La Valle dei Templi: il trionfo della bellezza e della cucina agrigentina

di Cesare Zucca —-

La meta del nostro prossimo weekend è certamente uno dei più emblematici tra i luoghi storici di tutto il mondo : la celeberrima Valle dei Templi di Agrigento  una delle più importanti testimonianze archeologiche della civiltà greca classica e Patrimonio  Unesco dell’Umanità.

L’origine della valle risale al VI secolo a.C., quando i coloni greci, insediatisi inizialmente a Gela (a sud di Agrigento), decisero di tornare un po’ più nell’entroterra per contrastare i tentativi di espansione di Selinunte. Il terreno nella valle era molto fertile e favorevole alla coltivazione dei cereali, quindi il posto era perfetto.

Nel corso dei secoli la Valle dei Templi è stata fonte di ispirazione per numerosi poeti e filosofi e ha catturato l’immaginazione di pittori, scultori e fotografi, attratti dalla sua storia millenaria e dalle atmosfere uniche che si possono vivere passeggiando tra le sue antiche rovine.
Pronti? Partiamo alla scoperta di questa meraviglia di quasi 1.300 ettari.
Tra i numerosi templi e monumenti, ecco quelli di maggiore spicco e fama che dovrete assolutamente conoscere.
Tempio della Concordia
Le sue colonne, le scalinate e i frontoni lo definiscono come il più iconico della Valle dei Templi. E’ il tempio dorico meglio conservato al mondo.
Davanti al tempio spicca l’imponente statua dell’Icaro morente, realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj. un’opera che aggiunge un tocco di mitologia ad un luogo già meravigliosamente mistico.Tempio di Ercole
Il più antico, costruito intorno al VI secolo a.C. La sua struttura, montata su 38 colonne era talmente imponente che si lo poteva osservare a grandi distanze. Oggi, rimangono solo 8 colonne  che vennero restaurate dopo le distruzioni belliche.Continuate la vostra indimenticabile passeggiata per incontrare il Tempio di Castore e Polluce, di Efesto, di Demetra e di Asclepio (Dio della Medicina) che accoglieva i malatI.
Gran finale al Tempio di Giunone, dedicato alla moglio di Giove.
Appartiene al periodo dorico classico, nel 406  fu Incendiato dai Cartaginesi e dovette essere ricostruito. Vi regalerà uno spettacolo meraviglioso al tramonto, quando il sole si interseca fra le colonne rendendo l’atmosfera ancora più magica.

La zona dell’agrigentino non solo è famosa per essere ricca di storia e cultura, ma possiede anche il fascino di tanti paesaggi naturali mozzafiato e suggestivi eventi annuali, come la “Sagra  del Mandorlo in Fiore”, celebrazione della Primavera Siciliana, che trasforma tutto in un paradiso di petali

Durante la Sagra (e tutto l’anno…) siete invitati a tavola per gustare la meravigliosa cucina agrigentina che presenta una ricca e gustosa varietà, dovuta sia alle influenze delle dominazioni che si sono succedute. sia alla diversità fra le varie zone della provincia. Tra le eccellenze, le arance di Ribera, la pesca di Bivona, l’uva di Canicattì, il melone cantalupo di Licata, le olive e l’olio di Caltabellotta, Burgio e Lucca Sicula e gli spettacolari formaggi di capra prodotti a Cammarata, S.Giovanni Gemini e S.Stefano di Quisquina.Tra i piatti tipici, si annoverano la minestra di seppie, da gustarsi a Siculiana Marina, la sogliola alla saccense a Sciacca, le polpette di sarde a Licata mentre l’isola di Lampedusa, vi offre gli spaghetti all’isolotto e il dentice al forno con brodo di carne. Ancora più ricca e varia la gastronomia dell’entroterra e della zone montane: la pasta di S.Giuseppe a Ribera, quella coi carciofi a Menfi, con fave e ricotta a Montevago, coi ceci a Favara; i cavatelli all’agrigentina, il coniglio all’agrodolce a S.Angelo Muxaro, la stigghiola a Racalmuto, “u pitaggiu” a Castrofilipppo”.Tra le specialità più originali della provincia di Agrigento, spiccano il“tagano” di Aragona e lo squisito “macco” una purea di fave secche da consumare da sola o come condimento per una pasta. Una squisitezza…ho fatto il bis!

Il ” macco” di fave

Benvenuti in un dolce paradiso…
Nella pasticceria agrigentina dominano ricotta e mandorle che troviamo nelle cassatelle a S.Margherita Belice e nei biscotti ricci di mandorla e pistacchio a Canicattì; mentre nel piccolo centro di Joppolo Giancaxio gusterete l’iconico gelato al melone Senza reggiseno…
Decisamente erotici, scoprite  i minni’i’virgini , deliziosi dolcetti chiamati anche  minne o minnuzze. Hanno una particolare forma semisferica, che ricordano il seno di una donna. La loro origine è da rintracciarsi nell’antichità, quando venivano preparati come segno propiziatorio. Il loro un guscio di pasta frolla nasconde un ripieno di crema o cioccolato o ricotta di pecora, il tutto spolverato da zucchero velo.

le minni’i’virgini

Cannolo o ciarduna?
Palermo vanta la creazione del fomoso cannolo siciliano, Agrigento controbatte con la ciarduna, una tra le ricette siciliane più antiche di pasticceria a base di frolla
, farcite con crema di ricotta di pecora e rivestite con granella di mandorle.

Pronti per scoprire La Valle dei Templi ? Attenzione…
Dato che il percorso dura circa 2 ore, vi consiglio di portare un cappellino e una bottiglia d’acqua. Il sole, infatti, batte molto forte in quella zona, soprattutto nei mesi estivi. Quindi, sarebbe consigliato visitarla al tramonto, sia per il clima più mite che per il fascino dei templi che, illuminati dalla luce che in quelle ore assume dei colori meravigliosi, rendono la Valle ancora più magica.

  • Orario d’apertura:
    • feriali: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
    • festivi e prefestivi: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
  • Biglietto d’ingresso:
    • Intero: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 12,00 a persona
    • Ridotto: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 6,00 a persona
    • Gratuito per tutti: la prima domenica di ogni mese



Betanzos: incanto medioevale e la migliore “tortilla” della Spagna

Testo e Foto di Cesare Zucca  —-
(italian and english version)

Oggi vi portiamo in Spagna alla scoperta di una vera chicca, una delle mete più caratteristiche della Galizia:: Betanzos, alla scoperta delle sue bellezze artistiche e della rinomata cucina galleca, primadonna la più celebre “tortilla” della Spagna, di cui vi riveliamo la ricetta originale!
Betanzos sorge sulla collina sulla quale anticamente si trovava una città fortificata, vicino alla Ria del Betanzos, dove l’acqua del mare si unisce all’acqua dolce del Mandeo e del Mendo. È stata una delle sette capitali dell’Antico regno di Galizia ed è stata dichiarata sito di interesse storico e artistico.
La città viene chiamata ancor oggi con l’appellativo di “città dei cavalieri” per via della grande importanza che la città ha rivestito nel periodo medievale, quando era infatti un capoluoghi amministrativi dell’antico Regno della Galizia. La città di Betanzos, inoltre, è inserita in uno dei famosi  cammini giacobei verso Santiago de Compostela, il famoso “cammino inglese”.DA VEDERE
Le suggestive chiese in stile gotico: Chiesa di Santa María del Azogue del XIV secolo e la Chiesa di Santiago, la più antica, datata XI secolo e la Chiesa di San Francisco in stile tardoromanico, In quest’ultima è possibile avvicinarsi ai sepolcri medievali più interessanti, come quello di Pérez de Andrade, sorretto dagli animali simbolo del suo lignaggio: il cinghiale e l’orso.
Degni di nota anche i Pazos di Bendaña, Taboada e la Torre Lanxós, nonché il suo sorprendente parco “O pasatempo“,
Il cuore della città è il Centro Historico, ricco di chiese e monumenti in stile gotico e romano, spicca la Torre dell’orologio, costruita a metà del XVI secolo, è alta 17,70 metri. Si tratta di un edificio prismatico, su base irregolare ea forma di esagono. Sul tetto si possono vedere doccioni a forma di cane da caccia.
Il vivace centro di Betanzos è Plaza García Hermanos, popolarmente conosciuta come O Campo in quanto per secoli è stata una fiera. Un monumento commemora i fratelli García Naveira, benefattori della città. O Campo ha anche, dal 1866, adornato una bella fontana fusa nelle officine di Sucel et Fils a Parigi, imitando la famosa fontana Diana a Versailles e diventata un simbolo della citta, E non è la sola.. le fontane d’arte infatti qui sono di casa:
FONTE DA PICACHÁ, FONTE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), FONTE DOS REMEDIOS

LA FAMOSA TORTILLA DI BETANZOS
È una frittata morbida, succosa, dal cuore cremoso, dove l’uovo quasi si rovescia sul piatto. E’ considerata la migliore Tortilla della Spagna e In Ottobre, i ristoranti locali e i locali rustici (segnalati da un ramo di alloro alla porta.) competono per il titolo “Mejor Tortilla de Betanzos”. Tra i più conosciuti troviamo Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote e O Noso Recuncho, vincitore 2023.
Per preparare questa squisitezza occorrono solo quattro ingredienti: uova, patate galiziane (eccellenza gastronomica locale), olio d’oliva e sale.
Acquolina in bocca? Ecco la ricetta

LA TORTILLA DI BESANZOS
Ingredienti
700 g. Patate galiziane (o le nostre patate bianche a buccia sottile)
10 uova intere
2 tuorli d’uovo
Olio extra vergine di oliva
Sale
Preparazione 
Pelate le patate e i tagliatele a scaglie sottili. Fatele soffriggere con olio extravergine di oliva. In una ciotola capiente, rompete le uova e aggiungete i tuorli. Mescolate delicatamente, aggiungete le patate,  mescolate e salate a piacere e lasciate riposare per circa 2/3 minuti e poi versatele in una padella con poco olio bollente, a fuoco basso. Dopo circa 30 secondi, facciamo la prima svolta. Dopo 30 secondi si passa al secondo giro. A 15 secondi il terzo ed ultimo giro. Spegnete il fuoco e lasciate riposare in padella per 1 minuto. Lo giriamo sul piatto da portata a tavola e voilà, la tortilla è servita.

INFO
www.turismo.gal
www.spain.info
https://www.tourspain.es/en/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

English version

Betanzos: medieval enchantment and the best “tortilla” in Spain.

.Text and Photos by Cesare Zucca

Today we take you to Spain to discover a real gem, one of the most characteristic destinations in Galicia: Betanzos, to discover its artistic beauties and the renowned Gallic cuisine, primadonna the most famous “tortilla” in Spain, of which we reveal the original recipe!
Betanzos stands on the hill on which in ancient times there was a fortified city, near the Ria del Betanzos, where the sea water joins the fresh water of the Mandeo and the Mendos. It was one of the seven capitals of the Ancient Kingdom of Galicia and was declared a site of historical and artistic interest.
The city is still called today by the name of “city of the knights” due to the great importance that the city had in the medieval period, when it was in fact an administrative capital of the ancient Kingdom of Galicia. The city of Betanzos, moreover , is included in one of the famous Jacobean routes towards Santiago de Compostela, the famous “English route”.
TO SEE
The suggestive churches in Gothic style: Church of Santa María del Azogue from the 14th century and the Church of Santiago, the oldest, dating back to the 11th century and the Church of San Francisco in late Romanesque style. In the latter it is possible to approach the most medieval tombs interesting, like that of Pérez de Andrade, supported by the symbolic animals of his lineage: the wild boar and the bear.
Also noteworthy are the Pazos of Bendaña, Taboada and the Lanxós Tower, as well as its surprising park “O pasatempo”,
The heart of the city is the Centro Historico, full of churches and monuments in Gothic and Roman style, the Clock Tower stands out, built in the mid-16th century, it is 17.70 meters high. It is a prismatic building, on an irregular base and in the shape of a hexagon. On the roof you can see gargoyles in the shape of hunting dogs.
The lively center of Betanzos is Plaza García Hermanos, popularly known as O Campo as it has been a fairground for centuries. A monument commemorates the García Naveira brothers, benefactors of the city. O Campo has also, since 1866, adorned a beautiful fountain cast in the Sucel et Fils workshops in Paris, imitating the famous Diana fountain in Versailles and which has become a symbol of the city. And it is not the only one… in fact, there are several artistic fountains : SOURCE DA PICACHÁ, SOURCE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), SOURCE DOS REMEDIOS

THE FAMOUS TORTILLA
It is a soft, juicy omelette with a creamy centre, where the egg almost spills onto the plate. It is considered the best Tortilla in Spain and in October, local restaurants and rustic establishments (marked by a laurel branch at the door.) compete for the title “Mejor Tortilla de Betanzos”. Among the best known we find Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote and O Noso Recuncho, winner 2023. To prepare this dish you only need four ingredients: eggs, Galician potatoes (local gastronomic excellence), olive oil and salt.
Mouth watering? Here is the recipe

THE BESANZOS TORTILLA
Ingredients
700 g. Galician potatoes (or our thin-skinned white potatoes)
10 whole eggs
2 egg yolks
Extra virgin olive oil
salt
Preparation
Peel the potatoes and cut them into thin flakes. Fry them with extra virgin olive oil. .
In a large bowl, break the eggs and add the yolks. Mix gently, add the potatoes, mix and salt to taste and leave to rest for about 2/3 minutes and then pour them into a pan with a little boiling oil, over a low heat. After about 30 seconds, we make the first turn. After 30 seconds we move on to the second round. The third and final lap is 15 seconds away. Turn off the heat and let it rest in the pan for 1 minute. We turn it onto the serving plate at the table and voilà, the tortilla is served.
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 

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17 WEEKEND TOP… CON GUSTO

di Cesare Zucca —-
il Governo Italiano e un’ agguerrita schIera di cuochi, capitanati da Alessandro Borghese hanno candidato «la cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale» come “Patrimonio immateriale dell’Unesco“.
Parliano di cucine regionali, di ricette storiche. di migliaia di trattorie e osterie dalla cucina ruspante e dal menu della tradizione.
Tra i fornelli della cucina troviamo i discendenti di generazioni che si sono dedicate al mantenere vivi e attuali i piatti che mamma e papà, nonno e nonna hanno da sempre cucinato, in onore e rispetto alle ricette di famiglia e ai prodotti del territorio.

Pronti per il nostro itinerario del bello e del gusto?
L’italia, le sue osterie, i piatti tipici e i cuochi (non chiamateli chef…) ci aspettano!

MATERA E IL PEPERONE CRUSCO
Chiudete gli occhi e adesso riapriteli… siamo a Matera!
L’incanto inenarrabile di una città a cui foto, disegni o video non rendono minimamente  giustizia al meraviglioso impatto e alla superlativa bellezza che ci circonda.


Molti viaggiatori gourmet conoscono da tempo questa città di montagna, unica, costellata da caverne, da antiche abitazioni scavate nella roccia, dai suoi poveri Sassi abitati da famiglie e bestiame, da storie, leggende e arte. Matera, a lungo isolata dal resto d’Italia, rimane uno degli ultimi veri baluardi della cucina povera in cui trionfa il peperone crusco. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile  adatto a essere essiccato. fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate.
DOVE MANGIARE
Baccus
Situato nella zona dei Sassi, noto per il suo  cuoco Carlo Pozzuoli che ama riproporre i piatti tipici locali come il minestrone con tagliolini ai ceci bianchi e neri, e le paste al crusco. Il menu dedica un’attenta ricerca delle erbe locali, come la cicoriella, il sivone utilizzate nelle insalate, nelle minestre, come ripieno di ravioli e pansotti o semplicemente lessate con olio e limone.

OSTUNI E LE ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA
Ostuni, in provincia di Brindisi, nella Puglia meridionale è nota anche come la “città bianca” per i muri delle sue case ricoperte di candida calce, che si affacciano su un dedalo di stradine. Attorniata da  un mare dalle mille sfumature dell’azzurro, talmente pulite da ricevere da oltre vent’anni la Bandiera Blu del Touring Club e le Cinque Vele di Legambiente.

DOVE MANGIARE
A tavola la Puglia è sinomino di orecchiette, fatte in casa, come vuole la tradizione.
A Ostuni troverete l’Osteria del Tempo Perso ricavata in una grotta del Cinquecento, offre un menù di piatti tipici pugliesi di terra e di mare, serviti in una sala museo con utensili agricoli alle pareti e La grotta degli Avi, locale ricavato in un ex frantoio del Settecento. Offre un menù di piatti della tradizione pugliese tra cui orecchiette con cime di rapa, melanzane ripiene, polpette, e pizze cotte nel forno a legna.

ARQUA’ PETRARCA  E IL BRODO DI GIUGGIOLE
Francesco Petrarca, sommo Poeta amò immensamente questo borgo, fino a curarne personalmente costruzioni e lavori di restauro, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellito

Arquà Petrarca è sede del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei, istituzione che vuole preservare e comunicare le sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere, facendole rivivere al visitatore e elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di quel luogo.
DOVE MANGIARE
Antica Trattoria Da Ballotta, Torreglia
Tempio dell’enogastronomia Euganea e italiana,
Più di Cinque Secoli di Storia  , come appare in un’ antica mappa, dove la terra circostante era nota come “campagna detta dell’osteria”. Oggi, nella sua veranda,  un tempo officina per riparare le antiche carrozze, si gusta un menu fedele alle radici del passato e si conclude con i tipici biscotti zaleti inzuppati nel dolce e liquoroso brodo di guggiole

LE CINQUE TERRE E LE ACCIUGHINE
Le Cinque Terre ,breve tratto di costa ligure, appena a ovest del confine con la Toscana. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono cinque borghi multicolori che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Se vi piace fare escursioni, potete anche raggiungerli tramite un bellissimo sentiero e godere di spettacolari viste sul mare. Dal punto di vista gastronomico, oltre ai classici prodotti liguri, ogni “terra” ha le sue specialità culinarie, come il pesto, la salsa di noci le focacce e naturalmente il pesce, dalle frittelle di baccalà,  ai gianchetti in pastella di Vernazza, alle cozze ripiene e cotte in casseruola con il sugo, fino alla celebri acciughine di Monterosso che, seguendo una tradizione secolare, vengono pescate con una rete da circuizione e una lucerna, quindi lavorate a mano entro due o tre giorni, accuratamente stratificate in vasetti, pressate e ricoperte di salamoia, rendendole tenere e saporite e permettendo una perfetta conservazione.
DOVE MANGIARE
Da Aristide a Manarola, Nonna Grazia preparare le sue famose acciughine “in stile nature” semplicemente condite con olio d’oliva locale, origano, focaccia e burro, accompagnate da un bicchiere di Cinque Terre.
VICENZA E IL BACCALA’
Una città con un territorio sorprendente, che conserva gioielli naturali e architettonici, come i capolavori di Andrea Palladio, che qui ha lasciato numerose testimonianze della sua arte, inserite dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. Un territorio popolato da meravigliose Ville nelle cui cucine sono nate le leggendarie ricette con sua maestà il baccalà. Pare che per cucinarlo alla perfezione occorra la piastra: una volta era la tradizionale ”cucina economica” della nonna, quella a legno con i  cerchi di ferro, che permettono una cottura sparsa omogeneamente, visto che il baccalà ha bisogno di una fiamma diffusa. e deve “pippare” lentamente

DOVE MANGIARE
Da Culata,
datata 1932, un’osteria tradizionalmente
anni ’90, consideratA da molti gastronomi il tempio del vero “baccalà alla vicentina”, Ambiente accogliente grazie alla presenza in sala di Laura con papà Vincenzo.. E la regina del baccalà? Ovviamente tra i fornelli, è  Carla Rigon, la cuoca di famiglia.

FIRENZE E IL LAMPREDOTTO
Palazzo Vecchio, la, Basilica di Santa Maria Novella, la Cappella dei Medici, sfarzoso ambiente ottagonale ricco  di intarsi marmorei e delle splendide sculture di Michelangelo e i numerosi tesori rinascimentali del capoluogo toscano come Santa Maria del Fiore, la Cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto, il Battistero  e la Galleria dell’Accademia per l’immancabile appuntamento con l’iconico David di Michelangelo

Provate le tradizionali zuppe paesane “Ribollita” e “Pappa al pomodoro” Se vi piace la carne, concedetevi una tenerissima costata alla fiorentina, l’ appetitoso “crostino ai fegatini” o l’iconico panino con la trippa chiamato “lampredotto” servito con salsa verde piccante o no, secondo il vostro gusto e poi spolverato con sale e pepe.

