Nasce VISIT EMILIA: Parma, Reggio e Piacenza con Arte, Gusto e Castelli

Intervista a Cristiano Casa, Presidente di Visit Emilia

 Di Beba Marsano

La mappa d’Italia saluta una nuova destinazione, l’Emilia. Unione delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia che, per valorizzare affinità e singole specificità, hanno fatto sistema, riconoscendosi in un unico territorio ribattezzato “La terra dello slow mix”. “Una terra da assaporare con lentezza, dove staccare la spina e lasciarsi andare alla sorpresa, tra arte, natura e gastronomia”. Parola di Cristiano Casa, presidente di Visit Emilia (www.visitemilia.com) e assessore comunale a Parma con un’infinità di deleghe, tra cui Turismo, Commercio e Progetto Unesco. “Questa nuova esperienza mi sta dando l’opportunità di scoprire e far scoprire luoghi che io stesso non conoscevo; ho sempre amato viaggiare lontano, ma ad andare in giro per il mondo, si rischia di perdere i tesori dietro l’angolo”.

Cristiano Casa, presidente di Visit Emilia

Per l’Emilia avete coniato il claim di “Italian food valley”…

Inevitabile. Il 30% del fatturato italiano DOP e IGP è fatto qui: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, salumi e vini piacentini, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. Un patrimonio enogastronomico eccezionale, che si fa conoscere a tavola, in trattorie autentiche, dove si spende poco e sono santuari ai sapori della memoria, e con visite ai produttori, per scoprire il loro ineguagliabile know-how.

Quali le strategie di lancio per il 2022?

Veicolare il concetto di un’esperienza variegata attraverso la promozione di una pluralità di focus. Dallo straordinario circuito dei castelli, più di 50 e tutti diversi (www.castellidelducato.it), intorno ai quali intendiamo aumentare la ricettività, al tessuto di città d’arte e borghi antichi, fino alla ricchezza dell’Appennino Tosco-Emiliano, montagne stupende, adatte per il trekking e le due ruote, compresa l’e-bike, di cui vogliamo moltiplicare i percorsi. E poi il Po, un unicum, con le sue oasi naturalistiche, i tracciati di cicloturismo pianeggiante e le memorie del grande cinema, dai film di Don Camillo a quelli di Bernardo Bertolucci. E ancora le terme (abbiamo Salsomaggiore!) e il golf, altro modo slow per assaporare il territorio.

Il Castello di Torrechiara

Il target di riferimento?

Al momento un pubblico di prossimità, anche se puntiamo molto sulla Svizzera in virtù del collegamento ferroviario Bologna-Zurigo, che effettua fermate a Reggio Emilia, Parma, Piacenza. Stiamo lavorando a un volo Parma-Parigi; in fondo il nostro patrimonio di castelli può fare concorrenza a quello della Loira.

Di che cosa ha bisogno l’Emilia per farsi conoscere a livello internazionale?

Di farsi desiderare attraverso campagne emozionali legate a immagini evocative. In seconda battuta di essere identificata in uno spazio, entro precisi confini. Per questo abbiamo collocato in autostrada cartelli con la scritta Benvenuti in Emilia, che riprende il nuovo logo studiato dall’agenzia McCann.

Cristiano Casa con il logo di Visit Emilia e davanti al Teatro Regio di Parma

Quale l’elemento grafico caratterizzante?

Una dolce onda, trait d’union tra le tre province, unite da cultura e tradizioni comuni, ma anche allusione alle sinuosità del Po e delle colline.

Come si coniugano Emilia e sostenibilità?

L’Emilia è una regione a naturale vocazione green. Per tipologia di produzioni (il Parmigiano, per esempio) e offerta sportiva a contatto con la natura; una regione a misura degli amanti del trekking per i suoi Cammini, ben quattro –Via Francigena, Via Matildica del Volto Santo, Via degli Abati, Via di Linari – il cui successo è molto cresciuto dopo la pandemia.

Il duomo di Berceto, da dove passa la via Francigena

L’impegno di Visit Emilia in questa direzione?

Potenziare le ciclabili per rendere il cicloturismo fruibile in totale sicurezza; l’ultima nata è la Parma Bike & Food Valley, quasi 70 chilometri di pista tra Parma e Sorbolo attraverso i panorami della Bassa.

I grandi appuntamenti del 2022?

Soprattutto due, la grandiosa mostra sui Farnese a Parma e Piacenza e le celebrazioni per i 900 anni della Cattedrale di Piacenza, oltre al passaggio da Parma della 1000Miglia, un appuntamento fisso ormai dal 2015, che quest’anno celebrerà i 50 anni della Dallara Automobili. 

La sede di Dallara Automobili che nel 2022 festeggia il mezzo secolo

Quali sono le strade più spettacolari da percorrere in auto?

La Val Trebbia, serpente di smeraldo che Ernest Hemingway definì “la valle più bella del mondo”; la Val d’Enza, dallo sfondo dominato dalla Pietra di Bismantova, solitaria formazione geologica d’impatto visivo impressionante, e la strada che arriva al castello di Torrechiara passando per Casatico, dove si produce un’ottima Malvasia.

La Pietra di Bismantova

Con che auto ti sposti per lavoro e non?

Una 500 elettrica, perfetta per la città e le trasferte fuori porta.

 




Weekend “gourmet” in Emilia. Da Bologna “la grassa” alla cucina che fa dimagrire…

(in italian and English)

Voglia di un weekend che offra storia, arte, cultura e… eccellenze “gourmet”?

Oggi vi portiamo in alcune delle splendide città emiliane tra cui Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Ferrara e Bologna, non a caso soprannominata  “La Grassa”.

Bologna dà il via al nostro tour “gourmet” delle città dell’Emilia

Le città dell’Emilia vantano un’antica tradizione culinaria ricca di piatti gustosissimi, preparati sia dalle ‘zdore’ casalinghe sia da top chef innovativi, Tra i più tradizionali, il gnocco fritto e le tigelle, abbinati ai salumi e l’ erbazzone, torta salata fatta con bietola lessata, uova, cipolla e Parmigiano Reggiano. Bologna “la Grassa” trionfa nella pasta fatta in casa : le lasagne, popolari e squisite. Le classiche sono di pasta verde con ragù alla bolognese e besciamella.

Quando la lasagna diventa “take away”

Lasagna d’ asporto?
“Mo vè”… benvenuti a L’è Bon, piccolo laboratorio di cucina nel cuore di Bologna  curato dalla cordialissima ‘lasagnara’ Valeria Francescon e dal marito di Paolo. La loro famosa lasagna ha già conquistato numerosi premi e riconoscimenti. Prezzi convenienti, un buon vino di produzione propria, la possibilità di gustare i piatti sia nel locale che a casa o in giro per la città, come fanno in molti, con un take away.

La tagliatella, orgoglio della cucina emiliana .. ma quanto deve misurare?

Nel 1972 una Delegazione di Bologna ha depositato in uno scrigno della Camera di Commercio, un campione in oro della celebre pasta, decretandone la perfetta larghezza.
La misura ‘aurea’ decretata è di 6.5/7 mm da cruda e di 8mm da cotta (cioè 6.5/7 mm da cruda) Ma perchè questo conteggio?  E’ un omaggio alla Torre degli Asinelli, infatti corrisponde alla dodicimiladuecentosettantesima parte dell’altezza della Torre.
Diffidate di ogni altra misura…

  Tortelli, tortellini, anolini e cappelletti

Rigorosamente fatti con pasta fresca, cambiano forma da città a città:  piccolissimi a Reggio Emilia, rotondi a Parma, a mezzaluna nel Piacentino mentre a Bologna è possibile trovarli a quadretti. Anche il ripieno può variare , dal classico ragù di carne, pane e formaggio, alle erbette e ricotta, alla zucca e amaretti, oppure patate. La tradizione li vuole serviti in brodo di gallina.

I tradizionali tortellini in brodo in gallina

Dolcezze emiliane

Biscione di Reggio Emilia
Dolce da forno a forma di serpente, a base di mandorle, zucchero, uova e canditi. .Un must invernale
Torta tenerina per una pausa golosa a base di cioccolato fondente, perfetta da gustare insieme al caffè
Torta Barozzi,
dolce dalla ricetta segreta fin da 1886. Si taglia rigorosamente capovolta, senza togliere la carta stagnola in cui è avvolta, con un coltello dentellato per ottenere piccole porzioni morbide e compatte da gustare.

Torta Barozzi

I ristoranti stellati Michelin

I Portici, Bologna
La Palta Emilia , Borgonovo Val Tidone
Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino
L’Erba del Re, Modena

Il portale del Duomo di Modena

Iacobucci, Castel Maggiore
Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense
Ca’ Matilde, Rubbianino
Trattoria da Amerigo, Savigno

Lo spettacolare Treato Valli a Reggio Emilia

La Capanna di Eraclio, La Zanzara, Codigoro
Arnaldo-Clinica Gastronomica
, Rubiera
Marconi, Sasso Marconi
Inkiostro, Parizzi, Parma

Parma, Giuseppe Verdi si riposa su una panchina , all’ingresso del museo a lui dedicato

Girovagando tra trattorie e osterie ..

Osteria Bottega, Bologna
La lanterna di Diogene, Bomporto
Campanini, Busseto
Locanda Mariella, Celestano
Laghi, Campogallian
Entrà, Finale Emilia

Nelle Osterie e trattorie emiliane, i fornelli sono il regno delle ‘zdore’ , le chef casalinghe

Antica locanda del falco, Gazzola
Osteria di Rubbiara, Nonantola
Ai due platani, Parma.
Santo Stefano, Piacenza.
Trattoria del borgo, Valsamoggia
La Pomposa, Modena

Modena, Quando il tortellino diventa “bugiardo”, un piatto di Luca Marchini che, oltre alla Trattoria Pomposa, cura il ristorante stellato L’Erba del Re,

Un’osteria davvero “osteria” da più di cento anni

Al Becco di Legno Via Gianni Palmieri, 7, Bologna
Una vecchia osteria, la cucina bolognese di una volta. con i piatti di una volta.
Nessuna insegna, soltanto una vetrina ricca di bottiglie di ogni genere con la dicitura “vini caffè”.  All’interno due sale, luci soffuse, vecchi quadri alle pareti .

L’insegna dell’Osteria del Becco di Legno

Da non perdere: la classica gramigna con la salsiccia, arricchita da un tocco di besciamella e le corpose tagliatelle verdi di ortiche, rigorosamente stese a mano con il  mattarello e un ragù fatto con manzo, pancetta di maiale, pochi “odori” e solo un’ombra di concentrato di pomodoro. Tra i secondi: la cotoletta alla bolognese fatta con lombo di maiale, e la sua versione “petroniana” ancora più morbida. Ottimi anche i tortellini. Si beve lambrusco .

La gramigna verde con salsiccia

Bologna: incontro l’Oste Raffaele, jeans e maglietta, comodamente seduto sul marciapiede a godersi un po’ d’aria prima di iniziare il servizio in cucina.

Buongiorno Raffaele, da dove viene il nome della sua osteria?
Qui si riuniva la Società del Becco di Legno, una comitiva di allegri personaggi che amavano far festa e sopratutto brindare… a Bologna “bagnarsi il becco” significa bere vino, e avere un becco di legno che è un materiale che assorbe molto, è segno di buon bevitore.

Raffaele, Oste storico dell’Osteria del Becco di Legno,

Quando è nata l’osteria?
Nel 1920 , la mia famiglia la gestisce dal ’59.
I piatti sono rimasti gli stessi  e così anche il modo di prepararli.
Niente “rivisitazioni” quindi?
No di certo!. Secondo me si è persa l’abitudine di cucinare all’antica, come vuole la tradizione. Ora vanno queste nuove cucine, la moda di modificare o di rivedere le classiche ricette bolognesi, Non si trovano quasi più i piatti tipici, oggi sono ” rivisitati”, una parola che mi infastidice solo a pronunciarla…

La infastidisce anche quando la chiamano “chef”?
No… per carità io sono uno “scalda padelle”.
Raffaele, il suo primo ricordo in cucina?
Mia nonna Peppina e mia mamma Giustina, due cuoche infaticabili che passavano ore in cucina e io (avevo 7 anni) le aiutavo, pulivo le patate, i fagiolini oppure rubavo le padelle per andare a friggere le patate lungo la ferrovia …Bei ricordi ….


Cucina bolognese. Quali sono i piatti che bisogna assaggiare ?
La gramigna verde con le salsicce, le tagliatelle verdi e tortellini in brodo di cappone. Provali anche tu…

Scelti, provati e consigliati…

 Irina Trattoria, la sorpresa fuori porta.

Siamo a Savigno, a meno di un’ora di macchina da Bologna, meta gpurmet di molti bolognesi e amanti della cucina locale. CAl timone della trattoria troviamo l’esplosiva Irina Steccanella . Oginaria di Sassuolo, Irina apre la sua Osteria Vini d’Italia, vanta  prestigiosi stage con chef stellari come Massimo Bottura alla tristellata Osteria Francescana e NiKo Romito al Casadonna per poi insediarsi nel borgo di Savigno per dare alla luce il suo Irina Trattoria dal menu piuttosto essenziale che esalta la tradizione, ma con uno sguardo contemporaneo alla ricerca dell’ unicita del territorio emiliano, riconfermando l’austerità di questa terra e il caloroso sorriso di una tavola confortevole e familiare.

Irina Steccanella

Buongiorno Irina, domanda di rito: dove ama passare un weekend libero?
Mi piace il mare anche se ultimamente vado speso in montagna. Tra le mie mete fisse c’è Asiago per incontrare Alessandro Dal Degan, caro amico e chef della Tana di Asiago e per gustare le sue straordinarie lumache di terra, uniche al mondo!
Che auto guida?
Una Hyundai Jato, è costata poco ed era quello che cercavo.

Guancia brasata al vino su crema di patate

Ha partecipato a stages di grandi chef: Massimo Bottura, Niko Romito, eccetera. Che cosa le rimasto addosso da queste esperienze?
Di Massimo sicuramente un’ apertura mentale a 360 gradi, di Niko direi lo stile, l’ordine e la  pulizia.
Qualche strascico negativo?
L’aver ereditato un pesante fardello che si chiama “responsabilità” perché comunque nel bene o nel male, la gente tende a fare paragoni con quei nomi. Comunque, in fondo, è una cosa positiva, anche se è un duro impegno che pesa sulle spalle,

Tra le paste, rigorosamente fate in casa, spiccano i classici tortellini in brodo dal soave profumo di noce moscata

Primo ricordo da bimba in cucina?
Il profumo delle ciambelle e delle torte di mele di nonna Agnese.
Quando è scattata la scintilla culinaria? 
Nel 2014 quando sono andato a mangiare da Uliassi, inebriata dai piatti superlativi.mi sono detto “ Devi farcela, cucinare, brillare e avere il tuo ristorante”
Se non fosse diventata una cuoca…
Sarei una parrucchiera! Ricordo che a un certo punto della mia vita mi sono trovata davanti a un bivio , Da una parte i fornelli e dall’altra i bigodini….(sorride) Come vede , ho scelto la cucina…

i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.
i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.

Qual è il piatto in cui si riconosce di più ?
Le tagliatelle al ragù perché stata la prima cosa che ha fatto e che ha fatto parlare di me. Un piatto schietto, verace e senza fronzoli, probabilmente proprio come sono io.

