Valle del Serchio: natura toscana tra fiume, montagne e borghi

Testo e Foto di Cesare Zucca


Oggi vi porto in una valle verde ed autentica, nel cuore della Toscana settentrionale, tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. Qui il Fiume Serchio scorre placido tra boschi, castagni e piccoli borghi dal fascino eterno. La natura è protagonista e si respira un’atmosfera rilassata, lontana dal turismo di massa. Meta perfetta per chi ama camminare, pedalare o semplicemente rallentare i ritmi, la valle offre sentieri spettacolari, come quelli del Parco dell’Orecchiella o le salite verso le cime delle Apuane, con panorami da togliere il fiato.
GASTRONOMIA
La Valle del Serchio e la vicina Garfagnana sono custodi di antiche tradizioni culinarie che si sono mantenute vive fino a oggi anche grazie all’isolamento storico di queste aree, nonché all’attaccamento della popolazione alle tradizionali attività economiche, quali l’agricoltura di sussistenza e la pastorizia, favorendo in questo modo la persistenza di antiche forme di coltivazione e la sopravvivenza di varietà colturali altrove abbandonate o scomparse.


Primeggiano le castagne che rappresentano anche la principale attività agricola, La presenza dei castagneti consente di valorizzarne i prodotti: castagne fresche e secche, la farina di neccio con marchio Dop (ottenuta dalla macinazione a pietra delle castagne, è la base per il castagnaccio e i biscotti) e la marmellata. Dal sottobosco del castagneto e delle faggete arrivano funghi porcini e grifoni, lamponi e mirtilli; diffuso il tartufo scorzone.


E se il vostro weekend sarà in autunno, non fatevi scappare i necci (focacce di farina di castagne) accompagnati da formaggi freschi e il piatto più tipico: la polenta di castagne accompagnata con ossa di maiale bolliti. E poi ci sono gli eventi: il Barga Jazz Festival, le sagre di paese, il mercatino dell’antiquariato… c’è sempre qualcosa che anima le vie.
Barga è il posto ideale per chi cerca quiete, bellezza, cultura e … gastronomia top.


Paradiso vegetariano: tanti squisiti piatti, come la tradizionale “torta d’erbi” con con verdure di stagione e erbe selvatiche ( uno dei miei piatti preferiti), i famosi “fagioli di Bigliolo”, le “cipolle di Treschietto“,
Tra le carni troviamo numerosi allevamenti di animali in via di estinzione come “la pecora e l’agnello di Zeri“, presidio Slow Food, e di maiali allo stato semi brado come la “cinta senese“ il famoso “lardo di Colonnata IGP”, frutto di antica tradizione e secolare esperienza, con stagionatura nel bianco marmo di Carrara.”
E poi il “testo“, un disco piatto di ghisa o di terracotta utilizzato per la cottura sul fuoco, da cui nascono i caratteristici panigacci e in cui si cuociono ancora le carni e le torte.
Ottimo ’olio extra vergine di oliva” componente base di quasi tutti i piatti locali e da gustare con i pani di montagna, come la Marocca di Casola a base di farina di castagne, oppure il “Pane di Po’” o “ Vinca”, ancora oggi cotti nei tradizionali forni a legna.


Barga
Un gioiellino medievale incastonato nella Valle del Serchio, sospeso tra arte, storia e montagne, da sempre amato per il suo fascino discreto e il panorama mozzafiato. Si entra nel borgo e sembra di fare un salto nel tempo: stradine in pietra, piazzette silenziose, palazzi storici e un Duomo che domina tutto dall’alto.



La sua storia è legata a doppio filo alla cultura toscana e inglese: già nel Novecento, molti artisti e viaggiatori britannici, sopratutto scozzesi, si innamorarono di Barga e vi costruirono splendide ville, tanto che oggi è considerata “la più scozzese delle città italiane”.
Cosa vedere nei dintorni?
La spettacolare Grotta del Vento, i borghi vicini, come Castelvecchio Pascoli o Coreglia Antelminelli e Castiglione Garfagnana, difesa da un’ampia cinta muraria, la cui imponente Rocca risale alla fine del Trecento, il famoso Ponte del Diavolo e il Belvedere da cui potrete godere di una vista mozzafiato
la chiesa di San Pietro, l’edificio religioso più antico del borgo, e la Chiesa quattrocentesca di San Michele che conserva un pregevole tavola dipinto della Madonna con Bambino del pittore tardo gotico Giuliano di Simone. In Agosto il borgo si anima di una suggestiva Festa Medievale: corteo storico, antichi mestieri, calcio in costume, cena medievale, osterie e birra dei frati, spettacoli in piazza.

Proseguendo si incontrano i borghi di Cerageto,  Sassorosso e la stazione di sport invernali del Casone di Profecchia per raggiungere il Passo delle Radici (1529 m.slm), da dove la strada prosegue nel versante emiliano. Andando verso destra si arriva al piccolo borgo di S. Pellegrino in Alpe, da qui il panorama si apre su tutta la valle fino alla piana lucchese. Da visitare il Museo Etnografico “Don Luigi Pellegrini” e il Santuario con le spoglie dei Santi Pellegrino e Bianco.


L’itinerario scende poi in direzione di Chiozza per ritornare a Pieve Fosciana, dove meritano una visita il mulino ad acqua, ancora oggi in funzione, e la sorgente termale di Prà di Lama, acqua calda sulfurea nota agli abitanti della zona per le sue proprietà terapeutiche.
DA VEDERE A BARGA
Il Palazzo Pretorio, imponente e severo, era la sede del potere politico e giudiziario già nel XIV secolo. Qui i podestà fiorentini amministravano la giustizia, pare che una delle prigioni fosse così buia e umida che i detenuti ci lasciavano messaggi incisi sui muri, ancora visibili oggi!Il palazzo custodisce una preziosa collezione che racconta la storia della città, con stemmi dei podestà, affreschi e antichi documenti.

