L’Ucraina in camper: da Truskavets a Kiev (2° puntata)

Continua il reportage di Marina Cioccoloni sull’Ucraina in camper. Nella prima puntata  vi avevamo mostrato l’itinerario a tappe dal confine polacco fino a Leopoli. In questa seconda e ultima puntata continuiamo il viaggio da Leopoli fino a Kiev.

Truskavets e le sue terme

Di Marina Cioccoloni

Per gli amanti delle terme c’è Truskavets, una delle città termali più antiche d’Europa, a 350 metri d’altitudine nella splendida valle dei Carpazi occidentali. La cittadina inoltre possiede delle magnifiche ville antiche in legno. Durante l’impero austro-ungarico Truskavets divenne una città Resort al pari di Wiesbaden. Numerosi alberghi hanno SPA interne e cliniche di bellezza ed estetica all’avanguardia. E i prezzi sono estremamente competitivi rapportati al nostro costo della vita.

A Pochaiv, dove la devozione si tocca con mano

Lasciata Leopoli, ci spostiamo a Pochaiv, raggiungibile con una deviazione lungo la strada che va verso est.  La località non sarebbe di grande importanza se non fosse che qui convergono fedeli da tutta l’Ucraina per via del monastero, il più grande complesso ortodosso del Paese dopo la Lavra di Kyev.

Le cupole d’oro affascinano chi arriva mentre, circondati dai banchetti che vendono oggetti sacri si sale verso la chiesa, sempre gremita di gente che si affolla prima di spostarsi nella cattedrale per andare a venerare l’impronta della Vergine Maria, apparsa, secondo la tradizione, ad un monaco e ad un pastore dando origine anche ad una sorgente sacra dalla quale i fedeli attingono acqua.

Un altro edificio porta alla Chiesa nella grotta dove una lunga fila di devoti si accalcano per venerare i resti di Sant Iov. 

Il castello a strapiombo sul fiume

Si scende verso sud per raggiungere Kamenec Podil’s’kyj e il suo imponente castello separato dalla città vecchia da un canyon.  Costruito a guardia di un crocevia strategico il castello è su un’altura che emerge dal fiume Smotrič in una posizione di grande suggestione che lascia stupefatti.

Il ponte per raggiungerlo è l’unica via che lo collega alla città, posta di fronte su un altro sperone roccioso. La leggenda dice che anche il sultano turco Osman, deciso a conquistare la città, rimase impressionato dalla sua posizione e credendo che fosse opera di Allah preferì lasciar perdere, girò i tacchi e tornò indietro. Il castello è candidato ad essere inserito nel Patrimonio dell’Unesco.

Nel vastissimo cortile interno c’è un ristorante dove si può mangiare carne alla brace cotta al momento e assaporare birra non filtrata alla vecchia maniera e si può salire sui bastioni.  Da lassù il panorama è spettacolare e solamente la sua vista merita arrivare fino qui.

Da Vinnycia a Kiev

Il viaggio prosegue quindi verso Vinnycja, città moderna, sede universitaria e di una base dell’Aeronautica Militare ucraina, con un bel centro storico e una chiesa protestante tra le più grandi di tutta Europa. Da alcuni anni un punto di riferimento per le sere d’estate sono i giochi d’acqua, di luci e di musica della fontana Rochen, una mezz’ora di spettacolo che vale la pena di non perdere.

Ma la cosa più interessante di Vinnycja è la mummia che si conserva qui, l’unica dell’Ucraina, 40 anni più vecchia di quella di Lenin! Si tratta del corpo di Nikolai Pirogov, medico, chirurgo, scienziato, eroe nazionale, considerato il padre della chirurgia militare. Curò anche Giuseppe Garibaldi ferito in Aspromonte, sviluppò tecniche anestetiche utilizzando gli eteri e fu il primo ad utilizzare l’anestesia in campo militare durante l’assedio di Sebastopoli.

