AUTHENTIC TOURISM: DOVE TROVARE L’AUTENTICITA’

Di Raffaele d’Argenzio

La traduzione è immediata, si capisce subito, anzi non c’è bisogno di tradurre. Anche perché la parola non è inglese, ma latina, quel “th” viene proprio dal nostro latino. Già, ci sembrava di essere i primi a fare della parola “autenticità” il nostro mantra, il nostro grido, la nostra bandiera, la nostra aria vitale…invece abbiamo scoperto che è una necessità, una ricerca di molti.

E così, con più soddisfazione e forza, ci siamo inorgogliti della nostra scelta, e Authentic Tourism è diventata una rubrica, sia del nostro magazine che del nostro sito, con cui cercheremo i luoghi, le ricette, le architetture, le atmosfere e anche i modi di vivere che hanno conservato la propria autenticità.

Quella che ci fa essere diversi uno dall’altro, con la nostra identità. L’identità di ogni regione, di ogni territorio, di ogni città, di ogni borgo, di ogni quartiere. E questo ci permette di non essere il numero di un algoritmo, di una statistica, ma di essere semplicemente e divinamente noi stessi. E pretenderne il rispetto.

I WEEKEND DOVE TROVARE AUTENTICITA’

E così abbiamo cominciato a cercarla questa autenticità: a una delle nostre firme più importanti, Beba Marsano, abbiamo chiesto di indicarci i dieci weekend da fare in questa primavera per cercare, e trovare, autenticità nella nostra Italia. Con Nicola Bonetti, l’abbiamo trovata anche nell’Alta Val Brembana. Con il giovane Mattia Fontana, nei cibi legati al territorio, tanto che ne diventano l’icona e la bandiera, come la Pasta di Gragnano e la focaccia di Recco, il pane di Altamura e la mozzarella della Campania, come…

Pane di Altamura

Fermiamoci qui, di esempi ce ne sono mille altri. Infatti di ben 18 ne ha parlato Cesare Zucca. E di Taiwan, l’isola contesa, prima al mondo per l’Hi-tech, Vittorio Giannella ci ha fatto scoprire l’animo gentile rivolto ai valori autentici del passato.

Taiwan

NELLE NOSTRE CITTA’: DA NAPOLI A BOLZANO

Ma l’autenticità l’abbiamo trovata anche nelle nostre città. La si sente quasi subito, come un respiro, come un’aria diversa che ti arriva nei polmoni, ti fa stare bene, e ti dice: “Fermati! Sei arrivato, questa è una tappa del tuo viaggio”. E, quasi per magia, quasi sempre, qualcuno ti sorride.

A me è accaduto a Napoli di mattina, a Venezia di notte, a Firenze in un pomeriggio di primavera. Ma mi è accaduto anche a Bolzano, una città che ti accoglie con la sua aria pulita, con la sua architettura immortale, come una donna sicura di sé, che non ti abbraccia, ma ti sorride con una carezza serena. I suoi portici, Piazza delle Erbe, Piazza Walter con la cattedrale gotica, e suoi castelli intatti appena fuori dal centro da cui pare possa uscire da un momento all’altro la Principessa Sissi.

Bolzano, Piazza delle Erbe

Qui la frase “il tempo sembra essersi fermato” appare veritiera, invece è una bugia, perché, sebbene qui si custodisca la mummia del preistorico Ötzi, (di 5.300 anni fa), ci sono anche bus a idrogeno per non inquinare e le auto elettriche non pagano il parcheggio.  Ma la cosa più importante è l’aria che si respira, rassicurante, serena, pulita e non parlo dell’aria atmosferica, ma di una atmosfera che qui si vive.

Bus a idrogeno a Bolzano

Forse perché Bolzano è orgogliosa di essere quella che è: di fare il meglio, di dare il meglio, di essere in pace con la propria coscienza. Ecco perché, per noi, è stata la prima AUTHENTIC CITY.

 




CARA PRESIDENTE TODDE, VOGLIAMO UNA SARDEGNA PIU’ VICINA

Di Raffaele d’Argenzio

Ogni volta che sbarco o atterro in Sardegna, mi sembra d’arrivare in una terra sospesa sul mare del tempo. Il tempo si dilata, la luce è più limpida, le rocce più rosse e la sabbia più bianca. Il sorriso sardo è più raro, ma più sincero. È come una strana astronave di roccia arrivata nel Mediterraneo da un cielo lontano.

Cagliari vista dall’aereo

E mi sento diverso anche io, più leggero, come se per magia mi togliessi gli orpelli appiccicosi di una vita complicata e masochistica, i pesi di mille lacci e lacciuoli che ti tengono a terra senza permetterti di volare.

Sì, in Sardegna ti senti più leggero, più pulito, più essenziale, più vero, più autentico.

Anche tu roccia, anche tu sabbia, anche tu mare, anche tu vento.

Una terra meravigliosa in cui la natura ti partorisce e ti accetta.

Ne abbiamo sentito parlar tanto di Sardegna nei giorni passati, chi ha vinto e chi ha perso, perché ha vinto e perché ha perso.

La cosa più importante è che vincano i sardi e la Sardegna. E anche chi li ama.

Le parole non servono se non sono seguite subito dai fatti. Il futuro è un imbroglio.

Dai verbi il futuro lo toglierei: faremo, diremo, sarete, saranno…

A me piace il presente: dico, faccio, amo, odio, aiuto, siete, sono…

Cala Luna (Dorgali)

Cara Alessandra, cara neo Presidente, la Sardegna ha bisogno di essere più VICINA,

Non con un PONTE, che mi sembra una sorta di Piramide utile non per il popolo, ma solo per fare una comoda tomba per il Faraone. Ma con comodi traghetti accessibili, con aerei che arrivino e partano tutto l’anno. Per fortuna, non credo che ci possa essere qualcun’altro che ci torturi i padiglioni con parole e parole su un ponte da Civitavecchia a Olbia. Nel resto d’Italia, si è fatta l’Alta velocità, con le Frecce Rosse. Per la Sardegna, cara Governatrice Alessandra, faccia fare le Frecce Blu.

Nuraghe Losa (Abbastanta OR)

Noi vogliamo una Sardegna più vicina tutto l’anno. Per poterla vivere di più, oltre che amarla da lontano.

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Frecce Blu per la Sardegna

LETTERA APERTA ALLA NEO PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA

Alessandra Todde, candidata del centrosinistra, ha vinto le regionali in Sardegna ed è la prima presidente donna a governare una delle regioni per la cui bellezza il mondo ci invidia. Per il suo mare cristallino e incredibile, che non ha nulla da invidiare a mete più lontane ed esotiche, per la ricchezza storica e culturale dei borghi, delle tradizioni e dell’enogastronomia. Weekend Premium si occupa da anni di turismo, invitando i  lettori a conoscere in ogni viaggio il buono, il bello e le mille sfumature e prospettive che ogni meta può regalarci, quelle meno scontate e lontane dalle “solite mete”.

Castelsardo

Che cosa ci aspettiamo e che cosa vorremmo chiedere, allora, di mettere in agenda alla nuova Governatrice?

Partiamo da uno dei nodi cruciali: i trasporti. La Sardegna è un’isola e non c’è altra alternativa che raggiungerla o in aereo o in nave. Spesso però, i sardi e gli stessi turisti lamentano prezzi troppo alti, che impediscono a chi è nato nell’isola di fare ritorno a casa, e fanno scegliere ai turismi mete più economiche. Ascoltando i nostri lettori, da un lato vorrebbero prezzi più accessibili, in ogni stagione, con sconti e vantaggi (la cosiddetta continuità territoriale) più incisivi rispetto a quelli attuali, dall’altro collegamenti costanti tutto l’anno o, per lo meno, più frequenti di quelli in essere nel periodo invernale. Se, infatti, da Pasqua a settembre/ottobre entrare e uscire dalla Sardegna è relativamente facile, negli altri mesi i collegamenti si diradano e muoversi è più difficoltoso. Sarebbe forse utile l’istituzione di un collegamento marittimo gestito dallo Stato, con prezzi calmierati, da affiancare alle compagnie private, il costo dei biglietti.

Stagno di Cabras

La Sardegna, poi, al di là del turismo estivo, è una regione che ha molto da offrire in tutte le stagioni. Pensiamo, per esempio, al turismo culturale e capillare, che valorizzi gli splendidi borghi, i siti nuragici, le città, da Cagliari ad Alghero, da Nuoro a Sassari, tutte con la loro storia e le loro peculiarità. Pensiamo ancora al turismo enogastronomico, al turismo del vino, a quello dei parchi e delle zone verdi.

Pecorino sardo, eccellenza gastronomica dell’isola

Fonni, il Gennargentu, in inverno si coprono di neve con paesaggi di rara bellezza, che meritano di essere valorizzati con escursioni, ciaspolate e sport invernali. Le strade della Sardegna ben si prestano al turismo lento, alle escursioni in bicicletta, anche in autunno e in inverno, grazie alle temperature miti. Da valorizzare anche il turismo legato alle vecchie miniere, per permettere ai visitatori di conoscere anche questo pezzo di storia dell’isola.