A pochi passi, il Museo Civico del Territorio Antonio Mordini è una chicca per gli amanti dell’arte contemporanea: ospita le opere di Bruno Cordati, pittore barghigiano noto per i suoi ritratti intensi e le scene di vita quotidiana.
Il Duomo, Collegiata di San Cristoforo è un gioiello romanico al centro del borgo che, all’esterno, somiglia quasi a una fortezza. L’edificio originario risale a prima dell’anno Mille.  Vanta una splendida la facciata in pietra e decorazioni medievali. L’interno ospita un mirabile pulpito di marmo, che è attribuito a Guido Bigarelli da Como (XIII secolo), dove sono scolpite scene della natività di Cristo,


Infine, tappa obbligata: la Casa Museo di Giovanni Pascoli, nella vicina Castelvecchio Pascoli. Qui il poeta visse gli ultimi anni della sua vita, in una villa che oggi sembra ancora abitata: libri aperti, cappello sulla sedia, perfino la scrivania con i suoi occhiali.

DOVE MANGIARE
L’Osteria
Si trova in una piazzetta naturale, in un suggestivo angolo della città, dove sulla tavola arrivano per primi i classici crostini di fegatini di pollo e al lardo di colonnata (sublime….)

Sono un fan delle zuppe e ho voluto gustare la “Minestra frantoiana”, tradizionale piatto “povero” con erbe selvatiche e verdure di stagione, zucca, carote, cavolo nero, patate , fagioli , bieta, pomodoro eccetera eccetera. ah dimenticavo l’iconica fetta di un pane di farina e pezzetti di patata.


L’Altana
Tris tutto al femminile al timone di questo caratteristica trattoria, arrampicata nel centro storico del borgo. Giulia, Angela e l’impareggiabile Nonna Camilla propongono una cucina tradizionale e sopratutto ben fatta, dove profumo e gusto regalano piacevoli momenti.


Da notare le polpette fritte, lo sformatino di porri con besciamella. il crostino ai fegatini, una deliziosa salsina rossa con pomodoro. capperi, acciughe, verde con uovo sodo, prezzemolo e pane.
Tra i primi spiccano i famosi “Maccheroni di Barga”, una specie di pasta maltagliata, servita con spinacino e sugo di nocciole. Ho amato tantissimo il loro fegato con le cipolle, tenero e dolce, realizzato con un’impanatura di pangrattato,
Il piatto da Oscar? Ravioli fatti in casa, ripieni di ragù di carne, cipolla, spinaci, bietola, parmigiano, uovo, peperoncino, noce moscata. Che bontà!E NEL CALICE?
Nella Valle del Serchio e in Garfagnana si produce vino in modo artigianale, vero, legato al territorio e alla fatica della montagna. La vera forza di questa zona è la passione dei viticoltori: cantine piccole, a conduzione familiare, dove puoi ancora incontrare chi ha raccolto l’uva la mattina e ti serve un bicchiere la sera. Tra i rossi, spicca il Ciliegiolo, dal profumo fruttato e rotondo, spesso vinificato in purezza o miscelato con altre uve autoctone come il Colorino e il Canaiolo.

Il risultato? Vini freschi, con carattere, ma non troppo spigolosi, perfetti da abbinare ai piatti robusti della zona: funghi, selvaggina, salumi e pecorini.
Tra i bianchi troviamo la Malvasia e il Trebbiano Toscano, spesso vinificati insieme per dare vini leggeri, profumati, con una vena minerale che riflette bene il suolo montano

DOVE DORMIRE
Villa Moorings
Elegante boutique-hotel in stile liberty, coniuga charme storico, comfort contemporaneo e un’accoglienza autenticamente familiare. Costruita nel 1924 dalla famiglia Castelvecchi, successivamente emigrata in Scozia e proprietaria del prestigioso ristorante The Moorings a Largs.


La villa è caratterizzata da arredi originali in stile anni ’20: mobili d’epoca, lampadari di Murano, pavimenti in graniglia, tappeti fiorentini e decorazioni pittoriche firmate dal celebre artista Bruno Cordati.

Dispone di dodici camere ampie e luminose, tutte diverse e dotate di comfort moderni come Wi‑Fi, TV satellitare, minibar. Tra arte, storia e raffinatezza resta l’impronta familiare che la proprietaria Beatrice Salvi ha voluto mantenere, ogni camera ha la sua storia e particolarità derivata dai componenti della famiglia che vi hanno abitato.

Un esempio sono i nomi delle camere che derivano dai membri della famiglia, come la Suite Nonno Lio, nonché il nonno di Beatrice e il figlio di Leonello Castelvecchi che fece costruire la Villa nel 1924.

Circondata da un enorme giardino, la Villa offre una piscina esterna, terrazze panoramiche, gazebo e una sala lettura con bar.


La colazione a buffet, curata e variegata, è un vero tripudio di dolci fatti in casa, tortine salate, frutta fresca e cheesecakes multigusto, mentre il ristorante interno, attivo su richiesta, propone piatti a chilometro zero e un’ apericena al bordo della piscina.

Al timone dela Villa troviamo l’infaticabile Beatrice e la sorella, che cura anche l’ospitalità di Ze del Pino. incantevole agriturismo con 12 camere accoglienti e arredate con gusto.                                      Lasciatemelo dire: due indirizzi preziosi…

Seguiteci anche sui Instagram & Facebook per rimanere aggiornato su tutte le prossime uscite
ed iscrivietevi alla Newsletter per ricevere in regalo il nostro magazine digitale WEEKEND PREMIUM per TUTTO L’ANNO !