesa di San Donato del VIII secolo. Inoltratevi tra i vicoli su cui si affacciano portali, bifore e deliziose botteghe artigiane. Alcune viuzze si affacciano direttamente sul vuoto, dove lo sguardo spazia fino a perdersi nel fiabesco canyon della Valle dei Calanchi. Da non perdere la visita alla Grotta di San Bonaventura, biografo di San Francesco

6. Spoleto (Umbria)

Un weekend a Spoleto è da mettere in calendario nel 2024. Cominciate la vostra visita dalla Rocca Albornonziana, che domina la città e si divide in due aree, il Cortile d’Onore e il Cortile delle Armi, sede di un teatro all’aperto. Da qui parte il Giro della Rocca, una passeggiata panoramica da cui si ammira la splendida valle e la Cattedrale, e tocca la cima del Colle Sant’Elia. Poco dopo l’inizio del percorso si arriva a una galleria che porta alla parte bassa del centro storico, collegato otto blocchi scale mobili che, in poco più di 8 minuti, portano al Quartiere della Ponzanina, con la Basilica di San Salvatore, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, e alla Chiesa di San Ponziano con annesso il Monastero.

È uno dei simboli di Spoleto invece il Ponte delle Torri che unisce la Rocca e il Monteluco e misura 230 metri di lunghezza e 82 di altezza, con una visuale a strapiombo su un orrido. Scendendo verso il centro visitiamo quindi il bel Teatro Romano, risalente al I secolo. Prendete poi via Monterone fino a un incrocio. Sulla destra si trovano Palazzo Mauri, sede della Biblioteca Comunale, mentre a sinistra ci sono la Chiesa di Sant’Ansano e la Cripta di Sant’Isacco, risalenti ai secoli XI e XVIII. Più avanti troviamo anche l’Arco di Druso e Germanico, di epoca romana e, superandolo, si arriva alla Piazza del Mercato.

7. Matera (Basilicata)

Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno. Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda.

Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

9. Siracusa (Sicilia)

Siracusa è la meta ideale per un weekend di tarda primavera. Da non perdere il nucleo storico con Ortigia, un’isola abitata da circa 3000 anni, l’area archeologica di Neapolis e la necropoli rupestre di Pantalica, a circa 40 km dalla città. Cominciate la visita da Ortigia, collegata al resto della città dal Ponte Umbertino. A metà del ponte si trova il monumento ad Archimede. Da qui si raggiunge il Tempio di Apollo, del VI sec. a.C, il più antico di tutta la Sicilia. Prendendo a sinistra dal tempio si arriva all’Antico Mercato di Ortigia, una tappa per respirare la vera atmosfera di un mercato siciliano.

Proseguite ancora lungo via Matteotti fino alla Fontana di Diana e poi ancora fino a Piazza Duomo, definita “la più bella piazza di Sicilia”. Ammirate, la splendida Cattedrale barocca che mantiene al suo interno parte del colonnato del Tempio di Atena. Sulla piazza si trovano anche il Municipio, il Palazzo Vescovile, Palazzo Borgia e la Badia di Santa Lucia, dove ammirare “Il seppellimento di Santa Lucia” di Caravaggio.  Uscendo dalla chiesa e prendendo a destra si arriva all’estremità più meridionale di Ortigia, dove si trovano la fonte Aretusa e il Castello Maniace, fatto costruire da Federico di Svevia nel 1239.

9. Arzachena e i suoi borghi (Sardegna)

Chi sceglie la Sardegna per le vacanze estive, non può perdere una visita ad Arzachena, il comune capoluogo della Costa Smeralda. La città si trova a circa 10 km dalla costa. Circondata da montagne granitiche e da rocce cesellate dal vento, Arzachena ha un pittoresco centro storico, fatto di stradine e chiese di pietratra cui la bella Chiesa di Santa Maria della Neve. Poco prima dell’ingresso nel centro abitato si trova l’ingresso al nuraghe Albucciu del XV secolo a.C. Proseguendo sul sentiero per circa 100 metri si incontra il Tempietto Malchittu, teatro di sacrifici umani. Percorrendo Strada Li Lolghi in direzione di Luogosanto si trova invece la Necropoli Li Muri, il più antico sito archeologico della Gallura. Immettendosi sulla SP 14 si arriva poi al nuraghe La Prisgiona. E alla Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu.

Muraghe La Prisgiona ad Arzachena

Diversi per natura e paesaggio, ma entrambi da valere una deviazione, sono i borghi di San Pantaleo Cannigione, entrambi facilmente raggiungibili da Arzachena. San Pantaleo, nato agli inizi dell’Ottocento attorno a uno “stazzo” e a una piccola chiesa campestre, oggi, conserva ancora quel fascino antico, che si respira passeggiando tra le stradine che si inoltrano tra botteghe artigiane e localini, fino alla deliziosa piazzetta centrale, su cui si affaccia la chiesa e il monumento a papa Giovanni Paolo II. Prendendo da Arzachena prima la SS125 e poi deviando sulla SP13, dopo circa 10 km si arriva a Cannigione, con la piccola Chiesa di San Giovanni Battista. Proseguendo poi da Cannigione in direzione di Palau, costeggiando il Golfo di Arzachena, si incontrano i piccoli centri di La Conia e Tanca Manna, e le belle spiagge di Mannena, Barca Bruciata e Li Piscini.

Il borgo di Cannigione

Estero

10. Aberdeen (Scozia, Regno Unito)

Per un weekend fuori dalle solite mete, scegliete Aberdeen, nel cuore delle Highlands scozzesi. È conosciuta anche come “la città di granito”, perché il nucleo originario è stato edificato con le pietre colori grigio argento della Rubislaw Quarry, un tempo la cava più grande d’Europa. Nei giorni di sole, i raggi regalano alla città riflessi argentati, mentre in quelli nuvolosi, o di pioggia, il paesaggio urbano sembra fondersi con il grigio del cielo.

Passeggiate lungi Union Street, la strada principale, ammirando gli edifici vittoriani, partendo da Castelgate, la zona più antica, dove sorgeva il castello di Roberto I di Scozia. Al centro della strada si erge la Mercat Cross, una croce del XVII secolo con sopra raffigurati i monaci Stuart. All’estremità orientale si trova invece la Salvation Army Citadel, la cui architettura è ispirata al castello di Balmoral. Sul lato settentrionale di Union Street, a duecento metri da Castelgate, si trova la Provost Skene’d House, uno degli edifici più antichi della città. Proseguite per un altro centinaio di metri per incontrare la St Nicholas Church, la Chiesa Madre di Aberdeen, con la guglia di granito del XIX secolo, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Aberdeen è anche famosa per i manzi di razza Angus, dalla carne morbida e gustosa.

11. Bruges (Fiandre, Belgio)

Per regalarvi un weekend romantico, da vivere con lentezza, andate a Bruges (o Brugge), nella pittoresca regione delle Fiandre, a nord del Belgio, dove le strade sono canali su cui si specchiano suggestivi edifici di pietra che sembrano usciti da una fiaba. La Venezia del Nord è un gioiello da assaporare con i suoi ritmi lenti. Passeggiate fino al Visitmarkt, l’antico mercato del pesce, con il suo colonnato di pietra del 1821. Non perdetevi poi una crociera sui canali, per ammirare la città dall’acque. Salite anche i 366 gradini del Belfort, il campanile del XIII secolo alto 83 metri e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per ammirare i tetti rossi e aguzzi dall’alto.

Vale una visita anche la Basiliek van het Heilig Bloed e ritagliatevi qualche ora per immergervi nell’arte custodita nel Groeningemuseum, la più importante pinacoteca di Bruges con la sua preziosa collezione di opere fiamminghe. Rilassatevi nel begijnhof, ammirando il ponte d’accesso del 1776, di fronte al quale di sono ristoranti, negozi di merletti e chioschi. Verso sera, fate una tappa al Brouwerij De Halve Maan, il birrificio della 
Brugse Zot, fondato nel 1856. Cenate poi al Den Dyver, dove ogni piatto è abbinato alla birra usata per la sua preparazione. Chiudete la serata nel pub più vecchio di Brugge, il pittoresco Herberg Vlissinghe dove, si racconta che il pittore Rubens pagò con una moneta che dipinse su uno dei tavoli.

12. Lisbona (Portogallo)

Se non l’avete ancora visitata, nel 2024 programmate un weekend lungo a Lisbona. Per visitare la capitale portoghese, salite con il tram 28E in Rua de Conceição, vicino a Praça do Comércio, e scendete vicino al Castelo de São Jorge, risalente all’XI secolo, quando la città era sotto il dominio dei Mori. Qui si sono alternati Crociati, nel 1147, casate reali, prigionieri illustri ed è stato teatro di incoronazioni e battaglie. Fermatevi per una degustazione al Wine Bar do Castelo prima di proseguire con una passeggiata tra i suggestivi vicoli dell’Alfama.

Visitate il Museo do Fado, che ripercorre la storia e i protagonisti del canto e della musica portoghese. Passate la serata alla Mesa de Frades con la sua sala rivestita dagli azuleyos, per ascoltare il fado più autentico. Non mancate una visita poi alla Sé de Lisboa, la fortezza simbolo della città e dell’intero Paese, costruita nel 1150 nel luogo dove prima sorgeva una moschea, subito dopo la riconquista dei cristiani. Salite poi in cima all’Arco da Rua Augusta per una strepitosa vista dall’alto del centro.

CHI È MANUELA FIORINI

Modenese di nascita e di origini italiane, greco-cipriote e inglesi, è giornalista freelance e scrittrice per settimanali e riviste. Scrive di turismo, enogastronomia, salute e benessere. Come narratrice ha pubblicato alcuni romanzi, libri di enogastronomia e racconti in diverse antologie e riviste.

 




10 weekend da fare nel 2024 consigliati da Beba Marsano

Da sempre attento al turismo locale, slow e green, ma anche alle esperienze che uniscono arte, storia, natura e gusto, Weekend Premium ha chiesto alle sue firme di suggerire ai nostri lettori 10 weekend da fare nel 2024, 7 in Italia e 3 all’estero. Cominciamo con le mete consigliate da Beba Marsano, scrittrice, giornalista e critica d’arte. Eccoli di seguito.

Di Beba Marsano*

Ci sono grandi città, borghi-presepe, siti archeologici, laghi e arcipelaghi. Dal Mediterraneo fino al circolo polare artico. Dieci destinazioni, protagoniste in varia misura dei prossimi dodici mesi in virtù di anniversari storico-artistici, di attese riaperture, di investiture a capitali della cultura. C’entrano gli Egizi, Marco Polo, il giocondo Rossini. Pretesti per dieci occasioni di viaggio, dove coniugare gli incanti d’arte e natura ai piaceri del palato. In nome del bello e del buono.

ITALIA

TORINO

Compie duecento anni il Museo Egizio di Torino, nella top 10 delle attrazioni turistiche più amate d’Italia. Per il bicentenario si presenta con un nuovo look, che riempie d’orgoglio questa superba città d’arte, che brulica di musei d’eccezione meno mediatici e tutti da scoprire. Esempi? La Galleria Sabauda, pinacoteca con collezioni da capogiro. Il Museo Civico in Palazzo Madama, 70mila opere dall’Alto Medioevo al Barocco, tra cui quel Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, vertice della ritrattistica rinascimentale. La Biblioteca Reale, custode di un corpus inestimabile: ben tredici fogli autografi di Leonardo da Vinci, tra i quali il celeberrimo Autoritratto, e un manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli.