Porto Flavia (Parco Geominerario)

C’è poi il turismo legato ai grandi eventi sportivi, che non significa aumentare i prezzi dei trasporti in concomitanza di essi, ma anzi, abbassarli per permettere a tutti di poterne godere. Un turismo capillare e annuale consentirebbe poi di mitigare il fenomeno del lavoro stagionale, evitando a tanti giovani, e non solo, di dover “migrare” in continente per garantirsi uno stipendio continuativo per dodici mesi all’anno.

Porto Cervo, Rolex Cup

La Sardegna, poi, ha un ambiente unico e delicatissimo, da rispettare e tutelare, per preservare la biodiversità e l’integrità del paesaggio. Un’attenzione particolare alla sostenibilità delle strutture ricettive, prediligendo un’accoglienza diffusa, quella degli agriturismi, degli stazzi, dei B&B con incentivi per favorire l’uso di risorse rinnovabili, ma senza stravolgere l’ambiente naturale.

Fenicotteri vicino a Olbia

Cara Presidente, nell’augurarle buon lavoro, siamo sicuri che farà quanto possibile per valorizzare la Sua splendida isola, magari cominciando proprio da quelle Frecce Blu per renderla sempre più vicina.

 

La Redazione di Weekend Premium




I VIAGGI SEGRETI DI AMADEUS, DOVE TROVA LA POESIA

Intervista di Raffaele d’Argenzio.

 Amadeus si racconta, tra i viaggi che ama fare e quelli che ha in lista, dagli esordi a Blu Radio Start di Verona al palco dell’Ariston, dalla” poesia” nascosta nelle persone che incontra in giro per il mondo a quella della sua famiglia, da sua moglie Giovanna ai suoi figli, a cui insegna a essere liberi

 Io, lo conoscevo già di persona, anche per un’intervista già fatta, ma la maggior parte lo ha conosciuto per i trionfi di Sanremo, dei festival frizzanti con cui Amedeo Sebastiani, in arte Amadeus, ha saputo regalarci serate di puro intrattenimento e divertimento. L’ho incontrato per parlare a ruota libera di famiglia, passioni, della sua carriera, iniziata a sedici anni come dj, ma anche di weekend e viaggi che diventano poesia.

Ciao, so che per un po’ non vuoi parlare di Sanremo, io invece comincio proprio da Sanremo: hai voglia di tornarci per un weekend, per gustarla senza il festival?

Sì, è un posto molto bello, ma io l’ho vissuto sempre lavorando, quindi, mi prometto di ritornarci da visitatore, per godermi le sue bellezze”.

Qual è il weekend che vorresti fare dopo la fatica di Sanremo?

Sai, io ho un figlio di 15 anni che gioca nelle giovanili dell’Inter e mi piace molto seguirlo. Io e mia moglie siamo andati a vederlo giocare a Lubiana, in Slovenia, un posto bellissimo. I miei weekend sono dedicati a lui, abbino il viaggio al calcio.

Una parentesi, è proprio per il tuo amore per l’Inter che hai chiamato tuo figlio José?

Sì, esatto. Ammiravo e ammiro molto Josè Mourinho.

Non hai paura di inimicarti quelli che seguono il Milan?

Nella vita bisogna sempre inimicarsi qualcuno. Quando si fanno delle scelte, ci si fanno molti amici, ma anche molti nemici. Pensa che mio fratello è milanista, quindi il “nemico” ce lo abbiamo in casa.

I tuoi genitori sono siciliani, tu sei alto… forse hai origine nordica?

Mia madre è bionda, quindi, evidentemente, discendo dai Normanni.

Senti il richiamo della Sicilia? Di un suo borgo, di un posto?

Oggettivamente purtroppo non ci vado spesso. Però, della Sicilia ho tanti ricordi. Pur non essendoci nato, ci sono andato tante volte e ci sono località bellissime che ricordo molto bene. I suoi profumi, i sapori, mi ricordano la mia infanzia. E specialmente il borgo di Sferracavallo, vicino Palermo, dove ci sono stato tante volte da piccolo, negli anni settanta. Ecco, quello è il mio angolo di Sicilia.

Amadeus con la moglie Giovanna

Ma mi dici un posto d’Italia dove ti ricordi un bel weekend che vorresti ripetere? 

Sono tanti, in tutt’Italia, ma Napoli ha una sua magia assolutamente unica. Ci sono stato tante volte con Giovanna, che è napoletana, e Josè. Il Grand Hotel Santa Lucia, davanti a Castel dell’Ovo, è come se fosse casa mia.

Oltre l’Italia, c’è un luogo particolare di cui senti nostalgia?

Devo dire che per me la vera vacanza è andare all’estero. Ho nostalgia della Spagna e di Madrid, una città che amo molto. Poi, ho nostalgia di Londra e non vedo l’ora di tornarci. Amo molto l’Italia, ovviamente, ma all’estero posso muovermi più liberamente. Essere su una spiaggia o in una strada spagnola o americana, per esempio, mi permette di fare cose che in Italia per me sono più difficili, perché sono un personaggio pubblico e sono al centro dell’attenzione. Il che mi fa sicuramente piacere, però, ogni tanto, quei quindici giorni all’anno mi piace essere una persona anonima e giocare in spiaggia con mio figlio.

Amadeus con il figlio Josè a Madrid un paio di anni fa

Un claim di Weekend Premium è “Ogni viaggio può diventare poesia”, tu sei d’accordo?

Questo è assolutamente vero. Io amo viaggiare, non potrei non farlo. E mi piace mescolarmi alla gente del luogo e passeggiare nelle città, chiedere qual è il ristorante o la trattoria tipica, in qui vanno gli abitanti di quel luogo. E lì trovo la felicità, guardandomi intorno. Ecco, in questi momenti riesco a regalarmi del tempo per osservare gli altri, mentre quando resto in Italia sono gli altri che osservano me. Essere un semplice osservatore, senza sentirmi osservato mi dà un senso di poesia, di tranquillità. Questo vale sia nei confronti delle persone che delle città e dei paesaggi. E in questo, a mio avviso, c’è poesia.

Amadeus e la moglie Giovanna in relax al mare

Ci sono luoghi particolari in cui hai sentito questi istanti magici?

Sono stato anni fa a Miami, una città che, a mio avviso, ha tutto. C’è la parte del divertimento della movida, ma è anche un luogo per famiglie. Ho avuto questa sensazione anche a Madrid, a Parigi, a Berlino e a Londra, una città in cui ogni quartiere, ogni zona, è ricca di stimoli. Sono poi stato al Circolo Polare Artico, dove ho visto l’Aurora Boreale… quelle luci sono qualcosa di veramente magico. Sono stato anche in Svezia, così come mi è capitato di andare, tanti anni fa, in Corea. Ogni luogo ha una sua magia, e di ogni luogo bisogna assaporare e catturare immagini particolari, non solo con il cellulare o la macchina fotografica, ma con la mente, per trasformarle in ricordi.

Di questi luoghi che hai citato, c’è qualcosa che ricordi in particolare?

Del Circolo Polare Artico ho un ricordo bellissimo, è davvero un luogo magico, poetico, diverso da tutto quello che siamo abituati a vedere nella quotidianità. Di Madrid, splendida città con tante cose importanti da vedere, mi è piaciuto molto anche vedere lo stadio Bernabeu, dove gioca il Real Madrid, insieme a mio figlio Josè, un paio di anni fa. Se hai un figlio che gioca a calcio, vederlo insieme a lui è stato ancora più bello. Se vuoi, sono immagini semplici, ma che danno felicità. Così come gli stadi e le piazze di Londra. Se vado a Piccadilly Circus, mi guardo intorno e vedo persone diversissime per nazionalità, abbigliamento, religione. Ecco, quello è un luogo che rappresenta il presente e rimango affascinato dalla grande quantità di gente diversa che sta nello stesso posto. E ognuno non guarda l’altro con morbosità o con occhio critico, ma convivono tutti nella stessa città. Una sensazione simile me la dà anche la meravigliosa Parigi. Questo è un aspetto che mi affascina molto quando viaggio.

Lo stadio Santiago Bernabeu di Madrid dove gioca il Real

Qual è il prossimo viaggio che vorresti fare?

In realtà, viaggio meno di quanto vorrei. Sono molto impegnato con il lavoro e poi ci sono gli impegni sportivi di mio figlio. Quindi, da qui a questa estate, i viaggi che farò saranno legati al ai tornei di calcio che lui farà e che io seguirò. Quasi tutti saranno in Italia, anche se qualcuno potrebbe anche essere all’estero.

Quali sono le auto che ti piacciono o che usi quando ti capita di fare weekend?

Per i weekend vicini uso la Suzuki S-CROSS Hybrid. In genere amo i suv, mi piace una guida ‘morbida’. Non amo correre, amo ammirare la natura e i paesaggi

Tuo padre era amante dei cavalli. Ti ha trasmesso questa passione?

L’ha trasmessa di più a mio figlio e a mio fratello, che è rimasto nel mondo dell’equitazione.

Come hai cominciato la tua carriera radiofonica e televisiva?

