10 libri per viaggiare da mettere sotto l’albero

Per chi è ancora indeciso su che cosa regalare a Natale, come ogni anno Weekend Premium vi consiglia 10 libri da mettere sotto l’albero, a tema viaggio. Un’ottima occasione per programmare i vostri viaggi nel 2024 o anche solo per viaggiare con l’immaginazione.

1. Il giro del mondo in 52 weekend

Una guida da cui prendere spunto per programmare i vostri weekend. Dall’esperienze degli autori delle celebri Lonely Planet, 52 mete, una per ogni settimana dell’anno, scelte tra destinazioni stimolanti in cui l’arte e la cultura hanno un impatto stimolante e profondo sulla vita quotidiana. Dalla scena Pop di Tokyo al design di Copenaghen, dalla Dublino letteraria alle mete del blues americano.

AA.VV – EDT Lonely Planet, 320 pag, € 26

 2. Best in travel 2024

In occasione dei primi 50 anni dall’uscita della celebre guida Lonely Planet, torna in libreria in edizione speciale “Best in Travel” che propone 50 imperdibili destinazioni da mettere in agenda nel 2024. Una giuria di esperti viaggiatori di Lonely Planet hanno selezionato le 10 migliori destinazioni per ciascuna delle cinque categorie: paesi, regioni, città, rapporto qualità-prezzo e viaggi sostenibili. Per un anno intero fuori dall’ordinario e per viere momenti indimenticabili.

AA.VV – EDT Lonely Planet, 224 pag, € 18.

3. Dell’andare in treno e altre passioni

Una vera e propria chicca per chi subisce il fascino dei viaggi su rotaia di ieri e di oggi. Dodici grandi scrittori raccontano altrettanti modi diversi di vivere il viaggio in treno. Tra questi, H.G. Wells ci porta su un treno del futuro con un racconto inedito, Grazie Deledda attraversa la sua Sardegna incantata, Gozzano esplora l’India tra mille avventure e senza bagagli, Proust si immerge nella magia della campagna francese, Virginia Woolf immagina le vite dei suoi compagni di viaggio, Arthur Conan Doyle ci ambienta un delitto. E, tra le pagine, 12 tavole splendidamente illustrate.

A cura di Francesca Cosi e Alessandro Repossi, Ediciclo, 136 pag, € 20.

4. Il viaggio di Shuna

Una graphic novel di rara bellezza del maestro Hayao Miyazaki, disegnata nel 1983 e rimasta inedita fuori dal Giappone fino ai giorni nostri. Il protagonista è il giovane principe Shuna, che abbandona gli agi di corte per mettersi alla ricerca di mitici semi che potrebbero sfamare il suo popolo, flagellato dalla carestia. Durante il suo viaggio, il principe incontrerà trappole mortali e persone ostili, ma anche il seme di una flebile speranza per il futuro. Il libro ha il respiro e l’epica di un lungometraggio e la trama avvincente si dipana tra tavole spettacolari ed evocative. Un capolavoro che non può mancare nella biblioteca degli appassionati del genere e del maestro Miyazaki.

Di Hayao Miyazaki, Bao Publishing, 152 pag, € 23.

5. Sulle cime del mondo

In questo volume l’autore raccoglie le storie di montagne straordinarie, dall’Everest al Monte Fuji, dal Kilimangiaro alle Cime di Lavaredo, profili maestosi che diventano parte indelebile del paesaggio e custodi di racconti e tradizioni antiche e solenni. Ai testi, ricchi e appassionanti, si aggiungono splendide immagini di vette e luoghi di impressionante bellezza e intensa spiritualità. Per chi ama la montagna, le sue storie e le sue leggende.

Di Nicola Balossi Restelli, White Star, 220 pag, € 24,90

6. Amazzonia, una vita nel cuore della foresta

L’autrice di questo libro, Emanuela Evangelista, è una biologa e attivista italiana che da più di dieci anni vive in Amazzonia, nel villaggio di Xixuaù, una manciata di palafitte ignorate persino dalle mappe ufficiali. In queste affascinanti pagine racconta da un punto di vista unico la bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti, non solo umani, i viaggi lenti lungo i corsi d’acqua a bordo di un battello, ma anche la magia degli spiriti, il susseguirsi delle stagioni, la paura e l’incanto. Non tralascia però aspetti come il disboscamento, le miniere illegali, le speculazioni e il bracconaggio che minano l’ultimo polmone verde del pianeta. Per lasciarsi affascinare con consapevolezza.

Di Emanuela Evangelista, Laterza, 208 pag, € 18

7. L’America in automobile

In questo viaggio che è scoperta e formazione per le strade degli Stati Uniti, Georges Simenon attraversa in auto l’America e ci offre una nuova visione della sua patria ancora oggi intima e affascinante. Siamo nell’ottobre del 1945 e l’autore, ansioso di lasciarsi alle spalle le turbolenze e le accuse di collaborazionismo della Seconda Guerra Mondiale, sbarca a New York. Per conoscere meglio il Paese parte al volante di una Chevrolet per un viaggio di cinquemila chilometri che dal Maine lo porterà fino a Sarasota, nel Golfo del Messico.

Di Georges Simenon, Adelphi, 185 pag, € 16.

8. Bianco

Dopo aver attraversato sugli sci l’intero arco alpino, Sylvain Tesson, il più grande scrittore di viaggi contemporaneo a livello europeo, ci regala questo libro che parla di un viaggio fuori e dentro di sé e la realizzazione del suo sogno da bambino. Nel corso di quattro inverni, l’autore, accompagnato dall’amico Daniel Du Lac, vincitore della Coppa del Mondo di Arrampicata e guida di alta montagna, compie con gli sci la traversata delle Alpi, da Mentone, sulla costa francese, fino a Trieste, passando da Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. Ai due si aggiunge poi Philippe Removille, alpinista incontrato in un rifugio e insieme percorrono più di 1600 km, sfidando il freddo e la fatica. Ogni sosta in un rifugio si trasforma poi in occasioni per conoscere personaggi indimenticabili, da canonico dell’ospizio del Gran San Bernardo del figlio dello studioso Jean Starobinski. E, tutt’attorno, la meraviglia dei paesaggi innevati.

Di Sylvain Tesson, Sellerio, 264 pag, € 16.

9. La grande Parigi

Jacopo Veneziani, noto storico dell’arte, ci porta con questo sorprendente romanzo corale nella Parigi del 1900, seguendo i sogni e le avventure di due giovani artisti che arrivano nella capitale francese dopo un viaggio di trenta ore. Sono Pablo Picasso e Carlos Casagemas che sognano la città dell’Expo universale, ma anche culla degli artisti provenienti da tutto il mondo. Il lettore viene accompagnato per le strade della Parigi di quegli anni, in un momento storico magico e irripetibile. Un viaggio che dura dal 1900  al 1920, tra il fervore culturale e l’indicibile catastrofe, in compagnia di artisti straordinari, tra cui Picasso, Matisse, Chagall e singolari poeti come Apollinaire, Max Jacob e Jean Cocteau, protagonisti di un racconto corale che svela perché allora solo Parigi poteva diventare la capitale mondiale dell’arte.

di Jacopo Veneziani, Feltrinelli, 272 pag, e 30.

10. Hello, South Korea!

Una divertente guida con tante curiosità sulla Corea del Sud, un paese che sta affascinando sempre di più anche i turisti occidentali, non solo grazie alla cultura K-Pop e ai BTS. Perché sa scoprire c’è molto di più oltre al fenomeno dell’Hallyu e al kimchi. Tra queste pagine si potranno infatti scoprire tante curiosità, storie e tradizioni, tra cui le incredibili sommozzatrici coreane haenyeo dell’isola di Jeju, e le incredibili feste di compleanno coreane. Un libro che celebra le persone, i luoghi e le tradizioni che rendono così speciale e affascinante questo Paese.

AA.VV, Gribaudo, 224 pag, € 22,90




Manca poco a Natale! Ecco che cosa fare nel weekend

Ancora un po’ di pazienza e sarà Natale. Nel frattempo, però, si possono vivere le atmosfere delle feste in tutta Italia, tra mercatini, fiere, sagre ed eventi dedicati ai più piccoli. Ecco quelli che abbiamo selezionato per voi per il weekend del 16 e 17 dicembre.

A Torino c’è il Xmas Comics & Games

Nel weekend del 16 e 17 dicembre, presso l’Oval Lingotto Fiere di Torino si tiene la 9° edizione di Xmas Comics & Games, il grande evento natalizio dedicato a fumetti, videogiochi, giochi, cinema e cosplayer. Quest’anno, la manifestazione è stata ribattezzata Nightmare Before Xmas, per celebrare i 30 anni dell’uscita del celebre film di Tim Burton.

Il pubblico avrà infatti la possibilità di immergersi nel magico mondo di Jack Skeletron passando attraverso le porte degli alberi che rappresentano le diverse festività, da Halloween Town a Christmas Town, in un percorso emozionante e creativo. Ospite d’onore dell’evento sarà l’attore Steven John Ward, interprete di Dracul Mihawk nella serie Tv Netflix One Piece, che incontrerà i fans con possibilità di selfie e autografi. Ingresso: intero € 16,50, ridotto 7-12 anni € 14,50. Cosplayer € 11,50.

INFO: www.xmascomics.it

A Domodossola arrivano i Mercatini di Natale

Sabato 16 e domenica 17 dicembre tornano a Domodossola (VB) gli incantevoli Mercatini di Natale, uno degli eventi più attesi delle Val d’Ossola. Il centro storico, splendidamente illuminato e decorato con installazioni luminose e con l’imponente albero di Natale ospiterà le pittoresche bancarelle con i tetti rossi che in Piazza della Chiesa offriranno prodotti artigianali, delizie enogastronomiche e creazioni hobbistiche di qualità.

I Mercatini di Natale di Domodossola sono un appuntamento fisso dal 1997 e offrono occasioni uniche per trovare idee regalo da mettere sotto l’albero. Il tutto nella splendida cornice del borgo.

INFO: Pro Loco Domodossola, tel 327/9203110, prolocodomo@gmail.com

A Verona torna la Corsa dei Babbi Natale

Domenica 17 dicembre, si rinnova a Verona l’appuntamento con la Agsm Aim Verona Christmas Run, la suggestiva Corsa dei Babbi Natale. Per l’occasione, sono attesi in città più di quattromila “babbi” che accenderanno il cuore della città scaligera con partenza alle 9.40 da Piazza Bra, dove torneranno anche per il tradizionale brindisi di auguri per le festività e l’arrivo del nuovo anno. Si può correre o camminare e i due percorsi, di 5 o 10 km, sono adatti a tutti.

Parte del ricavato dell’evento sarà devoluto da Veronamarathon a UILDM che lo utilizzerà per supportare un progetto di ricerca Telethon. Quote di iscrizione: €6 solo pacco gara e pettorale per minorenni (bambini fino a 10 anni gratis senza pacco Natale), € 12 pacco gara e pettorale per maggiorenni, € 18 pacco gara, pettorale e vestito da Babbo Natale (fino a esaurimento scorte). I ragazzi sotto i 15 anni devono essere accompagnati. Iscrizioni sul sito dell’evento o in Piazza Bra sabato e domenica.

INFO:  www.veronachristmasrun.it/

A Roma per la mostra immersiva Lights in Nature – Life

Inaugura il 14 dicembre, e rimarrà aperta fino al 18 febbraio 2024, la splendida mostra immersiva “Lights in Nature – Life”, ospitata ai Giardini Brancaccio, in via delle Terme di Traiano 4, a Roma. L’evento illuminerà il cuore della Capitale trasformando lo spazio verde romano in un luogo magico dove, al calar della sera, si potrà ammirare la bellezza della natura in un’atmosfera poetica e scintillante, tra suoni proiezioni straordinarie e giochi di luce che richiamano il Natale.

Il percorso, attento alla sostenibilità ambientale, si snoda attraverso quattro aree tematiche ispirate agli elementi della natura: Biosfera, una zona dedicata alla speranza e all’impegno per il futuro del pianeta; Terra, dove i visitatori possono scoprire le caratteristiche di tanti piccoli animali e i danni provocati a questo elemento dall’uomo; Acqua, in cui la vegetazione si trasforma in un fondale marino abitato da una balena di 6 metri, centinaia di pesci e meduse, ma anche rifiuti, il tutto tra onde, bolle e una musica avvolgente; Aria, dove, tra il canto degli uccellini, le libellule e le cicogne, si possono ammirare immagini ecosostenibili di un Pianeta che deve essere protetto dall’inquinamento. Ingresso: da € 20

INFO: https://lightsinnature.com/

A Napoli arriva il Villaggio di Natale del Grinch

Ultimo weekend, quello del 16 e 17 dicembre, per visitare il Villaggio di Natale ispirato al Grinch, l’irriverente, cinico e simpatico personaggio interpretato da Jim Carey nell’omonimo film di Ron Howard del 2000. Il Regno del Grinch è stato realizzato negli spazi dell’Oasi Flegrea, in via Terracina 221, a Napoli.

Il tema del film, il “furto del Natale” è il punto di partenza per una divertente esperienza interattiva per i più piccoli, che saranno accompagnati dagli operatori alla scoperta del mondo del Grinch, tra storie e racconti. Inoltre, i bambini dovranno superare una serie di prove in otto steps per sconfiggere il Grinch e riprendersi il Natale. La durata dell’esperienza è di circa 90 minuti. Orario: dalle 10 alle 20. Ingresso: € 15 a bambino, gratuito per i genitori.

INFO: www.facebook.com/OasiFlegrea/

A Roccapalumba (PA) torna il Presepe Vivente

Sabato 16 dicembre, dalle 16 alle 22, e domenica 17, dalle 10 alle 22, a Roccapalumba, in provincia di Palermo, torna il suggestivo Presepe Vivente, una rievocazione della Natività ambientata all’interno di una delle suggestive grotte naturali che si aprono nelle pareti della maestosa rupe calcarea che sovrasta l’abitato. A fare da cornice saranno le vecchie abitazioni circostanti che per l’occasione riprenderanno vita diventando “putie”, taverne, “zammatariè”, botteghe del fabbro, del falegname, “zaccanu”, ovili,  laboratori del pane, della pasta, dei dolci tipici natalizi, simulando uno spaccato del quotidiano contadino-pastorale della Sicilia di fine ‘800.

Le numerose comparse in abiti d’epoca, poi, interagiranno con i visitatori per riportarli indietro nel tempo attraverso un percorso emotivo e sensoriale, in un’atmosfera quasi surreale, per riscoprire un mondo ancora genuino e semplice. Da non perdere la degustazione delle pietanze della tradizione contadina e pastorale. Non mancherà nemmeno il suono delle cornamuse e le nenie in dialetto in onore di Gesù Bambino.




Weekend in Umbria tra le strade e i borghi di San Francesco

di Raffaele d’Argenzio

Umbria, il cuore verde dell’Italia, dove trovi la presenza mistica di San Francesco che ti arriva dentro e il primo Presepe da lui creato a Greccio ottocento anni fa, nel 1223. Ma trovi anche chiese e castelli dipinti d’antico, il vino Sagrantino che ti scalda le vene, e scopri che proprio a Spello c’è anche la sede del Calendario Barbanera che ancora oggi ci insegna a leggere le stelle. Dell’Italia questo è un cuore verde e magico.

Veduta di Spello

Cerchiamo sempre luoghi e persone che possano far diventare premium i nostri weekend, ricordando che “premium” per noi vuol dire qualità e autenticità, non essenzialmente lusso. E andiamo a cercala questa qualità “premium”, che significa dare il meglio di sé, nel proprio mondo. E l’Umbria ci sembra la terra adatta per essere premium, non sfarzo ma autentica sostanza.

Il santuario di Greccio

Su queste strade, fra vigne ed uliveti, più mistiche che lussuose, ci siamo arrivati con la Dacia Jogger Hybrid, un’auto essenziale e versatile, volendo 7 posti, con motore ibrido che combina la praticità di una station wagon con l’agilità di un crossover, rendendo questo modello una scelta ecologica e pratica. Insomma un’auto premium nel suo segmento che ci sta bene su queste strade, su cui ottocento anni fa camminava San Francesco.

Dacia Jogger Hybrid

In questa Umbria, in cui a Greccio il poverello di Assisi creò il primo presepe nel 1223 dopo essere tornato dalla Palestina, per ricordare la nascita di Gesù. Scelse Greccio perché gli ricordava Betlemme.

Riproduzione del presepe di Greccio dipinto da Giotto

A Spello, dove il Calendario Barbanera insegna a leggere le stelle

Spello ci aspetta, ma durante una sosta all’edicola la copertina rossa del Calendario Barbanera ci sorride e sembra chiamarci. Sì, il calendario e l’almanacco sono in tutte le edicole e nelle librerie per dispensare consigli e previsioni. D’altra parte ne vendono ancora milioni di copie.

Lo sfogliamo e ci sembra di ritrovare un caro amico. Così, la curiosità ci spinge verso la Fondazione Barbanera 1762, via San Giuseppe 1. Il navigatore non ha problemi e ci fa tuffare in un mondo di foglie colorate e tanto verde. Questo calendario da sempre è una guida per chi ama la natura, e aiuta a coltivare con consigli e previsioni climatiche. Quindi oggi più che mai è importante, dato il ritorno all’ agricoltura bio, al green e ai piccoli orti sui balconi.

La sede della Fondazione Barbanera

La sede della Fondazione si trova in un complesso rurale del XVIII secolo di circa 7 ettari certificati bio, uno scrigno prezioso di biodiversità firmato dal paesaggista Peter Curzon, dove convivono ortaggi rari, o in via d’estinzione, fiori, erbe officinali e frutti dimenticati.

L’esterno della Fondazione Barbanera con i colori autunnali

Qui c’è anche la redazione, specializzata in almanacchi, che è anche uno scrigno di curiosità inaspettate: Barbanera era un filosofo, astronomo ed eremita che creò un almanacco, che era una sorta di guida del vivere. Stampò il primo nel 1762 a Foligno, e solo nella prima parte del secolo scorso Agostino Campi ne acquistò i diritti, lo pubblicò e lo diffuso in tutta Italia.

Barbanera Patrimonio dell’Umanità, “Memoria del mondo” UNESCO

Nel 2015 l’UNESCO ha accolto la Collezione di almanacchi e lunari Barbanera, conservata presso la Fondazione Barbanera 1762, nel prestigioso registro “Memory of the World”, il programma che censisce e tutela i più significativi patrimoni documentari dell’umanità come, l’alfabeto fenicio, la Sinfonia n° 9 di Beethoven, i film dei fratelli Lumière, l’archivio di Winston Churchill. D’altra parte se ne vendono milioni di copie ci sarà una ragione.

DOVE DORMIRE

  • Hotel Casa Mancia, Via dei Trinci 44, 06034 Foligno, Tel. 0742 22265, www.casamancia.com
  • Locanda Casa Mia, Via dei Trinci 44, 06034 Foligno. Cell .393 3319157
  • Buonanotte Barbanera, case vacanza, Via Fonte del Mastro II 9 – 06038 Spello (Pg), Tel. 335 354597 Email: buonanottebarbanera@gmail.com

DOVE MANGIARE




CONCORSO POESIA DI VIAGGIO 2023/24: “TERRE VERDIANE”

Ecco un’altra poesia che partecipa alla Seconda edizione del Concorso letterario “Poesia di Viaggio”.  Pubblichiamo “Terre Verdiane” di Loredana Bonini, che dipinge con tratti forti e sfumati il panorama e le emozioni di un viaggio nelle terre di Giuseppe Verdi, in provincia di Parma.

