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Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Gravina e la Sistina della Pittura Rupestre

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Bagnata da due mari, definita dal National Geographic la “regione più bella del mondo”, la Puglia non smette di stupire per la varietà di segreti che custodisce: amata da greci, romani, bizantini, oltre alle sue mete più note svela cattedrali romaniche che ammaliano per la purezza, vasi greci unici al mondo, anfiteatri romani e parchi archeologici, fortezze medievali, ma anche i segni delle civiltà rupestri più antiche, ipogei dedicati alla Dea Madre e dolmen millenari patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A 350 metri sul livello del mare, tra il pre-Appennino lucano e la Murgia, sorge la città antica di Gravina, in parte estesa sulle sponde di un crepaccio profondo che ricorda i canyon, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina. Nello scenario paesaggistico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui Gravina ospita la sede, questo comune dalla storia antica conserva architetture e testimonianze uniche. Dopo un susseguirsi di anfratti, affacciata alla spaccatura rocciosa, la chiesa rupestre di San Michele alle Grotte è una delle più interessanti dell’area e la prima cattedrale del comune: l’edificio in tufo ha pianta quadrangolare a cinque navate, sorrette da 14 pilastri in pietra naturale. Sulle pareti della chiesa, che ospita numerose opere tra cui una tomba medievale, sono visibili residui di affreschi del XIII secolo come il grande Cristo Pantocratore tra i santi Paolo e Michele, mentre nella grotta attigua, forse un precedente cimitero, teschi e ossa sono leggendariamente attribuiti ai martiri dell’attacco saraceno del 999. Tesoro di rara bellezza, tanto da essere denominata “La Sistina della Pittura Rupestre”, è la cripta di San Vito Vecchio, i cui preziosi affreschi, strappati per salvaguardia ed esposti all’esposizione Universale di Bruxelles nel 1958, poi a Roma, ad Atene e Bari, sono ora custoditi presso la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi che ne ha ricostruito l’ambiente originario. Il complesso, fra i meglio conservati del patrimonio di pittura a fresco pugliese di età medievale, è dominato dalla maestosa figura del Cristo Pantocratore in mandorla circondato da angeli, seduto su un trono la cui spalliera concava, decorata con cerchi di perline, segue l’andamento dell’abside, il cui profilo esterno presenta un vivace motivo decorativo di ascendenza islamica.

INFO: http://fondazionesantomasi.it e Pro Loco Unpli Gravina www.prolocogravina.it

DOVE MANGIARE: La Trattoria Zia Rosa, nel centro storico di Gravina, permette di assaporare i tipici profumi di un passato lontano, rivisitati in chiave moderna in un ambiente elegante www.trattoriaziarosa.it. All’Osteria Sant’Agostino si gustano i veri sapori della Murgia, da non perdere la pasta fresca fatta a mano (Corso Vittorio Emanuele 12, 70024 Gravina in Puglia, Tel. 339 185 4418).

 DOVE DORMIRE: In un edificio di inizio Novecento completamente ristrutturato sorge Principe Relais, per un soggiorno di relax ed eleganza nel centro storico, con SPA annessa www.principerelais.it. A pochi metri da San Michele alle Grotte sorge il b&b Fondo Vito, fa vivere un’esperienza autentica in una caratteristica casa del rione medievale www.fondovito.it.