Ho questa passione fin da piccolo. Guardavo i grandi presentatori, come Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado e trasmissioni come Canzonissima con Raffaella Carrà…Poi è arrivata la mia primissima trasmissione in radio, a Blu Radio Star, una piccolissima radio di Verona che si sentiva solo in un quartiere. Ho cominciato lì, alla metà degli anni Settanta, avevo sedici anni. Poi, negli anni Ottanta, sono arrivato a Milano a Radio Dj. Lì ho conosciuto Fiorello, Jovanotti, Nicola Savino e tutti gli altri, con cui ho mantenuto un rapporto di amicizia che dura tuttora. Sono stati dieci anni indimenticabili.

Qual è stato il momento più bello della tua carriera?

Fortunatamente tanti. I momenti più belli sono stati i Festival di Sanremo, anche se molto impegnativi. Ricordo che, nell’estate del 2019, quando la Rai mi chiamò per condurre il festival, mi trovavo a Madrid in vacanza con la famiglia. Sono affezionato a quella città perché mi porta fortuna e ci vorrei tornare presto. Ricordo anche i cinque anni del Festivalbar, insieme al grande Vittorio Salvetti. Ma anche quando mi chiamarono a Blu Radio Star per farmi condurre un programma radiofonico, il primo della mia vita. Anche quello è un momento che non dimenticherò mai. Di ogni tappa della mia carriera conservo un ricordo molto bello.

Amadeus davanti agli studi della Rai

Qual è stato il più brutto, invece?

Quando conducevo l’Eredità, un programma argentino che avevo portato in Italia. Era il 2002, addirittura, e l’ho condotto per quattro anni. Poi, decisi di andare via dalla Rai e commisi un errore. Seguirono altri quattro anni molto duri, che però mi sono serviti per capire quali erano i miei punti di forza. Dico sempre che chi fa il nostro lavoro, chi fa televisione, ma anche una professione artistica, come l’attore, lo scrittore, il pittore, vive momenti belli e brutti. Quindi deve sapere godere dei primi e gestire quelli più difficili.

Hai qualche rito scaramantico o qualche oggetto porta fortuna?

Sì, avendo una moglie napoletana sono amante dei cornetti rossi. Ne ho uno grande, che mi è stato regalato da Mara Venier come buon augurio prima del penultimo Sanremo. Ma ne ho anche tanti piccoli sparsi per casa e una sciarpa con i “cornicelli”.

Ognuno di noi ha i propri pregi e difetti, qual è il tuo maggior pregio?

Forse quello di sapere ascoltare, di osservare attentamente quello che mi circonda. Poi, mi ritengo una persona onesta. Faccio le cose con grande onestà, cercando di farle al meglio. Ho una concezione sportiva della competizione. La società di oggi ci mette nella condizione di essere sempre in competizione gli uni con gli altri. Io la vivo in maniera serena, cercando di fare bene ciò che sono chiamato a fare. Cerco poi di avere sempre rispetto di tutti e di fare bene il mio lavoro, con serenità. Non mi sono mai montato la testa, questo è il lavoro che amo e che volevo fare fin da ragazzino, ma quando si spengono le telecamere mi piace tornare a essere una persona comune, anonima.

Non svicolare: il peggior difetto?

Confesso, è la testardaggine. Quando mi metto in testa di fare una cosa la faccio. Può essere un difetto, ma anche un pregio. Inoltre, sono uno che fa fatica a perdonare. Siccome sono molto corretto con gli altri, se qualcuno non lo è con me, poi è difficile che io lo perdoni.

Due scatti delle vacanze di Amadeus

Qual è la persona a cui senti di dovere qualcosa?

Innanzi tutto a mia moglie Giovanna, che mi è sempre stata vicino in questi vent’anni. Poi ai miei genitori, che mi hanno sempre lasciato libero di fare quello che desideravo. Quando avevo 16 anni ho cominciato a fare radio e non era nemmeno considerato un mestiere. Le persone dicevano a mio padre “Ah, fa la radio, ma poi nella vita di serio che cosa fa?”. Sai, se hai dei genitori che fin da ragazzo ti mettono in difficoltà o ti vietano di fare qualcosa, è molto difficile. Io ho conosciuto tanti amici che oggi mi dicono “Se avessi potuto, avrei fatto altro, ma i miei me lo hanno vietato. Mi hanno detto vai a lavorare”. E vivono con un rimpianto per tutta la vita, senza sapere dove sarebbero ora se avessero seguito i propri sogni.

E dal punto di vista professionale a chi senti di dover qualcosa?

Anche professionalmente, ci sono tante persone a cui sono grato. Al primo direttore della radio di Verona che mi ha preso, a Vittorio Salvetti che mi ha voluto al Festivalbar per cinque anni, allo stesso Claudio Cecchetto che mi ha voluto a Radio Dj. Poi c’è sempre stato un dirigente o un direttore che mi ha dato l’opportunità di fare qualcosa e che io ho ripagato con l’impegno, con la professionalità e mi auguro anche con i risultati.

Veduta di Madrid, uno dei luoghi del cuore di Amadeus

C’è invece una persona a cui devi dei momenti bui o che ti ha ostacolato

Sì, ce ne sono sempre. Come tutti, ho trovato nel mio percorso chi mi ha ostacolato, ma queste persone non meritano nemmeno di essere citate. Mi piace ricordare solo le cose positive, nella vita. Quelle negative le ricordo, le memorizzo, ma le metto in fondo ai pensieri. Penso sempre positivo, come dice Jovanotti.

Un complimento che già ti feci tempo fa: tu che sei star fai diventare star chi è sul palco accanto a te. Gli dai spazio e tu ti tiri indietro.

Grazie, è un complimento molto bello. E il fatto che tu lo abbia notato mi fa molto piacere.

Il giorno più felice?

 Dal punto di vista professionale, il giorno in cui sono sceso per la prima volta dalle scale dell’Ariston, a febbraio 2020, poco prima del Covid.  Ma dal punto di vista personale, quando sono nati i miei figli, Alice e José, sono stati i giorni più felici. Il matrimonio con Giovanna è un altro giorno felice della mia vita.

 Pensi di essere un buon padre, trasmettendo le cose giuste ai tuoi figli?

Io spero di sì, ci metto tutto il mio impegno. Ai miei figli insegno a essere liberi: di idee e di pensieri, dico loro di fare, provare, sbagliare. La libertà per me è una cosa importante, se uno si fa ingabbiare, inscatolare, non sarà mai libero nella vita. A Josè, che è il più piccolo, insegno a essere educato, a rispettare il prossimo, ma nello stesso tempo a provare a realizzare i suoi sogni. Piuttosto che non vivere, meglio un rimorso che un rimpianto. Provare a realizzare i propri sogni è la cosa più importante, a tutte le età, ma ancor più per un ragazzo.

L’ultima domanda: il tuo prossimo weekend

Non lo so. Di certo non sarà a Sanremo, ma sarà un weekend…premium.




QUELLA VOLTA CHE DE ANDRE’ MI DISSE

Di Raffaele D’Argenzio

La nostra strada, la nostra vita è un viaggio formato da tanti momenti, alcuni importanti da ricordare, altri da dimenticare. Sono venticinque anni che un grande poeta ci ha lasciati. Un poeta che sapeva far arrivare le sue parole al grande pubblico, al Popolo con la P Maiuscola. I poeti lagnosi che scrivono in fumose soffitte, con capelli bianchi arruffati e una tazza di caffè non finita servono a poco.

La poesia deve volare e le ali di Fabrizio erano quelle della musica, della sua voce. E dall’alto del suo volo sapeva cogliere poesia nei carruggi di Genova, nei rovi della Sardegna dove era stato rapito, nella sua Genova e nella Napoli verso cui aveva lanciato un ponte attraverso il mare che unisce le due città.

Di De Andrè tutti parlano in questi giorni, certamente di più e meglio di me. Ma io ho un ricordo, un regalo che la vita mi ha dato, una di quelle cose che accadono solo per una volta. Ed anche a me è accaduto. In che anno di preciso non ricordo, ma era uno di quegli anni in cui scrivevo di musica. Non di battute e semicrome, ma delle persone che creavano la musica e le parole che sapevano arrivare al cuore.

Per la presentazione di un suo disco, eravamo nella grande sala di un ristorante milanese, con un tavolo ad U, e Fabrizio era a capo di questo tavolo e rispondeva alle tante domande, e mangiava qualcosa … alle tante domande, risposte sempre gentili, ma asciutte, annoiate… Io gli avevo fatto una breve intervista telefonica qualche mese prima, poi avevo scritto un pezzo sulle sue parole, sulle sue canzoni…

E quella sera arrivò anche per me “Per una volta” un regalo, un ricordo che non si dimentica. Fabrizio si alza dal suo posto, prende una sedia e viene a sedersi davanti a me dicendo: “Ora voglio parlare un po’ con Lello d’Argenzio”. Ero giovane, forse arrossii, forse sbiancai. C’erano giornalisti di testate davvero importanti, personaggi illustri, ma lui venne da me.

Il perché non glielo chiesi, forse aveva capito che io avevo capito che voleva raccontare a tutti senza insegnare nulla a nessuno, che aveva un cuore grande che riusciva a trovare la poesia anche nelle “signore” dei carruggi. Poi non ci siamo più visti, né sentiti. Ma, Per una volta, mi aveva regalato un attimo che non si dimentica.