Per inviare la vostra Poesia di Viaggio trovate qui il bando completo

Terre verdiane

Il viaggio?  Un’avventura

un’emozione, un ricordo profumato,

un percorso tortuoso di memoria.

Fatta ad anse come quelle del fiume

Po, nella pianura delle terre verdiane.

Risuona dorato il pensiero che

va stentoreo e silente, all’ombra di una

villa di campagna.

La vista si posa su un calco in gesso di

mano che ha composto note

nei grigiori degli inverni e

nelle calure estive.

Pedalando assapori pane e

Culatello, morbido come

l’erba soffice della piana.

Proseguendo scorgi

Roncole mentre gusti

un gelato al gelso rosso,

Casa Barezzi si apre ricolma

di spartiti e di suoni

spenti ma vivi di note

che s’arrampicano sulle pareti.

Sotto i portici a Busseto

entri nelle locande,

e sulle note del Maestro

gusti una spongata

dal ripieno casereccio

di un impasto dolce e croccante.

Un cambio di passo e di

gusto, un altro locale e un

delizioso scartoss, un

cono di tocchetti di salame

misto a focaccia.

Un’ultima breve sosta

al limitare del ricordo

fra le note e gli aromi

padani si perde lontano

quel viaggio

nello spazio di un sogno.




Un weekend a Pavia per l’anno agostiniano

di Raffaele d’Argenzio

Sono qui a Pavia per un weekend, per celebrare l’anno agostiniano. Eccomi davanti alla Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dove si trovano le spoglie di Sant’Agostino, Dottore della Chiesa. Il richiamo per celebrare l’arrivo delle sue reliquie 1300 anni fa, è stato irresistibile.

Che fosse tumulato qui, pochi se ne ricordavano, pochi lo sapevano. Invece, i suoi contatti con la Lombardia sono profondi, infatti fu proprio Milano che si convertì e fu battezzato da Sant’Ambrogio. Inoltre abitò a Cassago Brianza. Insignito con il titolo di dottore della Chiesa, fu filosofo e grande studioso.

Tra le sue opere più celebri, ricordiamo, per esempio “Le Confessioni”, di cui ricordiamo un passo, scritto dopo la sua conversione. A me pare una bellissima poesia d’amore. D’amore per Dio.

«Tardi ti ho amato, Bellezza così antica

e tanto nuova, tardi ti ho amato.

Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori:

lì ti cercavo.

……..

Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità;

balenasti e il tuo splendore dissipò la mia cecità;

diffondesti la tua fragranza,

respirai ed ora anelo verso di te;

ti gustai ed ora ho fame e sete di te;

mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace.»

(Confessioni X, 27.38)

La Mostra ai Musei Civici

Agostino è nato in Algeria, a Tagaste, nel 354 d.C ed è morto a Ippona, città di cui è stato vescovo, nel 430 d.C. Le sue spoglie furono prima portate a Cagliari nel 507 o nel 508, quando i vescovi furono costretti a lasciare il Nord Africa dopo l’invasione dei Vandali. Le sue spoglie restarono nella città sarda per circa 200 anni, finché il re dei Longobardi Liutprando non le fece trasportare a Pavia, che allora era la capitale longobarda. Ecco allora un percorso per ricordarlo, qui a Pavia,

Particolare dell’Arca di Sant’Agostino

Un itinerario sulle tracce di Sant’Agostino

Per tutto il mese di dicembre, Pavia celebra l’Anno Agostiniano con una serie di iniziative dedicate alla figura del Dottore della Chiesa. Da non perdere, per esempio, la mostra interattiva e immersiva “Sant’Agostino. La luce e l’immagine”, con visita alle opere conservate nelle varie sezioni dei Musei Civici del Castello Visconteo. Si tratta di uno splendido percorso tra arte e storia, in cui pensiero e colore si intrecciano dando vita a un itinerario incredibile e di grande fascino per i visitatori, bambini compresi, che potranno “dialogare” con l’arte grazie alle magie della moderna tecnologia. Al termine della visita, ai partecipanti sarà offerta una degustazione di prodotti tipici del territorio. Consigliata la prenotazione.

INFO: tel 0382/399790, touristinfopoint@comune.pv.it

I tour guidati e l’ospitalità diffusa

Ogni sabato, poi, sono in programma tour guidati che partono dalla visita alla mostra presso i Musei Civici e proseguono toccando gli edifici religiosi e i luoghi storici e della vita cittadina legati alle vicende di Sant’Agostino, come la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, che ne custodisce le spoglie dal 723 d.C, l’Università degli Studi di Pavia e la Basilica di San Teodoro, dove si potranno ammirare quadri e altre espressioni artistiche dedica ad Agostino di Ippona.

Per valorizzare sempre più Pavia come città turistica, poi, l’Assessorato al Turismo ha promosso il progetto Circuito di Accoglienza e Ricettività, che coinvolge ristoranti, bar, alberghi e attività della città, che hanno scelto di inserire nella propria offerta un prodotto ispirato alla figura di Sant’Agostino. L’iniziativa prevede il rilascio di un passaporto turistico che segnala i principali luoghi da visitare in città, legati alla figura del Santo. Al raggiungimento di tre timbri, sarà possibile ricevere un omaggio della città.

La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro che custodisce le spoglie di Sant’Agostino

DOVE MANGIARE

Locanda del Carmine, piazza del Carmine 7/A, tel 0382/29647, www.locandadelcarmine.com Locanda bistrot con menù che propone una rivisitazione di classe dei piatti locali.

INFO

https://paviacittadisantagostino.it/

 

 




I 12 Top Weekend Premium 2024

Quali sono le destinazioni italiane da mettere in agenda per il 2024, oltre le classiche Roma, Firenze, Milano, Napoli, Venezia? Lo abbiamo chiesto alla redazione, a validi esperti e a illustri firme* di Weekend Premium, che da sempre promuove le eccellenze scegliendo le destinazioni migliori. Abbiamo letteralmente “messo ai voti” alcune mete della nostra bella Penisola: ecco i 12 TOP Weekend Premium 2024, uno al mese, in ordine alfabetico.

*Hanno votato i TOP Weekend (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchi Andreotti, Benedetta d’Argenzio, Francesca Binfaré, Marina Cioccoloni, Damiano De Crescenzo, Giovanna Ferrari, Manuela Fiorini, Antonio Marangi, Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Cesare Zucca.

1. AOSTA, COGNE E GRAN PARADISO (VALLE D’AOSTA)

Se amate la montagna, la storia e gli spazi verdi, o innevati in inverno, regalatevi nel 2024 un weekend in Valle d’Aosta. Dedicate il primo giorno per vedere Aosta, l’antica Augusta Praetoria, suo primo nome latino, essendo stata fondata dai Romani nel 1158 a.C. in posizione strategica per accedere alla Via delle Gallie. Tantissime le vestigia romane da ammirare in città, su cui spicca l’Arco di Augusto, del 25 d.C. Impossibile non notare poi la Porta Pretoria, ingresso orientale alla città.

Splendido anche il Criptoportico forense, nell’area del foro romano, che congiungeva il tempio di Auguro e quello dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Superbo il Teatro Romano, oggi inglobato nel Monastero delle Suore di Santa Caterina. Cuore dello shopping è invece la centrale Piazza Cavour, con negozi e locali. Alle spalle della piazza, si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. Tra i musei da non perdere, invece, c’è il MAR – Museo Archeologico, insieme all’Area Megalitica. Da Aosta spostatevi poi nel delizioso paese di Cogne, a circa 40 minuti dal capoluogo, porta di Accesso al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

2. AQUILEIA E GRADO (FRIULI VENEZIA GIULIA)

Con Ravenna e Brescia, Aquileia è il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è una delle mete da mettere in lista per un weekend nel 2024. La sua storia è veramente tutta da scoprire. Fondata nel 181 a.C. dai Romani come colonia militare, è diventata presto una delle principali città dell’Impero, grazie alla sua posizione strategica sulle rive del fiume Natisone, che all’epoca era navigabile, e a pochi chilometri dal mare. Fulcro del sito UNESCO è il foro romano con la splendida Basilica.

Da non perdere il Porto Fluviale, uno degli esempi meglio conservati nel mondo romano. Tra i Musei da non perdere c’è poi il Museo Archeologico Nazionale, che racconta la storia della città dalla sua fondazione. Durante una visita ad Aquileia, poi, imprescindibile un assaggio del Prosciutto di San Daniele Dop. Tra gli altri prodotti tipici c’è anche il salam tal aset, un salame fresco cotto nell’aceto e nelle cipolle. A 14 km da Aquileia si trova poi la bellissima Grado, con le sue spiagge e gli sport acquatici, ma bella anche in inverno con i suoi presepi galleggianti. 

3. CASERTA CON LA REGGIA E SAN LEUCIO (CAMPANIA)

Se non ci siete ancora stati, Caserta vale certamente un weekend nel 2024. La città infatti ha molto da offrire, a partire dalla celeberrima Reggia, a cui dedicare un’intera giornata. Gareggia in bellezza con la famosa reggia di Versailles ed è un inno al Barocco, al Neoclassico e alla sontuosità, tempio dell’arte e della bellezza con gli splendidi Giardini Reali e i parchi del complesso Vanvitelliano.

Tuttavia, lasciati gli sfarzi della reggia borbonica, vale la pena dedicare il secondo giorno alla visita di Casertavecchia, che dista circa 10 km da Caserta, splendido borgo medievale di origine longobarda. Qui, Pier Paolo Pasolini ambientò il suo Decameron, nel 1971. Si trova a 400 metri di altezza alle pendici dei Monti Tifanini e si presenta come un dedalo di case e antichi palazzi, sovrastati dal campanile del Duomo e dalle vestigia del suo castello. Un’altra frazione di Caserta che vale una visita è San Leucio, a 3,5 km dal centro. Nata come città utopistica, fondata da Ferdinando IV di Borbone per ritirarsi dalla vita di corte dopo la morte del primogenito, rispettava criteri urbanistici rigorosi, con case dotate di servizi igienici e acqua corrente. Qui c’era anche una fiorente produzione industriale di seta, apprezzata in tutto il mondo. Anche oggi, si può vedere quello che resta del setificio.

4. CASTELSARDO (SARDEGNA)

In posizione superba al centro del golfo dell’AsinaraCastelsardo è splendida città d’arte (da vedere la smagliante pala del Maestro di Castelsardo nella concattedrale di Sant’Antonio Abate), famosa nel mondo per i riti della Settimana Santa, una tradizione secolare, portata avanti dalla confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo.

Giornata cruciale è quella del lunissanti, durante la quale si effettua un affollato pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu. Castelsardo si distingue per una cucina spiccatamente di mare. Fiore all’occhiello l’aragosta, cucinata alla Castellanese (in un soffritto cui si aggiungono sugo di pomodoro, peperoncino, limone, le uova dell’aragosta stessa più la parte scura della testa) e all’Aragonese (in una salsa cremosa a base di aglio, olio, limone, prezzemolo, capperi e uova sode). Altro piatto tipico Sa Cassola, una zuppa di pesce del golfo. Tutto da accompagnare con un buon Vermentino di Sardegna.

 5. LUCCA (TOSCANA)

Nel 2024 Lucca celebra i cent’anni della morte del suo concittadino più celebre, Giacomo Puccini, con un fitto calendario di eventi. È quindi l’occasione giusta per un weekend nella città toscana, che quest’anno si è anche aggiudicata l’Oscar Italiano del Cicloturismo, assegnato alle ciclovie e alle città che promuovono il turismo sostenibile per la Ciclopedonale Puccini, lunga 58 km, che collega Lucca a Torre del Lago.

Ma Lucca colpisce anche per il suo impianto urbano, la sua arte e i suoi monumenti, tra cui l’anfiteatro romano del I sec. d.C, la Cattedrale di San Martino e i suoi tesori, tra cui la reliquia del Volto Santo, custodita in un tempietto nella navata sinistra. Nella sagrestia, invece, si trova una delle opere più famose di Jacopo della Quercia, il Sarcofago di Ilaria del Carretto. Da non perdere poi una visita al Museo dell’antica zecca, all’Orto Botanico e, naturalmente, alla Casa Museo di Giacomo Puccini, in cui il compositore visse fino a 22 anni.

6. MANTOVA E SABBIONETA (LOMBARDIA)

Entrambe Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Mantova e Sabbioneta hanno fatto parte dei domini della potente famiglia dei Gonzaga e si possono visitare entrambe in un weekend. Fondate secondo l’ideale di “città perfetta rinascimentale” hanno visto alternarsi i più grandi artisti del suo tempo, tra cui Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano. Mantova è anche la città natale del poeta Virgilio (è infatti di origine romana).

Un itinerario ideale parte da Ponte San Giorgio per poi arrivare nel cuore della città, il centro storico e ammirare, la Rocca di Sparafucile, il Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna. In Piazza Sordello si affacciano lo splendido Duomo e il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova. Imperdibile, invece, la visita a Palazzo Te, una delle più belle ville italiane capolavoro di Giulio Romano. 

Sabbioneta, la piazza

Dedicate il secondo giorno alla visita di Sabbioneta, accedendovi da Porta Vittoria o da Porta imperiale. Arrivate a Piazza Ducale per ammirare la facciata del Palazzo Ducale, fulcro della vita politica di Vespasiano Gonzaga. Da non perdere, infine, le delizie della cucina mantovana, tra cui il risotto alla pilota, i tortelli di zucca, gli agnoli, i tortelli amari, il bollito accompagnato dalla celebre mostarda, il cotechino e la torta sbrisolona.

7. MATERA (BASILICATA)

Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno.

Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda. Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

8. PAESTUM (CAMPANIA)

Un weekend a Paestum, da mettere in calendario in primavera vuol dire regalarsi un tuffo nella storia. Nota anche come Pesto, fino al 1926, la città è stata fondata dai coloni Achei nel VI secolo a.C.  La sua storia, tuttavia, continua ancora oggi, poiché offre la possibilità di visite archeologiche che ne testimoniano la sua unicità. In particolare è possibile ammirare zone sacre, come il santuario settentrionale e meridionale, ma anche il Foro d’epoca romana (l’antica agorà greca) con le sue strutture pubbliche, l’area abitativa, l’area termale e le mura difensive.

Il museo invece è organizzato in sezioni diverse che, tramite racconti ed immagini, raccontano la storia di Paestum a partire dall’età preistorica e protostorica, la Poseidonia d’epoca greca per poi finire con la colonia romana. Inoltre è possibile ammirare le metope arcaiche del favoloso Tempio di Hera collocate presso la foce del Sele.

9. PESARO (MARCHE)

Pesaro, patria di Gioacchino Rossini, Città creativa per la musica Unesco, è Capitale italiana della cultura, teatro per tutto il 2024 di un cartellone di circa mille eventi. Due su tutti? Il Rossini Opera Festival in una super edizione e la mostra evento su Federico Barocci ai Musei Civici, scrigno della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini.

Un capolavoro del Rinascimento maturo, che incanta per le misure monumentali, il minuzioso lavoro di carpenteria, l’impalcatura prospettica, la luce di una pittura capace di trasformare in smalto i colori. Da vedere, ancora, il Museo nazionale Rossini, che racconta il grande compositore in chiave multimediale, e Villa Imperiale, progettata da Gerolamo Genga e decorata, tra gli altri, da Bronzino e Dosso Dossi per gli svaghi estivi di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino.

10. SPELLO (UMBRIA)

Un weekend a Spello, splendido borgo dell’Umbria, in  provincia di Perugia, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, consente di unire arte, storia e gusto. Il periodo migliore? La nona domenica dopo Pasqua per assistere alla celebre Infiorata del Corpus Domini, un evento molto suggestivo per il quale il borgo umbro è famoso in tutta Europa.

Durante la notte, gli infioratori tappezzano le vie del centro storico di tappeti floreali per consentire a tutti di ammirarli fin dal mattino successivo. Durante la visita, entrate dalla grandiosa Porta Consolare e percorrete i suggestivi vicoli, ammirando scorci e panorami, e fermandovi per ammirare i beni artistici, come la chiesa Santa Maria Maggiore con affreschi del Pinturicchio, Sant’Andrea e San Lorenzo. Uscendo da Porta Venere, poi, si ammirano le belle Torri di Properzio. Da non perdere i piatti della tradizione, tra cui gli gnocchi di patate al sugo d’oca, gli strangozzi al tartufo nero e la Torta al Testo, di antica origine romana.

11. TORINO (PIEMONTE)

Compie duecento anni il Museo Egizio di Torino, nella top 10 delle attrazioni turistiche più amate d’Italia. Per il bicentenario si presenta con un nuovo look, che riempie d’orgoglio questa superba città d’arte, che brulica di musei d’eccezione meno mediatici e tutti da scoprire. Esempi? La Galleria Sabauda, pinacoteca con collezioni da capogiro.

Il Museo Civico in Palazzo Madama, 70mila opere dall’Alto Medioevo al Barocco, tra cui quel Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, vertice della ritrattistica rinascimentale. La Biblioteca Reale, custode di un corpus inestimabile: ben tredici fogli autografi di Leonardo da Vinci, tra i quali il celeberrimo Autoritratto, e un manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli.

12. URBINO (MARCHE)

Un weekend a Urbino offre molti spunti interessanti. In pieno centro storico, per esempio, si trova l’Oratorio di San Giovanni con il suo meraviglioso ciclo di affreschi quattrocenteschi, opera dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino, tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A circa 2 chilometri da centro, in piena campagna, sorge invece la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro.

Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura. Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo.

52 “WEEKEND PREMIUM”, UNO PER OGNI SETTIMANA

 Ai 12 TOP Weekend ne seguono altri 40, uno per ogni settimana dell’anno. Forse sarà difficile farli tutti, ma progettiamo di andarci, ci servirà per conoscere meglio la nostra Italia.

  1. Alberobello (BA)
  2. Alba – Grinzane Cavour (CN)
  3. Arzachena (SS)
  4. Bertinoro e Cesena (FC)
  5. Bodio Lomnago (VA) e il villaggio sommerso
  6. Bologna e Imola (Parco dei Gessi e Terme)
  7. Camerino (MC)
  8. Castelbuono (PA)
  9. Castel San Vincenzo (IS)
  10. Castiglioncello (LI)
  11. Catania/Etna
  12. Chioggia
  13. Cinque Terre (SP)
  14. Civita di Bagnoregio (VT)
  15. Cremona
  16. Dobbiaco (BZ)
  17. Este (PD)
  18. Catania ed Etna
  19. Forlì
  20. Gradara (PU)
  21. Gubbio (PG)
  22. Ischia
  23. Isernia
  24. Lierna (LC)
  25. Monferrato e Astigiano
  26. Oneglia (IM)
  27. Padova, con i Colli Euganei
  28. Pompei, con la Grande Pompei
  29. Portovenere
  30. Ravenna
  31. Sappada (UD)
  32. Sarzana, Luni/Valle del Magra (SP)
  33. Scanno e Sulmona (AQ)
  34. Siracusa
  35. Sorrento
  36. Termoli (CB)
  37. Trapani
  38. Trani/ Castelmonte
  39. Trento
  40. Udine



È il lungo weekend dell’Immacolata! Ecco che cosa fare

Quello che sta per arrivare sarà un lungo weekend. Prepariamoci quindi al Ponte dell’Immacolata, che va dall’8 al 10 dicembre e inaugura il lungo periodo delle festività. Ancora non avete deciso che cosa fare? Ecco qualche consiglio nella nostra rubrica settimanale per entrare nella magica atmosfera delle feste.