IL GOLFO DEI POETI E LA MESHUA’
Di certo il suo fascino è paragonabile alla Dea della Bellezza che la leggenda dice essere nata proprio da queste onde del Mar Ligure. Alle estremità del Golfo troviamo Porto Venere mentre al lato opposto sorge Lerici, suggestivo borgo verticale, colorato di toni gialli e arancioni.Trai borghi più suggestivi Tellaro e Fiascherino, considerati tra i più belli d’Italia. Prendendo la strada panoramica, che si snoda tra gli uliveti, giungiamo a Montemarcello, minuscolo centro medievale di rara eleganza, dove semba che il tempo si sia fermato

La gastronomia “spezzina”, ricca di sapori, profumi e piatti genuini, è la viva testimonianza della vita marinara e contadina. Una cucina schietta, basata su ingredienti poveri sapientemente mischiati tra di loro: crostacei, verdure ed erbe spontanee.
DOVE MANGIARE
Osteria da Gianni , Spezia 
Osteria al 100%, dall’ insegna vintage, alle  tovaglie di carta. Meta ideale per gustare la zuppa “spezzina” per eccellenza : la meshuà con ceci, fagioli cannellini e farro, irrorata dal delicato olio extravergine olio locale, frutto delle varietà Razzola e Pignola.
Troppo buona!

FORLIMPOPOLI E I CAPPELLETTI DI ARTUSI
La città natale di Pellegrino Artusi, un imprenditore di successo che si dedicò a tempo pieno alla sua passione: la cucina casalinga. Dopo lunghe ricerche, ha ristretto le sue scoperte a 790 ricette che ha raccolto in un manuale intitolato “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene” tradotto e diffuso in tutto il mondo. Ogni anno , in Giugno , lo si festeggia con una grande Festa dove potete gustare le sue ricette.

DOVE MANGIARE
Nel Ristorante Casa ArtusI potrete gustare le ricette del grande Pellegrino, dalle tradizionali zuppe di verdure, alla famosa Ricetta n.7 , Cappelletti all’uso di Romangna, ai tortelli ripieni di ricotta e spezie fini, ai paccheri al ragù d’anatra e manzo con chiodi di garofano e fagioli bianchi, per  continuare con squisiti secondi di carne e finire con il Latteruolo, un dolce al cioccolato alle mandorle con crema allo zabaione.

CATANIA E I CANNOLI
Piazza del Duomo
Per una visita alla capitale siciliana, si parte dalla Piazza, cuore della città e punto di partenza per numerosi tour in provvisti di audioguida. Durano circa 40 minuti e vi daranno una visione piuttosto completa della città. Oltre al Palazzo del Municipio, spicca l’emblema della città: la Fontana dell’Elefante, scolpito nella lava nera, sormontato da un obelisco egizio. La leggenda vuole che questa statua abbia il potere di placare la rabbia dell’Etna.

Preparatevi, perchè Vi aspetta un weekend davvero gourmet! A Catania si parte col piede giusto già al mattino con squisitezze dolci e salate, ravioli alla ricotta, cannoli, paste di mandorla e espresso. l miei bar preferiti sono il centrallissimo Prestipino e la Pasticceria Savia,  che vi daranno vi darà la possibilità di assaggiare anche molte delizie salate come arancini, polpette di carne di cavallo, formaggio e olive locali, cassatelle di ricotta . La vera specialità sono i cannoli che vi verranno serviti freschi, riempiti al momento con i vostri gusti preferiti, dal cioccolato alle mandorle, al pistacchio di Bronte (che adoro…)

LA ROMAGNA E LE PIADINE
La cucina casalinga romagnola è davvero top! ruspante, accogliente, simpatica e generosa…. proprio come i romagnoli. Nelle osterie troverete eccellenze nostrane cucinate all’antica, in piatti semplici, senza fronzoli, insomma proprio come li faceva nonna…La piadina romagnola, tradizionalmente piada, è il cibo iconico della regione. E’ composta da una sottile focaccia che viene tradizionalmente cotta su una lastra rotonda di terracott, e poi generosamente farcita con formaggio squaccherone, prosciutto, rucola o mille altri ingredienti. 

Due indirizzi?  Osteria La Campanara a Pianetto di Galeata, autentica testimonianza della gastronomia romagnola, dove vengono serviti ricchi primi di pasta e la tradizionale trippa al pomodoro, con calici di Sangiovese e Albana, i top della cantina locale. Osteria Cà de Bè, nel minuscolo borgo di Bertinoro, dove, oltre alla vista spettacolare, potrete gustare la tipica cucina locale, dalla fantastica pasta fresca fatta a mano, ai mitici passatelli in brodo o al ragu, oltre a carni saporite come il delizioso coniglio alle verdure e il maiale arrosto.

FANO E IL BRODETTO
Fano è una località balneare e cittadina, situata a circa 12 chilometri a sud est di Pesaro. È la terza città più grande delle Marche  e meta turistica per chi cerca un patrimonio culturale, storico e ambientale di prim’ordine. L’Arco di Augusto, Palazzo Montevecchio, il Giardino Storico di Piazzale Leopardi, Fontana della Fortuna  e le Mura Augustee conosciute anche come Mura di Fano

Tanto pesce: lumachine di mare, molluschi cotti in umido con pomodoro, mentuccia e finocchio selvatico., stoccafisso all’ anconetana stracotto in abbondante vino bianco, pesto di acciughe, sedano, carote, cipolla, peperoncino, erbe aromatiche, pomodori pelati, olive nere e patate e il famoso brodetto, piatto diffuso in gran parte della costa adriatica con numerose varianti negli ingredientl. Viene festeggiato in estate nella kermesse gastronomica “Brodetto Fest”

UDINE E IL FRICO
Udine, città dove il fascino veneziano sposa suntuosi palazzi, meravigliose piazze, scorci suggestivi. Troverete storia, arte, scoprirete il suo Castello, l Duomo  a pochi passi dalle vie principali del centro storico, come la vivace Via Mercatovecchio, incontrerete le magie pittoriche del Tiepolo

Gusterete il frico, succulenta frittella salata a base di formaggio Montasio, patate, cipolle, spesso arricchito con pancetta o funghi e rigorosamente accompagnato da una fumante polenta e un buon calice di vino, o per dirla alla friulana… un buon tajut.
DOVE MANGIARE
Cercate una locanda dove trovare un ‘frico’ ricco e gustoso? La Locanda al Cappello,  gestito dalla cuoca-proprietaria Valentina, la cui famiglia tramanda da generazioni le delizie friulane   un delizioso B&B arredato in stile Fantasyland. Una vera ‘cuciniera’ friulana per una tradizionale ricetta del ‘frico’

SARDEGNA E I CULURGIONES
Incomparabile è forse l’ aggettivo che meglio descrive questa isola che sa incantare con le terre dalla luce intensa, le fantasmagoriche scogliere scolpite dal vento, le lunghe spiagge, le baie nascoste, i gigli bianchi sulle dune e le infinite tonalità di turchese, di verde, di blu in un mare… incomparabile!

Si parte da una cucina antica, povera e essenziale, che affonda le proprie radici nella cultura pastorale, rivelando ricette semplici e saporite, ereditate dai pescatorie dalla cultura contadina.Basterà citare lo storico pane frattau a strati a base di pane carasao immerso brevemente in acqua e brodo di carne poi coperto con salsa di pomodoro e pecorino grattugiato eventualmente arricchito da un uovo in camicia
DOVE MANGIARE
I culurgiones sono tipici ravioli dell’Ogliastra, ripieni di patate, formaggio e menta, solitamente serviti con pomodori freschi e pecorino grattuggiato, condimento molto popolare , Provateli nelle osterie Su Carduleu, Abbasanta, Su Tzilleri e Su Doge, Cagliari, Santa Rughe , Gavoi, Su Recreu, Ittiri, Il Portico, Il Rifugio, Nuoro
Letizia,
Nuxis, Antica Dimora Gruccione . Santu Lussurgiu

PESCARA E GLI ARROSTICINI
Eccoci a Pescara, definita la “Città dei due Ponti”: il Ponte del Mare, e Il Ponte Ennio Flaiano, dedicato al grande scrittore pescarese. Scoprireremo  la fontana “La Nave”, rievocazione della storia marinaresca della città Cattedrale di San Cetteo che ospita un dipinto del Guercino, il San Francesco, donato dallo stesso d’Annunzio Museo Vittoria Colonna arte moderna. Museo Villa Urania ricca collezione di maioliche dal Cinquecento al Settecento. Museo delle Genti d’Abruzzo mille miniature raccontano tradizioni e costumi della regione. La cucina tipica abruzzese fonda le sue radici nella gastronomia contadina. I piatti tradizionali abruzzesi sono molto semplici e fatti di sapori autentici principalmente di terra. La carne di pecora, dalla tradizione dei pascoli abruzzesi, riveste un ruolo importante come nel piatto abruzzese per eccellenza: gli arrosticini. tradizionali spiedini di carne di pecora

NAPOLI E LA PIZZA FRITTA
s
coprite il Rione Sanità, uno dei quartieri più antichi di Napoli, scrigno di testimonianze del passato per un’ esperienza unica ricca di storia, cultura e gastronomia sconvolgentemente buona.
DA VEDERE
Museo Archeologico, ospita spendidi oggetti e affreschi scoperti a Pompei. Chiostro rinascimentale di Santa Caterina,  Chiesa di S. Maria della Sanità e il magico cortile del Palazzo dello Spagnolo, gioiello barocco dalla elaborata scalinata.
La Sanità è un quartiere densamente popolato, dove all’improvviso sbucano  pizzerie e semplici trattorie che servono piatti tipici, come la frittata di pasta, il tianiello con cozze, vongole lupini, fasolari, calamari, gamberoni e l’immancabile tentacolo di polpo. Popolarissimo nel periodo pasquale anche il tortano, ciambella salata riccamente farcita da salumi e uova.

DOVE MANGIARE
Simbolo della cucina locale e da sempre street food più popolare è l’iconica pizza fritta, protagonista della celebre scena de L’Oro di Napoli di De Sica, con Sophia Loren. Nel Rione Sanità impera Isabella de Cham e le sue pizze fritte asciutte, fragranti e ben farcite, Friggitoria Vomero datata 1938 , La Masardona l’imbattibile la versione classica con ricotta, cicoli, provola, pomodoro. Zia Esterina Sorbillo dal 1935, sinonimo di piazza fritta, classica o con ricotta, cicoli e pepe, 1947 Pizza Fritta mortadella e pistacchio , Baccaleria Scugnizza con scarola alla napoletana con acciughe, uvetta, pinoliPizzeria Lombardi, locale storico dove l’omonima famiglia di pizzaioli ancora oggi tramanda una tradizione che risale al lontano 1892. Le loro pizze? Ottime allora, ottime oggi !

BIASSA E I MUSCOLI RIPIENi
Scopriamo questo piccolo borgo di soli 600 residenti, un saliscendi di vicoli in sasso e case in pietra, alcune ancora con gli arredi dei nonni. La storia di Biassa è strettamente legata a quella di Tramonti, terra sul crinale a strapiombo sul mare, caratterizzata da muretti a secco e piccoli poderi coltivati a vigneti.

Sulle tavole di Biassa impera il pesce, come il polipo di Tellaro, condito con prezzemolo tritato, aglio e olio d’oliva, mentre nel centro del golfo, Spezia risponde con i gianchetti o bianchetti, bolliti appena appena e accompagnati con olio d’oliva.
DOVE MANGIARE
Trattoria I Contadini, Spezia
Popolare, affollato e squisita cucina locale. In stagione, i cuochi Massimiliano e Paolo Vannucci propongono il loro cavallo di battaglia, i tradizionali muscoli ripieni (e non chiamateli “cozze”…) coccolati da un saporito sugo di pomodoro.

 

MILANO E I MONDEGHILI
Che la Madonnina ci accompagni nel nostro weekend del “bello e del gusto”!
Milano ci offrirà spunti e idee per mille attività, dai suoi musei alla movida della Darsena, dalle residenze storiche alle boutique di moda e i negozi trendy che animano la Piazza, la Galleria, Brera, I Navigli e le aree tendenza come la Bicocca, Nolo, Via Tortona e il Quadrilatero della Moda.

I mondeghili sono un piatto della tradizione meneghina con infinite varianti, a cominciare dall’impasto che può essere di salsiccia o mortadella o patate lessate. Ultimamente, seguendo la tendenza ‘green’ possono essere ripieni di verdure o farciti con scamorza affumicata e zucchine fritte e poi saltati con salvia e burro.
DOVE MANGIARE
Osteria del Treno
Storico locale nato nel 1877 come circolo di mutuo soccorso per i ferrovieri, trasformatosi in un elegante ambiente stile liberty dalle balconate in ferro battuto sorrette da colonne in ghisa e utilizzato come spazio per attività culturali e … non solo (nel 1981, diventò l’Aphrodite, un cinema a luci rosse).Attività culturali ed eventi mondani proseguono ancora oggi, tra sfilate di moda, lezioni di tango, teatro,  musica jazz, folk e dialettale, il tutto sotto la regia dell’ incomparabile ‘oste’: Angelo Bissolotti. Nel cartoccio troverete dei mondeghili degni della storia del locale….

TORINO E IL BONET
Molti i luoghi da visitare, io ne ho scelti due e mi sono avventurato in un affascinante viaggio attraverso il Palazzo Reale e la dinastia dei Savoia. Ho scoperto appartamenti mozzafiato, la Biblioteca, l’Armeria, la Galleria Sabauda, ​​il Museo Archeologico e la vicina Cappella Guarini della Sacra Sindone recentemente riaperta al pubblico. a pochi minuti dal centro  vi aspetta la grandiosità della Reggia di Venaria, dove monumentali residenze e giardini reali sabaudi ospitano uno dei centri più importanti per l’arte e la cultura in Italia.Sono rimasto incantato dalla magica Sala di Diana, dall’enorme complesso delle Scuderie, dalla maestosa nave d’oro Bucintoro.

E per finire in dolcezza…
La tua meta è il negozio di Guido Gobino dove troverai il cremino al sale, una pralina di cioccolato arricchita con sale integrale e olio extravergine di oliva, premiata nel 2008 come miglior pralina del mondo dalla prestigiosa London Academy of Chocolate.
Trionfa il bonet (o bunet) è un dolce ala cioccolato tipico della cucina piemontese. Si tratta di un budino da servire come dessert a base di cacao, amaretti e caramello. Un irresistibile peccato di gola… Vi basterà dare un’occhiata al mio video……

 

 

 

 

 

 




ARRIVA L’UOVO DI PASQUA! Scopriamo le capitali del cioccolato

ARRIVA L’UOVO DI PASQUA!

di Cesare Zucca —
Che sia bianco, al latte o fondente, all’arancia o ai lamponi, al pistacchio o alle nocciole… l’uovo pasquale è da sempre un’ irresistibile delizia per il palato e un simpatico divertimento nello scoprire la sua sorpresa all’interno.
Cosa ne pensate di un weekend “del bello e del gusto”, visto che. oltre le bellezze artistiche del luogo, potrete scoprire meravigliose capitali del cioccolato, come Torino, Perugia, Zurigo, Vienna, Brussels, Parigi, senza dimenticare eccellenti mete ” cioccolatose” nel mondo come Argentina, Messico, Perù.

UN PO’ DI STORIA
La storia racconta che l’ arte di decorare le uova risalga al Trecento. Erano rivestite da una foglia d’oro e costituivano un prezioso regalo tipico della Pasqua, A raffinare l’arte della decorazione, Peter Carl Fabergé, orafo alla corte dei Romanov creò delle uova dipinte con smalti e abbellite con pietre preziose, diventate poi oggetto di collezionismo. Le prime uova di cioccolato furono realizzate da David Chaillou, primo mâitre chocolatier francese, su ordinazione di Luigi XIV. Da allora l’uovo ne ha fatta di strada… fino al 1823 , quando Francois Luis Cailler rese il cioccolato più manipolabile, mentre Daniel Peter riuscì a combinare il cioccolato con il latte. L’olandese Coenrad Van Houte nel 1825, infine, inventò la tecnica del dutching: un procedimento in grado di separare i grassi dal cacao dando ufficialmente il via alla produzione di uova di cioccolato.

UOVO INTERNATIONAL
Senza dubbio l‘usanza paquale di allietare la tavola con le uova (di cioccolato e non solo) è una delle tradizioni più amate al mondo: In Polonia troviamo le cosidette pisanki, uova sode dipinte in maniera davvero originale e abbellite con la cera, a Bariloche, Argentina troviamo Mamushka, la casa dei deliziosi ovetti cremosi mentre ogni anno.viene preparato un gigantesco uovo di cioccolato alto 10 metri, In Messico furoreggiano i cascarones. uova svuotate  e riempite di coriandoli colorati, mentre tuorlo e albume vanno a finire in ricche tortillas alla carne o ai legumi.
A Oaxaca spiccano cioccolaterie artigianali , come La Soledad, El Mayordomo, La Casa del Chocolate .Gli abitanti di Washington DC (Presidente compreso) animano la Pasquetta con The White House Easter Egg Roll un antico gioco che premia l’abilità di far scivolare le uova sull’erba enza romperle. Non è di meno la Svizzera che a Rougemont espone gigantesche uova di cioccolato , come fossero delle sculture, Berna ospita la sfida eierütschen che consiste nel rompere con la punta di un uovo sodo il guscio delle uova degli avversari, mentre Zurigo festeggia zwänzgerle dove gli adulti provano a rompere le uova colorate dei loro bambini lanciando una monetina contro il guscio. Controbatte la Germania con Schokoladenmuseum per offrirti un’esperienza sensoriale,interattiva con tanto di fontana da cui zampillano chili di cioccolato! Girando nel centro storico di Vienna non ti sarà certo difficile imbatterti in deliziose cioccolaterie. Richiestissimo l’uovo dell’Imperatrice Sissi.

La “caccia all’uovo” diventa globale
In Inghilterra, in epoca vittoriana, è nata  Easter Egg Hunt una festa dedicata ai più piccoli, che li vede impegnati un una vera caccia al tesoro per trovare minuscole uova, nascoste  qua e là dai familiari, camuffati da Coniglietti Pasquali.

Questo gioco, è diventato popolare in tutto il mondo, anche a San Candido, nello splendore delle Dolomiti, dove il Coniglietto ha nascosto delle uova rosse nelle vetrine dei negozi. Tanti premi per chi le trova. La “caccia all’uovo” quest’anno sarà celebrata anche online con il Worldwide Hide dove chiunque può “nascondere” digitalmente un uovo in qualsiasi parte del mondo che potrà essere trovato usando Google Maps.

San Candido, Dolomiti, Caccia all’uovo in vetrina

IN ITALIA
Benvenuti nella Chocolate Valley, “cioccolatosa” vallata tra le provincie di Prato, Pisa e Pistoia ospita prestigiose aziende cioccolatiere artigianali dislocate a Cascine di Buti, Agliana e Monsummano Terme.  Puntiamo sull’Umbria: a Perugia la Casa del Cioccolato Perugina vi porterà in un magico viaggio alla scoperta del “cibo degli Dei” Il percorso ha inizio dal Museo Storico, prosegue nella dolce sosta degli assaggi ed arriva nel cuore della Fabbrica. Per un dolce ricordo il fornito gift shop propone alcune creazioni esclusive.

Perugia. Foto © Cesare Zucca

Eccoci a Torino, certamente capitale storica del cioccolato, qui infatti nacquero il Bicerin, settencesca bevanda a base di cacao, i cioccolatini gianduiotti abbinati a una particolare nocciola delle Langhe e l’iconica Nutella, crema di gianduia ideata dalla famiglia Ferrero, molto probabilmente, uno dei marchi Made in Italy più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

Torino, lo storico bar Al Bicerin

Gran finale a Milano,dove i Maitre Chocolatier fanno a gara per proporre l’uovo più bello.più originale e più gustoso. Fabrizio Galla, Pasticceria Marchesi, Cova, Martesana, Gattullo, Olivati, solo per nominarne alcuni.

Il titolo di “Re del Cioccolato” spetta al grande Maitre Chocolatier Ernst Knam che nella sua boutique milanese sforna uova sublimi, idee mozzafiato e vetrine da Oscar che esponfono piccole opere d’arte che deliziano il palato ma anche la vista.
Secondo voi, mi sono fatto mancare una visita al suo negozio milanese di Via Anfossi e soprattutto un’intervista tutta “uovo pasquale”?