E questo ricordo l’ho messo con orgoglio anche nel libro “post-it-di un viaggio




Sgarbi riscopre Sessa Aurunca dieci anni dopo

“Già, davvero un bel regalo ha fatto Vittorio Sgarbi a Sessa Aurunca quando alla mia domanda «Quali sono i borghi da riscoprire?», ha risposto senza pensarci: «Sessa Aurunca». Cominciava così un mio articolo pubblicato nel 2014 e oggi, dieci anni dopo, Vittorio Sgarbi è addirittura tornato per due giorni a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, per rivederla e invitare a riscoprirla. Del suo carattere e della sua vita privata, dei quadri, suoi o contestati, si può anche discutere, ma indiscutibile è la sua competenza del mondo dell’arte.

La copertina e l’articolo di Weekend Premium del 2014 in cui Sgarbi consigliava di visitare Sessa

E lo ha dimostrato volendo tornare in quella che fu l’importante Capitale del popolo degli Aurunci, che chiamare borgo ritengo sia davvero riduttivo. E ha voluto rivedere tutto: dal Teatro Romano, alla Cattedrale del 1100, dalle chiese rurali alla statua di marmo bianco e nero di Matidia Minore, dal ponte romano Ronaco alle chiese di Lauro. Senza dubbio vale la pena andare a Sessa Aurunca e se ci siete già state vale la pena tornarci.

Raffaele d’Argenzio

La visita di Vittorio Sgarbi

L’onorevole Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato ai Beni Culturali, ha visitato buona parte del patrimonio artistico e storico della Città dì Sessa Aurunca.
 Nell’occasione, ha potuto ammirare, accompagnato dal sindaco Lorenzo Di Iorio, dall’Assessore alla Cultura ed ai Beni Culturali Italo Calenzo e da altri componenti della Giunta e del Consiglio Comunale, il maestoso Teatro Romano, il Criptoportico, la Chiesa di San Giovanni a Villa, l’Aerarium Tabularium, la Chiesa di San Carlo Borromeo, il Chiostro di San Domenico, la Cattedrale e il Museo Diocesano, il Salone dei Quadri del Palazzo di Città, il Castello Ducale e l’Antiquarium, la Chiesa di Sant’Eustachio, la Chiesa del SS. Rifugio, il centro storico cittadino, la biblioteca del Liceo Classico “A. Nifo”, la Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta a Rongolise, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Lauro ed il Ponte Romano detto “Ronaco”.

Sgarbi con il sindaco di Sessa Lorenzo Di Iorio e con l’Assessore alla Cultura Italo Calenzo

Al termine del percorso ha raccomandato l’esperienza di visita della Città e 
ha sottolineato la necessità di dare un segnale della presenza del Governo perché questo luogo abbia tutta l’attenzione sia in termini di conservazione che di valorizzazione che merita. “Sessa Aurunca ha una verginità chiara, tant’è che ogni volta che fai un intervento per cercare di ammodernarla, alla fine non aggiungi nulla a ciò che già ha”, ha dichiarato l’onorevole Sgarbi al sindaco Di Iorio nel corso di una pausa del tour artistico. “Avete avuto la fortuna di essere rimasti nel tempo preservati da mutamenti. Si avverte a Sessa Aurunca un senso di verginità, come un qualcosa che non è stato violato né dalla modernità e né dal turismo…è la sensazione migliore che si può provare”.


“Quella dell’onorevole Sgarbi – ha affermato il primo cittadino Lorenzo Di Iorio – è stata una sorpresa molto piacevole. È stato un onore accompagnarlo in questo percorso alla scoperta delle eccellenze artistiche, storiche e culturali della nostra Città”.
“Faremo tesoro dei tanti spunti che il Professore Sgarbi ci ha fornito per porre in risalto le ricchezze artistiche della Città, che possono certamente essere un volano per ampliare l’offerta turistico-culturale di Sessa Aurunca” – ha concluso l’Assessore alla Cultura ed ai Beni Culturali Italo Calenzo .

Alcuni momenti della visita di Vittorio Sgarbi a Sessa Aurunca




Umbria: Wine Weekend con Poesia a Orvieto e dintorni

di Raffaele d’Argenzio

Umbria, Wine Weekend con Poesia a Orvieto e dintorni. A volte capita un colpo di fortuna e a me è capitato d’affacciarmi un mattino da un’antica finestra e vedere quel miracolo della natura che è l’Umbria.

Qui è più facile che appaiano magie. Una terra senza tempo che muore e rinasce per restare sempre la stessa. È stato un lungo weekend, forse davvero po’ magico, alla scoperta di cantine, indicatemi dall’efficiente e ospitale Movimento Turismo del Vino dell’Umbria. Ma oltre le cantine, ho scoperto, a volte riscoperto, borghi, chiese, castelli e inaspettati musei come quello del Vetro a Piegaro e quello di Narni sotterranea.

Senza accennare alle tracce dei Cavalieri Templari e a quelli di Malta, che qui ancora risiedono nel Castello di Magione. Cavaliere anch’io, cavalcando una penna ed un taccuino, prima di raccontavi le tappe di questo lungo weekend, ringrazio l’Umbria con queste mie parole che, se volete, potreste chiamarle poesia.

UMBRIA D’AUTUNNO

Chiese e Castelli si tingono d’antico
mentre il cuore verde ruba l’oro ai suoi tramonti.
Le vigne ora sono strade ricamate 
e nelle etrusche cantine il  vino riporta
un caldo ricordo nelle vene.
E le foglie diventano farfalle.
Raffaele d’Argenzio, novembre 2022

A Orvieto, alla scoperta del vino degli Etruschi ai giorni nostri

La storia di Orvieto è, senza dubbio, segnata dal vino fin dall’epoca degli Etruschi, che per primi vi coltivarono la vite, intuendo peraltro le potenzialità del terreno tufaceo della zona per la vinificazione. Anche successivamente il vino ebbe una valenza notevole sul territorio se, come testimonia un importante documento conservato nell’archivio del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto proprio il vino veniva usato come moneta per il pagamento delle maestranze. Non di meno, oggi, il vino è prodotto simbolo del territorio, che gode, dal 1971, anche della Denominazione di Origine Controllata.

Il Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto

La visita a Orvieto non può prescindere dal maestoso Duomo, una delle più importanti testimonianze architettoniche e artistiche del tardo Medioevo, in cui spiccano la facciata riccamente decorata e gli splendidi affreschi di Luca Signorelli, che adornano la Cappella Nova.

La Cappella Nova con gli affreschi di Luca Signorelli

Una passeggiata per il centro storico ci permetterà di scoprire la grande importanza rivestita da Orvieto in ogni epoca, di cui sono testimoni silenziosi i suoi numerosi monumenti, palazzi e musei. La visita a Orvieto, tuttavia, non può prescindere dalla conoscenza delle sue cantine e delle produzioni enologiche.

Il Duomo di Orvieto in tutta la sua bellezza

L’offerta enoturistica del territorio orvietano è particolarmente ricca. Noi di Weekend Premium, in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino dell’Umbria, abbiamo visitato alcune cantine di Orvieto e della vicina Ficulle.

Umbria: Wine Weekend con Poesia a Orvieto e dintorni. Palazzone, cantina e boutique hotel con vista sulla città

Realizzata in un antico ospitale per pellegrini risalente al Trecento, Palazzone è cantina e boutique hotel, gestito dalla famiglia Dubini. La struttura, storica e dotata di tutti i comfort, è circondata dai vigneti, con una meravigliosa vista su Orvieto e su Rocca Ripesena, permettendo un soggiorno rilassante e di qualità. È possibile anche effettuare diverse esperienze degustative degli ottimi vini della cantina, che esprimono bene il carattere del territorio.

La cantina Palazzone si trova in un edificio del Trecento

Per informazioni e prenotare il soggiorno o una delle degustazioni proposte: www.palazzone.com

Alle Cantine Neri il vero “vino degli Etruschi”

Immersa nel verde delle colline orvietane, in un alternarsi di vigneti e oliveti, Cantine Neri firma una produzione boutique di vini bianchi e rossi, oltre a una apprezzata Muffa nobile, per cui l’azienda è nota anche all’estero. Il turista ha l’opportunità di fare interessanti visite guidate ai luoghi di produzione, tra cui un’antica tomba etrusca, usata per l’invecchiamento e degustazioni di vino e prodotti del territorio.

La sede delle Cantine Neri

È possibile prenotarle direttamente online sul sito www.cantineneri.it

Castel Noha, fra tradizione e innovazione

A pochi chilometri da Orvieto, nel territorio di Ficulle, la Cantina Castel Noha è il frutto del progetto enologico di Valentino Cirulli, che parte dalla tradizione vitivinicola umbra per combinarsi con una visione decisamente moderna della produzione e del ruolo della cantina. A caratterizzarla, l’uso di tecnologie all’avanguardia e la presenza di spazi per ristorazione, eventi e degustazioni. Castel Noha si presenta, dunque, come sintesi perfetta fra tradizione e innovazione.