A Milano c’è il Christmas Magic, il villaggio di Natale più grande d’Italia

Dal 7 dicembre al 7 gennaio, a Milano, presso Allianz Mico, nel cuore di CityLife si può vivere la magia del Natale con A Christmas Magic, il villaggio di Natale coperto più grande d’Italia con tante irresistibili attrazioni per grandi e piccoli. L’enorme spazio di più di 20 mila mq si trasformerà in un luogo incantato, tra luci, installazioni e magia.

Tra le attrazioni più spettacolari c’è la Via del Ghiaccio, la pista di pattinaggio interna più lunga d’Italia, che si inoltra fra sentieri incantati pensati per esploratori e pattinatori di tutti i tipi e si snoda lungo l’intero spazio del villaggio. Non può mancare, poi, un bosco incantato vero e proprio, con suoni misteriosi, apparizioni di animali magici e un tunnel segreto che porterà ad ammirare una splendida aurora boreale. Chi preferisce esplorare lo spazio, invece, avrà a disposizione il Luna Express, per scoprire che il Natale si festeggia anche nel cosmo! Ingresso: da € 22.

INFO: https://christmasmagic.it/

A Ornavasso (NO) torna la Grotta di Babbo Natale

Dall’8 al 10 dicembre, dalle 9 alle 15, a Ornavasso, in provincia di Novara, si può visitare la magica e unica Grotta di Babbo Natale, ricavata nell’antica cava da cui fu estratto anche il marmo per costruire il Duomo di Milano. Si percorre una galleria di 200 metri con installazioni natalizie e si arriva quindi al cospetto di Babbo Natale, che accoglierà i bambini e sarà anche possibile ritirare una foto omaggio direttamente in loco, dopo la fine della visita.

Per la visita alla Grotta si lascia l’auto a Ornavasso e si sale a bordo del trenino turistico in piazza XXIV maggio. Dopo essere scesi dal trenino, ci si incammina lungo il sentiero dei Twergi, gli elfi di Babbo Natale, di circa 600 metri, e si ammirano le loro casette in legno. Si entra poi nella grotta di Babbo Natale e ci si incammina nel tunnel di magiche luci. Durata complessiva circa 2 ore. La grotta si potrà visitare anche il weekend del 16 e 17 dicembre, il 23 e il 26 dicembre. Da Ornavasso, poi, in 15 minuti si può raggiungere Stresa per visitare i mercatini di Natale e le vie dello shopping con decorazioni a tema. Ingresso alla grotta: da € 17,90.

INFO: www.grottadibabbonatale.it

A Genova si visita la Città Vecchia di Faber

Venerdì 8 dicembre, alle 15, a Genova si può prendere parte a una passeggiata urbana gratuita sui luoghi cari a Fabrizio De André. Si visiteranno alcuni dei luoghi più cari al cantautore nel centro storico di Genova e quelli che lo hanno ispirato nelle sue canzoni. Da “Via del Campo” a “La città vecchia” fino a quelle contenute nel celebre album “Creuza de ma” del 1984.

Si parte alle 14.45 dallo spazio-museo Viadelcampo29rosso, in via del Campo 29r, dedicato alla scuola genovese dei cantautori, dove si potranno ammirare dischi in vinile originali, memorabilia e la mitica “Esteve 97”, la chitarra che accompagnò Faber nel suo ultimo tour 1997/98. È prevista anche una degustazione di prodotti tipici del territorio presso “Pesto per amore” al Porto Antico, durante una delle tappe della passeggiata. Il tour si tiene anche sabato 30 dicembre. Prenotazione obbligatoria.

INFO: tel 320/8809624 – 010/2474064, info@viadelcampo29rosso.com, www.solidarietaelavoro.com

A Bologna arriva la magia di Harry Potter con Magolandia

Sabato 9 dicembre, nella splendida cornice di Rocca Isolani (in via Garibaldi 1), a Minerbio, in provincia di Bologna, gli appassionati della saga di Harry Potter, grandi e piccoli, potranno vivere una magica esperienza a Magolandia. Una volta giunti a Palazzo della Torre si verrà smistati nelle varie Case dal Cappello Parlante. Dopodiché i Professori della Scuola di Magia e Stregoneria terranno ognuno una lezione. Si comincia da Pozioni, per apprendere l’antica arte che consentirà di “stregare la mente, irretire i sensi e imbottigliare la fama”. Seguirà Divinazione per imparare a leggere il futuro nelle antiche Rune e, infine, Erbologia, per imparare a invasare la propria Mandragora.

L’esperienza ha una durata di 70 minuti e sono previsti turni alle 10, 11.30, 14.30, 16 e 17.30. Biglietto unico: € 20. L’esperienza è adatta a tutti coloro che vorranno mettersi in gioco. Bambini a partire da 1 metro. I minori di 12 anni devono essere accompagnati da un adulto, dai 12 ai 18 anni da soli solo con liberatoria dei genitori.

INFO: experienze.it

A Roma torna Giftland, la Città del Regalo

Dall’8 al 10 dicembre, torna presso i locali dell’Ex Deposito ATAC, in via Tuscolana 179, a Roma, Giftland – La città del Regalo. Dalle 10 alle 20 si potrà passeggiare in un’area di seimila mq e trovare tante idee regalo uniche tra artigianato locale, opere di artisti e illustratori, vintage, handmade, home decor, design e stilisti, vinili e libri, abbigliamento, giocattoli, cosmesi bio, decorazioni natalizie, ghirlande, piante, fiori, panettoni artigianali e dolci natalizi. E, a fare da colonna sonora, ci saranno i live delle band emergenti, che proporranno i classici natalizi in versione indie.

Non può poi mancare lui, Babbo Natale, che si aggirerà tra gli stand e sarà disponibile per foto, stories e tik tok in un vero e proprio set fotografico allestito per l’occasione. Per i più piccoli, ci sarà un’area giochi e una zona in cui potranno vedere in diretta come nascono alcuni prodotti venduti al mercatino. All’appello non mancheranno nemmeno biscottini natalizi, cioccolate calde, panettoni artigianali e spezie. Ci sarà anche la Casetta di Babbo Natale con lo spazio per scrivere e imbucare le letterine e tanti laboratori a tema. Ingresso gratuito con offerta libera.

INFO: www.vintagemarketroma.it

A Napoli arriva il Villaggio Contadino di Natale

Dal 7 al 9 dicembre, in Piazza Municipio, a Napoli, dalle 9 alle 23, torna il Villaggio Contadino di Natale di Coldiretti, che offre la possibilità di vivere una giornata da contadino tra le aziende agricole e i loro prodotti, sui trattori, a tavola con le specialità 100% italiane, in sella ad asini e cavalli o nelle fattorie didattiche per imparare a preparare la mozzarella, impastare il pane o fare l’orto. Sarà anche l’occasione per acquistare regali di Natale unici con i prodotti di Campagna Amica a km zero, direttamente dai produttori provenienti da tutta Italia.

Non mancheranno nemmeno buoi, asinelli, maialini e altri animali della fattoria per sostenere le stalle e i pascoli a rischio scomparsa. Si va dalla mucca Agerolese della penisola sorrentina alla pecora Laticauda, dalla coda grassa e larga, fino alla capra Napoletana che pascola alle falde del Vesuvio. SI potranno anche scoprire le golosità regionali di Natale con i tutor dei dolci della nonna, scoprire le curiosità della pizza nei diversi continenti e imparare le ricette regionali italiane con i cuochi contadini.

A soli 8 euro, poi, si potranno gustare le specialità della tradizione campana e non solo, tra cui ziti spezzati con ragù di maialino nero casertano, carne cà pummarola, lagane e ceci di Cicerale, pappacelle, lardiata con pomodorino del piennolo, salsiccia e friarielli, frittata con cipolla ramata di Montoro, pasta fagioli e cozze e polpo alla lucana. Si potranno frequentare anche lezioni di agricosmesi e scoprire i trucchi di bellezza della nonna, imparare a realizzare decorazioni natalizie green e scoprire i pacchetti vacanza degli agriturismi di Campagna Amica Terranostra.

INFO: www.coldiretti.it




Torna il Mercatino di Natale di Bolzano. Ed è subito magia

A Bolzano si sono accese le 1300 luci del grande albero di Natale, alto 20 metri, nella centrale Piazza Walther e si è alzato il sipario su uno degli eventi più attesi di tutto l’anno, il Christkindlmarkt, il tradizionale Mercatino di Natale giunto alla sua 32° edizione. L’aria profuma di cannella e spezie, di legno di montagna, di dolci fatti in casa e di vin brulé, e le bellissime casette di legno che abbracciano la piazza si riempiono di palline colorate, ninnoli e ciabattine di panno, tovaglie ricamate, lanterne, carillon, angioletti, presepi e statuine di legno, e di mille manufatti di artigianato altoatesino da cui è impossibile non lasciarsi incantare.

Una festa che coinvolge tutta la città

Fino al 6 gennaio 2024, a Bolzano la magia del Natale invade tutta la città: per le vie del centro, nei cortili, in piazza e nel parco Alcide Berloffa è una grande festa di luci, decori, alberi, cori e note di suonatori di corno alpino e canti natalizi. Oltre alla piazza principale, dove verranno allestiti ben 65 chalet in legno e al Parco di Natale (Parco Alcide Berloffa) che ospiterà altri 32 stand, Il Mercatino toccherà altri luoghi della città, come il vicino cortile di Palais Campofranco con il suo gigantesco Ginkgo biloba e le piazzette tra le case medievali del centro storico (piazza del Grano e del Municipio), con un calendario ricco di eventi: dai programmi musicali, al trenino elettrico che dalle ore 10 alle 16 permette di godersi la città da piazza Walther a piazza Gries e ritorno.

Tra gli chalet di legno che offrono artigianato artistico e delizie gastronomiche, speck e salumi dell’Alto Adige, tornano anche quest’anno la Wine Lounge con una selezione di vini autoctoni (come il Santa Maddalena e il Lagrein) ma anche di spumanti tipici dell’Alto Adige, e lo stand dedicato a grappa e distillati al Parco Berloffa.

Comune di Bolzano, Circolo Cittadino e Palazzo Mercantile ospiteranno invece l’ottava edizione di Un Natale di Libri e non solo, la passerella culturale che vedrà scrittori di fama presentare i loro ultimi best-seller: Anche l’arte contemporanea trova spazio in “Bolzano Città degli Angeli” con progetto “Angelus Loci”: in quattro luoghi della città troveranno posto altrettante originali installazioni site specific realizzate da artisti locali, ognuno dei quali ha scelto materiali e forme diverse per rappresentare il suo “angelo del luogo”.

Ogni sabato poi, alle ore 11, BZ Heartbeat presenta lo spettacolo su ghiaccio “Lo Schiaccianoci” nel bellissimo patinoire allestito nella piazza del Municipio. Mentre Piazza del Grano ospiterà il consueto mercatino solidale.

La festa dei più piccoli

Nel Parco di Natale i bambini potranno ammirare la magica Stella di Natale con le sue mille luci. Ma non potranno nemmeno resistere a un divertente giro sulla giostra in sella a un magico cavallo, a una corsa sul trenino elettrico in piazza Walther, al teatrino dei burattini o al pattinaggio su ghiaccio o alle tante attività creative e i laboratori a loro dedicati, come il divertente workshop che ogni mercoledì, nel cortile di Palais Campofranco, dalle 15 alle 17, consentirà loro di creare angeli natalizi da portare a casa.

La caccia al tesoro

La visita al Mercatino di Natale di Bolzano può trasformarsi anche in un’esperienza culturale divertente alla scoperta dei musei cittadini con l’iniziativa “Find & Win” per scoprire il lato artistico della città attraverso una “caccia al tesoro” andando alla ricerca di alcuni codici QR nascosti nei vari musei: basterà poi scansionarli per accedere a un quiz e partecipare così all’estrazione di uno dei numerosi premi in palio. Inoltre, visitando i musei si otterrà anche il Museum Passport, con tanto di timbro per ogni mostra visitata.

Un Mercatino sempre più green

Anche quest’anno le casette del Mercatino di Natale di Bolzano s’impegnano a favore dell’ambiente e del rispetto per la natura utilizzando prodotti regionali e a basso impatto ambientale, una gestione efficace dei rifiuti, risparmio energetico e mobilità sostenibile. Inoltre, le brochure dedicate saranno stampate su carta 100% riciclata, verranno usate posate e stoviglie riutilizzabili, si eviterà l’uso di bibite in lattina e gli stand gastronomici proporranno cibi e bevande stagionali, regionali, vegetariani e con ingredienti biologici e solo acqua in vetro con il marchio “Mercatino di Bolzano”.

Cogli l’occasione

Il pacchetto “Magie d’Avvento e Capodanno a Bolzano”, valido dal 30 novembre al 6 gennaio con arrivo domenica, lunedì o martedì, offre 3 pernottamenti per 2 persone in camera doppia con colazione (se non altrimenti indicato), partecipazione gratuita a una visita guidata del programma settimanale, ingresso gratuito al Museo Mercantile e a Castel Roncolo, la tazzina da collezione del Mercatino di Natale con il design esclusivo di questa edizione e un assaggio di biscotti natalizi. I prezzi variano in base alla struttura prescelta

INFO

www.mercatinodinatalebz.it




È arrivato dicembre! Ecco che cosa fare nel weekend

Con l’arrivo di dicembre lo spirito del Natale entra nel vivo. Tra mercatini, luminarie, eventi dedicati allo shopping e ai regali da Nord a Sud c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ecco allora i nostri consigli su che cosa fare e dove andare il 2 e 3 dicembre nella nostra rubrica settimanale dedicata agli eventi del weekend.

A Torino il Mercato Centrale si accende con la magia del Natale

Dal 1° al 3 dicembre, il Mercato Centrale di Torino, in Piazza della Repubblica 25, si accende con un grande evento dedicato al Natale. Si comincia venerdì 1° dicembre, alle 19.30 con la festa di apertura che prevede l’esibizione a cappella, all’esterno, del Free Voices Gospel Choir, al quale seguirà l’accensione delle luminarie che per tutto il mese di dicembre coloreranno la facciata del Mercato. I visitatori saranno poi ospitati all’interno per un brindisi di Natale e l’esibizione del Coro Gospel.  Sabato 2, dalle 11 alle 12, si potrà prendere parte al divertente Live test Thimus, un test neuroscientifico per esplorare come reagisce il cervello agli stimoli olfattivi e gustativi, grazie alle degustazioni di gelato offerte dalla bottega Il Gelato di MOOU – Gelateria Artigianale.

Alle 12, invece, è prevista una degustazione di panettone e Prosecco della Valdobbiadene di Val d’Oca, mentre alle 15 è in programma la premiazione dei 30 migliori artigiani produttori di panettoni e pandori con gli esperti di Dissapore. Domenica 3 dicembre, dalle 10 alle 18, presso lo Spazio Fare al 2° piano, sarà allestito un mercatino natalizio con artigiani e produttori. Sarà un’ottima occasione per acquistare i regali e farsi confezionare cesti natalizi. Per i più piccoli, alle 16, nel plateatico delle Antiche Ghiacciaio, ci sarà lo spettacolo natalizio di pupazzi parlanti “Zimba e la magia del Natale”. Per tutto il periodo delle feste, poi, il Mercato Centrale ospiterà l’installazione di Marco Lodola “Tutti giù per terra”. Tutti gli eventi sono gratuiti, ma con prenotazione obbligatoria.

INFO: www.mercatocentrale.it , info.torino@mercatocentrale.it

A Milano torna Artigiano in Fiera

Inaugura sabato 2 dicembre, e si potrà visitare fino al 10, la 27° edizione di Artigiano in Fiera, che come sempre sarà ospitata nei padiglioni di Milano Fiere (Strada Statale Sempione 28, a Rho). Dalle 10 alle 22.30 si potrà vivere un fantastico viaggio tra creatori di bontà e di bellezza provenienti da tutto il mondo e scoprire le culture e le tradizioni dei diversi Paesi con oggetti e decorazioni natalizie interamente realizzati a mano.

Quest’anno, poi, la manifestazione è stata estesa a otto padiglioni, uno in più dell’anno scorso. Il tema scelto per l’edizione 2023 è “Creatori di bellezza e di bontà” per valorizzare il lavoro e il talento di migliaia di artigiani che si ritroveranno per nove giorni in un’unica casa per lavorare e fare conoscere al pubblico le loro opere uniche e originali.  L’ingresso è gratuito.

INFO: www.artigianoinfiera.it

A Monghidoro (BO) un trekking sulla Via dei Presepi

Domenica 3 dicembre, nel bolognese, è in programma un trekking sull’Alpe di Monghidoro, il paese di Gianni Morandi, incastonato sull’Appennino bolognese al confine con la Toscana. Si camminerà nella natura, tra panorami, risate e vin brulé. Dalla cima, poi, si godrà di una splendida vista panoramica che spazia da San Luca alle Alpi innevate.

Imperdibile la Via dei Presepi, un sentiero che attraversa un bosco e tocca alcune rappresentazioni della Natività. Il percorso è di circa 12 km, il dislivello di 500 metri. Difficoltà: medio -facile e alla portata di chi è abituato a fare escursioni. La partenza è alle ore 10 da Monghidoro, con possibilità di organizzarsi da Bologna per il trasferimento con mezzi propri. Quota di partecipazione: € 18. Prenotazione obbligatoria.

INFO: tel 331/4057605, samuele@scomfortzone.com

A Firenze arriva il Mercatino di Natale nordico

Nel weekend del 2 e 3 dicembre, la Sala dei Marmi del Parterre, in Piazza della Libertà 12, a Firenze, ospita il Mercatino di Natale nordico. I visitatori potranno immergersi in un’atmosfera natalizia del Nord Europa, scoprire e acquistare prodotti artigianali, decorazioni natalizie, libri, giocattoli, oggetti vintage e di design.

Non mancheranno nemmeno dolci, cioccolato, caramelle e altre golosità provenienti dal Nord Europa e tante idee regalo da mettere sotto l’albero. In programma anche attività pensate per i più piccoli, fra cui laboratori didattici e letture di fiabe sotto l’albero. Si potrà anche visitare un’esposizione di opere di artisti finlandesi e assistere a un’esibizione di brani tradizionali natalizie nordici.

