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CASTELLAMMARE DI STABIA: VIVERE STORIA E LEGGENDE, SCOPRIRE SPIAGGE E VILLE ROMANE, BERE ACQUA MIRACOLOSA, GUSTARE LA CUCINA DELLA NONNA, DEL BOSS O DEGLI CHEF STELLATI

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TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Ercolano, Pompei…chi non conosce gli scavi più famosi al mondo? Ma oggi vi voglio portare in un magico luogo poco distante, poco conosciuto ma davvero sorprendente: Castellammare di Stabia, un ventaglio sul Golfo di Napoli tra spiagge e colline.

Mentre Pompei ed Ercolano erano città residenziali, Stabiae, come la chiamavano i romani, era un luogo dedicato al relax e alla cura della salute. Le sue 28 sorgenti naturali, ognuna con differenti caratteristiche terapeutiche erano infatti popolari fin dall’antichità e frequentate dalle celebrità di quel tempo, incluso Cicerone che qui trascorreva le vacanze in lussuose ville di otium, strutturate con terme, colonnati e ninfei splendidamente decorati.

I VIP sono continuatI per secoli, recentemente la cancelliera Angela Merkel ha visitato l’antica Stabia, prima del suo solito relax a Ischia. La storia continua. Nel IX secolo, i cittadini costruirono Castrum a Mare, il castello che diede il nuovo nome alla città. Oggi è una proprietà privata e può essere ammirato solo dall’esterno. La dinastia angioina circondò la città con mura, allargò il suo porto e costruì il Palazzo Reale. Successivamente i Borboni crearono un prospero cantiere navale che ancor oggi rappresenta un fattore importante della città.


Le Ville
Villa San Marco, situata sul bordo di una collina. Scoperta nel periodo borbonico, fu scavata tra il 1950 e il 1962. Tipico esempio di lussuosa villa residenziale con piscina, giardino e pareti affrescate. L’entrata conduceva al tradizionale quartiere termale, caratterizzato da una stanza calda, una fredda e un tepidarium.

Villa Arianna, così chiamata per il grande dipinto della mitica eroina abbandonata da Teseo, si estende su un’area di 2500 metri quadri. Anche qui strutture e decorazioni testimoniano un elevato tenore di vita e un gusto raffinato. Da qui si accede al Secondo complesso, scoperto nel 1762, con un meraviglioso portico con vista panoramica sul mare.

L’acqua e le Terme
La famosa acqua termale delle Terme di Castellammare datate 1836, scorre dalle sorgenti del Monte Faito ed è principalmente un’acqua salso-bicarbonata,  la cui diversa composizione chimica consente un’ampia gamma di applicazioni

che aiutano a trattare disturbi respiratori, genitali,  riproduttivi e ginecologici, allergie, cellulite e imperfezioni della pelle, oltre a disturbi del fegato, delle vie biliari. del tratto gastrointestinale e molti altri.

Le Terme provvedono da anni numerosi trattamenti ginecologici, inalazioni, terapia reumatica e balneo-fanghi, massaggi, elettroterapia,, magnetoterapi e così via.


Biscotti!
Farina, zucchero, “criscito”, acqua e vaniglia, ecco i semplici ingredienti alla base dello storico “Biscotto di Castellammare”. Sembra un sigaro, fu inventato prima della dominazione angioina e usato come rifornimento per i marinai. Viene ricoperto di glassa di zucchero e accartocciato nella stessa carta azzurra utilizzata dai pastai della vicina Gragnano.

La tradizione, vuole che si debba inzuppare nella famosa Acqua della Madonna, la cui sorgente si trova proprio a Castellamare.
A proposito ….
Liscia, gassata o della Madonna?
Punto d’incontro di cittadini e turisti è la Fonte della Madonna, dove sgorga un’ acqua naturalmente frizzante dalle molte proprietà terapeutiche, ideale per  i naviganti, perché capace di conservarsi integra e pura per oltre 6 mesi e molto apprezzata dai castellammaresi che l’utilizzano anche per cucinare.


Procuratevi bottiglie, bottigliette, bicchieri e avventuratevi verso una delle tante bocchette d’acqua. Io l’ho provata: assolutamente piacevole, allegra e deliziosa!


