I 10 Parchi Nazionali più belli del mondo

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD: TOP 10 parchi nazionali

Parchi e Riserva hanno l’obiettivo di tutelare paesaggi ed ecosistemi di rara bellezza, consentendo di preservare una ricca biodiversità dalla mano dell’uomo che, tuttavia, in queste zone protette può diventare uno spettatore e stupirsi della bellezza della natura. Ma quali sono i Parchi Nazionali più belli del mondo? Abbiamo provato a cercarli per l’appuntamento settimanale della nostra rubrica TOP 10. Questi sono quelli che, secondo noi, meritano una posizione in classifica.

1. Parco Nazionale del Serengeti (Tanzania)

Il suo nome in lingua masai significa “pianura sconfinata”. Il Parco Nazionale del Serengeti, con i suoi 14.763 kmq è una delle aree protette più importanti dell’Africa Orientale e tra le più famose del mondo. Si trova nel nord della Tanzania, nell’omonima pianura, tra il Lago Vittoria e il confine con il Kenya. Confina poi con altri celebri parchi africani, come quello di Masai Mara, in Kenya, e la riserva naturale di Ngorongoro.

Qui vivono leoni, leopardi, elefanti, zebre, antilopi, gazzelle gnu, ippopotami e tante altre specie. Qui si può assistere a uno degli spettacoli della natura più belli del mondo, chiamata la “grande migrazione”, si tratta infatti del più importante movimento di animali selvatici della Terra. Nel 1981 è stato inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

2. Parco Nazionale di Yellowstone (Stati Uniti)

È il Parco Nazionale più antico del mondo. La sua istituzione risale infatti al 1° marzo 1872. Yellowstone si estende su un’area di 8983,18 kmq (quasi quanto la Corsica) e si trova a cavallo fra tre stati, il Wyoming per la parte nord occidentale, l’Idaho per quella sud orientale e il Montana per quello sud occidentale. È anche uno dei parchi più visitati del mondo, con più di 4 milioni di visitatori all’anno. E di fascino ne ha da vendere. Basti pensare che include diversi ecosistemi, tra cui il più ampio è quello della foresta subalpina.

Qui si trovano canyon mozzafiato, catene montuose, laghi, tra cui lo Yellowstone, uno dei più grandi laghi d’alta quota in tutti gli USA, e, soprattutto la Caldera di Yellowstone, il più grande super vulcano del mondo considerato dormiente. Inoltre, più della metà dei geyser e delle sorgenti idrotermali del mondo si trovano in questo parco, tutti alimentati dall’attività vulcanica in corso. Tra gli “ospiti” troviamo il lupo grigio, il grizzly, il bisonte americano e il wapiti. La mandria di bisonti dello Yellowstone, poi, è la più antica e numerosa di tutti gli Stati Uniti. Dal 1978 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

3. Parco Nazionale delle Isole Galapagos

Al terzo porto il Parco Nazionale delle Isole Galapagos, anch’esso Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Fondato nel 1959 in omaggio a Charles Darwin che su queste isole formulò le sue teorie dell’evoluzione, è divenuto operativo dal 1968. Comprende il 97% del territorio delle Isole Galapagos, inclusi i centri abitati di Santa Cruz, San Cristobal, Baltra, Floreana e Isabela. Uno degli itinerari più belli è Tortuga Bay, sull’isola di Santa Cruz, a circa 20 minuti a piedi dal molo da dove partono i taxi acquatici a Puerto Ayora.

Il percorso consente di fare incontri ravvicinati con iguane marine, granchi e uccelli. Nella baia, poi, si possono avvistare gli squali pinna bianca che nuotano a piccoli gruppi e la gigantesca tartaruga delle Galapagos. Le isole vantano una biodiversità unica al mondo che include l’iguana terreste delle Galapagos e quella marina, la tartaruga gigante e la tartaruga verde, il pinguino delle Galapagos, l’unico che vive all’Equatore, il cormorano attero, la sula dai piedi azzurri, il pellicano bruno. il leone marino e l’otaria orsina.

4. Parco Nazionale di Goreme (Turchia)

Il suo nome completo è Parco Nazionale di Goreme e dei siti rupestri della Cappadocia. Entra di diritto nella nostra TOP 10 per i suoi paesaggi unici, disegnati nei secoli da rocce erose dall’acqua e dal vento. Si trova nella Turchia Centrale, in un’area di circa 100 kmq, nella provincia di Neysehir. Include la regione vulcanica dei monti Hasan ed Ercives nell’Anatolia centrale. Le rocce di basalto e di tufo hanno dato origine a torri rocciose, pilastri, rocce a tende e i famosi Camini delle fate.

Qui nel IV secolo si insediò una prima comunità di anacoreti, che iniziarono ad abitare in celle scavate nella roccia e, successivamente, in veri e propri villaggi sotterranei per sfuggire agli attacchi dei predoni arabi.  Attorno all’842 le chiese sotterranee vennero decorate con dipinti colorati di una bellezza unica. Ancora oggi, alcune persone vivono in case rupestri, anche se non sotto terra. Anche il Parco Nazionale di Goreme è stato inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1985.

5. Parco Nazionale Torres del Paine (Patagonia, Cile)

Laghi cristallini, torri di granito, ghiacciai perenni. Il Parco Nazionale Torres del Paine regala uno dei paesaggi più straordinari del Cile. Siamo nella regione della Patagonia, a 112 km a nord di Puerto Natales e a 312 dalla città di Punta Arenas. Tra le montagne comprese nel suo territorio ci sono il complesso del Cerro Paine, la cui cima più importante tocca i 3050 mslsm, le Torred del Paine, che danno il nome al parco, e i Cuernos del Paine.

Vallate, fiumi, ghiacciai sono l’habitat dove hanno trovato casa puma, guanachi, volpi grigie, marà, nandù e il condor delle Ande. Qui si trovano anche due rari mammiferi, il kodkod, un piccolo gatto selvatico, e l’orso dagli occhiali, l’unico orso nel Sud America. Tra le specie di uccelli assai rare, invece, troviamo il fenicottero del Cile e l’anatra muschiata. È uno dei parchi più visitati del Paese e il 75% dei turisti è straniero, per lo più proveniente dall’Europa. È stato inaugurato il 13 maggio 1959, il 28 aprile 1978 è diventato Riserva della Biosfera e, nel 1994, è entrato nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.

6. Parco del Gran Canyon (Arizona, USA)

È uno dei parchi più famosi al mondo per le sue caratteristiche e inconfondibili rocce rosse che si colorano di sfumature incredibili riflettendo la luce del sole, soprattutto all’alba e al tramonto. Istituito il 26 febbraio 1919 prende il nome dal Grand Canyon una gola formata dal fiume Colorado in più di 5 milioni di anni, profonda ben 1600 metri e lunga 450 km.

Il parco si estende per 49128 kmq e, fino alla presidenza Roosvelt, l’area era di proprietà dei Nativi Americani che oggi abitano solo in una piccola zona. È considerata una delle “meraviglie naturali del mondo” e ogni anno attira milioni di visitatori provenienti da tutto il pianeta che vogliono ammirare almeno una volta nella vita lo straordinario panorama da uno dei tanti punti di osservazione oppure grazie a un volo panoramico in elicottero. Costa circa 250 dollari, ma ne vale la pena.

7. Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice (Croazia)

Una successione di ben 16 laghi, collegati tra loro da cascate e circondati da una vegetazione lussureggiante. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale del Laghi di Plitvice, nella vicina Croazia, una meraviglia della natura che fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Il parco si estende su una superficie di 33mila ettari tra boschi, grotte, cascate, laghi e corsi d’acqua dove vive una ricca biodiversità tra cui 157 specie di uccelli, 50 di mammiferi, 321 di lepidotteri, tra cui 76 specie di farfalle e 245 di falene.

Tra gli animali che si possono avvistare qui ci sono l’orso bruno, il lupo, la lince, il cinghiale e il capriolo. Gli splendidi laghi sono formati da due fiumi, il Fiume Bianco e il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Inoltre, le loro acque sono ricche di Sali minerali di origine calcarea, come carbonato di calcio e di magnesio che nei secoli hanno formato strati di travertino, che insieme alla folta vegetazione, regala scorci di rara bellezza. Nel parco ci si può spostare a piedi, in bicicletta, ma anche in barca e con un trenino, ammirando i suoi incredibili colori.

8. Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Italia)

Non potevamo non inserire un parco italiano nella nostra TOP 10. E la scelta è caduta sul Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno. Natura incontaminata, un mare cristallino, antiche vestigia e tesori barocchi fanno di questo parco uno dei più belli e interessanti del mondo. Diventato Parco Nazionale nel 1991, si estende oggi per più di 181 mila ettari, corrispondenti alla parte meridionale della provincia di Salerno, compresa tra la Piana del Sele a nord, la Basilicata a sud e il Mar Tirreno a ovest. Nell’area del parco sono inclusi anche 80 Comuni e 8 Comunità Montane.

Inoltre, fanno parte del territorio del parco anche gli splendidi siti archeologici di Paestum e Velia, città greche poi passate sotto il dominio romano. Un altro gioiello del parco è la Certosa di Padula, la più grande d’Italia, e uno del più monumentali complessi religiosi in stile barocco del Sud Italia. L’ampio territorio e la varietà di ambienti ha poi fatto sì che nel parco trovassero il loro habitat ideale circa 600 specie di animali diverse. Come l’istrice, la faina, lo scoiattolo, il lupo, la lontra, la lepre, ma anche il ghiro, il gatto selvatico, il cinghiale, il cervo e il capriolo.

Sono poi presenti numerose specie di pipistrelli e di rapaci, come l’aquila reale, il nibbio, il falco pellegrino, il gufo reale, e il nibbio. Nelle acque del Tirreno nuotano poi tursiopi e capodogli. Ci sono stati avvistamenti anche di tartarughe Caretta caretta. Dal 1997 è anche Riserva della Biosfera, dal 1998 Patrimonio UNESCO e dal 2010 è l’unico parco italiano a essere diventato geoparco.

9. Parco Nazionale di Huanglong (Cina)

Un paesaggio magico, formato da terrazze di acqua termale in centinaia di piscinette di calcite. Le terrazze, disposte su diversi livelli, si trovano a diverse altezze e fino a 4000 metri. Il tutto circondato da boschi, cascate e cime innevate. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale di Huanglong, il cui nome significa “drago giallo”.

Si trova nella Contea di Songpan, nella provincia di Sichuan, in Cina. Occupa la parte meridionale della catena montuosa del Minshan, a 150 km a nord ovest di Chengdu. Qui vivono diverse specie, tra cui alcune rare e considerate in via di estinzione, come il panda gigante e la scimmia dorata del Sichuan. Anche il parco di Huanglong fa parte, dal 1992, dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO e dal 2000 è stata aggiunta anche all’elenco delle Riserve della Biosfera.

10. Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta (Australia)

Chiude la nostra TOP 10 l’iconico Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta, uno dei simboli dell’Australia. Situato nella provincia dei Territori del Nord, a circa 1400 km a sud di Darwin, si estende su un’area di 1326 kmq e comprende le famosissime formazioni geologiche che gli danno il nome: Ayers Rock, Uluru, in lingua aborigena, lo straordinario monolito di granito rosso che muta colore a seconda delle ore del giorno, e Mount Olga, Kata Tjuta in aborigeno, una cupola rocciosa che svetta nel bel mezzo di una piana. Questa area è considerata sacra dagli aborigeni australiani, ai quali è stata restituita nel 1985. Oggi, il parco è gestito in maniera congiunta dal Governo australiano e dalla comunità aborigena.

È Riserva della Biosfera dal 1977 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1987. Qui si possono osservare canguri, emù, dingo e wallaby che vagano liberi sulle sabbie di questo “deserto rosso”, ma anche 13 specie di serventi, rapaci come il falco marrone e il gheppio australiano, un raro parrocchetto e altre 170 specie di uccelli che ne fanno un paradiso per gli amanti del birdwatching. E, anche se non è un uccello, l’animale più ambito per il proprio obiettivo fotografico è…l’euro, o wallaroo, un incrocio tra un canguro e un wallaby.

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Parks and Reserves aim to protect landscapes and ecosystems of rare beauty, allowing them to preserve a rich biodiversity from the hand of man, who, however, in these protected areas can become a spectator and marvel at the beauty of nature. But which are the most beautiful National Parks in the world? We have tried to find them for the weekly appointment of our TOP 10 column. These are the ones that, in our opinion, deserve a place in the ranking.

 

1. Serengeti National Park (Tanzania)

Its name in the Maasai language means ‘boundless plain’. At 14,763 square kilometres, the Serengeti National Park is one of the most important protected areas in East Africa and among the most famous in the world. It is located in northern Tanzania, in the plain of the same name, between Lake Victoria and the Kenyan border. It borders other famous African parks, such as Kenya’s Masai Mara and the Ngorongoro Nature Reserve.

Lions, leopards, elephants, zebras, antelopes, wildebeest gazelles, hippos and many other species live here. Here you can witness one of the most beautiful spectacles of nature in the world, called the ‘great migration’, it is in fact the most important movement of wild animals on earth. In 1981, it was listed by UNESCO as a World Heritage site.

 

2. Yellowstone National Park (United States)

This is the oldest National Park in the world. It was established on 1 March 1872. Yellowstone covers an area of 8983.18 square kilometres (almost the size of Corsica) and straddles three states, Wyoming for the north-west, Idaho for the south-east and Montana for the south-west. It is also one of the most visited parks in the world, with more than 4 million visitors a year. And it has charm to spare. Suffice it to say that it includes several ecosystems, the largest of which is the subalpine forest.

There are breathtaking canyons, mountain ranges, lakes, including the Yellowstone, one of the largest high-altitude lakes in the entire USA, and, above all, the Yellowstone Caldera, the world’s largest supervolcano considered dormant. In addition, more than half of the world’s geysers and hydrothermal springs are found in this park, all fed by ongoing volcanic activity. Among the ‘guests’ are the grey wolf, the grizzly, the American bison and the wapiti. The Yellowstone bison herd is the oldest and most numerous in the United States. It has been a UNESCO World Heritage Site since 1978.

 

3. Galapagos Islands National Park

At the third port is the Galapagos Islands National Park, also a UNESCO World Heritage Site since 1979. Founded in 1959 in homage to Charles Darwin who formulated his theories of evolution on these islands, it has been operational since 1968. It encompasses 97% of the territory of the Galapagos Islands, including the settlements of Santa Cruz, San Cristobal, Baltra, Floreana and Isabela. One of the most beautiful itineraries is Tortuga Bay, on the island of Santa Cruz, about a 20-minute walk from the pier where the water taxis depart in Puerto Ayora.

The route allows for close encounters with marine iguanas, crabs and birds. In the bay, you can also spot white tip sharks swimming in small groups and the giant Galapagos tortoise. The islands boast a unique biodiversity that includes the Galapagos terrestrial and marine iguanas, the giant and green turtles, the Galapagos penguin, the only one living on the Equator, the land cormorant, the blue-footed gannet, the brown pelican, the sea lion and the orsina sea lion.

 

4. Goreme National Park (Turkey)

Its full name is Goreme National Park and Cappadocia’s rocky sites. It is rightfully in our TOP 10 for its unique landscapes, shaped over centuries by rocks eroded by water and wind. It is located in Central Turkey, in an area of about 100 square kilometres, in the province of Neysehir. It includes the volcanic region of the Hasan and Ercives mountains in central Anatolia. The basalt and tuff rocks have given rise to rock towers, pillars, tent rocks and the famous Fairy Chimneys.

An early community of anchorites settled here in the 4th century, who began to live in cells carved into the rock and, later, in actual underground villages to escape attacks by Arab raiders. Around 842, the underground churches were decorated with colourful paintings of unique beauty. Even today, some people still live in cave houses, although not underground. The Goreme National Park was also listed as a UNESCO World Heritage site in 1985.

 

5. Torres del Paine National Park (Patagonia, Chile)

Crystalline lakes, granite towers, perennial glaciers. The Torres del Paine National Park offers one of the most extraordinary landscapes in Chile. We are in the Patagonia region, 112 km north of Puerto Natales and 312 km from the city of Punta Arenas. Among the mountains within its territory are the Cerro Paine complex, whose most important peak touches 3050 mslsm, the Torred del Paine, which gives the park its name, and the Cuernos del Paine.

Valleys, rivers and glaciers are the habitat of pumas, guanacos, grey foxes, maras, nandos and the Andes condor. Two rare mammals are also found here, the kodkod, a small wild cat, and the spectacled bear, the only bear in South America. Rare bird species include the Chilean flamingo and the musk duck. It is one of the most visited parks in the country and 75% of the tourists are foreigners, mostly from Europe. It was inaugurated on 13 May 1959, became a Biosphere Reserve on 28 April 1978 and entered the list of World Heritage Sites in 1994.

 

6. Grand Canyon Park (Arizona, USA)

It is one of the most famous parks in the world for its characteristic and unmistakable red rocks that are coloured in incredible shades reflecting the sunlight, especially at sunrise and sunset. Established on 26 February 1919, it takes its name from the Grand Canyon, a gorge formed by the Colorado River over more than 5 million years, 1600 metres deep and 450 km long.

The park covers 49128 square kilometres and, until the Roosevelt presidency, the area was owned by Native Americans, who now inhabit only a small area. It is considered one of the ‘Natural Wonders of the World’ and every year attracts millions of visitors from all over the planet who want to admire the extraordinary panorama at least once in their lifetime from one of the many viewpoints or from a scenic helicopter flight. It costs about $250, but it is well worth it.

