Ricette di viaggio

Avesa, nei giardini di Villa Scopoli

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Un gioiello tutto da scoprire è Villa Scopoli, che si trova nell’antico borgo di Avesa, ad appena 2 km da via Goffredo a Mameli a Verona. Il complesso, che vanta ottocento anni di storia comprende la casa padronale, circondata dalla campagna che si estende dalle pendici del colle al fondovalle, un rigoglioso giardino, un brolo e una splendida peschiera, alimentata dalle acque del fiume Lorì.

La villa deve il suo nome a Ippolito Scopoli, che l’acquistò nel 1849. Tuttavia, le origini di questo luogo unico risalgono al XIII secolo, quando qui era sorto un monastero camaldolese attorno alla chiesa della Camaldola. Dal XVI secolo si trovano documenti che attestano la presenza di un giardino ben curato dai monaci guidati da frate Ventura Minardi.

Nel 1598, il complesso passa alla nobile famiglia veronese dei Del Bene di Sant’Eufemia che costruiscono la villa sul precedente edificio trecentesco e, soprattutto, ampliano il giardino rendendolo uno dei più belli esempi di giardino rinascimentale del veronese. Nel 1849 la proprietà passa a Ippolito Scopoli, che realizza la passeggiata romantica che si snoda lungo le pendici della collina. Nel 1994, grazie a un lascito della contessa Laura Spropoli, la villa passa alla Pia Società di Don Nicola Mazza.

Oggi, la villa è abitata dagli attuali proprietari, ma si può visitare il giardino (intero € 3,50, ridotto € 2, ragazzi fino a 12 anni e over 65 gratis), ammirando la peschiera seicentesca dove nuotano le anatre e le carpe, e il viale dei cipressi che sale fino alla collina. Qui, tra la vegetazione spontanea tra carpini e roverelle, sambuchi e alberi di Giuda, erbe spontanee e monumenti realizzati dall’uomo vivono scoiattoli, faine, gatti selvatici, ricci, volpi, rondini, passeri e cuculi. Una parte del parco fa parte di un’azienda agricola che ha adibito la parte pianeggiante a orti e frutteti e la parte collinare a viti e ulivi.

Golosità veronesi

I dolci del veronese non sono solo buoni, ma storici! Nel capoluogo, infatti, è nato il celebre Pandoro, creazione del pasticcere Domenico Melegatti del 1894. Da sempre antagonista del panettone, con cui si contende le tavole natalizie italiane, deve il suo nome “pane d’oro” a un omaggio che il suo creatore volle fare agli antichi pani delle ricche famiglie veneziane, che venivano decorati con sfoglie dorate.

Il pandoro ha tuttavia, un antenato nel Nadalin, dolce della tradizione contadina a forma di stella a cinque punte ricoperta di mandorle croccanti e zucchero, che ancora oggi si può trovare nelle pasticcerie. Nel periodo di Carnevale, invece, si preparano le fritole, frittelle che si possono preparare con il riso, la polenta, le patate o le mele, farcite con crema pasticcera, cioccolato, marmellata o lasciate a naturale.

La Torta di Verona, o Torta Russa ha la tipica forma che ricorda un colbacco ed è a base d pasta sfoglia farcita con un impasto di mandorle e amaretti. Da non perdere anche le Sfogliatine di Villafranca, dolci soffici e fiabili diffusi in tutta la provincia, la cui origine risale alla fine dell’800. I risini sono invece una specie di bigné di pasta frolla ripiena con un impasto di riso dolce alla vaniglia, ma disponibile anche in diverse fantasiose, e golose, varianti. Di seguito vi proponiamo invece la ricetta della Torta di Paparele, altro goloso dolce della tradizione scaligera.

Torta di paparele

È un dolce tipico del veronese caratterizzato dalla tipica forma a strati, che alterna le tagliatelle a un composto di mandorle.

Ingredienti

  • 320 gr di farina bianca
  • 200 gr di zucchero
  • 200 gr di burro
  • 3 uova
  • 150 gr di mandorle dolci tostate
  • 50 gr di mandorle amare tostate
  • Scorza grattugiata di 2 limoni
  • 20 ml di liquore dolce
  • 1 pizzico di sale

Preparate prima le “paparele” mescolando la farina, e uova, 50 gr di burro fuso e un pizzico di sale. Tirate una sfoglia sottile e lasciate riposare finché non si sarà asciugata. Nel frattempo, tritate insieme le mandorle dolci e quelle amare, aggiungete la scorza di limone e lo zucchero. Tagliate poi la pasta a striscioline sottili, ricavando così le “paparele”. Prendete uno stampo per dolci, imburratelo e infarinatelo. Stendete un primo strato di “paparele”, poi uno di mandorle e ripetete l’operazione alternando gli strati fino a raggiungere l’altezza desiderata. L’ultimo strato deve essere di “paparele”. Fondete 150 gr del burro e mescolatelo al liquore, poi ricoprite la torta con il composto. Infornate per circa 45 minuti in forno preriscaldato a 170°C.

COME ARRIVARE

In auto: Da Milano, A4 in direzione Verona, uscita Verona Nord, poi SS12 in direzione di Avesa. Da Bologna, A14 Adriatica poi proseguire su A1/E35 e A22 in direzione della SS12 a Verona. Uscita Verona Nord. Continuare su SS12 in direzione di via Podgora e Avesa. Da Roma, A1 in dir. E35 da via Salaria, continuare su E35. Poi A1 e A22/E35 in direzione di SS12 Verona. Uscita Verona Nord, poi continuare su SS12 in direzione via Podgora e Avesa

DOVE MANGIARE

*Trattoria Amarone, via Campagnetta 9A, Avesa (VR), tel 045/913727.

*Antica Trattoria da Milio, via Benini 2, Avesa (VR), tel 045/9236652, www.anticatrattoriadamilio.it.

 DOVE DORMIRE

*B&B Casa Magnani, via Messer Ottonello7, Avesa (VR), tel 338/4022579, www.casamagnani.it

*La Camaldola B&B, via Camaldola 1, Verona, tel 349/4287867.

DOVE COMPRARE

*Pasticceria Cordioli, via Cappello 39, (VR), tel 045/8003055, www.pasticceriacordioli.com

INFO

www.associazionevillascopoli.it