Da gustare. Qui non c’è che l’imbarazzo della scelta. La tradizione gastronomica è ricca, ricchissima, frutto dell’incontro tra origini contadine e raffinatezze sabaude. Si parte con agnolotti all’arrosto e tajarin al tartufo bianco d’Alba; si prosegue con brasato al Barolo, fritto misto alla piemontese e quella gustosa finanziera, fatta di parti di scarto di carni bianche e bovine, di cui era ghiottissimo il conte di Cavour. Senza dimenticare un assaggio di vitello tonnato e di bagna càuda, salsa a base d’aglio e acciughe diliscate, dove si intingono verdure di stagione. In pasticceria trionfa il bunet, irresistibile dolce al cucchiaio a base di cacao, amaretti, caramello e un pizzico di rum.

tajarin al tartufo bianco d’Alba

LAGO DI GARDA

L’apertura di nuovi templi del lusso ha riportato in auge il lago di Garda, terra dalla dolcezza mediterranea ai piedi delle Alpi, immenso giardino d’agrumi e ulivi, che conquistò – tra i tanti – Gabriele d’Annunzio. Il Vate mise in scena la propria “vita inimitabile” nella dimora del Vittoriale, cittadella in 10 ettari di parco, ora capofila di quel network di eccellenze associate che è GardaMusei. Una collezione di luoghi unici, che abbraccia raccolte private come il museo del Divino Infante a Gardone Riviera e il MuSa di Salò, che espone opere d’arte, strumenti musicali (quelli di Gasparo da Salò, inventore del violino) e curiosità. Come i preparati anatomici ottocenteschi di Giovan Battista Rini, medico e imbalsamatore, noto per quella tecnica di pietrificazione chimica detta “imbalsamazione lapidea”.

Il Vittoriale degli Italiani a Gardone

Da gustare. Mattatore della tavola è, ovviamente, il pesce d’acqua dolce: il cavedano dalle carni bianche e magrissime, la tinca, il luccio, il coregone. Ma anche e soprattutto la rara e pregiata trota lacustre e il carpione del Garda. Si servono più al naturale possibile: al forno, al vapore, alla brace, profumati con gli odori dell’orto e insaporiti da un filo d’olio extravergine d’oliva, ottenuto dalla coltura di ulivi alla latitudine più settentrionale del pianeta. Cosa che stupì anche Goethe nel corso del suo famoso viaggio in Italia (1786). Fiore all’occhiello di queste terre, il Garda DOP – gusto persistente e leggermente fruttato – è vigilato da un disciplinare di produzione tra i più restrittivi a livello nazionale.

Trota in carpione

VENEZIA

“Venezia è come mangiare un’intera scatola di cioccolata al liquore in una sola volta. Ti stordisce”. Parola dello scrittore americano Truman Capote, che stigmatizza a perfezione la magia della città, dove nel 2024 si celebrano i 700 anni della morte dell’esploratore più famoso della storia, Marco Polo. In calendario una grande mostra a Palazzo Ducale e un ciclo di eventi che coinvolgono anche Ca’ Foscari, il palazzo gotico sul Canal Grande, sede storica dell’Università, aperto al pubblico ogni sabato mattina grazie al progetto Ca’ Foscari Tour. Visite gratuite ne mostrano i tesori, dall’aula Baratto ristrutturata da Carlo Scarpa con affreschi di Mario Sironi all’aula Magna, salone settecentesco riccamente affrescato, dove respirare il clima del tempo in cui Venezia era la Serenissima.

Da gustare. Immancabili sulle tavole della Serenissima due piatti diventati patrimonio della cucina popolare veneta: le sarde in saor, sardine fritte insaporite da cipolle in agrodolce, pinoli, uvetta, e il fegato alla veneziana, a base di fegato di vitello e cipolla, spesso accompagnato da polenta bianca. Nei bacari, le tipiche osterie lagunari, insieme all’“ombra de vin” si servono, invece, i cicchetti, sfiziosi bocconcini simili alle tapas spagnole, con pesciolini, salumi o formaggi. Dulcis in fundo, una delizia da salotto: i baicoli. Sottilissimi biscotti secchi nati all’epoca di Carlo Goldoni, da “mogiar nela cìcara o nel goto” (intingere nella tazza o nel bicchiere) con un trionfo di zabaione o crema di mascarpone.

Sarde in saor

CINQUE TERRE

Dopo oltre dieci anni di chiusura, riapre a luglio la passeggiata più famosa e romantica del pianeta, la Via dell’amore, un chilometro a picco sul mare tra i borghi di Riomaggiore e Manarola. È il sentiero simbolo delle Cinque Terre, territorio bellissimo e fragile, patrimonio dell’umanità Unesco, che soffre di una piaga recente: il sovraffollamento turistico. Per sfuggire ai grandi numeri e assaporare la natura più autentica e segreta dei luoghi, basta volgere le spalle al mare. E scoprire le suggestioni dell’entroterra attraverso una rete escursionistica di ben 120 chilometri ad altissima tensione paesaggistica. Si cammina lungo antichi tracciati sul ciglio di falesie, tra vigneti terrazzati, vecchi centri abitati e i profumi persistenti della macchia per una collezione di scorci che non si dimenticano.

La Via dell’Amore tra Manarola e Riomaggiore

Da gustare. In questo lembo di Liguria, u pan du mâ, “il pane del mare”, sono le acciughe. Le famose acciughe di Monterosso, pescate con la tradizionale rete a cianciolo a luce di lampara, lavorate a mano e conservate sotto sale. Altri protagonisti della tavola? Orate, branzini, totani, seppie, polpi e calamari, insaporiti con erbe aromatiche, olio di oliva e innaffiati dai superbi bianchi della zona: il Cinque Terre, secco, delicato, e il celeberrimo Sciacchetrà, passito dolce e liquoroso, di grande struttura e aroma, prodotto in quantità limitatissima, molto amato da Eugenio Montale. Che scrisse: “bevuto sul posto, autentico, al cento per cento, supera di gran lunga quel farmaceutico vino di Porto”.

Acciughe di Monterosso

PESARO

Pesaro, patria di Gioacchino Rossini, Città creativa per la musica Unesco, è Capitale italiana della cultura, teatro per tutto il 2024 di un cartellone di circa mille eventi. Due su tutti? Il Rossini Opera Festival in una super edizione e la mostra evento su Federico Barocci ai Musei Civici, scrigno della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini. Un capolavoro del Rinascimento maturo, che incanta per le misure monumentali, il minuzioso lavoro di carpenteria, l’impalcatura prospettica, la luce di una pittura capace di trasformare in smalto i colori. Da vedere, ancora, il Museo nazionale Rossini, che racconta il grande compositore in chiave multimediale, e Villa Imperiale, progettata da Gerolamo Genga e decorata, tra gli altri, da Bronzino e Dosso Dossi per gli svaghi estivi di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino.

Da gustare. La cucina pesarese è da sempre legata al suo Adriatico, in particolare al pesce azzurro. Piatto simbolo della città, i passatelli al pesce (in brodo o al sugo di mare poco importa), prima ricetta a portare il marchio De.Co., Denominazione Comunale. Rinomati anche il brodetto alla pesarese e i quadrucci ceci e vongole. Un posto a parte occupano le ricette in onore del grande compositore di casa, noto buongustaio; tra queste, i cannelloni alla Rossini, pasta fatta a mano dal ripieno di fegatini di pollo, vitello e funghi porcini, e la pizza Rossini, farcita con uova e maionese, un’invenzione recente a cui è dedicato addirittura un festival. I calici si levano con i vini della DOC Colli Pesaresi, nelle varianti bianco, rosso, rosato e spumante.

Passatelli al pesce

POMPEI

È nata la Grande Pompei. Un parco diffuso, che ingloba le aree archeologiche di Boscoreale, Oplontis, Stabia e tutto il territorio circostante. Un paesaggio archeologico-culturale che non ha eguali al mondo, fruibile con un biglietto unico valido tre giorni, percorsi di visita integrati, navette gratuite che collegano i siti. E visite speciali nei cantieri degli scavi. Una grande opportunità per (ri)scoprire la suggestione di luoghi straordinari: la Villa dei Misteri e quella di Poppea, le dimore di delizia di Stabia, il museo Libero d’Orsi all’interno della reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia e l’Antiquarium di Boscoreale, con un rinnovato allestimento che mette in valore il carro cerimoniale rinvenuto nel 2021.

Da gustare. In zona ci si abbandona alle infinite tentazioni della cucina campana, tutta prelibatezze e prodotti DOP e IGP. Dove cominciare? Pizza o pasta di Gragnano? Mozzarella e ricotta di bufala o Provolone del Monaco? Spadellata di carciofi di Paestum o zucchine alla scapece? La Campania – territorio chiave della dieta mediterranea – vanta una delle tradizioni culinarie più antiche e sontuose d’Italia. Impossibile una sintesi, anche parziale, di eccellenze e piatti tipici, dolci compresi. Che tra le punte di diamante vantano i babà al rum, le sfogliatelle nella doppia variante riccia e frolla, la pastiera, la delizia al limone sorrentina, la torta caprese… E non si dimentichino i vini. Qualche nome? Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino. Salute!

Sfogliatelle ricce

ISOLE EGADI

Favignana è la più grande, Levanzo la più piccola, Marettimo la più lontana. Ecco le isole Egadi, sparpagliate al largo di Trapani, riserva marina dal 1989. Gli amanti del mito le associano al canto di Omero e gli appassionati di storia alla battaglia navale, che mise fine alla I guerra punica con la clamorosa vittoria di Roma su Cartagine. Belle e selvagge, hanno baie da cartolina, spiaggette isolate, grotte che conservano tracce dell’uomo preistorico. A Favignana si visita l’ex tonnara, monumento di archeologia industriale che, con le sue ciminiere di tufo, si annuncia all’ingresso del porto come una cattedrale. Oggi, con installazioni, filmati, fotografie, reperti archeologici, racconta di un’epoca perduta, quella della pesca al tonno, e di una dinastia industriale, i Florio, che per ricchezza e stile di vita fece favoleggiare a lungo le cronache del tempo.

Da gustare. Il pesce, sempre freschissimo, è onnipresente sulle tavole isolane. Da solo in quanto principe del pasto, quale condimento di primi piatti – dagli spaghetti ai ricci di mare a quelli alla bottarga – oppure come saporito ingrediente di pietanze, per esempio le polpette di tonno rosso o l’amato couscous. Tra i piatti identitari delle Egadi anche le frascatole, fatte con semola di grano duro cucinata in brodo di verdure. Piatto povero, oggi ricercatissimo, disponibile nei ristoranti quasi solo su prenotazione. Facile, invece, trovare il cabbucio, una ghiottoneria preparata con lo stesso impasto della pizza, cotto in forno a legna e poi farcito con acciughe, formaggio, olio d’oliva e un pizzico di pepe.

Cous cous alla trapanese

ESTERO

BODØ (Norvegia)

Insieme a Tartu (Estonia) e Bad Ischl (Austria), Bodø è Capitale europea della cultura 2024. Una grande vetrina per la piccola metropoli norvegese al di là del circolo polare artico, che in estate offre lo spettacolo del sole di mezzanotte e in ogni stagione le attrattive di una natura estrema e potente. Da qui si parte per il ghiacciaio Svartisen, il secondo per estensione del Paese, e per Saltstraumen, il gorgo marino con una delle correnti più violente al mondo. In programma un migliaio di eventi, tra cui un’opera dedicata a Pietro Querini, mercante veneziano del XV secolo, che in seguito a un naufragio visse per quattro mesi in queste terre, da cui portò in patria lo stoccafisso, che divenne poi piatto tradizionale della cucina veneta.