 

7. Plitvice Lakes National Park (Croatia)

A succession of no less than 16 lakes, connected by waterfalls and surrounded by lush vegetation. Also in our TOP 10 is the Plitvice Lakes National Park in neighbouring Croatia, a natural wonder that has been a UNESCO World Heritage Site since 1979. The park covers an area of 33 thousand hectares with forests, caves, waterfalls, lakes and streams, and is home to a rich biodiversity including 157 species of birds, 50 species of mammals, 321 species of lepidoptera, including 76 species of butterflies and 245 species of moths.

Animals that can be spotted here include the brown bear, wolf, lynx, wild boar and roe deer. The beautiful lakes are formed by two rivers, the White River and the Black River, which flow into the Korana River. In addition, their waters are rich in mineral salts of calcareous origin, such as calcium carbonate and magnesium carbonate, which over the centuries have formed layers of travertine, which, together with the thick vegetation, provides glimpses of rare beauty. In the park, you can move around on foot, by bicycle, but also by boat and small train, admiring its incredible colours.

 

8. Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park (Italy)

We could not fail to include an Italian park in our TOP 10. And the choice fell on the Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park in the province of Salerno. Unspoilt nature, a crystal-clear sea, ancient vestiges and baroque treasures make this park one of the most beautiful and interesting in the world. It became a National Park in 1991 and now covers more than 181,000 hectares, corresponding to the southern part of the province of Salerno, between the Sele Plain to the north, Basilicata to the south and the Tyrrhenian Sea to the west. The park area also includes 80 municipalities and 8 mountain communities.

Also part of the park’s territory are the splendid archaeological sites of Paestum and Velia, Greek cities that later came under Roman rule. Another jewel of the park is the Charterhouse of Padula, the largest in Italy, and one of the most monumental Baroque-style religious complexes in southern Italy. The vast territory and variety of environments has also meant that around 600 different species of animals find their ideal habitat in the park. Such as the porcupine, beech marten, squirrel, wolf, otter, hare, as well as dormouse, wild cat, wild boar, deer and roe deer.

There are also numerous species of bats and birds of prey, such as the golden eagle, kite, peregrine falcon and eagle owl. Bottlenose dolphins and sperm whales also swim in the waters of the Tyrrhenian Sea. There have also been sightings of Caretta caretta turtles. Since 1997 it has also been a Biosphere Reserve, since 1998 a UNESCO World Heritage Site and since 2010 the only Italian park to have become a geopark.

 

9. Huanglong National Park (China)

A magical landscape formed by thermal water terraces in hundreds of calcite pools. The terraces, arranged on different levels, are located at different heights and up to 4000 metres. All surrounded by forests, waterfalls and snow-capped peaks. Also in our TOP 10 is Huanglong National Park, whose name means ‘yellow dragon’.

It is located in Songpan County, Sichuan Province, China. It occupies the southern part of the Minshan mountain range, 150 km north-west of Chengdu. It is home to several species, including some rare and considered endangered, such as the giant panda and the Sichuan golden monkey. Huanglong Park has also been a UNESCO World Heritage Site since 1992 and was added to the list of Biosphere Reserves in 2000.

 

10. Uluru-Kata Tjuta National Park (Australia)

Closing our TOP 10 is the iconic Uluru-Kata Tjuta National Park, one of Australia’s symbols. Located in the Northern Territories province, about 1400 km south of Darwin, it covers an area of 1326 square kilometres and includes the famous geological formations that give it its name: Ayers Rock, Uluru, in Aboriginal language, the extraordinary red granite monolith that changes colour depending on the time of day, and Mount Olga, Kata Tjuta in Aboriginal, a rocky dome that stands in the middle of a plain. This area is considered sacred by the Australian Aborigines, to whom it was returned in 1985. Today, the park is jointly managed by the Australian Government and the Aboriginal community.

It has been a Biosphere Reserve since 1977 and a UNESCO World Heritage Site since 1987. Here, you can see kangaroos, emus, dingoes and wallabies roaming free on the sands of this ‘red desert’, as well as 13 species of servants, birds of prey such as the brown hawk and Australian kestrel, a rare parakeet and 170 other bird species, making it a paradise for birdwatchers. And, although not a bird, the most coveted animal for your photographic lens is…the euro, or wallaroo, a cross between a kangaroo and a wallaby.




10 imperdibili viaggi d’autunno

Ormai le vacanze estive vi sembrano lontane oppure, semplicemente, avete voglia di ripartire o, ancora, avete atteso l’autunno per regalarvi un viaggio o un weekend? A fare la parte del leone è ovviamente la natura, che in questa stagione si colora con i toni del rosso, dell’arancione, del giallo e del bruno, con il fenomeno del foliage. Nella nostra rubrica TOP 10 vi suggeriamo i 10 viaggi da fare in autunno.

1. New York, il foliage nei parchi

Per chi non ha mai visitato la Grande Mela, l’occasione giusta è l’autunno, quando la città e i suoi parchi (che si estendono per 100 kmq!) si accendono di colori caldi. Il cuore del foliage è naturalmente Central Park. Tra i punti più belli per ammirare i colori c’è Belvedere Castle, il famoso castelletto costruito alla fine dell’Ottocento. Passeggiate poi lungo The Mall, il viale alberato con quasi 200 olmi americani, che collega la Literary Walk alla fontana di Bethesda. Un panorama unico si gode anche dal Gapstow Bridge, che attraversa The Pond Lake, e dalla Bethesda Terrace, da cui si possono fotografare gli alberi riflessi nella fontana omonima, tra le più grandi della città. Se invece non volete dare nulla per scontato potete visitare Prospect Park a Brooklyn, il secondo parco più grande di New York, Van Cortlandt Park, nel Bronx, oppure, a Manhattan, i parchi di Inwood Hill e Fort Tryon Park, che si affaccia sul fiume Hudson.

2. Camargue (Francia)

Per un autunno inedito e sorprendente, potete scegliere un soggiorno in Camargue. Non perdetevi lo straordinario foliage dell’isola Maguelone, con gli alberi rosso fiamma che si riflettono nell’acqua delle lagune. Separata dal resto della Francia dai due bracci del delta del Rodano, vanta città medievali di rara bellezza, come Arles, che affascinò Van Gogh, con i suoi 2500 anni di storia e le sue vestigia romane. Vale una visita, a 2 km dalla città, l’abbazia di Montmajour, Patrimonio UNESCO. Tra Provenza e Linguadoca si trova poi la città di Saint-Gilles, di epoca romana, mentre si affaccia sul mare il delizioso villaggio di Les Saintes – Meries de La Mer con il vicino Chateau d’Avignon.

Ma la Camargue è soprattutto da visitare per la sua natura, fatta di stagni, paludi, specchi d’acqua. Recatevi a Aigues-Mortes, la città medievale circondata da stagni e paludi, per scatti di panorami mozzafiato. A sud della città si trovano le straordinarie saline di 9000 ettari, paradiso di migliaia di uccelli. Tra i parchi naturali da non perdere anche il Parco Naturale Regionale della Camargue, il Parco Ornitologico di Ponte de Gau a 5 km da Saintes-Maries de la Mer, e la Riserva Naturale del Marais du Vigueirat, a un’ora di auto da Avignone, che si estende tra il Grande Rodano e la pianura stepposa della Crau.

3. Salisburgo (Austria)

Panorami autunnali mozzafiato anche a Salisburgo, splendida cittadina alpina medievale dell’Austria che ha dato i natali a Mozart e annoverata tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La città è circondata da colline dalle sfumature che vanno dal marrone al rosso cremisi, mentre nelle campagne si degusta il vino novello, lo Sturm. Da vedere la fortezza collinare di Hohensalzburg, i castelli di Mirabel, con il Giardino dei Nani più grande d’Europa, ed Helbrun e la Casa Museo di Mozart. Fermatevi per una pausa in uno dei caffè del centro, assaggiate una fetta di strudel di mele sorseggiando una cioccolata calda o un caffè melange. Entrate poi nella cattedrale dedicata ai Santi Virgilio e Ruperto e ammirate le Collegiata, capolavoro di Fischer von Erlach. Ai piedi della collina di Festungberg vale una visita anche il Monastero di Nonnberg, il più antico monastero benedettino di monache dell’area germanica, composto da diversi edifici tra chiesa, chiostri, abbazia e dal caratteristico campanile dalla cupola rossa.

4. Highlands Scozzesi

Verdissime in primavera e in estate, in autunno le Highlands Scozzesi si colorano di toni fiammeggianti. Una regione che vi stupirà per i suoi paesaggi mozzafiato con montagne che si stagliano all’orizzonte e isole splendenti al tramonto. I luoghi più belli per ammirare il foliage sono il Parco Nazionale di Loch Lomond & The Trossachs, a un’ora e mezzo di auto da Glasgow, e il Perthshire, circa un’ora e 15 minuti sia da Glasgow che da Edimburgo. Altri spettacoli della natura da non perdere in autunno è la stagione dell’amore dei cervi rossi, che si possono ammirare presso il Cairngorms National Park, a Nord della Scozia, e sull’Isola di Arran, a sud ovest.

L’autunno è anche la stagione in cui i salmoni risalgono i fiumi per deporre le uova e quella in cui nascono i cuccioli di foca grigia, nella zona del Moray Fort, nei pressi di Iverness. Qui fermatevi per visitare la città, passeggiate lungo le rive del fiume Ness e visitate le Ness Islands. Entrate nella St Andrews Cathedral e sostate in una delle suggestive sale da tè. Da non perdere anche il Museo e Galleria d’arte, i Giardini Botanici, e, per fare un salto indietro nel tempo, percorrete l’Iverness Historic Trail, che attraversa la città vecchia e quella nuova.

5. Slovenia, tra natura e benessere

Tra le destinazioni green, la Slovenia offre un motivo in più per visitarla in autunno: gli splendidi colori del foliage. Scegliete il meraviglioso Lago di Bled, tra passeggiate nella natura, escursioni e sport acquatici come il kayak e il canyoning, che si possono fare anche in questa stagione. Nella cittadina omonima, di origine medievale, fermatevi per visitare chiede e castelli medievali di rara bellezza con lo sfondo delle Alpi Giulie. Da ottobre di quest’anno poi, si può percorrere la Slovenia Green Wellness Route, un nuovo itinerario ciclo turistico che collega i migliori centri benessere del paese, tutti certifica Slovenia Green. Il percorso ad anello è lungo in totale 640 km e si snoda tra le Alpi di Kamnik e della Savinja per poi scendere nella pianura pannonica e verso il confine meridionale. Può essere personalizzato e percorso anche a tappe con frazioni di circa 40 km.

6. Plitvice e Istria (Croazia)

Tra le mete autunnali da visitare in autunno in Croazia ci sono gli spettacolari laghi del Parco Nazionale di Plitvice, un capolavoro della natura che include 16 specchi d’acqua, tra superiori e inferiori, alimentati dal Fiume Bianco e dal Fiume Nero, oltre che da sorgenti sotterranee. I laghi sono poi collegati tra loro da oltre 100 cascate di tutte le dimensioni e sono circondati da boschi che in autunno di colorano di sfumature che vanno dal marrone al rosso, dal giallo ocra al giallo acceso, dall’amaranto al viola. Nel parco è possibile muoversi a piedi, in bicicletta e persino in barca, oppure a bordo dei trenini panoramici.

Paesaggi del Parco Nazionale dei Lagi di Plitvice

Se preferite le mete gourmand, scegliete invece l’Istria, la regione a nord della Croazia in autunno è infatti tutta da scoprire ed è l’ideale per un lungo weekend o un soggiorno all’insegna dei buoni sapori, un sapiente mix di cucina veneziana e specialità del Centro Europa. Visitare la città medievale di Grisignana, nota come “la città degli artisti” per le sue gallerie d’arte ma anche per i piatti a base di tartufo. Al centro dell’Istria si trova invece la bella Pisino, circondata dalla natura. Per una sosta golosa, fermatevi in una delle celebri konobe, le tradizionali taverne istriane.

Pisino

A Dignano, ricca di storia e architetture di epoche diverse, tra edifici gorici, rinascimentali e barocche, potere fermarvi anche per degustare l’ottimo olio di oliva e scoprire le kazun, le tradizionali case in pietra tipiche delle campagne. Nei mesi autunnali Rovigno diventa ancora più romantica, con i suoi scorci che ricordano Venezia e i suoi ristoranti gourmet.

7. Lisbona

La capitale del Portogallo è splendida anche in autunno grazie al suo clima mite, con giornate soleggiate e tiepide anche alla fine di ottobre. Quello che cambia, tuttavia, sono i suoi colori. Durante la visita alla città, c’è solo l’imbarazzo della scelta tra un tour gastronomico o artistico e culturale, come quello che porta alla scoperta delle più belle street art che colorano i muri della capitale. Attraversate poi i quartieri storici, come il Barrio Alto e l’Alfama, ed esplorati quelli moderni o emergenti, come le docas, lungo il fiume Tejo. Vale una visita il GAU, Galeria de Arte Urbana, tra gli spazi più importanti che ospitano progetti originali.

Se amate il vino, fermatevi per una degustazione da Holy Wine o Vino Nero. Da non perdere, per chi non sa resistere ai dolci, un pastel de nata della Pasteleria Batalha. Dopo aver visitato la capitale, potete dedicarvi a un’escursione sul Tejo e alla regione omonima, in cui si trova una delle dieci zone umide più importanti d’Europa tra canneti, paludi e saline. Spettacolare, poi, l’autunno al Parque Natural de Sintra-Cascais, appena fuori Lisbona, che ospita specie vegetali provenienti da tutto il mondo.

Parque Natural de Sintra-Cascais

8. Budapest

Divisa in due dal Danubio, Budapest è una delle capitali europee più belle da visitare in autunno. Da non perdere i suoi monumenti più celebri, come il castello di Buda, il palazzo del Parlamento, la Basilica di Santo Stefano e la piazza degli eroi. La città poi è ricca di parchi dove poter passeggiare per ammirare il fenomeno del foliage. Tra i più grandi c’è il parco Városligetche, che include uno splendido lago che in inverno diventa una delle piste di pattinaggio più belle d’Europa, il parco Karolyi Kert, nel cuore del centro città, o il giardino botanico di Füvészkert. I mesi autunnali sono poi la stagione dei festival. Per esempio, fino alla fine di ottobre si tiene il Cafè Budapest Contemporary Arts Festival, in cui artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo si esibiscono in spettacoli di danza e musica dal vivo.

Da novembre, i celebri Mercatini di Natale di Budapest illuminano la città

L’11 novembre, invece, durante la Festa di San Martino, si possono gustare i piatti tipici della tradizione ungherese, accompagnati dal vino novello. Il 28 e il 29 novembre, invece, si celebrano i formaggi e i vini ungheresi in una grande festa cittadina. Da non perdere poi, già da novembre i Mercatini di Natale, con stand e casette su cui trovare prodotti artigianali di qualità tra ceramiche, candele, legno intagliato, merletti e ricami. Il 6 dicembre, invece, si tiene la Festa di San Nicola, molto sentita dai bambini, che ricevono doni, dolci e cioccolato mettendo sui davanzali delle finestre i propri stivaletti. Budapest è poi nota per le sue terme, e l’autunno è la stagione ideale per coccolarsi con le acque calde e benefiche e i trattamenti nelle spa.

9. Foliage in Trentino

L’autunno è una delle stagioni in cui la natura dà il meglio di sé in Trentino. Tra gli itinerari più belli per ammirare il fenomeno del foliage c’è quello che porta al Lago di Tovel, nella splendida Val di Non, nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta. Fino al 1964, il lago era famoso in tutto il mondo per un singolare fenomeno naturale: le sue acque diventavano rosso porpora a causa di un’alga presente sul fondo del lago. Tuttavia, anche se oggi il fenomeno non si verifica più, le acque trasparenti del lago riflettono i caldi colori autunnali dei monti e dei boschi circostanti. Da non perdere la bella cascata Rislà, in cui l’acqua si butta da una roccia creando un gioco di luci e colori.

Foliage al Lago di Tovel

Splendida per il foliage anche la Val di Rabbi, immersa in una natura rigogliosa, tra cascate e piccoli corsi d’acqua. Gli amanti del trekking possono intraprendere il percorso ad anello che porta alle cascate del Saent della durata di circa 2 ore e mezzo, oppure camminare su un vero ponte tibetano sospeso tra terra e cielo a 60 metri di altezza. Splendido per ammirare il foliage anche il Lago di Ledro, a pochi chilometri dal più celebre Lago di Garda. Oltre al percorso che circonda il lago, da non perdere le escursioni alla Madonnina di Besta e alla cascata Gorg d’Abiss. Infine, a pochi chilometri da Trento, nel Comune di Villa Lagarina, si trova il Lago Cei, a 900 metri di altezza, un altro luogo perfetto per ammirare il foliage, circondato da abeti e faggi secolari.

La Madonnina di Besta guarda il Lago di Ledro

10. Val d’Orcia (Toscana)

Chiude la nostra TOP 10 delle mete autunnali la meravigliosa Val d’Orcia, in Toscana, per la maggior parte compresa nella provincia di Siena. Inserita dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità nel 2004, è famosa per i suoi vini e i suoi paesaggi, che con la veste autunnale lasciano letteralmente a bocca aperta. Costellata da borghi, antichi castelli e silenziose abbazie la Val d’Orcia è perfetta per ammirare il foliage, al punto da essere uno dei paesaggi più fotografati al mondo durante questo fenomeno. Durante l’autunno, infatti, i filari da cui nascono le uve Sangiovese si tingono di giallo dorato e ammantano le colline, accendendosi di una luce particolare a mano a mano che si avvicina il tramonto.

