Il significato della famosa frase “Torna a Napoli e poi muori” era che dopo aver visto Napoli puoi anche morire, perché hai visto una delle città più belle del mondo.
Ma io credo anche che a Napoli bisogna tornarci più volte, perché ogni volta è una sorpresa, ogni volta c’è un’emozione, ogni volta si entra in contatto, in empatia, con la città. Non è mai una cartolina fredda,
Una foto da smartphone, in quel momento ti entra qualcosa nel cuore e nella mente, di brutto o di bello, di buono o di cattivo, ma non ti lascia mai indifferente. Ed io stesso ci sono stato tante volte, ma anche stavolta ho trovato delle cose da raccontare.
Di alberghi ce ne sono tanti, ma stavolta abbiamo scelto l’Hotel Caracciolo, perché avevo visto il banner nel nostro sito e mi aveva incuriosito, un 5 stelle in un antico palazzo nobiliare dei Caracciolo, forse era il primo passo per visitare una Napoli più vera possibile.
Per arrivarvi quando si esce dalla A1, si prende la A56 verso Napoli Centro, uscita 4 direzione Napoli/Salerno, verso Corso Malta….poi verso la stazione centrale di piazza Garibaldi, ma da qui conviene seguire il navigatore, che vi porterà in via Carbonara 112, all’Hotel Palazzo Caracciolo.
Bellissimi i cortili, dove si possono ancora vedere dove venivano legati i cavalli delle carrozze. Da uno scorcio della finestra della camera, vedo una scalinata, un vicolo in salita che ha una sorta di eleganza e lo immagino con gerani ai lati, che meraviglia! Una signora stende panni lungo le sue finestre, ma in modo efficace e non invasivo. Non è il massimo ma neppure il peggio.
Ma ora il mare ci chiama. Riprendiamo la nostra Audi Q5 e percorriamo Corso Umberto 1°, fino a Piazza Municipio, con il Maschio Angioino, poi lungo il molo Beverello e prendiamo la Galleria Vittoria che ci porta a piazza Vittoria, dove inizia Via Caracciolo e la Villa. Ma dove parcheggiare? Al Garage Morelli, via Domenico Morelli 61: non perdetelo, entrerete in una grande caverna da dove parte anche la Galleria Borbonica della Napoli sotterranea. Vi sembrerà impossibile, eppure sotto le belle case che abbiamo visto di fronte al mare c’è questa magnifica gigantesca caverna scavata nel tufo chissà quando, chissà da chi.
Il mare è ad un centinaio di metri, sfioriamo La Masardona, dove si mangia la migliore pizza fritta, all’angolo con via Caracciolo attraversiamo i tavolini di Sorbillo, qui dove comincia via Partenone con la zona pedonale. Gente che va, gente che viene: è una festa.
Castel dell’Ovo ci funge da faro, imponente, ma dal colore chiaro, come di terra dipinta dal sole. E sotto di esso, il Borgo Marinaro di Santa Lucia, un isolotto legato alla costa con un ponte al cui inizio ci sono i ristoranti Zi’ Teresa e La Bersagliera. Troppo famosi per noi, andiamo avanti.
Uno sguardo a sinistra, verso le barche dei pescatori, il mare e in fondo il Vesuvio. Da una bancarella, Totò e Pulcinella ci sorridono.
Al Borgo Marinaro tanti ristoranti, ma noi ci dirigiamo decisi verso la Trattoria Castel Dell’Ovo, piazzetta Marinari, che io conosco da quando si chiamava ‘O Tabaccaro. Qui il rapporto qualità/prezzo è buono, primi buonissimi ed anche il fritto, forse caro solo il sorbetto. Qui ci torno. Peccato che non fanno “La genovese”, uno dei piatti napoletani più tipici.
MUSEO ARCHEOLOGICO: LA MIGLIOR POMPEI ARTISTICA (ED EROTICA) E’ QUI
Dopo il pranzo, un caffè è d’obbligo berlo al bar. Al Gambrinus a piazza Plebiscito, o al Gran Caffè La Caffettiera, a Piazza dei Martiri? Decidiamo per Piazza dei Martiri, perché vicina a Via Calabritto, dove ci sono le migliori firme fashion, per shopping di classe, e siamo vicini al Garage Morelli, da cui ritiriamo la nostra Audi Q5 per puntare al Museo Archeologico.
Per raggiungerlo si sale fino a Piazza Museo 19 e lo si vede in alto, color rosso mattone. Antico Palazzo, conserva la propria grandezza. Dentro la sua cornice si trovano pezzi eccezionali. Per l’arte greco-romana c’è l’importantissima collezione Farnese, che fu portata a Napoli da Elisabetta Farnese, madre di Carlo di Borbone. Anche la sezione Egizia è importante: terza in Italia, dopo Torino e Musei Vaticani, e decima nel mondo.
Ma quella che stupisce di più è la sezione dedicata a Pompei, che raccoglie la gran parte delle meraviglie trovate negli scavi. Infatti i primi furono fatti proprio dai Borboni. Non si può andare a Pompei se non si viene anche qui, e non si può venire qui senza essere stati a Pompei. Vi si trovano mosaici bellissimi, con tessere piccolissime, che possono essere viste soltanto avvicinandosi ad un metro. Ma di Pompei si trovano anche sculture e pitture osé, vietate ai minori. Da non perdere.
NELLA METROPOLITANA D’ARTE PIU’ BELLA D’EUROPA
Lasciamo l’auto e prendiamo la metro, nella stazione Museo già ci sono reperti antichi da vedere, e una galleria fotografica.
Non abbiamo tempo adesso, ma tutta la Linea 1 merita un Metro Art Tour, in quella che è riconosciuta come la metropolitana più bella d’Europa. La più importante è la stazione di Via Toledo, realizzata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, con mosaici di William Kentridge e suggestivi lucernari.
Napoli ci sembra una città in cui vive il passato, ma in cui ci sono delle fughe in avanti nell’arte, in cui si anticipa il futuro. Una città piena di opposti, dove è difficile trovare un livello medio. Ed anche la mediocrità.
(Il nostro weekend non si ferma qui, ci aspetta un secondo giorno alla ricerca ancora di arte, ma anche di arte gastronomica, con una ricetta da gustare.)