Le tagliatelle gialle al rugu, orgoglio di Irina

Vicolo Colombina.
Giovane, conviviale, accogliente. Cucina genuina, tradizionale e…bolognese! Non a caso il menu è curato dal grande Massimiliano Poggi che seduce con la ‘sua’ lasagnetta al ragu di carni di cortile e la ‘sua’ celeberrima tagliatella, che si mormora essere la migliore in città… Dai tortellini in brodo a quelli con taleggio e mandorle, dallo sformatino di patate e mortadella con salsa di Parmigiano Reggiano (slurp!) al classico tagliere di salumi.

Massimo Poggi e la sua famosa tagliatella al ragu

The man and the sea
Incontriamo uno Chef di grande elevatura, Vittorio Cameli, al timone (è  proprio il caso di dirlo)  di The Man and the Sea, elegante ristorante nel cuore di Bologna. Vittorio, in perfetta sintonia con il nome del ristorante, che richiama il titolo del famoso romanzo di Hemingway, è il pilota di una cucina che, proprio come un vascello, segue un percorso ben delineato, lasciandosi tuttavia cullare dalle onde.

Vittorio Cameli

Diamo un’occhiata al menu: ovviamente il protagonista è il pesce .

L’ ispirazione marina arriva subito in tavola, con un meravigioso pane al nero di seppia e una tiepida Insalata di mare shakerata, dove calamari, code di scampi , verdurine al vapore e un delizioso dressing agli agrumi vengono mischiati in un barattolo di vetro e poi serviti sul piatto.

Insalata di mare shakerata

All’ingresso spiacca una vetrine dove trionfano degli splendid ricci di mare che vengono proposti con spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino e un incantevole … profumo di mare.

spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino©

 Il suo primo ricordo in cucina?
Un ricordo indelebile: chiudo gli occhi e rivedo nonna Santola mentre stende i maccheroncini con il mattarello e poi li mette ad asciugare sul letto… mentre in tutta la casa si diffonde il profumo di un sugo di carne proveniente dal pentolone in rame che bolle nel camino sopra la brace.

bocconcini di sogliola con scampi alla mugnaia su crema di porro, sedano rapa e …il tocco del Maestro , una fogliolina di salvia fritta.

E il primo ricordo ” professionale”?
Un debutto disastroso!  Mio papà Mattia era uno chef rinomato, aveva un ottimo ristorante, era ricercatissimo, era stato perfino cuoco di Onassis. Ricordo che a poco più di 8 anni, già lo aiutavo in cucina, finchè un giorno mi ha  incaricato di sostituire un camerire che non si era presentato. Ricordo che mi sono infilato la giacca della Prima Comunione e dovevo portare una bottiglia di acqua al mio primo cliente. Fu l’emozione o fu la bottiglia bagnata, insomma rovesciai tutta l’acqua sulla giacca del cliente…si immagini la mia disperazione…

bavarese all’aracia

E se non fosse diventato Chef, cosa probabilmete sarebbe oggi?
Beh, frequentavo l’università economia e commercio, forse sarei diventato il classico commercialista, esperto nei numeri. Bene, non ho nessun rimpianto,  preferisco i miei fornelli .

polpo alla griglia in un indovinato abbinamento con crema di patate e burrata

Qualcosa che mangia soltanto se preparato da un’ altra persona?
Non ho dubbi: il torrone dei miei cari amici Corrado e Carlo Assenza del Caffè Sicilia a Noto. Inimitabile!
Nel suo menu non toveremo mai…
Prodotti che non rispettino la stagionalità, sono un paladino della genuinità, sempre alla ricerca della qualità, del pesce più fresco, evitando l’allevamento .

The man and the sea

Vittorio è uno chef che va ascoltato, è un “uomo del mare” da cui lasciarsi guidare, un esperto capitano che vi porterà con il suo vascello alla scoperta di nuove deliziose esperienze in un itinerario attento ai gusti, agli arom, ai tipi di cottura e alle esecuzioni in cucina. E da tutto ciò che, secondo me, si capisce quando uno chef è grande o, come nel caso di Vittorio, grandissimo.

Libra, Bologna
E’ il luogo dove vivere un’esperienza unica, coniungando il gusto e la varietà dei piatti della tradizionale italiana al benessere, grazie al bilanciamento nutrizionale delle ricette. Questo grande ristorante, punto vendita, show room e scuola è nato da una ex tipografia ed è stato splendidamente rinnovato ed è una vera e propria novità nel panorama gastronomico bolognese, protagonista un menu realizzato secondo i più moderni principi della scienza della nutrizione.

Alcuni scorci di Libra

Ogni piatto è stato studiato per contenere il giusto equilibrio fra le dosi degli alimenti, con meno calorie, sale, zucchero e grassi, valorizzando più vitamine, sali minerali e antiossidanti.

Il burro non-burro e un delizioso salame di cioccolato dietetico

Qui potrete vivere un’esperienza unica, che coniuga il gusto e la varietà dei piatti della tradizionale italiana al benessere, grazie al bilanciamento nutrizionale delle ricette, tutte certificate da Cucina Evolution, studiata dalla Dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista e Presidente di ASSIC (Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina) e fondatrice di Art Joins Nutrition Academy, mentre alla guida della cucina troviamo lo Chef Andrea Miceli che ha studiato 4 anni medicina, incanalando nozioni essenziali per una nutrizione sana e benefica alla salute.

Chiara Manzi

Li abbiamo incontrati per una breve intervista.
Buongiorno Andrea, quanto è stato difficile lasciare medicina per dedicarti alla cucina?
Molto difficile, non tanto per dire addio all’università, ma sopratutto per far digerire ai miei  il fatto che abbandonavo gli studi.
Ho comunque una famiglia meravigliosa, che mi ha capito e ha rispettato la mia decisione. Ora sono fieri me e per questo devo ringraziare la Dottoressa Manzi e Cucina Evolution.

Chef Miceli da Libra

Chiara, come definirebbe la cucina di Libra?
L’ho definita anti-agin with Italian food made in Italy, cibo italiano in evoluzione per favorire la longevità.
Non più piatti tradizionali dunque?
Si. alla tradizione, ma non più nella ” maniera ” tradizionale.
Nel menu troverà tanti classici bolognesi come i tortellini in brodo di cappone, la lasagna, l’erbazzone e poi  ancora il salame di cioccolato,  la caponata, la pasta cacio e pepe, alla carbonara.
Dottoressa, mi scusi se la interrompo, ma la carbonara …ingrassa…
Non la mia con la “mia” pasta e una speciale crema di tuorli, straordinariamente leggera grazie alla denaturazione a 50°C con inulina. Il guanciale è sapientemente tostato e sgrassato a 130°C e il pecorino romano viene microscaglionato con una speciale grattugia per amplificarne la sapidità. Un pizzico di curcuma per potenzia il colore e, grazie all’abbinamento con il pepe nero, ci tiene lontani dall’aumento del peso.

La carbonara anti-aging di Libra

Una vera rivoluzione…
Penso che i piatti della cucina italiana siano destinati al museo, se non avviene un’ evoluzione. Una lasagna, una carbonara tradizionale ti fanno sentire appesantito… poi vai sulla bilancia e la bilancia… strilla! Penso che se i ristoranti continuano a cucinare in modo troppo calorico e non adeguato alle necessità e alle richieste di oggi, prima o poi perderanno la loro clientela.

Grassi e calorie misurate anche nel tradizionale erbazzone bolognese e nel tortino di alici, dal profumo mediterraneo

Libra si propone di servire piatti tradizionali ma che non facciano ingrassare o tanto meno che non combinino danni al fisico e alla mente.
Chef, un esempio?
Uno spaghetto cotto in un brodo di nero di seppia, arricchito da ricci di mare freschi che vanno ad esaltare quella mineralità che a me piace moltissimo, in quanto siciliano. E’ un piatto profumato che racchiude il gusto e il sapore del mare insieme ai preziosi grassi vitaminaci dei ricci freschi.

Spaghetti al nero di seppia e ricci di mare

Nel suo menu, qualche citazione?
Si, la caponatina omaggio a Gualtiero Marchesi. Ho voluto il gusto deciso della tradizione siciliana, in un piatto d’ispirazione marchesiana, per iniziare il pasto in maniera appagante e con equilibrio, con  particolare attenzione al dosaggio di ogni ingrediente, mischiando melanzane, olive nere, capperi, sedano, cipolla, carota, pomodoro, aceto e, per donare quel tocco di agro-dolce , un pizzico di  eritritolo.

La caponatina in onore di Gualtiero Marchesi

“Eritritolo”?  Dottoressa, mi spiega?
L’eritritolo, appartenente alla famiglia dei polioli, è un dolcificante naturale prodotto a partire dalla fermentazione degli zuccheri presenti in frutta e altri alimenti di origine vegetal. Ha un gusto piacevole lo rende adatto a dolcificare bevande calde, incluso il nostro amato caffè e ad essere utilizzato nella preparazione di dolci, dai muffin, alle creme e le mousse, al gelato o , come nel caso della nostra caponata, sa regalare quel tocco di agrodolce.
Reperibile dove?
Qui da noi e online nella sezione “Shop” del mio sito.

In vendita nello shop e online

Andrea, hai un sogno nel cassetto?
Sicuramente di avere un domani un posto mio, ma è un sogno lontano, anche  perché al momento sono contento e voglio continuare questa esperienza.
A proposito di sogni, Immagina di averne fatto uno strano: eri diventato un cibo, che cos’era?
(ride) Molto probabilmente un ricco ragu oppure un bel bollito, perché ambedue sono stati piatti significativi di quando ho incominciato a cucinare “sul serio” alzando un po’ l’asticella.

Andrea Miceli

for the english version , cick Next>
Italy: are you looking for a weekend that offers history, art, culture and … “gourmet” excellence?
Today we take you to some of the splendid Emilian cities including Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Ferrara and Bologna, not surprisingly nicknamed “La Grassa”.

Bologna dà il via al nostro tour “gourmet” delle città dell’Emilia

The cities of Emilia boast an ancient culinary tradition full of delicious dishes, prepared both by the homemade ‘zdore’ and by innovative top chefs.Among the most traditional, the fried gnocco and tigelle, paired with cold cuts and the erbazzone, savory pie. made with boiled chard, eggs, onion and Parmigiano Reggiano. Bologna “la Grassa” triumphs in homemade pasta: lasagna, popular and delicious. The classics are green pasta with Bolognese sauce and béchamel.

 lasagna to go!

 “Mo vè” … welcome to L’è Bon, a small cooking workshop in the heart of Bologna run by the very cordial ‘lasagnara’ Valeria Francescon and Paolo’s husband. Their famous lasagna has already won numerous awards and accolades. Affordable prices, a good wine of own production, the possibility to taste the dishes both in the restaurant and at home or around the city, as many do, with a take away.

Tortelli, tortellini, anolini and cappelletti
Strictly made with fresh pasta, they change shape from city to city: very small in Reggio Emilia, round in Parma, crescent-shaped in Piacentino, while in Bologna it is possible to find them in squares. Even the filling can vary, from the classic meat sauce, bread and cheese, to herbs and ricotta, to pumpkin and amaretti, or potatoes. Tradition has it that they are served in chicken broth.

I tradizionali tortellini in brodo in gallina

Tortelli, tortellini, anolini and cappelletti
Strictly made with fresh pasta, they change shape from city to city: very small in Reggio Emilia, round in Parma, crescent-shaped in Piacentino, while in Bologna it is possible to find them in squares. Even the filling can vary, from the classic meat sauce, bread and cheese, to herbs and ricotta, to pumpkin and amaretti, or potatoes. Tradition has it that they are served in chicken broth.

Torta Barozzi

Michelin starred restaurants

I Portici, Bologna
La Palta Emilia , Borgonovo Val Tidone
Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino
L’Erba del Re, Modena

Il portale del Duomo di Modena

Iacobucci, Castel Maggiore
Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense
Ca’ Matilde, Rubbianino
Trattoria da Amerigo, Savigno

Lo spettacolare Treato Valli a Reggio Emilia

La Capanna di Eraclio, La Zanzara, Codigoro
Arnaldo-Clinica Gastronomica
, Rubiera
Marconi, Sasso Marconi
Inkiostro, Parizzi, Parma

Parma, Giuseppe Verdi si riposa su una panchina , all’ingresso del museo a lui dedicato

Local restaurants

Osteria Bottega, Bologna
La lanterna di Diogene, Bomporto
Campanini, Busseto
Locanda Mariella, Celestano
Laghi, Campogallian
Entrà, Finale Emilia

Nelle Osterie e trattorie emiliane, i fornelli sono il regno delle ‘zdore’ , le chef casalinghe

Antica locanda del falco, Gazzola
Osteria di Rubbiara, Nonantola
Ai due platani, Parma.
Santo Stefano, Piacenza.
Trattoria del borgo, Valsamoggia
La Pomposa, Modena

Modena, Quando il tortellino diventa “bugiardo”, un piatto di Luca Marchini che, oltre alla Trattoria Pomposa, cura il ristorante stellato L’Erba del Re,

A truly “tavern” for over a hundred years
Al Becco di Legno Via Gianni Palmieri, 7, Bologna An old tavern, the Bolognese cuisine of the past. with the dishes of the past. No sign, only a showcase full of bottles of all kinds with the words “wines and coffee”. Inside two rooms, soft lights, old paintings on the walls.

L’insegna dell’Osteria del Becco di Legno

Not to be missed: the classic weed with sausage, enriched with a touch of bechamel and the full-bodied green nettle tagliatelle, rigorously hand-rolled with a rolling pin and a ragù made with beef, pork belly, a few “smells” and only a shadow of tomato paste. Among the main courses: the Bolognese cutlet made with pork loin, and its even softer “Petroniana” version. Tortellini are also excellent. Lambrusco is the wine.

La gramigna verde con salsiccia

Bologna: I meet the host Raffaele, wearing jeans and a T-shirt, sitting comfortably on the sidewalk to enjoy some air before starting the service in the kitchen.
Hello Raffaele, where does the name of your tavern come from? Here the Società del Becco di Legno met, a group of cheerful characters who loved to party and above all to toast … in Bologna “getting wet” means drinking wine, and having a wooden beak which is a material that absorbs a lot, it is a sign of a good drinker.

Raffaele, Oste storico dell’Osteria del Becco di Legno,

When was the tavern born? In 1920, my family has been running it since ’59. The dishes have remained the same and so has the way of preparing them. No “reinterpretations” then? Certainly not!. In my opinion, the habit of cooking old-fashioned has been lost, as tradition dictates. Now these new kitchens are going, the fashion of modifying or revising the classic Bolognese recipes, You can hardly find the typical dishes anymore, today they are “revisited”, a word that bothers me just to pronounce it.


Cucina bolognese. Quali sono i piatti che bisogna assaggiare ?
La gramigna verde con le salsicce, le tagliatelle verdi e tortellini in brodo di cappone. Provali anche tu…

Scelti, provati e consigliati…

 Irina Trattoria,the surprise out of town.
We are in Savigno, less than an hour’s drive from Bologna, a popular destination for many Bolognese and lovers of local cuisine.At the helm of the restaurant we find the explosive Irina Steccanella. Oginaria di Sassuolo, Irina opens her Osteria Vini d’Italia, boasts prestigious internships with star chefs such as Massimo Bottura at the three-starred Osteria Francescana and NiKo Romito at Casadonna and then settles in the village of Savigno to give birth to her Irina Trattoria with a pretty menu.essential that enhances tradition, but with a contemporary look in search of the uniqueness of the Emilian territory, reconfirming the austerity of this land and the warm smile of a comfortable and familiar table.