Splendidi anche i faggi della Riserva Naturale di Pietraporciana, che assumono le tonalità del rosso, dell’arancio e del giallo. Da non perdere una visita ai borghi di Montalcino, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia, Bagno Vignoni e, naturalmente, è d’obbligo una degustazione dei rinomati vini di questa ricca terra, tra cui il celebre Brunello di Montalcino, il Moscardello di Montalcino, il Rosso di Montalcino DOC, il Vino Nobile di Montepulciano e il Doc d’Orcia.




I 10 Parchi Nazionali più belli del mondo

Parchi e Riserva hanno l’obiettivo di tutelare paesaggi ed ecosistemi di rara bellezza, consentendo di preservare una ricca biodiversità dalla mano dell’uomo che, tuttavia, in queste zone protette può diventare uno spettatore e stupirsi della bellezza della natura. Ma quali sono i Parchi Nazionali più belli del mondo? Abbiamo provato a cercarli per l’appuntamento settimanale della nostra rubrica TOP 10. Questi sono quelli che, secondo noi, meritano una posizione in classifica.

1. Parco Nazionale del Serengeti (Tanzania)

Il suo nome in lingua masai significa “pianura sconfinata”. Il Parco Nazionale del Serengeti, con i suoi 14.763 kmq è una delle aree protette più importanti dell’Africa Orientale e tra le più famose del mondo. Si trova nel nord della Tanzania, nell’omonima pianura, tra il Lago Vittoria e il confine con il Kenya. Confina poi con altri celebri parchi africani, come quello di Masai Mara, in Kenya, e la riserva naturale di Ngorongoro.

Qui vivono leoni, leopardi, elefanti, zebre, antilopi, gazzelle gnu, ippopotami e tante altre specie. Qui si può assistere a uno degli spettacoli della natura più belli del mondo, chiamata la “grande migrazione”, si tratta infatti del più importante movimento di animali selvatici della Terra. Nel 1981 è stato inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

2. Parco Nazionale di Yellowstone (Stati Uniti)

È il Parco Nazionale più antico del mondo. La sua istituzione risale infatti al 1° marzo 1872. Yellowstone si estende su un’area di 8983,18 kmq (quasi quanto la Corsica) e si trova a cavallo fra tre stati, il Wyoming per la parte nord occidentale, l’Idaho per quella sud orientale e il Montana per quello sud occidentale. È anche uno dei parchi più visitati del mondo, con più di 4 milioni di visitatori all’anno. E di fascino ne ha da vendere. Basti pensare che include diversi ecosistemi, tra cui il più ampio è quello della foresta subalpina.

Qui si trovano canyon mozzafiato, catene montuose, laghi, tra cui lo Yellowstone, uno dei più grandi laghi d’alta quota in tutti gli USA, e, soprattutto la Caldera di Yellowstone, il più grande super vulcano del mondo considerato dormiente. Inoltre, più della metà dei geyser e delle sorgenti idrotermali del mondo si trovano in questo parco, tutti alimentati dall’attività vulcanica in corso. Tra gli “ospiti” troviamo il lupo grigio, il grizzly, il bisonte americano e il wapiti. La mandria di bisonti dello Yellowstone, poi, è la più antica e numerosa di tutti gli Stati Uniti. Dal 1978 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

3. Parco Nazionale delle Isole Galapagos

Al terzo porto il Parco Nazionale delle Isole Galapagos, anch’esso Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Fondato nel 1959 in omaggio a Charles Darwin che su queste isole formulò le sue teorie dell’evoluzione, è divenuto operativo dal 1968. Comprende il 97% del territorio delle Isole Galapagos, inclusi i centri abitati di Santa Cruz, San Cristobal, Baltra, Floreana e Isabela. Uno degli itinerari più belli è Tortuga Bay, sull’isola di Santa Cruz, a circa 20 minuti a piedi dal molo da dove partono i taxi acquatici a Puerto Ayora.

Il percorso consente di fare incontri ravvicinati con iguane marine, granchi e uccelli. Nella baia, poi, si possono avvistare gli squali pinna bianca che nuotano a piccoli gruppi e la gigantesca tartaruga delle Galapagos. Le isole vantano una biodiversità unica al mondo che include l’iguana terreste delle Galapagos e quella marina, la tartaruga gigante e la tartaruga verde, il pinguino delle Galapagos, l’unico che vive all’Equatore, il cormorano attero, la sula dai piedi azzurri, il pellicano bruno. il leone marino e l’otaria orsina.

4. Parco Nazionale di Goreme (Turchia)

Il suo nome completo è Parco Nazionale di Goreme e dei siti rupestri della Cappadocia. Entra di diritto nella nostra TOP 10 per i suoi paesaggi unici, disegnati nei secoli da rocce erose dall’acqua e dal vento. Si trova nella Turchia Centrale, in un’area di circa 100 kmq, nella provincia di Neysehir. Include la regione vulcanica dei monti Hasan ed Ercives nell’Anatolia centrale. Le rocce di basalto e di tufo hanno dato origine a torri rocciose, pilastri, rocce a tende e i famosi Camini delle fate.

Qui nel IV secolo si insediò una prima comunità di anacoreti, che iniziarono ad abitare in celle scavate nella roccia e, successivamente, in veri e propri villaggi sotterranei per sfuggire agli attacchi dei predoni arabi.  Attorno all’842 le chiese sotterranee vennero decorate con dipinti colorati di una bellezza unica. Ancora oggi, alcune persone vivono in case rupestri, anche se non sotto terra. Anche il Parco Nazionale di Goreme è stato inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1985.

5. Parco Nazionale Torres del Paine (Patagonia, Cile)

Laghi cristallini, torri di granito, ghiacciai perenni. Il Parco Nazionale Torres del Paine regala uno dei paesaggi più straordinari del Cile. Siamo nella regione della Patagonia, a 112 km a nord di Puerto Natales e a 312 dalla città di Punta Arenas. Tra le montagne comprese nel suo territorio ci sono il complesso del Cerro Paine, la cui cima più importante tocca i 3050 mslsm, le Torred del Paine, che danno il nome al parco, e i Cuernos del Paine.

Vallate, fiumi, ghiacciai sono l’habitat dove hanno trovato casa puma, guanachi, volpi grigie, marà, nandù e il condor delle Ande. Qui si trovano anche due rari mammiferi, il kodkod, un piccolo gatto selvatico, e l’orso dagli occhiali, l’unico orso nel Sud America. Tra le specie di uccelli assai rare, invece, troviamo il fenicottero del Cile e l’anatra muschiata. È uno dei parchi più visitati del Paese e il 75% dei turisti è straniero, per lo più proveniente dall’Europa. È stato inaugurato il 13 maggio 1959, il 28 aprile 1978 è diventato Riserva della Biosfera e, nel 1994, è entrato nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.

6. Parco del Gran Canyon (Arizona, USA)

È uno dei parchi più famosi al mondo per le sue caratteristiche e inconfondibili rocce rosse che si colorano di sfumature incredibili riflettendo la luce del sole, soprattutto all’alba e al tramonto. Istituito il 26 febbraio 1919 prende il nome dal Grand Canyon una gola formata dal fiume Colorado in più di 5 milioni di anni, profonda ben 1600 metri e lunga 450 km.

Il parco si estende per 49128 kmq e, fino alla presidenza Roosvelt, l’area era di proprietà dei Nativi Americani che oggi abitano solo in una piccola zona. È considerata una delle “meraviglie naturali del mondo” e ogni anno attira milioni di visitatori provenienti da tutto il pianeta che vogliono ammirare almeno una volta nella vita lo straordinario panorama da uno dei tanti punti di osservazione oppure grazie a un volo panoramico in elicottero. Costa circa 250 dollari, ma ne vale la pena.

7. Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice (Croazia)

Una successione di ben 16 laghi, collegati tra loro da cascate e circondati da una vegetazione lussureggiante. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale del Laghi di Plitvice, nella vicina Croazia, una meraviglia della natura che fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Il parco si estende su una superficie di 33mila ettari tra boschi, grotte, cascate, laghi e corsi d’acqua dove vive una ricca biodiversità tra cui 157 specie di uccelli, 50 di mammiferi, 321 di lepidotteri, tra cui 76 specie di farfalle e 245 di falene.

Tra gli animali che si possono avvistare qui ci sono l’orso bruno, il lupo, la lince, il cinghiale e il capriolo. Gli splendidi laghi sono formati da due fiumi, il Fiume Bianco e il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Inoltre, le loro acque sono ricche di Sali minerali di origine calcarea, come carbonato di calcio e di magnesio che nei secoli hanno formato strati di travertino, che insieme alla folta vegetazione, regala scorci di rara bellezza. Nel parco ci si può spostare a piedi, in bicicletta, ma anche in barca e con un trenino, ammirando i suoi incredibili colori.

8. Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Italia)

Non potevamo non inserire un parco italiano nella nostra TOP 10. E la scelta è caduta sul Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno. Natura incontaminata, un mare cristallino, antiche vestigia e tesori barocchi fanno di questo parco uno dei più belli e interessanti del mondo. Diventato Parco Nazionale nel 1991, si estende oggi per più di 181 mila ettari, corrispondenti alla parte meridionale della provincia di Salerno, compresa tra la Piana del Sele a nord, la Basilicata a sud e il Mar Tirreno a ovest. Nell’area del parco sono inclusi anche 80 Comuni e 8 Comunità Montane.

Inoltre, fanno parte del territorio del parco anche gli splendidi siti archeologici di Paestum e Velia, città greche poi passate sotto il dominio romano. Un altro gioiello del parco è la Certosa di Padula, la più grande d’Italia, e uno del più monumentali complessi religiosi in stile barocco del Sud Italia. L’ampio territorio e la varietà di ambienti ha poi fatto sì che nel parco trovassero il loro habitat ideale circa 600 specie di animali diverse. Come l’istrice, la faina, lo scoiattolo, il lupo, la lontra, la lepre, ma anche il ghiro, il gatto selvatico, il cinghiale, il cervo e il capriolo.

Sono poi presenti numerose specie di pipistrelli e di rapaci, come l’aquila reale, il nibbio, il falco pellegrino, il gufo reale, e il nibbio. Nelle acque del Tirreno nuotano poi tursiopi e capodogli. Ci sono stati avvistamenti anche di tartarughe Caretta caretta. Dal 1997 è anche Riserva della Biosfera, dal 1998 Patrimonio UNESCO e dal 2010 è l’unico parco italiano a essere diventato geoparco.

9. Parco Nazionale di Huanglong (Cina)

Un paesaggio magico, formato da terrazze di acqua termale in centinaia di piscinette di calcite. Le terrazze, disposte su diversi livelli, si trovano a diverse altezze e fino a 4000 metri. Il tutto circondato da boschi, cascate e cime innevate. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale di Huanglong, il cui nome significa “drago giallo”.

Si trova nella Contea di Songpan, nella provincia di Sichuan, in Cina. Occupa la parte meridionale della catena montuosa del Minshan, a 150 km a nord ovest di Chengdu. Qui vivono diverse specie, tra cui alcune rare e considerate in via di estinzione, come il panda gigante e la scimmia dorata del Sichuan. Anche il parco di Huanglong fa parte, dal 1992, dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO e dal 2000 è stata aggiunta anche all’elenco delle Riserve della Biosfera.

10. Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta (Australia)

Chiude la nostra TOP 10 l’iconico Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta, uno dei simboli dell’Australia. Situato nella provincia dei Territori del Nord, a circa 1400 km a sud di Darwin, si estende su un’area di 1326 kmq e comprende le famosissime formazioni geologiche che gli danno il nome: Ayers Rock, Uluru, in lingua aborigena, lo straordinario monolito di granito rosso che muta colore a seconda delle ore del giorno, e Mount Olga, Kata Tjuta in aborigeno, una cupola rocciosa che svetta nel bel mezzo di una piana. Questa area è considerata sacra dagli aborigeni australiani, ai quali è stata restituita nel 1985. Oggi, il parco è gestito in maniera congiunta dal Governo australiano e dalla comunità aborigena.

È Riserva della Biosfera dal 1977 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1987. Qui si possono osservare canguri, emù, dingo e wallaby che vagano liberi sulle sabbie di questo “deserto rosso”, ma anche 13 specie di serventi, rapaci come il falco marrone e il gheppio australiano, un raro parrocchetto e altre 170 specie di uccelli che ne fanno un paradiso per gli amanti del birdwatching. E, anche se non è un uccello, l’animale più ambito per il proprio obiettivo fotografico è…l’euro, o wallaroo, un incrocio tra un canguro e un wallaby.




Il 24 maggio è la Giornata Europea dei Parchi

Il prossimo 24 maggio si celebra, come ogni anno, la Giornata Europea dei Parchi, che sarà dilatata su più giorni, con un ricco programma di incontri, dibattiti, ma anche escursioni, passeggiate, mostre e attività ambientali per conoscere le splendide aree verdi della nostra Italia.

La Giornata Europea dei Parchi è promossa da EUROPARC, la Federazione Europea dei Parchi e vuole ricordare il giorno il cui, nel 1909, è stato istituito in Svezia il primo Parco Nazionale in Europa. In Italia, invece, i primi parchi sono stati creati nel 1922. Sono stati il Parco del Gran Paradiso e il Parco d’Abruzzo, poi diventato Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

La “settimana dei parchi” si tiene dal 24 al 29 maggio e, nei due fine settimana a cavallo della data saranno incrementati gli eventi in calendario per consentire una partecipazione più ampia da parte dei visitatori.

I Parchi italiani, un patrimonio “verde” che crea lavoro

Negli ultimi quindici anni, l’Italia è il paese europeo che ha costituito più parchi e riserve naturali. Circa l’11% del territorio italiano, infatti, costituisce area protetta e vanta 23 parchi nazionali, 134 Parchi regionali, 147 riserve naturali, 365 riserve regionali, 171 aree protette regionali, 2 parchi sommersi e un Santuario dei cetacei.

Il Parco dell’Arcipelago Toscano

Nel 2,5% della superficie dei nostri mari, sono state istituite 24 Aree marine protette. Un ulteriore 10% del territorio, esterno alle aree naturali protette, è tutelato dalla presenza di Siti di interesse comunitario (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps) istituiti ai sensi delle direttive comunitarie Uccelli e Habitat.

Il Parco del Circeo

I numeri si fanno interessanti quando guardiamo a quante persone lavorano all’interno dei parchi e grazie a essi. Sono più di 12mila gli addetti impegnati nei servizi e nelle attività relative all’educazione ambientale, alla divulgazione, alla didattica e alla ricerca scientifica. I circa 2000 Centri Visita, poi, sono affidati a circa 500 cooperative e imprese, che curano anche le strutture culturali e naturalistiche.

Weekend Premium e l’attenzione per i Parchi

Da sempre attento al tema del “green” e dei Parchi in particolare, Weekend Premium nel mese di luglio regalerà ai suoi lettori un Gran Speciale Parchi scaricabile e sfogliabile dal sito.

Il Parco delle Foreste Casentinesi

Fin dalla loro istituzione, poi, i Weekend Premium Awards prevedono una sezione “Natural Park Premium”. Nel 2022, la Giuria di Esperti ha eletto “parco dell’anno” il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre la Giuria Popolare, con il loro voto sul web ha decretato la vittoria della Riserva Naturale di Montedimezzo (IS). 

Riserva di Montedimezzo

INFO: www.federparchi.it

 

 

 

 

 




Weekend ‘green’ a Londra. Scopriamola attraverso i suoi parchi

(in italian and english)

di Cesare Zucca

Oggi puntiamo su una Londra  davvero ‘green’!

La capitale britannica è notoriamente famosa per i suoi parchi e giardini: gli spazi verdi di Hyde Park, Kensington Palace Gardens, ultima residenza di Lady Diana, Hampstead Heath, lo zoo di Regents Park, Il popolarissmo Saint James Park, il Greenwich Park sul Tamigi dove la linea GMT, divide gli emisferi est e ovest, il magico Richmond Park, popolato da tre specie di cervi e la lista potrebbe continuare…

Richmond Park

I parchi londinesi sono stati celebrati nell’arte e nello spettacolo, dai soggetti pensierosi nei dipinti di Thomas Wyck ai ritratti di celebri fotografi, alle scenografie naturali delle rappresentazioni del Regent’s Park Theatre,  usati come set in film d’autore e meta d’obbligo per i turisti che visitano Londra.

S,James Park in un dipinto di Thomas Wyck datato 1660

Noi abbiamo evitato parchi e giardini troppo conosciuti e spesso molto affollati, per portarvi in quegli spazi verdi dove i veri londinesi amano passare ore di svago e di relax.

Quali sono i parchi meno turistici e preferiti dai londinesi?

Battersea
Partiamo da uno dei primi parchi che incontri attraversando il fiume sul Chelsea Bridge o sull’Albert Bridge. Offre alltrazioni per tutti, come il piccolo zoo e il parco giochi per i bambini, la Battersea Power Station, grande spazio espositivo con molti pub, una bella passeggiata lungo il fiume, laghi per canottaggio,  una pista da corsa e svariate strutture sportive, ideale per chi ama allenarsi lontano dalla folla dei parchi pià frequentati.

Battersea Park

Clapham Common
Più a sud, troviamo il parco che vanta il più grande palco della London Simphony Orchestra, mentre più in là scoprirete il famoso Windmill Pub, alloggio in stile country e ottimo ristorante specializzato nella cucina tipica inglese.