Un giro in barca?
Certo, puntate verso lo scoglio di Rovigliano, mentre il Vesuvio  sembrerà sorvegliare il vostro percorso. La leggenda dice che Ercole staccò la cima del monte Faito, scagliandola in mare, formando così un isolotto …che ne ha visti di cambiamenti! Da abitazione privata del VI secolo, a monastero per giovani donne, a fortezza contro le incursioni saracene. Sulla sommità fu costruita una torre, visibile ancora oggi e nel 1931 divenne un ristorante, sfortunatamente gli Chef stellati non esistevano ancora, quindi niente pubblicià televisiva e conseguente chiusura, peccato.
Oggi rimangono solo poche rovine della torre, comunque affascinanti.


Amate le specialità con le melanzane?
Beh, progettate un viaggetto alla Sagra della melanzana  che si tiene ogni anno in estate nella vicina  Santa Maria La Carità e prevede l’assaggio di piatti tipici, dalla classica parmigiana bianca e rossa, agli involtini con mozzarella e salame, a frittelle, polpette oltre alle tipiche  melanzane arrostite e tagliate a dadetti.

Lavaggio griffato
Avete delle splendide scarpe Hogan, vorreste pulirle ma avere paura di rovinarle? In  Via IV Novembre 23, troverete la sorprendente lavanderia Elensec, attiva dagli anni ’70 e famosa in tutta la Campania, specializzata non solo nella pulitura delle Hogan, ma anche di capi in renna, abiti da sposa, tappeti orientali, coperte ricamate a mano, interni di auto in pelle e abiti griffati.


Il mare
Castellammare di Stabia è piena di spiagge e coste per tutti i gusti.
Se ti piace camminare sulla sabbia soffice, regalati un bagno in acque cristalline nella spiaggia di Plaja, se stai cercando una spiaggia di ciottoli punta verso Petrolo, o Marina Grande o Guidaloca, mentre la spiaggia di Scopello, famosa per i suoi faraglioni, sarà la tua oasi di pace.


Fame?
A Castellammare si mangia benissimo, inutile dirlo: le specialità campane troneggiano sui piatti sia dei ristoranti stellati che su quelli delle imperdibili trattorie a conduzione familiare, dove in cucina è la nonna a dettar legge …e guai a contraddirla!
Eccovi due esempi:
Piazzetta Milù, dove Papà Michele (il Boss) impera da 30 anni e ogni volta ammalia, conquista e stupisce con il suo iconico ragù di pomodoro (ma quante ore ci vogliono?,,,) da mangiare così, con le mani, inzuppandoci un pezzo di pane fatto in casa. Viva la semplicità e la tradizione,… Anche perchè a ‘complicare’ i piatti subentra la ‘ nuova’ cucina di Maicol, 26 anni, che zitto zitto si è guadagnato una stella Michelin.

Voltiamo pagina anzi giriamo l’angolo di Via Brin, per tuffarci nella cucina, come ho letteralmene fatto, della trattoria Miseria e Nobiltà, dove la nonna chef e la sua splendida nipote mi hanno fortemente consigliato una loro speciaità schietta e ‘ruspante’: spaghetti cozze e pecorino.
Mangiati e… baciata la nonna!


Dallo spaghetto a quando la pasta diventa sublime...
Dopo tante splendide ville romane ormai in disuso, vi porto in una meravigliosa villa di grande fascino e perfettamente funzionante, locata nel ‘Miglio d’oro’, un tempo sede di splendide ville vesuviane settecentesche.  A Torre del Greco,  a breve distanza da Castellammare, vi aspetta la splendida Villa Guerra che ospita Josè, un ristorante dallo slogan ammaliante ” La riscoperta dei sapori semplici”

Al timone, lo Chef Domenico Javarone, grande professionista con esperienze da Oliver Glowig, Gennaro Esposito e per tre anni al Maxi, dove ha preso una stella, Domenico è un professionista serio, discretamete lontano da ogni forma di esibizionismo, padrone delle tecniche e con un’ idea di cucina molto precisa. la sua cucina è stagionale, riconoscibile, pulita. Il suo menu rispetta l’esperienza, la tenacia la personalità e il pensiero dello chef, il tutto nel rispetto della stagionalità, delle cotture delle materie prime. Infaticabile, trova il tempo , l’energia e il piacere di cucinare anche a casa, anche se Rosario Maria e Vittoria Pia, i suoi adoratissimi bambini, sono piuttosto esigenti…

Mi definirei un campanilista, un sudista amante della cucina italiana, mi dice Domenico, e amo  attingere ai prodotti che appartengono al mio territorio, valorizzati dalle nuove tecniche che ho appreso non solo in Italia ma anche all’estero, come a Kioto, città che mi ha visto al fianco di Valentino Palmisano e dove ho iniziato a assporare nuove vie di contaminazioni italo-giapponesi, in una cornice dall’atmosfera e dalle sensazione uniche,  che vanno dall’armonia della cucina ai sapori e ai profumi, all’armonia senza tempo della presentazione. Anche le strade sono magiche, una volta ho visto delle giovanissime ragazze uscire dalla loro scuola, perfettamente vestite con i classici kimono da gheisa!.”


