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La città del mese. Palermo, un anno da Capitale italiana della Cultura

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La “Città del mese” scelta da Weekend Premium non può essere che Palermo. Il capoluogo siciliano è stato infatti nominato Capitale Italiana della Cultura 2018. La cerimonia di inaugurazione e di apertura degli eventi, si è tenuta un paio di giorni fa al Teatro Massimo, alla presenza del premier Paolo Gentiloni e del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Fransceschini.

Più di 780 gli appuntamenti già in calendario, con la prospettiva di raddoppiarli nel corso dell’anno. In cantiere, infatti, ci sono ancora tanti progetti per trasformare in luoghi della città in spazi per la musica, l’arte, il teatro, l’innovazione, ma, soprattutto a testimoniare la vocazione di una città che da sempre è simbolo e crocevia di scambi, contaminazioni, sinergie e fusioni di culture diverse.

Durante la cerimonia di inaugurazione è stato presentato anche il logo di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018: una P declinata in arabo, ebraico, fenicio e greco, opera della 22 Sabrina Ciprì, studentessa dell’Accademia di Belle Arti e nipote del regista Daniele Ciprì.

Il calendario completo degli eventi si può consultare sul sito ufficiale www.palermocapitalecultura.it

Palermo in un weekend

Sono sicuramente tantissime le eccellenze da vedere a Palermo. Se, tuttavia, il tempo è poco, vi suggeriamo un itinerario che consente di ammirarne le peculiarità. La prima tappa non può che essere il Palazzo Reale di Palermo noto anche come Palazzo dei Normanni, che domina Piazza Indipendenza. Oggi sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, è la più antica dimora reale d’Europa ed è stata sede imperiale sotto Federico II e Corrado IV.

Al suo interno ospita la meravigliosa Cappella Palatina, una basilica a tre navate dedicata a San Pietro Apostolo, fatta costruire da Ruggero II d’Altavilla, primo re normanno di Sicilia, nel 1130. La Cappella è famosa per i suoi splendidi mosaici bizantini. La visita alla Cappella e al Palazzo dei normanni costa € 6, ridotto € 4.

Una cattedrale che vale un Patrimonio

A pochi passi dal complesso si trova la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, tra i più interessanti esempio di stile siculo-normanna, che spicca per le sue caratteristiche cupole rosse e per il suo giardino circondato da un romantico chiostro.

Per immergersi nella vita palermitana, invece, da non perdere una visita al mercato di Ballarò, il più antico della città. Le strade sono invase dalle bancarelle dove trovare frutta, verdura, pesce fresco, ma anche gustoso “cibo di strada”. Il mercato è aperto dalle prime ore del mattino a pomeriggio inoltrato.

Lascia senza fiato per la sua bellezza, invece, la Cattedrale (www.cattedrale.palermo.it), dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e dedicata a Santa Maria Vergine Assunta, che conserva al suo interno le tombe degli imperatori Federico II, di suo padre Enrico VI, di sua madre Costanza d’Altavilla, di suo nonno Ruggero III, fondatore del Regno di Sicilia.

Il Tesoro della Cattedrale include invece preziosi arredi liturgici, la Corona imperiale trovata nella tomba di Costanza d’Aragona, anelli e fregi del manto di Federico II. Nella cripta si trovano invece le tombe degli arcivescovi di Palermo. Da non perdere, infine, un tour sui…tetti della cattedrale per ammirare la città dall’alto e scorgere gli elementi artistici e architettonici delle pareti esterni.

Dal Mercato del Capo alla strada dei Teatri

Il quartiere del Capo sorge dove un tempo sorgeva l’antico rione di Seralcadio (dall’arabo sari al-qadi), popolato da pirati e commercianti di schiavi. Qui vale la pena visitare il mercato storico, compreso in un quadrivio di vie formate dall’asse di via Porta Carini, via Beati Paoli, via Cappuccinelle e via Sant’Agostino.

Il labirinto di viuzze ricorsa un suk orientale, tra cantilene, musica, e inviti all’acquisto. Qui si può trovare dell’ottimo “cibo di strada”, ma anche generi alimentari di ogni genere e “carrozzelle” che vendono biglietti della lotteria. Il tutto in un’atmosfera pittoresca e colorata.

Appena pochi passi e si arriva in via Maqueda, dove si affaccia il Teatro Massimo (www.teatromassimo.it ), il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e terzo in Europa dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Se non si può partecipare a uno degli spettacoli in calendario, si può prendere parte a una visita guidata diurna alla scoperta delle bellezze dell’edificio.

Dalla parte opposta della via si incontra invece il Teatro Politeama, sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, che domina Piazza Ruggero Settima.

Secondo giorno: le chiese più belle

L’itinerario parte da Piazza Villena, nota anche come Quattro Canti per la presenza di quattro palazzi, le cui facciate concave le conferiscono una forma circolare. Qui convergono le due principali vie di Palermo: via Maqueda e via Vittorio Emanuele. Spicca la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, con la sua splendida cupola policroma, per il singolare campanile tortile e per l’interno in stile barocco.