The Windmill on the Clapham Common

Horniman Gardens
Un vero gioiellino. Al centro il piccolo museo, che onora la storia dei Signori Horniman, rinomati mercanti di tè nel 180 e minuziosi collezionisti di preziosi oggetti, oggi esposti nel museo . Tutt’intorno tanto verde e tanta fauna selvatica: api, farfalle, persino pecore e caprette.

Horniman Museum Tower

Wimbledon Common
Famoso per i tornei di tennis e… le insuperabili fragole con la panna in estate. Offre piste ciclabili, passeggiate a cavallo e campi da golf.  Nel 1817 ospitava un leggendario mulino a vento che ora è un museo dedicato ai Wombles, alla storia e alla vita rurale di quei tempi

Wimbledon Common

Victoria Embankment Gardens
Minuto, prezioso e proprio nel cuore della città. Popolato da statue che ricordano i soldati britannici impegnati guerra di Corea. Nei weekend suona la band e la musica è gratuita, basta infatti sedersi su una delle tante panchine del giardino e godersi allegri momenti musicali e tanto relax.

Victoria Embankment Gardens

Brockwell
Nel sud-est di Londra  ci aspetta un vero punto di riferimento per la gente del posto. Originariamente residenza privata di un mercante di vetro, fu acquisita alla fine del XIX secolo e adibita a spazio pubblico nel 1892. Adornato da palazzi storici, come la Brockwell Hall, i Walled Gardens e una torre dell’orologio del XIX secolo. Oggi è il punto di incontro dei londinesi più sportivi che possono allenarsi nei campi da tennis, correre in bici e nuotare nella grande piscina all’aperto
Postman’s Park
A nord della Cattedrale di St. Paul ci aspetta un’ altra minuta oasi di verde. Deve il suo nome all’ufficio postale che qui aveva sede. il parco ospita il Memoriale dedicato a chi ha sacrificato la propria vita aiutando gli altri.

Postman’s Park

E per finire in bellezza… Holland Park
Ho tenuto questo bellissimo parco per ultimo, proprio perchè è degno del gran finale e perchè… era il mio parco preferito quando studiavo inglese a Londra! Infatti vivevo proprio nel numero 39 di Holland Park Road, nel  Royal Borough of Kensington and Chelsea,  una zona suggestiva, ricca di abitazioni dalle architetture vittoriane.

Kyoto Gardens di Holland Park

Nel parco vi sono numerosi laghetti, una famosa orangerie, un campo da cricket, un giardino zen. Holland House era la residenza fatta costruire nel 1605 da Sir Walter Cope ed è stata una delle prime grandi case della zona. Nell’Ottocento fu un ritrovo letterario e ospitò personaggi come George Byron, Charles Dickens e Walter Scott. Oggi ne resta solo una parte, a causa delle bombe tedesche. E non sarete soli, a farvi compagnia appariranno allegri scoiattoli e inaspettati pavonI.

Immancabile selfie davanti alla Holland House di Holland Park

Siamo così arrivati sulla Hight Street Kensigton, una delle strade principali dello shopping londinese, al confine tra Notting Hill e Hammersmith. Qui troviamo il London Design Museum, spettacolare struttura scatolare di tre piani in legno e vetro firmata del noto architetto John Pawson.

Design Museum

E’ considerato il più grande museo al mondo dedicato al design e attualmente ospita la mostra ‘Football: Designing the Beautiful Game’, dedicata alle incredibili storie di design dietro lo sport più popolare del mondo: il calcio.

la mostra ‘Football: Designing the Beautiful Game’

Fame?
Londra è famosa per… mangiare ‘on the road’
Street food dovunque, a cominciare dal fish and chips, enorme filetto di pesce avvolto da una croccante panatura ed accompagnato da patatine fritte. Gli inglesi lo mangiano dovunque e a qualsiasi ora. Gustatelo in uno dei parchi che vi abbiamo suggerito o in un pub caratteristico oppure sulle sponde del Tamigi, come fanno i veri londinesi. Altra specialità sono le scotch eggs, uova sode racchiuse in carne di salsiccia, impanate e servite cotte o fritte, mentre le jacket potatoes sono patate cotte al forno con tutta la buccia, ripiene di fagioli, tonno, formaggio o carne a vostro piacimento. Non mancano i tocchi esotici, come gli arabi kebab, i bao asiatici e i samosa, popolari finger food Indiani caratterizzati da una sottile sfoglia croccante che racchiude un cremoso ripieno speziato.

Scotch Eggs

Borough Market
E’ il paradiso dello street food britannico e non solo, infatti troverete banchi di cibo tailandese, giapponese, messicano, francese, italiano, spagnolo…Trionfa il british food: dai succulenti bagel con manzo salato firmati da Nana Fanny, ai generosi panini di lonza di maiale arrosto con ripieno e salsa di mele oppure petto di tacchino con ripieno e salsa di mirtilli o carne di manzo salata con sottaceti all’aneto e senape.
Voglia di ostriche?
La vostra meta sarà la botteguccia di Richard Haward, dove verranno sgusciate proprio di fronte a voi, super fresche, a buon prezzo e perfino in versione ‘souvenir’ con il guscio dipinto a mano…I cheese toast di Kappacasein sono la leggenda del Market.
Questi enormi panini al formaggio grigliato sono realizzati con un generoso aiuto della raclette londinese prodotta a Bermondsey dal proprietario Bill Oglethorpe

i cheese toast di Kappacasein

Da Pieminister troverete i tradizionali meat pies, tortini salati pasta di sfoglia e pasta frolla, ripieni di carne o verdure e serviti con contorno di fagioli. Un cibo ‘comfort food’ da gustare rigorosamente con una bella e fresca birra scura. Un piatto strepitoso, incluso della lista dei 10 migliori cibi inglesi da non perdere.
E vi pareva che io mi perdessi la ricetta…? Eccola!

MEAT PIE
Ingredienti
Per 6 persone

  • 2 rotoli di pasta sfoglia già pronta
  • 2 fette spesse di pancetta affumicata
  • 750 grammi di carne di manzo 
  • 2 cucchiai di farina
  • mezza tazza di brodo di carne
  • mezza tazza di concentrato di pomodoro
  • 2 cucchiai di salsa worchester
  • 2 cucchiai di erbe aromatiche
  • 1 cucchiaio di senape in polvere
  • 1 uovo
  • mezza cipolla
    olio extra vergine di oliva q.b.
    sale q.b.

    Preparazione

Rosolate in olio caldo i dadini di pancetta e la cipolla. Bastano 5 minuti e poi
aggiungete la carne e fate cuocere per altri 5 minuti, mescolando spesso. Aggiungete brodo, farina , concentrato di pomodoro, la worcestershire, le erbe miste e la senape. Lasciate cuocere senza coperchio per far evaporare un poco del  liquido. Stendete un rotolo di pasta sfoglia su una teglia e bucherellatela, Sbattete un uovo in una ciotola e spennellatelo sui i bordi. Unite la carne. Sigillate il tortino con il secondo rotolo premendo bene sui bordi. Fate 1 taglio al centro e spennellate la superficie. Forno preriscaldato a 180°. Infornate per circa 40 minuti e sfornare quando la superficie è dorata e croccante.

INFO
Visit London

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LONDON MEAT PIE, the recipe

Ingrediants
For 6 people

2 rolls of ready-made puff pastry

2 thick slices of smoked bacon
750 grams of beef
2 tablespoons of flour
half a cup of meat broth
half a cup of tomato paste
2 tablespoons of worchester sauce
2 tablespoons of aromatic herbs

1 tablespoon of mustard powder
1 egg
half onion
extra virgin olive oil to taste
Salt to taste.

Preparation

Brown the diced bacon and onion in hot oil. It takes 5 minutes and then
add the meat and cook for another 5 minutes, stirring often. Add stock, flour, tomato paste, Worcestershire, mixed herbs and mustard. Cook without a lid to allow some of the liquid to evaporate. Spread a roll of puff pastry on a baking sheet and prick it, Beat an egg in a bowl and brush it on the edges. Add the meat. Seal the pie with the second roll by pressing well on the edges. Make 1 cut in the center and brush the surface. Oven preheated to 180 °. Bake for about 40 minutes and remove from the oven when the surface is golden and crisp.

INFO
Visit London

 

 

 




I 10 parchi di divertimenti più belli del mondo

Si dice che il primo parco dei divertimenti in assoluto sia nato in Danimarca nel 1583. Tuttavia, i primi parchi come li intendiamo oggi nascono tra la fine dell’Ottocento, come il Sea Lion Park di Coney Island, a New York, del 1887. In Europa, invece, troviamo il Blackpool Preasure Beach, nel Regno Unito, inaugurato nel 1896 e ancora funzionate, oppure i Luna Park di Parigi e di Berlino, rispettivamente nati nel 1903 e nel 1904.

Il primo dei celebri parchi Disney, la Disneyland di Anaheim, alla periferia di Los Angeles, è stato invece inaugurato il 17 luglio 1955 alla presenza dello stesso Walt Disney. La cerimonia, durata 90 minuti, è stata trasmessa in diretta sulla ABC e fu seguita da 70 milioni di persone. Il co presentatore era l’attore Ronald Reagan, futuro presidente degli Stati Uniti. Da allora, in tutto il mondo sono sorti centinaia di parchi di divertimento, tra luna park, parchi acquatici, parchi tematici, parchi in miniatura, parchi virtuali. Ma quali sono, oggi, i più belli del mondo? Eccoli la TOP 10.

1.Walt Disney World Resort (Orlando, Florida – USA)

In vetta alla TOP 10 troviamo il Walt Disney World Resort di Orlando, in Florida. Inaugurato il 1°ottobre 1971, è una vera e propria città del divertimento di 110,3 kmq e comprende quattro parchi tematici e due acquatici. Con 17 milioni di visitatori all’anno, il più visitato di questi è il Magic Kindom, dove si possono incontrare i personaggi delle classiche storie della Disney passeggiando per Fantasyland o per Liberty Square. Inoltre si può assistere a meravigliosi spettacoli, tra magia e il favoloso Castello di Cenerentola.

Gli amanti della tecnologia, invece, possono perdersi all’interno della Spaceship Earth, un’enorme sfera argentata di 18 piani, attraversando i quali si ha l’impressione di intraprendere un vero e proprio viaggio nel tempo, tra lo spazio e una Terra in miniatura. La “sfera” si trova all’interno dell’EPCOT Them Park. Presso il parco acquatico di Blizzard Beach, invece, si trova uno degli scivoli più alti del mondo, ambientato in…una stazione sciistica. In tutto, nei 6 parchi, le attrazioni sono quasi 160.

INFO: www.disneyworld.eu

2.Puy du Fou (Les Espesses – Francia)

Al secondo posto della TOP 10 troviamo invece il Puy Du Fou. Inaugurato il 16 giugno 1978, si trova a Les Espesses, in Vandea, a circa un’ora di auto da Nantes. Questo parco è l’unico al mondo nel suo genere, perché, pur non essendo grandissimo, si basa sulla ricostruzione e rievocazione storica di diversi periodi della storia del mondo, messi in scena da attori professionisti. Tutto, poi, dai costumi alle ambientazioni è fedele al periodo a cui si riferisce.

La lista giornaliera degli spettacoli è lunghissima e varia e non basta un solo giorno per vederli tutti. Tra i più belli ci sono i giochi romani nell’anfiteatro, le guerre vichinghe, i Cavalieri della Tavola Rotonda, e Il segreto di Lancillotto. Il più spettacolare in assoluto, per cui è richiesto un biglietto a parte, è però La Cinescenie, uno show notturno tra i più grandi del mondo, con centinaia di figuranti, suoni, luci, musica, giochi d’acqua e fuochi d’artificio. Da non perdere, poi, una visita al villaggio medievale, e a quelli settecentesco e novecentesco.

INFO: www.puydufou.com

3. Six Flags Magic Mountain (Valencia, California – USA)

Al terzo posto si piazza invece il Six Flags Magic Mountain, un grande parco dedicato agli amanti dell’adrenalina. Si trova a Valencia, nella periferia a Nord di Los Angeles, ed è stato inaugurato il 29 maggio 1971. A differenza di altri parchi che hanno differenziato le attrazioni, il Six Flags è specializzato in…montagne russe.

Ne conta ben 20 di vario tipo, tra cui le più alte del mondo. Da non perdere il 4D Coaster X2, prodigio di tecnologia, oppure il Tastsu, le montagne russe più “intense” del mondo, oppure il Twisted Colossus con il percorso di legno. Nel parco ci sono anche un parco acquatico e uno zoo safari per chi non ama particolarmente le montagne russe…oppure per prendere fiato.

INFO: www.sixflags.com

4. Tokyo Disney Sea (Urayasu, Chiba – Giappone)

Inaugurato il 4 settembre 2001, il Tokyo Disney Sea di Urayasu, appena fuori Tokyo è l’unico parco “marino” a tema Disney e, fino al 2016, deteneva il primato di parco a tema più costoso del mondo. Per costruirlo, infatti, sono stati spesi ben 4 miliardi di dollari. Il record è stato poi battuto dallo Shanghai Disney Resort, costato più di 5 miliardi di dollari. Il parco vanta 14 milioni di visitatori all’anno ed è considerato tra i più belli del mondo per le sue architetture e scenografie.

E, a ispirarne alcune è stata proprio l’Italia. Infatti, l’Hotel MiraCosta e l’intera area del Mediterranean Harbor, con tanto di vulcano, ricorda il Golfo di Napoli. All’interno del vulcano, invece, si vivono le atmosfere del capolavoro di Verne “Viaggio al centro della Terra”. Splendida anche la Mermaid Lagoon, la “Baia delle Sirene”, mentre le atmosfere americane si respirano nelle aree del Post Discovery e dell’American Waterfront. Per sentirsi tutti Indiana Jones, invece, c’è l’area del Lost River Delta, con il misterioso tempio Maya. Spettacolare anche l’Arabian Coast, dove è stata ricostruita una città araba con tanto di suq.

INFO: www.tokyodisneyresort.jp/en

5. Europa Park (Rust – Germania)

Il Vecchio Continente torna in quinta posizione con l’Europa Park di Rust, a poca distanza da Friburgo e vicino al confine francese con l’Alsazia. Inaugurato il 12 luglio 1975 contente a Disneyland Paris il numero di visitatori, che si aggirano sui 6 milioni all’anno. Vanta 100 attrazioni, di cui 76 meccaniche e una decina di montagne russe, ed è suddiviso in 18 aree tematiche ispirate a usi e costumi dei diversi Paesi europei.

Splendide anche le attrazioni, tra cui un labirinto di scivoli giganti, un percorso nella “valle dei racconti”, un fiume in una jungla da percorrere su una zattera o l’esplorazione di un piroscafo. Originali anche gli spettacoli, tra flamenco, duelli medievali, esibizioni sul ghiaccio.

INFO: www.europapark.de/en

6. Port Aventura (Salou – Spagna)

In sesta posizione il Port Aventuta Park di Salou, a sud di Barcellona. Si tratta del primo parco tematico costruito all’interno del Port Aventura World e inaugurato il 1° maggio 1995. L’area include anche il Carribe Aquatic Park, il più imponente parco acquatico d’Europa con lo scivolo più alto del Vecchio Continente. Le sei aree tematiche consentono di fare un giro attorno al mondo. Si parte con Mediterranea, che è anche l’ingresso al parco e ha l’aspetto di un tipico villaggio di pescatori con negozi e ristoranti. Da qui ci si può spostare a piedi, in treno o in barca per raggiungere le altre aree. Tra le attrazioni, il launch coaster Furius Baco, una delle montagne russe più veloci d’Europa. Polynesia è invece ambientata nelle isole del Pacifico con una fitta vegetazione che ricorda la jungla.

China è invece ispirata alla Cina Imperiale e all’Himalaya con repliche fedeli di edifici, sculture e attrazioni, tra cui le montagne russe Dragon Khan e Shambala. Il viaggio prosegue in Mexico, che riproduce il Messico precolombiano con templi, sculture e una grande piramide azteca. Spicca l’Hurakan Condor, una torre di caduta alta 100 metri. Ultima area è Far West con un Grand Canyon e una cittadina texana. C’è poi Sesamo Aventura, un’area dedicata ai bambini con i personaggi di Sesame Street.

INFO: www.portaventuraworld.com/en

7. Universal Island of Adventure (Orlando, Florida – USA)

Settimo posto per l’Universal Island of Adventure, dedicato al cinema e alle serie TV. Inaugurato il 28 maggio 1999 è suddiviso il 6 isole tematiche, ognuna dedicata a un successo cinematografico: Marvel Super Heroes Island, Toon Lagoon, Jurassik Park, The Lost Continent e Seuss Landing.

A queste è stata aggiunta, nel 2010, un’isola dedicata al mondo di Harry Potter, che ha contribuito a fare aumentare sensibilmente il numero di visitatori. Con dovizia di particolari è stata infatti ricostruita l’intera Diagon Alley, la bottega di Olivander, il Paiolo Magico e Nocturn Alley, e poi la Banca Gringotts e il roller coaster “Harry Potter e la fuga da Gringrotts”.

Tra le altre attrazioni spiccano le indoor coaster “La vendetta della mummia”, tra adrenalina ed effetti speciali, mentre sono presenti molti simulatori 4D dedicati ai Simpson, a Fast & Furious, e a Cattivissimo Me. C’è poi la dark ride dedicata ai Transformers, l’unica al mondo che si sviluppa su due piani, tra set e schermi di proiezione al punto da avere l’impressione di essere nel film.