Ciao Ernst, qual è il tuo primo ricordo dell’uovo pasquale?
Avevo 6 anni, In Germania. Papà era un fioraio e avevano un’enorme serra. Il giorno di Pasqua papà nascondeva qua e là degli ovetti di cioccolato e al suo fischio iniziava la “caccia”. Eravamo cinque bambini, ricordo le corse per quei bei campi pieni di tulipani e la felicità di trovare le uova.
La “caccia” continua ?
Si, è una tradizione che ho voluto riprendere per i miei figli qui a Milano, dove purtroppo il giardino è più piccolo ma il divertimento è assicurato
Sogni mai il cioccolato?
Praticamente tutte le notti…probabilmente per chè sono dentro al cioccolato dalla mattina fino alla sera. Lo sogno spesso come un simbolico treno, emblema di salute ma anche simbolo sexy, un treno che corre su questi due binari che finiscono per incontrarsi in un momento di amore.
Hai un sogno nel cassetto?
Si, vorrei riavere 35 anni con l’esperienza di oggi.
Le tue “mete del cioccolato” preferite?
In primis il Perù, il 90% delle mie creazioni sono a base del meraviglioso cioccolato della zona di Cuzco, Machu Picchu a 4000 mt di altezza.
Qualche meta europea?
Il Belgio: nella piazza centrale di Bruxelles ci sono i più famosi cioccolatieri belgi e poi Parigi in dove posso incontrare Patrick Roger, che considero una vera eccellenza ho molti punti in comune, per esempio pochi coloranti e la fantasia delle sue meravigliose vetrine, beh, anche le mie non sono niente male… E come meta finale..(sorride) aggiungerei Milano, da Knam….
Come sono le tue uova per la Pasqua 2024?
Con molto sense of humour, buffi galletti, coniglietti, ranocchie, pecorelle e giochi trompe-l’œil, come il nuovissimo  “Uovo Knam” decorato con sfumature rosate e con la tecnica del Pollock, alla cui cima troviamo un ovetto realizzato con una sfera con camicia in cioccolato bianco e ripieno al caramello salato, il tuorlo dipinto di giallo con colori naturali In vetrina ho voluto l’Uovo Kactus (con la K….) in cioccolato fondente a forma di cactus, spruzzato con sfumature di verde e grattato con la tecnica effetto legno. molto messicano, decisamente ironico. Penso che oggi  l’ironia sia elemento importante, già viviamo già vivamo in un mondo triste e cattivo, per me il cioccolato deve sempre portare un senso di serenità e io sono una persona estremamente positiva.
Ernst, si ricicla tutto, come riciclare pezzi avanzati dall’uovo?
Possiamo fare una mousse al cioccolato o una Sacher oppure, se vogliamo andare sul semplice,  una buona cioccolata calda.
Ci regali la ricetta?
Certo. Portate a ebollizione 200 ml di latte, unite 150 g di pezzetti di cioccolato fondente, fate sciogliere fino a ottenere la densità voluta, se è troppo liquida aggiungete del cioccolato, un pizzico di cannella. Serviite in tazza con un top di panna montata. Ecco un’ottima cioccolata calda con gli avanzi delle uova di Pasqua. Buone Feste!




Topolino, Popeye, Tom e Jerry, Pippo, Nonna Papera e Company… tutti ai fornelli!

di Cesare Zucca —-
Festeggiamo la “Nona Arte” … a tavola!
Pittura, Scultura, Architettura, Musica, Poesia, Danza, Teatro, alle tradizionali sette “belle arti”
si è aggiunta la Fotografia  e finalmente la “Nona Arte”: un linguaggio artistico che si esprime attraverso i fumetti, capaci di combinare le immagini con il testo e attraverso i cartoni animati, opere audiovisive d’animazione.

DISNEY & COMPANY…  AI FORNELLI
Piatti fumanti, pentole sul fuoco, ricette attraenti, impiattature strabilianti: fumetti e cartoni animati sfidano gli chef stellati e ci regalano delizie gastronomiche dall’ aspetto talmente accattivante da farci venire l’acquolina in bocca… anche se non sono reali! Basti citare  le bisteccone contese da Tom e Jerry,  il tradizionale tacchino del Giorno del Ringraziamento al barbeque degli Antenati, oppure la deliziosa frittata di Remy, il protagonista di Ratatouille, un topolino che in cucina ci sa fare.

Vi piacciono le ciambelle? Ecco, appena sfornati i donuts dei Simpson ricoperti di glassa rosa e confettini colorati, Irresistibili!

E i Puffi blu? Il loro cibo preferito sono i piatti a base di salsapariglia, una pianta  a bacche rosse che esiste davvero e che ha un’azione diuretica, depurativa, espettorante ed emetica.Per non parlare del valore nutrizionale degli spinaci, ne sa qualcosa Braccio di Ferro Popeye che, proprio negli ultimi minuti di uno scontro, quando tutto sembra perduto, tira fuori una lattina di spinaci, la mangia e stravince

I fumetti ci regalano tanti piatti che illustrano ricette della tradizione, che raccontano storie di ristoranti o che narrano le peripezie di grandi chef stellati, non si salva nemmeno  Antonino Cannavacciuolo che nei fumetti di Topolino diventa Paperaccioulo (schiaffone compreso…)

I CLASSICI DI WALT DISNEY A TAVOLA
Papà Disney deve essere stato certamente una buona forchetta… niente è più memorabile della romantica cena di Lilly e il Vagabondo, alle prese con il più classico dei piatti italo-americani: spaghetti e polpette.

Alice nel paese delle meraviglie, ci ricorda che biscotti non possono parlare  ma le loro golose scritte “mangiami” e ” provami” sono sufficienti per suscitare l’interesse di chiunque si avvicini…
Nella Principessa e il Ranocchio, niente sa di New Orleans più della combinazione di gumbo e beignets, classica specialità della Luisiana, dove vengono serviti con una ricca cioccolata : un incontro paradisiaco.

Arriva il dessert! Abbiamo visto torte a uno, due, tre piani…ma se ce ne fossero dieci in più? Solo una vera Bella Addormentata potrebbe mangiarla e tornare a dormire subito dopo….E cosa dire del momento gourmet nella Bella e la Bestia, quando arriva sullo schermo lo scoppientante Chef Candeliere che ci tenta con “Qualcuno gradisce degli stuzzichini?. Non c’è bisogno di piatto o forchetta, basta prenderli con le dita e metterli in bocca”
IL DOLCE PIU’ CELEBRE?
Per un pranzo dal gran finale, niente di più disneyano della classica “Torta di mele di Nonna Papera” un “apple pie” che si presenta come un guscio di pasta frolla riempito da tante mele al profumo di cannella, servita con una pallina di gelato alla vaniglia, proprio come fanno le nonne americane, a cui ho rubato le ricetta….
Eccola !
LA “APPLE PIE” DI NONNA PAPERA

Ingredienti
Per la pasta brisè • 125 g Burro • 250 g Farina 00 • 3/4 cucchiai Acqua fredda
Per il ripieno • 4 Mele • Cannella in polvere • Succo e scorza si mezzo limone • 80 g Zucchero semolato • 1 cucchiaio Farina
Preparazione
La base in pasta brisè. Potete anche acquistarla al supermercato.
 In una ciotola capiente inserite la farina e il burro ben freddo. Impastate fino ad ottenere un impasto sbricioloso.
 Piano piano iniziate ad aggiungere dei cucchiai di acqua molto fredda fino a quando il composto non diventerà ben solido. In seguito avvolgete la pasta nella pellicola trasparente e riponetela per circa un’oretta in frigorifero, per farla ben solidificare.
Il ripieno
Grattugiate la scorza mezzo limone, e spremetelo. Tagliate le mele in fettine e inseritele in un contenitore con il succo di limone, la scorza, lo zucchero semolato, la farina e la cannella. Mescolate il tutto e lasciate insaporire. Dopo circa un’oretta in frigo, tiratela fuori e dividetela in due parti uguali
, stendetene metà con il mattarello per darle una forma circolare. Dopo questa operazione, inserite della carta forno nello stampo per torte  e appoggiate sopra di essa la pasta brisè che avete steso, poi inserite all’interno il ripieno. Ora stendete l’ altra metà della pasta e ricoprite il ripieno della torta. Modellate i bordi per andarla a chiudere. Eseguite cinque taglietti al centro della torta, e spennellate la torta con il tuorlo dell’uovo.
 Infornatela nel forno preriscaldato a 180°. per 45 – 60 minuti.
Buon Appetito da Nonna Papera!

Volete sapere di più sul mondo dei fumetti? Siete fan dei cartoni animati?
Ecco il link al nostro articolo “Fumettomania, la Nona Arte conquista il mondo”

FUMETTOMANIA: tutto il mondo celebra la “Nona Arte”




FUMETTOMANIA: tutto il mondo celebra la “Nona Arte”

di Cesare Zucca —-
Conoscete tutte le “Belle Arti”?
Pittura, Scultura, Architettura, Musica, Poesia, Danza, Teatro.
Perlomeno, erano queste fino a qualche tempo fa, poi si è aggiunta la Fotografia  e finalmente la “Nona Arte”: un linguaggio artistico che si esprime attraverso i fumetti, capaci di combinare le immagini con il testo e attraverso i cartoni animati, opere audiovisiva d’animazione.
I personaggi e gli eroi dei fumetti e dei film d’animazione, veri protagonisti della “Nona Arte”, hanno ispirato moda, design e sono giustamente finiti in prestigiosi musei in tutto il mondo.

Moda e fumetti nelle creazioni di Thierry Mugler

Pronti per il nostro tour ?
Partiamo da Bruxelles, dove, passeggiando nelle vie del centro, scoprirete giganteschi murales che riproducono i personaggi più famosi del mondo dei fumetti nati in Belgio.  Visit Brussels, ha creato una vera e propria mappa per seguire un percorso tappezzato da coloratissime graffiti che fanno rivivere i personaggi e gli eroi dei fumetti .


Più avanti troverete il Museo del Fumetto (Centre Belge de la Bande Desinée o CBBD) locato nel tempio dell’art neouveau, progettato da Victor Horta. Non mancano le storie segrete (e blu…) dei Puffi,  dell’ intrepido  Tintin e del simpatico combinaguai Gaston Lagaffe.


Nel gift store troverete un paradiso di gadget: mini puffi, libri, statuine e gli eroi dei fumetti a grandezza naturale. Impossibile non cedere a un selfie con vostro preferito , Il mio è l’impavido e coraggioso Tin Tin. Poco più in là, il Museo Marc Sleen fumettista noto per le sue serie Le Avventure di Nero. Qui troverete la ricostruzione del su atelier e tantissimi bozzetti del suo lavoro. Ingresso gratuito.

Continuiamo per poi sfociare nel Comic Art Museum, meravigliosa casa in stile Art Nouveau che onora i creatori e gli eroi della “Nona Arte” con mostre permanenti e temporanee che consentono ai visitatori di scoprire gli innume revoli aspetti del fumetto.

Comic Art Museum, Bruxelles

Eccoci a Londra , epicentro della creatività e dell’arte grafica. il Cartoon Musem, ospita più di  6000 cartoni animati, fumetti originali e una biblioteca di oltre 8000 pubblicazioni che documentano la storia dei fumetti britannici dal XVIII secolo fino ai giorni nostri.Puntiamo verso il Giappone, i cui personaggi-robot sono celebrati al Museo Doraemon, a Kawasaki, mentre la città di Machida Tokyo, dedica le sue gallerie al grande fumettista Charles M. Schulz e ai suoi mitici Charlie Brow, Linus e un gigantesco Snoopy che vi accoglierà… a bocca spalancata.

La California ci aspetta!. A San Francisco Il Cartoon Art Museum  si è dedicato alla conservazione e all’esposizione di tutte le forme di arte dei cartoni animati attraverso fumetti, disegni politici, vignette editoriali, schizzi concettuali e racconti underground oltre  a illustrazioni di serie TV e film prodotti da Warner Bros., Walt Disney Co., Filmation, Nevlana Studios e Hanna-Barbera, per un totale di oltre 6.000 pezzi originali.
A Boca Raton, Florida vi aspetta il The International Museum of Cartoon Art che nella sue gallerie ospita lavori di Thomas Nast, Richard Outcault, Hal Foster, Walt Disney and Chuck Jones.  Los Angeles è la città del cinema e degli Oscar. Nella magica notte degli Oscar, molte statuette sono state assegnate a film di animazione, tra cui Frozen, Inside Out, Toy Story fino al Pinocchio di Guillermo del Toro, premiato nel 2023.
Chi sarà il prossimo?

Torniamo In Italia, a Cosenza, all’interno dell’antico monastero di Santa Chiara, troviamo Il Museo del Fumetto, il primo nel mezzogiorno e l’unico in Italia. La cospicua collezione permanente vanta firme prestigiose tra cui Milo Manara, Gilbert Shelton, Coco di Charlie Hebdo, Tanino Liberatore, Ivo Milazzo, Davide Toffolo, Angelo Stano e Max Frezzato. Il percorso di visita segue un ordine tematico e si snoda su quattro livelli principali: al piano superiore, la grande sala espositiva che ospita la cupola di copertura dell’antica chiesa di Santa Chiara, a dimostrazione del forte legame tra la contemporaneità delle esposizioni e l’antichità del luogo che le ospita.

Pordenone ospita PAFF! International Museum of Comic Art che promuove la divulgazione dell’arte e della scienza attraverso lo strumento facilitatore del fumetto che, tramite un linguaggio intuitivo e giocoso delle immagini, offre esposizioni temporanee, corsi di formazione, percorsi ludico-didattici, eventi e conferenze per varie fasce di pubblico.
Non poteva mancare Milano, che ospita WOW Spazio Fumetto dedicato all’illustrazione e all’immagine animata, creato e gestito dalla Fondazione Franco Fossati con la missione di recuperare la memoria collettiva di della “Nona Arte” e ospita sale espositive, incontri con autori, presentazioni, convegni, giochi, spettacoli teatrali concerti e proiezioni. È aperto al pubblico nel pomeriggio, mentre la mattina si svolgono le attività didattiche per le scuole. La sede dispone di una sala di lettura aperta al pubblico, di una libreria e di un punto di ristoro (caffetteria Boom), aperta anche oltre la chiusura delle sale di esposizion. Tra le prossime mostre, il museo ospiterà 130 tavole originali di Gianni De Luca, uno dei maggiori artisti italiani del Fumetto.. Davvero… “wow”!

Siete affascinati dal magico mondo del fumetto? Siete dei buongistai?
Non perdetevi il prossino speciale ” Fumetti Food” dedicato alle delizie culinarie nel mondo del fumetto e del cinema di animazione.

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

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BOTTICINO: MARMO, AUTO, CIBO, VINO E… CALZE CHIC

di Cesare Zucca

Benvenuti a Botticino, piccolo comune nella provincia di Brescia ai piedi delle prealpi bresciane in una posizione pittoresca, sovrastato dal Monte Maddalena e circondato da numerose colline su cui sorgono vigneti e uliveti.
E’ la patria del pregiato “marmo botticino”, caratterizzato dall’estrema compattezza, con bassi valori di assorbimento e porosità, idoneo all’impiego all’esterno e rinomato per le sue caratteristiche meccaniche quali la resistenza alla compressione, alla flessione e all’usura. Per l’indiscutibile bellezza e le grandi doti di resistenza, è dunque considerato un marmo pregiato.
Utilizzato fino dai tempi dei Romani per edificare nell’antica Brixia, fino al XVII secolo nella Repubblica di Venezia, fino a costruzioni più recenti, comel’Altare della Patria a Roma, il Teatro alla Scala a Milano, la Casa Bianca a Washington, il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, il Parlamento di Vienna, e il Basamento dell’ iconica Statua della Libertà.
Prima tappa del nostro weekend sarà proprio il Museo del Marmo di Botticino, che si snoda attraverso l’area interessata da precedenti cave e offre una vasta panoramica di attrezzi, foto e documenti relativi al mondo delle cave. Un viaggio dalla geologia alla trasformazione artistica, dalla storia estrattiva al trasporto, alla memoria storica fino alla memoria locale. Il museo organizza interessanti tour che, oltre agli spazi museali, vi portanteranno nel cuore delle cave di marmo.
NEL CALICE
Il botticino è un marmo molto importante anche per la viticultura, infatti nel terreno si trovano altissime percentuali di calcare, carbonato di calcio e altri minerali che insieme alle argille danno origine alle tipiche Marne. I minerali poi assorbiti dalle piante contribuiscono alla struttura conferendo sapidità e eleganza. Ne sanno qualcosa le attivissime sorelle Alessandra e Rossella Noventa che coltivano viti con i metodi dell’agricoltura biologica.

Alessandra e Rossella Noventa

Il cavallo di battaglia di Noventa è “L’ Aura”, un rosato giovane, fresco, profumato e minerale. Secco, elegante, sapido, persistente, è un perfetto condimento per piatti di pesce di lago, di carni bianche e vegetariani. Tra i loro gioielli troviamo il rosso “Ulivi” 2020, premiato come il più “green” tra le guide vini Slow Wine di Slow Food.
MARMO, VINO E… CALZE!
Si, a Botticino scoprirete uno dei calzifici più prestigiosi d’Italia, che da oltre settant’anni rappresenta una nicchia di mercato di altissima gamma e massima espressione artistica. Si tratta di DèPio, fondato nel 1949 dall’inventore Pio Chiaruttini che per primo brevettò brevetto l’immaglio dell’elastico nella calza. Un’invenzione rivoluzionaria che decretò la fine della giarrettiera. Oggi DèPio è guidato dalla figlia Mary e dai figli, Elisabetta e Giordano, produttori di griffatissime collezioni da donna, che sfilano sulle passerelle più prestigiode del mondo, coprendo una nicchia di mercato di altissima qualità.
Le creazioni di DèPio sono frutto di una ricerca incessante e di una massima espressione artistica, piccole opere d’arte dai filati pregiati, che vanno dalla pura lana all’alpaca, al cachemire, alla lana del bufalo tibetano sino ad arrivare al pelo di cervo, veri pezzi cult che si aggirano sui 300 euro al paio.
Ho curiosato nel loro laboratorio e ho visto creazioni per nomi stellari della moda internazionale (che per accordi con le griffes non posso rivelare) ma che presto ammirerete nelle riviste di moda.
Quali saranno le tendenze moda 2024?
La donna indosserà sexy collants coloratissimi e semi trasparenti mentre l’uomo porterà calzini scuri, a righe, pois o ispirati a disegni decò, come i calzini in seta “Del Vate” dedicati a Gabriele d’Annunzio. icona di stile e eleganza.DA VEDERE
Palazzo della Canonica
Costruito nel 1765. Sul portale in bugnato, con cancello in ferro battuto, spicca lo stemma di famiglia dei parroci don Pietro e Francesco Morari, fautori dei lavori della nuova chiesa.
Chiesa della Santissima Trinità
Sul colle di San Gallo, adiacente all’ex monastero omonimo, nato intorno al 110, da tempo immemore luogo di devozione della popolazione della frazione San Gallo, così come la Madonna con Bambino, statua lignea risalente ai primi del Seicento.
Basilica minore di Santa Maria Assunta
Arricchita da altari marmorei e pale d’altare nei secoli XVII, XVIII, XIX e XX, Chiesa dei Santi Faustino e Giovita
L’antica chiesa parrocchiale
È da ritenersi l’edificio sacro di più antica fondazione di tutta la Valverde, eretto attorno all’VIII secolo. Ospita o tre cicli pittorici eseguiti nei secoli XV, XVI e XVII
Teatro Centro Lucia
Futuristico complesso polifunzionale articolato su tre piani e una terrazza-sala “a cielo aperto”, con straordinaria vista sul paese, sulle cave e sulle montagne.Museo 1000 Miglia
Spettacolare passerella di auto storiche avvolte da allestimenti e scenografie che richiamano, agli occhi dello spettatore, i vari periodi ed epoche storiche toccati dalla corsa. Gift shop dedicato ai gadget, oggetti e abbigliamento della Mille Miglia e non solo. Potrete trovare l’abbigliamento da pilota come ad esempio tute, cuffie, caschi con visiera, occhiali, guanti e il merchandising delle principali case automobilistiche.
Nella libreria del museo troverete molte pubblicazioni sul mondo delle corse automobilistiche e diversi libri dedicati a marchi specifici e modelli particolari.Aperto anche nei week-end, una vera istituzione per il mondo dell’auto d’epoca.

La prima Luna
Sale divertimento per i più piccoli che si perderanno per ore a giocare nella sala gonfiabili e altre coinvolgenti attrazioni che mentre i genitori si gustano pizza e birra in beata pace sapendo che i loro figli si divertono un mondo.FAME?
Cascina Brugnola, Rezzato
Antica e solida struttura di campagna nel mezzo di un’ oasi di verde.
Chef Giuseppe Pasini propone una cucina dal tocco mediterraneo/internazionale, caratterizzata da piatti di carne e di pesce.

Giuseppe Pasini

Il suo menu predilige ricette semplici e nello stesso tempo sofisticate, sempre con attenzione alla qualità dei prodotti e alla stagionalità e sempre mantenendo certi ingredienti e piatti tipici del territorio, come il formaggio bagoss, il manzo all’olio, lo stracotto di pecora, il carpaccio di cervo marinato e la tipica maialata con cotechino e fagioli, a cui lo Chef dedica delle serate speciale a tema.
Oltre ai piatti in menù vi saranno proposti gustosi “fuori carta” in base alla disponibilità di prodotti freschi di stagione come il delizioso coniglio disossato e porcini o il risotto al tartufo bianco o nero, a secondo della stagione.
Trattoria Cave
Ambiente familiare e accogliente, ricca di piatti della cucina tipica Bresciana paladina dei sapori di una volta, tra cui i classici casoncelli di bagoss, di cinghiale o di cervo
Trattoria Antico Sole
Ambiente rustico, tovaglie a quadretti, ottimi taglieri di salumi, più trattoria di così…

Un particolare ringraziamento alla mia agguerrita guida Francesca Facchetti, bresciana doc.

  CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

 

 




SAN VALENTINO, IL MONDO FESTEGGIA AMORE E CIOCCOLATO

—— di Cesare Zucca  —–

Rose rosse, fiumi di cioccolato e tanto amore !
E’ San Valentino, festività che proviene dall’antica tradizione romana dei Lupercali, feteggiamenti pagani che vennero assorbiti dalla tradizione cristiana, trasformandoli nel giorno dedicato al Santo protettore degli innamorati.

Oggi la Festa di San Valentino viene celebrata in tutto il mondo con tante usanze diverse: nel Regno Unito, il motto è “ Love is in the air”, le coppie si scambiano fiori, cioccolatini e gioielli in romantiche cenette a lume di candela. In Sud Corea e Giappone sono le donne a regalare dolci e cioccolatini ai loro innamorati che, esattamente un mese dopo, faranno lo stesso ragalando dolcetti e mazzi di fiori alle loro donne. In Peru San Valentino è il giorno più romantico per sposarsi e tante coppie scelgono proprio questa data per regalarsi orchidee e unirsi in matrimonio.

E se l’innamorata o l’innamorato non ce l’hai?
No problem: in Finlandia di divertono anche i “single”, qui infatti la festa è diventata il “Friend’s Day” dove tutti vengono coccolati con bigliettini e cioccolatini. Gli innamorati negli USA non hanno mezze misure quando si tratta di mostrare al partner il proprio amore. Il “Valentine’s Day” è davvero un gran business, bob solo cioccolato, ma anche creme di bellezza, sapone, shampoo e mille altri prodotti , tutti al seducente sapore di cacao.Si, gli americani ogni anno spendono 18 miliardi di dollari in bigliettini e gadgets targati “I Love  You”

Naturalmente il cioccolato  è la superstar della Festa: Il dolce seduttore conquista il mondo, sfila in passerella, veste la Barbie, si tuffa nell’oro, cura la pelle, diventa esperienza olistica e massaggio tendenza e protagonista di eventi dedicati alla cultura del cacao, come la manifestazione ChocoLOVE che vuole raccontare il cioccolato, sensibilizzare il concetto di Amore coinvolgendo i campioni della cioccolateria, pasticceria, gelateria, caffetteria e ristorazione, tra cui Enric Rovira, eclettico maestro Catalano, Simona Solbiati elegante maestra del cioccolato a Milano, Arianna Facci con il suo cioccolatino Equlibrio che con il gelato Baci di Pessione di Mauro De Comite,  Denis Buos e il suo progetto Gelato e Pasticceria sociale che vuole dare lavoro a persone con disabilità e vittime di violenza.

ChocoLOVE, Palazzo Bovara, Milano

Il “Re del Cioccolato” Ernst Knam ha voluto coccolare tutti gli innamorati e non solo: Il suo “Box Amour”, cioccolatini a forma di cuore rosso con salsa al lampone e ganache al fondente, Lecca Lecca al cioccolato fondente arricchito con la scritta “LOVE” in cioccolato bianco, Biscotto LOVE farcito con cremino al rum e Lollipop  in cioccolato bianco, farciti con cremino alla nocciola.
Che delizia!


Il “Box Amour” di Ernst Knam

I più grandi Maitre Chocolatiers del mondo si sbizzarriscono nel creare i loro gioielli al  cioccolato. Trionfano i cuori, forieri di messaggi romantici come “Kiss Me” ” My Love” e naturalmente…”Ti voglio bene”

I “CuorI scrigno ” creatI dal Maitre Chocolatier Ernst Knam. Racchiudono nocciole ai tre cioccolati: fondente, al latte o bianco.

CHOCOLATE SPA
Avete mai provato un massaggio… al cioccolato?
E’ un’esperiena olistica davvero unica! A cominciare dal massaggio alla mousse di cioccolato creato da Irina Pritsker un’esperta di fama internazionale  “Il cioccolato e’ ricco di proprieta antiossidanti , racconta Irina, e quindi un alleato antinvecchiamento. Contiene caffeina che pulisce idratata e nutre la pelle, combatte lo stress e rilassa.
E’ caratterizzato da movimenti lenti e circolari in modo da permettere al corpo di assorbire la teobromina. Quest’ultima è in grado di favorire il corretto flusso della circolazione sanguigna, oltre ad agire come antiossidante e anti cellulitico.

PROFUMO DI MODA
Insomma, il cioccolato è di moda e viene festeggiato in festival e show in tutto il mondo: Londra, Parigi, Bruges, Melbourne, New Brunswick, mentre la manifestazione Eurochocolate festeggerà 30 anni di attività partendo da Avellino, per approdare a Marzo e Ottobre a Perugia, terra natale dell’evento, con le due tradizionali edizioni: primaverile e autunnale.

Da tutto il mondo ci arrivano dolci tentazioni. A sinistra i cuoricini di Venchi, a destra, dalla Danimarca la proposta di Lakrids et Bulow

A sinistra , dalla illustre scuola belga arriva un cuore di praline firmate Neuhaus. A destra un box cioccolatoso di Mr. Whippy

A Dicembre i festeggiamenti si concluderanno in due “Terre del Cacao” Ecuador e Gabon. Non mancheranno nuove proposte, ricette inedite e idee sorprendenti. compresa una sfilata di moda con modelli e accessori firmati, tutti rigorosamente di cioccolato. Persino Barbie, sempre attenta alle tendenze moda, ha inserito nel suo ricco guardaroba un elegante abito di organza al profumo di cacao.

Barbie da collezione con abito al cioccolato fondente

E NEL CALICE?
La vostra cena romantica coronerà perfettamente l’ intimo ” tête-à-tête” con uno spumante rosè DOCG metodo classico al 100% Pinot Nero. Per celebrare l’amore, niente di meglio che un riferimento alla nostra terra, con un vino rifermantato in bottiglia a contatto con i lieviti per 36 mesi, per esaltare complessità e profodità al suo carattere. Ho scelto “Allure” della vinicola Sartieri che dal 1931 si distingue per vini di alta qualità, personalizzati su misura per i palati più esigenti. Sarà un’esperienza sensoriale unica ed indimenticabile, proprio come il vostro amore.

. IL GELATO AL CIOCCOLATO PIU’ CARO DEL MONDO ?
Senza dubbio è il “Golden Opulence” di Serendipity3 a New York. E’ guarnito da fiori, caviale, frutta e vaniglia ed è raccolto in una foglia d’oro 24 carati, costa 1000 dollari, compreso il calice baccarat e il cucchiaino in oro e madreperla da portare a casa come souvenir. Tra i clienti affezionati: Madonna, Jamie Foox, Jude Law, Nicole Kidman e Beyoncè.


il “Golden Opulence”di Serendipity3 , Il gelato al cioccolato piu’ caro del mondo

A questo punto non mi resta che augurarvi
“Felice San Valentino”
“Happy Valentine’s Day”
… e che questa meravigliosa Festa dell’Amore duri tutto l’anno!

Il più tenero dei baci, quello tra Minnie e Topolino, in un’opera dell’artista Sara Arnaoud @ Art Lux Gallery

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




FIUMICINO: la “periferia iodata” diventa un “paradiso gourmet”!

di Cesare Zucca —

FIUMICINO OGGI: MOLTO PIU’ DI UN AEROPORTO!

( in italian and english)
Scopriamo insieme questa città sul litorale tirrenico della metropolitana di Roma, a nord del delta del Tevere, che è diventata una meta del bello e del gusto.
DA VEDERE .
Episcopio di Porto: antico borgo medievale che, dopo lo spopolamento della città di Porto, nel medioevo l’episcopio divenne un luogo fortificato con funzione difensiva dalle incursioni saracene. Le colonne all’ingresso, provengono dalla vicina Necropoli di Porto, importante sito archeologigo dove furono scoperte quasi 150 tombe, e preziosi mosaici .

Episcopio di Porto

Entrando si accede al cortile interno, la parte più antica del borgo. Oasi di Porto transito strategico voluto dall’imperatore Claudio nel 42 d.C dal grande valore storico e archeologico. Museo delle navi romane: dove si ammirano oggetti storici e i resti di cinque navi romane ritrovate durante i lavori di realizzazione dell’aereoporto.

SPENDIDI MOMENTI “GREEN
La Riserva naturale Litorale Romani ospita due siti archeologici, la spiaggia Capotta e la marina di Palidoro. L’area di estende per oltre 16 mila e qui si possono ammirare molte specie di animali tra cui volpi, cervi, daini, falchi pellegrini, usignoli di fiume e tanti altri. L’oasi di Macchiagrande, un’area protetta gestita dal WWF, dove spiccano la “Pineta monumentale“, le “Vasche di Maccaresse” e il “Bosco Foce dell’Aronne“, veri gioielli di bellezza naturale incontaminata e rifugio faunistico. Isola Sacra, atollo artificiale creato sotto l’egemonia di Traiano realizzato grazie alla costruzione di un canale tra il Tevere e il mare.

Macchiagrande

Fiumicino riserva molte altre attrazioni: Castello di Torre In Pietra, la Torre di Palidoro, il Castello di San Giorgio, Torre Clementina, Area archeologica dei Porti Imperiali di Claudio e Traiano e non dimenticate di godervi una bella passeggiata lungo il litorale, magari all’ ora di un romantico tramonto

FIUMICINO “GOURMET: SCOPRI LA “PERIFERIA IODATA”
Cullata da un’aria insaporita dal mare, è nata “Periferia iodata”, un progetto che riunisce i ristoratori locali, impegnati nella scoperta, nella valorizzazione e nella tutela dei sapori, promozione del territorio, delle sue eccellenze enogastronomiche nonchè la diffusione della cultura culinaria di Fiumicino anche all’estero. Un mix di cucina di mare e della tradizione romana, innovati da nuove tecniche con proposte che vanno dal carpaccio di ricciola e carnacina, ai calamari arrostiti alle erbe di macchia, alle carote fermentate e infuso di calamari, agli spaghetti alle telline, ai broccoli e arzilla e molti altri.

Al progetto, iniziato dagli chef stellati Gianfranco Pascucci e Lele Usai, insieme a Marco Claroni e Benny Gili e ora presieduto da Marco Fiorucci, si sono poi aggiunti numerosi chef, uniti missione di far conoscere l’identità culinaria e territoriale di Fiumicino in tutto il mondo
DOVE MANGIARE
Torre Clementina è un lungo rettilineo che costeggia il molo dei pescherecci, costellato di ristoranti e trattorie di mare, pizzerie d’eccellenza, enoteche e pescherie. Potrete gustare i piatti tipici di Fiumicino, come la vaccinara di tonno, la coda alla vaccinara, pizza con porchetta e patate e gamberina fritta e naturalmente i succulenti primi della tradizione romana, come pasta all’amatriciana, carbonara e gricia.
Se Fiumicino è una delle nuove mete gastronomiche italiane grande merito è di uno degli Chef più importanti d’Italia: Gianfranco Pascucci. Il suo Al Porticciolo, stella Michelin dal 2012 è considerato tra i migliori ristoranti di pesce non solo del Lazio ma di tutt’Italia. Il menu “Come è profondo il mare“, valorizza sia le risorse del mare sia dell’entroterra.  Materia prima di ottima qualità, che lo chef tratta con precisione quasi orientale, facendo attenzione a non sovrastare mai l’ingrediente principale e a salvaguardarlo con temperature perfette. Dalla gallinella cruda con ceviche caviale Kaluga-Amur e zucchine, alla croccante tempura di calamari e ai gamberi viola, aromatizzati da erbe della macchia, essenze di agrumi e serviti su una mattonella di sale, fino a combinazioni più audaci, come il delizioso risotto ai gamberi, funghi porcini e mirtillo fermentato.

Gianfranco Pascucci e il suo risotto ai gamberi, funghi porcini e mirtillo fermentato.

Chef Lele Usai, al timone de’ Il Tino punta a una cucina contemporanea, territoriale, qualità  e stagionalità degli ingredienti, arricchita da tecniche di esecuzione all’avanguardia, raffinata nelle presentazioni. aperta ad elementi esotici mentre al Quarantunododici propone una cucina di mare legata al territorio e alle sue tradizioni. In aggiunta alla carta, c’è anche il “Diario di Bordo” che riassume la selezione del pescato più fresco.

Lele Usai

Sulle tavole di Fiumicino trionfano i piatti di pesce.
Chef Marco Ciaroni dell’ Osteria dell’orologio punta su una meticolosa ricerca del prodotto locale seleziondo anche varietà meno conosciute. Nel menu troviamo crudi, cotture classiche marinare, talvolts con echi asiatiici, salumi di mare e anche una bottarga di produzione propria.

Marco Ciaroni

E LA LISTA CONTINUA…
Allure, alterna mare, creatività e proposte pop. Un applauso ai dolci, vero must del locale. Malibu, pesce fresco garantito, La Marina, guidata da Alessandro Pietrini, Vista Fiumicino Darsena, dove i gamberi finiscono in una squisita pasta cacio e pepe. Follish: siamo a Fiumicino o Miami? Daniele Celso ci porta in un locale stile USA che, oltre che su cucina e cocktail punta molto sull’ambiente in stile cosmopolita.
PIZZA E PESCE ?
Sancho è una ruspante istituzione in voga dagli anni ’60, dove la classica pizza romana o quella padellino confermano al validità dell’ accoppiata “pizza e cucina di pesce” e lo dimostrano le spettacolari creazioni di Luca Pezzetta della Pizzeria  ClementinaDalla pizza ai gamberi rossi, crudo di gamberi viola o mazzancolle (a seconda del pescato del giorno) alla capricciosa di mare con prosciutto di tonno o ricciola fatto in casa, bottarga fatta in casa, stracotto di datterino,stracci di mozzarella di bufala, terra di olive e petali di carciofo alla giudia.
Vi è già venuta l’acquolina in bocca?
Quindi… niente male l’idea di un weekend a Fiumicino !

dCESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

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FIUMICINO TODAY: MUCH MORE THAN AN AIRPORT!
Let’s discover together this city on the Tyrrhenian coast of the Rome metro, north of the Tiber delta, which has become a destination for beauty and taste.
TO BE SEEN .
Episcopio of Porto: ancient medieval village which, after the depopulation of the city of Porto, in the Middle Ages the episcopio became a fortified place with a defensive function from Saracen incursions. The columns at the entrance come from the nearby Necropolis of Porto, an important archaeological site where almost 150 tombs and precious mosaics were discovered.

Episcopio di Porto

Upon entering you enter the internal courtyard, the oldest part of the village. Porto Oasis strategic transit wanted by Emperor Claudius in 42 AD with great historical and archaeological value. Museum of Roman ships: where you can admire historical objects and the remains of five Roman ships found during the construction of the airport.

SPEND “GREEN” MOMENTS
The Litorale Romani Nature Reserve is home to two archaeological sites, the Capotta beach and the Palidoro marina. The area extends for over 16 thousand and here you can admire many species of animals including foxes, deer, fallow deer, peregrine falcons, river nightingales and many others. The Macchiagrande oasis, a protected area managed by the WWF, where the “Monumental Pine Forest”, the “Vasche di Maccaresse” and the “Bosco Foce dell’Aronne” stand out, true jewels of uncontaminated natural beauty and wildlife refuge. Sacred Island, artificial atoll created under the hegemony of Trajan and created thanks to the construction of a canal between the Tiber and the sea.

Macchiagrande

Fiumicino has many other attractions: Torre In Pietra Castle, the Palidoro Tower, the Castle of San Giorgio, the Clementina Tower, the archaeological area of the Imperial Ports of Claudius and Trajan and don’t forget to enjoy a nice walk along the coast, perhaps at the time for a romantic sunset

FIUMICINO “GOURMET: DISCOVER   THE “IODIZED SUBURB”
Cradled by an air flavored by the sea,  was born PERIFERIA IODATA, a project that brings together local restaurateurs, committed to the discovery, valorization and protection of flavours, promotion of the territory, its food and wine excellences as well as the diffusion of culinary culture of Fiumicino also abroad. A mix of seafood cuisine and Roman tradition, innovated by new techniques with proposals ranging from carpaccio of amberjack and carnacina, to squid roasted with wild herbs, to fermented carrots and squid infusion, to spaghetti with cockles, broccoli and sprightly and many others.

The project, started by the starred chefs Gianfranco Pascucci and Lele Usai, together with Marco Claroni and Benny Gili and now chaired by Marco Fiorucci, was then joined by numerous chefs, united with the mission of making the culinary and territorial identity of Fiumicino known throughout the world

WHERE TO EAT
Torre Clementina is a long straight road that runs alongside the fishing boat pier, dotted with restaurants and seafood trattorias, excellent pizzerias, wine bars and fishmongers. You can taste the typical dishes of Fiumicino, such as tuna vaccinara, vaccinia tail, pizza with porchetta and potatoes and fried prawns and of course the succulent first courses of the Roman tradition, such as pasta all’amatriciana, carbonara and gricia.
If Fiumicino is one of the new Italian gastronomic destinations, great credit goes to one of the most important chefs in Italy: Gianfranco Pascucci.
Al Porticciolo, Michelin star since 2012, is considered among the best fish restaurants not only in Lazio but in all of Italy. The “How deep the sea is” menu enhances both the resources of the sea and the hinterland. Excellent quality raw materials, which the chef treats with almost oriental precision, taking care to never overpower the main ingredient and to safeguard it with perfect temperatures. From raw gurnard with ceviche, Kaluga-Amur caviar and courgettes, to crunchy squid tempura and purple prawns, flavored with bush herbs, citrus essences and served on a salt briquette, up to more daring combinations, such as the delicious risotto with prawns, porcini mushrooms and fermented blueberry.

Gianfranco Pascucci e il suo risotto ai gamberi, funghi porcini e mirtillo fermentato.

Gianfranco Pascucci and his risotto with prawns, porcini mushrooms and fermented blueberry.

Chef Lele Usai, at the helm of Il Tino, aims for contemporary, territorial cuisine, quality and seasonality of ingredients, enriched by cutting-edge execution techniques, refined in presentations. open to exotic elements while at Quarantunododici she offers seafood cuisine linked to the territory and its traditions. In addition to the paper, there is also the “Logbook” which summarizes the selection of the freshest catch.

Lele Usai

Fish dishes triumph on the tables of Fiumicino.
Chef Marco Ciaroni of Osteria dell’orologio focuses on meticulous research into local products, also selecting lesser-known varieties. On the menu we find raw fish, classic seafood dishes, sometimes with Asian echoes, seafood cured meats and even home-produced bottarga.

Marco Claroni

AND THE LIST GOES ON…
Allure, alternates sea, creativity and pop proposals. A round of applause for the desserts, a true must of the place. Malibu, guaranteed fresh fish, La Marina, led by Alessandro Pietrini, Vista Fiumicino Darsena, where the prawns end up in an exquisite cacio e pepe pasta. Follish: are we in Fiumicino or Miami? Daniele Celso takes us to a US-style venue which, in addition to cuisine and cocktails, focuses heavily on a cosmopolitan-style environment.
PIZZA AND FISH?
Sancho is a free-range institution in vogue since the 1960s, where the classic Roman pizza or the padellino pizza confirm the validity of the “pizza and fish cuisine” combination and this is demonstrated by the spectacular creations of Luca Pezzetta of Clementina.. From pizza with red prawns, raw purple prawns or prawns (depending on the catch of the day) to capricciosa di mare with homemade tuna or amberjack ham, homemade bottarga, datterino stew, shreds of buffalo mozzarella, ground of olives and artichoke petals Giudia style.
Is your mouth watering yet?
So… not a bad idea of a weekend in Fiumicino!




Il weekend fiorentino continua: scopriamo nuove bellezze e squisitezze stellate

di Cesare Zucca
La settimana scorsa vi abbiamo portato a Firenze per un fine settimana indimenticabile, ma un weekend fiorentino merita un altro capitolo per scoprire nuove bellezze, sorprese e squisitezze della la città soprannominata “Culla del Rinascimento”.
E’ noto, infatti, che è proprio questo il periodo storico che ha visto il fiorire nella città toscana di uno straordinario sviluppo letterario, artistico e scientifico.
A Firenze sono nati, hanno vissuto e sono passati moltissimi personaggi illustri e la città  conserva tracce dei suoi cittadini più illustri anche dove non ce lo aspetteremmo: non solo musei, ma anche strade, piazze, locali storici.
Da Dante a Michelangelo a Amerigo Vespucci e Giovanni da Verrazzano, da scopritori di nuove terre, fino a  vip contemporanei, come Gwyneth Paltrow, Michael Jordan, Tim Burton, Helena Bonham Carter, Russel Crowe, Sting , David Bowie, Richard Gere che ha ricevuto le chiavi della città in onore della sua lotta per i diritti umani

Gwyneth Paltrow,, Richard Gere

Tra gli “inquilini storici” ricordamo Galileo Galilei, protagonista dell’interessante Museo Galileo  e Michelangelo Buonarrotti la cui Casa Buonarrotti  è visitabile e merita di certo una tappa.

