Weekend Green

Ostana (CN) il borgo di pietra ai piedi del Monviso

image_pdfimage_print

Un piccolo paese formato da quattro borgate sparse nell’Alta Valle del Po, dove si parla ancora con orgoglio la lingua Occitana, oggetto anche di un concorso letterario, case di pietra, stradine di ciottoli, e tutt’attorno, un panorama mozzafiato, tra il Monviso, verde in estate, candido in inverno e il neonato Po.

Siamo a Ostana (CN), annoverato tra i “borghi più belli d’Italia” dove vivono ancora appena un’ottantina di abitanti, che abbiamo scelto come meta per il nostro Weekend green.

Così rinasce il borgo antico

Il toponimo Ostana avrebbe origine dal termine occitano Oustano, con riferimento al mese di agosto (oust), a sua volta derivante dal latino Augustana. Le origini del paese sarebbero quindi alto medievali e la sua fondazione legata alla transumanza e al pascolo estivo.

Oggi gli abitanti hanno fatto della cultura occitana un motivo d’orgoglio, visibile anche dalla bandiera che sventola davanti al municipio, ma, soprattutto, hanno recuperato le antiche abitazioni di pietra e legno con i tetti in losa, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio alpino. Muri a secco, cappellette e piloni votivi completano la bellezza di questo paese senza tempo.

Il giro delle quattro borgate

Occorrono circa quattro ore a piedi per completare il percorso che tocca le quattro borgate di cui si compone Ostana. Il paesaggio che si affaccia sul versante della Valle del Po con vista sul Monviso è davvero mozzafiato e regala scorci indimenticabili in tutte le stagioni. Basta munirsi dell’attrezzatura giusta.

Il percorso inizia da La Villo (Villa in Italiano) dove si trova la sede del Municipio con la bandiera occitana.

Vale una visita il Museo Etnografico Ostana-Valle Po dove sono stati ricostruiti i diversi ambienti dove, in passato, si svolgeva la vita quotidiana degli abitanti, dalla stalla alla cantina, completi di attrezzi e arredi.

Uscendo dal Municipio, dopo circa cento metri si trova la strada comunale che prendiamo per arrivare alla borgata di Champanho (Ciampagna). Il percorso si snoda in uno splendido paesaggio. Si costeggiano i muretti a secco e boschi di frassini e aceri, che in autunno si colorano di caldi colori, mentre, in estate, la strada sembra dipingersi di rosa per le fioriture di miriadi di piccoli garofani.

Da Marquet a Miribrart

La strada prosegue superando prima Marquet (Marchetti), poco più di una manciata di case, e si inoltra in un bosco di faggi, da cui si può intravedere il profilo imponente del Monviso. Arriviamo poi ad altre due borgate. La prima è quella di La Ruà (Bernardi), dove, nel mese di agosto, si tiene la tradizionale Festa del Pane, in occasione del quale si radunano in paese emigrati e visitatori, si accendono i grandi forni a legna e si cuoce il pane per mangiarlo tutti insieme.

Proseguendo ancora incontriamo Miribrart (Sant’Antonio) che spicca per le sue caratteristiche abitazioni addossate le une alle altre, che riportano spesso un’iscrizione incisa su una grossa pietra con la data della costruzione. Caratteristici della borgata sono anche i mèire, insediamenti stagionali in quota per seguire il pascolo del bestiame.

A Miribrart si trova anche l’Ecomuseo dell’Architettura e del Paesaggio Alpino, che mostra come passato e presente possano coniugarsi nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, conservando storia e cultura.

Concludendo il percorso ad anello per tornare a La Villo si incontra il piccolo centro di San Bernardo con la sua deliziosa chiesetta, che custodisce al suo interno un prezioso affresco risalente al Medioevo.

A tu per tu con il Monviso

Gli appassionati di trekking e chi ha buone gambe, anziché tornare a La Villo, da Miribrart può prendere invece la strada che porta a Samicoulàou (San Nicolao) che si inoltra tra rocce che custodiscono alcune barme, celle utilizzate come rifugio per i bovini o per conservarvi il latte. La strada sale fino al Pion da Charm, a 1635 metri di altezza.

Da qui si può proseguire con quello che viene chiamato il “tracciato dei tratturi” , che si inoltra nei pascoli e che viene utilizzato anche dal bestiame. Continuando a salire si arriva a Punta Sellassa, a 2036 metri di altezza, da dove lo sguardo spazia dal Monviso al Monte Rosa, fino al Cervino, snodandosi tra malghe e alpeggi.  I piatti da gustare

Se vi fermate a Ostana, non perdete l’occasione per assaggiare i suoi piatti tipici. Tra questi c’è la polenta di patate e grano saraceno, da mangiare ben calda e tagliata con il filo, magari accompagnata dai salumi tipici, formaggi locali, crema di zucca.

Tipico di Ostana è anche la cosiddetta “salsa del giovedì”, un latticello che si prepara con i “resti” della preparazione del burro. Ottime le zuppe, tra cui quella di cipolle. Tra i formaggi spicca la toma d’alpeggio.

COME ARRIVARE

In auto: A6 Torino-Savona con uscita Marenne, poi proseguire sulla SS662 fino a Savigliano, poi seguire indicazioni per Saluzzo, Revello, Sanfront, Paesana e Ostana. In alternativa, A55 Torino-Pinerolo, continuare per Bricherasio, Bagnolo Piemonte, Barge, Paesana e Ostana.

DOVE MANGIARE

*Agriturismo “A nostro mizoun”, loc. Durandin 39, tel 339/7616431, www.anostromizoun.it Cucina casalinga con menù realizzato in base alla disponibilità dei prodotti stagionali di produzione propria, tra formaggi, carne, e salumi. Tra le specialità, zuppa di cipolle, polenta di patate e grano saraceno, tajarin e tagliatelle fatte in casa.

*Rifugio Galabérna, Loc. Villa, tel 0175/940310, www.rifugiogalaberna.com Propone piatti della cucina piemontese che esaltano i sapori locali, con ingredienti stagionali. Anche per vegetariani.

DOVE DORMIRE

*B&B 44, via Roma 44, fraz. Villa, tel 0175/940244, a conduzione familiare, con splendida vista. Offre camere singole, doppie e triple. Doppia da € 60, tripla da € 90.

*Residence LouBatent, via San Firmino 18, Ostana, tel 349/5047459, www.residenceloubatent.eu Casa vacanza in splendida posizione, tra la bellezza del Monviso e le sorgenti del Po.

INFO

www.comune.ostana.cn.it