Da gustare. Dal pesce freschissimo alla selvaggina eccellente, la cucina artica è una vera sorpresa. Abbonda di specie come merluzzo, halibut, scorfano, rana pescatrice, che qui crescono fino a diventare insolitamente grandi. Re di pietanze ottime e poco costose è lo skrei, il merluzzo artico migratore, che arriva a queste latitudini per riprodursi. “Le acque fredde e limpide contribuiscono alla sua alta qualità e il lungo viaggio che compie dal mare di Barents fa sì che abbia una polpa più muscolosa e soda rispetto al normale merluzzo”, dicono gli chef della regione. Che utilizzano lo skrei anche per lo stoccafisso, piatto simbolo della tradizione locale.

Stoccafisso messo a essiccare

BAD ISCHL (Austria)

Ai tempi di Sissi, Bad Ischl – una delle tre capitali europee della cultura 2024 – era stazione termale alla moda, frequentata da teste coronate, aristocratici e artisti; uno per tutti, il compositore Johannes Brahms. A metà Ottocento gli Asburgo la scelsero come residenza estiva (la villa imperiale è visitabile) per la vivacità culturale e lo splendore dello scenario naturale. Quell’area del Salzkammergut famosa per le miniere di sale e punteggiata di laghi, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Un paesaggio da cartolina, che Francesco Giuseppe definì un “paradiso in terra” e ispirò la famosa operetta Al Cavallino Bianco. Sull’Attersee, il lago più grande della zona, passava le vacanze estive Gustav Klimt, che lo immortalò in numerosi capolavori.

Da gustare. Si ordini, per prima cosa, un grande classico quale il Tafelspitz, bollito di vitello o manzo in brodo, servito con mele tritate e rafano, di cui era estimatore il Kaiser Francesco Giuseppe. A seguire, si assaggi il Kaesekrainer, salsiccia preparata con carne di maiale, vino bianco, spezie e uvetta, farcita con formaggio, accompagnata da una salsa di senape e crauti. E, per terminare, ci si conceda il Kaiserschmarrn (letteralmente “frittata dell’imperatore”), dolce popolarissimo in tutta l’area dell’ex impero austro-ungarico. Si tratta, in sostanza, di una sorta di crêpe cosparsa di zucchero a velo e affiancata da composta di mele oppure da confettura di ribes, prugne o mirtilli. Una delizia.

Kaiserschmarrnm la frittata dolce

POLA (Croazia)

Per il suo mix perfetto tra storia e relax, Pola è – secondo il motore di ricerca internazionale di voli Skyscanner – in testa alla classifica delle destinazioni emergenti per il 2024. Sulla punta dell’Istria croata, affianca splendide spiagge a testimonianze archeologiche di prima grandezza; la sua arena è tra gli anfiteatri di età romana più grandi e meglio conservati del pianeta. Altro fiore all’occhiello, l’acquario principale della Croazia allestito nella fortezza austro-ungarica di Verudella; dal tetto della fortificazione lo sguardo abbraccia un panorama incantevole, che spazia dalla città all’arcipelago di Brioni (buen retiro del presidente jugoslavo Tito): 14 isole la cui bellezza è protetta da un parco nazionale.

Da gustare. D’obbligo le specialità a base di pesce rospo, le buzare con gli scampi del Quarnaro e la marinata di sardine, piatto freddo condito con una salsa di cipolle, aceto e spezie. Ottimi anche i brodetti e i risotti al nero di seppie, senza dimenticare il celebrato prosciutto istriano, stagionato dalla bora, e i tartufi, vertice della gastronomia istriana. Nella carta dei vini primeggiano la Malvasia, un bianco secco, e il Terano, un rosso quasi violaceo con il quale si prepara la famosa supa. Gustoso piatto povero a base di pane tostato, zucchero, olio d’oliva, sale e pepe, che si mangia con il cucchiaio e alla fine si beve il vino che rimane sul fondo della scodella, la tipica bocaleta.

Il Buzare

BEBA MARSANO

Genovese di nascita, milanese d’adozione, cosmopolita per vocazione, Beba Marsano è giornalista, critica e storica dell’arte, esperta di turismo culturale. Scrive e ha scritto per le maggiori testate nazionali: Corriere della Sera, Panorama, Oggi, Capital e Weekend Premium. Ha curato mostre, eventi e monografie di numerosi artisti contemporanei. Come autrice ha collaborato con Rai Uno e pubblicato con Electa Mondadori e Moshe Tabibnia.




Le 10 città più colorate del mondo

Mura che assomigliano alla tavolozza di un pittore. Colori pastello o sgargianti che le rendono immediatamente riconoscibili a distanza o ne fanno i soggetti perfetti per scatti e cartoline. Sono le città, grandi o piccole che siano, o anche solo parti o quartieri di esse, più colorate del mondo. Quelle a cui è impossibile resistere. Scopriamole in questa puntata della rubrica TOP 10.

1.Burano (Venezia, Italia)

Ebbene sì, tra le città più colorate del mondo spicca proprio la “nostra” Burano, con le sue case rosse, azzurre, blu, viola e gialle dai toni pastello che si affacciano sulle acque della laguna veneta. Una scelta non casuale, quella di dipingere i muri di tanti colori così accesi e diversi. I pescatori, infatti, volevano riconoscere la loro abitazione da lontano, anche nelle giornate in cui la nebbia e la foschia avvolgevano il centro abitato. In questo modo, nessuno correva il rischio di entrare in casa d’altri, evitando tutte le possibili conseguenze. Inutile dire che, ancora oggi, questa caratteristica ha fatto di Burano una delle città più belle e colorate del mondo.

2.Reine (Isole Lofoten, Norvegia)

Il villaggio di Reine, nelle Isole Lofoten, sembra uscito da una fiaba nordica. Le rorbuer, le tipiche case da tetto aguzzo e dal colore rosso fuoco, spiccano in un paesaggio di rara bellezza, tra fiordi mozzafiato, montagne e scorci incredibili. Ciliegina sulla torta, l’altrettanto colorata aurora boreale. Un tempo villaggio di pescatori, oggi Reine vive di turismo e in quelle che un tempo erano le capanne dei pescatori, oggi si può alloggiare, ammirando lo straordinario spettacolo della natura.

3.Valparaiso (Cile)

Furono i marinai dell’ammiraglio italiano Giovanni Battista Pastene a definire questo luogo “valle del paradiso”. Circondata da 42 colline e affacciata sull’oceano Pacifico, Valparaiso è il secondo porto più importante del Cile ed è famosa per le sue coloratissime case dai toni pastello. Il suo centro storico è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e qui vi prese casa anche Pablo Neruda. Da non perdere una passeggiata tra le case multicolori, tra stretti vicoli, scale, terrazze e murales che aggiungono ancora più colore a questi muri arcobaleno.

4.Cinque Terre (Liguria, Italia)

Con il loro fascino romantico, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, ovvero le Cinque Terre, hanno incantato scrittori e poeti. Questi piccoli borghi di pescatori a cui si accedeva solo via mare, arroccati sulle rocce del Levante Ligure, vantano case colorate e scorsi unici. Oggi ci si arriva in treno, che consente di visitarli tutti in poco tempo, per non farsi sfuggire l’occasione di immortalarli con la macchina fotografica. E il risultato, con tanta bellezza, è assicurato.

5. St John’s (Terranova, Canada)

Nella nostra TOP 10 anche St John, capitale della provincia di Terranova e Labrador. Situata sull’isola di Terranova, nella parte orientale del Canada, è nota anche come Jellybean Row, per i caratteristici colori delle sue abitazioni, che ricordano le jellybean, le coloratissime caramelle gommose alla frutta di cui i bambini vanno matti. E sicuramente, la visione di quelle case di tanti colori pastello fa tornare tutti un po’ bambini.

6. Hundertwasserhaus (Vienna, Austria)

Hundertwasserhaus è un quartiere di Vienna che sembra un mosaico grazie ai colori e alla particolarità delle sue case. Era il 1986 quando l’architetto Friedensreich Hundertwasser pensò di valorizzare questa zona della città creando un complesso di 52 appartamenti, ognuno diverso dall’altro, con muri di colori accesi e decorati con ceramiche colorate, coperti dalle piante e dalla forma mossa e irregolare. In tutto il complesso non si trova infatti nemmeno uno spigolo. Su ogni terrazza, poi, ci sono giardini pensili e i materiali usati sono di recupero. Persino i servizi igienici, che fanno parte del bizzarro circuito Toilet of modern art sono decorate con ceramiche, fontane e colori sgargianti.

7. Jodhpur (Rajasthan, India)

Entra di diritto nella nostra TOP 10 anche la splendida Jodhpur, città indiana del Rajasthan, conosciuta anche come la Città Blu per il caratteristico colore delle sue case. Fondata nel 1459 da Rao Jodha Rathore, appartenente alla casta dei guerrieri Rajput, divenne la capitale dello stato del Marwar, ma il regno non durò a lungo. In origine, il colore blu era utilizzato per distinguere le case dei Brahmini da quelle delle caste più basse. Con il tempo, però, la tradizione del blu è stata mantenuta per preservare la bellezza della città, ma anche per tenere lontano il caldo e gli insetti.

8. Aveiro (Portogallo)

Situata sulla costa occidentale del Portogallo, Aveiro sembra una versione portoghese di Venezia. Sorge, infatti, sulla laguna di Ria de Aveiro ed è caratterizzata da canali attraversati da barche colorate, chiamate moliceiros, che navigando a pelo d’acqua costeggiano edifici dai muri multicolore e a righe verticali e orizzontali. Molti di questi sono in stile Art Nouveau. A pochi passi dal centro si trova anche la splendida cattedrale con il celebre campanile.

9. La Boca (Buenos Aires, Argentina)

In questo coloratissimo e frizzante quartiere di Buenos Aires, tutto parla di Diego Armando Maradona, che qui è una specie di genius loci. In origine, tuttavia, questa parte della città raccolse una comunità di immigrati genovesi, che importarono in Argentina cultura, abitudini e stili, di cui i colori delle case sono una diretta testimonianza.

10. Cudillero (Asturie, Spagna)

Chiude la nostra TOP 10 il pittoresco borgo di Cudillero, nelle Asturie, in Spagna, che ricorda molto le nostre Cinque Terre. Incastonato sul fianco di una montagna, spicca per le sue case sospese dai colori vivaci, arricchite con finestre e grondaie, disposte a ferro di cavallo attorno al piccolo porto. Passeggiando tra le strette viuzze, ci si affaccia su punti panoramici mozzafiato, come la strada che porta al faro, alla Garita, alla Atalaya e a El Pico. Da non perdere un pranzo o una cena a base di pesce in una delle caratteristiche taverne senza tempo.

 




Le 10 città da visitare nel 2024

Dopo avervi presentato, la scorsa settimana, i 10 Paesi da visitare nel 2024, selezionati dalla prestigiosa guida Lonely Planet, questa settimana nella rubrica TOP 10 vi presentiamo invece le 10 città da visitare nel 2024, tra conferme e sorprese.  

