“Young Reporter” su Weekend Premium: un premio per raccontare un sogno
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Sì, il Premio Young Reporter continua, riprende a vivere. Ed il primo a parteciparvi è Francesco Forti che ci racconta il suo Sogno chiamato Ferrari.
Forse qualche nostro lettore conosce già la storia di questo premio che comincia nel 2019, quando viene vinto da Jacopo Marotta, un ragazzo di 16 anni che ci aveva raccontato il suo viaggio a Barcellona, da cui era tornato con la maglia di Leo Messi, il suo idolo.
Jacopo con la maglia del suo idolo Leo Messi
Ma pochi sanno come è nato. Accade ad un certo punto della vita di volersi staccare dalla scrivania, dagli impegni quotidiani, insomma staccare la spina.
E due anni fa accadde anche me, allora chiesi alle grandi firme del turismo di indicami loro, con le loro esperienze, un luogo, un angolo di mondo dove almeno “PER UNA VOLTA“ bisogna andare.
Serviva per me, ma questi miei importanti colleghi scrissero talmente bene le loro indicazioni che ne nacque una rubrica su Weekend Premium.
Ora sapevo dove andare PER UNA VOLTA, potevo organizzarmi e partire. Ma un giorno vidi una trasmissione, o lessi una notizia?, su ragazzi molto malati, per cui era faticoso vivere, colpiti da un destino avverso e crudele che aveva reso fragili le ali della loro gioventù.
E allora mi dissi che piuttosto a me toccava a loro PER UNA VOLTA visitare un luogo che loro sognavano, un angolo di questo mondo che amano tanto anche se per loro è un mondo difficile.
Cercai questi ragazzi, chiesi a molti, ma chissà perchè nessuno mi aiutava. Finchè in un convegno all’Hotel Enterprise di Milano conobbi Vanni Oddera, un campione di moto Freestyle, che si era avvicinato a questi ragazzi e li conosceva e li aiutava. Con Vanni fu facile. Mi diede subito dei nomi, i primo fu Davide Ciceri, e poi seguì Jacopo Marotta. Il sogno di Davide era andare a Lisbona e quello di Jacopo era andare a Barcellona. E ci andarono e ci raccontarono i loro sogni catturati
Già perché non erano sogni regalati, ma sogni catturati. Perché loro li volevano catturare, sempre pronti, anche con sofferenza, a partire, ad andare, a prendersi la loro parte di mondo.
Li pubblicammo ma non erano articoli comuni: meritavano un premio. Fu Anna Maria Terzi, firma di Weekend Premium già coinvolta nel progetto, che disse: sarà il il premio Young Reporter.
Il 26 settembre 2019 il primo fu consegnato ad Jacopo Marotta.
E’ passato oltre un anno da allora, il ricordo di Jacopo è ancora scolpito nella nostra memoria.
Ma Il maledetto Covid ci ha bloccati, il premio Young Reporter non è stato più assegnato. Ma ora altri ragazzi, altri giovani reporter speciali ci racconteranno i loro viaggi.
Il primo a raccontarcelo in questo sito è Francesco Forti, fattoci conoscere ancora una volta dal nostro amico Vanni Oddera.
Poi seguiranno Eleonora Ghiazza, Chiara Bruzzese, Ilaria Faen… il premio YOUNG REPORTER è tornato e stavolta con qualcosa in più: è dedicato a Jacopo Marotta.
WEEKEND PREMIUM: APRILE-MAGGIO 2025
Editoriale
Ma chi sono io??
21 aprile 2025, Papa Francesco ci ha lasciati
Ma chi sono io per parlarne? Per parlare di un Papa non me la sento, ma di Bergoglio come uomo posso tentare, e infatti quando mi hanno avvertito che ci aveva lasciati, il primo aggettivo che mi è nato dal cuore è stato umano, infatti l’ho sempre sentito vicino, come un padre o un fratello.
Ma chi sono io per ricordarlo?
In verità un ricordo mio ce l’ho. Il 12 marzo del 2013, nel baretto di via Ferrucci, a Milano, dove ogni mattina Giuseppe mi aspettava con un caffé lungo ed una brioche scaldata per 10 secondi. Come ogni mattina lì leggevo il Corriere e scambiavo pareri e notizie con l’arguta salumiera e il pretenzioso ingegnere, mentre Giuseppe ai caffé aggiungeva saggezza e cultura che non t’aspettavi. Quella mattina si parlava del futuro Papa che avrebbero eletto l’indomani. “Ci vorrebbe un Francesco, più vicino alla gente e più lontano dal Vaticano…” Non so se le mie parole furono esattamente queste, ma il senso fu preciso: alla Chiesa occorreva un Francesco.
Quando l’indomani Bergoglio annunciò di volversi chiamare Francesco, al baretto mi guardarono con sospetto, da chi potevo averlo saputo ben un giorno prima? Forse qualcuno se lo chiede ancora adesso, ma quella mattina Giuseppe mi preparò un caffé sublime.
Ma chi sono io per continuare a parlarne?
Una cosa, però, voglio ancora dirla, non dimenticheremo questo Papa che ha saputo scendere fra la gente, come ha saputo scendere nelle baraccopoli di Buenos Aires, e nel suo gregge ha saputo accogliere gay e divorziati. E che quando ha sentito che stava per lasciare questo mondo terreno ha voluto spogliarsi di tiara e ingombranti vestimenti papali, per dirigersi verso il mondo dell’anima sulla sua sedia a rotelle con un poncho e normali pantaloni: come un uomo, come Francesco. Indicandoci una strada.
Ma chi sono io?
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