Studiò nuove tecniche di imbalsamazione alle quali chiese di essere sottoposto lui stesso dopo la morte, avvenuta nel 1881. Sua moglie rispettò i suoi voleri e il corpo imbalsamato di Pirogov è visibile nella cripta di Vishnya, mentre la casa è stata trasformata in museo.

Da Vinnycja si sale verso nord per raggiungere Zytomir, una città molto amata dagli appassionati di outdoor e sport d’avventura per la sua posizione tra boschi e foreste. Ma anche un’altra è l’attrattiva principale di Zytomir, e cioè il Museo Cosmonautico dedicato a Sergey Koroliov, eroe locale e ingegnere spaziale.

Nel museo sono raccolti cimeli del programma spaziale sovietico oltre a satelliti e frammenti di rocce lunari. C’è perfino una navicella Soyuz.  Proprio di fronte al museo si visita anche la casa natale di Korolyov.

A Kyev, con l’augurio di un futuro di pace 

L’itinerario ora punta a Kyev, la capitale dell’Ucraina, distesa lungo le rive del Dnepr. Moderno e antico si fondono tra parchi alberati dove le famiglie prima del conflitto andavano a passeggiare, chiese, palazzi, storia.

Cuore pulsante è Maydan Nezalezhnosti, centro nevralgico, luogo di ritrovo e teatro di manifestazioni.  La città antica ruota attorno alla cattedrale di Santa Sofia e ai vecchi vicoli mentre l’imponente statua della Madre Patria si affaccia sul fiume dominando i quartieri periferici e le distese di casermoni al di là del Dnepr.

Su tutto svettano le cupole d’oro di Pecharska Lavra, il Monastero delle Grotte, un fitto complesso di chiese su una collina di 28 ettari a strapiombo sul fiume. È  il centro religioso più importante dell’Ucraina dove perdersi tra icone e candele, donne in preghiera, pope e cunicoli dove si venerano mummie vecchie di secoli.  Kyev, ferita e martoriata, il nostro augurio è di tornare presto ad accogliere turisti e visitatori desiderosi di ammirare tutte le sue innumerevoli bellezze.




L’Ucraina in camper: dal confine polacco a Leopoli (1° puntata)

Ve lo avevamo promesso: dopo Kiev e la sua storia, continuiamo il nostro impegno per mostrarvi l’Ucraina come era prima della guerra che la sta sconvolgendo. Tuttavia, il nostro non è solo un ricordo del passato, ma vuole essere un invito alla speranza e un augurio per il futuro. La speranza che questa guerra finisca presto e che ognuno di noi, nel suo piccolo, possa aiutare la ricostruzione dell’Ucraina e delle sue meravigliose città ricche di arte e di storia scegliendole come destinazioni future.

Per fare questo abbiamo chiesto ad amici, collaboratori, giornalisti e fotografi che sono stati a Kiev negli anni scorsi di poterci inviare un loro contributo, un ricordo delle loro esperienze di viaggio. Questa settimana ospitiamo il reportage di Marina Cioccoloni, che ha viaggiato in Ucraina in camper. Un mezzo molto pratico da scegliere quando si potrà tornare a visitare l’Ucraina e, magari, ci saranno pochi alberghi e poco camping ma, sicuramente, tanta gente con il cuore grande. Ecco allora questo nostro nuovo omaggio all’Ucraina.

Itinerario dal confine polacco a Leopoli

di Marina Cioccoloni

Accolgo con piacere l’invito del Direttore Raffaele d’Argenzio a scrivere di questo Paese che noi italiani conosciamo più che altro per le donne che arrivano in Italia per svolgere lavori umili e assistere con dedizione ai nostri anziani. Donne che in questo momento sono in pena per i loro familiari rimasti a casa e con il futuro incerto.

