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A RAVENNA DOVE LE STELLE BRILLANO NEI MOSAICI PIU’ BELLI DEL MONDO

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Di Mara Giombelli

Andare nella città che è stata per tre volte capitale, dove il sommo dante ispirato dalle stelle splendenti dei mosaici scrisse il paradiso della sua divina commedia. Andarci con l’Audi a6 Allroad è anche meglio.

“Ho visto finalmente Ravenna e tutte le mie aspettative erano nulla di fronte alla realtà. Sono i mosaici più belli e formidabili che io abbia mai visto. Non sono soltanto mosaici, ma vere e proprie opere”. Così scrisse il pittore russo Wassily Kandinsky (1866-1944), noto per aver realizzato il primo acquerello astratto, quando visitò la città con la moglie Nina. Questo celebre artista non fu l’unico a metterci piede.

La capitale del mosaico, con ben otto edifici religiosi paleocristiani e bizantini dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, sedusse altri ospiti illustri come Dante Alighieri che la scelse nel suo esilio per scrivere il Paradiso della Divina Commedia e dove oggi è sepolto, Gustav Klimt che ne trasse ispirazione per le sue opere e Oscar Wilde che le dedicò un poema.

In questa città dal passato glorioso (fra V e VIII secolo fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa) decido di andarci con una compagna di viaggio speciale: l’Audi A6 allroad quattro, molto versatile e capace di affrontare ogni tipo di percorso. È caratterizzata da un look grintoso e interni rifiniti con cura, che mi trasmettono una percezione di lusso ed eleganza. Prendo l’Autostrada A14 Bologna – Ancona. Nonostante la pioggia, l’Audi A6 mi regala un’ottima sensazione di stabilità e mi garantisce una guida piacevole sia a livello dinamico sia di comfort. I chilometri volano via veloci. Superata Imola, imbocco la bretella per Ravenna che dista 25 km.

Per raggiungere l’hotel, mi basta dirne il nome all’utile comando vocale e il navigatore mi ci guida. D’ora in poi la lascio nel parcheggio vicino. Perché Ravenna è una città a misura d’uomo che si può girare tranquillamente a piedi. Basta fare attenzione alle biciclette che sfrecciano tra i vicoli pretendendo sempre la precedenza! Punto di partenza è la centrale Piazza del Popolo, ornata da due colonne a ricordo del periodo veneziano e chiusa dal merlato Palazzo Comunale. Da qui iniziano le vie più importanti dello shopping.

SI COMINCIA DAI MOSAICI DI SAN VITALE E DEL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA

Procedo per via Cavour e arrivo al primo monumento eletto patrimonio universale: la Basilica di San Vitale, straordinario gioiello di epoca bizantina. Presso la biglietteria si può acquistare il ticket unico valido sette giorni (intero € 9,50, ridotto € 8,50) che comprende un ingresso per altri quattro siti Unesco: il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano, la Cappella di S. Andrea e la Basilica di S. Apollinare Nuovo. Varcato il portone, mi rapisce e disorienta la grandezza della chiesa con la sua pianta ottagonale e le otto colonne a sostegno della cupola.

Le superbe decorazioni musive dell’abside attraggono il mio sguardo verso l’alto. Ma anche la pavimentazione mostra opere originali, come il labirinto nel presbiterio, proprio di fronte all’altare, simbolo del peccato e del percorso verso la purificazione.

Accanto a S. Vitale, in un solitario giardinetto mi attende il Mausoleo di Galla Placidia (V sec.), a croce latina, anch’esso ornato da splendenti mosaici. Nella cupola 570 stelle dorate brillano nel cielo indaco, con un chiaro riferimento al concetto di vita eterna. Il complesso era destinato a mausoleo per la figlia dell’imperatore Teodosio, tumulata poi a Roma.

Ora mi dirigo verso la zona dantesca o zona del silenzio. Un semplice tempietto di stile neoclassico (1780) serba le spoglie di Dante Alighieri. Ma l’area comprende anche il Museo Dantesco, i due chiostri francescani e la Chiesa di San Francesco (V sec.) in cui si svolsero i suoi funerali.

Uno spuntino sfizioso presso la Piadina del Melarancio (via IV Novembre, 31) mi dà la forza per continuare il cammino alla volta del Battistero degli Ortodossi (o Neoniano), ottagonale, della metà del V secolo. Si tratta dell’edificio battesimale meglio conservato al mondo che mi costringe a naso all’insù per ammirare la cupola straordinariamente decorata con la scena del battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano.

Il Museo Arcivescovile (museo lapidario), dietro al Duomo, è l’ultima tappa della giornata. È disposto su due piani e racchiude opere ascrivibili a più momenti storico-artistici della città, dall’antichità all’epoca moderna. Al primo piano oltre 100 deliziosi uccellini m’introducono nell’intimità della Cappella di Sant’Andrea dove si celebra il Cristo trionfante. Quest’ultima è l’unico monumento ortodosso costruito durante il regno di Teodorico, quando il culto dominante era quello Ariano.

domani ci sarà il secondo giorno, in cui La misteriosa Ravenna ci sorprenderà ancora una volta.