Irina Steccanella

 

 

 

 

Hello Irina, ritual question: where do you like to spend a weekend off? I
like the sea even if lately I have been spending my time in the mountains.Among my fixed destinations there is Asiago to meet Alessandro Dal Degan, dear friend and chef of the Tana di Asiago and to taste his extraordinary land snails, unique in the world! What car do you drive? A Hyundai Jato, it cost little and was what I was looking for.

Guancia brasata al vino su crema di patate

You have attended stages of great chefs: Massimo Bottura, Niko Romito, etc. What is left with you from these experiences? Massimo certainly has a 360-degree openness of mind, I would say Niko’s style, order and cleanliness. Any negative aftermath? Having inherited a heavy burden that is called “responsibility” because, however, for better or for worse, people tend to make comparisons with those names. However, basically, it is a positive thing, even if it is a hard commitment that weighs on your shoulders,

Tra le paste, rigorosamente fate in casa, spiccano i classici tortellini in brodo dal soave profumo di noce moscata

First memory as a child in the kitchen?
The scent of grandma Agnese’s donuts and apple pies.When did the culinary spark start? In 2014 when I went to eat at Uliassi, inebriated by the superlative dishes. I said to myself “You have to do it, cook, shine and have your own restaurant” If she hadn’t become a cook … I would be a hairdresser!I remember that at a certain point in my life I found myself at a crossroads, on one side the stoves and on the other the curlers …. (smiles) As you can see, I chose the kitchen

i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.
i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.

Which dish do you recognize the most in? Tagliatelle al ragù because it was the first thing she did and that made me talk. A straightforward, genuine and no-nonsense dish, probably just like me.

Le tagliatelle gialle al rugu, orgoglio di Irina

Vicolo Colombina.
Young, convivial, welcoming. Genuine, traditional and… Bolognese cuisine! It is no coincidence that the menu is curated by the great Massimiliano Poggi who seduces with ‘his’ lasagnetta with courtyard meat ragu and ‘his’ famous tagliatella, which is rumored to be the best in town … From tortellini in broth to those with taleggio cheese and almonds, from the potato and mortadella flan with Parmigiano Reggiano sauce (yum!) to the classic salami platter.

Massimo Poggi e la sua famosa tagliatella al ragu

The man and the sea
We meet a top chef, Vittorio Cameli, at the helm (it should be said) of The Man and the Sea, an elegant restaurant in the heart of Bologna. Vittorio, in perfect harmony with the name of the restaurant, which recalls the title of Hemingway’s famous novel, is the pilot of a kitchen that, just like a vessel, follows a well-defined path, while letting itself be lulled by the waves.

Vittorio Cameli

Diamo un’occhiata al menu: ovviamente il protagonista è il pesce .

The marine inspiration comes immediately to the table, with a wonderful squid ink bread and a warm shaken seafood salad, where squid, prawn tails, steamed vegetables and a delicious citrus dressing are mixed in a glass jar and then served on the plate.

Insalata di mare shakeratre.

spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino©

bocconcini di sogliola con scampi alla mugnaia su crema di porro, sedano rapa e …il tocco del Maestro , una fogliolina di salvia fritta.

And the first “professional” memory?
A disastrous debut! My dad Mattia was a renowned chef, he had an excellent restaurant, he was highly sought after, he had even been a cook at Onassis. I remember that when I was just over 8 years old, I was already helping him in the kitchen, until one day he asked me to replace a room that didn’t show up. I remember putting on my First Communion jacket and had to bring a bottle of water to my first client. Was it the emotion or was it the wet bottle, in short, I spilled all the water on the customer’s jacket … imagine my desperation …

bavarese all’aracia

 .

polpo alla griglia in un indovinato abbinamento con crema di patate e burrata

Something that only eats if prepared by another person? I have no doubts: the nougat of my dear friends Corrado and Carlo Assenza from Caffè Sicilia in Noto. Inimitable! On his menu we will never find … Products that do not respect seasonality, are a champion of authenticity, always looking for quality, the freshest fish, avoiding farming.

The man and the sea

Vittorio is a chef who must be listened to, he is a “man of the sea” to be guided by, an expert captain who will take you with his vessel to discover new delicious experiences in an itinerary attentive to tastes, aroms, types of cooking. and executions in the kitchen. And from everything that, in my opinion, you understand when a chef is great or, as in the case of Vittorio, very great.

Libra, Bologna
It is the place to live a unique experience, combining the taste and variety of traditional Italian dishes with well-being, thanks to the nutritional balance of the recipes. This large restaurant, store, showroom and school was born from a former printing house and has been beautifully renovated and is a real novelty in the Bolognese gastronomic panorama, featuring a menu made according to the most modern principles of the science of nutrition.

Alcuni scorci di Libra

Il burro non-burro e un delizioso salame di cioccolato dietetico

Here you can live a unique experience, which combines the taste and variety of traditional Italian dishes with well-being, thanks to the nutritional balance of the recipes, all certified by Cucina Evolution, studied by Dr. Chiara Manzi, nutritionist and President of ASSIC (Association for Nutritional Safety in the Kitchen) and founder of Art Joins Nutrition Academy, while at the head of the kitchen we find Chef Andrea Miceli who has studied medicine for 4 years, channeling essential notions for healthy and beneficial nutrition.

Chiara Manzi

I met them for a short interview. Hello Andrea, how difficult was it to leave medicine to devote yourself to cooking? Very difficult, not so much to say goodbye to university, but above all to make my parents digest the fact that I was abandoning my studies. However, I have a wonderful family who understood me and respected my decision. Now I’m proud and for this I have to thank Dr. Manzi and Cucina Evolution.

Chef Miceli da Libra

Chiara, how would you define Libra’s cuisine?
I defined it as anti-aging with Italian food made in Italy, Italian food in evolution to promote longevity. No more traditional dishes then? Yes. To tradition, but no longer in the traditional “way”. On the menu you will find many Bolognese classics such as tortellini in capon broth, lasagna, erbazzone and then again the chocolate salami, caponata, pasta with cacio e pepe, carbonara. Doctor, excuse me if I interrupt you, but the carbonara … gets fat … Not mine with “my” pasta and a special yolk cream, extraordinarily light thanks to denaturation at 50 ° C with inulin. The bacon is expertly toasted and degreased at 130 ° C and the pecorino romano is micro-staggered with a special grater to amplify its flavor. A pinch of turmeric to enhance the color and, thanks to the combination with black pepper, keeps us away from weight gain.

La carbonara anti-aging di Libra

A real revolution …
I think that the dishes of Italian cuisine are destined for the museum, if there is no evolution. A lasagna, a traditional carbonara make you feel heavy … then you go on the scales and the scales … screams! I think that if restaurants continue to cook in a way that is too high in calories and not suited to today’s needs and demands, sooner or later they will lose their clientele.

Grassi e calorie misurate anche nel tradizionale erbazzone bolognese e nel tortino di alici, dal profumo mediterraneo

Spaghetti al nero di seppia e ricci di mare

On your menu, any quotes?
Yes, the caponatina homage to Gualtiero Marchesi. I wanted the strong taste of the Sicilian tradition, in a Marquesian-inspired dish, to start the meal in a satisfying and balanced way, with particular attention to the dosage of each ingredient, mixing aubergines, black olives, capers, celery, onion, carrot , tomato, vinegar and, to give that sweet-sour touch, a pinch of erythritol.

La caponatina in onore di Gualtiero Marchesi

“Erythritol”? Doctor, can you explain to me?
Erythritol, belonging to the polyol family, is a natural sweetener produced starting from the fermentation of sugars present in fruit and other foods of vegetal origin. It has a pleasant taste making it suitable for sweetening hot drinks, including our beloved coffee and to be used in the preparation of desserts, from muffins, creams and mousses, to ice cream or, as in the case of our caponata, it knows how to give that touch of bittersweet. Where can you find it? Here with us and online in the “Shop” section of my site.

In vendita nello shop e online

Andrea, do you have a dream?
Certainly to have a place of my own tomorrow, but it is a distant dream, also because at the moment I am happy and I want to continue this experience. Speaking of dreams, imagine you had a weird one: you became a food, what was it? (laughs) Most likely a rich ragu or a nice boiled meat, because both were significant dishes when I started cooking “seriously”, raising the bar a little.




Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo

L’appuntamento di oggi ci porta a Parma, meravigliosa città dell’Emilia-Romagna, per intraprendere un viaggio all’interno del mondo della stampa. Il progetto della Nuova Pilotta infatti il 19 Aprile 2021 si arricchirà di un nuovo gioiello: il nuovo Museo Bodoniano. Si tratta del più antico museo della stampa, inaugurato nel 1963 e dedicato a Giambattista Bodoni, il principe dei tipografi. 

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Piazza Garibaldi, Parma, Italia

 

IL PIÙ ANTICO MUSEO DELLA STAMPA AL MONDO

Entrare nel nuovo Museo Bodoni sarà una esperienza doppiamente immersiva. Varcate le porte, sarà come entrare nella fucina bodoniana, nella sua tipografia, quasi avvertendo il profumo degli inchiostri e il frusciare delle carte. Ma si entrerà anche nel cuore della cultura di un’epoca in cui Parma era tra le vere capitali europee. A rendere ancora più sacrale l’ambiente, la scelta del nero come colore dominante, se non unico. Nere le pareti, nere le lampade industriali che, pendendo dai soffitti, daranno luce ad opere che sono indiscutibili capolavori della storia dell’editoria e, più in generale della grafica. Al nuovo Museo Simone Verde, Direttore della Pilotta, ha destinato gli ex locali destinati a magazzino dei periodici della Biblioteca Palatina. 

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Panoramica Museo Bodoniano, Palazzo Palazzo della Pilotta, Parma

Il Museo Bodoniano è il più antico museo della stampa al mondo – sottolinea De Pasquale (responsabile dell’allestimento) – essendo stato fondato da Angela Pezzana nel 1842 quando, per rendere visitabile i capolavori della produzione bodoniana, come avveniva quando Bodoni era in vita, venne allestita una “stanza dei punzoni”, con uno specifico conservatore, presso la Galleria dell’Incoronata della Palatina”.

Orari di apertura: Lunedì – Venerdì (9.00 — 13.00)

Prenotazione: via email, da inviare entro le ore 13.00 del giorno precedente.
Ingresso: gratuito

Per info: sito web

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Dettaglio allestimento Museo Bodoniano, Parma

 

LA STRUTTURA DEL MUSEO BODONIANO

Museo Bodoniano: a Parma per il museo di stampa più antico del mondo
Prospetto visuale museo bodoniano, Parma

Quattro sono le sezioni su cui si svilupperà il nuovo Museo Bodoni. La prima sarà riservata a “Bodoni, Parma e l’Europa”. In questa sezione il visitatore avrà a disposizione una panoramica della produzione tipografica del tempo e dei tipografi di riferimento di Bodoni. A “La fabbrica del libro” è poi riservata la sezione più vasta, che andrà ad occupare la parte centrale della sala espositiva, divisa in quattro grandi nicchie. In ogni nicchia sono ricostruite le varie fasi di lavoro di Bodoni. Per passare a “La stampa”, con prove su carta e pergamena, copie su seta, e il torchio, ricostruzione del 1940, rimesso in funzione anche a fini didattici. Infine “L’illustrazione e la legatura”, presenti anche le lastre di rame relative alle edizioni bodoniane.

Se siete curiosi di scoprire Parma anche nel gusto cliccate qui e godetevi le pietanze più succulente e tipiche!




A PARMA, CAPITALE DELLA CULTURA 2020, PER SCOPRIRE IL GENIO “PAZZO” DI LIGABUE

Di Benedetta D’Argenzio

Parma, Capitale Italiana della Cultura per il 2020, si riappropria di uno spazio espositivo all’interno del cinquecentesco Palazzo Tarasconi con una grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue (1899-1965), uno degli autori più geniali e originali del Novecento italiano. 

 

L’esposizione, curata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, presenta 72 dipinti e 4 sculture, capaci di analizzare i temi che più hanno caratterizzato la sua parabola artistica, dagli autoritratti agli animali. A questi si aggiunge una sezione con 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, che condivide con Ligabue un’empatia verso il mondo naturale ed animale.

La mostra

L’allestimento, che potrete visitare dal 2 aprile a 27 dicembre 2020 (al costo di 13€ compresa audioguida), crea un’atmosfera di fusione fra pittura e scultura che conduce il visitatore all’interno dell’immaginario creativo di Ligabue, analizzando gli argomenti più frequentati dall’artista. 

A partire dagli autoritratti, il suo volto esprime dolore, fatica, male di vivere; ogni soggetto dipinto appare come se l’artista raccontasse la sua tragedia un’unica volta, che se fosse l’ultima. Un nucleo importante di opere è dedicato al mondo naturale, in particolare al regno animale selvatico. Protagonisti sono tigri, leoni, leopardi, iene, che Ligabue prima studiava sulle pagine dei libri e poi dipingeva, identificandosi con loro. Uno dei suoi quadri esemplari può essere la Vedova nera, dipinto nel 1951.

Antonio Ligabue nasce a Zurigo il 18 dicembre 1899 per poi trasferirsi all’età di 20 anni a Gualtieri, nella bassa reggiana. Sin dall’infanzia vive una vita di emarginazione e di insofferenza verso il mondo. Inizia a dipingere alla fine degli anni venti e vive girovago alternando soggiorni in casa di amici con ritiri nelle campagne lungo il Po. Dal 1937 inizia la sua odissea negli ospedali psichiatrici di Reggio Emilia, dai quali entra ed esce regolarmente. Nel frattempo continua a dipingere e la sua fama si diffonde. Dopo un’intensa attività artistica, spesso incompresa e addirittura derisa, nel tempo susciterà tuttavia l’ammirazione e l’interesse di collezionisti, critici e storici dell’arte. La sua vita si spegne a Gualtieri, il 27 maggio 1965.

L’eredità di Ligabue si spinge fino alla contemporaneità. L’esposizione, infatti, dà conto di un gruppo di lavori di Michele Vitaloni, rappresentante di spicco della Wildlife Art e dell’iperrealismo scultoreo. Come il grande artista, Vitaloni è attratto dal fascino della figura animale selvaggia, che riflette la parte selvatica della natura umana. 

Perché proprio a Parma?

Il curatore della mostra Augusto Agosta Tota afferma che Parma, fin dagli anni ‘70, ha visto la scoperta e la valorizzazione di Antonio Ligabue. Inoltre, Tota in prima persona conobbe l’artista e si innamorò delle sue opere al punto da cercare di proporle e di farle apprezzare oltre i limitati confini provinciali con iniziative che hanno toccato le più importanti capitali dell’arte mondiale, da Parigi (1982) a Mosca (2018). 

La Fondazione Archivio Antonio Ligabue, nata a Parma nel 1983, studiando la figura dell’artista, ne ha proposto l’opera con criteri rigorosi e scientifici, al fine di imporlo tra i più importanti maestri del XX secolo a livello internazionale.

PARMA DA SCOPRIRE…

Ricordate che Parma non è solo una meta di passaggio, ma una straordinaria città italiana ricca di monumenti, chiese e un eccellente museo. 

A soli 700 metri dalla mostra infatti, sarete accolti da Piazza del Duomo, una delle più belle del mondo, accanto alla quale potrete visitare Palazzo della Pilotta. Non si tratta di un palazzo comune, poiché vi permette di visitare a soli 6€ due capolavori unici: il Teatro Farnese e la Galleria Nazionale, con opere straordinarie di autori come Leonardo, Beato Angelico, Tintoretto, Tiepolo per citarne solo alcuni.