A sinistra Casa Buonarrotti , a destra il Museo Galileo

La vista più spettacolare della città?
Ve la dovete meritare… vi aspetta infatti un’intensa (ma pittoresca) salita per raggiungere Villa Bardini , da cui si gode di un panorama mozzafiato che abbraccia tutta Firenze.
Immersa in quattro ettari di bosco, giardino e orto frutteto affiancati dalle mura medievali della città,  Villa Bardini non è soltanto natura, ma cultura, arte e storia: una parte di Firenze. La Villa ospita rassegne fotografiche, mostre d’arte, allestimenti d’autore oltre che Il Museo Pietro Annigoni dedicato all’eclettico artista che a Firenze, nel fervido periodo tra le due guerre, sperimenta e libera la sua creatività con il disegno, la pittura, l’incisione, l’affresco e la medaglistica. Venne soprannominato il “pittore delle regine”. Tra gli altri ritrasse i reali inglesi, il presidente John Fitzgerald Kennedy e Papa Giovanni XXIII. Tuttintorno il suo meraviglioso giardino che raggiunge il culmine della bellezza da Aprile in poi.

TEATRO, OPERA, CINEMA E IL GRANDE MAESTRO
Museo Franco Zeffirelli
In Piazza San Firenze a pochi passi da Palazzo Vecch, troviamo una suntuoso palazzo tardo barocco dove arte, bellezza e talento si fondono in un unico nome:. Siamo alla Fondazione Franco Zeffirelli, scenografo, costumista e regista di alcune tra le più belle produzioni teatrali e cinematografiche di tutti i tempi. Il Museo ospita 250 opere del Maestro tra bozzetti di scena, disegni, costumi e poi ancora i poster dei suoi film più famosi come “Romeo e Giulietta”,“Fratello Sole Sorella Luna”, “Gesù di Nazareth” “Un Tè con Mussolini”, “Callas Forever” “Amleto con Mel Gibson e Glenn Close,e “La Bisbetica domata” con Richard Burton ed Elizabeth Taylor.

Il museo ospita tutta la sua produzione operistica, dalle “operine giocose” ai primi successi in America e al MET di New York,alle spettacolari regie di Bohème, Aida e Traviata alle insuperabili interpretazioni della sua grande Musa musicale: Maria Callas.

Zeffirelli espresse tutta la sua creatività e il suo talento anche alle trasposizioni in film di Cavalleria Rusticana e i Pagliacci che gli valse l’Emmy Award nel 1982 , uno dei tanti premi vinti da Zeffirelli, Oscar compreso.
Scoprirete la fedele ricostruzione dello studio di Zeffirelli con arredi, i soprammobili originali e la mozzafiato Sala Inferno dedicata al progetto sull’Inferno Dantesco mai realizzato da Zeffirelli. Cinquantuno bozzetti sono qui esposti e proiettati scenograficamente sul soffitto e sulle pareti. Un’emozione unica e una meta da non perdere.
PROFUMI E MEDICINE RACCONTANO LA STORIA E DIVENTANO ARTE…
Profumeria Santa Maria Novella
E’ considerata la farmacia più antica del mondo, la sua nascita è datata 1221, quando i frati domenicani isituirono un convento, dove coltivavano l’orto botanico di erbe aromatiche e piante per preparare medicinali, unguenti e balsami. La sua eredità nell’arte dello speziale attraversa otto secoli ed è profondamente intrecciata con la storia, le personalità e il tessuto sociale Fiorentino, in una alchimia di racconti e meraviglie che viene continuamente rinnovata.

i meravigliosi saponi ai fiori e frutta

Ricercatissimi prodotti tra cui candele, liquori e “antiche preparazioni”. Famosa per la sua Acqua della Regina, dedicata a Caterina de’ Medici, che la elogiò come un’ essenza profumata che esaltava l’eleganza e la grazia di Firenze.

Tra le più richieste troviamo Melograno dalle dolci note floreali orientali e
Tabacco Toscano  che celebra la fierezza di ingredienti toscani profondi, caldi e autentici. Una delle prime Colonie di Officina a diventare famosa nell’Europa del XIX secolo, ancora oggi è simbolo della potenza del viaggio.
Visitare questo paradiso dell’olfatto, sarà un momento indimenticabile del vostro weekend.
Ah , non dimenticate di farvi omaggiare di qualche campioncino…

Farmacia SS.Annunziata 1561
Un alro gioiello fiorentino , a pochi passi dal Duomo . Questa farmacia, nata come bottega di speziee governata delle Monache di S. Niccolò , deve il suo nome all’insegna della SS. Annunziata, un’effige con la scena dell’Annunciazione che accoglieva i passanti.

Per commemorare i 450 anni di attività, è nata la fragranza al profumo di iris, tributo a Firenze e al suo simbolico stemma. Tra i prodotti più richiesti, la nuova collezione di profumi per la persona, che include la fragranza Anniversary.

I profumi della Farmacia SS Annunciata

Santa Croce
Ricostruita nel 1294 per l’ordine francescano, è il luogo di sepoltura dei grandi e potenti di Firenze: Michelangelo, Rossini, Macchiavelli ed Galileo Galilei, Nel suo interno ospita  affreschi di Gaddi, affreschi di Giotto e il rilievo l’Annunciazione di Donatello, arricchisce la navata destra della basilica.
Una curiosità: la statua dedicata al drammaturgo Giovanni Battista Niccolini è molto simile alla Statua della Libertà dello scultore francesce Auguste Bartholdi. Chissà se  Auguste l’abbia scopiazzata?

Cosa dite: si somigliano?

Alla sinistra della facciata s’innalza la gigantesca statua celebrativa di Dante Alighieri che, con sguardo fiero, guarda i numerosi turisti che ogni giorno si recano a visitare la ChiesaSe si parla di Dante non si può ignorare colei che ispirò la sua poesia: Beatrice.
La nostra prossima meta è lo splendido Palazzo Portinari Salviati, casa natale di Beatrice. Scopriremo un mondo “gourmet” davvero stellare che ospita la Sala Beatrice, l’ambiente multifunzionale nato per ospitare eventi privati e meeting di lavoro,  il Salotto Portinari Bar & Bistrot dominato dalla statua originale di Cosimo 1 dei Medici, che ospita un ristorante per un pranzo di lavoro o una cena  informale, un cocktail bar un drink d’autore e caffetteria anche solo per sorseggiare un ottimo caffè.

Select, spuma di lampone, arancia pera: un drink creato da Dennis, barman del Salotto Portinari:

Infine il ristorante stellato 31 di Vito Mollica, all’interno dell’affrescata Corte degli Imperatori, ricca di affreschi, mosaici, possenti colonne e una storica fontana al centro della sala, insomma  un ambiente mozzafiato, dove il personale di sala vi accompagnerà al vostro tavolo.

La statua di Cosimo I e il meraviglioso sottitto affrescato

Chic Nonna è stato premiato con un Premio Speciale ai TheFork Awards 2022 per “avere dimostrato la forza e la brillantezza nel chiudere una lunga esperienza di 25 anni e rimettersi in discussione con un progetto altrettanto ambizioso e ricco”,  Chic Nonna (Stella Michelin) offre un menu alla carta e due menu degustazione, oltre a una proposta di vini in abbinamento.

Gli “amouse bouche” dello Chef Vito Mollica , tra cui uno squisito bacio di dama alla zucca e citronella

Un delicatissimo crudo di capesante con cime di rapa e mela annurca

Ho incontrato Vito Mollica per una simpatica intervista

Vito Mollica

Salve Vito, il suo primo ricordo in cucina?
Da subito, da piccolo. La mia era una famiglia contadina e l’attività casalinga si  svolgeva soratutto in cucina: tante zie intente a cucinare, camino acceso, la “pignata”  di fianco con l’ordine di non toccarla mai, visto che , come tutti i bambini , avevo sempre fame ed ero curiosissimo.

Una “cascata” di risotto al melograno servito su lepre selvatica e pistacchio salato

Quando è scattata la scintilla professionale?
In diverse “fasi”: la prima prima a vent’anni, quando frequentavo la scuola a Casargo , in provincia di  Lecco. Lì mi sono innamorato della vita del cuoco,  del fascino del viaggio, della possibilità di girare il mondo e conoscere culture e persone diverse.

Piccione alla brace, mais e mirtilli. Piatto fedele alla filosofia “no waste” dove tutto viene utilizzato, anche i fegatini serviti su polenta

Poi la fase milanese nel ristorante Mauro, dove si serviva tantissimo pesce fresco,  pwr proseguire nei grandi alberghi a Genova e Amsterdam dove avevo raggiunto una posizione di responsabilità. La scintilla “stellata” è arrivata a Londra per poi guidarmi a Firenze, una città che mi ha accolto in un modo bellissimo. Ho vissuto un lungo periodo con il gruppo Four Seasons con cui ho avuto la fortuna di aprire anche una bellissima struttura strutture a Praga di cui sono follemente innamorato anche perchè li sono nati i miei due figli

Gel di mandarino su croccante di nocciale e caramello

C’è un piatto a cui è particolarmente legato ?
Una pietanza veramente casalinga: i “cautarogni” di mia mamma Carmela, un tipo di pasta stascinata fatta a mano, mentre se penso a uno chef celebre ,mi viene in mente il meraviglioso capretto di Cesare GIaccone.
Uno dei suoi piatti preferiti?
I cavatelli cacio e pepe, insaporiti da gamberi rossi e calamaretti.

Se non fosse diventato chef…
(ride) Avrei fatto il cuoco!

LA RICETTA DI VITO MOLLICA
Cavatelli cacio e pepe, gamberi rossi e calamaretti spillo marinati
Per 4 persone

Assolutamente da vedere a Firenze:
Palazzo Vecchio, Galleria dell’Accademia per l’appuntamento con l’iconico David  di Michelangelo. la Cappella dei Medici, sfarzoso ambiente ottagonale ricco  di intarsi marmorei e delle splendide sculture di Michelangelo, Basilica di Santa Maria Novella e i numerosi tesori rinascimentali del capoluogo toscano, tra cui Santa Maria del Fiore, la Cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto e il Battistero

Le sculture di Antonio Signorini in Piazza S.Firenze

Ponte Vecchio con le sue botteghe è uno dei luoghi più romantici del mondo, mentre le Gallerie degli Uffizi e del Bargello ospitano le opere dei padri del Rinascimento: Giotto, Leonardo, Michelangelo, Botticelli, Raffaello e Donatello.

Se vi siete persi la prima parte di “Weekend a Firenze”, cliccate qui

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FLORENCE, ITALY
Our next destination is the splendid Palazzo Portinari Salviati, Beatrice’s birthplace. We will discover a truly stellar “gourmet” world that houses the Sala Beatrice, the multifunctional space created to host private events and business meetings, the Salotto Portinari Bar & Bistrot dominated by the original statue of Cosimo 1 dei Medici, which houses a restaurant business lunch or an informal dinner, a cocktail bar for a signature drink and cafeteria, even just to sip an excellent coffee.

Select, spuma di lampone, arancia pera: un drink creato da Dennis, barman del Salotto Portinari:

Select, raspberry mousse, orange and pear: a drink created by Dennis, barman of the Salotto Portinari:

Finally, the starred restaurant Chic Nonna by Vito Mollica, inside the frescoed Corte degli Imperatori, full of frescoes, mosaics, mighty columns and a historic fountain in the center of the room, in short, a breathtaking environment, where the waiting staff will accompany you to your table.

Vito Mollica

Chic Nonna was awarded a Special Prize at TheFork Awards 2022 for “having demonstrated the strength and brilliance in closing a long 25-year experience and challenging itself with an equally ambitious and rich project”, Chic Nonna (Michelin star) offers an à la carte menu and two tasting menus, as well as a proposal for paired wines.

La statua di Cosimo I e il meraviglioso sottitto affrescato

The “amouse bouche” by Chef Vito Mollica, including an exquisite kiss of lady with pumpkin and lemongrass
A very delicate raw scallop with turnip tops and Annurca apple

Piccione alla brace , mais e mirtilli. Piatto fedele alla filosofia “no waste” dove tutto viene utilizzato, anche i fegatini serviti su polenta

I met Vito Mollica for a nice interview

Hi Vito, your first memory in the kitchen?
From the very beginning, as a child. Mine was a peasant family and the household activity took place mainly in the kitchen: many aunts intent on cooking, a fireplace lit, the “pignata” next to them with the order never to touch it, since, like all children, I had always hungry and was very curious.

Risotto al melograno servito su lepre selvatica e pistacchio salato

A “waterfall” of pomegranate risotto served on wild hare and salted pistachio
When did the professional spark strike?
In various “phases”: the first was when I was twenty, when I attended school in Casargo, in the province of Lecco. There I fell in love with the life of a cook, with the fascination of travel, with the possibility of traveling the world and getting to know different cultures and people.

Piccione alla brace , mais e mirtilli. Piatto fedele alla filosofia “no waste” dove tutto viene utilizzato, anche i fegatini serviti su polenta

Grilled pigeon, corn and blueberries. Dish faithful to the “no waste” philosophy where everything is used, even the chicken livers served on polenta

Then the Milanese phase in the Mauro restaurant, where a lot of fresh fish was served,  pwr continue in the big hotels in Genoa, Amsterdam where I had reached a position of responsibility, The “starry” spark arrived  in London to then guide me to Florence, a city I welcomed in a beautiful way. I lived for a long time with the Four Seasons group with which I was lucky enough to also open a beautiful structure in Prague with which I am madly in love also because my two children were born there

Gel di mandarino e croccante al caramello

Mandarin jelly on crunchy hazelnut and caramel

Is there a dish you are particularly attached to?
A truly homemade dish: my mother Carmela’s “cautarogni”, a type of hand-made pasta, while if I think of a famous chef, Cesare GIaccone’s wonderful kid comes to mind.
One of his favorite dishes of his?
Cacio e pepe cavatelli, flavored with red prawns and baby squid.

If he hadn’t become a chef …
(laughs) I would have been a cook!

VITO MOLLICA’S RECIPE
Cacio e pepe cavatelli, red prawns and marinated pin squid
For 4 people

A must see in Florence:
Palazzo Vecchio, Galleria dell’Accademia for the appointment with Michelangelo’s iconic David. the Medici Chapel, a sumptuous octagonal room full of marble inlays and splendid sculptures by Michelangelo, the Basilica of Santa Maria Novella and the numerous Renaissance treasures of the Tuscan capital, including Santa Maria del Fiore, Brunelleschi’s dome, Giotto’s bell tower and the Baptistery

If you missed the first part of “Weekend in Florence” click here

 




Lomazzo: la storia incontra la tipica cucina lombarda … e non

Oggi vi portiamo a Lomazzo, in provincia di Como, a metà strada fra Milano e Como, dove le colline di formazione glaciale declinano per lasciar posto alla serena Pianura Padana. Sarà per voi una piacevole scoperta, come lo fu nientemeno che per l’Imperatore Caio Giulio Cesare, che incoraggiò coloni agricoltori e studiosi di cultura greca a insediarsi in queste zone.


Sarà anche una meta gourmet!
Questo territorio offre piatti tipici della cucina locale, rustica e sincera.
Dal burro giallo, ottenuto con tuorli d’uovo, al mericanel de Brianza, piccolo pollo locale dalle ottime uova , spesso cucinato ‘alla diavola’ al vigoroso minestrone brianzolo con lardo, verze , patate e riso , agli spinaci in agrodolce in un mix di uvetta, pompelmo e zenzero, ottimo anche in estate, servito  semi-freddo.

Un piatto di ‘marinel’ alla diavola e un vigoroso minestrone brianzolo

Ma torniamo alla storia. Nel Medioevo, Lomazzo, fortificata con mura e fossati, divenne punto di scontro e di incontro, tanto che nel 1249 e nel 1286 le delegazioni di Milano e di Como, già schierate su opposti fronti di guerra, conclusero a Lomazzo le trattative di pace.


Cittadina attivissima fin dal 1514, quando il Duca Massimiliano Sforza vi istituì un mercato di merci e bestiame, divenuto molto popolare e affollato da compratori di ogni circondario. Le famiglie notabili aprivano a vari personaggi la carriera amministrativa e militare presso i re di Francia, di Spagna e i PapI e procuravano alle famiglie borghesi sbocchi professionali e mercantili.


L’economia restava prevalentemente agricola, sorretta e resa autonoma da un significativo artigianato di servizio (fabbri e ramai, sarti, falegnami) e da piccole imprese commerciali (macellai, prestinai, droghieri, merciai), con sbocchi commerciali (trafficanti di cereali e di bestiame) verso Como, Varese e la Svizzera.

Massimiliano Sforza

Il primo scossone all’impianto storico amministrativo fu dato da Napoleone, che unificò istituzionalmente i due comuni di Lomazzo Comasco con Lomazzo Milanese, unione che poi verrà glorificata all’importante presenza della ferrovia che congiungere la lMilano-Saronno a Como passando da Lomazzo. La strada favoriva nuovi traffici commerciali e Francesco Somaini, futuro deputato al Parlamento, aprì a Lomazzo 1891 un grande cotonificio, a quel tempo all’avanguardia; giacché non usava più energia idraulica, ma a vapore, e, dopo qualche anno, energia elettrica, che venne messa a disposizione anche per illuminare Lomazzo e i comuni limitrofi. Il cotonificio dava lavoro a più di mille dipendenti, che giungevano da ogni parte.

Somaini e il suo primo cotonificio

Somaini costruì un convitto per le ragazze operaie, assistite da suore, che accudivano alla mensa e al guardaroba; e per gli operai di Lomazzo realizzò un intero quartiere di alloggi, attrezzato con asilo infantile e asilo-nido, dimostrando una sensibilità sociale precorritrice e inedita Dal 1920 in poi  Lomazzo ha visto nascere nuove industrie, dal calzaturificio ai detersivi, è stata sede di campionati nazionali di marcia e di motociclismo e ospita strutture di protezione civile come la ARI, Associazione Radioamatori Italiani


La produzione dello storico cotonificio Comaini, che arrivò ad avere 1300 operai, è cessata nel 1973, gli edifici sono stati riconvertiti anche in abitazioni e nella sede del ComoNExT – Innovation Hub, grande parco scientifico e incubatore di imprese, ne conta oltre 130 di settori diversi.

L’escalation continua e la ricerca dell’innovazione si riflette anche in un recente progetto chiamato Fabbrica. Si tratta di un campus aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dove uffici privati, spazi co-working, sale meeting e le strutture lavorative offrono l’ opportunità per fare business, contaminare talenti, creare opportunità e condividere competenze con i membri della community.

Fabrica, oltre a ottimali soluzioni lavorative, offre alla community la possibilità di belle passeggiate nel parco e momenti gourmet con la cucina dello chef Davide Marzullo  al timone dell’ annessa Trattoria Contemporanea, nuovo locale del giovane chef, premiato con il S.Pellegrino Award for Social Responsibility per l’Italia e il Sud-Est Europa nell’ambito della S.Pellegrino Young Chef Academy 2021 e recentemente confermato dalla Stella Michelin.
In TV ha trionfato dello show di Cannavacciuolo che lo ha voluto al Villa Crespi e vanta illustri collaborazioni, tra cui Alberto Faccani al Magnolia di Cesenatico,  Claude Bosi all’Hibiscus ed Helene Darroze al The Connaught di Londra e il blasonato René Redzepi al Noma di Copenhagen.

Davide Marzullo, recentemente premiato con la Stella Michelin

L’ ho incontrato per una piacevole intervista

Salve Davide, domanda di rito: Dove ti piace passare un weekend libero?
Da 14 anni nel mio ‘rifugio’ International Sport Camping a Porlezza sul lago di Lugano, un piccolo campeggio internazionale con bungalow di legno, tanto relax e ottimo rimedio per ‘liberare la testa’
Una meta del cuore ?
Londra, dove mi sentivo e mi sento tuttora a casa, forse grazie ai mattoni rossi dei muri di Fabbrica.


Ami viaggiare?
Molto,  mi piace associare il viaggio a una ricerca culinaria, sia si tratti di un ristorante blasonato, sia di baracchini street food e di cibo povero del paese che sto visitando. Nell’ ultimo viaggio in Thailandia ,Bangkok e Pucket, mi spostavo da ristoranti stellati a sorprendenti scoperte di cibi on the road, insetti compresi.

Ditalino’Gerardo di Nola’, birra scura, parmigiano, aneto

Primissimo ricordo legato alla cucina?
Avevo 5 anni e papà mi regalò una cucina di plastica.  Come  ingredienti usavo biglie e pezzetti di carta, facevo finta di cucinarli, usando rigorosamente dei pentolini di acciaio, perchè sostenevo che “quelli finti non sono da vero cuoco”
La prima scintilla professionale?
Un lontano 26 Dicembre. Non dimenticherò mai l’abilità di mio zio Daniele, cuoco del ristorante Boeucc di Saronno, che ci portava gli scarti del pranzo di Natale e ne ricavava uno squisito paté di fegatini e il ripieno della faraona caramellata. Eravamo in tanti a tavola e ricordo che, vedendolo cucinare, mi chiedevo come riuscisse a far star bene così tante persone. Penso che proprio in quell’occasione la mia ammirazione si sia trasformata in desiderio di imitazione.

