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LANGHE, TERRA DI SAPORI E COLORI

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E’ tempo di vendemmia e caccia ai tartufi nelle Langhe e noi non potevamo di certo perderci quest’evento. Durante questa stagione potrete vederla in tutto il suo splendore, i vigneti cambiano colore e conferiscono a questo meraviglioso paesaggio un aspetto da lasciarvi senza fiato, con le loro colline, i nobili vigneti ed i borghi storici, regalano scorci di assoluta bellezza.

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Qui, le terre calcaree ed argillose abbinate all’abilità dell’uomo hanno creato un’economia vinicola tra le più fiorenti, una tappa obbligata per gli amanti del vino. E’ qui che nascono alcuni tra i vini più pregiati del panorama enologico internazionale: i pregiati Barolo e Barbaresco, il frizzante Moscato, un patrimonio che ogni anno Albeisa, l’Unione Produttori Vini Albesi, si impegna a far conoscere grazie a “Nebbiolo Prima”, la manifestazione internazionale definita il “wine summit italiano per eccellenza”. Queste terre oltre al buon vino che ci rende famosi in tutto il mondo sono anche conosciute per i prodotti tipici e una cucina che da sempre attira gli appassionati della buona tavola.

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Il nostro tour inizia con la prova di vendemmia nella zona del Roero e la visita alle cantine “ Negro” e “Adriano Marco e Vittorio”. La distesa di vigneti che ci si presenta davanti è fantastica. Il territorio trasuda l’amore e il lavoro dei suoi abitanti, c’è una cura e un ordine quasi maniacale in questi vigneti. Durante il tour nelle varie aziende la cosa che più ci ha colpito è l’unione e l’ amore che queste persone mettono nel loro lavoro, e che dire, se avrete la fortuna di assaporare un dei loro vini lo capirete.Un’altra eccellenza di questi luoghi è il tartufo.

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Se capitate da queste parti e volete gustare il vero tartufo dovete assolutamente andare alla “La Ciau del Tornavento” , qui lo Chef stellato Maurilio Garola vi sorprenderà con la cocotte di uovo e tartufo chiusa in un magico scrigno, o con i suoi agnolotti di plin cotti nel fieno maggengo al burro e timo serpillo e con molte altre specialità;

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oppure al ristorante “All’Enoteca” la simpatia e la bravura dello Chef stellato Davide Palluda vi lascerà senza fiato.

 

COSA VEDERE:

A Chi vuole immergersi pienamente in questo territorio deve consigliamo di visitare i castelli del Barolo, dove è possibile visitare il Museo Internazionale del Vino, WiMu, il Museo del cavatappi o il meraviglioso castello di Guarene che sarà possibile visitare prossimamente e anche soggiornarci, dormirete nelle stanze dove ha dormito la più importanti ed illustre  aristocrazia del Roero.
Potrete anche visitare le cantine della famiglia “Negro”: Monteu Roero (CN)-Fraz. S.anna-Piemonte tel. 017390252 E-mail: negro@negroangelo.it oppure le cantine di “Adriano Marco e Vittorio”: Fraz. San Rocco Seno d’Elvio 13 a; Alba (CN) Tel.0173362294; www.adrianovini.it E-mail: info@adrianovini.it

ENTRAMBE VISITABILI SU PRENOTAZIONE

 

LA CUCINA

Nata da ingredienti semplici, miscelati tra loro da usanze antiche. Per tradizione, i pranzi e le cene delle Langhe iniziano da una ricca serie di antipasti. Si va dai salumi alla carne, vera regina della tavola piemontese, che viene servita cruda, come la salsiccia di Bra. Tra gli antipasti non possono mancare i piatti a base di salsa maionese come l’insalata russa e il vitello tonnato.

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Le paste tipiche sono sempre a base di uova: in qualsiasi menù non mancheranno mai i tajarin, sottilissime tagliatelle di pasta all’uovo.

 

DOVE DORMIRE:

“Hotel Calissano” Via Pola, 8 12051 Alba- CN- Tel. 0173/364855
www.hotelcalissano.com

 

DOVE MANGIARE:

“La Ciau del Tornavento” Piazza Leopoldo Baracco 7 Treiso-Cn- tel. 0173/638333
www.laciaudeltornavento.it

“All’Enoteca” Via Roma 57, Canale- Cn- Tel. 01737441332
www.davidepalluda.it

 

RICETTA “CIAU DEL TORNAVENTO”:

“Agnolotti del plin ripieni di seirass cotti nel fieno maggengo al burro di timo e serpillo”

Ingredienti per la pasta:

  • 500 g di farina 00
  • 250 g farina di grano duro
  • 25 tuorli d’uovo
  • un filo d’olio extravergine

 

Ingredienti per il ripieno:

  • 1 seirass fresco
  • 2 uova intere
  • 20 g sale
  • 50 g di Parmigiano grattuggiato
  • 15g di timo serpillo sfogliato

Ingredienti per la salsa:

  • 500 g di burro di montagna
  • 100 g di timo serpillo
  • Acqua di cottura

Procedimento:

Preparate un impasto con gli ingredienti della pasta e lasciarla riposare per mezz’ora circa. Passate la ricotta al setaccio e unirle a tutti gli ingredienti. Stendere la pasta a fogli sottili e con l’aiuto della sac a poche con bocchetta liscia formare delle palline su un lato della pasta, girarla su se stessa e pizzicarla tra una pallina di ripieno e l ‘altra, tagliare gli agnolotti con una rotella dentellata. Racchiudere del fieno di primo taglio in un canovaccio e tuffarlo nella pentola dove cuoceranno gli agnolotti. Al momento che butteremo i plin togliere il canovaccio e ottenere dei nidi dove verranno serviti gli agnolotti. Scolare gli agnolotti e saltarli in padella con burro e timo serpillo, poneteli al centro del nido.

 

ALBEISA E LA SUA STORICA BOTTIGLIA

Chi è Albeisa. La bottiglia Albeisa risale agli inizi del 1700, quando i produttori dell’albese, orgogliosi dei propri vini, per contraddistinguerli da altri, adottarono una bottiglia dalla forma diversa che chiamarono con questo nome. Nel 1973, , partì il progetto “albeisa”. Sedici produttori decisero quindi di unirsi e riutilizzare l’antica bottiglia Albeisa, adattandola alle esigenze moderne.

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Albeisa è un’associazione non a scopo di lucro, la cui finalità principale è la promozione e la valorizzazione dei vini dell’albese. Per una regione ricca di tesori enologici, disporre di una bottiglia tipica di antico uso significa conferire ai propri vini maggior classe e dignità. La regione albese si inserisce così nel contesto mondiale dei grandi vini, adottando attraverso produttori qualificati, coscienti e convinti la bottiglia “albeisa”, copia perfetta dell’antica forma, per la difesa e la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo locale.