Per una volta

ELBA, L’ISOLA DELLO SPIRITO LIBERO (1°parte)

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di Luca Pollini –  foto di R. Ridi

 “… il vero motivo del mio amore verso questo pezzo di terra in mezzo al Tirreno: il suo spirito libero e indipendente. È per questo che almeno una volta nella vita si deve sbarcare all’Elba…”

La prima volta che ho messo piede sull’Isola d’Elba avevo 6 anni. E da allora mi è entrata nel cuore. Il motivo del mio amore verso questa terra in mezzo al Tirreno l’ho scoperto molti anni dopo. Ero un bambino, venivo dalla città, e andare in vacanza all’Elba era una sorta di liberazione dalla costrizione della città e ci stavo bene. Poi, con gli anni, ho capito il vero motivo del mio amore verso questo pezzo di terra in mezzo al Tirreno: il suo spirito libero e indipendente.

È per questo che almeno una volta nella vita si deve sbarcare all’Elba. È multiforme, sa giocare con le sue molte facce, parlare lingue differenti. Una varietà che seduce e conquista.  In n solo giorno si può passare dalle “lisce di granito” ai paesaggi lunari color ocra delle miniere, facendo una sosta lungo le cristalline coste turchesi che furono toccate dagli Argonauti.

L’Elba è democratica: puoi esperienze a contatto con la natura, serate mondane, appuntamenti culturali. E nonostante sia diventata ormai una delle mete più apprezzate dai viaggiatori, riesce a mantenere intatto il suo sapore genuino e selvatico che la rende affascinante.

Non solo turismo balneare

In un fine settimana può essere sufficiente per conoscerla e apprezzare le sue bellezze e restare affascinati dal suo spirito. A secondo del tempo che si ha a disposizione, delle condizioni meteo o semplicemente dell’umore, si sceglie cosa fare: non esiste un punto di partenza, si decide in piena autonomia. E all’Elba non può essere altrimenti.

Otto comuni, una ventina di centri abitati e una storia millenaria la rendono un concentrato di arte e cultura non riducibile al solo immaginario turistico-balneare. E così, il primo giorno, lo si può dedicare alla storia e alla natura.

Capoliveri, gioiello tra le miniere

Capoliveri è uno dei paesi dell’entroterra che preferisco, forse perché da giovane venivo ad aspettare l’alba assieme ai miei amici (molti elbani): è una cittadina medievale di origine etrusca arroccata su un colle a 167 metri sul livello del mare.

Le sue strette stradine, che compongono un saliscendi continuo, si congiungono nella piazza centrale: una sorta di belvedere che si affaccia sui tetti della cittadina e sul mare. Negozietti, ristoranti sfiziosi con i tavolini per strada e gelaterie si susseguono, fra scorci da cartolina e balconi in fiore.

Quando c’è brutto tempo mi rifugio sempre in una delle due miniere di ferro. E tutte le volte scopro sempre qualcosa di nuovo, non sono mai uguali. Si chiamano Calamita e Ginevro e le raggiungi a piedi da Capoliveri.

Parti dalla Piazza del Cavatore e percorri una strada sterrata che si snoda su un fronte panoramico splendido, dove in lontananza vedi la Corsica, Pianosa e Montecristo. Poi entri e lentamente scendi sottoterra come un vero esploratore, all’interno ti danno caschetto e lanterna.

Se alle 19,30 sono ancora a Capoliveri non posso non sedermi ai tavolini, affacciati sulla piazza Matteotti, del Controvento, bar che oggi si definirebbe di tendenza ma che ho sempre frequentato per i suoi aperitivi speciali.

Alternativa alle miniere è il Parco Minerario di Rio Maggiore, poco più a nord: mi emoziono tutte le volte che entro e vedo quei paesaggi che mi ricordano il suolo lunare.

Sulle tracce di Napoleone

E poi c’è Napoleone, personaggio che quando ero bambino mi metteva soggezione. In ogni angolo dell’Elba c’è un busto, una targa, uno scritto, un’illustrazione, un qualcosa che ricorda che è passato da lì. Mezza giornata può bastare per visitare alcuni dei luoghi dell’imperatore, la cui breve presenza – arriva il 3 maggio del 1814 accolto con entusiasmo dagli elbani e si ferma solo 9 mesi – segna in modo indelebile la storia dell’isola.