1.Nairobi (Kenya)

Sicuramente una meta da scoprire, tra le città da visitare nel 2024 c’è Nairobi, la capitale del Kenya, che si sta sempre più affermando come polo culturale globale. Spicca infatti per i suoi scorci coloniali e i suoi ritmi unici, per una grande varierà di ristoranti con menù a base di piatti locali, ma anche per spazi artistici e culturali. Tra le esperienze da non perdere, una camminata all’alba nella Ngong Hills Forest per ammirare la superba vista dei monti Kenya e Kilimangiaro, un safari low cost al Nairobi National Park e la salita sul Kenyatta International Conference Center per godere di una vista mozzafiato sulla città.

2. Parigi (Francia)

Parigi è sempre Parigi. E vale sempre una visita, non ci sono dubbi. Tuttavia, nel 2024 diventerà il palcoscenico mondiale in cui si terranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi. Per l’occasione, le strade della capitale francese diventeranno le piste delle gare ciclistiche a cronometro, sotto la Tour Eiffel si giocheranno le partite di beach volley e di calcio per non vedenti, mentre i ballerini di breakdance si scateneranno nella piazza in cui, nel 1793, fu ghigliottinato Luigi XVI. Ma, al di là delle manifestazioni sportive, la città ha in serbo un fitto calendario di eventi culturali, come le mostre fotografiche sulla Senna, un grattacielo triangolare con le pareti di vetro e persino una farmacia che prescrive libri anziché medicinali. Da non perdere un salto al Mercato delle Pulci di Saint-Ouen per assaggiare le novità gourmet, l’elegante Jardin des Tulieries con il suo design seicentesco e sorseggiare un cocktail sul rooftop a Le Perchoir.

3. Montreal (Canada)

Splendida metropoli cosmopolita con quattro milioni di abitanti, Montreal è il cuore pulsante della regione francofona del Quebec. E come se non bastassero a farne una meta affascinante le centinaia di festival ed eventi che si tengono in tutte le stagioni, la città ha aggiunto nuovi musei, attrazioni rimodernate e una ristorazione sempre più variegata, con sapori provenienti da tutto il mondo. Anche il sistema dei trasporti è stato reso più efficiente. Senza dimenticare, poi, che la città è collegata dal trasporto fluviale sul San Lorenzo ad altre metropoli come Ottawa e Toronto. Da non perdere una vista della città dall’altro salendo sul Mont-Royal, il grande parco sulla collina che si affaccia su Montreal. Non mancate poi una passeggiata golosa nei mercati cittadini, tra cui il tradizionale Marché Jean-Talon e Le Central, punto di riferimento per i palati sopraffini. Infine, visitare il Musée des Beaux Arts per ammirare le novità dell’arte classica e contemporanea.

4. Mostar (Bosnia-Erzegovina)

L’affascinante città dei Balcani è una delle mete da scegliere per il 2024, grazie ai suoi festival dedicati all’arte, all’artigianato e alla musica. In estate, poi, ricorre il 20° anniversario della ricostruzione dello Stari Most, cioè, il “Ponte Vecchio”, costruito nel XVI secolo dagli Ottomani. Non dimentichiamo, poi, che Mostar custodisce alcuni degli edifici ottomani più belli d’Europa, tra cui la Moschea di Koski Mehmed Paša, Casa Kajtaz, la Moschea di Sevri Hadži Hasan e Casa Biscevic, oltre al Monastero dei Dervisci a Blagaj (Tekija Blagaj), a 20 minuti dalla città. Poco lontano, poi, si trovano le splendide cascate di Kravica. Da non perdere, poi, una fetta di burek, la tipica sfoglia salata di origine turca con diversi ripieni, tra cui carne, formaggio e spinaci.

5. Philadelphia (Stati Uniti)

Philadelphia, la “città dell’amore fraterno” è stata la prima città degli Stati Uniti a essere stata dichiarata dell’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, per il suo retaggio e la sua importanza storica nella nascita della Nazione. Oggi, si presenta come una metropoli moderna e dinamica, con ristoranti, musei e centri culturali. Non perdetevi un giro nello storico Italian Market, per assaggiare antipasti all’italiana, tacos e cheesesteaks serviti nei vari locali. Se vi piace la cucina asiatica, invece, recatevi al Southeast Asian Market, che offre specialità thailandesi, vietnamite, cambogiane e laotiane. Per i dolci, invece, il paradiso del palato è il Reading Terminal Market, con il gelato Bassetts, le sfoglie di mele del Dutch Eating Place e i cannoli di Termini Bros.

6. Manaus (Brasile)

Una meta meravigliosa per gli appassionati di viaggi green, ma non solo, Manaus è la città più grande della regione amazzonica. Sorge alla confluenza tra il Rio Negro e il Rio Grande, dove le acque scure del primo non si mescolano con quelle più chiare del secondo, dando vita a uno spettacolo naturale unico. Attorno alla città, invece, si estende la più grande foresta pluviale del mondo, dove incontrare specie uniche e a rischio estinzione. Tra le attrattive da non perdere, l’architettura Belle époque del Teatro Amazonas, costruito nell’epoca d’oro dell’industria del caucciù, una visita alla spiaggia fluviale di Praia da Lua, con la sua sabbia finissima, accessibile solo in barca e, naturalmente, ammirare lo spettacolare Encontro das Aquas, luogo in cui confluiscono le acque del Rio Negro e del Rio Solimões.

7. Jakarta (Indonesia)

 La motivazione per visitare Jakarta nel 2024? Presto non sarà più la capitale dell’Indonesia e potrebbe cambiare letteralmente volto. Il Governo indonesiano ha infatti annunciato di spostare gli organi governativi in una nuova capitale, Nusantara, che sorge a 1288 km di distanza, sull’isola del Borneo. Da non perdere quindi l’occasione per visitare questa città cosmopolita, caotica, ma affascinante, tra terrazze panoramiche, una squisita cucina globale, gallerie e musei all’avanguardia. Da non perdere una passeggiata mattutina lungo Jalan Sudirman e Jalan Tharmin, quando ancora non c’è traffico, una salita al Monumento Nazionale, alto 132 metri per ammirare lo skyline, uno spettacolo al teatro d’ombre presso il Museo Wayang, che vanta un repertorio di figure elaboratissime, e una visita al museo degli aquiloni di Layang-Layang.

8. Praga (Repubblica Ceca)

Chi non ha ancora visto Praga, deve assolutamente metterla in lista per il 2024. Immortale, infatti, il suo fascino, fatto di architetture gotiche e di un centro storico costruito in gran parte nel XIV secolo. Spiccano il Castello di Praga e il Ponte Carlo, di una bellezza quasi irreale. Inoltre, dopo il lockdown per il Covid la città ha deciso di razionalizzare i flussi turistici promuovendo un turismo slow e nelle aree residenziali lontane dal centro. Da non perdere, invece, una visita al Náplavka, il mercato dei contadini che si svolge il sabato mattina su un grazioso tratto della riva della Moldava, una passeggiata nel Parco Stromovka, curatissima area verde a nord del centro storico. Ammirate poi l’art nouveau della Sala Smetana nella Casa Civica, la più bella sala da concerti dell’Europa centrale.

9. Izmir (Turchia)

Passa spesso in secondo piano rispetto a Istanbul, ma Izmir, o Smirne in quanto a fascino non è certo da meno. Si affaccia infatti sul mare e negli ultimi anni l’ente del turismo si è dato da fare per valorizzare la cultura locale e il patrimonio storico con nuovi spazi per l’arte e la cultura, una fiorente regione vinicola, splendide spiagge attrezzate e un animato bazar. Da non perdere un pranzo in riva al mare a base di pesce fresco, accompagnato da liquore all’anice (raki) e meze, piattini misti. Perdetevi poi nel dedalo di vie dello storico bazar di Kemeralti e partecipare al festival di Izmir che si tiene tra giugno e luglio, tra concerti, spettacoli ed eventi in sedi uniche, tra cui la splendida agorà romana.

10.Kansas City (Stati Uniti)

Kansas City è considerata il “cuore dell’America”, in quanto crocevia degli aerei che collegano tutto il resto del paese. Grazie all’apertura di un modernissimo terminal aeroportuale e all’ampliamento della tramvia gratuita che attraversa il nucleo urbano, la città si fa apprezzare anche dal turista più esigente. Non perdetevi i leggendari barbecue in uno dei rinomati ristoranti della città e una visita alle distillerie locali, tra cui J Rieger e Tom’s Town che rievocano lo spirito del Proibizionismo, quando Kansas City era nota come “la Parigi delle Pianure” grazie al continuo flusso di alcolici.




I 10 Paesi da visitare nel 2024

di Benedetta d’Argenzio

La prestigiosa guida Lonely Planet, considerata la “bibbia” dei viaggiatori di tutto il mondo, torna in libreria con Best in Travel 2024, in un’edizione speciale in occasione del suo 50° anniversario. L’edizione di quest’anno, completamente rinnovata, dalla copertina ai capitoli a colori della TOP 50, indica le mete migliori da scegliere per l’anno che verrà, suddivise per Paesi, Città, Regioni, ma anche viaggi sostenibili e destinazioni più convenienti. In questa puntata della rubrica TOP 10, vi presentiamo i 10 paesi da visitare nel 2024 (secondo Lonely Planet). Siete d’accordo?

1.Mongolia (Asia)

Al primo posto tra le mete da mettere in lista nel 2024 c’è la Mongolia, Paese ancora tutto da scoprire e lontano dal turismo di massa, ma che ha molto da offrire tra spazi aperti, natura incontaminata, avventura e cultura. La capitale, Ulaanbaatar, è una città di grandi contrasti, brulicante di vita e attrazioni affascinanti. La sua posizione, tra Russia e Cina, sembra difficile da raggiungere a causa delle recenti tensioni geo politiche, ma il Governo ha deciso di allentare le restrizioni sui visti fino al 2025 per favorire il turismo. Tra le esperienze da non perdere, ci sono: una cena tradizionale a base di ravioli al vapore preparati da una famiglia nomade nella steppa, un’escursione in montagna a dorso di cavallo mongolo, la stessa razza usata da Gengis Khan per conquistare gran parte dell’Eurasia, vivere la quotidianità di un Naadam di campagna dove gli atleti locali si sfidano in corse di cavalli, lotta libera e tiro con l’arco.

2. India (Asia)

Paese colorato e ricco di contrasti, lingue, culture e tradizioni, l’India torna alla ribalta come meta da scegliere per il 2024 grazie a nuove rotte aeree dall’Europa e dall’America verso Delhi, Mumbai, Goa e il Kerala. Anche le linee ferroviarie sono in ristrutturazione con l’introduzione di nuovi treni più moderni. Tra le esperienze da non perdere: per gli amanti della montagna e del trekking l’India del Nord e l’Himalaya, tra sentieri e stazioni climatiche, il tour dei templi del Sud, tra le sculture erotiche di Khajuraho ai gopuram, i sapori della cucina indiana con le spezie più famose del mondo e i bazar coloratissimi, come il Chandni Chowk di Delhi.

La catena dell’Himalaya in India

3.Marocco (Africa)

Vicinissimo all’Italia, il Marocco è un’altra delle destinazioni 2024 da segnare in agenda. Da non perdere un’escursione in cammello nel deserto, tra le dune dell’Erg Chebbi, nel deserto di Merzouga, oppure passeggiare in un suq di Marrakech, Fès o Tetouan. o lasciarsi incantare dalla città blu di Chefchaouen. Se siete appassionati di camminate in montagna, provate il trekking sul Jebel Toubkal, la montagna più alta del Nord Africa, bem 4157 metri, lungo un sentiero ad anello della durata di sette giorni.