Per quanto riguarda le chiese, Parma ne è molto ricca. Il Duomo, affiancato dal Battistero e dal Palazzo Vescovile, è un esempio di Romanico lombardo che nel 1526 ospitò la mano di Correggio, il quale realizzò uno straordinario ciclo di affreschi con tema principale l’assunzione della Vergine. 

Il Monastero di San Giovanni Evangelista ospita anch’esso la mano del Correggio offrendo la vista di uno degli scorci prospettici più famosi di tutti i tempi. Dipinge infatti un gioco di prospettiva sulla cupola con protagonista la figura di Cristo, accerchiato dagli apostoli, che viene proiettato verso l’infinito del cielo. 

Nella Basilica di Santa Maria della Steccata si trova invece un capolavoro di Parmigianino, che dipinse il sottarco della cupola del presbiterio raccontando la storia de “Le Vergini sagge e le Vergini stolte”, la cui origine si trova nel Vangelo di Matteo. 

…E DA GUSTARE 

Tra una visita ed un’altra sarete sicuramente attirati dai profumi e dalla varietà dei cibi tipici di Parma, come prosciutto crudo DOP, pasta ripiena e Parmigiano Reggiano. Il prosciutto crudo però è solo uno degli ottimi salumi che questa zona vi può offrire, infatti straordinari sono anche il culatello, il salame, la coppa e la spalla cotta. Passando ai primi piatti, tipici sono gli anolini, i tortellini, i tortelli per non citare le tagliatelle e i risotti.

Per un pasto completo la carne è d’obbligo! Spiccano infatti i bolliti, la trippa, lo stracotto di manzo, ma anche la rosa di Parma, un arrosto di manzo con Prosciutto di Parma, parmigiano in scaglie e vino Lambrusco. 

Per i vegetariani invece, in mezzo a tutta questa carne, unica (ma deliziosa) alternativa non può che essere la parmigiana di melanzane. 

COME ARRIVARE 

Per raggiungere Parma in auto, è possibile percorrere la A1 Milano-Bologna o la A15 Parma-La Spezia. La SS9 percorre l’intera area urbana da est ad ovest; da sud invece ottima è la SS62. 

DOVE MANGIARE 

*Pepèn Parma è uno dei più votati ristoranti tipici del posto che non solo è situato in pieno centro, ma offre una succosa e godereccia cucina tipica. Contattabile al tel. 0521 282650, è un locale piccolo ma di ottimo gusto. 

*Perlage ristorante, tel. 0521 781137 e www.perlageristorante.com è un ristorante situato in zona limitrofa al centro storico, che offre un’ottima cucina tradizionale e deliziosi piatti a base di pesce per una calda cena proprio come quella di casa. 

DOVE DORMIRE 

Parma, essendo una città di turismo e di affari, offre una buona scelta di ogni tipo di hotel nel centro, ma anche fuori città. 

*B&B Podere del Merlo è un’ottima scelta per chi decide di visitare i dintorni di Parma. Situato a 5 km dal Parco Ducale, questa struttura offre sistemazioni con Wi-Fi gratuito, aria condizionata e accesso ad un giardino con terrazza. Contattabile al tel. 335 772 0191 e sul sito https://www.poderemerlo.it, offre una ricca colazione a buffet. 

*Salina Luxury Suites invece è per chi sceglie di rimanere a soli 100 metri dal centro e per chi vuole essere coccolato per tutta la durata del soggiorno da lussi di ogni tipo. Reperibile al tel. 3459359809 e su https://www.salinasuites.com/chi-siamo.

LIGABUE AL CINEMA

Un motivo in più per approfondire il personaggio di Ligabue è vedere il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti nelle sale dal 27 febbraio 2020. Protagonista del film è Elio Germano che, interpretando il pittore, si è aggiudicato l’Orso d’argento come Miglior Attore della 70esima edizione della Berlinale. 




TERRY GIACOMELLO: RICERCA, STUDIO, UN PO’ DI PAZZIA E LA RICETTA DI UN TAGLIOLINO MAI VISTO…

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Parma: ho incontrato Terry Giacomello, al timone del ristorante Inkiostro, stella Michelin.
Giacomello vanta molte prestigiose esperienze all’estero al fianco di top chef della gastronomia mondiale ta cui  Marc Veyrat, Michel Bras, Alex Atala, Andoni Luis Aduriz. Tanti viaggi: Brasile, Belgio e sopratutto in Spagna, dove ha avuto la possibilità di collaborare per più di 4 anni con Ferran Adria nel leggendario El Bulli.
I suoi piatti sono sempre unici e ben strutturati, frutto di grandi ricerca e studio approfondito.


Il tuo nome che mi ricorda certi Italoamericani di Brooklyn…
No, io sono italianissimo: mamma triestina e papà friulano, proprietari di una piccola locanda dove papà si occupava della cucina e mamma cucinava, talvolta per dovere ma anche spesso per diletto, ed era fenomenale.
Qualche ricordo dei suoi piatti ?
La besciamella, la lasagna, lo strudel, il tiramisù e certe buonissime pizze. Penso che la mia passione sia nata proprio nella cucina di casa. Poi sono iniziati i viaggi che mi hanno portato in tante nazioni, per poi tornare in Italia, dove da 4 anni mi occupo di Inkiostro.

Un piatto che ti ricorda la tua infazia? 
La patata fondente. Mi riporta agli anni passati a fianco di mio zio, anche lui chef, a pelare patate per poi fare questo piatto che si ispira alla classica cucina francese, dove la patata viene cotta per ore ed ore nel burro e nel fondo di carne. La faccio ancora e in realtà ho riprodotto la patata con il manitolo, l’interno è un soffice di patata e fuori è inserito un gel di fondo di carne.

Se hai un weekend libero, come lo passi ?
A casa, con la mia compagna e i figli. Il lavoro qui è così intenso per cui quei rari momenti di  tempo libero sono tutti per i miei cari. Qualche volta facciamo delle escursioni fuori città o nel territorio, sempre con un occhio alla gastronomia degli altri perchè mi piace sperimentare nuovi  un po’ per il curiosità è un po’ per evadere dal traffico settimanale, rilassarmi e sopratutto…lasciare che lavorino gli altri….


Che macchina guidi?
Una Opel Astra
L’auto dei tuoi sogni?
Una Lamborghini nera.
Viaggi all’estero?
Ho lavorato tanto la Spagna, per me è stata un’esperienza essenziale.


Hai portato qualche piatto della cucina iberica nel tuo menu?
Più che piatti o ricette ho assorbito certe tecniche di cucina e di trattamento degli ingredienti
Che cibo ti affascina? 
Tutto quello che si muove, insetti inclusi.
Mangio di tutto sono molto curioso anche di cose che sulla carta non sono proprio le mie preferite.
Nel tuo frigo di casa troviamo sempre…..
Formaggi di tutto l mondo  e burro. Talvolta anche ingredienti insoliti che magari mi hanno regalato. Li metto in frigo  e al momento giusto amo sperimentarli e vedere cosa succede
Mai…
Cose pronte
Descrivi Inkiostro
Affascinante, moderno, non troppo carico o sfarzoso, minimalista ma accogliente,

Un’occhiata al tuo menu. Piuttosto spinto, direi
Pasta di zucchero mixata a aceto dolce, una mummia imbalsamata con un’alga, la carne dell’esofago di gallina nel piatto ‘gioco di parole’ (ce n’è più di uno ) Eh lo So FA GOla.
C’è f
antasia, ricerca, sacrificio, ironia e novità.

Qualche eredità delle tue terre?
Certo,  la trota salmonata che ho sposato a olio di cipresso, succo di crespino e frutta secca, l’uso della scorzonera che si è trasformata in ‘betulla’ con tartufo, crema di mandolre amare e una foglia di patata, l’utilizzo di certe resine, i testaroli in civet di maiale, piselli, mosciame di tonno, frutto della passione.

Piatti pittorici, Che artista ti piace?
Mi piacciono le ‘pazzie’ visive di Van Gogh.
Un po’ di pazzia anche nella tua cucina?
Forse, ma pur sempre la conseguenza di studio e ricerca, però si un po’ di pazzia c’è, da lavorare la carne del collo di una gallina a servire un dolce che ho chiamato ‘limone ammuffito’…

La ricetta di Terry Giacomello
TAGLIOLINO DI BIANCO D’UOVO, IL SUO ROSSO, CREMA DI PARMIGIANO, CAVIALE DI TARTUFO NERO

ingredienti:
acqua
albume d’uovo
aceto di vino bianco
acqua di tartufo nero
parmigiano reggiano 24 mesi
Mescolare 200gr di acqua con 120 gr di albume cotto precedentemente in acqua bollente e aceto quindi stendere su placca
Mettere la placca nella macchina sottovuoto e procedere alla disidratazione del composto
Togliere dal sottovuoto, tagliare a striscioline come fosse una tagliatelle tradizionale
Nel frattempo procedere con la realizzazione del caviale di tartufo tramite sferificazione dell’acqua del tartufo nero
Per la fonduta di parmigiano, sciogliere il parmigiano reggiano in un po’ di acqua e panna, aggiustando di sale e pepe
Servire il tagliolino adagiandolo in un piatto fondo con foglie di timo fresco e sale maldon. Aggiungere la fonduta di Parmigiano, ed ultimare con il rosso dell’uovo ed il caviale di tartufo. INFO
Inkiostro

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

 




PARMA, LA CITTA’ DELLA MUSICA IN 10 MOSSE

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Parma è una città dallo spirito allegro, socievole, con una forte tradizione artistica e culturale. Disseminata da capolavori come il Duomo, il Battistero, La Galleria Nazionale, la Camera di San Paolo, Santa Maria della Steccata, arricchiti dalle opere di grandi Maestri tra cui Correggio, Parmigianino, Canova, Tiepolo e Leonardo.


Parma è soprattutto città della musica. Questa passione, ben oltre il binomio Parma-Verdi, si manifesta in splendide strutture d’epoca e contemporanee che ospitano tanta musica per chi la musica l’ama davvero.

Ecco le mie 10 mosse
1) Teatro Regio
Che a Parma la lirica sia regina non è certo una novità: i parmigiani sono grandi appassionati e cultori dell’ opera e non perdono occasione per sostenerla e tutelarla. Lo splendido Teatro Regio è uno dei palcoscenici più famosi e rispettati d’Italia. I suoi loggionisti sono temuti dai cantanti lirici di tutto il mondo, specialmente quando va in scena un’opera verdiana, come durante l’atteso Festival Verdi, dove le serate possono diventare davvero incandescenti. Il calendario 2019 prevede I Due Foscari, Luisa Miller, Nabucco e l’immancabile Aida.

2) Paganini Congressi
Ex complesso industriale rivisitato dalla genialità di Renzo Piano, capace di abbattere i confini tra lo spazio architettonico e lo spazio naturale dell’immenso parco che lo circonda.

Il complesso ospita la stagione sinfonica della Filarmonica Arturo Toscanini, chiamata familiarmente La Toscanini, che vedrà l’ alternarsi di alcuni dei direttori più apprezzati della scena mondiale e che l’11 gennaio 2020 inaugurerà, con uno spettacolare concerto, le celebrazioni di Parma 2020 Capitale della Cultura Italiana.

3) Casa del Suono
All’ interno della chiesa sconsacrata di Santa Elisabetta, una delle  strutture più suggestive della città, si trova la Casa del Suono, un particolare museo dove la dimensione storica e contemporanea del suono è protagonista di un percorso affascinante attraverso storia e

evoluzione, dal fonografo al grammofono, dalla radio al magnetofono, dal compact disc all’iPod e al futuro. Oltre a conoscere, curiosare e rivivere momenti del passato, come l’iconico 45 giri portatile, il famigerato mangiadischi e perfino un preistorico jukebox Wurlitzer in legno, troverete un mini auditorium dove la musica vi coinvolgerà tutt’intorno a 360 gradi.

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4) Dove la musica è di casa
Nel Piazzale San Francesco, l‘imponente Palazzo Cusani ospita la Casa della Musica , un’istituzione che vuole valorizzare patrimoni della cultura musicale, promuovere la ricerca specialistica e diffonderne le acquisizioni.

La sua sede ospita anche il meraviglioso Museo dell’ Opera, dove potrete rivivere quattro secoli di musica raccontati attraverso oggetti, manifesti, fotografie, video, musiche, strumenti e tanto altro.

Un percorso dalla musica sublime: dall’evoluzione del teatro musicale e i suoi protagonisti, fino alle musiche di Verdi. Appassionati e studiosi troveranno al primo piano un’accuratissima Biblioteca Mediatica e il preziosissimo Archivio Storico del Teatro Regio, consultabili su prenotazione.

5) Teatro Farnese
Nel 1628, quando fece la sua comparsa a Parma per inaugurare il Teatro dei Farnese, l’opera era uno spettacolo riservato a pochi eletti. Col tempo si trasformò in un evento pubblico continuando con grande successo per i successivi trecento anni, con memorabili spettacoli di musica nonchè suntuosi alllestimenti acquatici.

Anche Parma, dopo l’apertura del Teatro dei Farnese, si adeguò alla tendenza comune con la costruzione di teatri pubblici, il Teatro Ducale e il Nuovo Teatro Ducale, l’odierno Teatro Regio, nel 1829. Quasi completamente distrutto da un bombardamento aereo alleato nel maggio del 1944, il teatro, ricostruito a partire dal 1956 secondo il disegno originario, dal 1986 costituisce lo

scenografico accesso agli ambienti espositivi del museo. Con un biglietto cumulativo, potrete visitare il Teatro, il Museo Archeologico e la spettacolare Galleria Nazionale.

La fama artistica di Parma e il suo legame con la musica comincia però con l’inizio della dominazione farnesiana e, in particolare, con il governo del secondo duca Farnese, Ottavio, che salì al trono nel 1547. Il movimento musicale che si creò attorno alla corte ducale si manifestava nella cattedrale, nella chiesa di Santa Maria della Steccata e, soprattutto, nel Teatro Farnese, che si aprì nel 1628. Proprio con gli omaggi musicali di Claudio Monteverdi, il gran Teatro Farnese fsegnò la sede preferita per i grandi spettacoli scenici.

Solo di recente, dopo un’inattività durata quasi tre secoli, il teatro  è ritornato a essere sede di concerti e eventi musicali  il 12 giugno 2011 fu proprio il maestro milanese a capo della “sua” Orchestra Mozart a inaugurare, davanti a una platea di 1.500 spettatori, il gioiello ligneo della Galleria Nazionale. Fu un debutto che ebbe seguito e, in quello stesso anno, il Teatro Farnese fu inserito fra le sedi in cui si rappresentarono le opere in programma al Festival Verdi organizzato dalla Fondazione Teatro Regio di Parma. Il 6 ottobre vi fu eseguita la Messa di Requiem e il 10 ottobre 2011 il “Falstaff”. Di Verdi, naturalmente.

6) Maestro Toscanini
Nella Parma dell’Oltretorrente, zona popolare, povera e operaia ma fiera, irrequieta e amante della musica, si trova la casa dove nacque uno dei più famosi direttori di orchestra nella storia della musica: Arturo Toscanini.

Nel museo a lui dedicato, nell’atmosfrea di una casa le cui pareti sembrano risuonare delle note delle grandi opere. troverete ritratti, foto, scritti, spartiti originali, oltre a oggetti personali, autografi rari, costumi teatrali.