Vicini al popolo ucraino, la cui dignità e generosità abbiamo potuto toccare con mano in occasione di alcuni viaggi, in queste pagine vogliamo raccontare questo Paese dal passato glorioso che merita di essere visitato almeno una volta nella vita.  E quando taceranno le bombe se gli alberghi saranno da ricostruire ci potremo andare in camper, per vivere la straordinarietà dei suoi paesaggi e di un ecosistema ancora incontaminato che appassionerà gli amanti della natura e dell’outdoor.

Un paese dai mille volti

L’Ucraina è boschi dove si celano animali altrove scomparsi, laghi e cascate mozzafiato, mercati contadini dove gli agricoltori arrivano a bordo di carretti trainati da cavalli, santuari che attraggono migliaia di fedeli, ragazze che la domenica vestono il costume tipico. E poi città maestose, musei curiosi, cremlini imponenti dalle cupole maestose, borghi medievali intatti che non aspettano altro che di essere scoperti, piazze con bar e locali dove i ragazzi la sera si riunivano davanti ad una birra come in altre piazze d’Europa e dove vogliamo tornare a farlo anche noi.

Tutto questo e molto altro è l’Ucraina, un Paese a buon mercato per viaggiare e con due anime, una più mitteleuropea che ha il suo cuore a Lviv, e una più slava verso Est e oltre il Dnepr, il fiume che la divide quasi in due.

Leopoli (Lviv), crocevia di popoli e architetture a due passi dal confine

Per chi arriva con un mezzo proprio la prima tappa è Lviv, Leopoli in italiano, 70 km dopo aver varcato il confine con la Polonia. È una città antica, dall’aria romantica e le strade acciottolate che salgono verso il castello. Dal 1998 il suo centro storico, ricco di edifici in stile Belle Époque, è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Lviv, vero museo a cielo aperto e centro culturale del Paese, sede di un’orchestra filarmonica e di un teatro prestigioso, contesa per secoli proprio per la sua posizione geografica, viene chiamata la Firenze dell’Est.

La visita non può che iniziare dal cuore pulsante della città, Ploscha Rynok, la piazza del mercato, con gli edifici costruiti da architetti italiani. La casa nera, la torre del comune, la fontana del Nettuno, i migliori locali della città, e la Coffee Mining Manufacture dove il caffè si va a prendere scendendo sottoterra, come in una miniera.

E poi la Prospekt Svobody, il grande viale alberato che dal teatro dell’opera arriva fino alla statua di Adam Mickiewicz senza dimenticare quella imponente di Taras Shevchenko, poeta, scrittore, umanista tra i più importanti dell’Ucraina. E le panchine che gli appassionati di scacchi e giochi di carte trasformano in tavoli da gioco.

In piazza Soborna, vicino all’ingresso del mercato comunale, le babushke col fazzoletto sul capo vendono a prezzi irrisori fiori, uova, galline, conserve in barattoli. Nei banchi del mercato carne, pollame, verdure, souvenir e tante composizioni di fiori.  Per chi è alla ricerca di anticaglie, libri usati, cimeli del vecchio regime, il posto giusto è il piazzale intorno alla statua di Ivan Fedorov, vicino alla Chiesa della Santa Eucarestia, una delle preferite per i matrimoni.

Le chiese a Leopoli sono tante: cattoliche, ortodosse, armene, uniate, greche ortodosse e sinagoghe (in città prima della seconda guerra mondiale gli ebrei erano 140mila), testimoniano il crogiuolo di popoli passati per di qua. E prima di ripartire merita dare uno sguardo alla città dall’alto, dalla torre del Comune oppure dalla collina del castello. Magari all’imbrunire, quando il sole scende ad accarezzare i tetti.

Ma se Leopoli è una meta da non mancare, è anche il luogo da cui partire per visite ed escursioni nel ricco territorio della Regione di Lviv, che conta 4.000 monumenti storici, 5 siti Unesco, 10 castelli medioevali, 90 fortezze antiche, 200 sorgenti termali, 7 Resort-vacanze, 5 stazioni sciistiche.