Cervello di vitello in crosta di mais, pera e senape

Sei in un ristorante e assaggi un piatto che ti piace molto. La tua reazione?
Subito una foto per ricordarmelo… e poi una certa curiosità per sapere come lo chef ci sia arrivato, quando vado dei colleghi riesco sempre a strappare qualche segreto…

Seppia , ‘nduja e beurre blanc

Un piatto che, si fa per dire… non ti viene così bene?
I ravioli di zucca di mia mamma Gianna, inimitabili!
‘Contaminazioni’ nel tuo menu?
Fortunatamente in cucina operiamo in sei, ognuno di noi ha viaggiato e lavorato in Europa. Per questo ci piace contribuire con la propria identità e con citazioni di esperienze passate. Io ho lavorato a Londra e Copenhagen, Andrea, che proviene da Nobu,  ama citare la cucina orientale, Christian opta per quella francese.

Dalla cucina, un’ispirazione vagamente francese di Christian: ombrina, bernese alle cozze, salsa al prezzemolo e taccole

E poi c’è Elena…
Certo la nostra pastry chef e anche la mia compagna, ci siamo conosciuti in cucina a Copenhagen e devo dire che da allora continua a stupirmi con le sue creazioni, guarda per esempio il dolce ‘A come Fabbrica’ una composizione in due cialde due frolla al cacao, farcite al cocco, chutney alla salvia e gelato al lime…

Due dessert della Pastry Chef Elena Orizio

Una domanda che detesti?
“Quanti anni hai?” Come vedi qui siamo un gruppo di ragazzi tutti i giovani, intorno ai 25 anni e non penso che il fattore età possa incidere su professionalità e abilità. Amiamo ricercare e produrre,  la nostra missione è di far sedere il cliente a tavola, di farlo star bene e di farlo ritornare.


Una domanda che vorresti che un cliente ti facesse ?
“Davide, come stai?” Trovo che questo tipo di saluto sia essenziale per un buon incontro personale e gastronomico.
Bene, allora te lo chiedo io: “Davide come stai“?
(sorride) Sto bene, grazie, un po’ stressato ma comunque innamorato di quello che faccio tutti i giorni, proprio come dice il messaggio del nostro magic box, che riuscirai ad aprire solo se scopri la combinazione…”Ogni giorno non è da scartare, un anno intero da gustare”

il ‘magic box’ di Trattoria Contemporanea… sorpresa!

DA VEDERE A LOMAZZO
Cotonificio Somaini, antica manifattura aperta nel 1893, esempio perfetto d’industria tessile del XIX secolo. che conserva ancor oggi  il suo aspetto originale.
Villa Somaini, con il suo parco, monumento nazionale.

Villa Somaini

Villa Ceriani, Ottocentesca dimora signorile sulla sommità di un’altura, valorizzata da un nuovo scenografico scalone d’onore con meravigliose vetrate realizzate dagli allievi del locale Istituto d’Arte sotto la dell’artista di fama internazionale Francesco Somaini Jr.

Francesco Somaini jr

Palazzo Arconati, sede dell’antico pretorio
Villa Carcano-Raimondi
immersa in un immenso parco, ospita stanze considerate capolavori di architettura rinascimentale lombarda

Villa Carcano-Raimondi

Chiesa di San Vito, esempio di pura architettura neoclassica lombarda, recentemente dal gruppo scultoreo e musivo dello scultore Francesco Somaini e del grande architetto Caccia Dominioni.
Arco della Pace , imponente struttura in mattoni, in perfetto stile lombardo-medioevale, eretta per garantire con la sua cisterna l’approvvigionamento idrico del paese




Weekend “hygge” a Copenhagen: storia, castelli, design e “smørrebrød”

28For the English version click here
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di Cesare Zucca
Benvenuti a Copenhagen, Capitale Mondiale dell’Architettura UNESCO.
Nel 2023, per celebrare il design e l’architettura danese, la città ha inaugurato nuovi padiglioni portuali e dell’attesissimo museo del bunker sotterraneo Regan Vest.
Per gli amanti dell’architettura verranno organizzate visite al Danish Architecture Center e tour guidati alle opere del celebre architetto Jørn Utzon, che ha creato l’Opera House di Sydney.
Passato e futuro: la mostra Made in Denmark porta i visitatori alla scoperta della storia dell’architettura danese dall’epoca vichinga , mentre con un rocambolesco salto indietro nel passato, potreme scoprire i maestosi castelli, dove l’autenticità degli esterni e degli interni sono rimasti invariati nel tempo.

I CASTELLI DA VEDERE

Amalienborg
Racconta la storia di una delle monarchie più antiche del mondo. Il palazzo , in stile rocoò,  risale al 1700 ed è costituito da quattro strutture, residenze reali per regnanti, eredi al trono e ospiti illustri. Si affaccia sulla grandiose piazza dove potrete assistere al quotidiano cambio delle guardie Den Kongelige LivgardeFrederiksborg
Splendido palazzo costruito nel 1600 su volere di Re Cristiano IV. SI trova sui tre isolotti dell’affascinante lago sulla parte nord della città, Hillerød. Ospita anche il Museo di Storia Nazionale Danese.

Rosemborg
Nel centro di Copenaghen. costruito nel 1606-1607 come residenza estiva per ordine di Cristiano IV. Da oltre 400 anni custodisce i tesori più preziosi di re e regine danesi, trai quali spicca la Corona di Cristiano V,  ispirata a quella di Carlomagno e simbolo della monarchia e dello Stato danese.

Frederiksberg
Nato come residenza estiva per la famiglia Reale, oggi ospita l’Accademia per Ufficiale dell’Esercito Reale Danese. In sile barocco, impreziosito da  giardini curati in ogni minimo dettaglio e  da un piccolo gioiello nascosto: la suggestiva Cappella Reale

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Poco distante da Copenhagen, è conosciuto come la casa di Amleto. Qui infatti Shakespeare ha ambientato il suo dramma.
Le malelingue dicono che lo scrittore non ci fosse mai stato, ma sarebbe stato un attore in sua compagnia a raccontargli di questa possente fortezza.
Ogni giorno, all’improvviso le pareti risuonano delle voci dei personaggi di Amleto, che appaiono, come fantasmi, perfettamente interpretati da bravissimi attori che danno vita alle tragiche vicende del dramma.

Christiansborg
Famoso per la sua sala ricoperta da 17 arazzi giganti, che raccontano 1000 anni di storia danese e sede dei ricevimenti ufficiali alla presenza della Regina Margherita, tra un luccichio di uniformi e grandi abiti da serae un protocollo che chiede agli ospiti di arrivare in carrozza.

Sua Maestà la Regina Margrethe, attualmentete la regnante che vanta più anni di regno,  è molto amata dal popolo danese. Gli spendidi arazzi sono un regalo dell’industria danese per il suo compleanno nel 1990. Raccontano la storia della Danimarca e del mondo, tra cui l’era vichinga, il medioevo, la monarchia assoluta, la riforma, la seconda guerra mondiale, il presente e persino il futuro.
Da buongustaio non ho resistito alla tentazione di scendere nelle mitiche Cucine Reali per scoprire i retroscena di un banchetto ufficiale, curiosare tra le ricette della Regina e ammirare una delle collezioni di stoviglie in rame più grandi d’Europa

Dopo tanto lusso e abbondanza” culinaria”  impossibile non avere un certo lalnguorino e alora, alla caccia del piatto che i danesi amano alla follia… tutti a tavola con lesmørrebrød”
Sia nei baracchini street food che nelle trattorie più informali o nei ristoranti gourmet, troverete “Sol over Gudhjem” il piatto tipico della cucina danese. Deriva da un pittoresco borgo di pescatori sull’isola di Bornholmm ed è fatto di tartine smørrebrød, cioè fette di pane di segale imburrate e tradizionalmente ricoperte da svariati tipi di toppiing: anguilla, aringa, salmone, gamberetti e altri pesci affumicati oltre a versioni con carne o vegetariane a base di uova accompagnate da ravanelli, cipolla rossa. l’aneto, l’erba cipollina e barbabietole.
Non mancano svariate versioni “gourmet” con prosciutto crudo,pomodori secchi e avocado oppure con uova al tegamino e bacon o con gamberetti, salmone e avocado

Dove mangiare il migliore smørrebrød
Frk Barners Kaelder  
Ristorante tipico, senza pretese, con i piatti succulenti della Signora Barner, famosa per le sue aringhe condite con mela, aneto e servite con lardo, capperi e tritato di cipolline da spalmare su pane integrale fatto in casa, il tutto innaffiato da un bicchierino di grappa.
Un piatto squisito! E ve lo dice uno che odia grappa e aringhe…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Ecco la ricetta classica per prepararne una dozzina.
Ingredienti

  • Burro 60 g
  • Pane di segale 12 fette
  • Uova 6
  • Cipolla rossa qualche fettina
  • Cetriolini sott’aceto 3
  • Gamberetti 6
    Preparazione
    Marinate l’aringa con olio extravergine d’oliva e il succo di limone, sgocciolotela.
    Tagliate a rondelle la cipolla e a fettine i cetriolini.e disponete il tutto su una fette il pane nero di segale abbondantemente spalmato di burro
    Cuocete le uova per poi tagliarle a metà. Ultimate guarnendo ogni fetta con: metà uovo sodo, un gamberetto, due fettine di cetriolini, alcune rondelle di cipolla e ornando con rametti di erbe aromatiche a piacere

Dopo un’intensa giornata… rilassatevi in una spa galleggiante
Copenhot
offre un momento indimenticabile di relax eccezionale. Questo concetto di New Nordic Wellness propone delle installazioni spa all’aperto in un contesto urbano, con acqua di mare pulita e del calore creato dalla legna da ardere. Navigare o risalassarsi con amici in una jacuzzi galleggiante all’aria aperta… la scelta è ampia: bagni caldi all’aperto e saune panoramiche che offrono una meravigliosa vista sul porto e sull’orizzonte

Gente sempre sorridente, educata e serena. Sembra che qui tutti scoprano il segreto della felicità “hygge”, intraducibile parola danese che invita a godersi i piaceri semplici della vita e vivere, da soli o con gli amici, a casa o fuori, momenti speciali e felici.

Una dritta: la Copenhagen Card
Utile e preziosa, una vera amica! Sto parlando della Copenhagen Card, un pass che permette di visitare ben 86 musei e attrazioni, utilizzare gratuitamente tutti i mezzi pubblici e beneficiare di sconti su tour, bar e ristoranti. L’ho usata anche per un suggestivo tour dei canali che passa sotti i ponti della città, alcuni bassissimi, occhio alle zuccate…

INFO
Visit Denmark
Le top 10 di Weeken Premium – Gennaio

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
For the English version Click Next>

Welcome to Copenhagen, the UNESCO World Capital of Architecture in 2023.
For architecture lovers, visits to the Danish Architecture Center and guided tours of the works of the famous architect Jørn Utzon, who created the Sydney Opera House, will be organised.
Past and future: the Made in Denmark exhibition takes visitors on a discovery of the history of Danish architecture from the Viking age, while with a daring leap back into the past, we can discover the majestic castles, where the authenticity of the exteriors and interiors are remained unchanged over time.

THE CASTLES TO SEE
Amalienborg
It tells the story of one of the oldest monarchies in the world. The palace, in rocoò style, dates back to the 1700s and consists of four structures, royal residences for rulers, heirs to the throne and illustrious guests. It overlooks the grand square where you can watch the daily changing of the Den Kongelige Livgarde Frederiksborg guards
Splendid palace built in 1600 at the behest of King Christian IV. It is located on the three islets of the charming lake on the north side of the city, Hillerød. It also houses the Danish National History Museum.

Rosemborg
In the center of Copenhagen. built in 1606-1607 as a summer residence by order of Christian IV. For over 400 years, it has kept the most precious treasures of Danish kings and queens, among which the Crown of Christian V stands out, inspired by that of Charlemagne and a symbol of the Danish monarchy and state.

Frederiksberg
Originally a summer residence for the Royal family, it now houses the Royal Danish Army Officer Academy. In Baroque style, embellished by  gardens cared for down to the smallest detail and  by a small hidden jewel: the suggestive Royal Chapel

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Not far from Copenhagen, it is known as the home of Hamlet. Here in fact Shakespeare set his play. The gossips say that the writer had never been there, but it would have been an actor in his company to tell him about this mighty fortress.
Every day, the walls suddenly resound with the voices of Hamlet’s characters, who appear, like ghosts, perfectly played by very good actors who give life to the tragic events of the drama.

Christiansborg
Famous for its hall covered with 17 giant tapestries, which tell 1000 years of Danish history and venue for official receptions in the presence of Queen Margaret, amidst a glitter of uniforms and large evening gowns and a protocol asking guests to arrive by carriage.

Her Majesty Queen Margrethe, currently the ruler who boasts the most years of reign, is much loved by the Danish people. The splendid tapestries are a gift from Danish industry on his birthday in 1990. They tell the history of Denmark and the world, including the Viking Age, the Middle Ages, the absolute monarchy, the reformation, the Second World War, the present and even the future.
As a gourmet, I couldn’t resist the temptation to go down to the legendary Royal Kitchens to discover the background of an official banquet, browse through the Queen’s recipes and admire one of the largest copper tableware collections in Europe

After so much luxury and “culinary” abundance, it’s impossible not to have a certain hunger and so, on the hunt for the dish that the Danes madly love… everyone at the table with the “smørrebrød”
Both in street food stalls and in more informal trattorias or gourmet restaurants, you will find “Sol over Gudhjem” the typical dish of Danish cuisine. It comes from a picturesque fishing village on the island of Bornholmm and is made of smørrebrød canapés, i.e. slices of buttered rye bread traditionally covered with various types of toppiing: eel, herring, salmon, shrimp and other smoked fish as well as versions with meat or egg-based vegetarian accompanied by radish, red onion. dill, chives and beets.
There are also various “gourmet” versions with raw ham, dried tomatoes and avocado or with fried eggs and bacon or with shrimp, salmon and avocado

Where to eat the best smørrebrød
Frk Barners Kaelder
Typical restaurant, unpretentious, with the succulent dishes of Mrs. Barner, famous for her herring seasoned with apple, dill and served with lard, capers and chopped onions to spread on homemade wholemeal bread, all washed down with a glass of brandy.
An exquisite dish! And someone who hates grappa and herring tells you that…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Here is the classic recipe to prepare a dozen.
Ingredients

Butter 60 g
Rye bread 12 slices
Eggs 6
A few slices of red onion
Pickled gherkins 3
Shrimps 6
Preparation
Marinate the herring with extra virgin olive oil and lemon juice, drain.
Cut the onion into rings and the gherkins into slices. Arrange the black rye bread generously spread with butter on one slice
Cook the eggs and then cut them in half. Finish by garnishing each slice with: half a hard-boiled egg, a prawn, two slices of gherkins, a few slices of onion and decorating with sprigs of aromatic herbs to taste. Enjoy!

After a busy day… unwind in a floating spa
Copenhot offers an unforgettable moment of exceptional relaxation. This New Nordic Wellness concept offers outdoor spa installations in an urban setting, with clean sea water and heat created by firewood. Sailing or relaxing with friends in an open-air floating jacuzzi… the choice is vast: open-air hot baths and panoramic saunas that offer a wonderful view of the port and the horizon

People always smiling, polite and serene. It seems that here everyone discovers the secret of happiness “hygge”, an untranslatable Danish word that invites you to enjoy the simple pleasures of life and experience special and happy moments, alone or with friends, at home or away.

Tip: the Copenhagen Card
Useful and precious, a true friend! I’m talking about the Copenhagen Card, a pass that allows you to visit 86 museums and attractions, use all public transport for free and benefit from discounts on tours, bars and restaurants. I also used it for a suggestive tour of the canals which passes under the bridges of the city, some very low, be careful not to hit your head!

INFO
Visit Denmark

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



Destinazione SANTA FE: arte, shopping, sci, gastronomia, champagne e “chile”mozzafiato!

For the RED HOT CHILE SAUCE recipe in english click here

di Cesare Zucca

Pronti con il vostro taccuino dei “prossimi viaggi del bello e del gusto” ?
Riservate una pagina al New Mexico, la “Terra incantata” nel West-Ovest degli Stati Uniti. La sua storia, le leggende, le bellezze naturali, l’arte, la ricca cucina al sapore di “chile” il peperoncino piccante, l’artigianato, i turchesi e una miriade di attività ed eventi fanno del New Mexico una destinazione da sogno.
La nostra meta è a Santa Fe, la più antica capitale degli Stati Uniti, ufficialmente fondata dagli spagnoli nel 1610. Caratterizzata dalle sue costruzioni in adobe, un antico impasto di argilla, sabbia e paglia  mescolata a erba secca e fango, patrimonio di molte famiglie che si tramandano questa tradizione da generazione in generazione.

Santa Fe e’ una cittadina veramente a misura d’uomo, che merita una visita per scoprire come l’influenza della cultura dei nativi sia ancora forte e capace di personalizzare cucina, arte, cultura, architettura e spirito. Frequentata da artisti e celebrità, Santa Fe è soprattutto un centro internazionale d’arte, un susseguirsi di gallerie e spazi espositivi. Oltre 250 gallerie e una dozzina di festival d’arte in uno dei più grandi mercati d’arte degli Stati Uniti
I weekend sono spettacolarmente animati, tutto l’anno. Dovunque vibra musica dal vivo, canti, balli e fantastiche vibrazioni per gentile concessione di musicisti locali che fanno echeggiare i loro strumenti da ponti, dai balconi, dalle piazze. ARTE!
Imperdibile un giro a Canyon Road dove scoprire tesori nelle numerose e varie gallerie d’arte, ma anche per ammirare i meravigliosi giardini e gli edifici dallo stile unico.
In Luglio, l’annuale  “Art Santa Fe” vede la partecipazione di rinomati galleristi da tutto il mondo.
Visitatissimo il Museo d’Arte Folk.
Vero tempio dell’immagine e della creatività e quindi meta dovuta di una visita a Santa Fe  è il Museo dedicato alla grande artista Georgia O’Keeffe che di queste terre si innamorò, dipingendole con colori e suggestioni indelebili. Accoglie oltre 2.2 milioni di visitatori da tutto il mondo e è il museo d’arte più visitato nello stato del New Mexico e l’unico museo al mondo dedicato a questa artista di fama internazionale.

Un quadro di Georgia O’Keeffe

Anche in inverno !
Ski Santa Fe offre 86 piste diverse a sole 16 miglia dal centro di Santa Fe , magari con una tappa per una birra da Totemoff’s o da Railyard, WinterBre w 2023 dove potrete assaggiare la creazioni di 17 birrifici artigianali del New Mexico
Lensic Performing Arts Center
Costruito nel 1931, lo storico  nel cuore del centro, appena fuori dalla Plaza, ospita ogni tipo di musica, classica, jazz, moderna, di provenienze diverse come flamenco spagnolo, salsa cubana, samba brasiliana, valzer parigino oltre a ospiti celebri come Lyle Lovett a Benise “Il principe Spagnolo della Chitarra”

SHOPPING !
Scopriretei tesori artigianali unici in una suggestiva odissea dello shopping in squisite boutique e affascinanti edifici storici.. Che tu stia cercando moda o mobili, stivali da cowboy o cinture concho, salsa o gioielli in argento e turchese, sarai ricompensato in questo paradiso dello shopping di specialità e meraviglie del sud-ovest da tutto il mondo. Troverete arte popolare locale, nazionale e internazionale, oggetti d’antiquariato, cimeli, tappeti, tessuti, arte tribale e globale e una vasta gamma di gioielli raffinatI.
Sotto il lungo portico del Palazzo dei Governatori troverete botteghe, shops, bancarelle multicolori: ad ogni angolo c’è un posticino dove fermarsi a curiosare e a fotografare! E non c’è  sotto la pioggia o vento o neve che trattenga i venditori a aprire le loro bancarelle per proporre gioielli, ceramiche. oggetti in argento, tutti artiginali. Il Winter Mercado, situato all’interno dell’edificio El Museo de Cultural con la partecipazione di 40 paesi, non è solo un luogo dove fare acquisti, ma una vera esperienza…

A TAVOLA !
La cucina del New Mexico è molto variegata: americana, indigena, messicana e spagnola. Tra le sue specialità troviamo i “burrito” (chili, uova, formaggio e fagioli racchiusi in una tortilla)l le “sopaipillas“, una specie di frittella di pasta che si mangia come contorno agli altri piatti oppure da sola, come dessert, e in questo caso servita con miele.

sopaipillas

Volete davvero sperimentare la cucina newmexicana?
Allora non fatevi mancare un “pozole”,  uno dei piatti più autenticamente messicani. Di origine precolombiana, a base di maiale, arricchito da un trionfo di sapori e fragranze legate a tradizioni antichissime e preparato con tipici ingredienti locali, tra cui mais, chile gajilio, lime, verdure e spezie eccetera. Assolutamente da sperimentare….

Il vero re a tavola è il chile, piccantissimo peperoncino rosso o verde, protagonista assoluto  e condimento storico dei piatto newmexicani. Su tutti i tavoli troverete un vasetto o una bottiglietta di “red hot chili sauce”

La sua ricetta non è complicatissima, ma richiede tempo e un’attenta ricerca di ingredienti…. meglio portarsi a casa qualche bottiglietta per poi goderselo al vostro ritorno. Se proprio volete cimentarvi e fare bella figura con gli amici … troverete la ricetta originale a fine articolo.