INFO: www.joulutorifirenze.it

A Villa Borghese (Roma) c’è il Villaggio di Natale più grande d’Europa

Aprirà il 1° dicembre il Christmas World, il più grande Villaggio di Natale d’Europa, che sarà ospitato fino al 7 gennaio 2024 presso il Galoppatoio di Villa Borghese, a Roma.  Nello storico parco della Capitale sarà allestita un’area di 50 mila mq per celebrare il Natale nelle diverse città del mondo, riprodotte da artisti italiani. Christmas World vuole infatti essere un viaggio immaginario in otto città della Terra: Roma, Parigi, Londra, Tokyo, New York, Berlino, Nuova Delhi e la Lapponia di Babbo Natale, esplorando esperienze e tradizioni uniche e autentiche, dalla cultura all’enogastronomia.

Oltre al parco tematico, poi, quest’anno sono in programma 6 musical con musiche e sceneggiature originali che coinvolgeranno 700 attori e 2000 spettatori seduti. Non mancherà nemmeno una pista di pattinaggio di 800 mq, il Presepe più Grande d’Italia, concerti Gospel, parate e tante attività per grandi e piccini. Tra le novità di quest’anno l’area Wonka, dedicato alla magia del film ispirato alla Fabbrica di Cioccolato che uscirà in concomitanza delle festività natalizie.

INFO: www.christmasworld.net

A Bagheria (PA) una visita notturna alla Villa dei Mostri

Sabato 2 dicembre, Bagheria, è in programma una serata di visite serate alla misteriosa Villa dei Mostri. Si tratta di Villa Palagonia (in Piazza Garibaldi 3, a Bagheria), una splendida dimora nobiliare fatta costruire nel 1715 da Ferdinando Francesco I Gravina Cruyllas, principe di Palagonia e famosa per le statue mostruose che circondano la villa, fatte aggiungere dal nipote del committente, Ferdinando Francesco II, detto il Negromante, che valsero alla dimora il nome di “Villa dei Mostri”.

Le visite si effettuano su turni (alle 18, 19.20, 20.40 e 21.20) e sono a numero chiuso e su prenotazione obbligatoria. Si potranno ammirare lo scalone monumentale a doppia rampa in marmo di Billiemi, la misteriosa Sala degli Specchi, gli affreschi settecenteschi raffiguranti le Fatiche di Ercole e i “mostri” che circondano la villa, ma anche la Sala dei ritratti, la sala neoclassico, l’alcova con decorazioni orientali e la sala cinese. Quota di partecipazione: intero € 7, ridotto € 3.

INFO: eventi@terradamare.org




12 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Manuela Fiorini

Dopo i 10 weekend da fare nel 2024 suggeriti da Beba Marsano, questa settimana vi presentiamo i 12 proposti, uno per ogni mese, sia in Italia che all’estero, da Manuela Fiorini, scrittrice, giornalista e firma di Weekend Premium.

Di Manuela Fiorini

Quali sono i luoghi che vorrei visitare, o in cui vorrei tornare il prossimo anno? Da questa semplice domanda sono partita per questo articolo, in cui ho voluto includere sia i luoghi che vorrei vedere sia quelli in cui sono stata e mi sento di consigliare ai lettori di Weekend Premium perché mi hanno colpita ed emozionata.

Italia

1.Trieste (Friuli Venezia Giulia)

Città di confine e dalle atmosfere mitteleuropee, ha incantato poeti e scrittori, tra cui James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba. Trieste merita un weekend nel 2024. Fatevi sorprendere dallo splendido Castello di Miramare e dal suo meraviglioso giardino, ammirando il mare dalle sue mura e dai balconi. Regalatevi poi una passeggiata lungo il Molo Audace, per ascoltare il rumore del mare e il canto dei gabbiani.

Il castello di Miramare

Se è possibile, fate una sosta in uno dei numerosi caffè storici che, tuttavia, sono belli da ammirare anche da fuori. Prendete poi la strada che da Trieste porta al borgo di Conconello per ammirare una vista mozzafiato sul golfo di Trieste. Un’altra bella passeggiata panoramica è quella della Napoleonica. Un sentiero, percorribile in circa un’ora, a circa 350 metri di altezza consente di ammirare e fotografare il golfo di Trieste e, in caso di giornate particolarmente terse, anche la costa della Slovenia e le Alpi sullo sfondo.

2. Sirmione (Lombardia)

Sirmione, in provincia di Brescia, è un piccolo gioiello incastonato sulle rive azzurre del Lago di Garda, con uno splendido centro storico che ha conservato la sua impronta medievale. Tra vicoli e stradine romantiche e senza tempo, spicca il Castello Scaligero, le cui mura sono bagnate dal lago ed è collegato alla terraferma da un ponte levatoio. Sirmione, poi, fu particolarmente cara al poeta romano Catullo, celebre per i suoi versi appassionati, che qui trascorreva molto tempo nella villa di famiglia. Che tuttavia non si tratterebbe delle celebri Grotte di Catullo, una villa romana la cui costruzione iniziò dopo la morte del poeta.

Non perdetevi una vista a questo splendido sito archeologico, che si affaccia sul lago, e al vicino Museo Archeologico. Mettete in lista anche una sosta relax alle Terme di Sirmione oppure una passeggiata alla scoperta delle spiagge lacustri di Sirmione, tra cui la selvaggia Spiaggia Giamaica, vicino alle Grotte di Catullo, la romantica Spiaggia delle Muse, sotto alle mura del castello Scaligero, da dove una bella passeggiata conduce al Lido delle Bionde.

3. Cinque Terre (Liguria)

Sono un gioiello che tutto il mondo ci invidia con la famosa “Via dell’Amore”, lo splendido sentiero panoramico che collega Manarola Riomaggiore, i due splendidi borghi liguri che insieme a Monterosso, Vernazza Corniglia formano, appunto, le Cinque Terre. Il territorio è incluso nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Un modo veloce e molto romantico per visitare questi suggestivi borghi marinari è salire a bordo del Cinque Terre Express il trenino panoramico che collega Levanto a La Spezia con un solo biglietto, consentendo di ammirare dal finestrino il panorama unico della costa ligure e fare tappa in ognuno dei borghi. Continuate poi fino a Portovenere, annoverato tra i “luoghi più romantici d’Italia”.  A poca distanza dalle Cinque Terre, si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti. Qui si rifugiava Lord Byron in cerca di ispirazione. E come non trovarla, tra case dai colori vivaci, barche che si fanno cullare dal mare e atmosfere quasi ovattate? Salite fino al castello Doria, per godere di una splendida vista su tutta la costa.

4. Val d’Orcia (Toscana)

Borghi medievali, castelli, abbazie, pievi e dolci paesaggi ammantati di vigneti dove nascono alcuni tra i vini più rinomati d’Italia, prima tra tutti il celebre Brunello di Montalcino. Tutto questo, e molto di più, è la Val d’Orcia, il territorio a sud di Siena che l’UNESCO ha dichiarato nel 2004 Patrimonio dell’Umanità. Un’idea per un weekend parte da Buonconvento, che si raggiunge seguendo le indicazioni dopo aver lasciato la Firenze-Siena. Il paesaggio è quello disegnato da morbide colline e filari ordinati di vigneti.

Il borgo di Montalcino, in Val d’Orcia

Fermatevi per una visita all’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, del XIV secolo. In puro stile senese, tra logge, finestre e terrecotte, cela al suo interno preziosi affreschi del Soloma e del Signorelli. Proseguite poi alla volta di Montalcino e dopo aver ammirato gli scorci del borgo e la sua splendida vista sulla Val d’Orcia, passare dall’abbazia di Sant’Antimo, che si dice sia stata edificata da Carlo Magno. Passate anche da Bagni San Filippo e da San Quirico D’Orcia, fino ad arrivare a Pienza, con lo splendido Palazzo Piccolomini e le sue torri “nata da un pensiero d’autore e da un sogno di bellezza”, come la definì Giovanni Pascoli.

5. Civita di Bagnoregio (Lazio)

Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, non solo è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, ed è parte della lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il borgo si staglia su un’altura di tufo con alle spalle 2500 anni, da dove si gode di un panorama mozzafiato. Si compone di due paesi, Bagnoregio, più moderna, e il borgo medievale di Civita, arroccato a 484 metri di altezza. A Civita si accede solo a piedi, percorrendo il suggestivo “ponte del diavolo” che la collega a Bagnoregio.

L’arco di Porta Maria, scavata nella roccia, introduce al dedalo di stradine, viuzze, piazzette dove il tempo sembra essersi fermato. Nella bella Piazza San Donato, la cui pavimentazione ricorda quelle medievali. Si trova la chiesa di San Donato del VIII secolo. Inoltratevi tra i vicoli su cui si affacciano portali, bifore e deliziose botteghe artigiane. Alcune viuzze si affacciano direttamente sul vuoto, dove lo sguardo spazia fino a perdersi nel fiabesco canyon della Valle dei Calanchi. Da non perdere la visita alla Grotta di San Bonaventura, biografo di San Francesco

6. Spoleto (Umbria)

Un weekend a Spoleto è da mettere in calendario nel 2024. Cominciate la vostra visita dalla Rocca Albornonziana, che domina la città e si divide in due aree, il Cortile d’Onore e il Cortile delle Armi, sede di un teatro all’aperto. Da qui parte il Giro della Rocca, una passeggiata panoramica da cui si ammira la splendida valle e la Cattedrale, e tocca la cima del Colle Sant’Elia. Poco dopo l’inizio del percorso si arriva a una galleria che porta alla parte bassa del centro storico, collegato otto blocchi scale mobili che, in poco più di 8 minuti, portano al Quartiere della Ponzanina, con la Basilica di San Salvatore, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, e alla Chiesa di San Ponziano con annesso il Monastero.

È uno dei simboli di Spoleto invece il Ponte delle Torri che unisce la Rocca e il Monteluco e misura 230 metri di lunghezza e 82 di altezza, con una visuale a strapiombo su un orrido. Scendendo verso il centro visitiamo quindi il bel Teatro Romano, risalente al I secolo. Prendete poi via Monterone fino a un incrocio. Sulla destra si trovano Palazzo Mauri, sede della Biblioteca Comunale, mentre a sinistra ci sono la Chiesa di Sant’Ansano e la Cripta di Sant’Isacco, risalenti ai secoli XI e XVIII. Più avanti troviamo anche l’Arco di Druso e Germanico, di epoca romana e, superandolo, si arriva alla Piazza del Mercato.

7. Matera (Basilicata)

Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno. Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda.

Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

9. Siracusa (Sicilia)

Siracusa è la meta ideale per un weekend di tarda primavera. Da non perdere il nucleo storico con Ortigia, un’isola abitata da circa 3000 anni, l’area archeologica di Neapolis e la necropoli rupestre di Pantalica, a circa 40 km dalla città. Cominciate la visita da Ortigia, collegata al resto della città dal Ponte Umbertino. A metà del ponte si trova il monumento ad Archimede. Da qui si raggiunge il Tempio di Apollo, del VI sec. a.C, il più antico di tutta la Sicilia. Prendendo a sinistra dal tempio si arriva all’Antico Mercato di Ortigia, una tappa per respirare la vera atmosfera di un mercato siciliano.

Proseguite ancora lungo via Matteotti fino alla Fontana di Diana e poi ancora fino a Piazza Duomo, definita “la più bella piazza di Sicilia”. Ammirate, la splendida Cattedrale barocca che mantiene al suo interno parte del colonnato del Tempio di Atena. Sulla piazza si trovano anche il Municipio, il Palazzo Vescovile, Palazzo Borgia e la Badia di Santa Lucia, dove ammirare “Il seppellimento di Santa Lucia” di Caravaggio.  Uscendo dalla chiesa e prendendo a destra si arriva all’estremità più meridionale di Ortigia, dove si trovano la fonte Aretusa e il Castello Maniace, fatto costruire da Federico di Svevia nel 1239.

9. Arzachena e i suoi borghi (Sardegna)

Chi sceglie la Sardegna per le vacanze estive, non può perdere una visita ad Arzachena, il comune capoluogo della Costa Smeralda. La città si trova a circa 10 km dalla costa. Circondata da montagne granitiche e da rocce cesellate dal vento, Arzachena ha un pittoresco centro storico, fatto di stradine e chiese di pietratra cui la bella Chiesa di Santa Maria della Neve. Poco prima dell’ingresso nel centro abitato si trova l’ingresso al nuraghe Albucciu del XV secolo a.C. Proseguendo sul sentiero per circa 100 metri si incontra il Tempietto Malchittu, teatro di sacrifici umani. Percorrendo Strada Li Lolghi in direzione di Luogosanto si trova invece la Necropoli Li Muri, il più antico sito archeologico della Gallura. Immettendosi sulla SP 14 si arriva poi al nuraghe La Prisgiona. E alla Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu.

Muraghe La Prisgiona ad Arzachena

Diversi per natura e paesaggio, ma entrambi da valere una deviazione, sono i borghi di San Pantaleo Cannigione, entrambi facilmente raggiungibili da Arzachena. San Pantaleo, nato agli inizi dell’Ottocento attorno a uno “stazzo” e a una piccola chiesa campestre, oggi, conserva ancora quel fascino antico, che si respira passeggiando tra le stradine che si inoltrano tra botteghe artigiane e localini, fino alla deliziosa piazzetta centrale, su cui si affaccia la chiesa e il monumento a papa Giovanni Paolo II. Prendendo da Arzachena prima la SS125 e poi deviando sulla SP13, dopo circa 10 km si arriva a Cannigione, con la piccola Chiesa di San Giovanni Battista. Proseguendo poi da Cannigione in direzione di Palau, costeggiando il Golfo di Arzachena, si incontrano i piccoli centri di La Conia e Tanca Manna, e le belle spiagge di Mannena, Barca Bruciata e Li Piscini.

Il borgo di Cannigione

Estero

10. Aberdeen (Scozia, Regno Unito)

Per un weekend fuori dalle solite mete, scegliete Aberdeen, nel cuore delle Highlands scozzesi. È conosciuta anche come “la città di granito”, perché il nucleo originario è stato edificato con le pietre colori grigio argento della Rubislaw Quarry, un tempo la cava più grande d’Europa. Nei giorni di sole, i raggi regalano alla città riflessi argentati, mentre in quelli nuvolosi, o di pioggia, il paesaggio urbano sembra fondersi con il grigio del cielo.

Passeggiate lungi Union Street, la strada principale, ammirando gli edifici vittoriani, partendo da Castelgate, la zona più antica, dove sorgeva il castello di Roberto I di Scozia. Al centro della strada si erge la Mercat Cross, una croce del XVII secolo con sopra raffigurati i monaci Stuart. All’estremità orientale si trova invece la Salvation Army Citadel, la cui architettura è ispirata al castello di Balmoral. Sul lato settentrionale di Union Street, a duecento metri da Castelgate, si trova la Provost Skene’d House, uno degli edifici più antichi della città. Proseguite per un altro centinaio di metri per incontrare la St Nicholas Church, la Chiesa Madre di Aberdeen, con la guglia di granito del XIX secolo, il cui nucleo originario risale al XII secolo. Aberdeen è anche famosa per i manzi di razza Angus, dalla carne morbida e gustosa.

11. Bruges (Fiandre, Belgio)

Per regalarvi un weekend romantico, da vivere con lentezza, andate a Bruges (o Brugge), nella pittoresca regione delle Fiandre, a nord del Belgio, dove le strade sono canali su cui si specchiano suggestivi edifici di pietra che sembrano usciti da una fiaba. La Venezia del Nord è un gioiello da assaporare con i suoi ritmi lenti. Passeggiate fino al Visitmarkt, l’antico mercato del pesce, con il suo colonnato di pietra del 1821. Non perdetevi poi una crociera sui canali, per ammirare la città dall’acque. Salite anche i 366 gradini del Belfort, il campanile del XIII secolo alto 83 metri e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per ammirare i tetti rossi e aguzzi dall’alto.

Vale una visita anche la Basiliek van het Heilig Bloed e ritagliatevi qualche ora per immergervi nell’arte custodita nel Groeningemuseum, la più importante pinacoteca di Bruges con la sua preziosa collezione di opere fiamminghe. Rilassatevi nel begijnhof, ammirando il ponte d’accesso del 1776, di fronte al quale di sono ristoranti, negozi di merletti e chioschi. Verso sera, fate una tappa al Brouwerij De Halve Maan, il birrificio della 
Brugse Zot, fondato nel 1856. Cenate poi al Den Dyver, dove ogni piatto è abbinato alla birra usata per la sua preparazione. Chiudete la serata nel pub più vecchio di Brugge, il pittoresco Herberg Vlissinghe dove, si racconta che il pittore Rubens pagò con una moneta che dipinse su uno dei tavoli.

12. Lisbona (Portogallo)

Se non l’avete ancora visitata, nel 2024 programmate un weekend lungo a Lisbona. Per visitare la capitale portoghese, salite con il tram 28E in Rua de Conceição, vicino a Praça do Comércio, e scendete vicino al Castelo de São Jorge, risalente all’XI secolo, quando la città era sotto il dominio dei Mori. Qui si sono alternati Crociati, nel 1147, casate reali, prigionieri illustri ed è stato teatro di incoronazioni e battaglie. Fermatevi per una degustazione al Wine Bar do Castelo prima di proseguire con una passeggiata tra i suggestivi vicoli dell’Alfama.

Visitate il Museo do Fado, che ripercorre la storia e i protagonisti del canto e della musica portoghese. Passate la serata alla Mesa de Frades con la sua sala rivestita dagli azuleyos, per ascoltare il fado più autentico. Non mancate una visita poi alla Sé de Lisboa, la fortezza simbolo della città e dell’intero Paese, costruita nel 1150 nel luogo dove prima sorgeva una moschea, subito dopo la riconquista dei cristiani. Salite poi in cima all’Arco da Rua Augusta per una strepitosa vista dall’alto del centro.

CHI È MANUELA FIORINI

Modenese di nascita e di origini italiane, greco-cipriote e inglesi, è giornalista freelance e scrittrice per settimanali e riviste. Scrive di turismo, enogastronomia, salute e benessere. Come narratrice ha pubblicato alcuni romanzi, libri di enogastronomia e racconti in diverse antologie e riviste.

 




Il Mondo in Italia. La Rocchetta Mattei e il castello di Neuschwanstein, diversi ma simili

Il primo è un gioiello italiano tutto da scoprire, il secondo è il castello più famoso del mondo, visitato da 1,5 milioni di persone all’anno, e ha ispirato le favole Disney, dalla Bella Addormentata a Cenerentola, da Biancaneve e Rapunzel. Tuttavia, la Rocchetta Mattei, sull’Appennino bolognese, e il castello di Neuschwanstein, nella regione tedesca della Baviera, hanno molte caratteristiche in comune, benché esteticamente siano molto diversi.

Entrambi nascono dal sogno visionario del loro committenti, rispettivamente il Conte Cesare Mattei e re Ludwig II di Baviera, sono pressoché contemporanei, (risalgono alla fine del XIX secolo) inoltre, si rifanno per architettura e stili ai tempi passati. Infine, entrambi furono concepiti come “rifugio” personale più che palazzi di rappresentanza e attraversarono periodi avversi prima di essere restituiti al loro antico splendore e resi fruibili al grande pubblico.

