Kathmandu
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Kathmandu: un magico luogo alla fine del mondo

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Kathmandu è una città quasi fiabesca e immaginaria dato che, nella realtà, del suo passato si sa ben poco e non si hanno nemmeno certezze che le poche cose che sappiamo non siano solo leggende. C’è un unico antico documento in cui si parla di una costruzione in legno, Il Kastha Mandap, che negli anni ha poi dato origine al nome della città.

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Come definire Kathmandu? Luogo sacro? Non del tutto in quanto sembra essere meta agognata dei nostalgici hippie (movimento giovanile nato negli anni 1960 negli Stati Uniti d’America che proponeva una vita a carattere comunitario contestando le società dei consumi e la cultura di massa; ndr). Tanto che è proprio attraverso questo movimento che a Kathmandu, si è sviluppato un quartiere chiamato Thamel ricco di guesthouse, ristoranti, negozi e agenzie che organizzano escursioni e trekking. È proprio da questo quartiere che partiamo per conoscere la città.

Per godervi un po’ di relax vi consigliamo il “Giardino dei Sogni” ( Indirizzo: Kaiser Mahal, Tridevi Marg Kathmandu – Sito web:www.gardenofdreams.org.np) situato di fronte al Palazzo Reale. Da pochi anni restaurato, in parte grazie alle sovvenzioni del governo austriaco e in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione nepalese, è un’oasi di tranquillità. I padiglioni neoclassici, 3 dei 6 originari, dedicati alle stagioni nepalesi, sono meravigliosi: fontane, stagni, giardini, piante e tantissimi scoiattoli.

Il centro storico si trova intorno alla zona di Durbar Square, nella città vecchia, un dedalo di vicoli senza nome, coperti di pozzanghere che rimangono per giorni e giorni, e percorsi da un nugolo di biciclette che sferragliano a velocità folle.

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Il centro storico ospita il più alto numero di edifici religiosi al mondo, con tempi induisti a quasi tutti gli incroci della città. Nel 2015, però, un terremoto ha raso al suolo tantissimi monumenti storici lasciando a terra solo un cumulo di macerie. È per questo che vi consigliamo di servirvi di una guida perché diventerebbe molto difficile riconoscere i templi e monumenti del passato. Purtroppo questo paese sta cercando con grande difficoltà di ricostruire quello che era un patrimonio architettonico di notevole fascino e significato. La vacanza potremmo anche definirla solidale in quanto proprio a seguito del terremoto il numero di turisti si è abbassato notevolmente e questo non fa che aggravare la situazione.

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Nella città vecchia c’è la famosa piazza Durbar che è sempre affollatissima ma che ospita ciò che è rimasto dopo il terremoto: l’antico palazzo reale Hanuman Dhoka, patrimonio spirituale dell’architettura tradizionale, visibile parzialmente perché rivestito da impalcature. Ma ancora oggi i fedeli si recano davanti alla statua di Hanuman per dipingere il volto di una pasta color arancione. È un luogo mistico e ricco di fascino. A poca distanza c’è quel che rimane del tempio induista Kasthamandap che, secondo una leggenda, fu costruito con un solo Sal Labero, (albero tipico del posto).

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L’edificio di mattoni rossi con un grande cortile interno è la residenza della dea bambina Kumari. Questa fanciulla è scelta tra tantissime ma deve avere caratteristiche particolari: 32 perfezioni e nessuna perdita di sangue. Lei deve incarnare la divinità indù Taleju Bhawani. La fanciulla prescelta resterà rinchiusa all’interno dell’edifico sino al primo ciclo mestruale dopo la perdita del primo sangue lei diventerà una comune mortale. La potrete vedere solo in determinati orari, si affaccerà alla finestra ma non potrà in nessun modo essere immortalata da foto. Le uscite sono rarissime, solo per qualche occasione e rigorosamente portata in braccio perché la dea non può toccare il suolo con i piedi.

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Nei pressi di Kathmandu non va persa la visita a Pashupatinath, il tempio induista rimasto indenne al terremoto più importante di tutto il Nepal che vanta il maggior numero di visite. È attorniato da numerose pagode lignee e vi si respira l’autentico spirito indù: vita, morte e reincarnazione. Qui si può assistere a molte cerimonie funebri con la tradizionale cremazione su una pira e lo spargimento delle ceneri nel fiume Bagmati (è il principale fiume di Kathmandu).

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Molto bello è il tempio delle scimmie che nella realtà si chiama Swayambhunath. Si tratta di un tempio buddhista abitato da un numero considerevole di scimmie. Swayambhunath   significa “sorto da sé” e si trova in cima a una collina.

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È un luogo che riveste molta importanza per i buddhisti ed è il luogo sacro più frequentato dopo Boudhanath. Ci sono due accessi il più interessante dal punto di vista panoramico è quello con una lunga scalinata composta da 365 gradini che vi porterà direttamente al tempio.

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Quello meno faticoso è quello percorribile in auto. Al centro del tempio una stupa con dipinti gli occhi del Buddha. L’usanza vuole che i pellegrini facciano il giro della cupola girando i mulini di preghiera su cui sono riprodotti dei mantra.

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A circa un’ora e mezza da Kathmandu sorge un altro sito induista che per dovere di cronaca vi citiamo ma vi invitiamo a riflettere sulla possibilità di visitarlo perché molto lontano dalle abitudini europee. Si tratta Tempio Dakshinkali dedicato a Kalì, divinità sanguinaria.

All’interno di questo luogo si recano 2 volte a settimana i fedeli con la loro offerta, polli, capre e altri animali. La cerimonia è cruenta in quanto il fedele consegna al sacerdote l’animale da sacrificare e questo viene sgozzato e il sangue offerto alla dea Kalì. L’odore pungente del sangue, il pavimento colorato di rosso, i lamenti degli animali, le preghiere dei fedeli rendono questo posto molto cruento. È un’esperienza forte, non per tutti.

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Bandiere preghiera

Tutto attorno alla città la catena montuosa dell’Himalaya fa da cornice e con lo sguardo all’orizzonte è visibile l’Everest. Potete immaginare qualcosa di più spettacolare? La bellezza in questa terra è ovunque nei volti delle persone, nei paesaggi regalati dall’Himalaya, negli usi e costumi. Viaggio non facile ma dai ricordi indelebili.

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COME ARRIVARE:

Sono diverse le compagnie aeree che volano su Kathmandu. Andata e ritorno circa 750,00 euro.

DOVE DORMIRE:

Nella zona di Thael la scelta è vasta: dagli ostelli a 7/8 euro a notte ad alberghi di diverse stelle da 150 euro.

COSA MANGIARE:

Per la sua posizione geografica il Nepal è un mix di cucina indiana e cinese. È molto speziata e anche piccante, ricca, elaborata e deliziosa. Il piatto per antonomasia è il Dal Bhat cioè riso con verdure e curry cucinato in tantissimi modi. Ottimi i momos, una sorta di ravioli di riso ripieni di formaggio, verdure o carne che sarà di bufala visto che la mucca è sacra e dunque non può essere cucinata e mangiata. Il pane nepalese è il chapati ed è simile alla nostra piadina.

QUANDO ANDARE:

Tra ottobre-novembre o marzo-aprile, le temperature sono calde ma non soffocanti e qualche scoscio rinfresca l’aria.

Il Paese ha una situazione igienico-sanitaria molto precaria. Prima della partenza si consiglia pertanto di stipulare una buona assicurazione sanitaria che contempli le spese mediche e il rimpatrio aereo in caso di emergenza.

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