Chefchaouen, la città blu

4.Cile (Sud America)

Una natura incontaminata tra foreste pluviali, vulcani, saline, ghiacciai e fiordi che si estende per 4720 km. Questo è il Cile, Paese da visitare nel 2024, che sta vivendo una rinascita turistica, grazie ai viticoltori delle valli che hanno scoperto metodi più naturali per produrre i loro vini, agli chef della capitale, Santiago, che si impegnano per valorizzare gli ingredienti locali, al turismo sostenibile nella splendida isola di Rapa Nui (Isola di Pasqua), mentre in Patagonia fioriscono le iniziative per il ripristino della ricca biodiversità locale. Da non perdere il trekking di cinque giorni a Torres del Paine, tra i leggendari paesaggi montani della Patagonia, una visita con degustazione di vini nella Valle del Colchagua, i trekking sui vulcani e nelle foreste pluviali, con un tuffo nelle sorgenti termali di Pucòn, oppure una visita a Valparaiso, grintosa città portuale con i muri tappezzati di street art.

Parco Nazionale Torres del Paine

5.Benin (Africa)

Decisamente più piccolo rispetto agli altri Paesi africani, ma ricco di fascino, grazie alla sua storia e alla varietà culturale. Il Benin è stato la sede dell’antico Regno del Dahomey e patria spirituale del vudù, una religione affascinante e spesso incompresa e fraintesa, ma vanta anche spiagge dorate circondate da palme e alcuni dei parchi nazionali più belli del continente. Tra le esperienze assolutamente da fare c’è partecipare al Festival del Vudù, che si tiene a Ouidah il 10 gennaio di ogni anno, tra danze, colori e feticci. E poi una visita al villaggio di Ganvié, chiamato la Venezia d’Africa perché interamente costruito su palafitte che sorgono sul lago Nokoué, un’escursione nel Parc National de la Pendjari, tra i più belli dell’Africa occidentali, per incontrare da vicino leoni, elefanti, leopardi e ghepardi. Infine, non può mancare una visita ad Abomey, centro del potente Regno del Dahomey e patria delle celebri donne guerriere.

Festival del vudù a Ouidah

6.Messico (Nord America)

Tantissime le novità e le buone ragioni per scegliere come meta il Messico per il 2024. Per esempio una nuova ferrovia con un treno recentemente inaugurato che porta alle spiagge dorate di Mazatlàn e alle antiche rovine Maya. Tra i consigli sulle esperienze da vivere c’è ammirare un’eclissi solare nella vecchia Mazatlàn, seguito da una cena di pesce nel centro storico di El Presidio, una visita alle rovine maya e a Tulun e un viaggio a bordo del Tren Maya per esplorare le misteriose rovine di Palenque immerse nella jungla popolata da scimmie urlatrici.

Rovine di Palenque

7.Uzbekistan (Asia)

 Vivere le atmosfere della leggendaria Via della Seta, tra oasi, i deserti di sabbia di Kyzylkum e Karakum, gli antichi centri commerciali e culturali di Samarcanda, Bukhara e Khiva che evocano atmosfere magiche. Da non perdere una visita alle antiche madrase del Registan a Samarcanda, cuore dell’impero timuride, oppure prendere una tazza di tè con gli anziani di Bukhara o intrattenersi per le trattative con i venditori dei bazar. Un’esperienza da fare almeno una volta nella vita è la salita sul Minarero Islam Khodja di Khiva per godere di una vista spettacolare sulla fortezza di Ichon-Qala e sul deserto, oppure un trekking sui Monto Nuratu percorrendo gli antichi sentieri dei pastori.

La magica Samarcanda

8.Pakistan (Asia)

Spesso sottovalutato dal turismo di massa, il Pakistan nel 2024 si prende la sua rivincita, grazie agli amanti dei viaggi avventurosi che ne hanno promosso il suo indiscutibile fascino. Allentate le tensioni politiche, si possono visitare i vivaci bazar, le moschee dei Moghul, le valli mozzafiato e i passi himalayani innevati. In più, c’è un altro buon motivo per venire qui nel 2024: ogni rupia spesa nel paese aiuterà la ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione nel 2022. Tra le esperienze da non perdere, una visita a Lahore, la capitale del Punjab, tra bazar e moschee, un viaggio lungo la Karakoram Highway, la strada mozzafiato che collega il Pakistan alla Cina attraverso l’Himalaya. E, ancora, ammirare i panorami di montagna nelle valli d’alta quota dell’Hunza e di Skardu e un trekking nei Fairy Meadows al campo base del Nanga Parbat, tra pace e silenzi quasi lunari.

Lungo la Karakoram Highway

9.Croazia (Europa)

 Vicinissima all’Italia, ma ora ancora di più da quando la Croazia è entrata a fare parte dell’area Schengen e nell’eurozona, consentendo di raggiungerla da qualsiasi paese europeo senza cambiare valuta o avere il passaporto. Un Paese che ha molto da offrire, tra coste soleggiate, miriadi di isole incantate, montagne spettacolari e città fortificate. Da non perdere una visita alla splendida Dubrovnik, la più spettacolare delle città cinte da mura, che si affaccia su uno splendido mare cristallino. Visitate poi il Palazzo di Diocleziano a Spalato e andate alla scoperta delle isole collegate da una rete di traghetti. Infine, gustate le specialità a base di tartufo a Buzet e a Motuvon.

Dubrovnik e le sue mura

10.Santa Lucia (Caraibi)

 Santa Lucia si è già aggiudicata la palma di miglior destinazione al mondo per la Luna di Miele, grazie alle sue spiagge mozzafiato con sabbia bianchissima che si affaccia su un mare cristallino dai riflessi cerulei. Tuttavia, di recente l’ente del turismo dell’isola si è impegnato per promuovere anche la cultura e la cucina locale, un delizioso mix di influssi africani, europei (francesi e britannici) e dell’India orientale. A tal proposito, tra le esperienze assolutamente da fare sull’isola c’è gustare il miglior gelato di Santa Lucia all’Au Pove Park, nella tenuta della famiglia Charles nel villaggio di Fond Gens Lubre, oppure assaggiare una pagnotta creola farcita con formaggio e carne da Thomazo Local Bread, a Dennery o, infine, fare un salto nella pittoresca oasi sulla spiaggia dell’Irie Bar, nel villaggio di Gros-Islet, sulla punta settentrionale dell’Isola.

Le spiagge mozzafiato di Santa Lucia

 




I 10 castelli più belli della Polonia

Pronti per un altro viaggio alla scoperta dei castelli più belli d’Europa? Questa settimana la rubrica TOP 10 presenta i 10 castelli più belli della Polonia, di epoche e stili architettonici diversi, ma tutti da scoprire.

1.Castello di Malbork

Il Castello di Malbork, o di Marienburg, vanta il primato di castello in mattoni più grande del mondo ed è, in generale, l’edificio in mattoni più grande mai costruito dall’uomo. Si trova nella città di Malbork, nel nord della Polonia, a pochi km da Danzica. Dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1997, è stato costruito nel XIII secolo dall’Ordine Teutonico che ne fece la propria sede, nonché il centro del potere politico e militare della regione. In stile gotico, si estende su una superficie di 143 mila mq si compone di tre parti principali: la parte inferiore era riservata ai soldati dell’Ordine Teutonico, la parte mediana alla gestione delle attività quotidiane del castello, e comprendeva le cucine e il deposito di armi, e la parte superiore, riservata agli alloggi personali del Gran Maestro con lo splendido salone, uno dei più grandi dell’Europa medievale. Il castello sorge sulla sponda sud orientale del fiume Nogat e si può raggiungere in nave.

2.Castello di Wawel

Lascia senza fiato anche il magnifico Castello di Wawel, che si trova sulla collina di Cracovia ed è uno dei più importanti della Polonia. La sua storia risale almeno al X secolo, anche se le sue parti più antiche ancora visibili risalgono al XIV, all’epoca della costruzione del Palazzo Reale. Qui, infatti, hanno vissuto i più importanti sovrani polacchi e molti di loro sono stati sia incoronati che sepolti qui. Nonostante le trasformazioni subite nel corso dei secoli, il castello di Wawel ha sempre mantenuto la sua magnificenza, fatta di grandi sale con arazzi, mobili antichi, e una delle collezioni d’arte più importanti del mondo. Da non perdere la Sala delle Udienze, la Sala degli Stemmi, la Sala dei Senesi e la Cappella Reale. Fiore all’occhiello la Corona del Regno di Polonia, del XVII secolo, fatta con oro, diamanti, perle e pietre preziose.

3.Castello Reale di Varsavia

Il Castello Reale di Varsavia si trova nella Città Vecchia della capitale polacco ed è stata la residenza della casa reale fino al XIX secolo. Costruito nel XIV secolo, è stato distrutto dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente ricostruito conservando i resti originali e i progetti d’epoca. Oggi, il castello è sede di musei, collezioni d’arte e mostre permanenti e temporanee che testimoniano secoli di storia della casa regnante e del Paese. Tra i pezzi più importanti pitture e sculture di artisti polacchi ed europei, mobili antichi e oggetti di epoca rinascimentale e barocca. Splendida la Sala del Trono, con decorazioni, intarsi di legno, stucchi dorati, affreschi e il trono reale. Il castello è Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1980.

4.Castello di Moszna

Sembra uscito da una fiaba il Castello di Moszna che si trova nel piccolo villaggio omonimo, nel Voivodato di Opole, nel sud ovest del Paese e vicino al confine con la Repubblica Ceca. Costruito con una commistione di stili, tra cui il gotico, il neoclassico e il barocco, è uno dei castelli più visitati di Polonia e spicca per i suoi 99 tra torri e campanili, per i rigogliosi giardini e per i parchi circostanti, al punto da aver fatto da sfondo a diverse produzioni cinematografiche. Impressionante anche il suo interno, con le sue sale decorate con affreschi, dipinti, sculture. Tra le più belli ci sono la Sala delle Fate, la Sala dei Cavalieri, la Sala da pranzo e la Cappella. Tra le collezioni custodite tra le sue mura spicca una collezione di orologi antichi e una di dipinti di artisti polacchi e provenienti da tutta Europa.

5.Castello di Czocha

Nella nostra TOP 10 anche il Castello di Czocha, risalente al XIII secolo, anche se ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni nel corso dei secoli, soprattutto durante il Rinascimento e nel periodo del barocco. Si trova nelle vicinanze dei Monti Izer, del voivodato della Bassa Slesia ed è famoso per le sue numerose torri e campanili, oltre che per la sua celebre ed elaborata facciata che lo rende quasi fiabesco. Circondato dalle colline, si estende su una superficie di quattro ettari. Il suo interno, invece, conserva stanze arredate con mobili antichi e oggetti d’arte. Tra le più belle ci sono la Sala da Pranzo, la Sala delle Armi, la Sala delle Feste e la meravigliosa Biblioteca. Qui, poi, hanno alloggiato personalità del calibro di re Augusto II di Polonia e la principessa Maria Luisa di Borbone Parma. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne invece utilizzato come ospedale militare tedesco.