7) Le case di Verdi
Non esiste un incontro più ravvicinato con un personaggio se non andare a visitare (e curiosare) nelle case dove ha abitato, ripercorrendo così i luoghi che hanno ispirato la sua formazione artistica.

A Roncole, poco distante da Parma, possiamo visitare la  sua umile casa natale, dove è stato allestito un museo davvero speciale, sarà infatti Verdi bambino a condurci per mano e raccontarci la storia della propria famiglia e … attenzione, potrete scorgerne l’ombra sui muri.
Casa Barezzi, a Busseto, fu sede della prima esecuzione pubblica del giovane Verdi. Il Maestro  la abitò per alcuni anni con la prima moglie, Margherita Barezzi.

Nella casa si possono trovare diversi cimeli tra cui il pregevole forte-piano viennese Tomaschek sul quale il Maestro compose “I due Foscari”, A S.Agata di Villanova potrete visitare Villa Verdi, dove il Maestro abitò con Giseppina Strepponi, sua la seconda moglie e grande musa.

8) Selfie stellare
Se siete fan di Verdi, ma preferite rimanere in città, cosa ne pensate di scattare un selfie proprio in compagnia del Maestro? Dove? Nelle panchina di Piazzale San Francesco, davanti alla Casa della Musica, tranquillamente seduto su una panchina, vi aspetta un bronzeo Mr. Verdi in persona.
9) Mossa per l’anno 2020?
L’11 gennaio 2020 Con uno spettacolare concerto La Toscanini inaugurerà le manifestazioni di Parma 2020 Capitale della Cultura Italiana.  Un ricco calendario darà grande spazio ai giovani attraverso il concorso Toscanini International Conducting Competition, mentre I singoli strumenti dell’orchestra saranno i protagonisti di L’arcipelago dei suoni, e Che prodigio! Mirabilia Musicali Farnesiane ospiterà la musica barocca.


Io vi segnalo 10 mosse, ma potrete scoprirne delle altre, visto che Parma svela in continuazione angoli e luoghi suggestivi che riportano costantemente alla luce frammenti di storia e cultura. Potete anche affidarvi a Parma City Tour visita guidata a piedi nel centro storico, dura 2 ore e comprende la visita alla Cattedrale e Battistero. Un luogo dove il fascino del passato e del presente si uniscono in un percorso unico. Vale la pena perdersi piacevolmente nei suoi vicoli per scoprire quel lato più segreto della città fatto di leggende e tradizioni.

10) Mossa finale: l’itinenario.
Ecco l’ itinerario che potrà aiutarvi a scoprire luoghi e personaggi della musica.
Partite dal Palazzo della Pilotta dove troverete il Teatro Farnese.
Svoltate a destra su Via Garibaldi e incontrerete il Teatro Regio.
Proseguendo per Via Garibaldi, all’incrocio con Via Mazzini, svoltate a destra verso il Ponte di Mezzo e, dopo averlo attraversato, imboccherete Via dei Farnese. Proseguite a sinistra su Borgo delle Grazie, la prima strada a destra porta alla Casa Natale e Museo Toscanini, in Via Tanzi 13.


Tornando indietro verso ponte di Mezzo potrete attraversare il centro a piedi, proseguendo sempre dritto su Via Mazzini e Via Repubblica, oppure prendere l’autobus 3, 4 o 5 e scendere alla fermata di Barriera Repubblica, da dove seguirete le indicazioni per l’ Auditorium Paganini.


Tornando verso il centro, raggiungete Palazzo Cusani, che ospita la Casa della Musica, quasi di fronte si trova la Casa del suono.
Buona musica a Parma!INFO
www.turismo.comune.parma.it

 

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.




Boom dei veicoli da Weekend al Salone del Camper 2018 di Parma, dal Van Mercedes “Marco Polo” al Peugeot Rifter

I numeri parlano chiaro: la realtà del camper è in aumento sia in Europa che in Italia. I dati forniti dall’APC (Associazione Produttori Camper) nel Rapporto Nazionale sul Turismo in Libertà in Camper e in Carovan, relativi al 2017, evidenziano un boom di vendite del mercato italiano, pari al + 43,4% rispetto all’anno precedente. Non solo, anche il numero di turisti che nel 2016 hanno visitato il nostro paese a bordo di veicoli ricreazionali è cresciuto, aumentando del 3,7%. Degli 8,4 milioni persone che hanno viaggiato in Italia in camper, 4,2 erano Italiani.

Se facciamo riferimento ai dati a livello europeo, riusciamo ad avere un’idea ancora più chiara del fenomeno: si tratta di un settore che sta avendo una crescita a livello esponenziale. Le immatricolazioni previste in Europa nel 2018 sono in aumento del 10% rispetto all’anno precedente e se consideriamo gli ultimi quattro anni, abbiamo avuto una crescita di tutti i mercati pari al 50%.

Ma quali sono i veicoli ricreazionali più venduti? Leader indiscusso a livello europeo, si conferma essere il Ducato di Fiat Professional. Fiat non produce direttamente veicoli ricreativi, ma fornisce la base di Ducato alle aziende che si occupano di allestire il veicolo per realizzare il camper ideale per tutti gli appassionati: sono ormai 500.000 le famiglie ad averlo acquistato negli ultimi 10 anni.

Nuovi Citroen Berlingo e Peugeot Rifter

Per quanto riguarda la concorrenza francese, Citroen presenta 3 modelli, tra cui il Type-H Wildcamp e per la prima volta il Nuovo Berlingo Multispace alternativa più pratica, economica e contenuta nelle dimensioni rispetto ai soliti camper (prezzo di listino a partire da 18 950 € Iva inclusa).

La gamma Citroen: a sinistra il nuovo BERLINGO SHINE BLUEHDI 130 S&S

Anche Peugeot propone un veicolo ricreativo più versatile rispetto alle classiche soluzioni. Si tratta del Rifter, che mostra uno stile derivato dal mondo dei SUV, perfetto per conciliare l’utilizzo urbano a quello en plen air. Il prezzo base della gamma Rifter parte da 21.550 euro.

Nuovo Peugeot RIFTER GTLINE BLUEHDI 130 S&S

 

Mercedes Marco Polo versione HORIZON

Fra i protagonisti del salone di Parma 2018 c’è l’inimitabile modello Marco Polo anche in versione HORIZON (a partire da € 49.193,00 Iva inclusa), l’ultimo membro della famiglia Mercedes. Si tratta di un van compatto per il tempo libero che unisce un look ricercato ad un’elevata personalizzazione degli spazi interni.

Nuovo Mercedes MARCO POLO HORIZON

 

Volkswagen California

Per quanto riguarda la casa tedesca Volkswagen, sono quattro i modelli in esposizione allo stand che recita lo slogan “Allargate i vostri orizzonti”: lo storico T1 Bulli camperizzato del 1964, il T6 California Beach 2.0 TDI 150CV 4MOTION DSG (53.520,00 euro chiavi in mano), il T6 California Ocean 2.0 TDI 150CV 4MOTION DSG (69.740,00 euro chiavi in mano) e il T6 California Beach “Overland” 2.0 TDI 150CV 4MOTION.

Nuovo Volkswagen CALIFORNIA

 

Per info e aggiornamenti http://www.salonedelcamper.it

Per leggere altri articoli della sezione Weekend Car https://www.weekendpremium.it/wp/category/weekend-in-auto/weekend-car/

 




La città del mese. Parma e i suoi Musei del Cibo. Con la ricetta del Risotto alla Parmigiana

Non solo sarà la Capitale della Cultura 2020, ma ha anche ricevuto dall’Unesco il prestigioso riconoscimento di Città Creativa per la Gastronomia. Il suolo fertile e l’intraprendenza dell’uomo, nei secoli, ha fatto sì che nel territorio parmense nascesse e si sviluppasse quella che oggi è nota come Food Valley.

Una storia gustosa

I prosciutti prodotti nel territorio erano noti per il loro gusto inconfondibile già ai tempi dei romani ed erano contesi sulle tavole di imperatori, nobili, funzionari. Durante l’Alto Medioevo, invece, si deve ai Monaci Benedettini la messa a punto del processo di produzione di quello che diventerà l’indiscusso “re dei formaggi”, il Parmigiano Reggiano.

Nell’Ottocento, poi, Parma sviluppa l’industria legata alla trasformazione, lavorazione e commercializzazione del pomodoro. Grazie a questo commercio, infatti, si sviluppa una rete ferroviaria di 177 km che collegava al capoluogo i centri di produzione, ma anche al porto sul Po e alla rete ferroviaria nazionale.

Nel 1877, poi, un certo signor “Barilla” apre il suo negozio di panetteria. Con il tempo, quel piccolo esercizio crescerà fino a diventare leader mondiale nella produzione industriale di pasta e prodotti da forno.

Nel XX secolo, la vocazione gastronomica della città si conferma e si rafforza con la nascita della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari e della Mostra delle Conserve, seme di quella che oggi è CIBUS – Fiera Internazionale dell’Alimentazione. Nello stesso periodo nascono anche i primi Consorzi di Tutela dei Prodotti Tipici: quello del Parmigiano Reggiano, quello del Prosciutto di Parma e quello del Culatello. Nel 2003, Parma viene scelta come sede dell’EFSA, l’Authority Europea per la Sicurezza Alimentare.

Il giro della tradizione in sei musei

Per celebrare, ma anche per fare conoscere e tramandare una tradizione gastronomica conosciuta e apprezzata in tutto il mondo sono nati i Musei del Cibo (www.museidelcibo.it) , un circuito che consente di andare alla scoperta dei prodotti tipici e dello splendido territorio della provincia di Parma. Le sedi scelte per ospitare i musei, poi, poi, sono castelli, ville storiche, ma anche le antiche sedi dei caseifici e delle aziende.

I Musei del Cibo si possono visitare tutti acquistando una card dal costo di 9 euro, presso lo IAT di Piazza Garibaldi, a Parma. Tutte le info, invece, sul sito www.museidelcibo.it

Di seguito, invece, vi proponiamo un tour alla scoperta dei sei musei.

A Soragna c’è il Museo del Parmigiano

Una location d’epoca, l’antico caseificio Meli Lupi di Soragna ospita il Museo del Parmigiano Reggiano, con testimonianze raccolte nelle cinque province emiliane in cui si produce quello che è stato definito il “Re dei Formaggi”. Gli oggetti in mostra si collocano tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Il museo fa parte del complesso “Castellazzi”, una delle pertinenze del castello Meli Lupi, con il quale confina nei pressi del muro di cinta a Sud e con accesso diretto tramite una cancellata di ferro. Il complesso, di origine settecentesca, si compone della casa colonica, con una bella stalla con volte a crociera e il fienile, e il caseificio a pianta circolare. Altri edifici più piccoli e rustici erano adibiti a ricoveri per gli attrezzi.

Per la sua forma circolare, il caseificio, del 1848, è stato scelto per ospitare il Museo del Parmigiano Reggiano. Al centro si trova un’antica caldaia di rame, usata per la preparazione del formaggio, circondata dagli attrezzi e dagli strumenti del casaro. Adiacente, si trovano anche gli strumenti per la produzione del burro e uno spazio per la devozione a San Lucio di Cavargna, protettore dei casari.

Spostandosi nel locale sotterraneo della salamoia, si trova invece la storia del Parmigiano dal XII secolo a oggi, la filiera produttiva e la storia della grattugia. Una curiosa sezione è dedicata invece alla numerose imitazioni del “Re dei formaggi “ all’estero, tra cui il famigerato “Parmesan”.

Al corpo principale sono annessi alcuni ambienti rustici dove si trova una rassegna di attrezzi e oggetti della civiltà contadina, la Reception, il Museum Shop dove poter acquistare il Parmigiano Reggiano e il kit di degustazione, oggetti da cucina a tema e gadget.

INFO

Museo del Parmigiano Reggiano

c/o Corte Castellazzi, via Volta 5, Soragna (PR)

tel 0521/931800 – https://parmigianoreggiano.museidelcibo.it

Orario: sab-dom e festivi 10-13, e 14 – 18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3

COME ARRIVARE

In auto da Parma, prendere la Tanzenziale Nord in direzione Piacenza, uscita Noceto-Fontanellato e poi seguire per Fontanellato e successivamente per Soragna.

A Langhirano c’è il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma

Nella zona compresa tra le valli dell’Enza e dello Stirone, fin dai tempi più antichi, si è sviluppato l’allevamento dei suini. Qui, infatti, grazie alla presenza di fitti boschi di querce che offrivano agli animali abbondanti ghiande i maiali selvatici pascolavano allo stato brado. Si deve alle popolazioni celtiche la messa a punto di tecniche di allevamento degli animali e di metodi di conservazione della carne da essa ricavata, grazie anche alla presenza delle fonti di acqua salata a Salsomaggiore e Rivalta.

Il risultato sono i salumi unici del territorio parmense, tra cui i celebre Prosciutto di Parma, a cui è dedicato il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma di Langhirano. Il museo è ospitato nella struttura dell’ex Foro Boario, splendida architettura rurale dei primi del Novecento sapientemente restaurata.

Il percorso di visita si articola in otto sezioni. Si comincia con il conoscere la storia dell’agricoltura parmense per poi conoscere le diverse razze suine, la loro origine e diffusione, con particolare attenzione a quelle utilizzate per produrre il Prosciutto di Parma. Vi è poi una sezione dedicata al sale, indispensabile per la conservazione degli alimenti. È proprio grazie alla presenza di pozzi di acqua salina che si sviluppò l’arte della salumeria. Si possono vedere Sali provenienti da tutto il mondo e un filmato sull’estrazione del sale dai pozzi di Salsomaggiore.

La quarta sezione è dedicata all’arte della norcineria con documenti storici e oggetti per la lavorazione della carne. Nelle altre sezioni si trovano invece testimonianze storiche della produzione degli altri celebri salumi del territorio parmense, approfondimenti sull’impiego del prosciutto in cucina e l’attività del Consorzio del Prosciutto di Parma, che garantisce e tutela la qualità del prodotto in tutto il mondo.

Al termine della visita, si può effettuare una golosa degustazione presso la Prosciutteria del Museo e fare acquisti presso il negozio dei prodotti d’eccellenza del territorio. A fianco del museo, poi il ristorante offre un menù degustazione o alla carta a base di prodotti tipici.

INFO

Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma

c/o Ex Foro Boario, via Bocchialini 7, Langhirano (PR)

tel 0521/931800 – https://prosciuttodiparma.museidelcibo.it/

Orario: sab-dom e festivi 10-18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3. Assaggio di grissino con prosciutto di Parma € 2.

COME ARRIVARE

Da Parma, prendere la tangenziale Sud con uscita n° 15 “via Langhirano” e seguire indicazioni per Langhirano.

Felino, un castello per il Museo del Salame

Se il Parmigiano Reggiano è il “Re dei Formaggi”, quello di Felino è il “principe dei salami”. E come tale merita…un castello. Il Museo del Salame di Felino, infatti, è ricavato nei magnifici locali settecenteschi delle cantine del Castello di Felino, come omaggio ed espressione del legame tra un prodotto e il suo territorio.

Basti pensare che il primo documento relativo a questo salume risale al 1436 quando Niccolò Piccinino, responsabile delle libagioni per conto del Duca di Milano, ordinò “venti maiali per fare salami”. Il salame di Felino è poi stato immortalato nel XII secolo da Benedetto Antelami nel marmo rosa del Battistero, dove è ritratto un sontuoso banchetto rinascimentale.