Veduta di Castel Noha

Info e prenotazioniwww.castelnoha.com

Nella Tenuta Vitalonga nascono i vini bio

Alla Tenuta Vitalonga la tradizione etrusca del vino è ancora fortemente presente nelle antiche grotte e nella tecnica delle “viti maritate”, molto usata nella zona.  Passeggiando tra le vigne non è difficile imbattersi in conchiglie preistoriche che raccontano come un tempo queste terre fossero sommerse dal mare. Paesaggi unici, Vini rigorosamente bio che nascono in stretto contatto con il territorio e che lo rappresentano in ogni bottiglia.

I vigneti della Tenuta Vitalonga a Ficulle

Info e prenotazioni: www.vitalonga.it

Il nostro wine weekend in Umbria continua. Nella seconda e ultima puntata andremo alla scoperta della tradizione vitivinicola del Lago Trasimeno, dei sui prodotti tipici e del Museo del Vetro, ci sposteremo poi al Castello di Magione, passeremo per Madrevite, per poi concludere la nostra avventura nelle splendide Narni e Amelia.




WEEKEND CON GUSTO: CIBO UNITO ALL’ARTE

Di Raffaele d’Argenzio

Alcuni anni fa, dieci o venti, parlavo con un preparatissimo collezionista di auto d’epoca emiliano, e lui mi disse che le nostre auto erano le più belle del mondo perché noi abbiamo l’armonia. Evidentemente, nei secoli, abbiamo assimilato questa armonia vivendo in Italia e vedendo opere d’arte ad ogni angolo. Anche se ci sembra di non vederle più, esse ci restano nella memoria, entrano in noi, sono dentro di noi, scolpite nel nostro DNA.

Ricordo ancora che a Barcellona, venti o trenta anni fa, una signora si avvicinò a me e alla mia fidanzata e ci chiese: “Voi siete italiani, vero? Si vede dal vostro gusto nel vestire”. Sì, è il gusto italiano che noi abbiamo dentro, che è parte di noi, che ci contraddistingue. Un gusto che si esprime anche nel mondo del cibo, nel non-eccesso, nella nostra misura.

E questa misura si può chiamare anche armonia. Gusto nell’arte ed anche nel cibo. E noi di Weekend Premium da anni, cinque o dieci anni, continuiamo a proporre weekend, in cui visitare un borgo o una città, alla ricerca dell’arte ma anche del cibo tradizionale di qualità, perché in entrambi troveremo del gusto.

Nel piatto potremo sentire il sapore della storia e nei monumenti, nei musei, il profumo dell’arte. Ecco, sono i nostri Weekend con gusto. E quella che poteva essere una nostra intuizione è stata avallata anche dai vari Rapporti del Turismo Enogastronomico Italiano, confermando che i weekend preferiti sono quelli in cui arte e cibo si sposano. Uniti dal nostro gusto, aggiungo io.

Weekend con gusto, in cucina

Siamo a gennaio ma ormai il periodo di Carnevale è alle porte e la tradizione vuole che nel periodo più pazzo e sfrenato dell’anno…si esageri anche a tavola. Da tempi antichissimi, infatti, si era soliti preparare dolci dagli ingredienti sì semplici, ma fantasiosi, fritti, abbondanti e…pesanti.

Da Bologna, detta “la grassa”, capoluogo dell’Emilia Romagna, arrivano le tagliatelle fritte, variante dolce delle celebri tagliatelle con ragù alla bolognese. Questo dolce carnevalesco si è poi diffuso in tutta la regione, andando oltre le barriere storiche e culinarie che spesso distinguono l’Emilia dalla Romagna.

Questo dolce, di origine contadina, ma apprezzato anche sulle tavole dei nobili, si basa su ingredienti semplici e di facile reperibilità, come le uova, lo zucchero e la farina, a cui si associano, nelle diverse varianti, il sapore del rum, del caramello, della cannella o degli agrumi. Sfiziose e croccanti, sono caratterizzate da una sfoglia arrotolata, a cui viene data la classica forma a nido, ma anche le forme più artistiche. Eccovi, allora, la ricetta.

Tagliatelle fritte

Ingredienti

  • 200 gr di farina 00
  • 2 uova
  • 1 cucchiaio di rum
  • Scorza grattugiata di 2 limoni, meglio se bio
  • 150 gr di zucchero semolato
  • Zucchero a velo q.b.
  • Olio di arachidi per friggere

Disponete la farina a fontana su una spianatoia, ricavate un buco al centro e sgusciatevi le uova. Unitevi anche il cucchiaio di rum e impastate il tutto fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. Avvolgetela in una pellicola e lasciatela riposare per circa mezz’ora. Poi stendete con il mattarello una sfoglia di spessore medio e cospargetela con lo zucchero semolato e la scorza grattugiata dei limoni. A questo punto arrotolate delicatamente la pasta, poi tagliate il rotolo in strisce spesse circa 1 cm.

Disponete le “rotelle” così ottenute su un vassoio e lasciatele riposare per circa 30 minuti. Versate in una padella capiente abbondante olio di arachidi. Quando sarà bollente, immergete le tagliatelle poche alla volta per non sovrapporle e farle attaccare. Rigirate un paio di volte. Quando saranno dorate scolatele con un mestolo forato e mettetele ad asciugare su carta da cucina. Lasciate raffreddare e servite con una spolverata di zucchero a velo. Se preferite, potete anche condirle con una colata di miele o di salsa al caramello, oppure con un pizzico di cannella.

 




DA “WEEKENDPREMIUM.IT” UN REGALO PER TE E PER TUTTI

Il libro “POST-IT DI UN VIAGGIO”di Raffaele d’Argenzio, è un regalo per ringraziarvi dei 15 anni passati insieme, che il direttore di Weekend Premium ha riunito in un unico volume illustrato per ricordare  il suo viaggio con voi, un  viaggio lungo 15 anni.

  UN REGALO PER VOI,  CHE VOI POTETE REGALARE A TUTTI COLORO CHE AMANO I VIAGGI

      OGNI VIAGGIO PUO’ DIVENTARE POESIA

 CLICCA SULLA COPERTINA PER LEGGERLO GRATIS.




UNA PAROLA PER IL 2024: AUTENTICITA’

Di Raffaele d’Argenzio

Nei nostri viaggi, cercheremo specialmente l’autenticità, quella che si lega ai valori fondamentali di quei territori, della loro storia che spesso si tramanda anche attraverso i sapori. Quanta storia si può sentire in una ricetta! Quanta cultura in una vecchia chiesa, in un castello o anche in un muretto a secco.

Gli artisti hanno una sensibilità superiore, riescono capire prima degli altri il futuro che arriva. E con piacere ho visto in arrivo film che raccontano le storie di gente comune, quella gente che è il primo gradino su cui poi altri accumulano ricchezze, che lavora molto e guadagna poco, che supporta e subisce, che spesso viene calpestata. Ma che è la vera gente per bene che ha gesti eroici e amori meravigliosi, riuscendo a trovare il sorriso e la poesia nella faticosa vita di tutti i giorni.

Paola Cortellesi nel film “C’è ancora domani”, campione di incassi

C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, “Cento domeniche” di Antonio Albanese e “Perfect days” di Wim Wenders. Sono film che raccontano storie comuni di gente comune, autentici eroi di tutti giorni. Sono storie che hanno una loro verità, lontane dalle fake, dalle invenzioni per stupire, dagli effetti speciali, dai grandi miti degli uomini forti. Questa è la vera gente forte, che combatte ogni giorno, ma riesce ancora ad amare, a sorridere, a sentir poesia nelle cose semplici ma vere, ad essere autentica.

Una scena di “Perfect days” di Wim Wenders

Sì, la parola giusta per il 2024 è AUTENTICITA’.

I WEEKEND PREMIUM DEL 2024? DA 12 A 52

Da 15 anni ormai ci siamo specializzati ad indicare weekend da fare durante l’anno. Naturalmente ci facciamo aiutare anche da firme prestigiose del turismo e da esperti del settore, ma anche dai lettori. Quest’anno ne abbiamo indicati non dieci ma dodici, proprio come i mesi dell’anno, sperando che si riesca a farne almeno uno ogni mese. Ma siccome le scelte sono soggette a molte varianti, ne abbiamo aggiunti altri 40 e così sono 52, quante sono le settimane dell’anno.

Per averci aiutati con la loro competenza, ringraziamo particolarmente: Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Damiano De Crescenzo.

LE INTERVISTE CON LA NUOVA DOMANDA

Ma ringraziamo anche chi ci ha rilasciato interviste, con preziose indicazioni. Fra cui Barbara Mazzali, Assessore al Turismo alla Moda della Regione Lombardia, che è riuscita a trovare del tempo per noi; Damiano De Crescenzo, Direttore Generale della Catena di Hotel Planetaria che ci ha rivelato le tendenze 2024 per gli hotel; e Remo Di Giandomenico, Commissario straordinario dell’APT del Molise.

Barbara Mazzali, Assessore al Turismo e alla Moda della Regione Lombardia, e Damiano De Crescenzo, Direttore Generale della Catena di Hotel Planetaria

Tre diversi opinioni: dall’importantissima regione che nel 2023 ha avuto uno dei più alti indici di incremento delle presenze turistiche; dalla direzione acuta di una catena che sa percepire le nuove tendenze e dalla direzione dell’Apt del Molise, una piccola regione che incarna più di altre le nuove tendenze del turismo green alla ricerca dell’autenticità.

