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Atene, dove passato e presente si incontrano

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La capitale della Grecia è una città che sorprende per i suoi mille aspetti. Una città che abbiamo imparato a conoscere sui banchi di scuola: prima polis a instaurare un governo democratico, una città di conquiste e di continui cambiamenti, i contrasti con Sparta… Un fine settimana ad Atene equivale a fare un tuffo nel passato. E non solo. Perché Atene non è solo storia, arte e cultura ma anche divertimento e ottimo cibo.

Noi della redazione siamo partiti alcuni giorni fa e vi raccontiamo ciò che ci è piaciuto maggiormente dandovi inoltre alcuni indicazioni su cosa vedere e fare una volta giunti nella capitale ellenica.

Arrivati in città abbiamo dedicato la mattinata del primo giorno all’Acropoli, fiore all’occhiello di Atene, simbolo e punto di riferimento di questa magica città nonché Patrimonio Mondiale dell’Unesco. L’Acropoli si trova su un promontorio roccioso. L’ingresso all’Acropoli vi permette di  visitare le  meraviglie in esso contenute. Noi per motivi di spazio vi parliamo di quello che ci ha colpito particolarmente:  il Partenone, il Teatro di Erode Attico, l’Eretteo e il tempio di Atena Nike. Ma vi sono altre meraviglie da ammirare come i Propilei, l’Odeon di Pericle, il Portico di Eumene e tanti altri spettacolari reperti.   Una volta entrati vi sentirete sbalzati nel passato e il paesaggio monumentale è da togliere il fiato.

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L’Acropoli al tramonto

Alla base dell’Acropoli lo spettacolare teatro di Erode Attico, a lui dedicato. Erode Attico era un ricco cittadino di Atene vissuto nel II secolo d.C. L’Odeon  fu costruito per suo volere a partire dal 161 d.C in memoria di sua moglie e ha le caratteristiche di un teatro romano. La gradinata era composta da 32 sedili e poteva contenere sino a 5.000 persone. Il tetto era stato costruito con legno di cedro e la facciata che ancora oggi è ben visibile era a tre piani con grandi archi.

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Teatro di Erode Attico

A sud ovest dell’Acropoli, vicino ai Propilei, su uno sperone roccioso ecco Il Tempio di Atena Nike, un piccolo tempio ionico in pietra calcarea rivestito di marmo  con quattro colonne ioniche monolitiche sul fronte e quattro sul retro.  Fu costruito nel 420 a.C per la dea Atena. All’interno era ospitata la statua di legno della Dea che la rappresentava in piedi con un melograno in una mano e  un elmo nell’altra. La statua non aveva le ali per cui venne chiamata anche Vittoria senza ali. Gli antichi dissero che Nike giunse sin li volando e che una volta arrivata ad Atene e dovendosi fermare non avrebbe più avuto bisogno delle ali, senza ali dunque non avrebbe mai lasciato Atene.

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Il Tempio di Atena Nike

Superati i Propilei (l’ingresso monumentale dell’acropoli di Atene) ecco il maestoso Partenone, il tempio simbolo dell’Acropoli dedicato ad Atena Parthenos, la protettrice della città. La sua costruzione in marmo di Penteli ebbe inizio  nel 447 a.C e finì 9 anni dopo sotto la supervisione di Fidia. È in stile dorico e ha 8 colonne in marmo su ogni lato corto e 17 colonne sui lati più lunghi. All’interno del tempio era conservata la statua di Atena Parthenos, altra creazione di Fidia, considerata una delle meraviglie del mondo antico e costruita con più di 1.000 chili d’oro e d’avorio. La statua era alta oltre 10 metri e rappresentava la dea guerriera con una Nike alata nella mano destra, uno scudo, regalo di Zeus, sul petto e un elmo sul capo ornato di cavalli alati.