6.Castello di Książ

Si trova in Bassa Slesia anche lo splendido Castello di Książ, a poca distanza dalla città di Wałbrzych, nel sud ovest della Polonia. Il castello, costruito tra il 1288 e il 1292 durante il regno di Bolko il Severo, sorge all’interno dell’omonimo parco paesaggistico e si estende su un’area di trenta ettari. Anche questo castello ha subito nel tempo diversi interventi e ristrutturazioni e il risultato è una commistione di stili, su cui spiccano il barocco e il neogotico, come si può vedere dalla serie di torri e dalle facciate elaborate. Magnifico anche l’interno, con dipinti, grandi sale affrescate e oggetti artistici di grande valore.

7. Castello di Łańcut

Elegante e raffinato, il Castello di Łańcut è una splendida residenza nobiliare situata a sud est del Paese, fra Rzeszòw e il confine con l’Ucraina. Si estende su una superficie di dodici ettari ed è circondato da un bellissimo parco all’inglese che ospita un museo all’aperto con statue, fontane e aiuole fiorite, ma anche mulini a vento, casette di legno e fienili, oltre ad altre costruzioni della tradizione polacca. Il nucleo originario del castello risale al XVII secolo, ma è stato ristrutturato in stile neoclassico nel XIX. L’interno è costituito da numerose stanze riccamente decorate con affreschi, tappezzerie, oggetti d’arte e mobili antichi.

8. Castello Pieskowa Skała

Il Castello di Pieskowa Skała si trova nel villaggio di Suloszowa, a 27 km a nord di Cracovia ed è compreso nel territorio del Parco Nazionale di Ojcòw. La prima menzione risale al 1315 in un documento del re Ladislao I di Polonia, anche se è stato oggetto di numerosi interventi, soprattutto durante il Rinascimento. Spicca per le sue facciate decorate con motivi floreali e le numerose torri e campanili. Splendido anche il parco che lo circonda con una pittoresca scogliera di calcare. Da qui passa anche il Sentiero dei Nidi d’Aquila.

9. Castello di Tykocin

Oggi il Castello di Tykocin ospita un hotel, ma dal XV secolo, quando è stato costruito, è stata un’importante roccaforte difensiva. Si trova nella regione nord orientale della Polonia, poco distante da Bialystok e dai parchi nazionali di Biebrza e del fiume Narew. Durante le guerre polacco-lituane e quelle napoleoniche il castello è stato cinto d’assedio diverse volte ed è stato teatro di numerose battaglie. La sua architettura ricorda un po’ quella del castello di Malbork, con mura difensive e un fossato che lo circonda, anche se la sua superficie si estende su appena un ettaro.

10. Castello di Niedzica

Chiude la nostra TOP 10 il Castello di Niedzica, noto anche come castello di Dunajec, che spicca per la sua posizione mozzafiato, su una collina di 566 metri che domina il fiume Dunajec, circondato da un fossato e da un massiccio sistema di mura difensive. Costruito nel XIV secolo, è uno splendido esempio di fortezza medievale. È compreso nel territorio del Parco Nazionale di Pieniny, nel sud della Polonia e nei secoli ha ospitato nobili e re polacchi. Durante la Seconda Mondiale è diventato tristemente noto come prigione del regime nazista.




I 10 castelli più belli della Svizzera

Continua la serie della rubrica TOP10 dedicata ai castelli. Questa settimana rimaniamo in Europa e andiamo alla scoperta dei 10 castelli più belli della Svizzera, tutti da scoprire, tra i meglio conservati dell’vecchio continente, tra roccaforti inespugnabili, palazzi raffinati e dimore eleganti, tutti immersi in paesaggi mozzafiato, tra laghi e la bellezza delle Alpi.

1.Castello di Chillon

Il Castello di Chillon è il più famoso e visitato di tutta la Svizzera. Spicca per il suo aspetto fiabesco e la location mozzafiato. Sorge infatti su un’isola rocciosa sul Lago di Ginevra, tra Montreaux e Villeneuve, del cantone di Vaud, punto di accesso alla valle del Rodano. Colpisce la vista per le sue pareti slanciate verso il cielo e le sue torri. Dal XII al XVI secolo è stato di proprietà della famiglia dei Savoia, per poi passare ai Bernese, che lo tennero dal 1536 al 1798. Oggi, invece, appartiene al Cantone di Vaud e fa parte del Patrimonio Culturale Nazionale Svizzero. Il castello ha funto anche da prigione di Stato e oggi si può visitare, ammirando la grandi sale, le stanze da letto e gli splendidi cortili.

2.Castello di Tarasp

I lavori per la costruzione del Castello di Tarasp iniziarono nel 1094 su impulso di Ulrico I, che voleva difendere la cittadina omonima, nel Cantone dei Grigioni, nella Svizzera orientale, al confine con l’Austria e l’Italia. Il castello, in stile romanico, venne quindi costruito su una collina a mille metri sul livello del mare, e veglia sul borgo. Nell’11° secolo, sotto il dominio austriaco degli Asburgo, vennero aggiunte alcune parti, mentre l’aspetto odierno è frutto di restauri novecenteschi. Oggi il castello è proprietà privata, ma è comunque possibile visitare alcune sale, tra cui la cappella. Da non perdere il parco, con vista mozzafiato sui laghi e sulle Alpi della Bassa Engadina.

3.Castello di Aigle

Il Castello di Aigle gode di una splendida posizione. È infatti immerso tra i vigneti, sulla riva sud est del Lago di Ginevra, nel Cantone di Vaud e nel comune omonimo. La sua costruzione è iniziata nel XII secolo per conto dei Cavalieri di Aigle, e in quello successivo sono state aggiunte le fortificazioni, tra cui un mastio centrale e una cortina muraria. Negli anni Settanta del Novecento, poi, tutto il complesso è stato restaurato e oggi ospita il Museo della Vite e del Vino. Attraverso la visita guidata al museo si possono ammirare le splendide sale e i dipinti del XVI e XVII secolo.

4.Castello di Tourbillon

Il Castello di Tourbillon si trova nel Canton Vallese e domina la città di Sion da una collina che sembra guardare la vicina Basilica di Valére. Il castello fu fatto costruire dal vescovo Bonifacio de Challant alla fine del XIII secolo. In questo periodo, infatti, tutta la zona era dominio della Chiesa Cattolica e il castello era la residenza ufficiale del Vescovo di Tourbillon. Il nucleo originario del castello è stato distrutto da un incendio nel 1788, ma una cappella del XV secolo è stata risparmiata dalle fiamme. Oggi, la salita al castello è ripida e faticosa, ma ne vale assolutamente la pena per ammirare il panorama mozzafiato che si gode dall’alto delle sue mura.

5.Castello di Oberhofen

Nella nostra TOP 10 entra a pieno titolo anche il Castello di Oberhofen che si specchia nelle acque trasparenti del lago di Thun, nel Cantone di Berna. La costruzione del complesso ha avuto inizio nel 1200 e si è protratta per diversi secoli, dando vita a una sorprendente varietà di stili architettonici, tra cui spiccano un salone per fumatori turchi e una cappella del XIII secolo con affreschi romanici. Da non perdere le sale neogotiche con le armature dei cavalieri e la Cappella con pitture risalenti al tardo XV secolo. Il castello è poi circondato da un parco di 2,5 ettari, risalente al 1840, che testimonia le diverse correnti della storia del giardinaggio, tra boschetti, legni esotici, composizioni floreali e la pittoresca torretta. Il tutto circondato dal panorama mozzafiato dell’arco alpino che si affaccia sul lago.

6.Castello di Rapperswill

Circondato su tre lati dal Lago di Zurigo, il Castello di Rapperswill è il simbolo della pittoresca Città delle Rose. Costruito verso la fine del XII secolo, nel corso di quello successivo ha svolto un ruolo fondamentale nel controllo delle navi che transitavano sul lago. Con il tempo, il torrione a base triangolare è caduto in rovina ed è stato restaurato nel 1870 dal conte polacco Wladyslaw Broel-Plater, che ne ha anche fatto la sede di un Museo Nazionale Polacco. Oggi, visitando il museo, si possono ammirare gli interni, le sale di rappresentanza e le segrete, tutte restaurate rispettando lo stile medievale. Inoltre, sul versante meridionale della collina, si trova il vigneto più antico del Lago di Zurigo, dove crescono splendide viti di Pinot Nero.

7.Castelgrande

Castelgrande, detto anche Castelvecchio, Castello di San Michele o Castello dell’Uri è il più antico di quelli che sorgono sulle colline che circondano la città di Bellinzona. Tutti e tre, poi, sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel Duemila. Il castello sorge in posizione strategica, su un promontorio roccioso a metà della Valle del Ticino e all’imbocco di tre principali valichi che collegano il Nord al Sud dell’Europa: il Lucomagno, il San Gottardo e il San Bernardino. La parte più antica, ancora esistente, risale al X secolo. Spicca per le sue splendide due torri, chiamate Torre Bianca e Torre Nera, dal colore delle pietre con cui sono state costruite. Il castello si può visitare tutto l’anno.

8.Castello di Montebello

Anche il Castello di Montebello, detto anche Castello Piccolo o Castello di Mezzo, sorge sulle colline di Bellinzona ed è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Insieme a Castelgrande e al Castello di Sasso Corbaro fa parte del complesso medievale realizzato nel XIII secolo dal Casato dei Rusca, signori di Como, che si rifugiarono a Bellinzona durante l’occupazione di Milano. In origine, esistevano solo il mastio, due cortili e alcune abitazioni. Poi, nel XIV secolo vennero aggiunti i merli ghibellini, nuove mura con torri a pianta circolare e poligonali. Tutto il complesso è poi stato restaurato nel Novecento e oggi è sede del Museo Civico.

9.Castello di Spiez

Il Castello di Spiez si trova nella cittadina omonima, nel Cantone di Berna ed è uno dei più antichi della Svizzera. Il suo nucleo originario risale infatti al 933 quando questa zona era governata dall’Italia. Il suo ampliamento avvenne poi nel corso dei sei secoli successivi e oggi il castello è un raro esempio di complesso in cui ammirare stili architettonici diversi. Per esempio, l’antica chiesa è in stile primo romanico, mentre le sale di corte sono in stile rinascimentale. La parte meridionale, invece, è stata completata nel XVIII secolo in stile barocco.

10.Castello di Vufflens

Chiude la nostra TOP 10 il Castello di Vufflens che si trova nel comune di Vufflens-le-Chateau, nel Cantone di Vaud. La sua costruzione risale al XV secolo e spicca per la sua imponente torre centrale. È considerato uno dei migliori esempi di fortezze vodesi costruite nell’Alto Medioevo. Oggi, il castello è proprietà privata e non è visitabile. Tuttavia, non si può perdere ‘l’occasione di ammirarlo in tutta la sua bellezza dalla lussureggiante campagna circostante. Da mettere in agenda anche una passeggiata tra i vigneti sulla riva nord del Lago di Ginevra.




I 10 castelli più belli di Svezia

Forse meno conosciuti di altri, ma anch’essi di una bellezza mozzafiato, i castelli di Svezia custodiscono tra le loro mura secoli di storia. Molti sono di origine medievali, altri rinascimentale. Ma quali sono i più belli e assolutamente da non perdere per chi visita il paese scandinavo? Eccoli nella nostra TOP 10 della settimana.