INFO: www.universalorlando.com

8. Ferrari World (Abu Dhabi – Emirati Arabi)

Unico nel suo genere e in puro Italian style il Ferrari World sorge sull’isola di Yas, dedicata al divertimento ed è interamente dedicato alla “rossa” di Maranello. Inaugurato il 4 novembre 2010 vanta un’enorme struttura coperta di 86 mila metri quadrati dal design futuristico ispirato al mondo del Cavallino Rampante, naturalmente di color “rosso Ferrari”.

Qui si concentra la maggior parte delle attrazioni (a causa delle alte temperature), L’attrazione più incredibile è sicuramente il Formula Rossa, le montagne russe più veloci del mondo. Possono raggiungere, infatti, i 240 km/h in 4,9 secondi su un tracciato di 2 km. Un record che rimane imbattuto da più di dieci anni. Proprio come a bordo di una vera Ferrari.

INFO: www.ferrariworldabudhabi.com

9. Gardaland (Castelnuovo del Garda, Verona – Italia)

Entra nella TOP 10 anche un parco italiano, Gardaland. Situato tra Castelnuovo del Garda e Lazise, nel veronese, è stato inaugurato il 19 luglio 1975 ed è stato il primo parco di divertimenti aperto in Italia. Ogni anno viene visitato da più di 3 milioni di spettatori e spicca per le sue aiuole fiorite e i suoi splendidi giardini.

Le attrazioni, circa 40, spaziano da quelle più classiche a quelle più tecnologiche, tra roller coaster, dark ride, l’area per bambini dedicata alla mascotte Prezzemolo. Punto di forza gli spettacoli, sempre nuovi e a tema a seconda delle stagioni, come il Gardaland Magic Winter nel periodo natalizio, o il Gardaland Magic Halloween.

INFO: www.gardaland.it

10. Shanghai Disneyland Resort (Shanghai – Cina)

Chiude la TOP 10 lo Shanghai Disneyland Resort. Inaugurato il 16 giugno 2016 è l’ultimo arrivato tra i parchi Disney e include il meglio degli altri parchi simili sparsi per il mondo. Per esempio, la Main Street è stata sostituita dagli splendidi Giardini dell’Immaginazioni.

Splendide le aree Soaring over the Horizon e I Pirati dei Caraibi, completamente diverse da qualsiasi altra versione presente negli altri parchi. Si trova solo qui la Tron Lighcycle Power Run, un moto coaster ispirato al Mondo di Tron. Unica al mondo anche l’area Tomorrowland che ha sostituito le ormai datata Space Mountain. Manca poi la celebre Frontierland lontana dalla cultura asiatica.

INFO: www.shanghaidisneyresort.com/en/

 




Per i parchi il Corriere della Sera è con noi

Di Raffaele d’Argenzio

Certo è una soddisfazione avere per compagno un quotidiano di tale importanza. Quando abbiamo visto in prima pagina il pezzo di Gian Antonio Stella, ci siamo sentiti in compagnia, sulla strada giusta. È da tanto che ci occupiamo dei Parchi, delle riserve, di quelle che io chiamo “Isole verdi in un mare grigio”. È da quelle isole che deve partire ed espandersi la rivoluzione verde, che non deve essere fatta di parole e proclami, ma da fatti.

I parchi non devono essere musei verdi

Anche il Corriere, a 30 anni dalla legge che tutelava i Parchi, dice che lo Stato deve dare più fondi ai Parchi per sostenerli nella loro battaglia quotidiana, ma io voglio aggiungere che i Parchi non devono essere MUSEI VERDI tutelati, non devono avere soltanto uno scopo conservativo, ma anche, e soprattutto, promuovere lo sviluppo per il territorio in cui sono inseriti. E invece, purtroppo, per ora ci sono soltanto pochi esempi in tal senso.

Uno scorcio del Parco Nazionale della Sila

Quando la cosa più importante è l’area pic-nic

La scintilla mi venne quando, in qualche Parco, notai che la cosa che i dirigenti raccontavano d’avere fatto era quella di avere creato un’area picnic, o di aver segnato un punto dove con il binocolo si poteva vedere un muflone, un corvo o uno stambecco.

Perché accade questo? Perché spesso i parchi sono stati invasi dai politici o meglio da galoppini dei politici, che dei parchi amano soltanto le poltrone e i proclami sul verde e il ritorno del lupo o delle quaglie.

Green manager e non poltrone per politici

Invece, ci vogliono dei green manager, seguendo l’esempio che il ministro Franceschini ha dato chiamando manager anche dall’estero per i Musei (vedi gli Uffizi, Pompei e Paestum, Brera) che sappiano dare spinta ed energia a queste isole verdi da cui salpare per obbiettivi costruttivi, che sappiano anche produrre reddito ed opportunità green di lavoro per i giovani che sentono molto il problema della sostenibilità per la salvezza del proprio territorio e del nostro pianeta.

San Martino di Castrozza, le Pale di San Martino

Green Energy

La nostra sezione WEEKEND GREEN si occupa di questo da anni e continuerà a farlo sempre più profondamente I green manager non hanno certo bisogno dei nostri consigli, ma qualche esempio vogliamo suggerirlo lo stesso.

Panorama della Val di Fundres

Lo studio per produrre energia rinnovabile, la creazione di piazzole di sosta per camperisti non inquinanti, le coltivazioni di prodotti bio, salvare la biodiversità locale, riprodurre semi di piante commestibili dai sapori perduti, coltivare piante per avere buoni frutti e non frutti belli, produrre miele sia per salvare le api sia per trarne reddito.

Val Rendena, panorama delle Dolomiti del Brenta

Realizzare strutture biosostenibili per un turismo sostenibile e responsabile. Ma soprattutto trasformare l’energia dei giovani in GREEN ENERGY, creando seminari, master, e poi cooperative e opportunità di lavoro per fargli amare il proprio territorio e non farglielo abbandonare.

Giovani escursionisti con le racchette da neve




Veneto, una regione in verde

Cime dolomitiche, colline dove nascono vini rinomati, pianure, zone umide e mare. Non manca nulla in Veneto per soddisfare gli appassionati di turismo “green”. Siamo sicuri di non sbagliare se affermiamo che il colore dominante è senza dubbio il verde. Il Veneto, infatti, è ricco di parchi e aree naturali protette, che includono 1 Parco Nazionale, 5 parchi Regionali, 6 Riserve Naturali Regionali, 14 Riserve Naturali Statali, 2 Zone Umide di interesse internazionale, 9 Foreste Demaniali, oltre a parchi e riserve di interesse locale.

Lo splendido scenario del Parco del Delta del Po

Tutti insieme fanno parte del “Sistema parchi del Veneto” e offrono infinite possibilità di esplorare e vivere il ricco patrimonio naturale, ma anche storico e architettonico, senza dimenticare i prodotti tipici.

Da Nord a Sud, una distesa “verde”

Partendo da Nord, incontriamo il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo, e il Parco Naturale delle Dolomiti Bellunesi, un ricco patrimonio di flora e fauna immerso in un habitat fatto di paesaggi contaminati e cime imponenti. Nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, invece, si possono ammirare magiche formazioni carsiche e lasciarsi affascinare dai ritrovamenti fossili.

Arrivando nella pianura trevigiana, incontriamo il territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, un’ambiente paludoso culla di numerose specie di uccelli e mammiferi. Qui si trova poi il Parco Regionale dei Colli Euganei, con le sue colline vulcaniche. Arriviamo poi in pianura, territorio del Parco Regionale del Delta del Po, tra le aree naturalistiche e storiche più belle e importanti d’Europa. Vediamone qualcuno nel dettaglio.

Il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo

Istituito nel 1990, si estende su un’area di più di 11.200 ettari che va dal nord di Cortina d’Ampezzo al confine con l’Alto Adige, nel cuore delle Dolomiti Orientali. Nel suo territorio sono incluse alcune delle cime più belle delle Dolomiti, tra cui il Monte Cristallo, le Tofane, Cima Fanes, Col Bechei e la Croda Rossa d’Ampezzo, con altezze che, in alcuni casi, superano anche i 3200 metri. Nel territorio del Parco Nazionale sono incluse anche 9 Riserve Integrali e 11 Riserve Orientate, tanto che è stato riconosciuto dalla Comunità Europea “Sito di importanza comunitaria”.

Camosci nel Parco delle Dolomiti di Ampezzo

Numerosi anche i corsi d’acqua, tra torrenti, laghetti alpini, sorgenti d’alta quota. Da non perdere le cascate formate dal Rio Fanes, vicino a Fiames, composte da tre spettacolari salti di 50 metri ciascuno. Qui, poi, vivono stambecchi, cervi, caprioli, marmotte e aquile. Il parco è attraversato da numerosi percorsi per il trekking, otto vie ferrate e sei sentieri attrezzati. E, per le soste, ci sono anche 11 rifugi alpini.

INFO: www.dolomitiparco.com

Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

Istituito nel 1993, il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi include la parte più meridionale delle Dolomiti, riconosciute dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 2009. Il territorio comprende 15 comuni, tra cui Belluno, ed è quasi ricoperto interamente da boschi e da paesaggi di rara bellezza, tra cui pascoli, malghe e specchi d’acqua, noti come cadini.  Qui hanno la loro dimora camosci, caprioli, marmotte, ermellini, ma anche orsi e linci. Tra le specie arboree, spicca invece il raro pino nero, mentre la campanula morettiana è diventata il simbolo del parco.

Fioritura di crocus nel Parco delle Dolomiti Bellunesi

Tra le montagne, spiccano invece il Monte Serva, che domina la città di Belluno, e le Vette Feltrine. Il cuore più selvaggio del parco è rappresentato invece dai Monti del Sole. Qui si trovano le cascate della Soffia e i meravigliosi Cadini del Brenton. Nel territorio nel parco si trovano poi i laghi artificiali del Mis e de La Stua, in Val Canzoi. Tra le eccellenze storiche da non perdere, invece, c’è il Complesso della Certosa di Vedana, nei pressi del lago omonimo, che ospita ancora oggi una piccola comunità di monache. Splendide anche le Miniere di Valle Imperina, testimonianza del passato minerario di questa zona del Veneto.

La Certosa di Vedana

INFO: www.dolomitipark.it

 Il Parco Naturale Regionale della Lessinia

Il parco è stato istituito nel 1990 e comprende l’Altopiano dei Monti Lessini, incluso nelle province di Verona e Vicenza. Il suo territorio è ricco di testimoniante geologiche e paleontologiche, tra cui gli spettacolari fenomeni carsici, e meravigliosi monumenti naturali, tra cui il Ponte di Veja, il Covolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi. Nella Pesciara di Bolca, invece, si può andare alla scoperta di fossili risalenti a più di 50 milioni di anni fa.

La pittoresca Valle delle Sfingi

Tra le eccellenze naturalistiche troviamo invece, la Foresta dei Folignani, la Foresta di Giazza, la Foresta della Valdadige e le meravigliose Cascate di Molina. Sono numerosi i sentieri, da percorrere a piedi, in bici o a cavallo, per immergersi nella natura e, magari, imbattersi in qualche “abitante del luogo”, tra scoiattoli, lepri, faine, civette, marmotte e cervi. Tra le specie arboree, invece, abbondano qui faggi, abeti, querce, carpini e castagni, che in autunno colorano i boschi come la tavolozza di un pittore.

Le cascate di Molina

INFO: www.lessinia.verona.it

Il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile

Il parco, istituito nel 1991, include il territorio percorso dal fiume Sile, che si snoda per 95 km ed è tra i più lunghi fiumi di risorgiva d’Europa. Fin dai tempi più antichi, il fiume ha regalato un terreno fertile, favorendo gli insediamenti umani fin dal Paleolitico e costituendo, nei secoli, anche un’importante via fluviale per i commerci.

Il colore dominante nel territorio è il verde. Tra le eccellenze, c’è l’Area delle Torbiere, dove dimorano antiche foreste, boschi di pianura e cresce spontanea una vasta quantità di orchidee. Il percorso del fiume arriva fino alle mura della città di Treviso, dove, lungo le sue sponde, dà vita a un ambiente naturale dove crescono platani, sambuchi, robinie e bagolari. Tra le specie animali endemiche troviamo invece il falco pescatore, la poiana, il picchio, il ramarro, la rana di Lataste e la lucertola vivipara.

INFO: www.parcosile.it

Il Parco Regionale dei Colli Euganei

Il parco è stato istituito nel 1989 e comprende il territorio della pianura veneta, alle porte della città di Padova. Il suo variegato paesaggio è il frutto di violente eruzioni vulcaniche sottomarine, in tempi antichissimi, quando tutta la zona era ricoperta dalle acque del mare. Ai rigogliosi boschi di querce e castagni si alternano vigneti, uliveti e campi coltivati, dove nascono eccellenze come i Vini DOC dei Colli Euganei, l’Olio Extravergine DOP, ma anche il miele, le mandorle, le more e i lamponi.

Le particolari condizioni climatiche, poi, hanno fatto sì che qui si creasse un habitat ideale sia per le specie montane che per quelle mediterranee. Abbondano infatti le orchidee, e qui si può trovare l’unico esemplare in Italia di Ruta Patavina. Esplorare il territorio del parco, poi, vuol dire ammirare anche ville antiche, giardini storici, fortificazioni medievali e pievi che hanno ispirato poeti da Petrarca a Foscolo, da Shelley e Byron.

INFO: www.parcocollieuganei.com

Il Parco Naturale Regionale del Delta del Po

Il Veneto divide con l’Emilia Romagna il territorio del Parco Naturale Regionale del Delta del Po, istituito nel 1997. La parte veneta si estende per 12 mila ettari. Il Delta del Po è considerata la più vasta zona umida d’Italia e una delle più grandi d’Europa. Qui presente e passato si mescolano nei tramonti mozzafiato, tra i folti canneti, dune fossili, argini, golene, scanni e lagune, intervallati da ponti di barche, antiche postazioni di pescatori. Un territorio da vivere attraverso un turismo lento, a piedi, in bicicletta o in barca, fino ad arrivare a godersi lo spettacolo della foce del Grande Fiume.

Lo splendido paesaggio del Parco del Delta del Po

Nella zona del Delta vivono più di 350 specie di uccelli, tra migratori e stanziali, senza contare le numerose specie di pesci, rettili e anfibi. Boschi, pinete, canneti disegnano invece un paesaggio unico nel suo genere, per esplorare il quale vengono organizzati itinerari ed escursioni guidate.

INFO: www.parcodeltapo.org

La Foresta Demaniale Regionale del Cansiglio

Quest’area di 7000 ettari era l’antica foresta di caccia dei Dogi della Repubblica di Venezia. Ora, invece, è una delle risorse ambientali più importanti di tutto il Veneto. Si estende tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone in un territorio che spazia tra il 1000 metri dell’Altopiano del Cansiglio ai 2250 del Monte Cavallo.

Gli splendidi colori della Foresta del Cansiglio

Il territorio è un grande polmone naturale composto di abeti bianchi e rossi e faggi, tutelati da uno speciale ordinamento che ne limita il taglio per i rifornimenti di legname.  Tra la fauna del territorio troviamo cervi e galli cedroni. Salendo sul Monte Cavallo, poi, nelle giornate limpide si può scorgere la laguna di Venezia.

INFO: www.cansiglio.it




Nei parchi italiani non solo vacanze “verdi”, ma anche lavoro per i giovani ed energia

I parchi italiani, con il loro patrimonio verde, ci regalano vacanze nella natura, lontano dal Covid, ma costituiscono anche una fonte di reddito per i giovani e fonte di energia rinnovabile. Per molti aspetti, tuttavia, sono un tesoro ancora nascosto. Sono tante, infatti, le potenzialità delle aree verdi del nostro Paese ancora da sviluppare, con ricadute positive sull’economia, sullo sviluppo e sulla produzione di energia “verde”.

Turisti tra i boschi

Se, infatti, finora si è guardato soprattutto al turismo, con oltre 155 milioni di persone che hanno visitato ogni anno le aree protette italiane, pari a un 14% del totale di tutte le presenze turistiche, con un conseguente valore economico, ci sono ancora diversi aspetti da potenziare. Vediamo quali.

I parchi italiani, un patrimonio “verde”

Partiamo dai dati. Negli ultimi quindici anni, l’Italia è il paese europeo che ha costituito più parchi e riserve naturali. Circa l’11% del territorio italiano, infatti, costituisce area protetta e vanta 23 parchi nazionali, 134 Parchi regionali, 147 riserve naturali, 365 riserve regionali, 171 aree protette regionali, 2 parchi sommersi e un Santuario dei cetacei.

Cartello informatico nel Parco dei Monti Sibillini

Nel 2,5% della superficie dei nostri mari, sono state istituite 24 Aree marine protette. Un ulteriore 10% del territorio, esterno alle aree naturali protette, è tutelato dalla presenza di Siti di interesse comunitario (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps) istituiti ai sensi delle direttive comunitarie Uccelli e Habitat.

Cervi nel Parco della Sila

I numeri si fanno interessanti quando guardiamo a quante persone lavorano all’interno dei parchi e grazie a essi. Sono più di 12mila gli addetti impegnati nei servizi e nelle attività relative all’educazione ambientale, alla divulgazione, alla didattica e alla ricerca scientifica. I circa 2000 Centri Visita, poi, sono affidati a circa 500 cooperative e imprese, che curano anche le strutture culturali e naturalistiche.

