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Weekend tra i tornanti nella Ferrari GTC4Lusso T

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GTC4Lusso T – Abbiamo osservato a lungo la GTC4Lusso parcheggiata in albergo, e ne notiamo l’imponenza e la presenza che solo una Ferrari può avere. Le forme sono scolpite, la linea è filante, sportiva, aggressiva, ma al tempo stesso così elegante. Sembra trasportarsi la sua storia nelle curve, nelle rientranze, nelle prese d’aria. Certo si nota l’inevitabile “digitalizzazione” del disegno, che aggiunge spigoli e forme figlie di quest’era che abbraccia il computer e ripone la matita.La GTC4Lusso è una chiara evoluzione della precedente Ferrari FF, che ha aperto le porte dell’utilizzo quotidiano alle supercar, con quattro posti e un bagagliaio capiente. Questo spirito è infatti rimasto, con un bagagliaio che arriva fino ad 800 litri con i sedili posteriori abbattuti. Nell’abitacolo si è consapevoli di essere al cospetto di un prodotto di un altro livello rispetto alla media. Il design è spiccatamente Italiano e Ferrari. Ricercato, curato, con materiali oltre l’alta qualità, di qualità superiore.
Il display centrale è perfettamente integrato nel disegno della plancia, accoppiato al piccolo schermo interattivo al lato del passeggero. Il motore si accende tramite il tasto rosso sul volante… il suono 3.9 V8 biturbo rimane in sottofondo. Partendo si apprezza immediatamente il lusso della GTC4, il doppia-frizione a 7 rapporti è sublime, ha sempre la marcia giusta, e fulminee le cambiate manuali.
Certo colpiscono le dimensioni, all’inizio sconcertanti, con un cofano infinito e una larghezza importante, alle quali però ci si abitua presto. Il “manettino” sul volante e il cavallino sul volante sono una combinazione letale per qualsiasi appassionato e non. Dopo i primi momenti di rispetto reverenziale è impossibile resistere, la levetta si sposta in “sport”. Nell’affrontare le curve, le dimensioni della GTC4 sembrano ridursi. L’auto è agile, grazie alle quattro ruote sterzanti e la spinta è eccezionale. I rettilinei sembrano sparire, e le curve vengono “mangiate” dalla stabilità e dalla tenuta di strada. È sicuramente un’esperienza fuori dal comune.
Certo manca inevitabilmente il sound del motore, che comunque migliora notevolmente agli alti regimi. Il cuore della GTC4Lusso arriva direttamente dalla California T, ma con pistoni e collettori di aspirazione e scarico modificati, oltre che a una differente mappatura dell’elettronica. La potenza non manca, con una copertura dei cento metri in 3,5 secondi e ben 610 Cv. I turbo hanno inoltre una risposta praticamente istantanea. Impossibile scendere, dopo un viaggio in un paesaggio così suggestivo, da una macchina che ci invidia tutto il mondo.
Si prova soddisfazione e sorpresa, nonostante si pensi di essersi documentati abbastanza. Le Ferrari sono molto più di auto, non ne abbiamo mai abbastanza ed è sempre come la prima volta.

“Visione polemica di un Appassionato”

Quando è il cervello e non il cuore a guidare le scelte, la soluzione si presenta semplice. Si tagliano 4 cilindri e il gioco è fatto. I consumi sono ridotti del 30%, la potenza viene tagliata di circa 80 Cv, con una rispettiva diminuzione del peso. E’ la Ferrari che incarna a pieno i giorni nostri e le necessità che la clientela richiede ai giorni nostri. L’incredibile silenziosità del motore è considerata un pregio, quando è da sempre cuore delle “Rosse” anche nelle GT più lussuose. Ciò che mi ha agghiacciato è inoltre il target alla quale la T è rivolta: “giovani” tra i 35 e i 45 anni. Giovani che invece di scegliere la versione più coinvolgente, scelgono di rinunciare all’anima Ferrari, spendendo in ogni caso più di 200 mila euro. L’urlo dei 12 cilindri è immortale, un heritage italiano, orgoglio in tutto il mondo. Per la cultura automobilistica è sacro. E non esiste economia, peso e praticità che tengano, sopratutto quando si parla di questo livello di prezzo e di clientela. Questo non è certo una critica alla  Ferrari, ma esclusivamente al mondo che sembra giri al contrario. “Il Cavallino” come al solito stupisce per la cura in ogni progetto, e la capacità di trasformarlo in capolavoro.