In Piazza Pretoria si trova invece l’omonima fontana, una delle più belle d’Italia. Realizzata a Firenze nel 1554 da Francesco Camilliani, è stata trasferita a Palermo nel 1581. È chiamata anche “fontana della vergogna” per le statue ignude, ma anche perché eletta a simbolo di malcostume tra il XVIII e il XIX secolo.

Raggiungiamo poi Piazza Bellini, dove, accanto all’omonimo teatro, si trova la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, detta della Martorana, un tripudio di stili diversi. L’interno è decorato da mosaici bizantini e affreschi recentemente restaurati. Subito accanto, si trova la piccola chiesa di San Cataldo, caratterizzata da tre cupole rosse.

Palermo da vivere: i quartieri più suggestivi

Per immergersi a pieno nella vita palermitana, ci spostiamo nel quartiere Vucciria, vivace e variopinto, talmente suggestivo da essere ritratto anche dal pittore Renato Guttuso. Di giorno ospita un vivace mercato, dopo il tramonto, invece, le sue strade brulicano di giovani che tra Piazza Caracciolo e Garraffello sfilano tra i locali e tra le baracchine di street food.

Un altro quartiere che vale sicuramente una visita è Kalsa (l’eletta in arabo), sorto durante la dominazione islamica. La cittadella, dove un tempo risiedeva l’emiro, e altri monumenti in stile orientale testimoniano, ancora oggi, la forte presenza orientale del passato. Oggi invece, l’atmosfera che si respira in questo rione che si affaccia sul mare è quasi magica. Tra i monumenti da non perdere c’è il complesso di Santa Maria dello Spasimo, nota anche come “la chiesa che non c’è” per le vicende alterne che hanno portato prima a frequenti cambi di destinazione d’uso, poi alla sua distruzione sotto ai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e, infine, al suo recupero.

Una curiosità: deve il nome al dipinto di Raffaello Lo Spasimo di Sicilia, a cui è legata una storia particolarmente affascinante. Commissionato nel 1516 per adornare la cappella funeraria del De Basilicò, partì alla volta di Palermo via mare. Una tempesta fece però affondare la nave e tutto il suo carico. Il dipinto, rinchiuso in una cassa, venne trasportato dalla corrente fino a Genova.

Il fatto apparve subito come miracoloso e i frati dello Spasimo chiesero l’intercessione di papa Leone X per riavere a Palermo il dipinto, che arrivò nel 1661. In seguito il viceré Fernando d’Ayala lo ebbe in dono dall’abate Clemente Staropoli e a sua volta lo regalò a Filippo IV di Spagna. Oggi, il quadro si trova al Museo del Prado di Madrid.

Ultima tappa della nostra “due giorni” a Palermo è Palazzo Chiaramonte Steri, antica sede del Tribunale dell’Inquisizione. Qui, si trova il Museo dell’Inquisizione, che conserva i graffiti dei carcerati dell’Inquisizione spagnola e le testimonianze dei detenuti.

Il fascino (e il gusto) del cibo di strada

Una delle caratteristiche di Palermo è il suo “cibo di strada”, spuntini che si possono acquistare al volo nelle baracchine, nei mercati e nei locali dedicati. Qui troverete gusti davvero unici e particolari, per un’avventura gastronomica senza uguali.

Bastano circa 2 euro per gustare un’Arancina (rigorosamente “al femminile), le tipiche sfere di riso condite con il ragù, oppure con il prosciutto, impannate e fritte. Un’altra tradizione gastronomica di Palermo è il pani câ meusa, il panino con la milza, preparato con frattaglie bollite e soffritte e generosamente inserite in un panino morbido e ricoperto di sesamo, detto vastella

Pressochè ovunque potete trovare le panelle, frittelle di farina di ceci con cui si riempiono le vastelle  e che sono generalmente accompagnate dalle crocché, gustose crocchette di patate. Per chi ama la semplicità, ecco lo sfiscione, una pizza morbida ricoperta da pomodoro, cipolle, origano e caciocavallo a pezzetti.

Ingrediente principe della cucina di strada palermitana sono le frattaglie, con cui si preparano le frittole. Vengono prima bollite, poi rosolate nello strutto e utilizzate per riempire corposi panini. Con le frattaglie si prepara anche il Quarume, un brodo caldo che ancora si può trovare nei mercati. Un piatto per stomaci forti è invece la stigghiola, che ha come ingrediente principale intestini di agnello, pollo o capretto, retaggio della cucina povera.

Infine, se vi siete lasciati prendere la mano con lo street food palermitano, gustoso, ma tutt’altro che leggero, potete finire il pasto con un Autista, una bevanda digestiva a base di sciroppo di mandarino, succo di limone, bicarbonato e acqua gassata.

DOVE MANGIARE

*Osteria Mercede, via Pignatelli Aragona 52, (PA), tel 091/332243

*Trattoria Vecchio Mafone, via Judica 22, (PA), tel 338/886226

DOVE DORMIRE

*Hotel del Centro***, via Roma 72, PA, tel 091/6170376, www.hoteldelcentro.it

*Palazzo Brunaccini****, Piazzetta Brunaccini 9, (PA), tel 091/586904, www.palazzobrunaccini.it

INFO

www.palermocapitalecultura.it

www.comune.palermo.it/