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Il maestoso Partenone

Nel lato nord dell’Acropoli si trova l’Eretteo, il luogo più sacro di tutta l’Acropoli. Costruito nel 421 a.C. in stile dorico e ionico fu completato 15 anni dopo. La parte più interessante è la loggia delle Korai, le famose Cariatidi, sei splendide fanciulle sorreggono il soffitto. All’apparenza possono sembrare tutte uguali ma nella realtà i lineamenti delle statue sono ognuna diversa dall’altra anche se hanno in comune i lunghi capelli sciolti sulle spalle (questo permetteva di rafforzare il punto del collo della statua). Sono chiaramente riproduzioni esatte degli originali che sono custoditi nel museo dell’Acropoli.   La costruzione aveva lo scopo di ospitare i rituali religiosi. Netto il contrasto tra l’Eretteo e il Partenone, il primo con forme aggraziate, delicate e sinuose il secondo maestoso e massiccio.

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Eretteo e le famose Cariatidi

L’Acropoli è facilmente raggiungibile perché si trova a 400 metri dalla fermata della metropolitana Acropoli. Il costo del biglietto di ingresso è di 20 euro a persona.

Finita la mattinata dedicata alla storia dell’antica Atene non ci resta che visitare i quartieri sotto l’Acropoli il vivace e colorato quartiere di Plaka con le sue stradine tortuose, i palazzi neoclassici e i caratteristici ristorantini che fanno da cornice.  Ci siamo rilassati passeggiando per Via Adrianou alla scoperta dei tanti negozietti di souvenir. Senza nemmeno rendercene conto   ci ritroviamo nell’altro  caratteristico quartiere di Atene: Monastiraki famoso per il brulicante e coloratissimo mercato delle pulci. Qui troviamo di tutto nei numerosi negozi: gioielli, tovaglie, abiti, calamite, prodotti tipici locali, insomma un vero bazar a cielo aperto.

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La Plaka

Acquistiamo anche noi il nostro souvenir per portare a casa un pezzo di Atene. Abbiamo optato per  un komboloi  una sorta di rosario di tradizione greca. Questo oggetto lo abbiamo visto molto spesso in mano a molti uomini. È una collana formata da tante piccole sfere infilate in una sottile corda le cui estremità vengono chiuse tra loro e spesso finite con un’altra pallina. Possono essere di pietra dura, di ceramica, di osso, di vetro, di legno o di pietre preziose. Viene continuamente passato ritmicamente tra le dita.  “Sembra essere un anti-stress”, diciamo a un greco il quale risentito ci spiega che è molto di più: una filosofia per loro greci, un fedele compagno di vita che li accompagna nella gioia e nel dolore. I prezzi di questo oggetto vanno da 3 euro per quelli di materiali poveri a centinaia di euro per quelli più pregiati.  È un accessorio molto comune ma resta comunque un oggetto di uso prettamente maschile.

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Komboloi

Felici e soddisfatti del nostro acquisto ci dirigiamo verso il Palazzo del Parlamento che si trova sul viale Vasilisis Sofias, di fronte alla famosa piazza Syntagma.  Alla base del Palazzo il Monumento al Milite Ignote piantonato dagli evzones, i soldati con il costume tradizionale greco. Ci soffermiamo a osservare le calzature alquanto buffe, ci facciamo rimproverare da un militare per aver superato la transenna e scattiamo le nostre fotografie. Ad ogni ora si cambia la guardia e lo spettacolo è ancora più solenne se avviene alla domenica alle 10.

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Evzones

In un lato della Piazza Sintagma si trova il lussuoso Hotel Grande Bretagne, risalente al 1842, frequentato dalle celebrità. Esattamente nella parte opposta al Parlamento la Via Ermou, molto frequentata durante il giorno e ricca di negozi. La piazza è spesso utilizzata per manifestazioni e pertanto può diventare pericolosa. Per cui è meglio allontanarsi quando si intravedono manifestanti e polizia.

Il giorno dopo decidiamo di dedicare un po’ di tempo a chiese e monumenti sacri dunque ci dirigiamo in Piazza Mitropolis nella zona di Plaka raggiungibile con la metro verde (1) o blu (3) direzione Monastiraki Station.