 




Weekend Premium vi regala un libro per Natale

Cari lettori, si avvicina il Natale, un periodo dell’anno magico per grandi e piccini. Luci, stelle, alberi colorati. Ma il Natale è anche periodo di regali e noi di Weekend Premium vogliamo regalarvi il libro “POST-IT DI UN VIAGGIO”, di Raffaele d’Argenzio.

È un nostro pensiero per ringraziarvi degli anni passati insieme, quindici per l’esattezza, e contiene una selezione di articoli, interviste, editoriali e poesie che il direttore di Weekend Premium ha voluto riunire in un unico volume illustrato per mettere su carta pensieri ed emozioni, ma anche per ricordare i suoi viaggi e il viaggio che abbiamo fatto tutti insieme, perché…

OGNI VIAGGIO PUO’ DIVENTARE POESIA

Come fare per avere il libro? 

Cliccando su questo link potete leggerlo gratis.

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Come voi che ci seguite sapete, da anni Weekend Premium promuove il progetto  Le Mongolfiere Solidal” che si pone come obiettivo quello di realizzare i sogni di viaggio di ragazzi diversamente abili o con gravi patologie.  Al link che vi abbiamo lasciato qui sopra potete leggere e guardare le foto dei ragazzi che abbiamo portato in viaggio, guardare i loro sorrisi e leggere nei loro occhi la loro felicità.

Chi lo desidera, può fare una donazione al seguente

IBAN IT 84 X 03069 01603 100000070059

Intestato a Edizioni Premium con causale “Donazione progetto “Le Mongolfiere Solidal”

 

BUONA LETTURA E BUON NATALE DA WEEKEND PREMIUM

 

 




AUTUNNO: QUANDO LA NATURA DIPINGE

di Raffaele d’Argenzio

A volte viene raccontato come la stagione triste, una sorta di primavera al contrario, invece è la stagione in cui si raccolgono i frutti di ciò che si è seminato. Anche la natura si fa bella e ci regala i suoi doni migliori: il vino, i tartufi, i funghi, i cachi, le arance, i mandarini, i broccoletti (i friarielli)… Ma ci regala anche i suoi colori, quel foliage per cui vale la pena di fare un viaggio, un weekend. Autunno, quando la natura dipinge.

Autunno quando la natura dipingeL’autunno è anche la stagione del pensiero, dei piccoli bilanci dell’anno passato e dei propositi dell’anno che verrà. È la stagione in cui si cerca una calda carezza, per cui anche un camino spento ti ridà calore e una foto sbiadita ti fa tornare a battere il cuore.




IL NUOVO ANNO COMINCIA A SETTEMBRE?

di Raffaele d’Argenzio

Settembre, da sempre per me, è come se fosse l’inizio del nuovo anno. A settembre ho cambiato città, ho cambiato redazione, ho lanciato una nuova rivista, o una nuova rubrica…Perché proprio a settembre? Forse perché, in tutte queste situazioni, avevo avuto le vacanze estive per pensare. Anche se un direttore, grande o piccolo che sia, non va mai in vacanza. Le rotelle, o rotelline, continuano sempre a girare… anche se non lo vuoi, loro girano sempre. E, spesso, le esperienze, gli incontri che fai in “vacanza”, ti servono da spunto, da stimolo per cambiare o fare qualcosa di nuovo.

Per esempio, questa estate, durante la mia “vacanza”, ho avuto la richiesta di parlare un po’ del mio libro “POST-IT DI UN VIAGGIO”. La location? Il portico della mia casa al mare, in una sera di fine estate. Ho accettato con entusiasmo. In fondo, forse avrei raccolto qualche offerta per Le Mongolfiere .

Già, perché il mio libro non è in vendita, è stato fatto per raccogliere fondi, appunto per il progetto che cerca di realizzare i sogni di viaggio dei ragazzi più sfortunati. In questo modo, le mie poesie servono anche a qualcosa di concreto, oltre che a solleticare il mio lato vanesio. Una volta che l’evento, e anche la location, sono stati decisi, però, si affacciano subito le prime difficoltà: siamo troppi per stare sotto il portico di casa mia, mancano le sedie, e i bambini dove si mettono? Si annoieranno a sentir parlare di poesia… Ma ormai bisogna andare avanti.

Il portico diventa IL PATIO DELLA POESIA, Federica, la bella figlia di “Aquila”, il manutentore e angelo custode della casa, si offre di fare la presentatrice; Stefania, la moglie dell’avvocato Dario rivela che  ha il teatro nel sangue  e recita in una compagnia romana e, quindi, leggerà delle poesie; mio nipote Pino s’improvvisa sommelier e si dedica alla distribuzione dei vini vulcanici di Roccamonfina; Tonino lascia la moglie dai parenti per essere presente; Tina la vicina ha già letto qualche verso, ma è presente con marito e affini; un giovane amico d’amici si dedica alle luci e l’onnipresente “Aquila”, dopo aver costruito  il magnifico barbecue in pietra e mattoni stasera  lo usa per fare bruschette e cuocere le salsicce che ha scovato nei migliori produttori della zona.

Si accendono le luci, Federica presenta e io, dopo un bicchiere di Falanghina, vulcanica, cito Socrate: ”Conosci te stesso,  diventa chi sei” per dire che con questo libro faccio apparire un altro volto di me stesso: forse quello più vero, più mio.

Dopo che Stefania, l’attrice, Federica e io abbiamo letto alcune poesie, sento qualche applauso e vedo occhi increduli. Dario mi sussurra: “Per tanti anni siamo stati vicini d’ombrellone e non avevo capito chi sei…” Tonino, ex dirigente della Banca d’Italia esprime un desiderio: “Per favore rileggi quella dei colori del viaggio, mi ha commosso”. Stefania, la vicina con gli alti pini nel giardino, invece mi fa: “Io stasera ho capito che voglio riprendere le ali per volare” . Marina, mia nipote:Grazie zio, per questa serata di poesia, ci fai risentire “La felicità non sa fare i conti”? Pino smette di versare Falanghina e mi guarda incredulo“Facendoci conoscere di più di te, ci hai fatto guardare anche dentro noi stessi” Stefania Ninetti, l’attrice, si prende gli applausi e indica me. Luigi Tommasino, già sindaco di Sessa Aurunca: “Sono medico, ma da una famiglia con la letteratura nel DNA. Le tue poesie sono belle e mai banali.” Federica, la presentatrice: “A me ha fatto commuovere “Il tuo Volo”, dedicata ai tuoi figli.”

Una serata di fine agosto, con le albe di settembre ormai vicine. Negli occhi lo stupore di sentirsi diversi, sensibili, di aver capito che la poesia l’abbiamo dentro, e basta poco per farla vivere in noi. Arrivano anche le offerte per le far volare le Mongofiere. Aquila, tutta la sera a lottar con la brace del barbecue, non vuole compenso gli basta un libro, le mie sorelle fanno offerte e prendono un altro libro anche se uno lo hanno già, Tonino scatta per primo a far l’offerta…

Ecco, settembre ci sta portando la consapevolezza che la poesia può servire, che ci ha fatto star tutti bene facendo anche qualcosa di concreto: le offerte serviranno a far volare quei ragazzi fragili, a fargli realizzare quel viaggio che sognano. Aquila che rinuncia al suo compenso, gli altri che fanno offerte, Stefania che vuol riprendere in mano il suo sogno… Sì, questa sera abbiamo volato tutti verso qualcosa di buono, verso un settembre in cui la poesia può essere anche concretezza, per il bene comune. Settembre, quando anche il viaggio può diventare poesia, e può aiutare con azioni concrete, diventando un turismo diverso, etico, un ethic-travel.  Credo proprio che anche questa volta per me il nuovo anno cominci a settembre.

*Per ordinare il libro “Post-it di un viaggio”

 Come detto, i proventi delle vendite del libro andranno a sostenere il progetto “Le Mongolfiere Solidal”. Il libro si può richiedere scrivendo a

redazione@weekendpremium.it

con un’offerta minima di € 15 a copia, incluse spese di spedizione con Poste Italiane, e indicando: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, numero di copie. La spedizione verrà effettuata una volta ricevuta copia del pagamento effettuato allo stesso indirizzo al seguente IBAN

IT 84 X 03069 01603 100000070059

Intestato a Edizioni Premium con causale “Acquisto X copie libro “Post it di viaggio” Progetto Le Mongolfiere Solidal.

 

 




OPEL INSIGNIA: la compagna di viaggio che non dimenticherò

di Raffaele d’Argenzio

Un comunicato che mi arriva sul Mac come tante altre news. E stavolta, purtroppo, sicuramente non è una fake-news: la Opel ha proprio deciso di mettere fuori produzione l’Insignia, quella che è stata per tanti anni l’ammiraglia di questo affidabile marchio. Certo non è una persona, ma la notizia mi ha fatto male, è stata una stilettata a qualche ventricolo del mio cuore.

È stato come perdere un’amica e, se un giorno ci sarà un cimitero per le auto, io le porterò dei fiori. Ma non fiori qualsiasi, ma quelli che vedemmo e di cui sentimmo il profumo nei prati meravigliosi dei Monti Sibillini, quando vi arrivammo per un servizio e per girare un video.