Alla Rocchetta Mattei, atmosfere da sogno

Per arrivare alla fiabesca Rocchetta Mattei si deve percorrere la SS 64 Porrettana, nel territorio della provincia di Bologna, e arrivare fino a Savignano, frazione del Comune di Grizzana Morandi. Su un’altura di 407 metri sul livello del mare, si erge questa costruzione unica nel suo genere, che mescola diversi stili, da quello medievale al moresco, fino a quello più moderno.

La prima pietra, la “rocchetta”, venne posta il 5 novembre 1850 per volere del Conte Cesare Mattei, uomo di lettere, politico, e “medico” autodidatta. Mattei è considerato il padre dell’elettromeopatia, disciplina che si fonda sull’omeopatia. Una delle caratteristiche in comune con il famoso castello di Neuschwanstein è il fatto che la Rocchetta venne costruita su un complesso medievale preesistente, appartenuto prima a Federico Barbarossa, poi a Ottone IV e, infine, incluso nei possedimenti di Matilde di Canossa, fino alla sua distruzione, nel 1293.  Il conte Mattei scelse questo luogo, dopo averne valutati molti altri, per la sua splendida posizione panoramica, quasi un piedistallo naturale, con vista sulle vallate e alla confluenza dei fiumi Reno e Limentra.

I lavori terminarono nel 1859, anche se furono operati rimaneggiamenti successivi. Il conte vi si stabilì in pianta stabile e qui rimase per venticinque anni, fino alla sua morte. E qui fu anche sepolto. Cesare Mattei condusse all’interno del suo piccolo regno la vita di un vero castellano medievale, con una corte che annoverava persino un buffone. Il castello, negli anni, ospitò poi diverse personalità, che venivano qui per sottoporsi alle cure di elettromeopatia. Tra i nomi illustri figurano Ludwig III di Baviera e lo zar Alessandro II e Dostoevskji cita il Conte Mattei nel suo celeberrimo romanzo “I fratelli Karamazov”.

Ritratto del conte Cesare Mattei nella Sala dei Novanta

Dopo diverse vicissitudini, conseguenti al danneggiamento del complesso durante la Seconda Guerra Mondiale da parte delle truppe tedesche, la Rocchetta Mattei è stata di nuovo aperta al pubblico nel 2015, grazie all’acquisizione e all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ne ha curato i restauri.

Visitare la Rocchetta Mattei

Alla Rocchetta Mattei si accede dall’ingresso che si trova sulla SS62 Riola – Camugnano-Castiglione de’ Pepoli. Si sale poi attraverso un’agile scala fino all’entrata, dove a dare il benvenuto agli ospiti è un Ippogrifo, animale mitico che già suggerisce i gusti del “padrone di casa”. Si passa poi attraverso un cortile scavato nella roccia e si notano subito due gnomi che, a guisa di Cariatidi, sorreggono lo stipite di una delle porte sulla facciata.

La statua di un ippogrifo dà il benvenuto ai visitatori

Si entra poi da una porta che attraverso una scaletta porta alla Loggia Carolina, che lascia a bocca aperta per il suo magnifico stile orientale. La scala della Torre, invece, porta prima a un ponte levatoio, poi alla camera da letto del Conte Mattei, con il soffitto a stalattiti che ricorda una piccola grotta. Nella stanza si trovano ancora gli arredi originali e la collezione di pipe del conte.

La magnifica Loggia Carolina

Proprio di fronte si trova la Sala delle visioni, affrescata con l’allegoria della nuova scienza omeopatica che vince la medicina tradizionale. La scala porta poi al torrione principale e alla cosiddetta Sala Inglese.

La Sala delle Visioni

Si ritorna poi alla Loggia Carolina, sulla quale si affacciano la Camera Bianca e la Camera Turca. Si attraversa poi una loggia scoperta con un balcone che ricorda una rupe a strapiombo sulla vallata. Si arriva infine al superbo Cortile dei Leoni, che riproduce quello dell’Alhambra di Granada.

Il Cortile dei Leoni che ricorda l’Alhambra di Granada

La visita prosegue poi prendendo l’ingresso a lato del cortile, che porta a una cantoria che sovrasta l’interno della chiesa interna alla Rocchetta, dove, custodite in un’arca rivestita da maioliche, riposano le spoglie mortali del conte Mattei.

L’arca con le maioliche che custodisce le spoglie del conte Mattei

Si esce e si attraversa di nuovo il Cortile dei Leoni per entrare nel Salone della Pace, e poi nella Sala della Musica, costruita a immagine della cattedrale di Cordova. Accanto alla chiesa si trova poi il Salone dei Novanta, che il conte Mattei aveva fatto costruire per festeggiare, attraverso un sontuoso banchetto, i suoi novant’anni. Età a cui non arrivò mai.  Si esce poi nel rigoglioso parco da cui, attraverso una scala di pietra, si torna sulla Porrettana.

Il Salone dei Novanta

INFO

www.rocchetta-mattei.it

…scopri a pagina 2 il favoloso castello di Neuschwanstein…

Neuschwanstein, un castello da fiaba

Andiamo ora al castello di Neuschwanstein, situato nei pressi di Füssen, nella municipalità di Schwangau, nel sud ovest della Baviera, in Germania. Situato a 800 metri di altezza, si affaccia sulle colline tra la Baviera e la Svevia. Il suo nome significa “Nuova roccaforte del cigno” e si rifà alla Contea del Cigno (Schwangau), dove è stato costruito.

La bellezza del castello di Neuschwanstein in inverno

Il castello di Neuschwanstein per la sua particolarità e bellezza è considerata una delle “sette meraviglie del mondo moderno” e dalla sua apertura al pubblico, nel 1886, è stato visitato da 60 milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Nel 2013, poi, dopo ben tredici anni, sono stati completati i restauri che lo hanno restituito al suo antico splendore.

Il meraviglioso paesaggio attorno a Neuschwanstein

Una caratteristica che lo accomuna concettualmente alla Rocchetta Mattei è la preesistenza di due castelli medievali, ormai in rovina quando Massimiliano II di Baviera, padre di Ludwig, acquistò i terreni e fece costruire il Castello di Hohenschwangau, dove il figlio Ludwig trascorse gran parte della sua giovinezza, innamorandosi di questo luogo e dei suoi paesaggi.

Neuschwanstein in autunno

Al punto che, una volta asceso al trono, nel 1864, al posto delle vestigia dei castelli medievali, iniziò a fantasticare sulla costruzione di un castello…da favola. La prima pietra venne posata nel 1868, Ludwig di Baviera vi si stabilì nel 1884, anche se i lavori continuarono ancora per altri due anni.

Neuschwanstein, che cosa vedere

Il castello si presenta come un complesso di 6000 mq, articolato su quattro piani, composto da pinnacoli e torri, alcune delle quali svettano fino a 80 metri e che riproducono il paesaggio della montagna circostante.

Ludwig II di Baviera, era cugino della principessa Sissi

Ludwig II di Baviera, che per la sua eccentricità veniva chiamato “il re matto”, concepì il castello come monumento al compositore Richard Wagner, di cui era un appassionato sostenitore e ammiratore. Al punto che il progetto del castello è un continuo richiamo alla leggenda del Lohengrin, il Cavaliere del Cigno, mentre diverse stanze, di cui solo 14 furono completate prima della morte di Ludwig, avvenuta in circostanze misteriose a 41 anni.

Il Lohengrin di Wagner, a cui si ispira il castello

Il visitatore viene accolto dalle imponenti torri gemelle, che contrastano con il resto della struttura dai caratteristici mattoni rossi. La cornice dei tetti, invece, è circondata da pinnacoli, mentre molte delle finestre sono bifore e trifore, secondo uno stile neogotico.

L’accesso a Neuschwanstein con lo stemma della casa reale bavarese

Al complesso si accede attraverso un passaggio sovrastato dallo stemma reale bavarese che porta al cortile d’onore, disposto su due livelli. Il più basso conduce alla bella Torre rettangolare, mentre dalla parte sud si accede a un belvedere. Dalla parte superiore, invece, si sarebbe dovuto arrivare a una chiesa a tre navate, che non fu mai portata a termine, ma di cui si può vedere la planimetria.

Il Cortile d’Onore su cui si affacciano la Casa dei Cavalieri e la Dimora delle Dame

Dietro alla Torre rettangolare, alta 45 metri, che unisce i due livelli, si trova la Casa dei Cavalieri, che nella concezione iniziale doveva ospitare i servitori del sovrano, ma di fatto rimase inabitata. Di fronte, si trova invece la Dimora delle Dame, anch’essa rimasta inutilizzata. Le strutture riprendono le forme del Castello di Antwerp citato nel primo atto del Lohengrin di Wagner.

Una delle torri del castello di Neuschwanstein

Sul lato ovest del cortile si trova invece il castello vero e proprio, dove Ludwig di Baviera stabilì la propria residenza. Qui si concentrano i pinnacoli e le alte torri, ma anche camini ornamentali. Splendide le decorazioni, tra cui un affresco raffigurante San Giorgio, un leone in rame e la figura di un cavaliere.

Raffigurazione di San Giorgio

Entrando a Neuschwanstein

Il progetto iniziale prevedeva più di 200 stanze, ma ne vennero completate solo 15. Al primo piano si trovavano le stanze dei servitori e del personale amministrativo, mentre le stanze del sovrano occupavano tutto il terzo piano. Al quarto, invece, si trova la Sala dei Cantori, completamente decorata con scene tratte dal Lohengrin e dal Parsifal di Wagner.

La maestosa Sala dei Cantori

Sullo stesso piano, nell’ala ovest, si trova anche la Sala del Trono, circondata su tre lati da arcate colorate che conducono idealmente a un’abside dove era collocato il trono. La concezione rimanda alla sacralità del potere imperiale. L’abside, infatti, è decorata con le figure di Gesù e degli Apostoli, oltre che dai ritratti di sei grandi sovrani dichiarati santi. Il mosaico sul pavimento e i candelieri in cristallo di Boemia riprendono l’arte bizantina.

La Sala del Trono

Al terzo piano si trovano invece gli appartamenti reali, composti da otto stanze arredati in stile moderno e decorati con affreschi che richiamano le opere di Wagner, ma anche il ciclo cavalleresco del sacro Graal. Da notare che Ludwig di Baviera, nonostante i richiami all’arte bizantina, medievale, e gotica, dotò il castello di tutte le comodità più moderne, tra cui lo scarico automatico nelle toilettes, l’uso di camini Rumford nelle cucine, un’innovazione che consentiva al calore di autoregolarsi e di impiegare l’aria calda per il riscaldamento centralizzato di tutto l’edificio. Inoltre, nel castello era in uso un complesso sistema di linee telefoniche per contattare la servitù.

Le moderne cucine di Neuschwanstein

La camera da letto di Ludwig II, invece, si trova tra la Sala da Pranzo e la Cappella dedicata a San Luigi. In stile gotico, spicca per il grande letto a baldacchino intarsiato da maestri ebanisti. Qui, il re venne imprigionato e deposto nella notte tra il 11 e il 12 giugno 1886.

La camera da letto di Ludwig II di Baviera

Uno dei luoghi più belli e singolari di Neuschwanstein è invece la sala che si trova di fianco al Salotto, anch’esso decorato con scene del Lohengrin. Si tratta di una grotta artificiale che funge da passaggio per lo studio privato del re, e che era dotata anche di una cascata collegata a una piccola serra.

La grotta con la cascata artificiale, omaggio al Lohengrin di Wagner

Ludwig di Baviera, per alcuni il “re triste”, per altri il “re folle”, viene deposto l’8 giugno 1886, in seguito a una perizia medica che lo etichettava come “pazzo”. Il 12 giugno viene prelevato dal castello di Neuschwanstein e condotto a Berg, dove si trovava un’altra residenza della famiglia Wittelsbach, trasformata in una prigione dorata. Il giorno successivo, la Domenica di Pentecoste, Ludwig chiede di fare una passeggiata, accompagnato dal suo medico, il dottor von Gudden. I due però non fanno ritorno e scatta l’allarme. Li ritroveranno entrambi morti annegati delle acque del lago di Stanberg. L’autopsia, tuttavia, stabilirà che nei polmoni del sovrano, che aveva 41 anni, non vi era acqua.

Il lago di Stanberg, in cui annegò misteriosamente Ludwig di Baviera

Ludwig II di Baviera trascorse a Neuschwanstein, il suo castello da fiaba, solo 172 giorni. Lo stesso anno della sua morte, il complesso venne aperto al pubblico per compensare con gli ingressi gli elevati costi di costruzione. A oggi, sono 60 milioni le persone che lo hanno visitato.

INFO

www.neuschwanstein.de




A Casa di Babbo Natale: ecco i villaggi di Natale che si possono visitare

Il Natale è soprattutto la festa dei bambini che quest’anno dovranno festeggiarlo in maniera un po’ diversa. Tuttavia, se è vero che molte manifestazioni sono state annullate, molti “villaggi di Natale” hanno preferito lanciare degli eventi online dedicati ai più piccoli, alcuni sono invece aperti e si possono visitare, nel rispetto delle normative anti Covid.  Vediamo allora quelli che si possono vedere dal vivo.

A Trento c’è il Villaggio dei Bambini

Nonostante le difficoltà, Trento si conferma “città del Natale” con tante iniziative per grandi e piccoli. Proprio per loro, in Piazza Santa Maria Maggiore è stato allestito il Villaggio dei Bambini  con un’ambientazione ispirata alle favole di Hans Christian Andersen e grandi immagini tridimensionali. Si potrà poi sbirciare dalle finestre della Casa di Babbo Natale e scrivere una letterina con destinazione Polo Nord da imbucare nella cassetta delle lettere.

Quest’anno, poi, per ricordare Gianni Rodari a 40 anni dalla sua scomparsa, è stato pensato un percorso fatto di luci ispirato alle sue poesie, favole e filastrocche che hanno accompagnato generazioni di bambini.

Non dimentichiamo poi il grande albero di Natale in piazza Duomo, illuminato da 24 mila luci colorate. Per osservare le luminarie, poi, si può passeggiare per le vie del centro storico e lungo il “Giro di Sass”.

A Levico Terme il “Trono di Babbo Natale”

Sempre in provincia di Trento, a Levico Terme, dal 20 al 24 dicembre, nel centro storico ci sarà il Trono di Babbo Natale dove si potranno imbucare direttamente le letterine. Fino al 6 gennaio, poi, i più piccoli potranno prendere parte al Caccia al tesoro asburgica, un divertente percorso alla scoperta di Levico, della sua storia e cultura, con un simpatico gadget in omaggio. Lo spirito del Natale si potrà poi vivere anche tra le piccole vie del borgo, costellate di luci e di botteghe storiche che propongono i prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato.

A Bussolengo (VR) atmosfere da Polo Nord al Villaggio di Natale Flover

È uno dei “villaggi di Natale” più famosi in Italia e anche quest’anno ha aperto i battenti. Il Villaggio di Natale Flover  di Bussolengo, in provincia di Verona, si estende per ben 8000 mq al coperto e regala ai visitatori atmosfere magiche che ricordano quelle del Polo Nord, tra elfi, folletti, renne, gnomi, presepi e decorazioni di ogni genere.

Un vero e proprio “viaggio” nello spirito del Natale, dove i più piccoli potranno incontrare Babbo Natale e imbucare la loro letterina presso il nuovo Ufficio Postale nella Baita di Babbo Natale, oppure visitare la Fabbrica dei Giocattoli e ammirare gli gnomi al lavoro tra nastri trasportatori, tubi luminosi e ingranaggi colorati e incantati.

Si potrà poi visitare il fiabesco Palazzo dello Schiaccianoci dove ad attendere i visitatori ci sono i topolini e le ballerine, e il Castello di Pan di Zenzero, con i suoi lampadari scintillanti e i suoi magici tessuti.

A bordo del Flover Express si potrà poi andare alla scoperta del Flover Winter Wonderland. Non mancherà nemmeno la Dispensa di Mamma Natale, con le specialità della tradizione natalizia, ma anche hamburger e pizza.

Naturalmente, si potranno scegliere gli addobbi di Natale, scegliendo quelli di tendenza nelle Trend Room, che spaziano dal classico bianco della “Winter Morning” ai pupazzi di neve giganti della “Wonderful Time”, fino alle decorazioni nordiche del “Mountain Lodge” a quelle più originali, a ispirazione africana, del “Xmas Safari”.

Il villaggio rimarrà aperto fino al 10 gennaio 2021, dalle 9 alle 19.30 con orario continuato. Rimarrà invece chiuso tutte le domeniche, il 25 dicembre e il 1°gennaio. Si trova in via Pastrengo 16, a Bussolengo.

A Bassano del Grappa il Villaggio di Natale è in villa

Atmosfere da fiaba e in una location suggestiva, quella del Villaggio di Natale che si tiene a Villa Stecchini di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Fino al 10 gennaio si potrà camminare nell’Elfo Bosco, in compagnia di elfi, fate e renne. Immancabile la Casetta di Babbo Natale, con la Cassetta delle Lettere dove poter imbucare la propria letterina indirizzata al Polo Nord. Le lettere da compilare vengono consegnate all’ingresso con il contributo di 3 euro.

Ci sarà poi lo Scivolo di Frosty, dove ci si potrà divertire lanciandosi singolarmente su ciambelle gonfiabili lungo un percorso mozzafiato.  Sarà poi possibile visitare il Percorso dei Presepi e bere una bevanda calda, tra vin brulé, cioccolata, caffè e tisane, e gustare caldarroste e marshmallows nelle postazioni all’aperto nel rispetto delle norme anti Covid.

A Montecatini Terme il villaggio di Babbo Natale è in un castello

Spostandoci in Toscana, a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, fino al 1 ° gennaio si può visitare la Baita di Babbo Natale , che quest’anno è stata spostata nella splendida cornice del Castello delle Terme Tamerici. In uno spazio di 800 metri quadrati si potrà percorrere il Corridoio delle Renne e arrivare alla Stanza di Rudolph, la renna con il naso rosso.

Ci sarà poi la pista di partenza della slitta di Babbo Natale, la fonte magica e Babbo Natale in persona. Nel parco esterno, invece, si potrà visitare il mercatino natalizio, un piccolo luna park e un’area ristoro.

A Vetralla c’è il Regno di Babbo Natale

A Vetralla, in provincia di Viterbo, fino al 17 gennaio si può visitare il Regno di Babbo Natale, un mondo magico disposto su più di 4000 mq dove vivere le magiche atmosfere del Natale. Si comincia dal gBosco Incantato, dove grandi e piccini potranno fare incontri molto speciali. Nell’Officina degli Elfi, invece, si potranno vedere gli aiutanti di Babbo Natale all’opera per produrre i doni per i bambini di tutto il mondo.

All’interno del Tunnel Glaciale, poi, tra tanta beve, una cascata di acqua gelida e sculture di ghiaccio si potranno incontrare orsi polari, renne e pinguini. Il percorso continua attraverso l’Oasi dei Presepi, il Salone delle Luci, la Valle dei Villaggi in miniatura, l’impero degli Schiacchianoci e la Galleria principale dove si possono trovare decorazioni e oggetti provenienti da tutto il mondo.

C’è poi il Victorian Village, con atmosfere vittoriane, dove acquistare e degustare caramelle, frutta secca, prodotti tipici e bere una buona cioccolata calda. Infine, si potrà provare l’ebbrezza di fare un volo in slitta (virtuale) insieme a Babbo Natale e incontrare Rudy la Renna e Steve il Candy Cane. Il tutto seguendo le norme anti Covid e in tutta sicurezza.