Sul promontorio di Portoferraio c’è la Villa dei Mulini, scelta da Napoleone come residenza: secondo me la più bella. C’è poi la Villa San Martino che non fu abitata a lungo ma dove si possono ammirare stampe dell’800 e arredi d’epoca. Alla Chiesa della Misericordia il 5 maggio si celebra sempre una messa in suo onore: vale la pena passare per vedere come e quanto gli elbani gli siano affezionati.

A fianco si può visitare il Museo dei Cimeli di Napoleone e, poco distante, il Teatro dei Vigilanti costruito proprio su iniziativa di Napoleone. L’ultima traccia napoleonica a Portoferraio è all’interno del Centro Culturale De Laugier, che dedica  all’imperatore  un’intera sala contenente alcuni libri donati alla città e altri oggetti dell’epoca.

A Marciana, alle pendici del monte Giove, si trova il Santuario – il più antico dell’Isola – dove Napoleone soggiornò per alcuni giorni tra agosto e settembre 1814. Si raggiunge attraverso un sentiero in salita: da ragazzo ci mettevo una mezz’oretta, oggi mi sa che mi ci vuole un quarto d’ora di più.

DOVE MANGIARE

*Barsalini Summer Bar (Sant’Andrea). A 20 metri dalla spiaggia. Aperitivi e colazioni davanti a un fantastico panorama.

*Slocum Bar (Marciana Marina). Prepara il migliore Mojito dell’Isola. Ottima anche la selezione musicale.

*Controvento (Capoliveri). Nella piazza principale. Seduti ai tavolini all’aperto si gode il passeggio di Capoliveri. Ampia la scelta di cocktail, classici e innovativi.

*Osteria Pepe Nero (Portoferraio). Al numero 48 di Via dell’Amore, c’è l’Osteria Pepenero, un ristorante sobrio e delizioso, con un imperativo: valorizzare i prodotti elbani.  I piatti sono legati al pescato del giorno nel Tirreno e alla creatività in cucina: la carta dei vini non è solo elbana, ma ci sono concessioni anche al continente.

*Capo Nord (Marciana Marina). Apparecchia direttamente sulla spiaggia, bellissima, sotto la torre medievale del porto turistico. Da provare gli spaghettini misto mare e il fritto di paranza: regalano emozioni intense. Ampia cantina.

*La botte gaia (Portoazzurro) Si respira un’atmosfera d’altri tempi: è arredato in stile rustico, con credenze di legno ricolme di bottiglie e una Berkel che affetta salumi a raffica. Propone ricette della tradizione elbana con qualche rivisitazione. Oltre 200 etichette nella lista dei vini.

DOVE DORMIRE

L’isola d’Elba offre tipologie di alloggi per tutte le tasche, dai più semplici, come campeggi, case in affitto, B&B, agli hotel di lusso.

*Hotel Ilio (Capo Sant’Andrea). Piccolo albergo di charme, si trova nella parte finale del promontorio che conduce verso la baia di Capo Sant’Andrea. T. 0565 908018 – booking@hotelilio.com

*Hotel del Golfo (Procchio). Si trova a meno di 100 metri dal mare, in posizione strategica per raggiungere tutte le località dell’Isola. T. 0565 9021 – procchio@hoteldelgolfo.it

*B&B A casa di Enrico (Acquaviva, Portoferraio). Si trova immerso nella quiete della campagna, comodamente raggiungibile, a pochi km dal centro di Portoferraio e a poca distanza dalle spiagge del versante nord. T 333.4118376

*B&B La Magnolia (Marina di Campo). Villetta di recente costruzione a soli 150 metri dal mare e a due passi dal paese: 4 camere e 2 appartamenti. Ottimo per famiglie. T. 0565.976200 – 349.3725656

LUCA POLLINI

Milanese amante del mare, Luca Pollini è giornalista, saggista e autore. Ha pubblicato, tra gli altri, I Settanta, gli anni che cambiarono l’Italia; Gli Ottanta, l’Italia tra evasione e illusione; Hippie, la rivoluzione mancata; Amore e rivolta a tempo di rock; Immortali; Restare in Vietnam; Ordine compagni!; La musica è cambiata. Per il teatro ha scritto Ci hanno rubato la parola amore.

Collabora con diversi giornali, cura retrovisore.net, sito dedicato alla storia del costume ed è tra i fondatori di mollybrown.it, blog di cultura pop. Musicalmente onnivoro, crede nel rock e rimpiange il Parco Lambro (inteso come Festival).