Ecco un post-it importante del viaggio della mia vita. Fu un servizio indimenticabile, ricordo  la giornalista Francesca Sirignani  che scrisse l’articolo,  Vittorio Giannella che fece le foto, il giovanissimo che fece il video, ma ricordo anche  quella Insignia  Sports Tourer che fu  una vera compagna di viaggio. Ve lo ripropongo, per ricordarla con voi.

Castelluccio di Norcia con Opel Insignia Sports Tourer : un luogo incantevole in cui la fioritura è un’esplosione di colori

Conosciuto come il paese della fioritura, Castelluccio di Norcia, in Umbria, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è un posto dove leggende, tradizioni e realtà si fondono con la natura in una suggestione unica e indimenticabile.

di Francesca Sirignani

Si parla di fioritura poiché le specie floreali che tingono il Pian Grande e il Pian Perduto nel periodo primaverile, sono innumerevoli e camminando lungo i sentieri si possono incontrare genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viola Eugeniae, trifogli, acetoselle e tant’altro. Castelluccio di Norcia è un posto meraviglioso che almeno una volta nella vita merita di essere visitato. Io ci sono arrivata con la Opel Insignia Sport Tourer SW 4×4, veloce e confortevole, ma guerriera nelle curve.

Dopo aver percorso l’autostrada A1 da Firenze per Roma, esco a Orvieto per poi seguire le indicazioni Baschi-Todi. Per qualche chilometro fiancheggio l’autostrada e in prossimità di Baschi svolto a sinistra per Todi. Prima di arrivare al bivio che in 4 chilometri mi porterà a Todi, la ss44 fiancheggia il lago di Corbara con splendide vedute sul parco fluviale del Tevere. Ai piedi della cittadina di Todi, si entra direttamente in uno dei numerosi e ampi parcheggi. Un comodo ascensore a chiamata porta i turisti fin nel cuore del borgo medievale bello ed elegante. Si arriva in Piazza del Popolo, cuore pulsante del borgo, chiusa dal Palazzo comunale a destra e di fronte la lunga scalinata che porta al Duomo del XII sec.

In viaggio con la confortevole Opel Insignia

Riprendo il viaggio verso Castelluccio di Norcia con la Opel Insignia Sports Tourer che ha dimensioni consistenti e design filante e sportivo. A prima vista ha un frontale con caratteristiche estetiche particolari: la calandra cromata per esempio è di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle di altre vetture di categoria simile. I fari sono IntelliLux LED, i cerchi sono da 18 pollici e il posteriore è molto particolare e tecnologico, ripreso dalla Monza Concept.

Comfort e attenzione al dettaglio. Questi i principi che hanno ispirato lo sviluppo degli interni della Insignia. Nell’ammiraglia di Opel, il guidatore siede tre centimetri più in basso rispetto al modello precedente per un’esperienza di guida più coinvolgente e più intensa, grazie anche all’Head-Up Display che proietta sul parabrezza le informazioni utili al guidatore. Di fianco, il passeggero anteriore dispone di tutto lo spazio necessario per viaggiare nel comfort e siede su un sedile ergonomico rivestito in pelle. Anche il caldo non é un problema perché i sedili dispongono della funzione ventilazione.  Il baule poi é in grado di ospitare tutto il necessario per il viaggio: ha, infatti, una capacità che va dai 560 litri fino ad arrivare ai 1.690 litri

Opel Insignia bagagliaio

Per quanto riguarda il lato tecnologico, Opel Insignia dispone del nuovo sistema Multimedia Navi Pro, con schermo touch a colori da 8” per comandare le principali funzioni dell’auto, la navigazione e gestire contenuti e funzioni del proprio Smartphone, grazie a Apple CarPlay e Android Auto già integrati. Sia in autostrada che nelle strade normali, abbiamo potuto godere di tutto il comfort che offrono i sistemi di assistenza alla guida come Cruise Control Adattivo con Lane Keep Assist. Sotto il cofano abbiamo il potente ed elastico motore diesel 2.0 CDTI da 170 CV e 400 Nm di coppia massima disponibili a soli 1750 giri. Il cambio è automatico a 6 marce. La potenza del propulsore di Insignia Sports Tourer ci aiuta anche per i sorpassi.

Le tappe: Todi, Spoleto, Cascia e Norcia

Dopo Todi, è consigliabile una sosta alla bella e interessante Spoleto. Io mi fermo soltanto per prendere al volo una solare collega, ma poi proseguo: mi aspettano Cascia, Norcia e finalmente Castelluccio di Norcia.

Raggiungo Cascia deviando per 12 chilometri dalla N°396. Qui il tempo ha conservato ritmi e tradizioni del passato ma non i terremoti che di tanto in tanto rendono inquiete queste terre. Alta su uno sperone roccioso, Cascia è dominata dal santuario di Santa Rita, meta di pellegrinaggi tutto l’anno. Santificata nel 1900, visse tra il 1381 e il 1457, venerata in tutto il mondo come patrona dei casi impossibili (e noi proprio in questi giorni avremmo da chiederle una grazia per un caso impossibile…chissà?). La basilica è stata ricostruita nel 1938, con poca classe, ma importante è la tomba della Santa.

Insignia in città

Riprendo per Norcia. Si segue, con varie curve, il percorso del torrente Sordo per 7 chilometri, poi le vaste marcite, (affioramenti di sorgenti d’acqua) annunciano l’arrivo al borgo, Norcia, città natale di S.Benedetto, patrono d’Europa e di sua sorella S. Scolastica, patria del tartufo nero e dell’arte norcina, la trasformazione della carne di maiale in insaccati e prosciutti. Norcia è anche uno dei più bei borghi della Valnerina, ma i danni del terremoto qui sono ben evidenti, con le mura che cingono il borgo a tratti sbriciolate, la chiesa di S.Benedetto completamente distrutta con la sola facciata rimasta intatta. Al centro della piazza la statua del Santo, a sinistra il Palazzo comunale anch’esso semidistrutto dalle scosse, ma con il castello in piedi. Come in piedi è anche l’elegante Hotel Seneca.

Ma il paese è vivo, ha decine di piccoli negozi dove acquistare prodotti del territorio: dai tartufi neri alle lenticchie, ai famosi salumi nocini. Ma si vedono anche scritte, che reclamano contro la lentezza dello lo Stato nel fare I restauri. Un suggerimento? Fate un salto al negozio Casale de litappi, (via Case sparse,525) a circa un chilometro dal centro.

Alessandro vi mostrerà (e vi farà assaggiare) tutte le specialità locali e i suoi salumi speciali da far ingolosire anche un vegetariano. Una sosta per la notte all’Hotel Seneca, ed anche un po’ di benessere nella essenziale spa, per poi ripartire domattina per Castelluccio.

weekend

Finalmente verso Castelluccio (Con la trazione integrale per andare ovunque)

Il mattino dopo è ora di passare dai 600 m. di Norcia ai 1452 m. di Castelluccio per vedere la piccola Mongolia dell’Appennino, nel Parco nazionale dei monti Sibillini. Con quasi 900 m. di dislivello, la strada ha tante curve e tornanti, ottima per provare la trazione integrale basata su una tecnologia all’avanguardia. Si tratta della trazione Twinster con torque vectoring, in cui una doppia frizione sostituisce il tradizionale differenziale posteriore. In questo modo il sistema è in grado di ripartire la coppia in modo indipendente su ciascuna ruota posteriore in una frazione di secondo. Queste caratteristiche, possiamo affrontare le curve con maggior precisione e sicurezza. Salgo agevolmente, e poi ultima piccola curva a sinistra e mi appare la Piana con Castelluccio in fondo.

Percorrendo la lunga lingua di asfalto, che divide in due la piana, lentamente si arriva sotto il borgo di Castelluccio ed è qui che la fioritura regala scorci incredibili, con decine di persone impegnate a farsi selfie e a scattare foto alla “tavolozza” naturale di colori. Alcuni, fortunatamente pochi, si avventurano anche in mezzo ai campi calpestando le piante, nonostante i divieti presenti.

Ora è un paese da ricostruire completamente, e solo le sue rovine dominano la piana di quasi ottanta chilometri quadrati che regala la sensazione d’infinito, chiusa da tutti i lati da una cerchia di montagne selvagge con versanti scoscesi e glabri, con il monte Vettore, la vetta più alta, che sfiora i 2500 m. Da quassù la vista sulla piana è grandiosa, ancora più bella a inizio luglio quando, con i campi di lenticchie ed I fiori, diventa una immensa tavolozza. Qui incontri greggi, cavalli, deltaplanisti che si lanciano dal monte Ventosola e i fotografi che vagano con i loro obiettivi alla ricerca di fiordalisi, papaveri e sensazioni da ricordare.

Casteluccio di Norcia

Sarà solo una sensazione, ma mi pare che anche all’Insignia piaccia questa piana fuori dal mondo e dal tempo. Ma è tempo di partire. Andiamo, cara Insignia, vedrai che ci divertiremo ugualmente in quelle curve che la tua trazione integrale non teme.

Compagna di viaggio

Opel Insignia Sport Tourer è lunga 499 cm, larga 186 cm, alta 150 cm e pesa 1558 kg. Il baule ha una capacità che va dai 560 litri fino ad arrivare ai 1.690 litri. Il motore 2.0 diesel a 4 cilindri sviluppa una potenza di 170 cv e 400 nm di coppia massima. La velocità massima è di 223 km/h e l’accelerazione da 0 a 10 km/h è di 8.9 secondi. Opel Insignia Sports Tourer parte da € 31.800,00.