 




Il Mondo in Italia. In Franciacorta come nella Champagne

Nelle scorse settimane, vi abbiamo proposto uno speciale in tre puntate in cui vi abbiamo suggerito alcune mete della nostra bella Italia che assomigliano per paesaggio, storia, vocazione, ad altre mete estere. Un modo per “viaggiare” in tutto il mondo rimanendo nel nostro splendido Paese, specialmente adesso che gli spostamenti sono limitati a causa dell’emergenza Covid. Di luoghi “gemelli” ne abbiamo trovati altri, e ve ne proporremo uno ogni settimana. Cominciamo, allora, con la Franciacorta e la Champagne, che oltre a essere “sorelle”, in un certo senso sono anche rivali.

Le bollicine della Franciacorta

La Franciacorta è una regione di circa 20 mila ettari che si estende nella provincia di Brescia, in Lombardia, e ha i suoi confini ideali tra il Lago d’Iseo e l’autostrada Milano-Brescia. Nel suo territorio sono compresi 19 Comuni e ben 100 cantine, che producono Il Franciacorta, il primo spumante italiano ad avere ottenuto, nel 1995, la Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).

I vigneti della Franciacorta

Il disciplinare di produzione è uno dei più “ferrei” che esistano. I vitigni utilizzati sono lo chardonnay, il pinot bianco e il pinot nero, in composizioni diverse. Il Franciacorta può essere bianco o rosé. Questo spumante è diventato, poi, talmente famoso che sulle bottiglia non viene più riportata la denominazione “spumante”, ma direttamente “Franciacorta”.

Che cosa vedere in Franciacorta

Il nome di questa regione vinicola può trarre in inganno. Il riferimento, tuttavia, non è alla Francia, come può sembrare, ma all’espressione latina curtes francae, cioè “corti franche”. Qui, infatti, nel Medioevo si insediarono alcune comunità di monaci benedettini, che per il loro status erano esentati dal pagamento di imposte e dazi. Da qui il toponimo.

Panorama della Franciacorta, tra i vigneti e il lago d’Iseo

I monaci hanno lasciato in Franciacorta diverse testimonianze del loro passaggio. Per esempio, a Rodengo Saiano si trova la splendida abbazia olivetana di San Nicola, il cui nucleo originario è anteriore al XI secolo. Ricostruito nel Quattrocento, include una chiesa centrale e tre chiostri con splendide sale affrescate.

Il chiosco dell’abbazia di San Nicola

Da non perdere, poi, una gita in battello a Montisola, al centro del Lago d’Iseo, che sembra uscita da una fiaba. Accanto, si trova anche la piccola Isola di Loreto, con la sua villa-castello, di proprietà privata. Non si può sbarcare, ma si può fotografare.

Panorama di Montisola

Un’altra bella escursione è quella all’interno della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, una splendida area naturale di 360 ettari fatta di specchi d’acqua limpidi e canneti dove dimorano diverse specie di uccelli. Da Provaglio d’Iseo parte un percorso ad anello di 4 km da fare a piedi per ammirare a pieno i paesaggi mozzafiato del parco.

Uno scorcio del Parco delle Torbiere del Sebino

All’interno della Riserva si trova lo splendido Monastero di San Pietro in Lamosa  la cui origine è antichissima. Si pensa infatti che qui sorgesse in epoca romana un tempio dedicato a Mitra, sul quale i monaci benedettini di Cluny costruirono un monastero nel 1083. Questo luogo ha una caratteristica che lo rende unico: nelle sue architetture si possono trovare secoli di storia e di stili. Per esempio, visitando il chiostro si possono ammirare reperti di epoca romano, longobarda e carolingia, mentre nell’architettura sono presenti elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi.

Il Monastero di San Pietro in Lamosa

Non dimentichiamo, poi, che nel XVII secolo, in Franciacorta i nobili bresciano cominciarono a costruire le loro ville di villeggiatura. Alcune oggi si possono visitare, come Palazzo Porcellaga a Rovato, oppure Palazzo Torri a Corte Franca o, ancora, la Rocca di Passirano. Spostandosi invece a Cazzago San Martino si può ammirare il Castello di Bornato e Villa Orlando, in stile rinascimentale, ma situata all’interno di un castello medievale.

Particolare del Castello di Bornato

Franciacorta, le cantine da non perdere

Imperdibile durante un weekend in Franciacorta una visita a una o più cantine. Il punto di partenza è Erbusco, dove ha sede il Consorzio per la Tutela del Franciacorta e inizia La Strada del vino Franciacorta. Qui è possibile ricevere informazioni, reperire cartine sugli itinerari e prendere parte a degustazioni e tour guidati, oltre ad avere una lista delle cantine aderenti al consorzio.

Proprio a Erbusco si trovano due delle cantine più importanti. Cà del Bosco  è caratterizzata da uno splendido cancello dell’artista Arnaldo Pomodoro, che introduce a un’area di 22 mila metri quadrati.

La Cantina Cà del Bosco

La cantina Bellavista  comprende, oltre alla vigna, anche un albergo, un ristorante e una spa. Per chi vuole fermarsi qualche giorno in completo relax.

La cantina Bellavista

A Monticelli si trovano invece le Tenute La Montina  con la bella Villa Baiana e il ristorante annesso, tra le cantine storiche della Franciacorta.

I vigneti della tenuta La Montina

Come storica è anche la Cantina Lantieri , nel suggestivo borgo medievale di Capriolo, che include un agriturismo di charme, un ristorante e una piscina.

I terreni della cantina Lantieri

Spostandosi poi a Ome, la cantina Al Rocol vanta una tenuta di 34 ettari con agriturismo, B&B, una fattoria didattica e possibilità di fare passeggiate a piedi e in mountain bike.

La cantina Al Rocol

Tutte le cantine offrono visite guidate con degustazioni di Franciacorta abbinato a sapori tipici del territorio, come i formaggi DOP, come il provolone, il quartirolo, il taleggio, il Grana Padano e il Gorgonzola, oppure gli squisiti salumi, tra cui il lardo aromatizzato al vino e la ret, un insaccato a base di coscia di maiale aromatizzata con aglio, rosmarino, salvia e bianco di Franciacorta.

I rinomati formaggi della Franciacorta

INFO: www.franciacorta.net

…scopri nella seconda pagina la regione francese della Champagne…

In Champagne: Reims e la sua cattedrale

Una “somiglianza” e una vocazione, sia vitivinicola, sia per gli altrettanto celebri formaggi francesi, è quella tra la Franciacorta e la Champagne, la regione francese a 150 km a nord est di Parigi dove nascono alcune delle etichette più celebri del mondo. Suddivisa in quattro grandi zone vinicole, la Champagne è ricoperta per ben 34 mila ettari da vigneti. E le “capitali” indiscusse da cui partire per il nostro viaggio sono Reims e Epernay.

La strada del vino in Champagne

In un itinerario ideale che parte da Reims, imprescindibile una visita alla sua splendida cattedrale, celebre per essere stata la sede di ben 25 incoronazioni di re di Francia. La prima corona è stata quella di Luigi VIII, nel 1223, l’ultima quella di Carlo X, nel 1825. Tra quelle più celebri, quella di Carlo VII nel 1429, a cui partecipò anche Giovanna d’Arco.

La cattedrale di Reims, capolavoro del gotico

I lavori per la costruzione della cattedrale, tra i più importanti esempi di stile gotico in Europa, iniziarono nel 1211 per sostituire un edificio religioso preesistente distrutto da un incendio nel 1210. I lavori si protrassero per 80 anni.

Ingresso dell’enoteca Cave des Sacre a Reims

Nella Piazza della Cattedrale, potete iniziare il vostro “viaggio enologico” presso una (o entrambe) delle enoteche presenti: Cave des Sacre e Le Parvis).

Le cantine di Reims

Le cantine di Reims hanno una caratteristica che le rende uniche. Sono distribuite lungo una rete di gallerie sotterranee lunga più di 120 km, tra antichi rifugi e cave di tufo. Qui nascono le più celebri bollicine del mondo e si possono visitare grazie a tour guidati con degustazioni.

Ingresso delle cantine Ruinart

Per esempio, al 4 di Rue des Crayères si trova la Maison Ruinart, la più antica Maison de Champagne della regione. Risale infatti al 1729 ed è stata iscritta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2015. La cantina è disposta su tre livelli sotterranei, nelle cave di gesso di epoca gallo-romana che arrivano fino a 40 metri di profondità. La visita guidata include anche una raffinata degustazione dei suoi grandi cru.

Le gallerie delle cantine Ruinart

Tra le “maison” di Reims da non perdere c’è la Wranken-Pommery, al 5 di Impasse du General Gouraud, dove centinaia di migliaia di bottiglie di pregiate bollicine “riposano” in 18 km di gallerie. Qui è nato il Pommery Nature, il primo Brut millesimato della storia, frutto dell’intuizione di Madame Pommery.

Ingresso delle cantine Pommery

È invece famosa in tutto il mondo per il suo “nastro rosso”, che è diventato il suo marchio di fabbrica, la cantina Mumm , al 34 di Rue Champ de Mars. Fondata nel 1827, da tre fratelli tedeschi, la cantina è poi stata sequestrata dai francesi durante la Prima Guerra Mondiale, poiché i suoi proprietari, nonostante vivessero in Francia da quasi un secolo, si erano sempre rifiutati di diventare francesi.

La cantina si caratterizza per il mulino a vento, all’ingresso dell’azienda. Il suo prodotto più famoso è il Cordon Rouge, appartenente al marchio Pernod Ricard. Il tour guidato include la visita alle cantine e al museo sulla produzione dello Champagne.

Interno delle cantine Muum

In Place des Droits-de-l’Homme 1 si trova invece la cantina Veuve Clicqout, famosa per i suoi champagne con l’etichetta arancione e il volto di Barbe-Nicole Clicqout, la prima donna a gestire una casa di produzione di champagne, dopo essere rimasta vedova a 28 anni. Le cantine si trovano a 20 metri di profondità e sono state fondate nel 1772. Tra i “pezzi” più celebri c’è una bottiglia del 1893 ritrovata in ottime condizioni nel 2008 nella credenza del Castello di Torosay, nell’Isola di Mull, in Scozia. I tour guidati abbinano la degustazione di champagne a ottimi formaggi locali.

Bottiglie di champagne nelle celle della cantina Veuve Clicqout

Da Reims ad Ay: viaggio attraverso la terra delle “bollicine”

Uscendo da Reims, a circa un chilometro e mezzo dal centro storico, al civico 9 di Place St Niçaise, si trova un’altra celebre cantina storica di Reims, la Taittinger . Qui sono conservate più di 15 milioni di bottiglie, dislocate in galleria di epoca romana, confinanti con quelle scavate dai monaci benedettini nel XIII secolo per conservare la produzione vinicola della vicina abbazia di Saint Niçaise.

Champagne delle cantine Taittinger

A un quarto d’ora di auto, invece, salendo sulla Montagne de Reims, si arriva alle cantine Canarde-Duchêne nel villaggio di Ludes, fondate nel 1868. Il percorso di visita inizia dai vigneti e prosegue nelle cantine, disposte su quattro livelli sotterranei, dove sono custodite 14 milioni di bottiglie di champagne.

La sede delle cantine Canarde-Duchêne

Il viaggio alla scoperta della Champagne (e dello Champagne!) prosegue poi nelle terre del Moet & Chandon. La prima tappa può essere Chamery, dove vale una sosta la chiesa del XII secolo con il suo magnifico campanile.

Chamery con il profilo della chiesa

A Chamery si trova un’altra celebre cantina, la Maison Feneuil-Pointillart , che effettua visite guidate con degustazioni delle sue celebri etichette, tra cui il Feneuil Pointillard – Champagne Cuvée Brut Tradition.

Casse di champagne della Maison Feneuil-Pointillart

Il tour delle cantine in questa splendida zona costellata di vigneti prosegue alla volta di Verzanay, dove si trova l’interessante Museo della Vigna per approfondire la storia dello Champagne e le tecniche di produzione.

Il museo della Vigna a Verzanay

Attraversando la splendida foresta di faggi Faux de Verzy si arriva poi ad Ay dove si trovano altre due storiche cantine che meritano una sosta. La prima è la Maison Ayala , fondata nel 1860 e fornitrice ufficiale di champagne per i reali inglesi.

Facciata della maison Ayala

Nel villaggio di Louvois si trova invece la storica maison Bollinger, fondata nel 1829. Le preziose “bollicine” invecchiano lungo 6 km di gallerie che si snodano sotto il centro abitato. Tra le etichette più celebri c’è il “Bollinger Crystal Set” che celebra lo champagne preferito da James Bond dal 1979. Le quotazioni si aggirano sui 6000 euro a bottiglia!

Épernay, la capitale del Moet & Chandon e del Dom Perignon

Si arriva quindi nella seconda “capitale” dello champagne, Épernay. Nei suoi 110 km di cantine sotterranee nascono le celeberrime etichette Moet & Chandon e Dom Perignon, famose in tutto il mondo. Si stima che qui “invecchino” più di 200 milioni di bottiglie.

Vigneti nella regione della Champagne

La famosa “maison” Moet & Chandon si trova in Avenue de Champagne 18 e le sue cantine, le più grandi della zona, sono lunghe ben 28 km e ospitano champagne del 1743, quando in Francia regnava Luigi XV.

Moet & Chandon, la sede

Sempre in Avenue de Champagne, ma ai civici 68 e 70, si trova la Maison Eugène Mercier, fondata nel 1871 dal ventenne Eugène Mercier che ebbe il merito di promuovere lo champagne non solo come vino d’elité ma alla portata di tutti. La cantina si trova a 30 metri di profondità e vanta ben 18 km di caverne e gallerie. La visita guidata si effettua con un trenino che attraversa, oltre alle cantine storiche, anche i vigneti e gli edifici, con soste per le degustazioni.

Le cantine Mercier

Infine, a 6 km a nord da Épernay si trova l’Abbazia di Saint Pierre d’Hautvillers dove, attorno al 1679, il monaco benedettino Pierre Perignon selezionò i migliori vigneti per produrre lo champagne che in suo onore ancora oggi è conosciuto in tutto il mondo come Dom Perignon.

Abbazia di Saint Pierre d’Hautvillers

La sua tomba si trova nella chiesa dell’abbazia, mentre una sua statua è stata eretta davanti alla sede di Moet & Chandon.

La statua di Dom Perignon davanti alla sede di Moet & Chandon

INFO

www.tourisme-champagne-ardenne.com

 




La Slovenia, è il paese Green in Europe 2020

Di Manuela Fiorini –foto Ente per il Turismo Sloveno

Il Weekend Premium Green Award 2020 per la categoria “In the World” è stato assegnato alla Slovenia, un “vicino di casa” che si è distinto per le sue scelte green in tema di turismo, sostenibilità e sicurezza. La Slovenia, infatti, è stato uno dei primi paesi al mondo a ricevere il “timbro” Safe Travels dal World Travel and Tourism Council (WTTC), che conferma la sicurezza dei protocolli di igiene e salute adottati per garantire ai visitatori viaggi sicuri.

Le verdi foreste della Slovenia

Non solo. Da anni, infatti, la Slovenia ha adottato programmi eco sostenibili per il settore turismo. È stata la prima nazione al mondo a ricevere il titolo di Global Green Destination e quello di Best of Europe 2020, tra le 100 migliori mete europee sostenibili. Inoltre, a fronte dell’emergenza Covid è stato elaborato un piano di sicurezza riassunto dal brand Green & Safe, che contrassegna destinazioni turistiche e fornitori di servizi che garantiscono elevati standard di igiene, protocolli di sicurezza e sostenibilità. La Slovenia, quindi, si conferma anche in questa particolare e delicata situazione come una destinazione verde e sicura. Tanto che è stata eletta dalla prestigiosa rivista Condé Nast Traveller come Best Destination per il 2021.

Slovenia, la “perla verde” dell’Europa

Quasi il 60% del territorio della Slovenia è costituita da foreste e quasi il 40% si trova all’interno di aree protette, di cui il 13% è adibito a parchi naturali, che grazie alla loro gestione sostenibile hanno ottenuto il prestigioso marchio Slovenia Green Park. Una perfetta rete di sentieri consente di esplorare queste aree verdi a piedi o in bicicletta, mentre tutte le mete sono raggiungibili con i mezzi pubblici, ovviamente green. Vediamo, allora, qualche destinazione da non perdere.

Passeggiata sui sentieri del Triglav National Park

Il Parco Nazionale del Triglav e il lago di Bled

Quello di Triglav è l’unico parco nazionale delle Slovenia e uno dei più antichi d’Europa. Prende il nome dall’omonima cima, il cui nome significa Tricorno, che sorge al centro del parco e con i suoi 2864 metri di altezza è la più alta della Slovenia. Il parco, che si estende tra gli splendidi panorami delle Alpi Giulie, poi, è attraversato dalla linea ferroviaria di Bohinj, una delle più pittoresche d’Europa.

Una splendida veduta del Lago di Bled

Nell’area del parco si trova Bled, che, con il suo meraviglioso lago glaciale, ha ottenuto il secondo posto come Green Destination europea grazie alla sua splendida natura, ma anche alle sue 38 stazioni di servizio per la ricarica di veicoli elettrici, biciclette messe a disposizione dal Comune per la visita al territorio, l’uso di barche senza motore e acqua potabile messa a disposizione della comunità e dei visitatori attraverso le numerose fontane presenti sul territorio.

Barche sul Lago di Bled

Bled sorge ai piedi delle Alpi Giulie e spicca per il suo splendido lago dalle acque limpide, con al centro un’isola che si può raggiungere solo salendo sulle pletne, le caratteristiche imbarcazioni slovene senza motore, ma guidate dai barcaioli che stanno in piedi e remano con gesti lenti verso la destinazione.

Lago di Bled, le caratteristiche pletne

Una volta arrivati sull’isola, attraverso una lunga scalinata in pietra di arriva alla bella Chiesa dell’Assunzione di Maria, a cui è legata la leggenda della sua campana. Si dice, infatti, che suonandola ed esprimendo un desiderio, si avranno buone possibilità di vederlo realizzato.

Il campanile della chiesa di Santa Maria

Ritornando a Bled, merita una visita anche il castello, costruito in epoca medievale su uno sperone di roccia di più di 100 metri di altezza. Attorno al primo nucleo, una torre in stile romanico circondato da alte mura, si è poi sviluppata la cittadella, che oggi ospita un interessante museo e un ristorante che offre piatti della tradizione in un’atmosfera suggestiva e romantica. Tra il castello e il lago, poi, si trovano dei bagni attrezzati con cabine, sedie sdraio, docce e toilette, insignite della Bandiera Blu.

Il castello di Bled

Scendendo dal castello al paese di Bled, poi, si incontra la bella chiesa di San Martino, in stile neogotico, del XV secolo, che conserva al suo interno splendidi affreschi di artisti sloveni. Non perdete, poi, l’occasione di scoprire le altre eccellenze del territorio a bordo delle caratteristiche carrozze guidate dai fijakerji, i cocchieri di Bled.