Il percorso di visita si articola in cinque sezioni e inizia con le testimonianze storiche del rapporto tra Felino e il “suo” salame. Ci si sposta poi in quelle che erano le antiche cucine del castello per la sezione dedicata all’impiego gastronomico del salame a Parma. Nella sala principale, invece, si trova la sezione dedicata all’arte della norcineria con una rassegna degli oggetti appartenuti alle famiglie contadine del territorio.

Si arriva infine all’epoca moderna, con una sezione che racconta le tecniche di produzione attuale e illustra la “carta di identità” del Salame di Felino IGP della Comunità Europea, certificazione ottenuta nel 2012.

INFO

Museo del Salame di Felino

c/o Castello di Felino, Strada del Castello 1, Felino (PR)

tel 0521/931800, https://salamedifelino.museidelcibo.it

Orario: sab-dom e festivi 10-13 e 14-18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3.

COME ARRIVARE

Da Parma prendere la Tangenziale Sud e uscita 14 “Via Montanara”, poi seguire indicazioni per Felino.

A Collecchio in mostra l’arte del pomodoro

È arrivato in Italia e in Europa dall’America e non ha subito conquistato i nostri palati. Finché non si è scoperta…la passata. Duttile e gustosa, è diventata subito l’ingrediente di numerosi piatti. E proprio nella provincia di Parma il pomodoro ha trovato le condizioni climatiche ideali per crescere e prosperare.

Alla Corte di Giarola di Collecchio, già sede di lavorazione agroalimentare nel medioevo, si instituì una vera e propria industria di trasformazione del pomodoro già nella seconda metà dell’Ottocento. Industria che raggiunse il suo massimo apice produttivo tra il 1900 e il 1960 grazie allo sviluppo della meccanica e delle macchine industriali. Parallelamente, si sviluppò anche la commercializzazione dei prodotti ricavati dalla lavorazione del pomodoro, tra sughi, concentrati e conserve.

Oggi, presso l’antica Corte di Giarola ha sede il Museo del Pomodoro, organizzato in sette sezioni tematica, dall’arrivo in Europa, nel Cinquecento, del versatile ortaggio, alla sua successiva diffusione. Si possono così conoscere le diverse varietà, le zone di produzione, le proprietà nutritive.

Si prosegue poi con la storia dello sviluppo dell’industria di trasformazione e il suo impatto nella realtà economica di Parma, per poi passare allo sviluppo delle tecnologie produttive, con tanto di ricostruzione di una linea di produzione per la conserva realizzata con 14 macchine d’epoca.

La quarta tappa è una mostra di oltre cento lattine di conserva originali d’epoca e il materiale promozionale, con i celebri marchi, oltre settanta, che distinguevano i prodotti del parmense nel Novecento.

Dopo una quinta sezione dedicata allo sviluppo dell’industria meccanica e una sesta che racconta la storia degli imprenditori, che include uno spazio dedicato alla Stazione Sperimentale dell’Industria delle Conserve del 1922, progenitrice dell’attuale Cibus, il percorso di visita si conclude con una sezione dedicata a pubblicità, dipinti, sculture e citazioni che hanno come unico protagonista il pomodoro.

E per finire…con gusto, il Ristorante della Corte offre un ricco menù a base di piatti e prodotti tipici parmensi accompagnati dai Vini dei Colli di Parma.

INFO

Museo del Pomodoro

c/o Corte di Giarola, Parco del Taro, Strada Giarola 11, Collecchio (PR) https://pomodoro.museidelcibo.it

Orario: sab-dom e festivi 10-18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3.

Pasta e pomodoro, un binomio “da museo”

Il piatto italiano per eccellenza? È la pasta al pomodoro. Conosciuto in tutto il mondo, dietro alla sua apparente semplicità nasconde un sapiente bilanciamento degli ingredienti, qualità e tempi di cottura.

Accanto al Museo del Pomodoro, presso la Corte di Giarola di Collecchio si trova anche i Museo della Pasta, che illustra la storia della protagonista assoluta della dieta mediterranea, che sia di semola di grano duro, all’uovo o ripiena.

Non tutti lo sanno, ma la pasta di semola di grano duro è di origine mediorientale, ma è in Italia che è diventata una vera e propria celebrità. Al punto che, nel mondo, “pasta” è sinonimo del Bel Paese. A Parma, nell’Ottocento, comincia l’attività della famiglia Barilla, oggi leader mondiale del settore e promotrice della nascita del museo.

La visita si articola in un percorso di dieci sezioni, di cui la prima dedicata al grano, alle sue caratteristiche e alle tecniche di coltivazione. In esposizione anche antichi attrezzi contadini e documenti sull’evoluzione delle tecniche agricole. Una seconda sezione è dedicata invece alla macinazione, alle diverse tipologie di mulino con tanto di ricostruzione di un mulino a macine e di uno a cilindri.

Si passa poi alla preparazione della pasta fresca attraverso l’uso del matterello. La sezione ospita la più ricca collezione italiana di rotelle da pasta, o “speronelle”. Si passa poi alla quarta sezione, che ricostruisce per il visitatore le varie fasi della produzione industriale di pasta secca, attraverso macchinari originali restaurati.

Dopo due sezioni dedicate alle macchine artigianali e ai processi industriali di automazione, si passa alla settima, che illustra la grande varietà di “trafile”, grazie alle quali nascono le varietà di pasta e a un’ottava sezione dedicata a manifesti, locandine storiche realizzata da grafici di fama. Si continua poi con la storia dello scolapasta, e con una mostra di ricettari che testimoniano gli abbinamenti più riusciti.

INFO

Museo della Pasta

c/o Corte di Giarola, Parco del Taro, Strada Giarola 11, Collecchio (PR) https://pasta.museidelcibo.it

Orario: sab-dom e festivi 10-18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3.

COME ARRIVARE

Da Parma, via La Spezia, prendere in direzione Sud la Tangenziale di Collecchio con direzione Fornovo, dopo l’uscita Collecchio, a Ponte Scodogna, voltare a destra al cartello Corte di Giarola -Parco del Taro.

A Sala Baganza la “Cantina dei Musei del Cibo”

Il nostro percorso si conclude idealmente a Sala Baganza dove, nel suggestivo ambiente delle cantine dell’antica Rocca, è ospitato il Museo del Vino – Cantina dei Musei del Cibo, un percorso espositivo e sensoriale dedicato alla storia e alla cultura del vino parmense.

La viticoltura, infatti, nella zona si era sviluppata già ai tempi dei Romani e il percorso espositivo, articolato in sei sezioni, parte proprio dalla storia. La prima sala, infatti, è dedicata all’archeologia del vino, con oggetti e immagini provenienti dagli scavi realizzati nel territorio. Si scopre così che furono i Celti a bere per primi il vino “schietto”, abbandonando le abitudini greche e romane di allungare il vino con acqua e spezie.

Si prosegue poi con una storia della vite e della viticoltura, attraverso gli attrezzi e oggetti d’uso nei secoli e filmati d’epoca. Si passa poi alla storia della vendemmia, dalle tecniche medievali a quelle francesi, introdotte dai Borbone. Si scoprirà poi che Giuseppe Garibaldi aveva una passione per la Malvasia, mentre Giuseppe Verdi amava la viticoltura.

Si scende poi nella ghiacciaia rinascimentale dove immagini a 360° raccontano il ruolo della vite e il rito del vino nella storia, nell’arte e nella tradizione. Si prosegue poi nella sala delle botti, per conoscere la storia dei contenitori e dei mestieri legati alla loro realizzazione, come il bottaio o il vetraio. Spazio anche alla storia del cavatappi, a una mostra di etichette e alle tipologie dei Vini dei Colli di Parma da abbinare ai prestigiosi salumi e formaggi del territorio.

E non si può concludere il percorso “a bocca asciutta”: ecco allora che il percorso conduce, come ultima tappa, all’Enoteca nei sotterranei della Rocca per una degustazione.

INFO

Museo del Vino – La Cantina dei Musei del Cibo

Rocca di Sala Baganza, Piazza Gramsci 1, Sala Baganza (PR)

https://vino.museidelcibo.it

Orario: sab-dom e festivi 10-13 e 14-18

Biglietto: € 5 intero, ridotto gruppi € 4, ridotto studenti e minorenni € 3.

COME ARRIVARE

Da Parma, via La Spezia, procedere in direzione Sud, prendere la Provinciale per Sala Baganza. Una volta giunti in paese seguire per il centro.

RISOTTO ALLA PARMIGIANA

Ingredienti

  • 500 gr di riso
  • 80 gr di burro
  • 1 cipolla tagliata fine
  • 80 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 1 litro e mezzo di brodo di carna
  • Sale

Fate sciogliere in un tegame 60 gr di burro e fate appassire la cipolla. Poi unite il riso, tostatelo e aggiungete a poco a poco il brodo caldo. Proseguite la cottura per circa 20 minuti, aggiungendo a mano a mano il brodo. Unite i 10 gr di burro rimasti e un cucchiaio di Parmigiano Reggiano grattugiato, mescolate e finite la cottura. Mantecate con il burro e il Parmigiano rimasti. Servite su un piatto di portata con alcune gocce di Aceto Balsamico.




Dalla Festa della Repubblica alle tradizioni medievali. Ecco dove andare nel prossimo weekeend

A Roma si tiene la tradizionale Festa della Repubblica, Parma, città “Patrimonio Unesco”, inaugura la prima edizione del City Gastronomy Festival, nella splendida isola della Maddalena si rinnova invece la tradizione del festival canoro Voci di Maggio. Venite con noi!

A Roma per la Festa della Repubblica

Quest’anno non ci sarà un “ponte” ma la Festa della Repubblica che si tiene nella capitale per festeggiare l’esito del referendum del 1946 è uno degli eventi da non perdere di questo weekend.

Il programma della 72° edizione prevede, alle 9.15 la deposizione di una corona di fiori all’altare della patria da parte del Presidente della Repubblica. Dopodiché, alle ore 10, ci si sposta tutti ai Fori imperiali per la suggestiva parata militare alla presenza delle massime autorità dello Stato e per assistere all’emozionante volo delle Frecce Tricolori.

Nel pomeriggio, dalle 15 alle 19, ci sarà poi un’occasione imperdibile per visitare alcuni dei palazzi più belli di Roma, normalmente chiusi al pubblico. Si potrà infatti varcare la soglia dei giardini del Quirinale, di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, sotto la guida esperta del personale, che illustrerà ai visitatori i principali aspetti storici, artistici ed istituzionali delle sale di rappresentanza e degli angoli più suggestivi. Infine, porte aperte anche a Palazzo Giustiniani.

A Parma c’è il City of Gastronomy Festival

Parma è la prima “Città Creativa per la Gastronomia” in Italia, titolo conferitole dall’UNESCO in virtù della qualità dei suoi prodotti tipici e per la lunga tradizione legato al gusto. Per festeggiare questo importante riconosce, il 2 e il 3 giugno si tiene la prima edizione del City of Gastronomy Festival che prevede un ricco programma tra incontri culturali a tema “food”, show cooking con chef stellati, temporary restaurant e molto altro.

Tuttavia, il festival non vuole essere solo una grande vetrina sulla storia e sui prodotti della food valley emiliana, ma aprirsi anche al resto del mondo. Ospiterà infatti alcune delle altre 21 “città creative” elette dall’Unesco, tra cui Alba, Tsuruoka, in Giappone, Gaziantep in Turchia, Dénia in Spagna, Bergen in Norvegia, Paraty e Belem in Brasile e Macao in Cina. Durante entrambe le giornate, dalle 10 alle 22, i rappresentanti della tradizione culinaria delle città si esibiranno in una maratona di show cooking per offrire un’esperienza fusion di colori, sapori e profumi.

Tutta la città sarà impegnata a ospitare gli eventi del festival. Piazza Garibaldi sarà la location per gli showcooking stellati e internazionali. Tra i protagonisti, Riccardo Monco dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, tre Stelle Michelin, Matteo Fronduti del Manna di Milano e Terry Giacomello dell’Inkiostro di Parma. Il 3 giugno, arriva anche il superospite Mario Biondi.

Palazzo del Governatore ospiterà invece incontri e tavole rotonde tra esperti del settore, chef e giornalisti, mentre in Piazza della Ghiaia saranno allestiti cinque temporary restaurant dove poter gustare i piatti dei talenti della cucina italiana contemporanea e i prodotti tipici della zona, come i vini dei Colli di Parma, il salame di Felino, il culatello di Zibello, la Spalla di San Secondo e molto altro.

Info: www.cityofgastronomyfestival.it

Sardegna e Umbria insieme per “Voci di Maggio” alla Maddalena

Chi è già in vacanza e ha scelto la Sardegna, suggeriamo la 18° edizione del festival “Voci di maggio”, che si tiene dal 1°al 3° giugno. Il festival celebra la ricca e variegata cultura agropastorale dell’isola con musica live, sagre paesane, come quella del maialetto sardo e della vitella, ci sarà poi il mercato “a km zero” della Coldiretti, showcooking, gare di tosatura e grandi nomi della canzone italiana, come Roberto Vecchioni e I Nomadi.

La novità di quest’anno è rappresentato dal sodalizio tra la Sardegna e l’Umbria, regione duramente colpita dal terremoto. In segno di riconoscimento per il sostegno e l’aiuto ai terremotati da parte dei pastori sardi, il Rettore della Basilica Agostiniana Santa Rita da Cascia e rappresentanti del Comune di Cascia porteranno alla Maddalena le reliquie di una statua della santa e 50 agnellini nati dalle pecore donate dai pastori sardi a quelli umbri.

Info: www.facebook.com/vocidimaggio/

A Brisighella (RA) un viaggio nel tempo con la “Festa Medievale”

Chi ama i “viaggi nel tempo”, non può perdersi l’edizione 2018 della Festa Medievale dello splendido borgo romagnolo di Brisighella, in provincia di Ravenna. Sabato 2 e domenica 3 giugno si torna al 1413, anno di costituzione della contea.

Il programma prevede rievocazioni storiche, giochi per bambini, spettacoli, e un tour del gusto tra la gastronomia locale, rivisitata in tema medievale in stand, ristoranti, taverne e osterie. Si comincia alle 10 del mattino di sabato, quando la rocca medievale prenderà vita grazie alla ricostruzione di un campo d’arme animato da un centinaio di figuranti in costume. Si potranno così ammirare antichi mestieri, un’esposizione di armi antiche, ma anche divertirsi con le esibizioni di giullari, cantastorie e musici e assistere a duelli e scontri tra le migliori compagnie di rievocazioni storiche provenienti da tutta Italia.

Dalle 17 alle 24, poi, all’interno della quattro antiche porte di accesso al borgo verrà allestito un villaggio medievale con la ricostruzione della piazza del mercato, dell’osteria con la partecipazione di artisti di strada e musici. Per tutta la giornata, poi, si potrà salire sulla Torre di avvistamento dove falchi, aquile e altri rapaci offriranno una dimostrazione dell’antica arte della falconeria. Ai piedi della torre, invece, ci sarà lo spettacolo degli arcieri. Gran finale, la sera, con il Torneo d’Arme Castrum Brisighelle e, dalle 23, spettacolo di danze e fuochi.

La domenica, oltre al villaggio e al mercato medievale attivo dalle 10 al sera, si potrà assistere, nel pomeriggio, alla rievocazione, nel piazzale sotto la Rocca, della Battaglia di Pie Tho del 1425. Durante entrambe le giornate funzionerà l’Osteria Medievale ai piedi della rocca che offrirà pietanze preparate secondo gli antichi ricettari. In alternativa, si potrà mangiare nei tanti stand, ristoranti e osterie del borgo.