Per chi volesse assaggiare queste prelibatezze, il Casale de li Tappi offre anche un servizio di vendita online dal sito www.norcineriadinorcia.it.

DOVE COMPRARE

Casale de li Tappi

Via Case Sperse 525 – Loc. Opaco – Norcia (PG)

Tel. 0743828041 – info@norcineriadinorcia.it

DOVE DORMIRE

RELAIS palazzo seneca

Oggi Palazzo Seneca è la stella di Norcia, ad indicare il percorso della rinascita, potendo ospitare una clientela di alto livello e di alto gusto. Non manca al suo interno un altrettanto eccellente centro benessere ed un raffinato ristorante denominato Vespasia e curato dallo chef  Valentino Palmisano. E non per nulla anche il ristorante è stato premiato dalla Michelin con una stella. E brilla anche questa.Rimasto intatto, dove tanti altri palazzi più recenti sono caduti,  questo palazzo  del XV secolo, ristrutturato e trasformato nel rispetto delle atmosfere dell’epoca dalla famiglia Bianconi,  ospita il  lussuoso e raffinato relais a cinque stelle.

Via Cesare Battisti 10, Norcia (PG)

www.palazzoseneca.com/it/home/

Tel. 0743.817434

 




Online il nuovo numero con lo speciale Romagna

Di Raffaele d’Argenzio

Cari amici di Weekend Premium, è online il nuovo numero dedicato all’estate e voglio approfittare per augurare a tutti voi una buona estate ma, in particolare, agli emiliano-romagnoli. Proprio alla Romagna, colpita dall’alluvione dello scorso maggio, abbiamo voluto dedicare il nostro GRAN SPECIALE, che trovate in questo numero.

Un piccolo gesto non solo per ricordare le bellezze, la gentilezza, la buona cucina, gli eccezionali prodotti tipici e la gioia di vivere dei Romagnoli, ma anche per aiutarli a ripartire “tentandovi” con tanti spunti di vacanza e weekend.

WEEKEND & VIAGGI PREMIUM torna a settembre con il numero dedicato all’autunno, in cui troverete tante news, viaggi e weekend “premium” realizzati e vissuti direttamente nei luoghi che vi raccontiamo dai nostri collaboratori che cercheranno le preziosità e i segreti che le guide non dicono.

BUONA LETTURA E BUONA ESTATE! 

(Cliccate sulla copertina per leggere il nuovo numero)




SI’, LE MONGOLFIERE TORNANO A VOLARE. Con il concorso “RACCONTA IL TUO SOGNO”

Di Raffaele d’Argenzio

Finalmente potevo incontrarli, conoscerli, abbracciarli, i vincitori della prima edizione del concorso letterario “Racconta il tuo sogno”. E potevo dare loro la targa che aspettavano. Il premio l’avevano già avuto, e goduto, e mi avevano anche ringraziato.

Ma chi era stato più contento? Loro sulla spiaggia di Gabicce Mare, o noi a vedere la loro allegria, la loro felicità? Eh già, loro sanno essere allegri, felici, sanno vivere l’amicizia, godere nello stare insieme…loro, che da un destino avverso sono stati derubati di molto, sanno essere felici con poco.

Dopo qualche ora di dolci curve sulle colline dell’Oltrepò pavese, sono arrivato a Passo Carmine – Casa Zanolo, sulla cima di una collina del Comune di Colli Verdi, dove ci aspettava una panchina gigante e anche una mongolfiera, una mongolfiera vera, che ci avrebbe fatto volare…non subito, ma nel pomeriggio, quando sarebbe calato il vento.

Intanto, abbiamo mangiato insieme, mi hanno raccontato del loro long weekend a Gabicce tutti insieme. E poi qualcuno ha cominciato a suonare e loro hanno cominciato a ballare, insieme, sempre tutti insieme… Mai un momento di tristezza, mai qualcosa di negativo, mai un no, sempre un sì. Guardavo quei ragazzi, ero felice con loro. E ho capito che è insieme che trovano la forza di essere se stessi, la forza non di sorridere soltanto, ma di ridere.

I loro sentimenti sono autentici, diretti, veri nella loro semplicità. Quella semplicità che noi non abbiamo più: troppi pensieri, troppi arzigogoli, troppi calcoli e convenienze, dimenticando la risata, il sentimento diretto, quello che arriva dal cuore e non dal cervello. Benedetto, o maledetto, cervello! Sempre occupato a pensare, a calcolare la convenienza, a ricordare, a recriminare, a soppesare…

E invece loro, queste creature fragili non si piangono mai addosso, non hanno tempo di calcolare, perché cercano qualcosa di più prezioso: un abbraccio vero, momenti di affetto e di amore da condividere, tutti insieme … quei momenti di felicità per cui  alla fine vale la pena di vivere.E un momento di felicità l’ho provato anche io con loro quando ho consegnato la targa vinta, in cui appare una piccola mongolfiera. Quella grande è lì che aspetta che cali il vento per poterci far volare.

Purtroppo il vento questa sera non cala, la mongolfiera non si può alzare…ma i ragazzi si guardano, si abbracciano ancora una volta, accarezzano la piccola mongolfiera della targa e …volano lo stesso. A dispetto del vento, le Mongolfiere e i loro cuori volano anche questa sera. E mentre in questa magica sera danzo sulle curve del ritorno, anche a me sembra di volare insieme a tutti i sogni che ci arriveranno, e che la seconda edizione di “Racconta il tuo sogno” cercherà di realizzare.

Trovate qui il bando completo della seconda edizione




Andiamo tutti nella Romagna… c’la tìn bòta

L’editoriale è il mio spazio, che cerco di riempire nel miglior modo possibile, come la scorsa settimana parlando straziato della Romagna Ma stavolta lo cedo alla nostra Manuela Fiorini, che in Emilia-Romagna ci è nata e ci vive. Questa settimana questo spazio le spetta di diritto.

Raffaele d’Argenzio

Andiamo tutti nella Romagna… c’la tìn bòta

di Manuela Fiorini

Tìn bòta! Cioè, “tieni botta”. Noi emiliano-romagnoli lo diciamo come augurio di resilienza, magari accompagnato da una pacca sulla spalla bene assestata e un sorriso di solidarietà. E sappiamo che, se l’esortazione è rivolta a un nostro compaesano, lui, o lei, “terrà veramente botta”, accuserà il colpo, si rimboccherà le maniche e si rialzerà più forte di prima. Gli emiliani lo hanno fatto con il terremoto del 2012 e i romagnoli lo faranno dopo l’alluvione che ha pesantemente colpito soprattutto le province di Ravenna e Forlì-Cesena.

Giovani volontari spalano il fango nella Romagna alluvionata

Certo, probabilmente gli emiliano romagnoli ce la faranno anche da soli, perché loro sono così: non si piangono addosso, anzi, cantano “Romagna mia” e mentre spalano il fango e svuotano le loro case dagli arredi rovinati, ma ce la faranno ancora meglio se ognuno di noi, tutti noi, daremo loro una mano.

Mi ha sorpresa la solidarietà, letteralmente esplosa, dei giorni immediatamente seguenti all’alluvione. Tanti i giovani e i meno giovani che sono partiti volontari nelle zone alluvionate per spalare il fango, le associazioni che si sono mosse per salvare gli animali da compagnia e delle aziende agricole sommerse dalle acque melmose dei fiumi, persone che hanno fatto una donazione in cibo e prodotti di prima necessità.

L’asinello Mais, che ha resistito per due giorni nell’acqua, simbolo della resilienza dei romagnoli

In soli sei giorni, poi, sono stati 17,7 milioni di euro donati sul conto corrente aperto dall’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile dell’Emilia Romagna, mentre in campo, dall’inizio dell’emergenza, sono scesi quasi 22 mila volontari di Protezione Civile, di cui alcuni provenienti da Slovacchia, Slovenia, Francia e Belgio.

L’Iban per le donazioni a favore delle popolazioni alluvionate

Tutto questo è meraviglioso. Ma non basta. Perché ci sarà un “dopo alluvione”: quando le case e le strade saranno pulite dal fango, quando le 24 mila persone sfollate avranno fatto ritorno nelle loro case e nelle loro aziende, la macchina, per ripartire, avrà bisogno ancora di carburante.

E quel carburante siamo noi, tutti insieme. Come? Scegliendo la Romagna per le nostre vacanze, per i nostri weekend. La Riviera Romagnola, ma anche le terme, i piccoli borghi, i musei, gli agriturismi, gli alberghi, i ristoranti. Ma anche scegliere i prodotti delle aziende locali, nei mercati a chilometro zero o nei banchetti che magari incontrate nei mercati o lungo le strade.

Volevo concludere questo mio editoriale con un appello, ma poi mi sono imbattuta in questo video, fatto con il cuore da una giovane proprietaria di una piccola azienda agricola. Lascio quindi a lei l’ultima parola, sicura che accoglierete il suo invito. Noi di Weekend Premium lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo nei prossimi mesi.