1.Castello di Drottingholm

Anche la Svezia ha la sua Versailles. È lo splendido castello di Drottingholm circondato dal suo magnifico parso. Si trova a pochi chilometri da Stoccolma e dal 1991 è la residenza della casa Reale Svedese, che vive nell’area meridionale. La sua costruzione risale al 1662 per ospitare la regina Hedvig Eleonora e i lavori sono stati diretti dal più famoso architetto svedese dell’epoca, Nicodemus Tessin il Vecchio. Il castello venne poi portato a termine da suo figlio, Nicodemus Tessin il Giovane. L’architettura si ispira a quella francese e italiana dell’epoca. Anche l’immenso giardino, completato in fasi diverse, è in stili differenti, che spaziano dal barocco all’inglese, allo stile italiano. Nel parco si trovano anche il suggestivo Padiglione Cinese e il Teatro di Corte, con arredamento e macchinari di scena originali del Seicento. Patrimonio dell’Umanità UNESCO è tra le dimore reali più sfarzose e meglio conservate.

2. Castello di Kalmar

Sembra sorgere dall’acqua come nelle fiabe. Il castello di Kalmar si trova nei pressi del porto dell’omonima cittadina medievale ed è considerato uno dei più belli di tutto il Nord Europa. Insieme alla fortezza di Älvsborg, quella di Vyborg e quella delle Tre Kronor è anche considerato tra i più importanti dal punto di vista storico per la sua valenza strategica. Il primo nucleo, costituito da una sola torre difensiva, risale al 12° secolo e aveva lo scopo di difendere la cittadina dagli assalti dei pirati. La cinta muraria e le altre torri, quattro in totale, e il castello centrale, invece, furono aggiunti alla fine del XIII secolo. Il castello è aperto al pubblico per le visite guidate e vi si tengono sovente anche matrimoni.

3. Castello di Läckö

Il magnifico castello di Läckö nel 2001 è stato eletto “il castello più bello di Svezia” e non è difficile capire il perché. Posizionato sull’isola di Kållandsö, nel lago Vänern è circondato dall’acqua su tre lati. Il suo nucleo è medievale. Risale infatti al XIII secolo, ma è stato completato e abbellito solo nel 1615 su impulso del conte generale Jacob Pontus De la Gardie che lo aveva rilevato e poi di suo figlio Magnus, che ne fece la sua dimora.

4. Fortezza di Eketorps

La suggestiva Fortezza di Eketorps si trova a Öland, la cui zona meridionale è stata tutta dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità poiché testimonia esempi unici ed eccezionali di antichi insediamenti umani, fin dall’Età del Ferro. La Fortezza è stata costruita in tre diverse fasi. Le prime due nell’Età del Ferro e la terza nel Medioevo. Il sito, inoltre, porta anche altre importanti testimonianze del passato, con resti di abitazioni ed edifici costruite dal 300 al 1240 a.C. La fortezza si presenta come un complesso circolare e una cinta muraria dal diametro di 80 metri che circonda gli edifici interni.

5. Castello di Malmöhus

Situato a Malmö, nel sud della Svezia, il Castello di Malmöhus è il più antico castello rinascimentale ancora presente in Scandinavia. Il primo nucleo è stato costruito nel 1434 per conto di Eric di Pomerania. Il castello venne poi demolito all’inizio del XVI secolo. Venne poi ricostruito tra il 1537 e il 1542 in stile rinascimentale. Oggi, al suo interno si trovano il Museo d’Arte e il Museo Municipale di Malmö. Inoltre, si possono ancora ammirare la Casa del Comandante e un mulino a vento olandese, ospitato nel parco adiacente.

6. Castello di Gripsholm

 Il meraviglioso Castello di Gripsholm sorge sulle rive del lago Mälaren, nella cittadina di Mariefred, nella Svezia meridionale, a circa 60 km da Stoccolma. In stile rinascimentale, è stato costruito durante il regno di re Gustav Vasa, nel 1537. Da allora, il castello è sempre appartenuto alla famiglia reale svedese ed è stato utilizzato come residenza fin dal 1713. Tra il 1563 e il 1567 è stato anche utilizzato come prigione da parte di Erik XIV di Svezia, che vi rinchiuse il fratello Giovanni e la moglie Caterina Jagellona. Sempre qui, il 20 giugno 1566 è nato Sigismondo III di Svezia. Ancora oggi, il castello ospita la National Portrait Gallery, una delle più antiche gallerie di ritratti del mondo.

7. Fortezza di Bohus

La Fortezza di Bohus si trova nella cittadina svedese di Kungälv, in prossimità del vecchio confine con la Norvegia. Un tempo, questi territori appartenevano ai norvegesi e furono proprio loro a costruirla. Fu fatta erigere infatti, nel 1308 dal re Haakon V Magnusson per difendere i propri confini dagli svedesi. In granito e mattoni rossi, è una delle fortezze medievali meglio conservate e costruite del Paese. Nel 1450 venne aggiunto un muro spesso 3 metri e di altezza variabile tra gli 8,5 e i 13,5 metri, adattata al terreno, con quattro torri agli angoli. Vanta il primato di non essere mai stata espugnata, nonostante i numerosi assedi.

8. Castello di Örebro

 Nella nostra TOP 10 anche il meraviglioso Castello di Örebro, che si trova nell’omonima città, la sesta più grande di Svezia. Costruito da re Carlo IX, si compone di quattro piani, di cui tre che circondano il cortile con una torre a base circolare su ogni lato. Durante il periodo medievale è stato una delle fortezze difensive più importanti di Svezia. È stata anche un fondamentale centro logistico, che teneva traccia di ogni nave entrasse sul fiume Svartån. Nel Seicento passò poi alla famiglia reale svedese, che lo trasformò in elegante residenza, dotandolo di raffinati interni barocchi. In seguitò divenne il fulcro delle cerimonie ufficiali e delle incoronazioni dei re svedesi.

9. Castello di Halmstad

 Di piccole dimensioni, ma di rara bellezza, il Castello di Halmstad è situato nell’omonima contea, nella provincia di Halland. Durante la prima metà del XVII secolo, tuttavia, questa era una provincia danese e il castello fu costruito in stile rinascimentale. Dal 1770 a oggi è stato restaurato e ricostruito diverse volte. In tempi recenti, è diventata la sede del governatore della contea di Halland.  Spicca per il colore rosso delle sue pareti, tinta che “veste” dal 1998. In precedenza, era stato di un rosso rosate e, ancora prima giallo e di molte altre sfumature.

10. Castello di Teleborg

 Situato nella zona settentrionale dell’Università di Linneo, nei pressi del Lago di Trummen e a circa 5 km a sud del centro della città di Växjö il Castello di Teleborg chiude la nostra TOP 10. Nonostante il suo aspetto sia quello di un castello medievale, in realtà è stato costruito nel Novecento dallo studio di architettura Lindvall & Boklung e fu il regalo di nozze del conte Fredrik Bonde af Björnö a sua moglie Anna Koskull. Dopo appena 17 anni, tuttavia, entrambi i coniugi morirono, senza figli, e il castello è stato utilizzato prima come scuola femminile, poi come alloggio in affitto. Nel 1964 la città di Växjö lo ha acquistato dalla famiglia Bonde af Björnö e oggi è la sede di eventi, matrimoni e conferenze. Una parte del castello è utilizzato dalla vicina università.




Le 10 falesie più spettacolari del mondo

Meraviglie della natura, le falesie sono il capolavoro dell’incessante azione erosiva dell’acqua sulla roccia. Il risultato sono paesaggi mozzafiato, che siano a picco sul mare, oppure sulle vette più alte o nei canyon. Ma quali sono le falesie più belle del mondo? Siamo andati a cercarle per la nostra rubrica TOP 10 e, anche questa volta, fare una scelta è stato arduo.

1.   Étretat (Francia)

Talmente belle da avere ispirato pittori del calibro di Claude Monet e Gustave Coubert. La scogliera di Étretat si trova sulla suggestiva Costa d’Alabastro della Normandia e spicca per il suo pittoresco arco naturale. Non sono altissime, ma lo spettacolo naturale che offrono agli occhi è davvero mozzafiato. Il punto migliore dove ammirarle è dal mare, o dalla spiaggia della città.

2. Scogliere di Kalaupapa (Hawaii, USA)

Situate sull’isola hawaiana di Molokai, le scogliere di Kalaupapa sono sancite dal Guinness dei primati come le più alte del mondo. Si innalzano per 1010 metri sull’Oceano Pacifico e ai piedi di esse si trova il piccolo villaggio omonimo che è stato scelto dalla troupe del kolossal Jurassic Park per girare alcune scene. Per raggiungere le scogliere occorre percorrere a piedi o a cavallo un sentiero lungo 5 km, con ben 26 tornanti, che si inoltra nella fitta vegetazione.

3. Torres del Paine (Cile)

Situate nella Regione di Magellano e dell’Antartide Cilena, le Torres del Paine sono state dichiarate dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Si presentano alla vista come tre imponenti vette di granito, e danno il nome al Parco Nazionale Torres del Paine, il più bello di tutto il Cile. Devono il loro nome al termine spagnolo “torre” e alla parola “blu” nella lingua della tribù dei Tehuelche, per la tonalità bluastra che assumono alla luce. Create dall’azione di acqua, ghiaccio e vento, le torri sono tre: la Torre Central, alta quasi 2800 metri, la Torre Norte e la Torre Sur. Costituiscono la principale attrazione turistica del parco.

4. Preikestolen (Norvegia)

Si trova nella Norvegia sud occidentale ed è una delle attrazioni più famose della regione del Ryfylke. Il Preikestolen, letteralmente “Roccia del pulpito” si erge per 640 metri sul Lysefjord e spicca per la sua forma caratteristica, che termina con un altopiano a strapiombo nel vuoto. È meta dei più coraggiosi basejumpers di tutto il mondo ed è apparso in una scena della serie TV Vikings.

5. Cape Enniberg (Isole Faroe)

Situato sulla punta più settentrionale dell’isola di Viðoy, la più settentrionale dell’arcipelago, Cape Enniberg si erge per 756 metri di altezza a strapiombo sull’Oceano Atlantico e vanta due primati: quello di scogliere marine più alte d’Europa e quello di scogliera verticale più alta del mondo. Ma questo luogo, oltre che per la sua bellezza, è famoso anche per essere un paradiso per la fauna selvatica, tra cui diverse specie di uccelli, come pulcinelle di mare, gazze marine e urie.

6. El Capitan (California, USA)

Situata nella parte nord occidentale del Parco Nazionale di Yosemite, El Capitan è alta 2307 metri ed è la meta di climbers provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un monolite granitico e la sua parete verticale, nota come Nose (Naso) costituisce una delle sfide più adrenaliniche dell’alpinismo estremo. Per chi, invece, desidera ammirarle in tutta la sua bellezza, senza scalarle, c’è un sentiero che passa accanto all’omonima cascata e attraversa il verde prato sotto alla falesia.

7. Cliffs of Moher (Irlanda)

Il loro nome significa “Scogliere della Rovina” e sono una delle principali attrazioni turistiche di Irlanda, con più di un milione di visitatori all’anno. Le Cliff of Moher si trovano sulla costa occidentale del Clare, nei pressi del villaggio di Doolin e sono tra le più impressionanti del pianeta. Raggiungono infatti i 214 metri nel tratto a nord della Torre di O’Brian e ospitano più di 30 mila uccelli di 20 specie diverse. Sono lunghe circa otto chilometri e si affacciano a piccol sulle impetuose acque dell’Oceano Atlantico.