Prima fra tutte vogliamo vedere la chiesa per eccellenza della città di Atene: la cattedrale metropolitana dell’Annunciazione conosciuta anche come Mitropoli. Fu costruita nel 1842 e terminò 20 anni dopo. Lo stile è bizantino moderno e la facciata ha due campanili. Al suo interno i sarcofagi di Gregorio V e di Santa Filothei. Le spoglie di questa Santa sono visibili attraverso un vetro. Affreschi bellissimi sulle pareti e le luci delle candele rendono magica e spirituale l’atmosfera.

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La cattedrale metropolitana dell’Annunciazione

Di fronte alla cattedrale sorge la statua di Damaskinos Papandreou, arcivescovo della chiesa ortodossa durante la seconda guerra mondiale e leader spirituale di tutti i greco-ortodossi.

Accanto alla cattedrale, sul lato destro rispetto all’ingresso, ecco la chiesa  di Panagia Gorgoepikoos dedicata alla Beata Vergine Maria Gorgoepikoos. Questa piccola chiesa che rappresenta un vero esempio di stile ateniese è chiamata anche “la piccola cattedrale” ed è conservata divinamente. Al momento della nostra visita è chiusa quindi ci limitiamo ad ammirarla esternamente ma leggiamo che al proprio interno sono conservati affreschi molto belli di epoca novecentesca.

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Chiesa di Panagia Gorgoepikoos

Ci addentriamo nelle strette vie del quartiere Plaka per cercare un locale dove mangiare e ne troviamo uno delizioso e molto caratteristico. Un pergolato di stoffe colorate, piccoli tavolini in legno con cuscini colorati intrecciati a mano, vasetti di erbe aromatiche ovunque. Felici di questa scoperta ordiniamo insalata di pollo, omelette con prosciutto, formaggio, pomodori e cipolla, birra, acqua e caffè espresso. Il conto è accettabile: 22 euro. Il locale si chiama Kafeneio To 111 e si trova al 111 di Ermou (tel. 021 0323 7967).

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Soddisfatti e rifocillati ripartiamo per andare a visitare l’ultima chiesa nel nostro elenco. Una chiesa  greco ortodossa risalente all’XI secolo in stile bizantino che si trova al centro di Via Ermou: la chiesa Kapnikarea dedicata alla presentazione della Beata Vergine Maria. È una delle chiese più antiche di Atene. Proseguiamo camminando per le stradine sempre affollatissime.

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La chiesa Kapnikarea

Si è fatto tardi per cui non resta che prepararci per andare a cena. Scegliamo una taverna in un quartiere popolare quello di Petralona che si trova sulla linea verde in direzione Piraeus. Il ristorante si chiama Aster è al 48 di Troon (tel. 021 0341 6668).

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L’interno del ristorante Aster

Lo troviamo con difficoltà ma il locale è delizioso e siamo accolti calorosamente dal personale che ci fa accomodare nella saletta appena scesi i gradini. Pochi tavoli di formica, lampada sul tavolo, pareti colorate è tutto ciò che regala questo piccolo ristorantino. Spieghiamo che vorremmo assaggiare piatti tipici greci e lasciamo a loro la scelta di cosa servire. Ci portano una insalata deliziosa con pomodori, cetrioli, cipolle, capperi e formaggio. Segue un piatto a base di lenticchie, insalata, ravanelli, cipolle e salmone. Un gusto acre che non riusciamo a identificare se lime o zenzero comunque particolare e delizioso. Ed eccoci al piatto forte della serata: uno stracotto con una purea di fave? Non lo sappiamo ma ha poca importanza. Viene terminato nel giro di pochi minuti tanto è gradevole. Per terminare un dolcetto tipico accompagna il conto. Non neghiamo di aver avuto qualche problema a comprendere che si trattava proprio del conto visto che era un bigliettino completamente accartocciato posto in un bicchierino.