A TAVOLA!
Santa Fe è popolata da eclettici ristoranti che propongono la New Mexican cuisine, dove i sapori tradizionali dei nativi indiani incontrano gli ingredienti che gli spagnoli portarono dall’Europa, fino a ricette più innovative, create da chef di fama internazionale.
Nei menù troverete grigliate di carne, pietanze piccanti e piatti  della tradizione, come huevos rancheros, burritos, enchilladas, fajitas, tortillas,tacos e i chimichangas, ripieni di fagioli, pollo, carne macinata.
Tra i ristoranti più conosciuti: Coyote Cafè, SantaFe Cafè, mentre per un’esperienza davvero “New Mexico” , vi consiglio Da Casa Sena dove la specialità è un pesce al cartoccio, avvolto in una vero mattone di “adobe”: il camerie-e ve ne regalerà un pezzetto, quale souvenir portafortuna., mentre per chi ama la carne, Rio Chama serve una bistecca da Oscar.
E nel calice?
Ottimi i vini locali, tra cui un adorabile e davvero poco costoso, mentre una margarita o una buona birra messicana non mancano mai. .Non fatevi mancare un calice di Champagne Gruet Brut  ottimo e davvero a buon prezzo. Fondata nel 1984, Gruet Winery è specializzata in vini spumanti Méthode Champenoise.
Di proprietà e gestione familiare, l’azienda produce spumanti a base di Pinot Nero e Chardonnay e una piccola collezione di vini fermi, con radici originarie della casa di Champagne di Gilbert Gruet a Bethon, in Francia. Più di 25 annate dopo, Gruet Winery ha ottenuto consensi senza precedenti e rimane uno dei preferiti dai migliori sommelier della nazione.

L’ultima settimana di Settembre vive il tradizionale Santa Fe Wine & Chile Fiesta, un appuntamento annuale di cinque giorni che celebra i migliori vini che Santa Fe ha da offrire. Partecipano oltre 60 ristoranti partecipanti e 90 aziende vinicole partner. Ospiti , esperti e amanti e visitatori “gourmet” arrivano da tutto il mondo per questa festa unica nel suo genere.

DOVE DORMIRE 
La Posada Resort e Spa
Per un soggiorno davvero magico. Sorge laddove nel 1882 c’era la lussuosa residenza del mercante Abraham Staab. Fa parte della Internazionalmente conosciuta, offre abitazioni, “casitas” e suites con uno scoppiettante caminetto, una SPA rinomata per la filosofia dei trattamenti e una splendida piscina

Ve l’avevo promesso… Siete pronti a sfidare la sferzata di una vivacissima salsa al chile?
Ecco come prepararla a casa e far rimanere i vostri ospiti… a bocca aperta!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredienti

  • 20-25 baccelli di peperoncino rosso del Nuovo Messico essiccati,.Potete scegliere quelli meno o più piccanti oppure una combinazione
  • 4 tazze di acqua o brodo di pollo (uso suddiviso)
  • 2 cucchiai di olio vegetale
  • 1 cipolla media, tritata
  • 3 spicchi d’aglio tritati
  • 1 o 2 cucchiaini di origano messicano essiccato sbriciolato o maggiorana
  • 1 cucchiaino di sale, o più a piacere

Prepaazione

  1. Tostare i baccelli di peperoncino interi essiccati in una padella pesante a fuoco medio finché non sono caldi e rilasciano la loro fragranza, da 1 a 2 minuti per lato.
  2. Rimuovi immediatamente i peperoncini dalla padella. Quando è abbastanza freddo da maneggiarlo, spezza ogni baccello di peperoncino in più pezzi (indossando guanti di gomma o di plastica se la tua pelle è sensibile), scartando il gambo e i semi.
  3. Metti metà dei pezzi di peperoncino in un frullatore e versa metà dell’acqua o del brodo. Purea fino a quando non è quasi liscia ma con alcune macchioline di peperoncino ancora visibili nel liquido.
  4. Riscaldare l’olio in una pentola capiente a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e rosolare per diversi minuti fino a quando la cipolla è molle.
  5. Versare la miscela di peperoncini frullati, quindi aggiungere l’origano e il sale.
  6. Frullare i restanti peperoncini con l’acqua rimanente e versarli nella salsa nella padella. Ridurre il fuoco a medio-basso e cuocere a fuoco lento per un totale di 20-25 minuti.
    7. Dopo circa 15 minuti, assaggia la salsa e regola i condimenti. Quando sarà pronta, la salsa sarà cotta abbastanza da ricoprire densamente un cucchiaio ma comunque cadrà facilmente. Utilizzare caldo o refrigerare per un uso successivo

INFO
https://www.santafe.org/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

Are you ready to challenge the kick of a lively chili sauce?
Here’s how to prepare it at home and leave your guests… amazed!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredients

20-25 dried New Mexico red chili pods. You can choose milder or hotter, or a combination
4 cups water or chicken stock (split use)
2 tablespoons of vegetable oil
1 medium onion, chopped
3 minced garlic cloves
1 to 2 teaspoons crumbled dried Mexican oregano or marjoram
1 teaspoon salt, or more to taste

Preparation

Toast the dried whole chile pods in a heavy skillet over medium heat until hot and releasing their fragrance, 1 to 2 minutes per side.
Immediately remove the chiles from the pan. When cool enough to handle, break each chili pod into several pieces (wearing rubber or plastic gloves if your skin is sensitive), discarding the stem and seeds.
Place half of the chili pieces in a blender and pour half of the water or broth. Puree until almost smooth but with some pepper flecks still visible in the liquid.
Heat the oil in a large pot over medium heat. Add the onion and garlic and saute for several minutes until the onion is mushy.
Pour in the blended chile mixture, then add the oregano and salt.
Blend the remaining chiles with the remaining water and pour them into the sauce in the pan. Reduce the heat to medium-low and simmer for a total of 20 to 25 minutes.
7. After about 15 minutes, taste the sauce and adjust the seasonings. When ready, the sauce will be cooked enough to thickly coat a spoonful but still fall easily.
Use hot or refrigerate for later use

INFO
https://www.santafe.org/




CARNEVALE IN BASILICATA: MASCHERE. FOLLIA, I SAPORI DELLA TRADIZIONE

di Cesare Zucca —


Alberi viventi, diavoli danzanti e maschere cornute: benvenuti nel mondo horror dell’universo fantastico del Carnevale lucano

Smoderatezza, esagerazione, intemperanza, da secoli in quell’unica occasione annuale vi era permesso di lasciarsi andare senza freni inibitori… Il Carnevale, sfrenata kermesse annuale, le cui origini vanno ricercate nella religione pagana, nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionisiache della classicità greca.
Da secoli la kermesse si rinnova nella terra della Basilicata, tra le proviince di Potenza e Matera, dove i dove i nove comuni che.costiuiscono la “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”. fanno rivivere lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, attraverso coloratissimi travestimenti si rivivranno le più suggestive e antiche tradizioni lucane, arcaiche e contadine.
Un ottimo motivo per una tappa in quelle terre e incontrare figure allegoriche, dall’aspetto grottesco. Dall’all’Orso (Urs) e la Quaresima (Quaremma) ai Rumit, alberi che camminano, a diavoli che ballano in piazza, mentre paventose maschere bussano alla porta per chiedere cibo al suono cupo dei campanacci
San Mauro Forte
Le feste sono state aperte da un suono cupo e assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera misteriosa; sono i campanacci “maschi” e “femmine” che invocano la fecondità , incoraggiano la buona riuscita del raccolta e allontanano il male.
Teana
Istinto, curiosità, umorismo: Il Carnevale di Teana è rappresentato dall’”Orso”, una delle maschere più seguite , mentre in paizza viene ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”.
Satriano
Un Carnevale green vi trascinera nella “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini: una foresta umana, celebrando non solo un rito antichissimo, ma infondendo anche un attualissimo messaggio green.
Cirigliano
Si festeggiano le 4 stagioni dove Pulcinella e maschere declamano versi della tradizione orale locale, che omaggiano i frutti della terra e la primavera. “I mesi dell’anno” e “le quattro stagioni” scortano in processione la bara del Signor “Carnevale”, fino al momento di massimo climax, dove verrà arso su un falò.
Lavello
Let’s party! Tutti coinvolti nei tipici “Festini” dove si balla fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso rosso.
Tricarico
Comune capofila che ha proposto di condividere con gli altri comuni lucani un cammino condiviso che punta al coordinamento dei singoli percorsi. Non stupitevi di essere circondati da una mandria di “tori” e “mucche” dal look davvero suggestivo: cappellaccio nero coperto da un foulard e un velo bianco, decorato con nastri multicolori fino alle caviglie.
Aliano
Questo minuscolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e’ senza dubbio uno degli scenarii più magici della Basilicata. Tra paesaggi argillosi, caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi si aggirano maschere “cornute” e maligne, fatte di cartapesta e dotate di corna enormi e nasi pendenti. Sono indossate dagli uomini del villaggio, che sfoggiano fantasmagorici cappelli di stelle filanti, e pantaloni adornati da campanacci, mentre marciano lungo la strada principale, muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa e lanciando generose manciate di farina. Non vestitevi di nero…
Stigliano
Alziamo i calici! Siete tutti invitati dal “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato.
Montescaglioso
Ci regala due celebrazioni: il “Carnevale Montese”. con imponenti carri allegorici e il “Carnevale Tradizionale” del Martedi Grasso, capitanato da una famglia alquanto bizzarra: il Signor Carnevalone, personaggio dalla una doppia faccia e doppia anima al suo fianco , la tenebrosa moglie “Quaremma” che regge il pupazzo in fasce “Carnevalicchio” e “U’ Fus’”, una sorta di “Parca romana” che tesse i fili del Destino… altro che gli Addams….
A queste feste “storiche” ogni comune lucano ama celebrare il proprio “Signor Carnevale”.che nei comuni di 
Armento, Pietrapertosa, Picerno e Tursi viene condotto al rogo. .A Oppido la tradizione voleva che gli abitanti rappresentassero i braccianti agricoli e il loro lavoro dei campi.A Trecchina la “cupa – cupa” porta il ritmo delle rime del “Contacronze”, vestito con cappellaccio scuro e giubba dei pastori. Tra i vicoli si svolge il corteo di Pomarico, capitanato da Pulcinella e la moglie Zeza, che viene beffata con canzoni non proprio gentili mentre a Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono.

Vi è venuta una fame “diabolica”?
Il Carnevale della Basilicata porta a tavola piatti semplici che rispettano la tradizione culinaria lucana, dai gustosi salumi, alle abbondanti zuppe di verdure fresche, all’agnello, alla polenta chiamata anche “frascatala” con sugo di salsiccia e pezzi di pancetta, ai calzoni ripieni di zucchero e ricotta, conditi con sugo di maiale, alle strascinate ai ferricelli, e i cavatelli,.spolverati da mollica di pane sfritta e “conzata “ con polvere di peperone.
A Carnevale si preparano le polpette di pane, pauppett, cuculicchie, cocole, rummuledd’, con aggiunta di patate, pecorino, salsiccia e soppressata, in alcune case arricchite di uva passita.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Non chiamatelo peperoncino!
Lo chiamano “Appuntito”, Tronco” e “Uncino”, viene piantato tra febbraio e marzo e raccolton in agosto. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile  adatto a essere essiccato. Ricco di vitamine A, E, C, K , insomma un gustoso toccasana !
E’ protagonista assoluto di un piatto tipico lucano: fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti (Zafaran’ Crusk), e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate. Con l’olio di frittura poi ci si condisce lo stoccafisso locale ma anche le uova fritte, all’occhio di bue o strapazzate, a cui si può aggiungere la sausizz (salsiccia).
Il migliore peperone crusco ?
Beh, io sono un “crusco maniac”,  l’ho gustato in tante localitò e in mille ricette, ma devo dire che , secondo me, il vero “re crusco” è quello IGP di Senise, località vicina a Teana.
Di colore rosso intenso e dal sapore dolce, ha una polpa sottile, viene raccolto i primi di agosto e viene disposto per qualche giorno su teli di stoffa in un luogo buio e asciutto. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago a formare delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza.
Come da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per la corretta essiccazione dei peperoni. Può essere ridotto in polvere come fosse una spezia con la quale arricchire di gusto, profumo e colore impasti di focacce, pizze, paste e salumi o in alternativa può essere fritto e diventare crusco ovvero croccante, La produzione di peperone crusco è il fiore all’occhiello  dell’ Agricola Libone nei pressi di Teana, anche in versione bio e ultimamente riscoperto dagli chef in combinazioni dolci, abbinato al cioccolato.

Curiosi di sperimentare un piatto al crusco?
Ecco una ricetta tradizionale: patate e peperoni cruschi
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate
100 g di peperoni di Senise IGP essiccati
olio extra vergine di oliva
sale
Procedimento
Fate bollire le patate in acqua salata per 10 minuti. Scolatele, sbucciatele, tagliatele a fettine spesse 5 mm e tenetele da parte. Nel frattempo pulite i peperoni, eliminate i semi e il picciolo. Mettete in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva e friggetevi i peperoni per pochi secondi o fino a che non assumeranno un colore rosso acceso. Scolateli su carta assorbente per fritti e tenete da parte. Nella stessa padella in cui avete cotto i peperoni cruschi versate anche la patate e fate cuocere fino a che non saranno ben dorate. Aggiustate di sale e aggiungete i peperoni cruschi ridotti a pezzi grossolani. Saltate il tutto per un paio di minuti e servite subito.
DOLCI MOMENTI IERI E OGGI
A conclusione della grande abbuffata di Carnevale, non può mancare una nota dolce. Immancabili a fine pasto gustatevi i taralli al naspro aromatizzati all’anice, ricoperti da una glassa di zucchero e le celebri chiacchiere, aromatizzate con liquore, fritte imbiancate di zucchero a velo. Tradizione e attualità. tipico delle festivita è lo storico sanguinaccio: una mousse originariamente composta da sangue di maiale cioccolato, mandorle tostate e tritate, cannella, latte e scorza di limone. Oggi l’utilizzo del sangue di maiale è vietato, ma è pur sempre una squisitezza…

INFO
Carnevale della Basilicata fino al Martedi Grasso del 13 febbraio
www.basilicataturistica.it
www.aptbasilicata.it

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’



Viaggio “gourmet” in Basilicata: dai Sassi di Matera ai calanchi di Aliano

(Italian and English version)

Basilicata: partiamo per un tour dove primeggiano ingredienti selvaggi e piatti veraci, proprio come questa terra.

Dal rafano selvaggio, conosciuto anche come “tartufo dei poveri” alla melanzana rossa di Rotonda, piccante e amarognola,  ottima sott’olio, fritta, grigliata, al formaggio canestrato di Moliterno squisitamente piccante. I piatti  sono ricchi, saporiti e solari: le strascinate (pasta con cime di rape materane e peperoni cruschi), i gnummareddi (involtini di interiora di agnello, fegato, polmone, cuore e animelle legati da un sottile budello naturale), il baccalà con peperoni cruschi, cutturiddi (agnello con cipolline, pomodori, alloro e rosmarino), pignata (carne di pecora o di castrato condito in terracotta con salame piccante, pecorino, peperoncino e tante verdure).

Basilicata: partiamo dal firmamento Michelin

A Lavello, sotto il cielo stellato della Guida Michelin troviamo
Don Alfonso 1890  San Barbato
(Stella Michelin)
Il leggendario Alfonso Iaccarino, la moglie Livia e i figli Ernesto e Mario hanno portato al San Barbato la stessa filosofia e la stessa passione che hanno reso il Don Alfonso 1890 uno dei più importanti ristoranti al mondo, un tempio dell’ospitalità: cucina d’autore, accoglienza impeccabile e calore umano. Al timone lo Chef Donato De Leonardis . Ogni suo piatto è caratterizzato dalla cura maniacale dei dettagli e dalla ricerca di materie prime della migliore qualità.

Don Alfonso San Barbato , Adagiato tra le pendici dell’antico vulcano Monte Vulture e la valle del fiume Ofanto,

La cena diventa così un’esperienza culinaria interattiva offrendo alla vista lo spettacolo di una brigata di cucina gourmet immersa nel proprio affascinante lavoro, con suggestivi giochi di luce che accompagnano le preparazioni e le mise en place, dagli antipasti ai dessert.

Donato de Leonardis

Sapori e colori sulla Terrazza di Don Alfonso , San Barbato

Lasciamo Lavello e puntiamo verso l’incredibile.
Pronti? Chiudete gli occhi e adesso riapriteli… siamo a Matera!
L’incanto inenarrabile di una città a cui foto, disegni o video non rendono minimamente  giustizia al meraviglioso impatto e alla superlativa bellezza che ci circonda.


Matera va raggiunta, vista, vissuta …e assaggiata…

Molti viaggiatori gourmet conoscono da tempo questa città di montagna, unica, costellata da caverne, da antiche abitazioni scavate nella roccia, dai suoi poveri Sassi abitati da famiglie e bestiame, da storie, leggende e arte. Matera, a lungo isolata dal resto d’Italia, rimane uno degli ultimi veri baluardi della cucina povera.
Autentiche ricette contadine composte da ingredienti poverissimi che danno vita ad un piatto buonissimi, sani e nutrienti, come le spettacolari zuppe di legumi locali e quelle con i ceci neri. per non citare il pane di Matera, celebre in tutto il mondo

La storica cucina cucina povera.di Matera

Indiscutibile leggenda della cucina materana è il  dolce peperone crusco, che viene prima essiccato al sole e poi fritto per tramutarsi in una croccante e saporita esplosione di gusto, deliziosa in tutte le stagioni. A partire dal 1 Agosto, tra balli, canti e tavole imbandite, si celebrerà la crapiata (tradizionale piatto conviviale con grano, farro, lenticchie, ceci, fagioli, fave, patate e piselli).

Peperone crusco, il protagonista

Matera, Ristorante Vitantonio Lombardo  (Stella Michelin)

Vitantonio Lombardo è lucano di origine. Il suo è stato un viaggio con illustri maestrii come Paolo Teverini, Gianfranco Vissani e Fabio Barbaglini. Amante del suo territorio,ha voluto ridare vita ad una grotta abbandonata per proporre due menu :“Frammenti,  cucina della nostra storia e “Battiti, piatti in continua evoluzione”

Lo chef stellato Vitantonio Lombardo

Dalla cucina di Chef Vitantonio

 ll Terrazzino  
Vista, ambiente, cibo vero, menu ricco, prezzi moderati e… ho menzionato la vista? Benvenuti a Il Terrazzino di Matera, uno dei più antichi ristoranti a terrazza dei Sassi. Eustachio Persia mi ha accolto con un piatto di salumi nostrani, tra cui i miei lampascioni preferiti, bulbi di un fiore di campo comune del sud Italia, poi ho ordinato l’agnello, e…sorpresa! E  arrivato avvolto in carta paglia gialla.

l’agnello “incartato” del Terrazzino

Baccus
Situato nella zona dei Sassi, semplice ma elegante, noto per il suo Chef Carlo Pozzuoli che ama reinterpretare in chiave moderna i piatti tipici locali e i sapori e le tradizioni di una volta, come il minestrone con tagliolini ai ceci bianchi e neri, considerato ideale per le donne in gravidanza, poiché contiene molto ferro. Il menu dedica un’attenta ricerca delle erbe locali, come la cicoriella, il sivone utilizzate nelle insalate, nelle minestre, come ripieno di ravioli e pansotti o semplicemente lessate con olio e limone.

Matera: Carlo Pozzuoli e sua moglie Mariella: ospitalità e piatti veraci, come la loro zuppa con ceci bianchi e neri

Dolce finale… sporcamuso
Sorprendevi con un assaggio di un dolce sporcamuso a forma di cuore, un dessert strapieno di crema pasticcera calda che inevitabilmente vi finirà su tutta la faccia.

lo Sporcamuso

Da Mario
‘Rappresentiamo la tradizione. La mia famiglia gestisce questo ristorante dagli anni ’50’ mi racconta Anna, titolare del Ristorante Pizzeria Da Mario. ‘Da allora siamo sempre stati amati dai materani e da tutto il mondo. Molte celebrità hanno mangiato qui: Richard Gere, Mel Gibson solo per citarne alcuni” Tra i sui piatti forti: le  gustose orecchiette alle rape con acciughe e pangrattato tostato e i suoi famosi strascinati fatti in casa con funghi cardoncelli e guarniti con il tipico croccante di peperone crusco fritto.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Scelti per voi in Basilicata

La Locandiera, Bernalda
La Villa, Melfi
Luna Rossa, Terranova di Pollino
Forentum
, Lavello
Al Baliaggio, L’ Incanto, Venosa
Al becco della Civetta, Castelmezzano
Ego, Le Bubbole, Matera
Fandango, Scalera
Cibò, Massimo Carleo Home Restaurant , Potenza

Lo splendido artigianato locale

Le  migliori osterie

Pezzolla, Accettura(MT)
Gagliardi, Avigliano (PZ)
Da Beppe, La Rotonda (PZ)
La mangiatoia, Rotondella (MT)

… e per finire, ovviamente un Amaro Lucano!

