Post-it di un viaggio

FRANSCESCHINI UN MINISTRO AL POSTO GIUSTO

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Per chi si occupa di Turismo, ecco una buona notizia, Franceschini che torna ai Beni Culturali.
Era marzo 2018, quando in ON THE ROAD scrivemmo perchè ci dispiaceva che dovesse lasciare quel dicastero,
aveva svecchiato un mondo di mummie che sembrava una sala del museo egizio, aveva portato nei musei italiani, dall’estero,
direttori manager per insegnarci che la cultura poteva produrre guadagni e non solo spese.
Ora speriamo che acceleri il ritmo delle macchina di questa splendida fabbrica che produce la bellezza italiana. Siamo il paese che che ha il maggior numero di siti Unesco, siamo quelli che hanno il diritto e il dovere di essere PRIMI.
Forse vale la pena di rileggere Il nostro editoriale del marzo 2018.

La notizia è questa:”Il Cipe ha approvato un piano di investimenti del valore di 740 milioni di euro per rafforzare l’offerta culturale e potenziare i sistemi urbani e di promozione turistica. 59 interventi che rispondono a un approccio sinergico che vede nell’integrazione….”

Sì, finalmente il turismo è stato diretto con passione e con  visione manageriale mondiale. Finalmente ci si è accorti che i soldi non vanno spesi per tenere in piedi la baracchetta degli assunti per parentele ed amicizia, tanto di turismo  se ne può occupare chiunque, E cosa ci vuole?

Un cugino che fa il depliant, la segretaria carina e procace che fa pr, la sovvenzione per la sagra dei fagioli con le cotiche  per far contenti gli elettori periferici.  E se c’è un museo, il direttore sarà un raccomandato del vescovo o eal capo partito…

Invece oggi i direttori dei musei devono saper fare il proprio lavoro, non basta aver importantissimi resti archeologi, o Regge che il mondo ci invidia, bisogna valorizzarli, gestirli e se non sei capace fatti da parte.

Ed ecco che invece di far capire che si è all’altezza dei direttori venuti dall’estero, si fa reclamo, si fa causa…che tristezza! Dimostra quello che sai fare nel turismo non negli studi degli avvocati.

Quante volte ho visto stand di regioni il cui unico scopo era farsi la gita tutti insieme e parlarsi addosso, e se vai a proporre qualcosa di interessante per incentivare il turismo, per far conoscere le eccellenze che hanno la fortuna d’avere nel proprio territorio, ti rispondono che non hanno tempo, che i tempi sono lunghi, non ci sono soldi,,,e tornano ad investire  nelle sagre, ad assumere il cugino, e a portare in giro  la segretaria procace e  sculettante.

Non semore è così, ora finalmente qualcosa sta cambiando, anche in alto lo han capito che con il turismo e la cultura si può far mangiare tanta gente, dai giovani laureati  nei musei ai  camerieri nei ristoranti e negli  alberghi  se sono pieni.

Bisogna investire per avere servizi migliori da offrire. La concorrenza oggi è mondiale: la Thailandia, il Messico, il Perù e forse anche Timbuctu  sono nostri concorrenti, tutti i Paesi del mondo sono concorrenti. Speriamo che coloro che  gestiscono il turismo  capiscano che i turisti non vengono quì in  Italia per le sagre dei fagioli ma per vedere meraviglie etrusche o abbazje che noi dimentichiamo.

Non mi interessa di che partito è   Dario Franceschini, ma lo ringrazio per il lavoro che ha fatto per il  nostro turismo e la nostra cultura. Per aver indicato una strada, che spero venga seguita