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Il ristorante Aster

Il giorno dopo decidiamo di girovagare senza meta ammirando semplicemente ciò che ci circonda ma non limitandoci alle zone indubbiamente splendide di Atene ma anche il popolare quartiere Omonia, a due passi dalla metropolitana omonima.  Ci addentriamo tra i vicoli dove è visibile la vera  crisi della Grecia, giunta ormai al settimo anno, ciò che vediamo è un pugno in pieno stomaco. Uomini e donne rovistano nei cassonetti dell’immondizia per recuperare qualche abito o addirittura cibo, ragazzi seduti a terra si drogano, bevono, urlano. È raccapricciante, è una foto tragica ma tra le più vere della Grecia di oggi. L’Acropoli, i quartieri Plaka e Monastiraki sembrano lontani anni luci e invece sono lì a poche fermate di metropolitana. Le vie sono poco curate, le saracinesche arrugginite e molte di esse recano la scritta “vendesi”. E proprio lì, dove anni prima prosperavano negozi e botteghe, oggi il degrado è totale.

Camminiamo a zig zag tra emarginati buttati a terra a smaltire la sbronza e lasciamo il quartiere.

Un po’ rattristati da questa visione ci rendiamo conto che purtroppo ogni paese ha il proprio lato oscuro quello che il turista non deve vedere e conoscere. È pomeriggio e prima di lasciare Atene ci rechiamo a un appuntamento goloso: un locale in Eolou 21, nella zona di Omonia, diventato famoso per servire i loukoumades più buoni di Atene – tel. 021.03210880 http://lukumades.com/. Si tratta di frittelle dolci, tonde, delle dimensioni di una pallina da golf e sono tipiche della Grecia. Farina, lievito, acqua, miele il tutto tuffato in olio bollente danno vita a questo dolce semplice ma gustosissimo.

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L’appuntamento goloso per l’assaggio dei loukoumades

Vengono servite calde con miele, granella di mandorle e cannella. In questo locale però la scelta è incredibile: cioccolato, crema di banana, pistacchio, crema pasticcera. Optiamo per 10 palline farcite di crema di banana e ricoperte di una calda colata di cioccolata. Una bomba esplosiva di calorie ma una delizia per il palato. Il locale è gremito di ragazzi che mangiano i loukoumades chiacchierando. Il costo per una confezione da 10 è irrisorio: 5,20 euro a porzione e 0,50 euro per una bottiglietta d’acqua.  A fondo pagina trovate la ricetta per realizzare i vostri loukoumades.

E per la cena? Decidiamo di tornare alla nostra piccola taverna ricca di colori. Ci addentriamo nuovamente nel quartiere Plaka e andiamo da Kafeneio To 111 per gustare insalate verdi e una generosa birra ghiacciata.

La nostra vacanza termina qui. Atene è senza dubbio una città che non si dimentica perché come dicevamo in apertura è eclettica e con mille risvolti e offre molto al viaggiatore curioso. È in questa città che il passato e il presente si incontrano e si sposano armoniosamente tra loro.

Dunque non ci resta che augurarvi un soggiorno nella città della storia.

Loukoumades al miele per 6

Ingredienti

  • 200 gr farina 0
  • 50 gr amido di frumento
  • 1 bustina lievito di birra liofilizzato
  • 1 cucchiaio colmo di miele
  • 280 ml acqua tiepida
  • Un pizzico di sale
  • olio di semi di girasole
  • polvere di cannella
  • battuto di noci
  • miele morbido

Preparazione

  • Amalgamare molto bene gli ingredienti: farina, amido di frumento, lievito, un pizzico di sale, l’acqua tiepida, un cucchiaio di miele e lavorare sino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico.
  • Lasciare riposare a lungo e sino a quando il volume della pasta non è raddoppiato.
  • Scaldare nel frattempo l’olio e una volta arrivato a temperatura tuffare la pasta aiutandosi con 2 cucchiai in modo tale che assumano la forma di palline.
  • Una volta cotti appoggiare i loukoumandes su carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. E’ il momento di cospargerli di miele, cannella e noci tritate.

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