Prodotti tipici dei parchi

A questo si aggiunge che un terzo dei comuni italiani si trova all’interno del territorio di un parco o di un’area protetta e questa percentuale sale a 2/3 per quanto riguarda i cosiddetti “piccoli comuni”, cioè con meno di 5000 abitanti. Questo significa che i margini di sviluppo sono molto ampi per quanto riguarda le comunità locali, che possono fare rete ed essere coinvolte nelle attività del parco, ma anche incentivate, anche attraverso fondi per lo sviluppo, ad aprire attività legate, per esempio, all’agricoltura e ai prodotti biologici o alla produzione di energia pulita.

Il “buon esempio” di Pantelleria

Un esempio di “best practice” è quello che ha coinvolto l’isola di Pantelleria, che nello scorso mese di dicembre ha ospitato il Pantelleria Youth Forum . Il Politecnico di Torino ha infatti scelto la bella isola siciliana per la sua attività sperimentale del campo delle energie rinnovabili, in particolare dell’energia derivata dalle onde del mare.

Terrazze di vite ad alberello a Pantelleria

Il gruppo di ricerca Morenergy Lab, dopo la sperimentazione “in vasca”, si è trovata a dover scegliere una località dove poter procedere con l’installazione della tecnologia in mare. La scelta è caduta su Pantelleria, grazie all’elevata disponibilità di energia derivante dal moto ondoso, con una media annuale di 7kW/m di fronte d’onda. Questa scelta ha portato, nel tempo allo sviluppo di esperienze sinergiche e produttive, che ha hanno coinvolto la comunità locale, a partire dalle scuole e dai più giovani.

Laboratorio didattico ambientale a Pantelleria

In particolare, è stato sviluppato un laboratorio di innovazione ed educazione digitale per gli alunni delle scuole primarie e secondarie, un progetto di attività strategiche nel campo delle bioplastiche e della tutela e conservazione della biodiversità.

Ma c’è ancora molto da fare: il rapporto SVIMEZ

La SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) ha stilato un rapporto che ha analizzato le caratteristiche dei parchi italiani con l’obiettivo di potenziare il contributo delle aree naturalistiche a livello nazionale nel contenimento delle emissioni che rappresentano un danno per il clima, ma anche per favorire in queste aree investimenti orientato al contrasto dei cambiamenti climatici, all’efficienza energetica, all’economia circolare, alla protezione della biodiversità e alla coesione territoriale, supportando la cittadinanza in attività e investimenti.

Pale eoliche in Abruzzo

In particolare, i parchi sono stati classificati in cinque gruppi, in base alle caratteristiche prevalenti dei Comuni del territorio, mettendo in evidenza le potenziali azioni di sviluppo. Nel primo gruppo, sono stati inclusi i parchi con un buon grado di sviluppo e orientamento turistico. Ne fanno parte i parchi di Abruzzo – Lazio – Molise, Gran Paradiso e Stelvio.

Il Parco Nazionale dello Stelvio

Nel secondo i parchi “con potenzialità di sviluppo inespresso”, cioè i parchi: Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, Arcipelago Toscano, Aspromonte, Dolomiti bellunesi, Majella, Monti Sibillini, Val Grande.

Il lago di Fiastra nel Parco dei Monti Sibillini

Nel terzo i parchi “con forti criticità occupazionali e alto spopolamento”. In questa categoria rientra il solo Parco del Pollino.

La splendida natura del Parco del Pollino

Nel quarto gruppo le aree “con basso sviluppo, buona vivibilità e potenziale turistico non utilizzato”. Sono stati inclusi in questa sezione i parchi: Alta Murgia, Asinara, Cilento – Vallo di Diano – Alburni, Circeo, Gargano, Pantelleria, Sila e Vesuvio.

Fioriture nel Parco nazionale del Vesuvio

Infine, sono stati inseriti nel quinto gruppo i parchi “con sviluppo a bassa intensità occupazionale e debole capacità ricettiva (con prevalenza di seconde case”, i parchi: Appennino tosco-emiliano, Arcipelago della Maddalena, Cinque Terre, Foreste Casentinesi e Gran Sasso.

Le isole del Parco dell’Arcipelago della Maddalena

Il prossimo passo sarà quello di creare e trovare forme di sostegno alle nuove imprese e a quelle già esistenti che decidono di avviare un programma di attività economiche imprenditoriali o di investimenti finalizzate alla crescita individuale e collettiva.  I parchi italiani, insomma, hanno ancora molto da dare e da scoprire.




Parchi, nel cuore verde dell’Italia batte il new deal

di Vittorina Fellin

I parchi italiani sono un enorme tesoro verde, non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia produttiva e il turismo. Per questo si sta pensando, a livello europeo, a un New Deal, anzi a un Green Deal, per il sostegno e la valorizzazione di questo grande patrimonio verde. La rivoluzione sostenibile dell’Italia è in fase di partenza e, prima di poter comprendere quali effetti possa produrre su economia e mondo del lavoro, ci si chiede da dove iniziare concretamente il processo di rinnovamento.

Ursula von der Leyen, l’autorevole Presidente della Commissione europea, consapevole dell’ambizioso mutamento richiesto ai singoli Stati, ha usato parole rassicuranti per presentare il progetto: “Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia per la crescita”. Il tema è complesso ed è ormai chiaro a tutti che deve essere affrontato con una visione strategica capace di abbracciare il destino della montagna, della pianura e delle zone costiere, trovando un equilibrio tra salvaguardia del territorio e necessario sviluppo economico a fini produttivi agricoli e artigianali e nello stesso tempo turistici.

E se il Green new deal del governo italiano punta su “la protezione dell’ambiente, il ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto dei cambiamenti climatici”, non può che partire dai parchi il nuovo percorso verde.

Da sempre queste istituzioni territoriali hanno nella loro missione questi compiti, e possono dare il loro lungo ed esperto contributo all’auspicata transizione ecologica e ad indirizzare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare.

I parchi sono motori di sviluppo sostenibile

Le aree protette italiane coprono oltre il 10% del territorio nazionale e al loro interno operano decine di migliaia d’imprese. Per dare un ordine di grandezza, nei soli parchi nazionali (che coprono meno del 50% della superficie totale delle aree protette) erano presenti, nel 2015, ben 67.563 imprese, oltre il 90% delle quali direttamente od indirettamente legate alle presenze turistiche, che negli ultimi anni hanno superato i 30 milioni di presenze, secondo Unioncamere.

Parco dell’Adamello Brenta, veduta del Monte Peller

Alle attività economiche si aggiunge il capitale umano: guide ufficiali – sono oltre 800 le guide ufficiali nei parchi nazionali – operatori, istruttori, accompagnatori che lavorano in tutte le tipologie di aree protette.  Lasciando da parte i dati ed entrando nel concreto, pensiamo al prezioso contributo offerto al territorio dalle cooperative, molte sociali, che operano nel recupero di antiche strade o borghi storici, ripristinando una socialità di comunità e un’identità che altrimenti andrebbe perduta.

Sentiero nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, in Liguria

Spesso queste aziende sono baluardi di tradizioni, gusti, saperi e di un’imprenditoria giovanile e femminile che altrimenti stenterebbe a decollare in zone isolate. Come le cooperative agricole di montagna, o quelle che promuovono il lavoro di soggetti in condizioni di disabilità o in stato di bisogno, ai servizi legati alla sostenibilità ambientale offerti da imprese “verdi”. E i risultati si leggono nel PIL e nella conservazione del territorio e della biodiversità.

Una spiaggia dell’Isola d’Elba, cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

Il “verde” fa guadagnare

Gli analisti parlano di “effetto parco” per indicare come le imprese localizzate in aree soggette a tutela ambientale siano predisposte a una maggior capacità di creazione di ricchezza e benessere. Secondo una ricerca del 2012 condotta sui visitatori dei tre parchi naturali del Trentino (Adamello Brenta, Paneveggio – Pale di San Martino e Parco Nazionale dello Stelvio, parte trentina), le ricadute indirette riconducibili in tutto o in parte all’esistenza dei tre parchi in estate si attestano sui 300 milioni di euro. Se questo vale per una regione di piccole dimensioni come il Trentino, si consideri l’effetto moltiplicativo sull’economia italiana che possono avere tutte le aree protette del Paese.

Parco di Paneveggio

Negli Stati Uniti, che possiedono una rete di Parchi nazionali composta da 401 riserve e 49 aree “d’interesse nazionale”, si stanziano ogni anno poco più di 3 miliardi di dollari. Ma per ogni dollaro investito, il sistema Parchi Usa ne produce 12, contribuendo così all’economia nazionale con ben 40 miliardi. E questo considerando solo le ricadute dirette.

I parchi, luoghi ideali per fare impresa

Secondo un rapporto diffuso dal Ministero dell’Ambiente nel 2014, fare impresa all’interno delle aree naturali protette conviene, almeno per quanto riguarda il Nord e il Centro. Il valore aggiunto pro capite prodotto nei Parchi nazionali, ovvero in aree definite come natural capital based, mostra un differenziale positivo di 6 mila euro nel caso del Nord-Ovest e di 1.800 euro nel caso del Centro rispetto a quelli di modesta valenza naturalistica.

Cervi nel Parco della Sila (Calabria)

L’unico dato negativo si registra nel Mezzogiorno: 8mila euro contro quasi 10.500. Nelle aree naturali del Sud il valore aggiunto pro-capite risulta inferiore a quelli del Nord e del Centro Italia. A conferma di questi dati ci sono i numeri, elevati, dei parchi nazionali che si posizionano nei primi posti della classifica: lo Stelvio che registra un valore aggiunto di 22.491 euro, l’Arcipelago Toscano con 20.991 euro e le Cinque Terre, con 20.918 euro. In fondo alla classifica troviamo la Sila, con 5.586 euro e l’Aspromonte con 5.212 euro.

Tramonto nel Parco del Pollino

Un’economia di nuova ispirazione

Sempre più spesso un’area protetta diventa una sorta di marchio di qualità territoriale con forte potere attrattivo e con ricadute positive per l’immagine dell’intero sistema economico e produttivo locale.

Parco Nazionale dello Stelvio (Trentino)

Se al valore intangibile si aggiunge, poi, un valore certificato il vantaggio è concreto. Come il progetto ”QualitàParco” del Parco Naturale Adamello Brenta che premia le aziende ricettivo-turistiche e agro-alimentari che dimostrino di rispondere a criteri specifici di tutela ambientale e legame con il territorio e, di conseguenza, di aderire alla cultura del Parco.

La natura del Parco dell’Adamello Brenta

La forza attrattiva del Trentino, legata ai valori della sostenibilità ambientale, ha fatto si che si insediassero delle start up di giovani provenienti da altri paesi europei.  La vitalità e la fantasia dei parchi italiani hanno prodotto risultati difficili da smentire. Qualche anno fa Federparchi ha realizzato un primo repertorio nazionale che, senza voler essere un censimento completo, puntava a mettere in luce alcune delle esperienze più significative emerse in campi quali l’agricoltura e l’allevamento, l’ingegneria naturalistica, la conservazione e gestione faunistica, la comunicazione, la cooperazione internazionale.

…continua nella 2° pagina con il “Manifesto per il futuro” dei parchi…

Il coraggio deve partire dalle istituzioni

 Per innovare, comunicare, sperimentare, ci vuole però uno sforzo congiunto, che coinvolga le istituzioni e la politica senza lasciare indietro nessuno. L’istituzione di strumenti “straordinari” come le cosiddette “zone economiche ambientali“- agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni ricadenti nelle aree del parco e per chi volesse aprire al loro interno attività imprenditoriali – possono aiutare quella transizione verso la nuova economia circolare.

Arco di roccia nel Parco dell’Isola di Pantelleria

A fine 2019 sono nate le ZEA nei parchi nazionali del Cilento e Vallo di Diano e Alburni, della Sila e, agli inizi del 2020, quello di Pantelleria. Con le ZEA, finanziate con 20 milioni di euro nella legge di stabilità, i parchi hanno la possibilità di produrre sviluppo. Alle risorse già stanziate si sono aggiunti altri 120 milioni di euro per il 2020, in modo da realizzare su questi territori progetti green, implementando l’imprenditoria e combattendo il fenomeno dello spopolamento e della fuga del capitale umano.  Le agevolazioni per le ZEA sono state ribadite anche nel Decreto Rilancio per far fronte ai danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza Covid-19 alle imprese che vi operano.

Riflessi nel Parco Nazionale del Cilento

Parchi, il manifesto per il futuro

  1. Non si può più ritenere i parchi e le aree protette come una serie di nicchie slegate dal resto del contesto. I parchi non sono un sistema chiuso, ma vanno considerati all’interno di un “sistema territorio” più esteso.
  2. Una gestione attenta e precisa dell’ambiente e quindi dei parchi, abbinata all’attività di tutela, non può essere disgiunta da una gestione anche economica delle risorse presenti.
  3. Parchi ed aree protette devono suggerire nuove modalità produttive, nuove alleanze con settori economici diversi, soluzioni con il “bollino verde”.
  4. Questi luoghi “speciali” devono diventare esempi di gestione attiva, possibilmente innovativi e comunque riproducibili in altri contesti, che esulano dai compiti più strettamente istituzionali degli enti gestori.

Uno stambecco nel Parco Nazionale del Gran Paradiso




I parchi, il futuro verde dell’Italia

Quello che sembrava solo un dovere verso la natura per proteggerla e conservarla oggi si trasforma in un potenziale imprenditoriale per le generazioni future. Questa ricerca dimostra con i numeri che l’ecoturismo e le produzioni dei parchi sono un’attrattiva importante per i nostri weekend e per il nostro futuro

di Vittorina Fellin

Questo periodo di forzata reclusione ci ha fatto riscoprire quello che in parte avevamo scordato. La natura, il rapporto che intimamente ci lega a essa, la frizzante gioia degli spazi aperti, quella sensazione di profonda riconciliazione del qui e ora. Oggi finalmente possiamo riprenderci quei momenti e portarli di nuovo nelle nostre vite.

Cascata nel Parco Naturale di Paneveggio e Pale di San Martino

E allora perché non cominciare dai parchi, dalle oasi naturaliste approfondendone la conoscenza. Non tutti sanno per esempio che l’Italia è il Paese in Europa che, colmando un divario storico durato a lungo, negli ultimi 15 anni ha istituito più parchi e riserve naturali. Un ritardo che non ne sminuisce il primato.

Il Monte Peller, nel Parco dell’Adamello Brenta

Circa l’11% del territorio italiano è tutelato attraverso 23 Parchi nazionali, 134 Parchi regionali, 147 riserve naturali, 365 riserve regionali, 171 aree protette regionali, 2 parchi sommersi e un Santuario dei cetacei. Nel 2,5% della superficie dei nostri mari, sono state istituite 24 Aree marine protette. Un ulteriore 10% del territorio, esterno alle aree naturali protette, è tutelato dalla presenza di Siti di interesse comunitario (Sic) e Zone di protezione speciale (Zps) istituiti ai sensi delle direttive comunitarie Uccelli e Habitat.

Panorama dell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo

Circa un terzo dei comuni italiani sono territorialmente interessati dalla presenza di un’area protetta. Questa percentuale sale a due terzi per quanto riguarda i piccoli comuni, quelli cioè al di sotto dei 5.000 abitanti. Le aree protette occupano direttamente circa 4.000 lavoratori, oltre a 12.000 addetti impegnati nei servizi e nelle attività relative alla divulgazione e all’educazione ambientale, alla ricerca scientifica e soprattutto alla gestione, affidata a circa 500 cooperative e imprese, degli oltre 2.000 centri visita e più in generale delle strutture culturali e naturalistiche presenti nei parchi terrestri e marini.

Il “Bosco dei Violini” in Val di Fiemme

I parchi, un’attrattiva per i turisti ecofriendly, un potenziale che va comunicato

Circa 155 milioni di persone visitano ogni anno le aree protette italiane che registrano il 14% del totale delle presenze turistiche italiane. Quindi i parchi rappresentano una delle mete turistiche più richieste all’interno di un segmento, quello dell’ecoturismo, che registra una media mondiale di crescita maggiore di circa il 4,6% rispetto agli altri turismi.

I numerosi turisti eco-friendly che ogni anno frequentano i parchi e i territori vicini costituiscono un valore economico, come confermano diversi rapporti sull’attrattività e la qualità della vita di queste zone. Ma questo valore per non rimanere solo un potenziale va rafforzato passo dopo passo, dalle comunità, dalle istituzioni, dai privati che dovrebbero investire in risorse e comunicazione.

Parchi e aree protette, luogo di incontro tra green economy e green society

I parchi naturali e le aree protette italiane hanno seguito, nel corso degli ultimi decenni, un percorso evolutivo che ne ha trasformato in profondità natura, missione e funzioni.  Fino agli anni Settanta, i parchi naturali hanno avuto come obiettivo la conservazione della biodiversità e dell’ambiente naturale. A questo è seguita una fase “protezionistica”, fondata su divieti e vincoli giuridici, diretti a valorizzare e salvaguardare le aree naturali nel loro complesso.

Oggi, superate queste funzioni, queste aree devono costruire il proprio futuro per vincere le sfide che si prospettano. Il numero di esperienze improntate alla cultura dell’ambientalismo che crea sviluppo, costituiscono ormai un cospicuo repertorio di buone pratiche a cui ispirarsi.

Alpeggi nel Parco dell’Adamello Brenta

Le comunità territoriali si devono “riappropriare” dei parchi, adattandone in parte le finalità alle proprie esigenze di sviluppo, in particolare nel settore turistico e della filiera agro-alimentare. Nei territori adiacenti o interni ad un parco le imprese dovrebbero convertire le proprie produzioni all’agricoltura bio, ai prodotti per lo “slow food”, partecipare alle manifestazioni d’eccellenza, costruire esperienze di turismo ecosostenibile.