Al mare

La Basilicata è bagnata dal Tirreno e dallo Ionio e il suo mare è considerato uno dei più puliti d’Italia. Nelle località di  Maratea, Acquafredda, della Spiaggia di Mezzanotte, Cersuta, Fiumicello, Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco e in molte altre, troverete lunghe spiagge sabbiose, calette nascoste, pittoresche grotte e sopratutto un mare cristallino. Per non parlare degli ottimi piatti di pesce…

Mare cristallino e ottimi piatti di pesce. La Basilicata vi aspetta!

Scelti per voi

La Locanda di Nettuno, Ohana, Taverna Rovita, Il Sacello , Maratea
L’approdo, Catrocucco
Hemingway, Bell’agio Bistrò, La Lampara Jonica, Scanzano Jonico
Essenza, Policoro
Le Vele, Acquafredda
Imperiale, Nova Siri

Maratea

Scopriamo Aliano

Destinazione per molti sconosciuta, Aliano è un piccolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e situato in uno dei luoghi più insoliti, panoramici, magici e spirituali della Basilicata.
Il paesaggio argilloso circostante è caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi.

Basilicata: we leave for a tour where wild ingredients and authentic dishes stand out, just like this land.
From the wild horseradish, also known as “poor man’s truffle” to the red aubergine of Rotonda, spicy and bitter, excellent in oil, fried, grilled, to the exquisitely spicy Moliterno canestrato cheese. The pastas are rich, tasty and sunny: strascinate (pasta with turnip tops from Matera and cruschi peppers), gnummareddi (rolls of lamb entrails, liver, lung, heart and sweetbreads tied by a thin natural casing), cod with cruschi peppers, cutturiddi (lamb with onions, tomatoes, bay leaf and rosemary), pignata (mutton or mutton seasoned in terracotta with spicy salami, pecorino, chilli and many vegetables).

Let’s start from the stars…
In Lavello, under the starry sky of the Michelin Guide we find Don Alfonso 1890 San Barbato (Stella Michelin) The legendary Alfonso Iaccarino, his wife Livia and their children Ernesto and Mario brought to San Barbato the same philosophy and the same passion that made Don Alfonso 1890 one of the most important restaurants in the world, a temple of hospitality: signature cuisine , impeccable hospitality and human warmth. At the helm the Chef Donato De Leonardis. Each of his dishes is characterized by the obsessive attention to detail and the search for raw materials of the best quality.

Don Alfonso San Barbato , Adagiato tra le pendici dell’antico vulcano Monte Vulture e la valle del fiume Ofanto,

Dinner thus becomes an interactive culinary experience offering the spectacle of a gourmet kitchen brigade immersed in their fascinating work, with suggestive plays of light that accompany the preparations and mise en place, from appetizers to desserts.

Donato de Leonardis

Sapori e colori sulla Terrazza di Don Alfonso , San Barbato

We leave Lavello and head towards the incredible. Are you ready? Close your eyes and now reopen them … we are in Matera!
The unspeakable charm of a city whose photos, drawings or videos do not do the least justice to the wonderful impact and the superlative beauty that surrounds us.

MATERA MUST BE REACHED, VISITED, LIVED AND… TASTED
Many gourmet travelers have long known this unique mountain town, dotted with caves, ancient dwellings carved into the rock, its poor Sassi inhabited by families and cattle, stories, legends and art. Matera, long isolated from the rest of Italy, remains one of the last true bastions of poor cuisine. Authentic peasant recipes composed of very poor ingredients that give life to a delicious, healthy and nutritious dish, such as the spectacular soups of local legumes and those with black chickpeas. not to mention the bread of Matera, famous all over the world

La storica cucina cucina povera.di Matera

The indisputable legend of Matera cuisine is the sweet crusco pepper, which is first dried in the sun and then fried to turn into a crunchy and tasty explosion of taste, delicious in all seasons. Starting from August 1st, between dances, songs and laid tables, the crapiata (traditional convivial dish with wheat, spelled, lentils, chickpeas, beans, broad beans, potatoes and peas) will be celebrated.

Peperone crusco, il protagonista

Matera, Ristorante Vitantonio Lombardo  (Stella Michelin)
Vitantonio Lombardo is originally from Basilicata. His was a journey with illustrious masters such as Paolo Teverini, Gianfranco Vissani and Fabio Barbaglini. Lover of his territory, he wanted to revive an abandoned cave to propose two menus: “Fragments, cuisine of our history and” Battiti, dishes in continuous evolution

Lo chef stellato Vitantonio Lombardo

Dalla cucina di Chef Vitantonio

 ll Terrazzino  
View, ambiance, real food, rich menu, moderate prices and … did I mention the view? Welcome to Il Terrazzino di Matera, one of the oldest terrace restaurants in the Sassi Eustachio Persia welcomed me with a plate of local cured meats, including my favorite lampascioni, bulbs of a common wildflower in southern Italy, then I ordered the lamb, and … surprise! It came wrapped in yellow straw paper.

l’agnello “incartato” del Terrazzino

Baccus
Located in the Sassi area, simple but elegant, known for its Chef Carlo Pozzuoli who loves to reinterpret in a modern key the typical local dishes and the flavors and traditions of the past, such as the minestrone with tagliolini with white and black chickpeas, considered ideal for pregnant women, as it contains a lot of iron. The menu devotes careful research of local herbs, such as chicory, sivone used in salads, soups, as a filling for ravioli and pansotti or simply boiled with oil and lemon.

Matera: Carlo Pozzuoli e sua moglie Mariella: ospitalità e piatti veraci, come la loro zuppa con ceci bianchi e neri

Dolce finale… sporcamuso
Final surprise with a taste of a sweet heart-shaped sporcamuss, a dessert filled with hot custard that will inevitably end up all over your face. a.

lo Sporcamuso

Da Mario
‘We represent tradition. My family has been running this restaurant since the 1950s, ‘Anna, owner of Ristorante Pizzeria Da Mario, tells me. ‘Since then we have always been loved by the people of Matera and by the whole world. Many celebrities have eaten here: Richard Gere, Mel Gibson just to name a few “Among his main dishes: the tasty orecchiette with turnips with anchovies and toasted breadcrumbs and his famous homemade strascinati with cardoncelli mushrooms and garnished with the typical crunchy pepper fried crusco.face.

i tradizionali “strascinati” con funghi e peperone crusco

Chosen for you

La Locandiera, Bernalda
La Villa, Melfi
Luna Rossa, Terranova di Pollino
Forentum
, Lavello
Al Baliaggio, L’ Incanto, Venosa
Al becco della Civetta, Castelmezzano
Ego, Le Bubbole, Matera
Fandango, Scalera
Cibò, Massimo Carleo Home Restaurant , Potenza

Lo splendido artigianato locale

Pezzolla, Accettura(MT)
Gagliardi, Avigliano (PZ)
Da Beppe, La Rotonda (PZ)
La mangiatoia, Rotondella (MT)

… e per finire, ovviamente un Amaro Lucano!

By the sea
Basilicata is bathed by the Tyrrhenian and Ionian and its sea is considered one of the cleanest in Italy. In the localities of Maratea, Acquafredda, Spiaggia di Mezzanotte, Cersuta, Fiumicello, Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco and many others, you will find long sandy beaches, hidden coves, picturesque caves and above all a crystalline sea. Not to mention the excellent fish dishes …

Mare cristallino e ottimi piatti di pesce. La Basilicata vi aspetta!

Selected for you

La Locanda di Nettuno, Ohana, Taverna Rovita, Il Sacello , Maratea
L’approdo, Catrocucco
Hemingway, Bell’agio Bistrò, La Lampara Jonica, Scanzano Jonico
Essenza, Policoro
Le Vele, Acquafredda
Imperiale, Nova Siri

Maratea

Discovering Aliano
Destination unknown to many, Aliano is a small village in the province of Matera, awarded the recognition of Italian Literary Parks and located in one of the most unusual, scenic, magical and spiritual places in Basilicata. The surrounding clayey landscape is characterized by species of canyons, called badlands.




Colli Euganei: natura, storia, vini e “giuggiole” per un dolce weekend con Petrarca

di Cesare Zucca
For the “zaleti” recipe in english click here

Pronti a passare un weekend speciale nell’incanto dei Colli Euganei e scoprire  un meraviglioso borgo antico, ricco di storia, arte, enogastronomia e… tante giuggiole?

Tutto super…. a cominciare dalla nostra eccezionale guida, nientemeno che Messer Francesco Petrarca.  Il sommo Poeta amò immensamente questa terra e questo borgo, fino a curarne personalmente costruzioni e lavori di restauro, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellito
Arquà Petrarca è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, sede del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei, istituzione che vuole preservare e comunicare le sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere, facendole rivivere al visitatore e elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di quel luogo.

Il Poeta, la classica corona di alloro e la sua amata Musa ispiratrice , Madonna Laura

Petrarca sarà la vostra guida in un viaggio attraverso un itinerario in 7 targhe letterarie http://www.parcopetrarca.com/i-luoghi-del-parco/arqua-petrarca/, mentre in tutto il Parco letterario che comprende 17 comuni del Parco Regionale dei Colli Euganei saranno a breve 5  che ritraggono frasi di diversi autori che hanno immortalato il paesaggio e quei luoghi tanto celebrati nella letteratura italiana e internazionale da autori famosi. La bellezza silenziosa e incantevole dei Colli Euganei è stata fonte di ispirazione per scrittori, poeti e artisti, come Bruce Chatwin, Percy e Mary Shelley,  Lord Byron, Ugo Foscolo e Gabriele d’Annunzio

DA VEDERE A ARQUA’
Casa Petrarca
Petrarca, vi abitò dal 1369, sopravvisionò di persona la ristrutturazione, apportò modifiche , tra cui la creazione di arcate e trasformò il palazzo due unità abitative, per sè e per la sua famiglia. Attualmente sono ancora conservati, lo studiolo in cui morì il poeta, con sedia e libreria (pare) originarie.
Da ricordare, inoltre, la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.

la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.

FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA
La fontana del Petrarca è struttura che in realtà preesisteva all’arrivo del Poeta e alla quale veniva per attingere l’acqua, tanto che forse vi fece eseguire anche dei lavori di restauro. L’arca, in marmo rosso di Verona, che tuttora contiene le spoglie del Poeta ricalca l’esempio degli antichi sarcofagi romani.

FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA

ORATORIO SS TRINITÀ E LOGGIA DEI VICARIDatato 1181,  era una Chiesa molto cara al Petrarca, che vi era solito recarsi a pregare . Nuovo nuovo nuovo il sito dell’oratorio che ora è visitabile su prenotazione www.oratorioarqua.com)CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Ricca di affreschi di scuola veneto-bizantina in particolare una Madonna con il Bambino del secolo XI). Sono emersi poi altri affreschi risalenti al XV secolo di scuola post giottesca.
FONDAZIONE MUSICALE MASIERO E CENTANIN
Mostra permanente di antichi pianoforti. Nella Villa ad Arquà è possibile visitare il museo costituito di 25 pianoforti del XVIII e XIX secolo, a coda, a tavolo, verticali e di altre forme inconsuete.SE IL WEEKEND SARA’ IN PRIMAVERA…
Nelle vicinanze di Arquà (verficate siano aperti, recentemente sono stati chiusi ma solo in maniera temporanea) tanti luoghi storici di grande interesseVilla Barbarigo, a Valsanzibio una frazione di Galzignano Terme
Una sontuosa dimora del 1600, così spettacolare che è stata ribattezzata la piccola Versailles. Giocate a perdervi nello straordinario giardino-labirinto.

Villa Barbarigo

Castello Cini, Santuario delle Sette Chiese e Villa Duodo a Monselice
Imponente complesso architettonico, anticamente castello, poi torre difensiva fino a diventare una Villa. La Sala del Consiglio con affreschi e stalli lignei alle pareti,la sala Jacopino con camino smussato e la cucina con una ricca collezione di utensili nella Casa romanica medioevale e rinascimentale; l’Armeria, preziosa sala con pareti affrescate e motivo carrarese a scacchiera bianca e rossa che racchiude una delle più importanti collezioni di armi e armature d’Italia.
Castello Catajo,  Battaglia Terme
Insolita villa veneta con 360 stanze, decorate dagli stupefacenti affreschi di GianBattista Zenotti, Fu ideato nel 1570 dalla ricca famiglia Obizzi come teatro per ricevere e divertire i loro ospiti. Balli glamour, scene di battaglie navali, enormi produzioni teatrali… probabilmente i più grandi organizzatori di feste di tutti i tempi.

Castello Catajo

Storia e buon vino
Colori, sapori e profumi raccontati in oasi ambientali, antiche abbazie, castelli, ville, agriturismi e negli straordinari vini dei Colli Euganei,, dai Fior d’Arancio, un Moscato molto dorato, fino a una varietà di bianchi dal tipico colore giallo paglierino e dal profumo di gelsomino, come Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon rossi, lChardonnay, Merlot e il mio preferito, lo spumante Serprino.

Quando si dice “ dolce come un brodo di giuggiole”...

La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, che produce delle drupe ovoidal  dal colore rosso scuro e dal sapore dolce. Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”.

giuggiole fresche

Le giuggiole sono il perfetto connubio con gli zàleti, tipici dolci di Arquà.
Sono biscotti secchi tipici della tradizione contadina, dove si fa largo uso della farina di mais. L’aggiunta delle giuggiole conferisce a questi un sapore più dolce e sfizioso.

giuggiole essiccate

L’ ideale è servire questi biscotti friabili con qualche vino fresco da dessert, come il Moscato Fior d’Arancio Docg dei Colli Euganei o in abbinamento al liquoroso Brodo di Giuggiole ottenuto con il frutto delle giuggiole di Arquà. Servito freddo è un ottimo digestivo, ma si può sorseggiare anche caldo come punch. Con l’aggiunta di un buon prosecco diventa un ottimo aperitivo. Si può mettere anche sul gelato e sulla frutta, tipo ananas e fragole, per scoprire un gusto molto ricercato.

E NEL CALICE…
Per restare nel territorio Euganeo, consiglio bianco Val di Spie un viaggio sperimentale nel mondo dello spumante della Cantina Vignale di Cecilia, di Paolo Brunello, situata a Baone. Un bianco  che trizza l’occhio al passato, rifermentando naturalmente in bottiglia, senza successiva sboccatura, “sur lies”. Divertente slalom fra uva Glera e Garganega, trae dalla prima la semplicità e dalla seconda la freschezza.Il suo nome trae spunto dalla Val de Spin, selvaggia valletta in cui si trova il vigneto di Garganega.
oppure un  autentico e vero Malterreno Quota 101, le cui uve vengono raccolte a mano nel mese di settembre, quando il sole le ha rese belle e mature .Perfetto come aperitivo, accompagna primi piatti o secondi di pesce e carni bianche e colora i biscotti di Arquà.

Malterreno Quota 101 e il tradizionale Fior d’Arancio

Da queste meravigliose colline vulcaniche proviene lo Spumante Moscato Giallo IGT di Maeli Colli Euganei  un vino ricco di emozioni e allo stesso tempo degno ambasciatore di questo prestigioso territorio. Imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo l’antico metodo ancestrale. Appena versato nel calice, libera note sulfuree che poi lasciano il posto a profumi di agrumi. Vino di grande personalità aromatica sia al naso che al palato, la presenza dei lieviti gli dona una particolare consistenza ma di facile beva.

DOVE MANGIARE
Osteria Del Guerriero
Antica osteria nel cuore del borgo, sapori e profumi antichi della cucina veneta, dal family comfort food ai tradizionali cicchetti, preparati con prodotti stagionali a km0  e accompagnati dai migliori vini veneti

Osteria del Guerriero

Al Tavern
Una nuova avventura firmata dall’esperienza e dalla passione per l’enogastronomia di Roberto Veronese con le risorse straordinarie del territorio. Nel menu spiccano che celebrano un luogo incantato, che da sempre ammalia poeti e viaggiatori

Al Tavern

I Ronchi
Nato alla fine degli anni ’80, ambiente schietto, panorama suggestivo, un menù alla carta che varia in base alla stagione e che propone la ristorazione tipica dei Colli Euganei.

I Ronchi

Miravalle
Il nome non tradisce le aspettative: un bel panorama e gli gnocchi fatti in casa con ragù di cinghiale ne confermano l’ottima cucina.

Miravalle

E NEI DINTORNI…

Antica Trattoria Da Ballotta, Torreglia
Tempio dell’enogastronomia Euganea e italiana,
Più di Cinque Secoli di Storia  , come appare in un’ antica mappa, dove la terra circostante era nota come “campagna detta dell’osteria”. Oggi, nella sua elegante veranda,  un tempo officina per riparare le antiche carrozze, si gusta un menu fedele alle radici del passato e attento alla cucina di oggi.

Un piatto dell’ Antica Trattoria Ballotta

Incalmo
Ambiente ricercato per un menu gourmet. Ciascun piatto può essere abbinato a un vino, selezionato tra piccoli ma intensi vitigni autoctoni che esaltano il territorio italiano e oltre confine

Incalmo

Antica Trattoria Taparo, Torreglia
Datata 1921. Celebra la tradizione con l’innovazione senza mai lasciarsi coinvolgere dagli eccessi. Da non perdere il “percorso del baccalà” stoccafisso cucinato in 3 modi diversi.

Antica Trattoria Taparo

Trattoria Al Sasso, Teolo
Gestione famigliare da più di 70 anni. Famoso pollo fritto e non solo: i tagliolini con morchelle e lumache, “risi e bisi” con prosciutto di Montagnana, tagliatelle allo spezzatino di manzo, cotechino con fagioli in tocio, anatra alle marasche… vado avanti?…

Trattoria Al Sasso

E siamo arrivati al dolce ! Curiosi di scoprire la ricetta dei biscotti di Arquà ?
Ecco la ricetta !

ZÀLETI ALLE GIUGGIOLE

Zàleti alle gIuggiole

  • 120 g di giuggiole mature tritate grossolanamente
  • 60 ml di rum
  • 150 g di farina di grano
  • 150 g  di farina di mais
  • la scorza grattugiata di 1/2 limone
  • un pizzico di sale marino
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 3 tuorli d’uovo
  • 150 g di zucchero semolato
  • 130 g di burro, fuso e raffreddato:

Preparazione
Immergere i pezzi di giuggiola nella grappa per almeno un paio di ore o, meglio ancora, per tutta la notte. Mentre si preparano i biscotti, preriscaldare il forno a 180°C.
Foderare un vassoio per biscotti con carta da forno e mettere da parte.
Unire la farina bianca, farina gialla di mais, la scorza di limone, il sale e il lievito in una piccola ciotola. In una ciotola più grande, sbattere i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto giallo e spumoso, o comunque fino a quando lo zucchero si sarà sciolto completamente. Aggiungere il burro fuso al mix di farine, quindi unire delicatamente il tutto al composto di uova. Mescolare e poi aggiungere le giuggiole sgocciolate, incorporandole in maniera omogenea all’impasto.
Per sagomare i biscotti, afferrare una noce di impasto e farlo rotolare tra le mani.
Cercate di dare una forma piatta leggermente ellittica, per distribuirli con più facilità sul vassoio foderato.
Ripetere l’operazione fino a quando si finisce la pasta, lasciando pochi centimetri tra ogni biscotto. Cuocere in forno per 13-15 minuti, o fino a quando l’aspetto superficiale dei biscotti appare bene dorato.
Togliere dal forno e lasciare raffreddare i biscotti su una griglia.

ALLOGGIO E BENESSERE
Dopo una gironata di visite e percorsi , sarà bello rilassarsi e dedicarsi al proprio benessere. A pochi chilometri dal Arquà troverete Abano Terme, famosa in tutto il mondo come le “Terme di Venezia”, grazie alle straordinarie qualità curative dell’acqua termale e dell’argilla biotermale o fango invecchiato: una vera medicina senza effetti collaterali.

Abano Ritz Hotel è una meta ideale che si distingue per servizi, accoglienza e professionalità- Lo raggiungerete dopo una breve passeggiata lungo Viale delle Terme è il centro storico della città abbellito dalla Cattedrale, il Duomo di San Lorenzo,  fondata nel X secolo e che conserva ancora il suo campanile trecentesco. Abano Ritz Hotel offre camere spaziose, eleganti altre che a spazi vagamente retro e dll’atmosfera suggestiva, vanta due piscine, la SPA, rituali di benessere ed esperienze culinarie  immersi in un territorio ricco di cultura e folklore, oltre che di golf e altri sport.

INFO

Parco Petrarca, Monselice e Battaglia Terme si possono raggiungere anche da Padova in barca lungo il canale Battaglia, che usava anche Petrarca per spostarsi dalla sua casa di Padova ad Arquà. https://www.anticheviedinavigazione.it/it/default.aspx)
www.visitabanomontegrotto.com
www.parcopetrarca.com
Parco Petrarca e Colli Euganei
Abano Terme

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