La Fiera Millenaria di Gonzaga, a 32 km da Mantova e a 208 km da Milano, può essere davvero un’occasione per un weekend diverso in cui unire enogastronomia senza dimenticare l’arte e la cultura.
Partendo da Milano, consigliamo di prendere l’A4 e a Verona Nord entrare nella A22 per Modena, uscire a Pegognaga e seguire per Gonzaga. Tutto facile. All’arrivo la prima domanda che viene spontanea è: perchè millenaria?
Perchè la prima fiera fu fatta a Gonzaga nel 1490, qui perchè il Gonzaga che regnava allora cadde da cavallo proprio qui, ma si salvò e deciso di fare una prima festa in cui coinvolgrrte il popolo, che allora come oggi era prevalentemente dedito all’agricoltura. Una caduta che portò fortuna a questo luogo.
Gli stand sono tanti, e vi si trovano anche cavalli, maialini, e tanti eventi serali, fuochi pirotecnici, concerti, spettacoli western.
E poi un ristorante con le prelibatezze di questa terra generosa, in vari abbinamenti per non annoiare. Ma è difficile annoiarsi qui. Nel padiglione Mantova Golosa, ad ogni stand una sorpresa, una scoperta, che vi viene proposta con il sorriso e la simpatia.
Come ci è accaduto visitando lo stand della Cantina Gonzaga, produttrice di vari tipi di Lambrusco Mantovano, un tipo di vino facile, frizzante, leggero, non impegnativo, allegro e “socievole”. Ecco in questa cantina s’impara che ci sono lambruschi di qualità, che hanno un loro perchè.
Impariamo anche che nella provincia di Mantova si produce sia il Grana Padano che il Parmigiano Reggiano, che arriva fino a 30 mesi di stagionatura. Un padiglione a parte contiene i prodotti bio, dove trovate le grandi aziende ma anche l’associazione dei piccoli produttori riuniti nel marchio “I prodotti della famiglia contadina”, con i il sito www.prodottoinfattoria.it.
La mission di questa fiera è la valorizzazione dell’agricoltura e dei suoi prodotti, e ci riesce bene.
Per gustarli meglio, ci sono ristoranti di tutti i tipi, ma noi ne abbiamo cercato uno tipico, anzi tipicissimo, lo abbiamo trovato sulla strada Argine del Po Sud 258, a Portiolo di San Bendetto Po (chiusura il martdi) tel.0376.611126.
In cucina la chef Santina Brusco, proprietaria, ed in sala suo marito intrattenitore superlativo. i Piatti sono sempre tipici, dai tortelli di zucca fatti con la sfoglia tirata a mano, al risotto, allo stracotto di guanciale di manzo. Non mancano i pesci del Po, che qui ha una spiaggia bianca che ricorda le Maldive. E poi Lambrusco bio, il dolce sbrisolona, nocino e un digestivo dal gusto di amarena, che pare sia fatto con segrete bacche delle rive selvagge del dio Po. Come è bello il fiume in questo punto.
Ma un weekend per essere completo deve contenere anche qualcosa che fa bene all’anima oltre che allo stomaco, quindi ci aspettano altre due tappe, quelle del Monastero di Polirone e del santuario di Curtatone.
Ma del secondo giorno ve ne parleremo domani.