Il Municipio di Bled

Tra le altre belle escursioni da non perdere nei dintorni, poi, c’è quella al villaggio di Gorje, ad appena 4 km, per ammirare la Gola di Vintgar, formata dallo scorrere del fiume Radovna. Lungo il percorso lungo sentieri immersi nel verde dei boschi, si incontrano cascate, rapide, ponti pedonali. Si arriva poi alle celebri gallerie di Zumer che portano al cospetto della cascata di Šum, che con il suo salto di 13 metri è tra le più alte di tutta la Slovenia.

Da Bled si può poi raggiungere a piedi la cima della collina Straža, da cui si gode una vista mozzafiato sul lago, sul castello e sulla cittadina. Altre belle attrazioni da non perdere nel territorio del Parco Nazionale di Triglav sono l’altopiano carsico di Pokljuka, nella parte orientale, con la sua fitta rete di sentieri attrezzati che si inoltrano nelle maestose foreste di abeti.

Vista sul Parco Nazionale di Triglav

Imperdibile una gita alle Gole di Tolmino, la porta di accesso più bassa e più bella al parco, con le sue splendide formazioni rocciose, tra cui la “Testa di Orso”, che si trova tra le pareti del Canyon di Zadlascica, il “Ponte del Diavolo”, una spaccatura di 60 metri che svetta sulle acque del fiume Tolminka, la “Grotta di Dante”, e le sorgenti termali, con acqua che sgorga a una temperatura tra i 18.8°C e il 20.8°C.

Le splendide Gole di Tolmino

Sulla strada per la valle di Vrata, che si può percorrere a piedi o in bicicletta, si trova poi la Cascata Peričnik che con i suoi 52 metri è tra le più alte della Slovenia.

Il Parco Regionale Kozjansko, Patrimonio UNESCO

Situato nella parte est della Slovenia, il Parco Regionale Kozjansko è una delle più antiche ed estese aree protette del Paese. Per la bellezza dei suoi paesaggi e per la sua ricca biodiversità, nel 2010 è stato dichiarato dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Inoltre, il parco fa parte del progetto europea di tutela ambientale Natura 2000. Simbolo del parco è la mela del Kozjansko, simbolo della protezione della natura. Cresce, infatti, in meleti dove gli alberi a grosso fusto costituiscono l’habitat naturale di molte specie rare di uccelli e altri animali.

Le mele del Kozjansko

Nel territorio del parco, sono molte le eccellenze da visitare. Tra queste c’è il Monastero dei Minoriti di Olimje, dove si trova la terza farmacia più antica d’Europa, ancora attiva.

Il Monastero dei Minoriti di Olimje

Splendido, poi, il Castello di Podsreda, che domina le colline di Orlica con i suoi tetti rossi e il suo profilo elegante, tanto che è considerato il castello più “reale” della Slovenia. Le cantine del castello ospitano una mostra permanente sulle peculiarità del parco, mentre, annualmente, viene ospitata una mostra di oggetti artistici di vetro soffiato realizzati dai maestri vetrai della zona.

Il Castello di Podsreda domina il borgo

Ai piedi della collina su cui sorge il castello si trova invece il borgo medievale di Podsreda. Nella piazza principale hanno sede gli uffici del parco, mentre, nel centro storico, si possono vedere una vecchia gogna, la bella chiesa di San Giovanni e la casa dello scrittore sloveno Anton Aškerc, in stile sloveno-bavarese. A confermare la vocazione green del borgo, poi, qui si trova anche un impianto per il trattamento biologico delle acque reflue.

Il borgo medievale di Podsreda

Mentre dal Mulino Levstik, sulle sponde della Bistrica, partono i sentieri per le escursioni in tutta la regione del parco.

Il Mulino Levstik

Poco sopra il borgo, invece, presso la fattoria Čerček, ha sede un frutteto collettivo, che rientra nei progetti di Natura 2000. Qui sono state messe a dimora più di 100 varietà di mele tradizionali e 60 di pere. Accanto al frutteto si trova invece una zona dedicata ai frutti antichi. Da non perdere un’escursione nelle zone prealpine del parco, con altitudini dai 600 ai 900 metri. Qui un progetto di agricoltura sostenibile ha creato paesaggi di rara bellezza, intervallati ad altopiani dove nascono spontanee le orchidee e diverse varietà di funghi.

Pedalando nel Parco ambientale della Logarska dolina

Il Parco ambientale della Logarska comprende l’area della Valle del Logar, una delle valli glaciali più belle d’Europa, che si estende dalle Alpi di Kamnik-Savinja a Nord e fino a una parte della regione del Solčavsko a sud.

Gli splendidi scenari del parco

Fiore all’occhiello, il percorso ciclabile, annoverato tra i più pittoreschi e suggestivi d’Europa, che collega Solčava a Podolševa, passa per Logarska dolina e poi torna a Solčava. Si può percorrere anche a piedi o a cavallo e, per chi è sprovvisto di bicicletta, sono diversi i punti noleggio per dotarsi di un mezzo tradizionale o elettrico.

Il percorso ciclabile che collega Solčava a Podolševa

Tra le eccellenze da non perdere nel territorio del parco c’è la Grotta di Potočka zijavka, un sito preistorico situato a 1675 metri di altezza. Qui sono stati ritrovati diversi resti di orsi e il secondo ago più antico del mondo, risalente all’Età della Pietra, databile a circa 30 mila anni fa. Tanti anche i ritrovamenti di altri manufatti e utensili preistorici, a testimonianza di come la grotta sia stata un insediamento antichissimo. Ogni anno, poi, durante l’inverno, si ricopre di pittoresche stalattiti che la trasformano in un luogo surreale.

L’ingresso e l’interno della Grotta di Potočka zijavka

Partendo dall’ingresso del parco, dopo circa 15-20 minuti a piedi, si arriva alle splendide cascate di Rinka, le più famose e visitate della Slovenia. Le cascate danno il meglio di sé in Primavera e in Autunno, quando la portata d’acqua è maggiore e il loro favoloso salto dona al paesaggio un’atmosfera particolare. Per ammirarle al meglio, si può raggiungere il “Nido d’aquila”, un belvedere che si trova a destra delle cascate.

Passeggiando vicino alle Cascate di Rinka

Un’altra imperdibile destinazione è la Grotta della Neve, che si raggiunge da Luče, in prossimità del villaggio di Strmec. Qui una strada asfaltata porta fino al parcheggio della Grotta della Neve. Da qui, bisogna salire altri 10 minuti a piedi. La grotta, a cui si accede solo attraverso visite guidate, si trova a 1556 metri di altezza, è profonda più di 1300 metri ed ha un’età compresa tra 10 e 12 milioni di anni.

….scopri nella 2°pagina che cosa mangiare in Slovenia…

Eccellenze slovene nel piatto

Ricca e variegata, la cucina slovena vanta diversi prodotti tipici d’eccellenza. Tra questi ci sono i formaggi, che nascono dal latte delle mucche che pascolano tra alpeggi e montagne verdi. Nella zona di Bohinj nasce il Mohant, dal caratteristico profumo, mentre il Nanos, spicca per la colorazione giallo intenso. Dalle pecore di razza autoctona di Bovec si produce il formaggio omonimo, mentre dalla Valle dell’Isonzo arriva il Tolminic, dal sapore dolce e piccante.

I deliziosi formaggi Sloveni

Tra gli insaccati, a fare la parte del leone è la salsiccia della Carniola. Ottimo anche il prosciutto del Carso, mentre nella zona delle pianure del Prekmurje nasce l’omonimo prosciutto.

Tra i salumi c’è anche il pregiato Prosciutto del Carso

Tra le altre eccellenze, troviamo il sale di Pirano, prodotta da 700 anni nelle saline di Pirano, sulla costa. Oppure l’Olio extravergine dell’Istria Slovena o l’olio di semi di zucca prodotto nelle regioni di Štajerska e Prekmurje. Altro prodotto di eccellenza sono le cipolle rosse che nascono nei campi di Ptujsko da più di 200 anni, mentre dalla lunga tradizione dell’apicoltura nasce il miele di bosco del Carso e del Kočevje.

Il delizioso miele di bosco

Tra i piatti della tradizione, invece, troviamo gli žlikrofi di Idrija, involtini di pasta con ripieno di patate. Ottima anche la frika, una frittata a base di patate, uova e formaggio. Tra i dolci, spiccano la Blejska kremšnita, una sfoglia ripiena di crema pasticcera e la putizza, un dolce che si prepara con una pasta lievitata e farcita con diversi ripieni, tra cui noci, nocciole, formaggio, demi di papavero e tutto quello che la tradizione suggeriscono. Ne esistono, infatti, 80 varianti di ripieno!

Un piatto tipico sloveno, la frika

Non dimentichiamo, infine, i vini sloveni. La Slovenia è infatti suddivisa in tre regioni vinicole, la cui produzione ha meritato riconoscimenti internazionali. Nella regione vinicola del Litorale (Primorska), nasce il Terrano, mentre nella bassa valle del fiume Drava (Podravje) nascono i bianchi come il Riesling renano e il Traminer. Le regioni sono poi divise in 14 distretti attraversati dalle Strade del Vino, dove sono dislocate cantine e punti sosta per tour e degustazioni.

Tra le eccellenze della Slovenia ci sono anche i vini

Tra le peculiarità legate al vino c’è la vite di Maribor, la più longeva al mondo. Ha circa 450 anni ed è sopravvissuta all’assedio dei Turchi. Si trova nel centro di Maribor, la seconda città della Slovenia, e le è stato dedicato un museo.

La Vite di Maribor, la più antica del mondo

Nei ristoranti sloveni sono arrivate le Stelle

C’è un’altra ragione in più per visitare la Slovenia. Nei mesi scorsi sono arrivati gli esperti della Guida Michelin che hanno assegnato le prestigiose Stelle ai migliori ristoranti del paese. La Slovenia ne ha già “collezionate” sei. Può fregiarsi di 2 stelle il ristorante Hiša Franko di Caporetto dello chef Ana Roš.

La cantina del ristorante stellato Hiša Franko

Una Stella, invece, per il ristorante Gostilna pri Lojzetu a Pri Lojzetu, nella valle della Vipava, dello chef Tomaž Kavčič, per l’Hiša Denk a Zgornja Kungota dello chef Gregor Vračko, per il Vila Podvin a Radovljica dello chef Uroš Štefelin, per il Dam a Nova Gorica  dello chef Uroš Fakuč e per Atelje a Lubiana, dello chef Jorg Zupan.

Lo chef Gregor Vračko del ristorante Hiša Denk a Zgornja Kungota

INFO

Ufficio del Turismo sloveno in Italia, Galleria Buenos Aires 1, 20124, Milano, Tel 02/29511187,

www.slovenia.info




UNESCO con Gusto: in Piemonte alla scoperta di Ivrea, il sogno di Olivetti

Comincia dal Piemonte il nostro viaggio tra i siti italiani che fanno parte del Patrimonio Unesco. Prima tappa Ivrea, la città utopia di Adriano Olivetti.

Riprendono gli appuntamenti con la nostra rubrica UNESCO con GUSTO. Un viaggio, per ora solo virtuale, ma che vale come suggerimento per organizzare i vostri prossimi weekend, quando si potrà continuare a viaggiare. Cominciamo con il Piemonte, che conta ben cinque siti Patrimonio dell’Umanità: Le Residenze Sabaude, I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, la città industriale di Ivrea.

Questa settimana andiamo insieme a Ivrea, entrato a fare parte dei siti “Patrimonio dell’Umanità” nel luglio del 2018, diventando il 54° sito UNESCO italiano.

Panoramica della città industriale creata da Adriano Olivetti

Ricordiamo che l’Italia è, insieme alla Cina, il paese con più siti Patrimonio dell’Umanità, ben 55. Mentre altri 41 hanno presentato la propria candidatura. Celebre per il suo Carnevale con la Battaglia delle Arance, Ivrea è diventata però Patrimonio UNESCO come “Città industriale del XX secolo”, con questa motivazione:

La celebre Battaglia delle arance durante il Carnevale di Ivrea

“La città industriale di Ivrea, situata nella regione del Piemonte, si sviluppò come sede della Olivetti, azienda produttrice di macchine per scrivere, calcolatori meccanici e computer. Comprende una grande fabbrica ed edifici progettati per servire l’amministrazione e i servizi sociali, oltre a unità residenziali. Progettato dai maggiori urbanisti e architetti italiani in larga parte tra di anni Trenta e Sessanta, questo insieme architettonico riflette le idee del Movimento Comunità. Ivrea, modello di progetto sociale, esprime una visione moderna delle relazioni tra produzione industriale e architettura”.

Il sogno di Adriano Olivetti

L’unicità di Ivrea “città industriale” consiste nel fatto che la “città industriale”, un complesso armonico di produttività, architettura, urbanistica e funzioni sociali, a differenza di altre realtà “utopistiche” è stata realizzata in concreto. E tutto grazie al genio e al pensiero futuristico di Adriano Olivetti. Il complesso non nacque ex novo, ma per trent’anni, crebbe a pari passo con la modernità, integrandosi perfettamente con il tessuto urbano.

Adriano Olivetti davanti allo stabilimento (Foto Fondazione Olivetti)

Il fondatore delle Officine Olivetti, Camillo, padre di Adriano, già nel 1908 aveva un’idea in testa: creare non solo un’azienda, ma un progetto sociale, che includeva fabbrica e città, imprenditore e operai. Progetto che fu realizzato a pieno da Adriano Olivetti, che diede vita a una vera e propria “città nella città”.

Il complesso, infatti, si estende per più di 71 ettari e conta 27 tra edifici e complessi architettonici, progettati dai più grandi architetti e urbanisti del Novecento. Gli edifici, tutti di proprietà privata erano destinati alla produzione, ai servizi sociali e residenziali per i dipendenti della Olivetti. Non solo. Adriano Olivetti fondò anche il Movimento Comunità, nel quale promuoveva un modus vivendi in cui lavoro e vita quotidiana, produzione e servizi sociali si fondevano in maniera armonica.

Adriano Olivetti e le sue celebri macchine da scrivere (Foto Fondazione Olivetti)

Ivrea, che cosa vedere nella Città Industriale del XX secolo

Nel 2008 la Fondazione Adriano Olivetti ha avviato un grande progetto di valorizzazione dell’area industriale che ha portato alla candidatura a Patrimonio dell’Umanità nel 2012 e al prestigioso riconoscimento nel 2018.

La prima sede della Olivetti in Corso Jervis

Il percorso di visita si sviluppa attorno all’asse di Corso Jervis, dove hanno sede gli edifici per la produzione e i servizi sociali destinati agli operai e le residenze per questi ultimi e le loro famiglie. Spicca la Centrale Termica, capolavoro razionalista di Edoardo Vittoria del 1959.

L’edificio che ospita la Centrale Termica

La Falegnameria, invece, è stata concepita da Ottavia Cascio nel 1956 recuperando un edificio precedente del 1927.

La Falegnameria

Tra gli edifici “tecnici” troviamo invece il cosiddetto “Ex Sertec”, sede dei “cervelli” dell’Olivetti da cui partivano i servizi all’edilizia civile e industriale sia in Italia che all’estero, progettato da Ezio Sgrelli nel 1968 secondo un concetto di innovazione e proiezione verso il futuro.

L’edificio dell’ex Sertec

Passando poi agli edifici residenziali, troviamo la bella Casa Popolare di Borgo Olivetti, progettata dagli urbanisti Luigi Figini e Gino Pollini tra il 1939 e il 1941, l’Edificio 18 alloggi, di Marcello Nizzoli e Gian Mario Olivieri, del 1956, e l’Unità Residenziale Ovest, di Roberto Gabetti, Aimaro Oreglia d’Isola e Luciano Re, costruita tra il 1968 e il 1971.

Le case degli operai nel Borgo Olivetti

C’è poi l’area destinata ai servizi sociali. Spicca il Centro dei Servizi Sociali, la cui progettazione ha impegnato Figini e Pollini dal 1954 al 1959, e l’Asilo Nido di Borgo Olivetti, per i figli degli operai, con gli interni progettati direttamente dall’Ufficio Tecnico Aziendale. L’edificio con la relativa area giochi viene ancora utilizzato dal Comune di Ivrea per i Servizi all’Infanzia, a dimostrazione della modernità della sua concezione, nel 1939.

L’asilo nido nel Borgo Olivetti

Da non perdere una visita al Laboratorio Museo Tecnologic@mente , sempre in via Jervis, dove oltre alla storia della città legata alla famiglia Olivetti si trovano esposti modelli della famose macchine da scrivere, tra cui la celebre Lettera 22 e la Valentine, ma anche calcolatori e i primi PC.

Le celebri macchine da scrivere Olivetti

Vale una visita anche il MaAM Museo a Cielo Aperto dell’Architettura Moderna, che si sviluppa lungo un percorso di circa 2 km attorno a via Jervis, sede del quartier generale della Olivetti, con pannelli informativi che illustrano l’evoluzione del design, dell’architettura e dell’urbanistica della città.

L’ingresso del MaAM

Che cosa vedere a Ivrea

Dopo aver visitato la “Città industriale del XX secolo”, anche il centro storico di Ivrea e i suoi dintorni meritano una visita.

Veduta di Ivrea

Partiamo da Piazza Nazionale, che si trova tra via Palestro e Via Arduino. Da qui si sale lungo una scalinata che conduce al borgo antico, fra i suggestivi vicoli della città alta, dove si tiene il Carnevale Storico di Ivrea con la “battaglia delle arance”.

Piazza Ferruccio Nazionale

Qui si trovano anche la bella Cattedrale e, accanto, il Palazzo Vescovile. La prima, dedicata a Santa Maria, ha origini antichissime e il primo nucleo risalirebbe all’età romana. Da vedere al suo interno gli interessanti affreschi nella cripta e le vestigia del Chiostro dei Canonici.

La Cattedrale di Ivrea

Nella città alta si trova anche il Castello trecentesco, che Giosuè Carducci definì “dalle rosse torri” per le sue grandi torri circolari dal colore carminio.

Spostandosi a sud est dal centro si può fare una passeggiata rilassante dei Giardini Giusiana, un’area verde con ampi spazi attrezzati. Al suo interno si trova anche la Torre Santo Stefano, risalente al 1041.

I Giardini Giusiana con la Torre di Santo Stefano

…scopri nella 2° pagina che cosa mangiare a Ivrea…

Che cosa mangiare a Ivrea

Durante la vostra visita al sito UNESCO e alla città, fermatevi per una sosta golosa e gustate i prodotti e i piatti tipici di Ivrea. Cominciate dagli antipasti, che prevedono salumi e lardo, accompagnati da frittate e verdure ripiene, oppure lingua bollita, acciughe accompagnate da sfiziose salse o gelatine.

Antipasto tipico con lardo e salumi

Non manca mai poi la verza, regina delle tavole del Canavese, e ingrediente dei caponet, involtini di cavolo ripieni di carne, oppure nella supa mitonà, una zuppa a base di pane, brodo e formaggio oppure nella versione con salsiccia e cipolla.