Cavalli al pascolo nel Parco del Matese

Buona parte dei parchi e delle aree protette, attraverso iniziative imprenditoriali, dovrebbero centrare un obiettivo importante: ridare identità a territori marginali e diventare un volano economico e occupazionale per l’economia locale. Un patrimonio di bellezza che funge anche da attrattiva turistica in ogni stagione.

Il fossile del dinosauro Ciro ritrovato nel Parco Regionale del Matese

Come il Parco Regionale del Matese, in Campania, dove nel 1981 è stato ritrovato Ciro, il fossile di dinosauro meglio conservato mai rinvenuto in Italia, o il Parco Regionale Roccamonfina – Foce Garigliano, in provincia di Caserta, un territorio il cui domina il vulcano spento di Roccamonfina alle cui falde sgorga l’acqua Ferrarelle.

 

 

LLa Masseria delle Sorgenti nell’Oasi Ferrarelle

…scopri gli altri progetti di valorizzazione dei parchi nella 2° pagina…

 Natura, cibo e biodiversità: i valori sono serviti nel piatto

I parchi e le aree protette sono mete turistiche sempre più richieste, anche per il valore dei prodotti che si producono attraverso un’agricoltura di qualità.  Nei parchi nazionali si trovano 150 prodotti a denominazione (Dop, Igp, Doc e Docg), 180 prodotti agroalimentari censiti da Slow Food, 263 prodotti tradizionali.

Produzione di Bitto in Valtellina

In molte aree protette, soprattutto quelle di montagna, la difesa e la valorizzazione delle produzioni agricole più tipiche e tradizionali passa attraverso la tutela della biodiversità, del paesaggio, dei sapori antichi, delle identità territoriali più autentiche. In questi territori si trovano così aziende a dimensione familiare che portano avanti con impegno attività tradizionali come l’allevamento di razze autoctone, le produzioni lattiero-casearie di eccellenza, la lavorazione dei salumi, la produzione di birre artigianali, la coltivazione di cereali antichi che altrimenti andrebbero persi.

Salame di Suino Nero dei Nebrodi

Veri e propri laboratori di tipicità come gli allevamenti di Razza Rendena nel Parco Adamello Brenta in Trentino o di suini neri nel Parco dei Nebrodi in Sicilia, la coltivazione di erbe e piante officinali (tra cui la stella alpina) nel Parco Nazionale dello Stelvio, la produzione di insaccati e salumi biologici nel Parco Nazionale della Sila in Calabria.

Bovini di razza Rendena nel Parco Adamello Brenta

L’esperienza della cooperativa Atlantide nella Riserva della Salina di Cervia

Un esempio di quelli che non si dimenticano ci arriva da Cervia, dove una cooperativa fonda le proprie radici nell’esperienza del turismo ecosostenibile grazie alla riserva naturale. Un contributo importante per l’ambiente e per il lavoro svolto da molti giovani che qui hanno trovato la loro casa.

Dal 1979 la Salina di Cervia è divenuta Riserva Naturale dello Stato di popolamento animale. Abitata da specie rare come i fenicotteri, i cavalieri d’Italia, le avocette, la riserva è un punto di riferimento per i visitatori sensibili agli aspetti ambientali.  All’interno del Centro Visite è possibile approfondire le tematiche storiche, naturalistiche ed economiche legate alla produzione del sale, di cui Cervia era luogo di grande importanza.

Poco lontano si può fare una visita alla Casa delle Farfalle (www.atlantide.net), dove tra le diverse attività si può visitare una serra di oltre 500 mq, dove ammirare centinaia di farfalle dai colori spettacolari provenienti da ogni parte del mondo.

Il tutto è gestito dalla cooperativa Atlantide, nata da un gruppo di giovani professionisti che nel 1990 hanno pensato bene di occuparsi di educazione, in particolare nelle scuole, ambiente, turismo legato alle tematiche ecosostenibili. Un’attività che si richiamava ad esperienze appena nate in Italia in quel momento e che oggi costituiscono un trend di sviluppo di molti sistemi economici. Una visita da segnarsi in agenda al più presto e un’esperienza da replicare in molti territori!INFO

I Parchi di Atlantide – Centro visite Salina di Cervia

Via Bova, 61, 48015 Cervia (RA)

www.atlantide.net

www.amaparco.it




UNESCO con Gusto. In Val Camonica la natura è un libro di pietra. E si gustano i casoncelli

Un patrimonio italiano che è anche Patrimonio dell’Umanità, è quello custodito in Val Camonica, tra le province di Brescia e Bergamo, in Lombardia. Qui si trovano più di 140 mila petroglifi, tra simboli e figure scalfite su 2500 rocce, che coprono un periodo di circa 8000 anni di storia. I temi sono legati alla caccia, alla guerra, all’agricoltura, alla navigazione, ma anche al simbolismo e alla magia. Insomma, un enorme “libro di pietra” che vanta il primato di essere stato il primo sito italiano iscritto della lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, nel 1979, con questa motivazione.

 “La Valle Camonica, con le sue migliaia di incisioni rupestri, restituisce all’Europa 10.000 anni di storia. E quale storia! Un meraviglioso racconto a fumetti, impresso sulla roccia dai diretti protagonisti (…).  Le incisioni rupestri della Valle Camonica costituiscono una straordinaria documentazione figurata sui costumi e sulle ideologie preistoriche. L’interpretazione, la classificazione tipologica e gli studi cronologici su questi petroglifi hanno apportato un contributo considerevole nei settori della preistoria, della sociologia e della etnologia”.

Non solo. Quella della Val Camonica è annoverata tra le più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo, senza considerare poi che il sito, che si estende su un’area di 70 km, non è stato ancora completamente esplorato e potrebbe svelare ancora tanti tesori nascosti.

Val Camonica, una lunga storia in otto parchi

Si deve al geografo bresciano Walther Laeng la scoperta, nel 1909, nelle prime due incisioni rupestri su altrettanti sassi di Pian del Greppe, nei pressi di Cemmo (Capo di Ponte). In seguito, negli anni, ne emersero ben 2500, per lo più concentrate tra le cime della Concarena e il Pizzo Badile Camuno. Per tutelare le incisioni e per renderle fruibile ai visitatori, sono stati creati nell’area otto parchi archeologici, che hanno riaperto al pubblico lo scorso 2 giugno. Ecco quali sono.

Nel Parco del Lago Moro Luine e Monticolo, che si estende nel territorio di Darfo Boario Terme e Angolo Terme si possono ammirare le più antiche incisioni della valle risalenti al Mesolitico (VIII – VI millennio a C) e riferibili al popolo dei Camuni, da cui la valle prende il nome. Dopo un periodo di abbandono da parte dell’uomo, la zona è stata di nuovo ripopolata tra le fine del Neolitico e nelle Età del Bronzo e del Ferro. Qui si trovano circa 100 petroglifi.

A Ossimo (BS) si trova invece il Parco Archeologico di Asinino – Anvòia, che si estende sull’altopiano di Ossimo – Borno. Qui sono presenti diverse aree di culto risalenti all’Età del Rame (III millennio a.C) e si possono ammirare suggestivi santuari megalitici composti di massi e steli allineate.

L’area archeologica più grande della Valcamonica è invece la Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, che si estende per circa 300 ettari e include più di 400 incisioni rupestri, situate in un contesto montano di rara bellezza.

A Sellero (BS) si trova invece il Parco Archeologico Minerario, che include quattro diversi siti di iscrizioni rupestri e l’area mineraria di Carona. Le rocce qui sono caratterizzate da una particolare durezza e striature metalliche, con presenza di quarzo, quindi particolarmente difficili da incidere. I petroglifi presenti risalgono al Neolitico (IV – III millennio a.C) e all’Età del Ferro (I millennio a.C).

A Sonico (BS) si trova poi il Parco Pluritematico del “Coren delle Fate”, includo nel Parco dell’Adamello. Qui si concentrano le cosiddette “incisioni geometriche”, tra cerchi, linee e piccole incisioni circolari, dette “coppelle”, che creano composizioni artistiche unite a colte da linee e canalette.

I “parchi” di Capo di Ponte (BS)

Spostandosi a Capo di Ponte, troviamo invece il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, il primo a essere istituito, nel 1955. Le rocce incise, circa 104, si possono ammirare grazie a cinque percorsi di visita di circa 3 km complessivi, che si snodano in uno splendido ambiente boschivo. I percorsi sono corredati da pannelli didattici. I petroglifi vanno dal Neolitico (V-VI millennio a.C) all’Età del Ferro (I millennio a.C).

Nel territorio di Capo di Ponte si trova anche il Parco Archelogico Nazionale dei Massi di Cemmo, dove si può ammirare un vero e proprio santuario sorto attorno a due massi precipitati all’inizio dell’Olocene. Il santuario risale all’Età del Rame e conta diverse incisioni rupestri e un’area antistante circoscritta da solchi e altre stele. Lo spazio sacro è stato ulteriormente arricchito durante l’Età del Bronzo con un muro largo 2,5 metri alla base, poi ristrutturato durante l’Età del Ferro. Le funzioni del santuario terminarono durante l’Età Romana e le stele furono abbattute e gettate in grandi fosse con l’avvento del Cristianesimo.

Nel Parco Archeologico di Seradina – Bedolina, istituto nel 2005, invece, cinque percorsi di visita consentono di ammirare le incisioni che raffigurano i guerrieri e i cacciatori, diverse scene di agricoltura e aratura e rare iscrizioni in Etrusco settentrionale.

A Capo di Ponte si trova poi il Museo Nazionale della Preistoria della Val Camonica (www.mupre.capodiponte.beniculturali.it), ospitato nello splendido contesto di Villa Agostani, nel centro storico. Il percorso di visita si articola su due piani, attraverso reperti archeologici, tra cui menir, stele, massi, ma anche oggetti di uso quotidiano, corredi funerari, iscrizioni in diversi alfabeti successivi, dal camuno all’etrusco, è possibile avere un quadro completo della storia della Val Camonica.

Nei parchi della Val Camonica con le guide

Tutti i parchi archeologici si sono attrezzati per garantire ai visitatori la completa sicurezza in tema di norme sanitarie per la prevenzione del Covid-19.  Si può anche usufruire delle visite guidate proposte dalla Federazione delle Guide Turistiche della Val Camonica, che accompagneranno i visitatori alla scoperta dei principali siti e punti di interessi di Bienno, Breno, Borno, Ponte di Legno, Capo di Ponte, Lovere e Pisogne tra monumenti, arte, storia, tradizione e archeologia.

In programma nel mese di giugno: sabato 20, Ponte di Legno, domenica 21, Borno, sabato 27, Capo di Ponte e Parco di Naquane, domenica 28, Pisogne. Le visite cominciano alle ore 14 e terminano intorno alle 16. La partecipazione è gratuita per i ragazzi e i bambini sotto i 12 anni. Le iscrizioni si accettano fino alle ore 12 del giorno precedente e la conferma dipende dal numero minimo di partecipanti. Le visite avverranno con un numero massimo di 10 persone, la mascherina è obbligatoria per tutti, è richiesto il rispetto del distanziamento di almeno un metro e ricorso frequente all’igiene delle mani.

Info:  guideturistiche.vallecamonica@gmail.com

….scopri i sapori della Val Camonica nella 2° pagina…

Val Camonica da gustare

E dopo l’UNESCO, il gusto. In Val Camonica il piatto simbolo, per sapore e storia, sono i casoncelli, una pasta ripiena a forma di mezzaluna che, si dice si il più antico formato di pasta ripiena d’Italia.

Presente in diverse zone del paese, vede nella variante della Val Camonica un ripieno di erbette lessate, tra cui spinaci, bietole o verze, aromi come l’Erba di San Pietro, mortadella o salame, salsiccia, grana grattugiato, patate, pangrattato, prezzemolo, noce moscata, sale e pepe, avvolto in un impasto di farina, sale, uova e latte, servite con burro, salvia e grana. Ne esistono, tuttavia, numerose varianti, a seconda della zona e anche il formato può variare. Quindi, ordinando un buon piatto di casoncelli, non vi annoierete mai!

Tra i primi piatti da gustare in Val Camonica troviamo anche gnocchi, minestre di orzo, tagliatelle ai funghi, maltagliati con farina di castagne. Tra i secondi di carne, invece, c’è il controfiletto alla brenese, la salsiccia di castrato, la carne salata, le salsicce “strinù”, carni bianche e selvaggina. Il contorno per eccellenza è invece la polenta di mais o di grano saraceno. Da non perdere i formaggi, nelle squisite varietà locali, tra cui ricotte, caprini, anche aromatizzati, formaggelle, “casole”, “fatuli”, “bagoss”, “silter” e i salumi di carne di suino.

I dolci sono semplici e gustosi, come biscotti, torte con farina di castagne e spongade, da accompagnare con liquori o grappe classiche o aromatizzare con erbe alpine, frutti di bosco, miele o bacche.

COME ARRIVARE

In auto, per chi arriva dal Trentino, Passo del Tonale. Da Sondrio e dalla Valtellina prendere la SS39 dell’Aprica. Da Bergamo, A4 Milano Venezia, uscita casello di Seriate poi SS42- Da Brescia A4 Milano Venezia, uscita Brescia Centro poi SS510.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Lambich, via Nazionale 45, Fornaci (BS), tel 0364/434486, www.lambich.it, il luogo giusto per gustare i piatti tipici della Val Camonica, tra cui i casoncelli, ma anche i formaggi e secondi di carne e selvaggina. Anche pizza.

*Ristorante Pizzeria GheBel, via Cesare Battisti 1, Ossimo (BS), tel 0364/311058, www.ristoranteghebel.it Propone un menù particolare e sfizioso, che spazia dai tradizionali casoncelli alle imperdibili “Tagliatelle alla forma”, con porcini e crema di latte serviti su una forma di Parmigiano. Tra i secondi: cervo al barolo, filetto ai porcini con polenta integrale e arrosticini di pecora alla griglia con salsa piccante e pane nero.

DOVE DORMIRE

*B&B L’Invòlt Mountain Lodge, via Gorizia 11, Borno (BS), tel 342/0366707, www.linvoltmpuntainlodge.it B&B di charme con camere arredate in perfetto stile di montagna. Abbondante colazione con pane e dolci fatti in casa, marmellata e miele di montagna.

*Hotel Marcella***, via Manifattura V. Olcese 33, Darfo Boario Terme (BS), tel 0364/531837, www.hotelmarcella.it Nel centro della cittadina termale, comodo al parco archeologico e a quello termale. Dispone di 23 camere disposte su tre piani, dotate di ogni comfort.

*Hotel Graffitipark***, via Briscioli 42, Capo di Ponte (BS), tel 0364/42013, www.graffitipark.eu Comodissimo per raggiungere il Parco Archeologico di Naquane, dispone di 40 camere e ristorante interno con cucina internazionale.

INFO

www.vallecamonicaunesco.it/

www.turismovallecamonica.it/




Ad Ascona la prima edizione di “Giardini in arte”

La cornice è la splendida sponda svizzera del Lago Maggiore, nel tratto dove le sue acque azzurre toccano Ascona. Qui, presso il rigoglioso parco di Monte Verità, dal 4 al 6 maggio si tiene la prima edizione di Giardini in arte, una grande kermesse interamente “green”, dedicata ad arte, ambiente, natura, benessere e salute.

La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Monte Verità, con la collaborazione del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, del Centro professionale del Verde di Mezzana, del Jardin Suisse Ticino, della Fondazione Alpina per le Scienze della Vita di Olivone e di Books and Service- Casagrande Editore, mette insieme diversi operatori del settore turistico, botanico, artistico, culturale e didattico, con un ricchissimo programma che include allestimenti a tema, mostre mercato di piante aromatiche e officiali, installazioni artistiche, laboratori didattici per grandi e piccoli e incontri culturali con esperti del settore.

Le installazioni e gli incontri culturali

L’evento si tiene nei giardini di Monte Verità e del parco del Castello San Materno. Nei quasi sette ettari del parco di Monte Verità, tra piante esotiche e paesaggi di rara bellezza che spaziano dall’azzurro del Lago Maggiore al verde delle valli del Ticino e in alcuni spazi interni del complesso saranno presenti opere e installazioni di artisti italiani e svizzeri. Tra i primi, Ferruccio Ascari, mentre i secondi sono rappresentati da Lorenzo Cambin, Luisa Figini, Ruth Moro, Victorine Victorine Müller, Loredana Selene Ricca, Olivier Estoppey, Teres Wydler e Stefania Beretta. A cura del Museo di Arte Moderna di Ascona. Le opere rimarranno esposte fino a prossimo luglio.

Presso l’Auditorium del Monte Verità, invece, nei due giorni del festival sono in calendario sei incontri culturali sul tema del giardino. Sabato 5 maggio, alle 11, Michael Jacob, docente di Storia e Teoria del Paesaggio presso la Scuola di Ingegneria di Ginevra.Lullier e al Politecnico di Losanna, tratterà del “Giardino contemporaneo”. Nel pomeriggio, alle 14.30, Maria Laura Colombo, docente di Biologia Vegetale e di Botanica Farmaceutica presso l’Università di Torino, disquisirà sul tema “Le piante tossiche possono essere utili anche per l’uomo?”. Alle 16.30, Corinne Hertaeg, dottoranda presso l’Istituto di Scienze Agricole di Zurigo svelerà ai presenti “Il linguaggio segreto delle piante”.

