Jeep Cherokee
WEEKEND-CAR PREMIUM

Insieme alla Jeep Cherokee verso le colline dorate

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Questo è un percorso che si  può fare in ogni stagione e con ogni tipo di veicolo, ma tra ottobre e novembre, e al volante di una 4×4 di razza, come la Jeep Cherokee Night Eagle si ottengono le sensazioni più affascinanti. Abbiamo fissato il punto di partenza a Crespi d’Adda, il villaggio operaio di fine Ottocento che ha rappresentato il primo coraggioso tentativo di trapiantare in Italia il contetto tutto inglese di offrire ai lavoratori una casa a due passi dalla fabbrica, con tutta una serie di servizi dedicati, dalle scuole all’assistenza medica. Si raggiunge in cinque minuti dall’uscita di Capriate sulla A4 seguendo le indicazioni, e da qui ci si muove verso sud, seguendo il corso del fiume attraversando in sequenza paesi che con i loro nomi ci confermano di essere sulla strada giusta, seguendo la SP1: Trezzo, Vaprio, Canonica, Cassano, Groppello e Rivolta, tutti accompagnati dal “cognome” Adda.

 

RIPERCORRENDO LE MILLE STORIE RACCONTATE DALL’ADDA
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La Rocca di Cassano d’Adda

Ognuno ha storie da raccontare e tutti valgono una sosta, in particolare Cassano, per visitare la Rocca, e il centro di Spino costruito attorno alla Basilica di San Martino risalente al 1008. La strada non segue fedelmente il letto del fiume, consente di attraversarlo più volte, ma qualunque lato si segua la strada è ampia con i 200 cavalli della Jeep Cherokee si avanza in assoluto relax accarezzando l’acceleratore. Si passa da Lodi e da qui si procede tra ordinatissimi filari di pioppi fino a Gombito, il villaggio in provincia di Cremona che deve il suo nome all’ampia curva che l’Adda segue in quel punto, un gumbet in dialetto, gomito in italiano.

Basilica di San Martino a Spino d’Adda

L’ambiente è quello tipico della “bassa”, dove si vive e si viaggia con i ritmi dettati dei campi, quindi bisogna mettere in conto la possibilità che un trattore possa rallentare l’andatura senza lasciare possibilità si sorpasso. Il ponte che scavalca il Po ci trasporta in un altro mondo, a Piacenza cambia la provincia, la regione, ma anche la cucina e poco più a sud mutano anche i panorami lungo la SS9.

 

JEEP CHEROKEE NIGHT EAGLE, ANIMA NOTTURNA

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Stile esclusivo e carattere sportivo sono gli elementi che caratterizzano la serie speciale della “italoamericana” Jeep Cherokee. La Night Eagle  è sviluppata sulla base della versione più ricca, la Limited, equipaggiata con motore diesel Multijet II 2.2 con una potenza di 200 cavalli e cambio automatico a 9 rapporti. L’equipaggiamento comprende tutte le dotazioni che ne fanno un’auto adatta a ogni tipo di percorso, confortevole in autostrada, ma anche molto efficace in fuoristrada (anche su percorsi impegnativi) grazie alla presenza della trazione integrale Active Drive I 4×4. L’aspetto della Night Eagle punta tutto sull’estetica dark senza compromessi, che non lascia spazio alle cromature, rimpiazzate dal nero lucido con la sola esclusione dei terminali di scarico. Per questo allestimento Jeep propone quattro diverse tinte di carrozzeria: bianco, argento Billet Silver, grigio Granite Crystal e quella che caratterizza l’auto utilizzata per questo itinerario, in nero Diamond Black. In questo caso il look è “total black” senza compromessi, visto che il colore delle lamiere si abbinano le sfumature di nero opaco dei passaruota e dei paraurti e quelle lucide dei cerchi in lega da 18 pollici, delle cornici dei finestrini, delle barre sul tetto, ma anche delle sette finestre sulla calandra del radiatore e dei loghi.

Jeep Cherokee

Passando agli interni, neri e in pelle sono anche i sedili, completi di regolazioni elettriche, oltre che di ventilazione e riscaldamento. Il tutto è completato dal tetto panoramico apribile elettrico e dl sistema infotaiment Uconnect, con un impianto audio Alpine da 506 watt con nove altoparlanti e subwoofer. Il tutto a partire da un prezzo di 52.750 euro.