Info: www.brisighella.org , ingresso € 5 per gli adulti ed € 3 per i bambini da 6 a 14 anni.

Il Giappone a Bologna

Per chi ha la passione per la cultura del Sol Levante, Palazzo Albergati, nel cuore del centro storico di Bologna, ospita, fino al 24 settembre, la mostra “Giappone. Storie d’amore e di guerra” , una selezione di più di 200 opere del periodo Edo (1603-1868).

Geishe e samurai, donne bellissime e misteriose, eroi leggendari, animali fantastici, paesaggi bizzarri, attori kabuki raccontano la vita di quella che è considerata l’epoca classica del Giappone. Si potranno ammirare ventagli, kimono, divise da samurai e tante fotografie.

Il percorso di visita si articola tra l’affascinante e suadente mondo femminile delle geishe e delle Ōiran, le cortigiane d’alto rango, alle figure dei samurai. Grande spazio viene dato anche all’arte, con il racconto della nascita dell’ukiyo e delle stampe erotiche Shunga, con le opere che ritraggono gli attori del teatro e Kabuki e con le raffinate e delicate rappresentazioni della natura, tra uccelli, animali e paesaggi.

Per tutto il periodo della mostra, poi, si terranno attività didattiche ed eventi collaterali a tema, come la creazione di origami o la cerimonia del tè. Per avere proprio l’impressione di essere in Giappone, andando a Bologna

Info: www.palazzoalbergati.com

A Cusano Mutri (BN) l’Infiorata del Corpus Domini

Una tradizione secolare, che si rinnova ogni anno e ammanta lo splendido borgo di Cusano Mutri, nel beneventano, di opere d’arte realizzate con fiori colorati.

Quest’anno l’Infiorata del Corpus Domini si tiene domenica 3 giugno. Già dalle ore 17 del sabato, dopo la messa, gli artisti cominciano a tracciare i disegni e i quadri per le strette e suggestive vie del borgo. La domenica, dalle 6 del mattino, inizieranno invece a “riempirli” con i fiori, utilizzando, come da tradizione, solo quelli che nascono spontaneamente nei dintorni.

Già alcuni giorni prima, tutti gli abitanti del paese si recano nei campi per raccogliere i fiori più belli e colorati, per uno spettacolo davvero unico ed eccezionale. Per dare forma e consistenza alle proprie opere d’arte, agli artisti è consentito utilizzare solo elementi naturali. Oltre ai petali, infatti, sono ammessi terra, segatura, fondi di caffè.

Info: www.prolococusanese.it

 




City of Gastronomy Festival: a Parma arriva il primo giro del mondo di sapori fra le città creative dell’UNESCO

Parma lancia per il weekend del 2 giugno il primo City of Gastronomy Festival! Si celebrerà così una lunga tradizione di gusto che ha portato l’UNESCO a riconoscerle il titolo di Città Creativa per la Gastronomia.

 Il City of Gastronomy Festival è una grande vetrina non solo sui prodotti e sulla storia della Food Valley, ma anche sulle molte altre città del gusto. Da Alba, l’altra città italiana fra le 21 a marchio UNESCO per la creatività gastronomica, il panorama è internazionale: Tsuruoka in Giappone, Gaziantep in Turchia, Dénia in Spagna, Bergen in Norvegia, Paraty e Belem in Brasile, e Macao in Cina, saranno protagoniste di cooking show, ogni giorno dalle 10 alle 22. Il festival vuole raccontare a 360° il mondo del food, raccontando le produzioni tradizionali e il made in Italy, la trasmissione del sapere e del sapore che, a Parma e nell’Emilia Romagna, hanno posto le basi di una solida cultura del cibo.

I temi del festival saranno quattro, divisi nelle due giornate di sabato e domenica. Sabato 2 giugno, dalle 11 alle 12.30, nella tavola rotonda di palazzo del Governatore, il festival inaugura con il Ritorno alla terra, grazie ad un focus sulla nuova agricoltura e alla testimonianza degli imprenditori che stanno rilanciando il settore in una prospettiva che coniughi lavoro e sostenibilità. Tema del sabato pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30, sarà, invece, la Cucina italiana e le sfide del nostro tempo con un approfondimento, curato da Alma, sullo stato dell’arte della cucina italiana.

Domenica 3 giugno, in mattinata si parla di innovazione in cucina a partire dall’evoluzione di gusto, tecniche ed ingredienti. A chiudere, domenica pomeriggio, un incontro a più voci sui linguaggi del cibo: le parole e le immagini per raccontare il cibo, dalla tv alla radio, dal web alla stampa. Moderati dal giornalista ed autore televisivo Luca Sommi saranno presenti, fra gli altri, chef Rubio e Tinto di Decanter.

Per maggiori informazioni e per il programma completo andate su www.cityofgastronomyfestival.it

 




Un weekend a Parma per Cibus OFF: il primo fuorisalone del gusto

Questo è il weekend ideale per una gita a Parma e vi spieghiamo subito il perché! Innanzi tutto, Parma è una città ricca di monumenti importanti, chiese da visitare e appuntamenti culturali. Imperdibili sono Piazza del Duomo, una delle più affascinanti piazze del paese, Palazzo della Pilotta, che vi permetterà di visitare il Teatro Farnese e la Galleria Nazionale che ospita opere di grande valore di autori quali Leonardo da Vinci, Tintoretto, Tiepolo, Van Dick e molti altri. Per non parlare poi del Correggio e del Parmigianino. In secondo luogo, Parma è una meta culinaria eccellente dove poter assaggiare ricette d’autore. In questi giorni si svolgerà un evento per celebrare l’arte della cucina di questa città: Cibus OFF, il primo fuorisalone del gusto con cui Parma apre al grande pubblico tutti i sapori e i segreti della “Food Valley”. Cibus, uno degli appuntamenti internazionali più attesi dai cultori del food e dell’agroalimentare, è ospitata delle Fiere di Parma, mentre nel centro storico vanno in scena cooking show, cene d’autore a prezzi “pop”, discussioni, laboratori e anche musica. Ecco qualche dettaglio.

Venerdì 11 maggio
Ai fornelli si alterneranno Enrico Bergonzi di Al Vedel di Colorno, Francesca Toma de Il Vecchio Borgo di Borgotaro e Carduccio Pedretti dal cuore delle terre verdiane e dal ristorante Alle Roncole. Alle 11.15 la tradizionale tavola rotonda di Cibus OFF pensa ai molti studenti fuori sede. Lontano da nonne e mamme, molto spesso alla prima esperienza di vita fuori casa, come si sopravvive? Alle 20.30 Academia Barilla firma la cena en plein air che sarà curata dagli chef Luca Zanga e Marcello Zaccaria. Loro racconteranno, attraverso i piatti “master of Parma”, le tante eccellenze del territorio. Gustoso il menù che prevede: prosciutto di Parma croccante e spuma di burrata su cialda di pane Carasau, mezze maniche con crema di datterino confit, clorofilla al prezzemolo e gamberi rossi al lime. A seguire magatello di vitello cotto a bassa temperatura su verdure croccanti, salsa alla senape e vela di Parmigiano Reggiano, per concludere con mousse al cioccolato fondente con rigatone soffiato farcito di ricotta. Il gusto non ha confini, ma i posti sì, e sono limitati: meglio prenotare allo Iat di piazza Garibaldi, 4 (tel. 0521 218 889).

Sabato 12 maggio
Domani si inizia, fin dalla colazione, a parlare di arte e gusto, grazie al cappuccino d’autore, firmato da Giuseppe Fiorini. Chef del giorno saranno Nico Tamani de La vecchia Fucina di Traversetolo ed Enrico Bergonzi di Al Vedel di Colorno. Alle 11 la prima tavola rotonda del giorno con Giovanni Ballarini, ex presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, a colloquio con Michele Guerra e con Cristiano Casa, rispettivamente assessori alla Cultura e al Turismo del Comune di Parma. Alle 18.30 il secondo incontro mette in tavola un antico connubio, quello fra cultura e cibo che proprio il Mibact, ministero della Cultura ha riconosciuto intitolando al cibo il 2018. Alle 19.30 tutti all’agorà, dove si passa dalla teoria alla pratica con il cooking show di Enrico Bergonzi, chef di Al Vedel e presidente del consorzio Parma Quality Restaurants.

Domenica 13 maggio
Per il gran finale, alle 11 la tavola rotonda del mattino celebra una delle Dop che ha fatto grande Parma nel mondo: sarà il Parmigiano Reggiano. Alle 17.30 la blogger parmigiana Ilaria Bertinelli affronterà il tema delle intolleranze alimentari. Alle 18.30 Sandro Piovani, giornalista de La Gazzetta di Parma incontra Alessandro Lucarelli in un dialogo fra sogni e fine campionato. Alle 19.30, per il gran finale di Cibus OFF, accanto ad un momento istituzionale alla presenza delle autorità, arriveranno anche le note di alcune delle arie più famose di Giuseppe Verdi. Un flash mob farà da cornice ad un “libiamo” corale con un aperitivo freestyle a cui contribuiranno gli chef del giorno, da Filippo Cavalli dell’osteria I Mascalzoni di vicolo Cinque Piaghe, a Maria Anedda e Jacopo Bracchi di Les Caves di Sala.

Per maggiori informazioni e programma completo visitate il sito www.parmacityofgastronomy.it. Buon weekend!




LA CITTA’ DEL MESE. Parma, alla scoperta della Capitale della Cultura 2020

Parma ce l’ha fatta! Sarà la Capitale della Cultura 2020. La città emiliana ha prevalso sulle altre nove finaliste: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuovo, le vicine Piacenza e Reggio Emilia e Treviso.

L’annuncio è stato dato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) Dario Franceschini durante la cerimonia di designazione che si è tenuta presso la sede del Ministero a Roma. In attesa del 2020, intanto, possiamo visitare questa splendida città, regalandoci un weekend tra storia, arte, cultura e buona cucina.

Capitale del gusto

Parma è la culla della rinomata enogastronomica emiliana e, dal 2003, sede permanente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Qui nascono pregiati salumi, tra cui il celebre Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, la Coppa di Parma, il Salame di Felino, la Spalla Cotta e il “re dei formaggi”, il Parmigiano Reggiano, la cui produzione è attestata già nel Medioevo e la cui qualità è stata decantata anche dal Boccaccio nel Decameron.

Tra i piatti tipici da non perdere, e che potete gustare nei tantissimi ristoranti e trattorie del territorio, ci sono la Torta fritta, da accompagnare ai salumi, gli anolini, pasta ripiena di pane, carne macinata, spezie e Parmigiano, da gustare rigorosamente in brodo, ma anche tortelli alle erbette, di patate o di zucca. Tra i secondi, spicca la trippa alla Parmigiana, i bolliti misti da accompagnare a sfiziose salse, lo stracotto, la punta di vitello al forno con ripieno di Parmigiano.

Tra i dolci, ci sono la tipica Spongata, una doppia sfoglia ripiena di frutta candita, mele, pere e mandorle. Dalla storia variegata della città derivano la Torta Maria Luigia, a base di Pan di Spagna farcito al cioccolato e crema di fragoline di bosco e ricoperta di cioccolato fondente, e la Torta Ungherese, strati di torta Margherita farciti con crema al cacao.

Il tutto annaffiato dai vini del territorio, primo tra tutti il Lambrusco, dall’inconfondibile color rubino e il sapore deliziosamente asprigno. Ma si possono degustare anche il Fortana di San Secondo, leggero e frizzante e la Malvasia dei Colli di Parma, che bene si abbina ai primi piatti parmensi, ma anche al Culatello e agli altri salumi.

Visitiamo il centro storico

Il primo giorno può essere dedicato alla visita dei principali monumenti del centro storico. Tra questi, c’è il celebre Palazzo della Pilotta, che deve il suo nome al gioco della pelota, praticato qui dai soldati spagnoli. Costruito a partire dalla fine del Cinquecento, è caratterizzato dal suo grande cortile e dai caratteristici “voltoni”. È anche un importante polo museale. Tra le sue mura sono infatti ospitati il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale di Parma e il Museo Bodoniano. Introduce al Palazzo il monumento a Giuseppe Verdi.

Al primo piano, preceduto da un portone di legno dipinto, si trova il Teatro Farnese, magistrale esempio di architettura teatrale seicentesca. Quella che si può ammirare oggi è una ricostruzione, poiché l’originale è stato distrutto dai bombardamenti del 1944.

Da non perdere una visita al Duomo. La cattedrale di Parma, intitolata a Santa Maria Assunta, in stile romanico, ma con interventi successivi in stile gotico e rinascimentale. Entriamo e percorriamo la navata centrale, sollevando lo sguardo sulle ampie volte a crociera splendidamente affrescate e sulla cupola ottagonale, che vanta il superbo affresco del Correggio con l’Assunzione della Vergine.

Di fronte al Duomo si trova il Battistero, dalla forma ottagonale e dal caratteristico esterno in marmo rosa. Considerato la perfetta fusione tra romanico e gotico, è stato progettato da Benedetto Antelami nel 1196 e completato attorno al 1270. Passeggiando lungo le sue mura, si possono ammirare le 75 formelle dello Zooforo, che raffigurano altrettanti animali. All’interno, spiccano le sedici nicchie riccamente affrescate.

Splendida anche la Basilica di Santa Maria della Steccata, in stile rinascimentale e con la piana a croce greca. La cupola è affrescata con l’Assunzione della Vergine da Beniamino Gatti, allievo del Correggio. All’interno, spiccano due grandi organi a canne e alcuni affreschi del Parmigianino.

Spostandosi nella centrale Piazza Garibaldi, si può invece ammirare il Palazzo del Governatore, in stile rinascimentale. Vanta una superficie di oltre 3 mila metri quadrati e ospita mostre temporanee.

In via Garibaldi si trova poi il Teatro Regio, uno dei templi della lirica. Aperto nel 1829, spicca per la facciata neoclassica. La platea è invece di forma ellittica, circondata da quattro ordini di pachi e da una galleria finemente decorati. Può ospitare 1200 persone.

Da Palazzo della Pilotta, percorrendo il Ponte Verdi che conduce all’Oltretorrente, si arriva al Parco Ducale, un’ampia zona verde voluta dal duca Ottavio Farnese nel 1560 e ampliata nel corso del Settecento. Caratterizzato da grandi viali di alberi secolari, fontane e sculture, ospita al suo interno il Palazzo Ducale e il Palazzetto Eucherio Sanvitale. Di fronte a quest’ultimo, si può ammirare il gruppo scultoreo del Sileno di J.B. Boudard del 1766, mentre lungo il viale nord, prima del Palazzo Ducale spiccano le statue dei quattro Geni.

Torta fritta

Ingredienti

250 gr di farina bianca

15 gr di lievito di birra

30 gr di strutto o di olio

1 cucchiaino di sale

12 cucchiai di acqua tiepida

Olio o strutto per friggere

Su una spianatoia setacciate la farina a fontana, poi ricavate un incavo al centro. Metteteci il sale, lo strutto e il lievito sciolto in acqua tiepida. Lavorate il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Avvolgete la pasta in un canovaccio e lasciatelo lievitare per circa un’ora. Stendete poi la pasta con un mattarello o con la macchina apposita, fino a ottenere una sfoglia spessa circa 3 mm. Tagliatela a poi a rombi. Scaldate in un’ampia padella a bordi alti l’olio o lo strutto e mettete a friggere i pezzi finché non saranno gonfi e dorati. Scolateli nella carta assorbente e servite caldi. Accompagnateli con salumi e formaggi morbidi.