Domenica 6 maggio si comincia alle ore 10 con gli esperti de L’ora della Terra Alfredo Barattella, esperto giardiniere, Tiziano Pedrinis, esperto orticoltore, e Daniele Reinhart, esperto frutticoltore che dialogheranno con il pubblico. A seguire, alle 11, Lara Montagna di Rete UNO RSI dialogherà con Meret Bissegger, autrice, cuoca, insegnante e membro di Slow Food.

Concorsi, laboratori e una Libreria Verde

Nell’area del Giardino delle Erbe del parco di Monte Verità , nei due giorni, si tiene invece l’esposizione – concorso “Spicchi di Erbe al Monte Verità” dove gli apprendisti del Centro Professionle di Mezzana hanno progettato aiuole di erbe aromatiche e officinali. La premiazione dei vincitori è prevista domenica 6 alle ore 15.

Saranno poi allestite otto postazioni interattive, coordinate dalla Fondazione Alpina di Olivone, dove grandi e piccoli potranno imparare a preparare prodotti e cosmetici a base di elementi naturali, ma anche a colorare i tessuti e cimentarsi in composizione creative. Il tutto rigorosamente “green”:

Il Centro Professionale di Mezzana, poi, condurrà i partecipanti alla scoperta dei sensi delle api, mentre la Casa del Tè proporrà la Cerimonia del Tè con degustazioni guidate. Nella Sala Balint, invece, sarà allestita una Libreria Verde con una selezione di libri di botanica, cucina naturale, gastronomia, paesaggistica e narrativa.

Mercatini e passeggiate didattiche

Spostandosi nello splendido parco botanico tropicale del Castello San Materno, tra agrumeti, rose, magnolie e palme, sabato e domenica, dalle 10 alle 17, sarà allestita una mostra mercato di piante, fiori, ere officinali, aromatiche e commestibili prodotte da vivaisti provenienti dal Canton Ticino e da tutta la Svizzera.

In programma anche passeggiate didattiche  a cura dell’Istituto Alpino di Olivone. Sabato 5 maggio alle 10.30, alle 12 e, nel pomeriggio, alle 14 e alle 15.30 si potrà usufruire di visite guidate gratuite nel parco di Monte Verità. Domenica 6, alle 14 e alle 16, invece, Meret Bissegger condurrà i partecipanti alla scoperta delle ere del parco di Monte Verità.

Mangiare e dormire

Nel Parco di Monte Verità sarà disponibile un punto ristoro a cura di Prodotti Naturali Felix Kautz mentre il Ristorante del Monte Verità proporrà un menù con deliziose specialità vegetariane.

Nel Parco del Museo di Castello San Materno sarà invece disponibile un punto ristoro a cura dell’Associazione Amis da la forchéta.

L’albergo Monte Verità, membro di Swiss Historic Hotels, nel 2013 è stato eletto Albergo Storico dell’anno. Dispone di 86 camere dislocate in diverse strutture, tutte all’interno del Parco: l’albergo storico Bauhaus, Villa Semiramis in stile Art Nouveau, Casa Monescia, Casa Gioia Casa Marta. Per la camera doppia con colazione a buffet nell’hotel storico si parte da € 150, per la doppia in Casa Gioia da € 80,

INFO

Fondazione Monte Verità Strada Collina 84, CH-6612 Ascona
Tel. +41 91 785 40 40
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A Cisterna di Latina riapre il Giardino di Ninfa

Riapre al pubblico il 31 marzo e si potrà visitare a partire dal weekend di Pasqua. Il Giardino di Ninfa di Cisterna di Latina è un parco da fiaba, tra laghetti, fiori colorati, angoli che sembrano rubati al Paradiso Terrestre, fontane e piante tropicali. Talmente bello che ha ricevuto il riconoscimento di “Parco più bello d’Italia”, ha riservato alle visite un calendario fisso e solo attraverso visite guidate, proprio per preservare la sua bellezza, la sua biodiversità e l’equilibrio ambientale.

Si parte quindi il 31 marzo e il 1° e il 2 aprile. Le date successive in cui sarà possibile accedere al parco sono il 7, 8, 15, 22 e 29 aprile. Nel mese di maggio, le giornate di apertura sono il 1°, il 5, il 6, il 13, il 20 e il 27, mentre i giorni dedicate alle visite a giugno sono il 2, 3 3 17. Passando a luglio, cancelli aperti il 7, l’8 e il 22. Ad agosto, il 4, il 5 e il 15 (Ferragosto). Le aperture autunnali sono limitate ai primi due giorni di settembre, al 6 e 7 di ottobre, con chiusura il 4 novembre. Prenotazione obbligatoria.

La visita guidata, che si effettua anche in caso di pioggia, è di circa un’ora, durante la quale si possono ammirare le bellezze del Giardino di Ninfa, tra cui l’Hortus Conclusus (ingresso 2 euro), un giardinetto all’italiana del XVII secolo, con un agrumeto e vasche abitate da eleganti cigni.

L’ambiente del parco

Il nome, Giardino di Ninfa, deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi dell’attuale parco, che è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000, per tutelare questa splendida area storica di fama internazionale.

Il giardino comprende un habitat naturale costituito dal fiume Ninfa, dalle aree lacustri da esso formato e dalle aree circostanti. Nel complesso è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato nel 2009.

Negli otto ettari di giardino si possono ammirare oltre 1300 piante diverse, tra cui alcune varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi, inoltre a primavera i ciliegi e meli ornamentali fioriscono in maniera spettacolare. Ci sono, inoltre,  i viburni, i caprifogli, i ceanothus, gli agrifogli, le clematidi, i cornioli, le camelie. Molte varietà di rose rampicanti sono sostenute dalle rovine ed estendono i lunghi rami vigorosi sugli alberi.

Il clima mite, poi, ha permesso anche di coltivare piante tropicali, come l’avocado, la gunnera manicata del Sud America e i banani. Nel parco vivono poi diverse specie animali, tra cui 100 specie avicole censite.

Un po’ di storia

La storia del parco ha inizio nel VII secolo, quando l’imperatore Costantino concede a Papa Zaccaria questa area fertile, oltre a un vasto territorio chiamato Campagna e Marittima, che entrano di diritto nei possedimenti pontifici. Nell’XI secolo, Ninfa assume il ruolo di città e tra le varie famiglie nobili spiccano i Conti Tuscolo, legati alla Roma pontificia, e i Frangipani, che danno nuovo impulso all’architettura cittadina.

Nel 1294 sale al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, che nel 1298 aiuta suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio. Pietro II Caetani amplia il castello della città, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre, già presente, a 32 metri, e realizzò il palazzo baronale.

Nel 1382 Ninfa viene saccheggiata e distrutta da parte di Onorato Caetani sostenitore dell’antipapa Clemente VII nel Grande Scisma e avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa. La città rimane disabitata fino al XVI secolo, quando il cardinale Nicolò III Caetani.

Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, vuole creare a Ninfa un ‘giardino delle sue delizie’. Il lavoro viene affidato a Francesco da Volterra che progetta un hortus conclusus, cioè  un giardino delimitato da mura con impianto regolare, proprio accanto alla rocca medievale dei Frangipane. Alla morte del cardinale quel luogo di delizie fu di nuovo abbandonato.

Alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornano sui possedimenti. Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani, con due dei sui sei figli, Gelasio e Roffredo, si occupano di Ninfa decidendo di crearvi un giardino in stile anglosassone, dall’aspetto romantico. Bonificano le paludi, piantano i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che diventa la casa di campagna della famiglia, oggi sede degli uffici della Fondazione Roffredo Caetani.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la famiglia Caetani si rifugia nel castello Caetani di Sermoneta, facendo ritorno a Ninfa solo dopo il 1944. L’ultima erede dei Caetani, Lelia, figlia di Roffredo Caetani, donna sensibile e delicata, ha curato il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti.

Insieme alla madre Marguerite, ha realizzato accanto alle mura sud della città di Ninfa un rock garden. Donna Lelia morì nel 1977, ma prima della sua morte aveva istituito la Fondazione Roffredo Caetani, al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani, di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta, e di valorizzare il territorio.

INFO

Giardino di Ninfa

Doganella di Ninfa, via Provinciale Ninfina 68, Cisterna di Latina

Ingresso: intero € 15, ridotto € 8, minori di 11 anni gratis

www.fondazionecaetani.org

COME ARRIVARE

In auto: da Roma, SR148 Pontina in direzione Latina, uscita Borgo Sabotino-Lido di Latina, proseguire in direzione Cisterna. Dopo la prima rotonda, alla seconda andare dritto e seguire le indicazioni per la via Appia (SS7) e seguire indicazione per Ninfa, Norma, Bassiano. Da Napoli, A1 con uscita Frosinone, seguire indicazioni per Latina sulla SR156 e proseguire fino a incrociare la via Appia, svoltare in direzione Roma. Proseguire per 18 km , al km 76 svoltare a destra seguendo indicazioni per Ninfa, Norma, Bassiano.




Parco Storico Seghetti Panichi, il giardino bioenergetico

È il primo giardino storico italiano “bioenergetico”. Nel giardino botanico del Parco Storico Seghetti Panichi di Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno, sono stati effettuati rilevamenti si elettromagnetismo durati due anni, a conclusione dei quali si è giunti alla conclusione che passeggiare in questo splendido spazio verde faccia bene alla salute.

Il parco, tuttavia, vale una visita per la sua bellezza e importanza storica e botanica. Era il 1870, infatti quando la famiglia Carfratelli Seghetti decise di dare la propria impronta al giardino della loro residenza estiva. I lavori furono affidati al famoso paesaggista tedesco Ludwig Winter, che vi impose la sua passione per le piante esotiche.

I lavori furono immani e, ancora oggi, si possono scorgere le serpentine di canali di cotto per fare defluire le acque piovane e creare l’impianto idrico che alimenta la varietà botanica del parco.

Una varietà botanica unica

Oggi nel parco si possono ammirare specie botaniche tipiche dell’area marchigiana, come querce e faggi rossi, ma, soprattutto, palmizi e piante esotiche, grande passione di Winter condivisa dai committenti. Tra le palme spuntano poi grandi gruppi di Chamerops humilis, shingtonia filifera, brahea dulcis, alberi di yucca e due rare Yubea spectabilis.

Tra gli esemplari degni di nota c’è una splendida quercia detta “La Cattedrale” per le sue enrme dimensioni e l’ampiezza della sua chioma, dimora di diverse specie di uccelli. Tra magnolie, lecci e tigli spiccano poi due Gingko Biloba. Sul retro della villa padronale, nel mezzo di un laghetto, in puro stile romantico, svetta una statua di Venere e Amore, simbolo della complicità tra natura e bellezza.

La “firma” di Ludwig Winter è invece un piccolo spazio raccolto, riservato alla meditazione, detto “romitorio”, dove i visitatori possono fermarsi un attimo a riflettere.

Soggiorni relax nel Borgo Storico

Chi si reca in visita al parco può cogliere l’occasione per soggiornare presso il B&B Borgo Storico Seghetti Panichi. Ricavato nei locali della villa, mette a disposizione degli ospiti suite storiche, appartamenti privati e la splendida “Casa d’Artista”, per un soggiorno all’insegna dell’eleganza e della bellezza.

Il Ristorante del Borgo, immerso nel giardino mediterraneo, propone piatti di alta qualità, preparati con ingredienti di stagione e nel rispetto delle tradizioni enogastronomiche del territorio. Ogni piatto, infatti, “racconta” il borgo e le sue tradizioni. In primavera, poi, le ricette si arricchiscono con l’inserimento di fiori commestibili “donati” dalle piante del parco.

Completa l’offerta la zona benessere, con una piscina, una sala massaggi e trattamenti e una sauna per due, dove gli ospiti possono usufruire di trattamenti di bellezza e relax personalizzati.

Tante le offerte da cogliere al volo per una romantica vacanza a due o per un soggiorno relax con le amiche o la famiglia. Per esempio, il pacchetto “Bioenergetico”  viene offerto a € 250 per due persone e include due giorni e una notte in junior suite nel Borgo Storico Seghetti Panichi, prima colazione a buffet, massaggio rilassante bioenergetico per due persone.

INFO

Parco Storico Seghetti Panichi, via San Pancrazio 2, Castel di Lama (AP), tel 0736/812552, www.seghettipanichi.it

Aperture: il parco è aperto tutto l’anno su prenotazione. Le visite guidate si effettuano dalle 10 alle 17. Ingresso: € 10.

COME ARRIVARE

In auto: da nord A14 in direzione di Ancona, da sud A14 in direzione Napoli. Seguire per San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno, poi continuare sulla superstrada Ascoli-Mare RA 11 fino all’uscita per Castel di Lama. Da Ascoli Piceno: prendere la SP 235 e proseguire in direzione della Superstrada Ascoli – Mare RA 11 e seguire per San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno con uscita Castel di Lama.

 




Il castello di Miradolo e il suo parco

Continua il nostro appuntamento alla scoperta dei più bei giardini storici italiani. Questa settimana vi portiamo al Castello di Miradolo, circondato da un giardino di sei ettari, che si estende ai piadi delle colline di Pinerolo (TO), all’imbocco della Val Chisone e della Val Pellice, dove il Monviso regala alla vista dell’osservatore la sua maestosa sagoma.

Un gioiello del Settecento

Sia il Castello che il parco hanno origini settecentesche. La loro “epoca d’oro”, tuttavia, risale agli anni Venti dell’Ottocento, quando Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, moglie di Maurizio Massel, secondo marchese di Caresana, decide di rinnovare l’edificio e di decorarlo secondo lo stile Neogotico.

Negli anni Trenta dell’Ottocento si aggiunge anche la Citroniera e i confini del parco si ampliano secondo il gusto romantico. È grazie ai figli Emanuele e Sofia, personalità di spicco della nobiltà torinese, che il Castello di Miradolo e il suo parco diventano meta di intellettuali, artisti e personaggi di rilievo. Tra questi, figurano il pittore Lorenzo Delleani, lo scultore Leonardo Bistoldi, il compositore Alfredo Casella e il pittore Vittorio Avondo. Alla sua morte, nel 1950, la contessa Sofia lascia il complesso in eredità a una comunità religiosa.

Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2007, il Castello di Miradolo viene acquistato da un gruppo di privati che, attraverso la Fondazione Cosso, lo restituiscono al suo antico splendore facendone, come ai tempi della contessa, un punto di riferimento culturale, un luogo di incontro e un laboratorio di idee.

Passeggiando nel Giardino

Il Parco del castello, di ben sei ettari, ha una forma vagamente ovale e si ispira al giardino informale inglese. La regolarità è interrotta da anse di vegetazione distribuite attorno al vasto prato centrale. I sentieri di ghiaia lo attraversano insieme a un sistema di “bialere” collegate al fiume Chisone.

Nel giardino si possono ammirare 1700 alberi, di cui almeno una quarantina di importanza storica. Sono poi presenti settanta varietà riunite in gruppi, piccoli boschetti e alberi isolati.

All’ingresso, il visitatore è accolto da alti e meravigliosi Tassodi. Il maestoso viale di tigli accompagna poi al grande prato centrale, mentre le siepi di Bosso ammantano le mura di cinta. Spiccano per unicità l’imponente sequoia, il bosco di bambù e lo storico ginko biloba. Grazie alla presenza di numerosi corsi d’acqua, poi, il parco è diventata la dimora di numerosi specie animali.

La contessa Sofia, poi, decorò il suo giardini di rose antiche, rare idrangee ed eleganti camelie. Durante il percorso di visita, poi, si possono ammirare la torre a pianta circolare e la Serra neogotica, dedicata alle iniziative culturali, ai ricevimenti e ai meeting.

Invito al parco

Grazie al progetto “Invito al parco” oggi si può visitare lo splendido giardino che circonda il castello ai piedi del Monviso attraverso un percorso multisensoriale, che avvicina alla natura attraverso un’esperienza coinvolgente. I percorsi di visita, attrezzati anche per persone con difficoltà motorie, sono attrezzati con arredi, audio guide e spazi dedicati.

Quattro diverse passeggiate portano a conoscere il parco e le sue varietà botaniche in tutte le stagioni, apprezzandone le oscillazioni di colori, luci, suoni e profumi.

COME ARRIVARE

In auto: si può raggiungere Torino attraverso le autostrade A4 (Milano-Torino), A5 (Torino-Ivrea), A6 (Torino-Savona), A21 (Torino-Piacenza). Dalla tangenziale di Torino si imbocca poi l’Autostrada del Pinerolese, alla fine della quale si prosegue sulla SR23 in direzione Sestriere fino all’uscita per San Secondo di Pinerolo. Alla rotonda seguire a destra le indicazione per il Castello di Miradolo.

DOVE MANGIARE

*Trattoria Val Pellice, via Val Pellice 97, San Secondo di Pinerolo (TO), tel 0121/500218, www.trattoriavalpellice.it

*Casapautasso, via Delio Godino 17/A, San Secondo di Pinerolo (TO), tel 0121/501555, www.casapautasso.it 

DOVE DORMIRE

*Hotel Barrage****, Stradale San Secondo 100, Pinerolo (TO), tel 0121/040500, www.hotelbarrage.it

*Glicini Hotel****, via Val Pellice 68, San Secondo di Pinerolo (TO), tel 0121/503125, www.glicinihotel.com

INFO

Castello di Miradolo

Via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)

Tel 0121/502761 – www.fondazionecosso.com

Orario: ven 14-18.30; sab, dom, lun 10-18.30. Gli altri giorni su prenotazione.

Biglietto: ingresso al parco € 5.