 

DALLA NEBBIA APPAIONO GLI APPENNINI

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Fino a Carpaneto Piacentino la strada scorre piatta e prevalentemente dritta, poi dalla nebbiolina appaiono all’improvviso i contorni degli Appennini. Proprio alla base delle coline ci fermiamo per una pausa pranzo all’Agriturismo Poggio Caminata, dove il menu non tradisce la tradizione, e si parte dall’immancabile tagliere di salumi accompagnati dalle frittelle di acqua e farina che in Emilia cambiano nome in funzione della provincia. A Piacenza si chiamano crescentine, ma qui c’è una contaminazione parmense e le chiamano torta fritta.

Groppello d’Adda – Noria per sollevare l’acqua al livello del paese

In pochi chilometri iniziano le salite, che l’elasticità del motore della Jeep Cherokee fa apparire dolci, mentre in realtà si prende quota rapidamente e si inzia a viaggiare intorno agli 800-1.000 metri, alternando tratti nei boschi a spettacolari stradine che seguono i contorni delle colline aprendo spettacolari viste sulle valli. A questo punto c’è solo l’imbarazzo della scelta, perché ogni provinciale, ogni viottolo, permettono di inanellare itinerari su misura. I rettilinei restano un lontano ricordo, e c’è anche la possibilità di avventurarsi su strade bianche per mettere alla prova le doti offroad della Jeep. Gli sterrati che in altre parti d’Italia sono un frutto proibito, qui sono normali strade di comunicazione aperti al traffico, senza divieti, spesso in condizioni migliori delle vie in asfalto decisamente dissestate. In un caso o nell’altro la Jeep Cherokee è perfettamente a proprio agio, con sospensioni a lunga escursione che riescono a cancellare buche dossi e sobbalzi.

 

DOVE CADONO LE CASTAGNE E SGORGA IL PETROLIO

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Non ci sono monumenti famosi, ma su ogni poggio c’è una pieve o una parrocchiale degne di una visita. Dai vigneti che disegnano la base delle colline, si avanza zigzagando fino a perdere l’orientamento (un rischio in realtà scongiurato dalla bussola inserita nel cruscotto, oppure dal navigatore della Night Eagle che conosce ogni stradina della zona). E nel girovagare si scopre che qui ogni paese ha qualcosa da raccontare, come indicato dai cartelli stradali. Come Gusano, il paese delle castagne, o Montechino, che si autodefinisce il paese del petrolio, perché qui sono state effettuate con successo le prime trivellazioni. E dopo avere verificato che ancora oggi sono presenti pozzi dai quale esce il greggio, meno scenografici di quelli texani ma comunque in attività, si può tornare veso casa, prima che cali la nebbia. Si ripercorre a ritroso la SS9 e al termine della tangenziale di Piacenza si imbocca la A1.

DOVE MANGIARE – Agriturismo “Poggio Caminata” – La casa rurale è situata a circa 200 metri di quota, e si raggiunge percorrendo una strada asfaltata che corre sinuosamente tra vigne e campagne. Qui si mangia in un ambiente semplice ma accogliente,  e i menu sono quelli tipici del territorio, con salumi, primi (cominciando dai caratteristici pisarei e fasò) e grandi grigliate di carne. Bevande incluse, si spendono 35 euro a testa. Info – Strada Bariana 105 – 29013 Celleri – Carpaneto Piacentino (PC) – Tel. 0523.850342 – www.poggiocaminata.it

DOVE DORMIRE – Hotel “La Maison de Vi” – Situato in un’area assolutamente tranquilla, è un rustico in pietra ristrutturato con cura e con il gusto familiare del cottage raffinato. Tutte le camere, che si affacciano sul giardino, sono ampie e arredate ognuna in stile originale, con arredamento shabby chic. Il pernottamento è offerto a partire da 90 euro in camera doppia. Info – Frazione Cimafava 67 – 29013 Carpaneto Piacentino (PC) – Tel. 0523.043394 – www.lamaisondevi.it