INFO

www.turismo.comune.parma.it

DOVE MANGIARE

*Le Bistrò, Piazza Garibaldi 19/G, Parma, tel 0521/200188, www.lebistroparma.it

*Osteria del 36, Strada Aurelio Saffi 26/A, Parma, tel 0521/287061

DOVE DORMIRE

*Hotel Palace Maria Luigia****S, viale Mentana 140, Parma, tel 0521/281032, www.sinahotels.it

*Astoria Executive Hotel***, via Trento 9, Parma, tel 0521/272717, www.piuhotels.com




Fontanellato, il fascino della rocca

“Bandiera Arancione” del Touring Club, “Cittaslow” e “Città d’Arte e cultura”. Sono molti i titoli di cui si fregia Fontanellato, gioiello della Bassa parmense, che sorge tra Parma e Fidenza. Il suo nome deriva dal latino fontana lata, cioè “grande fontana”, poiché il borgo è situato tra i fiumi Taro e Stirone.

L’itinerario che vi proponiamo non può che partire dalla centrale Piazza Matteotti, dove domina l’imponente Rocca Sanvitale, cuore della cittadina. La fortezza, eretta nel XIV secolo su un edificio preesistente, di cui è rimasta la torre difensiva, è circondata da un ampio fossato, detto peschiera, a tutt’oggi pieno di acqua. Nel corso dei secoli, si è trasformata fino a diventare la dimora nobiliare dei Conti Sanvitale, che l’hanno abitata per ben sei secoli. Nel 1948 è stata poi venduta al Comune, che oggi ne ha fatto la sede del Municipio e dell’Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza (www.castellidelducato.it)

La rocca è aperta al pubblico tutto l’anno (dal 1/11 al 31/3 mar-sab 10 – 11.45 e 15-16.45, dom e festivi 9.30 – 11.45 e 14.30 – 16.45; ingresso: € 8 intero, € 3.50 ragazzi 6-16 anni). Al suo interno si trova uno dei capolavori del Manierismo, la Camera Picta, dipinta nel 1524 dal Parmigianino con sequenze del mito di Diana e Atteone, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. La saletta era un tempo lo studio privato di Paola Gonzaga, dove, si dice, la nobildonna si ritirasse in preghiera per piangere il figlio prematuramente scomparsi.

Tra le sale visitabili ci sono anche l’appartamento nobile dei Sanvitale, la Sala delle Armi, la Galleria degli Antenati, la Sala dei Ricevimenti e la Camera Nuziale. Nella Sala dello Stendardo si trova lo Stendardo della Beata Vergine di Fontanellato, risalente al periodo tra il 1654 e il 1656. Le sue imponenti dimensioni (5 m di lunghezza e 4 di altezza) fanno pensare al suo utilizzo come bandiera di una nave capitanata da un membro della nobile famiglia Sanvitale. Splendida anche la Camera Ottica, l’unica ancora funzionante in tutta Italia, con il suo complesso sistema di specchi che riflette su uno schermo l’immagine della piazza. Infine, la Sala del Teatrino, era una stanza dedicata ai giochi dei figli della duchessa Maria Luigia d’Austria.

Fuori dal centro storico, si trova invece il Santuario della Beata Vergine del Rosario, meta di pellegrinaggi fin dal XV secolo. L’edificio che si può ammirare oggi risale al XVI, ma è stato costruito su un oratorio preesistente. Il santuario conserva diversi affreschi di pregio, ma il pezzo forte è la statua della Madonna che spicca sull’altare. Si dice che abbia operato guarigioni miracolose, come dimostrano i numerosi ex voto.

Dal monastero di San Benedetto al Labirinto della Masone Prendendo Via XXIV Maggio, dopo circa 2 km si arriva alla frazione di Priorato, dove si trova il complesso monastico di San Benedetto risalente al XI secolo e riprogettato nel corso del XVIII. La chiesa conserva stucchi rococò e affreschi pregiati. Nella vicina Oasi del Priorato, conosciuta come Parco Pozzi, si può passeggiare alla scoperta di questa area di 12 ettari, che è stata “rinatulizzata” con lo scopo di ricostruire un bosco con alberi autoctoni tipico della Pianura Padana.

Proseguendo per 4 km sulla Strada Masone si arriva al Labirinto della Masone, un grande parco che ospita il più grande labirinto in bambù del mondo. La sua pianta a stella copre infatti quasi 7 ettari di terreno. Al suo interno, sono ricavati spazi culturali per più di 5000 mq, dove sono conservate circa 500 opere databili tra il Cinquecento e il Novecento, della collezione del celebre editore Franco Maria Ricci. Qui si trova anche la sua preziosa biblioteca che conserva opere grafiche e tipografiche, tra cui alcune di Giambattista Bodoni e l’intera produzione di Alberto Tallone.

I sapori della Bassa Parmense

La Bassa parmense è famosa per i suoi pregiati prodotti tipici e per i suoi piatti succulenti e corposi. Fontanellato sorge lungo la Strada del Culatello di Zibello, salume “principe” della zona. Tra i salumi ci sono poi la spalla cotta, il crudo di Parma e la Culaccia di Fontanellato, un salame prodotto in loco in attesa della certificazione IGP. Questa è anche zona di produzione del Parmigiano Reggiano, come dimostrano i numerosi caseifici che effettuano vendita diretta.

Tra i piatti della tradizione, ricordiamo i ravioli di verdura e ricotta, gli anolini in brodo, la trippa alla parmigiana, gli arrosti di anatra e faraona, il coniglio alla cacciatora e le scaloppe alla parmigiana. Ottimi i dolci, tra cui crostate di frutta, zabaione e la spongata, di cui vi forniamo la ricetta.

Spongata parmigiana

Ingredienti

  • 250 gr di farina
  • 80 gr di burro
  • 120 gr di zucchero
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 uovo
  • 300 gr di miele
  • 150 gr di noci
  • 60 gr di pinoli
  • 80 gr di uvetta
  • 60 gr di cedro candito
  • 2 cucchiai di pan grattato
  • 1 pizzico di sale
  • Chiodi di garofano, cannella, noce moscata (1 pizzico)

Pelate e tritate le noci e i pinoli. Fate ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida e scolatela. Tostate il pangrattato e tagliate il cedro candito a dadini. Scaldate il miele a bagnomaria, poi aggiungete il pane tostato, le noci, i pinoli un pizzico di cannella, uno di noce moscata e un paio di chiodi di garofano. Aggiungete anche il cedro candito a dadini e l’uvetta. Mescolate, poi togliete dal fuoco. Versate il tutto in una terrina e fate riposare per un giorno. Versate la farina sulla spianatoia, ricavate un buco al centro e mettete il burro a pezzetti, l’uovo, lo zucchero, il vino bianco e un pizzico di sale. Impastate e lasciate riposare per 30 minuti. Dividete la pasta in due parti e ricavatene due dischi, uno più grande dell’altro. Con quello più grande foderate una teglia imburrata e infarinata, farcite con il ripieno e ricoprite col disco più piccolo. Cuocete in forno a 200 °C per circa mezz’ora. Lasciate raffreddare e servite con una spolverata di zucchero a velo.

COME ARRIVARE

A1 Milano-Bologna, uscita Parma Ovest da Bologna o Fidenza da Milano. Seguire indicazioni per Fontanellato. A15 della Cisa da La Spezia con uscita Parma Ovest. Fontanellato dista circa 8 km. Da Parma, SS9 (via Emilia) e poi SP11 per Fontanellato

DOVE MANGIARE

*Ristorante 12 Monaci, via Roma 1, Fontevivo (PR), tel 0521/610010, www.12monaci.it

*Al Teatro, Piazza Verdi 5, Fontanellato (PR), tel 0521/822257, www.trattoriadelteatrofontanellato.it

DOVE DORMIRE

*Relais Fontevivo***, via Roma 1/A, Fontevivo (PR), tel 0521/610010,

*Albergo Tre Pozzi****, via Nazionale Emilia 129, Fontanellato, tel 0521/825347, www.albergotrepozzi.it

INFO

www.fontanellato.org

 

 




Parma e Milano: le “Metafore” di Ettore Sottsass in una mostra diffusa

“Sono nato il 14 settembre 1917 a Innsbruck, in Austria, e dopo un’infanzia felice nelle montagne e dopo una molto meno felice giovinezza in varie scuole, ho preso una laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1939. Poi sono stato costretto a perdere sette anni della mia vita nell’esercito. Nel 1946 finalmente cominciai a lavorare a Milano: ho fatto alcune architetture, ho dipinto dei quadri, ma soprattutto ho disegnato environment privati, interni, mobili, ceramiche e oggetti”. Queste sono le parole iniziali dell’autobiografia di Ettore Sottsass.

Architetto, designer, intellettuale, pittore, scrittore e fotografo: un uomo poliedrico difficile da inquadrare e animato da un’incredibile vena creativa. Tra le sue esperienze vanta una collaborazione oltre ventennale con la Olivetti per cui ha progettato più di cinquanta prodotti, tra cui: il primo calcolatore elettronico italiano (Elea, 1959), che viene premiato con il Compasso d’Oro,  macchine per scrivere e sistemi di scrittura (Praxis, 1963; Valentine, 1969, ecc), mobili per ufficio. A lui, nel centenario della sua nascita, sono dedicate una mostra a Parma e una  Milano che avranno inizio venerdì 15 settembre. Le esposizioni assumeranno quindi una dimensione “diffusa”, a testimonianza dell’importanza della figura di Sottsass a dieci anni dalla scomparsa.

BDC28, ex chiesa sconsacrata del Seicento, oggi centro dedicato all’arte contemporanea nel cuore di Parma grazie all’intervento di recupero di Lucia Bonanni e Mauro del Rio, espone 30 opere di Sottsass della serie “Metafore” (appartenenti alla collezione privata di BDC). Le restanti 13 (in tutto sono 43, per un totale di 50 immagini fotografiche) sono state chieste in prestito a BDC dal Triennale Design Museum di Milano e saranno parte integrante di “There is a Planet”, mostra monografica dedicata al genio visionario milanese di adozione. Al posto delle 13 immagini cedute alla Triennale, nella mostra di BDC28 sarà dato spazio a 13 personalità che appartengono agli stessi “mondi” di Ettore Sottsass: architetti, registi, fotografi, scrittori, galleristi e direttori di giornali che suggeriranno con i loro testi le fotografie mancanti.

La serie “Metafore” si compone di 50 fotografie, a colori e in bianco e nero, realizzate tra il 1972 e il 1978 durante i viaggi di Sottsass in Europa, negli Stati Uniti e in Medio Oriente. Il progetto si suddivide in cinque sezioni: Disegni per i destini dell’uomo, Disegni per i diritti dell’uomo, Disegni per le necessità degli animali, Fidanzati, Decorazioni. Il tema centrale è in tutti l’architettura. Ettore Sottsass crea architetture naturali con sassi, scatole, legno, spago, nastro per poi fotografare il risultato e commentarlo. Come nei lavori di architettura e design, il tema centrale nella sua riflessione è la relazione uomo-spazio.

“BDC18: Le Metafore di Sottsass”
BDC28 – Borgo delle Colonne, 28 Parma
Esposizione dal 15 settembre 2017 all’11 marzo 2018
Ingresso gratuito
www.bonannidelriocatalog.com

“There is a Planet”
Triennale Design Museum – Palazzo della Triennale, V.le Alemagna, 6 Milano
Esposizione dal 15 settembre 2017 all’11 marzo 2018
www.triennale.org




Rural Festival: torna il weekend dedicato alla biodiversità agricola

Sabato 3 e domenica 4 settembre 2016 a Rivalta di Lesignano De’ Bagni (Parma) tornano le due giornate dedicate alla varietà di produzioni artigianali locali di agricoltori e allevatori: un invito alla scoperta e all’assaggio di prodotti di antiche razze animali e varietà vegetali.

Patata Quarantina bianca:

Rural - Patata Quarantina bianca, di Federico Rolleri, media ris

Rivalta di Lesignano De’ Bagni si trova in una cornice protetta, tra vulcanelli di fango, increspature, calanchi, siepi, boschi di querce e tanto verde a perdita d’occhio. Un’area che ha recentemente ottenuto anche la certificazione a riserva Mab Unesco (Man and Biosphere). Ed è in questo il luogo che il weekend del 3 e 4 settembre 2016 ospiterà per il terzo anno un nuovo viaggio alla scoperta del patrimonio rurale della zona.

Varietà di pomodorini:

Rural - Varietà di pomodori, media ris

L’idea del Rural Festival nasce dall’impegno da parte di agricoltori e allevatori della zona di far conoscere e assaggiare i propri prodotti. Una ventina di aziende custodi di antiche razze animali e varietà ortofrutticole disseminati tra le province di Parma e Reggio Emilia, faranno gustare la biodiversità con stand gastronomici che offriranno assaggi di salumi di maiale nero, pane di grano del Miracolo, pappa al pomodoro Riccio di Parma, maltagliati all’uovo di gallina Romagnola, Tortel Dols, torta di patata Quarantina, arrosto di tacchino di Parma e Piacenza, formaggi biologici, focaccia di frumento Gentilrosso, cipolla Borettana, zucca Violina al forno, orzo Leonessa, succofresco di uva malvasia odorosissima, torta di prugna Zucchella, vino di uve Fortana e Termarina. Una mostra-mercato ma soprattutto un’esperienza diretta, da vivere con tutti i sensi negli spazi di una grande stalla nella riserva naturale del parco Barboj tra frutti e filari di viti antiche con varietà di mela Rosa, Seriana, Musona e “pòm salàm”, ma anche fico Brogiotto nero e Dottato verde, pera Nobile e prugna Zucchella.

Asino romagnolo:

Rural Festival - Asino romagnolo

Il festival ospiterà anche un parco animale di antiche razze con il maiale nero, pecora Cornigliese, il cavallo Bardigiano, la gallina Romagnola, il tacchino di Parma e Piacenza, la vacca grigia Appeninica, asino Romagnolo e una mostra di trattori d’epoca Landini, con la messa in moto dei modelli prodotti tra gli anni Trenta e Cinquanta. Una festa di fine estate, quella del Rural Festival, e un’opportunità per scoprire e riscoprire modi e sapori antichi da molto tempo scomparsi dalle nostre abitudini e varietà alimentari che rischiano di andare perdute ma che con l’impegno di questi agricoltori e allevatori custodi si vogliono recuperare e proteggere  per  le generazioni future.

Orario: 10-19, ingresso gratuito.

Per informazioni:

Rural Festival

Parco Barboj – Rivalta di Lesignano De’ Bagni – Parma

Tel: 342.9128266 e 335.316337

Web: www.rural.it

Mail: info@rural.it




FONTANELLATO (PARMA)

FONTANELLATO (PARMA)
Parma, LABIRINTO DI MASONE.

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Se ne è parlato per anni e a maggio ha finalmente aperto le porte al pubblico il più grande labirinto del mondo, creato da Franco Maria Ricci nella sua tenuta di Fontanellato, a pochi chilometri dalla Reggia di Colorno.

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Copre 7 ettari di terreno, è stato realizzato inte- ramente con piante di bambù di specie diverse e ospita spazi culturali per più di 5000 metri qua- drati.
www.labirintodifrancomariaricci.it