I caponet, gli involtini di verza

Passando ai primi piatti, tra le minestre troviamo diverse specialità a base di riso, latte e castagne, oppure i brodi di carne o di magro dove, secondo la tradizione popolare, si può aggiungere abbondante formaggio o un cucchiaio di vino rosso. Tra i primi “asciutti” da provare i tajarin fatti in casa, oppure il riso ai funghi, alle verdure o alla zucca.

Tajarin al tartufo

Tra i secondi di carne a fare la parte del leone sono i bolliti, con le tipiche salse rosse o verdi, oppure gli stracotti di lepre o cinghiale, fatti cuocere nel Barbera o nel Carema e serviti con la polenta oppure con il fritto misto dolce o salato.

Un gustoso bollito

Altri piatti tipici sono la bagna caoda da accompagnare a verdure crude o cotte, la tofeja, cioè i classici fagioli con le cotiche, e il piedino di vitello cotto nel forno a legna e che viene cotto del recipiente di terracotta di Castellamonte che viene distribuito a Carnevale.  Ottime anche le fresse, polpettine di frattaglie e uvetta avvolte nell’omento di maiale.

La tipica bagna caoda

Tra i dolci, tipica di Ivrea è la Torta 900, a base di pan di Spagna e crema al cioccolato, simbolo della città. Fu infatti inventata nel 1900 dal pasticcere Ottavio Bertinotti per dare il benvenuto al nuovo secolo.

COME ARRIVARE

In auto: Da Torino, A5 Torino-Aosta con uscita al casello di Ivrea. Da Milano, A4 Milano-Torino, raccordo A4-A5 Santhià-Ivrea, poi A5 in direzione di Aosta e uscire al casello di Ivrea. Da Aosta, A5 Aosta-Torino con uscita Ivrea. Da Genova, A26 Genova-Gravellona in direzione Alessandria-Santhià, poi raccordo A4-A5 Santhià Ivrea in direzione di Aosta e uscire al casello di Ivrea.

DOVE MANGIARE

* La Mugnaia, via Arduino 53, Ivrea (TO), tel 0125/40530, www.mugnaia.com Situato in una via storica del centro, questo splendido locale con arredi contemporanei, ma ospitato in un edificio con le volte di mattoni, propone una cucina con sapori del territorio, ma con sfumature mediterranee. Anche piatti di pesce. Prezzo medio a persona € 33-40, bevande escluse.

*Trattoria San Giovanni, Corso Vercelli 45, Ivrea (TO), tel 0125/1896173, www.trattoriasangiovanni.it. Trattoria con menù tradizionale e piatti con ingredienti di stagione tipici della cucina piemontese, anche a base di pesce e funghi.

DOVE DORMIRE

*Re Arduino Ivrea, via Arduino 43, Ivrea (TO), tel 340/3324240, www.rearduinoivrea.com Nel centro storico di Ivrea, ospitato in un edificio del Settecento, il residence offre sistemazioni in appartamenti con angolo cottura attrezzato e salotto con TV.

*La Gusteria, via Quattro Martiri 9/11, Ivrea (TO), tel 0125/45903, Nel centro di Ivrea, offre camere con scrivania e TV a schermo piatto e bollitore. A disposizione degli ospiti il ristorante con cucina tipica, bar e connessione wifi gratuita.

Ivrea, la città industriale

INFO

www.ivreacittaindustriale.it

www.comune.ivrea.to.it




La terza Napoli. L’ eleganza svelata

Dopo “Napoli, una volta non basta”, vi abbiamo raccontato la Napoli dei siti UNESCO e ora quella più preziosa, più elegante, che eredita la nobiltà di un passato incancellabile, di quando era la signora del Mediterraneo. E potrebbe tornare a esserlo.

di Marinella Cammarota

“Alcuni luoghi sono un enigma, altri una spiegazione”, e cosi ricominciare finalmente a viaggiare sarà emozionante ancor di più se torneremo a Napoli per carpire le due anime di questa città quella rivelata e quella velata, elegantissima e raffinata. È questa la chiave per indagare la città partenopea con un doppio sguardo, una sensibilità che si gioca nel dialogo tra svelamento e meraviglia, nell’incontro tra sacro e profano, storia antica e contemporanea creatività, nella Napoli dei quartieri e quella elegantissima della Chiaia.

La Napoli rivelata, quella dei media e delle ripetitive immagini di vestiti stesi al vento, vicoli stretti e affollati, è uno spicchio che non rappresenta la vera “Signora”, velata e costellata da meraviglie culturali e intellettuali. La città da svelare regala emozioni di raffinata e naturale bellezza che non è solo quella che si riflette nel mare delle cartoline patinate, ma soprattutto si scopre nella ricercatezza delle donne e degli uomini elegantissimi in abiti sartoriali, nelle case del centro storico, affrescate di arte seicentesca a cui si mescola il design più contemporaneo. Come nelle ville posillipine con giardini magnifici con discese a mare e nei palazzi di architettura liberty delle strade più chic che si possano immaginare.

Sveleremo questa Napoli elegante ed eterea, tra le sue boutique lussuose e palazzi storici   attraverso un percorso   inedito: attraverso le sue scale.

PRIMO GIORNO. Panorami e percorsi inediti verso la Napoli più chic

Partendo dal luogo che più rappresenta la Napoli nota, Via Caracciolo, ci si accorge che questo lungomare di 2,5 km non è l’unica meraviglia, perché a separarla dall’interna via Riviera di Chiaia c’è l’altrettanto estesa Villa Comunale progettata da Luigi Vanvitelli per le passeggiate ricreative dei Borboni.  Attraversare la villa accorcerà il cammino verso la funicolare che ci porterà alle scale della Pedamentina e ci darà la possibilità di ammirare la fontana delle Paperelle e la stazione zoologica Anton Dohrn, l’acquario più antico d’Europa con affreschi dell’800, voluta dallo scienziato omonimo seguace di Darwin.

Qui verso la fine del lungomare, e della sua villa, la sosta sarà  perfetta tra  uno dei tanti ristoranti pizzeria che si affacciano sulla pedonale  via Partenope: la scelta è ampia e tutta giusta, c’è Pizzeria Gino Sorbillo un mito storico della pizza (che usa il lievito madre ‘al mare’) e che si trova anche in Via dei Tribunali ;  l’altrettanto noto “Antonio & Antonio” con le fritturine indimenticabili, o le  più recenti pizzerie come “Fiore Bianco” con menù “progressisti” e pizze originalissime  incorniciate dal nuovo cornicione a ‘canotto’; e in zona Piazza dei Martiri poco lontano dal lungomare c’è  “Tre grani”, la pizzeria gourmet concentrata su pizza in teglia.

Verso l’eleganza partenopea: le scale della Pedamentina

Seppure sazi e con   gli occhi già pieni di meraviglia, il cuore non ha ancora provato i sobbalzi che regalerà la collina di San Martino dalla quale partono le scale dell’itinerario che promette ancora sorprese da scoprire.

Attraverso le scale della Pedamentina, sarà possibile ammirare uno dei panorami più belli di questa città aggrappata come un dedalo alle sue colline, in un continuo alternarsi di salite e discese. E da qui entrare nel cuore della Napoli più elegante. Dal lungomare ci sarà facile attraverso uno dei tanti vicoletti della riviera, (via Bausan ad es.), giungere alla funicolare Chiaia in via del Parco Margherita (una delle 4 di Napoli) e che porterà al borghese e ricco quartiere Vomero della zona collinare, dove fermarci e da San Martino intraprendere l’itinerario.

Le scale della Pedamentina attraversano la città in verticale, dalla punta di San Martino del Vomero fin giù al quartiere Chiaia. Una volta a San Martino, prima di affrontare le scale, non dovrebbe essere persa l’occasione di fare due step interessanti, uno culturale e l’altro conviviale.

Visitare la Certosa e il Museo di San Martino espressione del barocco napoletano, il convento certosino è stato abbellito e decorato da artisti di fama (Dosio, Fanzago) ed è risultato uno dei chiostri più belli d’Italia.

Aperitivo o apericena all’ Archivio Storico, segnalato dal New York Times tra i migliori cocktail bar di Napoli, il primo speakeasy in città, con tanto di passaggio segreto.  L’offerta drink è tra le più contemporanee e aggiornate che la città propone. Per il ristorante, la cucina è affidata alla consulenza di Pasquale Palamaro (chef con stella Michelin).

Affrontando finalmente la discesa si scopre che le ampie scalinate, che un tempo seguivano il corso dei fiumiciattoli, imboccano ancora ora strade che svelano monasteri, castelli e chiese, e raggiungono la città nei suoi angoli più remoti, nei passaggi meno battuti, con piccoli scorci e tesori medievali.

Corso Vittorio Emanuele spalanca alla vista la grande bellezza

Scendere le scale da San Martino è un’emozione autentica: gradino dopo gradino la città si avvicina. Tra i tetti delle case, si possono scorgere le vigne, gli orti e i giardini mediterranei delle residenze bellissime e si può sentire il profumo delle zagare dei limoni. Lo sguardo cerca il punto di riferimento e lo trova nel mare distante sotto il Vesuvio.

Meravigliosi angoli di panorama si nascondono tra le curve per poi tornare a svelarsi imponenti in Corso Vittorio Emanuele, che è uno degli sbocchi più noti di questa passeggiata (l’antica arteria che collega la città da est a ovest), dove il paesaggio non è più così bucolico ma diventa però maestoso. Da qui si spalanca il mare di tutto il Golfo e viene in mente una canzone antica, “Era de Maggio”, con testo di Salvatore Di Giacomo, con musica di Mario Pasquale Costa.

Qui una sosta per un selfie e intanto ci si trova al cospetto del noto Hotel Parker’s dove sarebbe opportuno cedere alla tentazione di prenotare una cena sofisticata e super panoramica al George il rinnovato ristorante gourmet in terrazza, completamente nuovo nel concept, nella cucina e negli spazi dopo il radicale restyling. Il George ha ricevuto, con lo chef Domenico Candela, l’ambito riconoscimento della Stella nella Guida Michelin 2020.

Seguendo il ritmo delle onde e ispirato dalla bellezza in cui si trova, il Grand ’Hotel Parker’s , offre ai suoi ospiti con evolute proposte di raffinato gusto e design  contemporaneo. Nel quartiere Chiaia, cuore della città, su una delle strade più panoramiche e prestigiose, che fa da sponda al mare luccicante, l’Hotel Parker’s domina dall’alto la Napoli più bella.

L’albergo offre 82 camere e suite che conservano inalterato il carattere storico degli interni con marmi, arredi d’epoca e finiture di grande pregio. Ma il tempo si ferma per lasciare posto allo stupore, quando dalle terrazze dell’ultimo piano ci si sente protagonisti di un quadro bellissimo con la baia di Napoli da sfondo e ancora poi voltando le spalle al mare e entrando da ‘George’.

Il rinnovato ristorante gourmet sito all’ultimo piano e firmato dallo studio Pisani Morace, riaperto a luglio 2018. Il George fa immergere gli ospiti in un’atmosfera altrettanto surreale quanto il panorama antistante, attraverso un esperienza food emozionante grazie al design sorprende degli arredi, altrettanto sorprendenti finger food, piccoli capolavori per il palato ,  l’alchimia di sapori estremamente originali di ogni portata, frutto dell’esperienza e della creatività  dello Chef e grazie alle attenzioni di un table service pronto ad erudire sulla storia e le caratteristiche delle scelte culinarie e dei vini.

Ma a questo punto si deve pensare ad una sosta notturna, per riprendere l’indomani l’itinerario del secondo giorno del nostro weekend.   E ci si potrebbe fermare presso il raffinato  Hotel San Francesco  al Monte, che è ospitato in un antico monastero  che di sera viene  illuminato completamente  all’esterno da tante sfumature di colori  suggestivi.

….continua nella seconda pagina…

SECONDO GIORNO. La passeggiata chic tra boutique, palazzi storici ed eccellenza sartoriale

Il risveglio nell’ originale Hotel San Francesco, con il mare spalancato innanzi, è privilegio ed emozione, che mettono energia.  Tutta quella che servirà per scoprire, discendendo lungo la vicinissima via del Parco Margherita, la Napoli più elegante del quartiere Chiaia, tra via dei Mille, via dei Filangieri, via Carducci, strade aperte intorno ai primi nel ‘800 e ricche di edifici eclettici opera di architetti molto noti di quei tempi come Giulio Arata. Qui ci sono le boutique esclusive delle più note griffe.

I palazzi di Napoli, residenze di arte e cultura

Una riflessione giunge spontanea attraversando questo quartiere raffinato: anche togliendo le boutique storiche e di lusso, l’eleganza di queste strade resterebbe garantita dai    palazzi storici dalla bellezza sorprendente. Troviamo: Palazzo Mannajuolo, di architettura liberty, progettato da Giulio Ulisse Arata e Giuseppe Mannajuolo, con la sua meravigliosa scala elicoidale in marmo e le grandi vetrate laterali, che rapisce lo sguardo in un gioco vertiginoso da provare assolutamente (qui è stata girata parte del film di Ozpetek ‘Napoli Velata’.

Al civico 40 troviamo il maestoso Palazzo Leonetti, sempre di Giulio Arata, sede ora dei consolati spagnolo e britannico, un po’ più avanti Palazzo D’avalos del Vasto con interni neoclassici meravigliosi da ammirare, e ancora palazzo Carafa di Roccella, sede del Museo di Arte Moderna Pan da visitare perché offre sempre un calendario internazionale molto interessante.

Del quartiere Chiaia la piazza più nota è Piazza dei Martiri con i suoi leoni maestosi, raggiungibile anche dal lungomare di via Partenope, e dedicata ai caduti napoletani durante la storia partenopea. Qui altri due palazzi storici ci aspettano per stupirci, Palazzo Portanna, sede della galleria d’arte moderna di Lucio Amelio, e Palazzo Calabritto che, risalente al regno d’Aragona e restaurato da Luigi Vanvitelli, è stato abitato da personaggi illustri come Gioacchino Murat, i fratelli Florestano e Bruno Gaeta. Ed anche la sede del calcio Napoli ai tempi d’oro.

A pochi passi il Tunnel Borbonico in via Morelli (www.galleriaborbonica.com) che offre le sue escursioni sotterranee tra i reperti storici della seconda guerra mondiale addirittura su zattera, in canali imprevedibili.

Dalla Piazza dei Martiri si può risalire per la nota via pedonale Chiaia, che collega appunto la piazza con Piazza Trieste e Trento adiacente a Piazza del Plebiscito. Al 149 di questa strada ricca di boutique si trova Palazzo Cellamare residenza estiva della famiglia Carafa ma anche utilizzata in seguito dagli ospiti dei Borboni come Goethe e Casanova.

…continua nella terza pagina…

Le soste deliziose

Giunti alla Piazza del Plebiscito non resta che sedersi al noto, elegantissimo Caffè Gambrinus, il più antico di Napoli, il preferito da Totò e dove si fermò spesso Oscar Wilde, (mentre Mussolini ne fece chiudere alcune stanze per allontanare gli intellettuali di sinistra). Sorseggiare un caffè o una cioccolata calda nelle sue sale Belle Epoque è un piacere vero.

In questa parte della città un buon  pranzo inedito  è garantito a Mame Ostrichina il nuovo indirizzo nel cuore di Napoli dove si viene per una cucina sana, ma anche per incontrare e condividere valori e conoscenze. Nei vicoli stretti della Napoli vicereale, a pochi passi dal Teatro di San Carlo e dal Palazzo Reale, Mame Ostrichina è uno spazio, in contrasto con la tradizione napoletana, che fonde l’estetica giapponese con il design contemporaneo; una manciata di tavoli e una cucina a vista in una scatola di cristallo. Una carta che è una combinazione di pokè e segni zodiacali: a ogni pokè in carta è infatti abbinato un profilo astrologico. Un divertissement che gioca con ingredienti e inclinazioni caratteriali.

Ma di trattorie tipiche napoletane, se si preferisce, qui nelle vicinanze c’è l’imbarazzo della scelta Trattoria San Ferdinando con pareti  tappezzate da locandine teatrali e frequentata da intellettuali e personaggi del teatro, sapori mediterranei e cucina locale tradizionale;  l’antica Osteria da Tonino alla mano e con pochi tavoli ma frequentata   un tempo dal Premio Nobel Dario Fo, piatto forte ragù e rigatoni.

Per il gelato o il dolce c’è Pintauro, istituzione locale che vende sfogliatelle da inizio Ottocento, da provare e da comprare anche i prodotti Gay-Odin, appena imboccata Via Toledo si trova infatti una cioccolateria che è proprio un’istituzione cittadina, dislocata in vari punti della city, confeziona le più rinomate creazioni di cacao della città, come la cozza al cioccolato, e il fantastico gelato ai gusti cremosi.

Stanchi ma felici a questo punto staremo già pianificando la prossima volta a Napoli, per vivere le altre scale come quelle di Posillipo che collegano direttamente al mare, e la più antica e suggestiva: la discesa della Gaiola, collegata alla spiaggia di Coroglio con la Grotta di Seiano, un lungo tunnel scavato dai romani.

A ogni gradino si spalancano panorami emozionanti, e allora verrà voglia di imbarcarsi verso le isole di fronte, Capri, Ischia e Procida o di visitare tutta le costiere sorrentina ed amalfitana. Magie di questa regione mai stanca di svelarsi.

DOVE DORMIRE

*Hotel Parker’s*****, Corso Vittorio Emanuele 135, tel 081/7612474, www.grandhotelparkers.it

*Hotel San Francesco al Monte****, Corso Vittorio Emanuele 328, tel 081/4239111. www.sanfrancescoalmonte.it/

DOVE MANGIARE

*Mame Ostrichina, via Carlo de Cesare 52, tel 081/18165838, https://www.facebook.com/mameostrichina

*Pizzeria Sorbillo, via dei Tribunali 32, tel 081/446643, www.sorbillo.it

*Pizzeria Fiore Bianco, via Partenope 7, tel 081/19102667, https://m.facebook.com/fiorebiancoPizzeria/

*L’altro Coco Loco, Vicoletto Cappella Vecchia 4, tel 081/7641722, https://cocoloco.rest/

*Terrazza Calabritto, Piazza Vittoria 1, tel 081/2405188, http://terrazzacalabritto.it/

*Gay Odin, Fabbrica del Cioccolato 1894, via Toledo 214, tel 081/400063, https://gay-odin.it/index.php/

DOVE COMPRARE

*Deliberti, via dei Mille 24 e via Carducci 55-57, www.deliberti.it

*Matvila Luxury, via Cavallerizza a Chiaia 10 A, tel 081/2525071, www.matvila.it

*Ombelico Boutique, vico Belledonne a Chiaia 14/C, tel 081/413439, www.ombelicoboutique.com

*Pinko Boutique, via dei Mille 1-7, tel 081/4976360, https://stores.pinko.com/it/Italia/Pinko-Boutique-Napoli

*Boutique Galiano Napoli, via Calabritto 1/F, tel 081/7643370, www.galianostore.com

*Spazio C, via Carlo Poerio 48, tel 081/401005, www.spazioc.com/it/

*Ferrante 1875. Scarpe su misura dal 1875, via Calabritto 22, tel 081/7648901, http://www.ferrante1875.it/

*Fiodi Calzature, vico Cavallerizza a Chiaia 6, tel 081/425255, www.fiodi.it