8. Auyan-Tepui (Venezuela)

Auyan-Tepui in lingua pemon significa “Montagna del Diavolo” e con i suoi 2450 metri di altezza contende all’Angel Fall, la cascata più alta del mondo, il primato di luogo più visitato del Canaima National Park, nello stato venezuelano di Bolivar. La cascata si getta proprio da questo massiccio roccioso, che divenne famoso quando, nel 1933, il pilota Jimmie Angel, in cerca d’oro, scoprì la cascata a cui diede il suo nome. Durante il viaggio di ritorno, nel 1937, il suo aereo si schiantò sulla cima di questa montagna. Fortunatamente, si salvò, ma gli occorsero ben 11 giorni per scendere dalla cima. Non solo, qui vivono 25 specie uniche di rettili e uccelli e una grande varietà di flora.

9. Scogliere di Dover (Regno Unito)

Si elevano dal mare come un muro bianco dai riflessi argentei. Sono le bianche Scogliere di Dover, dal nome della città portuale a cui appartengono, giganti di 110 metri che devono il loro caratteristico colore candido dalla componente gessosa della roccia. Si affacciano sulla parte più stretta del Canale della Manica e, nel tempo, hanno assunto un forte valore simbolico e nostalgico. Erano, infatti, l’ultimo ricordo della Gran Bretagna che rimaneva negli occhi e nella memoria di chi partiva e, magari, lasciava il Paese per sempre. Tuttavia, le scogliere erano anche un punto strategico e difensivo nei confronti dei nemici che provenivano dal mare.  Diversi sono i percorsi per ammirarle in tutta la loro bellezza. In particolare, il sentiero del faro consenti di lasciare spaziare la vista fino alle coste della Francia, nelle giornate terse.

10. Mitre Peak (Nuova Zelanda)

Chiude la nostra TOP 10 Mitre Peak, o Rahotu, in lingua Maori, uno splendido monolite di 1683 metri dalla forma conica. Si trova nel sud della Nuova Zelanda, lungo le rive del fiume Milford Sound. Deve il suo nome alla fantasia del suo scopritore, il capitano John Lort Strokes, che trovò che la forma della montagna ricordava il copricapo del vescovo. Fa parte del Parco Nazionale Fiordland ed è il punto più fotografato. Il modo migliore per osservarlo, se non volete scalarlo, è attraverso una piacevole gita in barca lungo il Milford Sound.




Le 10 abbazie più belle d’Italia

Antichissime e ricche di storia, ma anche di misteri e suggestioni. Sono le abbazie, di cui l’Italia è ricca. Oggi, molte sono ancora abitate e attive, con laboratori, negozi di souvenir o coltivazioni e produzioni biologiche, in altre si può pernottare e vivere un’esperienza di ritiro spirituale, in un perfetto connubio tra antico e moderno. Questa settimana, sono proprio loro le protagoniste della rubrica TOP 10. Ecco allora, le 10 abbazie più belle d’Italia.

1. Abbazia di Montecassino (Frosinone, Lazio)

L’Abbazia di Montecassino , in provincia di Frosinone, tra le più antiche d’Italia. È stata infatti fondata da San Benedetto da Norcia nel 529 per ospitare i monaci provenienti da Subiaco. Nei secoli ha subito diversi attacchi, è stato distrutto e ricostruito. I Longobardi lo rasero quasi al suolo nel 577 e i Saraceni nell’883. Nel 1349 è stato distrutto da un terremoto (per la quarta volta) e ricostruita nel 1366. Nel 1944 è stata in fulcro della Battaglia di Montecassino, durante la Seconda Guerra Mondiale e fu distrutta da 256 bombardieri alleati, convinti che qui si nascondessero le truppe tedesche. Ricostruita di nuovo, oggi è una delle più famose e belle d’Italia. Al suo interno ospita una biblioteca, che custodisce volumi preziosi, incunaboli, codici miniati e le prime testimonianze della lingua volgare. Splendido il chiostro del Bramante, definito la Loggia del Paradiso per la balconata che si affaccia sulla valle.

2. Abbazia di Subiaco (Roma, Lazio)

Situata lungo il fiume Aniene, a poca distanza da una delle ville di Nerone, l’Abbazia di Subiaco è stata anch’essa fondata da San Benedetto da Norcia, ancora prima di quella di Montecassino. Al suo interno si trova anche la grotta in cui il Santo trascorse un periodo da eremita. La chiesa è costituita poi da due corpi, una superiore con affreschi della scuola senese, che raffigurano la vita e la passione di Cristo, e della scuola umbro-marchigiana sulla vita di San Francesco, che pare passò di qui. La chiesa inferiore con il pavimento di marmo, è totalmente affrescata. Nelle vicinanze si trova anche il Monastero di Santa Scolastica, in più antico del mondo. Da qui passa la Via Benedicti, il cammino delle abbazie che da Norcia porta a Montecassino, sulle orme di San Benedetto.

3. Abbazia di San Galgano (Siena, Toscana)

Attorno alla misteriosa e suggestiva Abbazia di San Galgano sono fiorite diverse leggende. È stata realizzata tra il 1220 e il 1268 in stile romanico con influenze del gotico francese dai monaci cistercensi e oggi è sconsacrata. Spicca per l’atmosfera quasi mistica e la sua caratteristica è quella di essere priva del tetto. Quest’ultimo era infatti stato costruito in piombo e fu poi venduto, nel 1550, da Girolamo Vitelli, suo commendatario, per fare fronte ai debiti. Tuttavia, l’abbazia è famosa, oltre che per la sua bellezza, anche per la Spada nella roccia, infissa da San Galgano in una pietra nel 1180, quando decise di intraprendere la vita religiosa.

4. Abbazia di San Nilo di Grottaferrata (Roma, Lazio)

Nei pressi di Roma, nel cuore dei Castelli Romani e immersa nel verde, si trova la splendida Abbazia di San Nilo di Grottaferrata, fondata nel 1004 e costruita sui ruderi di una villa romana. Nel Quattrocento, l’abbazia è stata inglobata nel complesso fortificato voluto da Giovanni della Rovere, e rinforzato da Giuliano delle Rovere, futuro Papa Giulio II, per difendere il territorio. La prima cosa che si vede all’arrivo sono infatti le possenti mura di cinta. Il vecchio ponte levatoio, invece, è stato sostituito a un ponte di pietra. All’interno del complesso si trovano anche la basilica di Santa Maria, il Monastero, la Rocca e il Palazzo della Cummenda. Ancora oggi, nell’abbazia si celebra ancora il rito greco-bizantino. Fa parte del complesso anche un Museo che conserva una collezione dei vicini scavi, tra cui alcune tombe romane e il sarcofago di Cicerone. Nel 1930, poi, è stato creato un importante Laboratori di restauro di libri di tutto il mondo, tra cui il famoso Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.

5. Abbazia di Novalesa (Torino, Piemonte)

Umberto Eco ha citato l’Abbazia di Novalesa nel suo celeberrimo romanzo “Il nome della rosa” per la sua vasta biblioteca. Oltre a ciò, questo gioiello, noto anche come Abbazia dei Santi Apostoli Pietro e Andrea è un vero e proprio gioiello, immerso nel panorama mozzafiato della Val di Susa, in provincia di Torino.  Le sue mura testimoniano secoli di storia. Le sue origini risalgono all’Alto Medioevo e ricevette privilegi sia da Pipino il Breve che dal suo illustre successore, Carlo Magno. Nata come abbazia benedettina, passò poi ai monaci cistercensi e a quelli trappisti. Il complesso comprende l’edificio monastico e la chiesa abbaziale, con un campanile alto 23 metri.

6. Abbazia della SS Trinità di Cava dei Tirreni (Campania)

Nella frazione di Corpo di Cava, nella valle dei Monti Lattari, in provincia di Salerno, a 400 metri sul livello del mare, sorge la splendida Abbazia della SS Trinità, da cui si può ammirare un panorama mozzafiato sulla Costiera Amalfitana. Il suo particolare contesto ne ha fatta una delle abbazie italiane dal grande valore paesaggistico. La sua fondazione si mescola alla leggenda, che narra che il frate benedettino Alferio, ritiratosi per pregare in una grotta, fu sorpreso da tre raggi che uscirono dalla essa. Lo interpretò come segno divino e vi fondò il monastero, intitolato alla Trinità. Il complesso colpisce per il suo esterno quasi scarno, e la bellezza del suo interno, ricco e maestoso, con pareti e pavimento in marmi policromi e maioliche. L’archivio dell’abbazia custodisce, fin dall’anno Mille, testi, diplomi, testamenti e la Bibbia Visigotica, del XII secolo, decorata in porpora. Proprio grazie al suo archivio, l’abbazia è diventata Monumento Nazionale.

7.Abbazia di Santa Maria a Mare (Isole Tremiti, Foggia, Puglia)

L’Abbazia di Santa Maria a Mare sorge sull’Isola di San Nicola, nell’arcipelago delle Tremiti, in provincia di Foggia. Il colore delle sue mura è lo stesso delle rocce del paesaggio che la circondano. La sua fondazione è avvolta nella leggenda. Si dice infatti che un’eremita ricevette l’incarico di costruirla direttamente dalla Vergine Maria. Dopo essersi messo all’opera, trovò un tesoro proprio nel punto dove oggi sorge il santuario.

8. Abbazia di Praglia (Padova, Veneto)

L’Abbazia di Praglia si trova immersa nello splendido ambiente dei Colli Euganei, in provincia di Padova. Annoverata tra le più belle d’Italia, è stata fondata dai monaci benedettini nel XI secolo. Il suo nome deriva dal termine medievale “pratalea”, cioè l’opera di bonifica e manutenzione che i benedettini operarono per rendere coltivabile l’area in cui doveva sorgere il loro complesso monastico. Al suo interno di trova la Biblioteca Monumentale Nazionale, con ben centomila volumi conservati e uno dei più famosi e rinomati laboratori di restauro di libri antichi. Qui Antonio Fogazzaro ha ambientato la suo opera “Piccolo Mondo Moderno”.

 9. Abbazia di Sant’Antimo di Montalcino (Siena, Toscana)

Nella TOP 10 un’altra abbazia benedettina toscana, l’Abbazia di Sant’Antimo di Montalcino, in provincia di Siena. Secondo una leggenda, a fondarla fu Carlo Magno in persona, come segno di gratitudine, dopo la visione di un angelo che gli disse di preparare una bevanda per guarire il suo esercito, colpito da un’epidemia. La chiesa del XIII secolo è considerata uno dei capolavori dell’architettura medievale per l’armonia e la raffinatezza degli elementi decorativi. Splendido anche il contesto paesaggistico: il complesso si trova in un campo di uliveti e circondato da verdi colline. Una vera e propria oasi di pace.

10. Abbazia di Fossanova (Latina, Lazio)

Chiude la nostra TOP 10 l’Abbazia di Fossanova, situata nel comune di Priverno, a 5 km da Latina. Costruita attorno al 1135 nel primo stile gotico borgognone in Italia, oggi è stata in parte ricostruita. Tuttavia, è ancora possibile vedere la pavimentazione e l’architettura originale sotto a un pavimento di vetro che la preserva dall’usura del tempo. Da qui passò in visita San Tommaso e su uno degli angoli si possono ancora vedere le impronte degli zoccoli lasciate dal suo asino. O, almeno, così si dice.