“I mie erano macellai, mi racconta Domenico, spesso i miei ricordi tornano nella bottega quando, in novembre, i miei cucinavano la cosidetta ‘zuppa forte’, fatta con le interiora del maiale cotte in salsa di pomodoro e aromatizzate con odori intensi. Mi ricordo che da piccolo riempivo un panino con la ‘zuppa forte’ e quello era lo spuntino della mattina…”
“Nascendo da macellai, aggiunge Domenico, ho una cultura profonda del taglio della carni e mi piacciono le variazioni su tema. Come nel tradizionale sugo per le candele ‘alla genovese’ dove uso un taglio di carne meno nobile e cioè la parte del collo, mentre per evitare l’eccessiva presenza della cipolla, la friggo e l’adagio sopra, croccante, aromatica ma non invadente. E’ un piatto di carattere che piace a tutti, goloso, ruffiano ma abbastanza tecnico.”“Penso che ogni chef nella sua carriera riesca a portare avanti 10 piatti di quelli definiti ‘signature dish’, il resto viene dalla stagionalità e dall’ispirazione.


Tra questi dieci 10 piatti, quello che troverai sempre nel mio menu è l’Uovo in Purgatorio’, un uovo pochè cotto a bassa temperatura con pomodoro del piénnolo del Vesuvio, gamberi rossi e arricchito da una zuppa di pesce e sfoglie di pane cafone.


Adoro cucinare la pasta e che sia ricca, saporita e, come la mia cucina, stagionale, riconoscibile, pulita . Vuoi una ricetta?”
La ricetta di Domenico Javarone: linguine con scuncilli, gaspacho di corbarino in salsa puttanesca


Ingredienti:

Per 4 persone: 320 gr di linguine. 200 gr di scuncilli puliti, 10 gr Polvere di olive nere, 20 n° Capperi fritti, 500 gr di pomodori corbarini (acqua e sale),1 mazzetto basilico fresco, 1 becco d’ aglio, Sale e pepe q.b., Prezzemolo q. b.
Preparazione
Per il gaspacho: dividiamo dal barattolo l’ acqua salata del pomodoro conservandola per il fondo dove andremo a padellare le linguine, i pomodori li mariniamo a temperatura ambiente per circa 30 minuti con olio, abbondante basilico e aglio a pezzi grandi. Dopo i 30 minuti togliamo l’aglio e passiamo al passa verdure prendendo il succo piu’ concetrato del pomodoro conserviamo in frigo .Sciacquare con acqua fredda gli scuncilli, cucinarli in una pentola alta con coperchio in modo da farne uscire fuori i l’ acqua. Estrarre dal guscio il frutto privandolo della valva iniziale e le budella finali,filtrare l’ acqua e conservarli nella stessa. Denocciolare le olive nere e farle seccare in forno a 80°per circa 60 minuti. Friggere i capperi per pochi secondi in olio d’ oliva. Cuciniamo la pasta per circa 9 minuti in acqua salata. In una padella facciamo rosolare olio aglio e peperoncino una volta imbiondito lo togliamo e bagniamo il fondo con l’ acqua dei scuncilli e l’ acqua del pomodoro corbarino che abbiamo conservato precedentemente,aggiustiamo di sale portiamo ad ebollizione. Scoliamo la pasta, la mantechiamo nel fondo preparato e solo alla fine aggiungiamogli scuncilli tagliati, e il prezzemolo tritato. Impiattiamo mettendo alla base del piatto il gaspacho di pomodoro freddo ed adagiamo sopra le linguine finiamo il piatto con le olive nere disidratate precedentemente tritate e i capperi fritti.

INFO
www.mediterraneanexperiences.com

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita.
Scopre delizie gastronomiche tradizionali e innovative, incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

 

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